Livein 34

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n. 34

giugno 2016

edizioni · bimestrale · anno 7 - nº 34 - giugno 2016 · Euro 10,00 · Poste Italiane s.p.a Spedizione in Abbonamento Postale - 70%

Corallo

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official magazine of NYITALIANS

Men’s Code Coco&Co Gourmet Cigar Room Green Art Room


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EDITORIAL

editoriale Coral is an element that encloses still an aura of magic and mystery, the thought of how it is produced, fished and worked has fascinated people for centuries, and even today fascinates anyone who comes into contact. So we decided, in this summer issue, to do a study on this issue, in order to, as always, try, to give our point of view and suggest a starting point to our readers. But not only coral in this livein where they find space curiosity, excellence and stories that, in our opinion, deserve to be told. Stories of men and women who have made their passion a profession and challenge every day the global market. Do not get us wrong we do not think that globalization is the mother of all evils, but we like to talk and to exalt those who, starting from his basement, try to do something unique. Besides, if a few decades ago Steve Jobs had not put in the garage of his parents to build a revolutionary and innovative car I'd be writing about what now? Enjoy the reading.

Il corallo è un elemento che racchiude in se ancora un alone di magia e di mistero, il pensiero di come viene prodotto, pescato e lavorato ha affascinato i popoli per secoli e, ancor’oggi affascina chiunque ne venga a contatto. Ecco perchè abbiamo deciso, in questo numero estivo, di fare un approfondimento su questo tema, per poter, come sempre cerchiamo, dare il nostro punto di vista e suggerire ai nostri lettori uno spunto. Ma non solo corallo in questo Livein dove trovano spazio curiosità, eccellenze e storie che, a nostro parere, meritano di essere raccontate. Storie di uomini e di donne che hanno fatto della loro passione una professione e sfidano ogni giorno il mercato globale. Non fraintendeteci non pensiamo che la globalizzazione sia la madre di tutti i mali ma ci piace parlare ed esaltare chi, partendo dal suo scantinato, cerca di fare qualcosa di unico. Del resto se qualche decennio fa Steve Jobs non si fosse messo nel garage dei suoi genitori a costruire una macchina rivoluzionaria ed innovativa io su cosa starei scrivendo ora? Buona lettura. Matteo Tornielli

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direttore responsabile direttore editoriale art director redazione

redazione New York

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Ludovico Maria Nobile n. 34 anno 7 - bimestrale · giugno 2016 Matteo Tornielli m.tornielli@livein-style.it Bruno Petronilli b.petronilli@livein-style.it Ludovico Maria Nobile Vittoria Fabris, Annalisa Fanticelli, Alberto Brandisseri, Edoardo Dominici Joseph R. Fraia, Alessandro Faidiga, Paolo Galassi, Ilaria Ambrosetti, Veronica Baesso, Pamela Quinzi, Annalisa Mazzoli, Veronica Mazzoleni Donato Ala

d.ala@livein-style.it

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Gourmet 81 83 85 86 88 92 94 96 98 100 103 105

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Il rosso del corallo 34 40 44 46

Fascinoso Corallo Gioie del mare Il Dna dei coralli Rosso Corallo

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Men’s Code 52 56 60 62 64

Collezioni Apeiron Un sogno che diventa realtà Asola, cucina sartoriale Happy together? Move together ! Caffè in Giardino

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Coco&Co 68 Label2 72 Anteprima presenta “Face” 74 Un’oasi di relax nel cuore di Firenze

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Il Rosè metodo classico Cuvage è Doc Un Mamba da collezione Il bianco nella terra dei rossi Alta Gradazione La cucina gourmet sbarca a Costa Rei Enrico Bartolini: stile, perfezione e successo Kandinsky in Limited Edition per Allegrini 4 generazioni di bollicine Amorim e il tappo perfetto Il sogno delux dei fratelli Dubbini Pasticceria d&g a Padova Ristorante Il Riccio

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Cigar Room 108 Valerio Cornale “Hombre Habano 2016” 112 Zenith celebra la leggenda Cohiba 118 Il Maledetto Toscano al Four Season

123 Green 124 128 132 136 138 140

Verona si trasforma in un campo da Golf Una storia lunga 110 anni I circoli virtuosi Io contrario al Foot Golf L’uomo chiave per la Ryder Golfitaliano Kel12 Cup 2016

143 Art Room 144 150 154 158 160

Milano incontra i Musei di tutto il mondo Emilio Isgrò, cancellare per riscrivere Marco Belardi: quando il cinema... E’ ora del Global Short Film Awards Il mondo del cinema da dietro le quinte


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N . Y. EDITORIAL

From New York Summer is finally on. In New York City is surely the period in the year when streets and crossroads are congested by pedestrians because of the number of tourists who come to visit from all over the world. But Summer is also the time when locals can enjoy the most their hometown and the many many outdoor spaces that the City offers throughout the five boroughs. Central Park and Bryant Park become the main point of reference in New York thanks to the many activity that take place there: concerts, movies, Shakespeare's plays, street artists and all kinds of live performances. Famous Coney Island area, with iconic attraction and famous bars, comes to life and is living a second youth after the massive renovations made as a consequence of the damages caused by hurricane Sandy. Moreover at Coney Island in June two major traditional New York facts take place: first the Mermaid Parade, where people have fun dressing up as - of course - pirates and mermaids, but also as drunk mariners and parrots! Second the famous hot dog eating contest held by Nathan's, the most renowned and traditional hot dog place in New York. Young people instead enjoy the many indie concerts around the City, as the “Governor Ball” on Governor Island, and fill up the playgrounds as just sport lovers or in some of the many summer leagues. About us, as your Live in New York Staff, on this issue we continue to bring you among some of the rarest gems of daily New York life, such as the Global Short Film Award and the Kentucky Derby party, and to present and promote Italian Excellence in New York. Our hottest article this month is the exclusive interview of Italian Producer Marco Belardi, who has recently become a huge sensation after the remarkable and great success of his latest production "Perfetti Sconosciuti", that has won at the last world renowned TRIBECA FILM FESTIVAL the award for Best Foreign Movie. Have fun!

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L'estate è finalmente arrivata. A New York e sicuramente il periodo dell'anno dove le strade e gli incroci sono congestionati dai passanti Per via dei numerosi turisti che vengono a visitare la città da tutto il mondo. Ma l'estate e anche il periodo in cui i residenti possono godere al meglio della loro città e dei numerosissimi spazi all'aperto che New York offre sparse per tutte le cinque municipalità. Central Park e Bryant Park sono diventati i punti di riferimento a New York grazie alle numerose attività che si svolgono: concerti, film, opere di Shakespeare, artisti di strada e ogni altro tipo di spettacolo dal vivo. La famosa area di Coney Island, con le sue iconiche attrazioni e i famosi bar, prende vita e oggi vive una seconda giovinezza dopo le massicce ristrutturazioni attuate per i danni causati dall'uragano Sandy. Inoltre a Coney Island in giugno si svolgono 23 maggiori eventi tradizionali di New York: il primo è la parata della sirena, dove le persone si divertono vestendosi con costumi ovviamente di pirati e sirene, ma anche da marinai ubriachi e pappagalli! Secondo evento è il famoso concorso di mangiata di Hot Dog che si tiene presso Nathan's, il ristorante di Hot Dog più famoso e conosciuto di New York. I giovani invece preferiscono i numerosi concerti di musica indipendente che si svolgono per tutta la città, come il Governor Ball sulla isola Governor, e riempiono i campi da gioco sia come semplici amanti dello sport sia in uno dei numerosi campionati estivi amatoriali. Per quello che riguarda noi, il tuo team newyorkese di Live in, in questo numero continuiamo a portarti tra alcune delle più rare gemme della vita quotidiana newyorkese, come il Global Short Movie Award e la festa per il Kentucky Derby, ed a presentare e promuovere l'eccellenza italiana a New York. L'articolo più importante di questo mese e l'intervista esclusiva con il produttore italiano Marco Belardi, che ultimamente è salito alla ribalta delle cronache dopo il suo impressionante è successo con la sua più recente produzione perfetti sconosciuti, che ha vinto tra l'altro anche il premio come miglior film straniero al famosissimo film festival di TRIBECA. Divertitevi! Joseph Ralph Fraia


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DESIGN

Biomimi cosa? I wake up in the morning moving like a robot from the bed to the shower as I manage to turn the radio on to my favorite channel, NPR. This is where I get all the information I actually need. A few days ago I stumble across an interview with Janine Benyus, a scientific researcher and writer that sustains a basic fundamental principle that isn’t all that innovative in the design realm. Benyus invites everyone to use biomimetics to solve problems regarding our world today. At this point the radio program has all my attention. Listening to the practical examples of how in history this discipline has been used by Leonardo da Vinci in his sketches and the Wright Brothers to make their first flight, an advise my father once suggested came to mind, “design by nature is an intelligent way to go”. In other words Darwin couldn’t have gone wrong after having discovered natural selection, very important to know how various animal species evolved but most of all how this natural design evolution should be copied in our projects because already proven successful through thousands of years in testing. All this thought process started to make even more sense when Benyus explained her most recent project called AskNature, presented during a 2009 TED Talk. Someone might think that biomimics is a topic too obsolete because it was coined back in the 50’s by Otto Schmidt, even before the more popular term invented by Steele bionics in 1960. That person would be wrong because thanks to our unfortunate global warming scenario in the last decade developing and applying biomimetics has become a vital need to our daily problems that effect our delicate planet. Today, more than ever before, to design ‘green’ is very essential to respect our eco system and saving whatever is left of our natural habitat. What better way to conceive new projects if not to copy what the planet that is hosting us does already? The answer is in the pencils and computers of the designers that get inspired by the energy developed by our solar system. Benyus’s biomimics doesn’t necessarily present all the answers for our future and the way to plan it but it most certainly gives us a good direction to start from to obtain satisfactory results. The fundamental principals on which biomimics is based on are essentially the use of ‘enclosed’ cycles, in other words in lack of waste, all functions using solar energy, interconnection between living organisms and a total respect for the multiplication of diversity. This said, coincidentally the following piece of news on the radio was the long time due visit of Barack Obama in Hiroshima. A small shiver runs down my spine as my mind makes a very basic logical connection: for the first time after more than 70 years an american president commemorates such a historical disaster. I think about the enormous amount of resources and energy used to change the world forever in that morning on August 6th 1945. If only humanity would have used mother nature as an example of how to design our future this real tragedy would have never occurred.

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Al mattino appena sveglio mi muovo dal letto alla doccia come un automa, un riflesso abitudinario fa si’ che mentre questo accade io riesca pure ad accendere la radio ascoltando la mia stazione preferita, NPR, radio nazionale americana, la quale mi fornisce tutte le notizie di cui ho bisogno. Pochi giorni fa capita per caso un’intervista a Janine Benyus, ricercatrice scientifica e scrittrice che sostiene un principio abbastanza fondamentale e non del tutto innovativo riguardo il design. Benyus invita ad usare la biomimetica per risolvere problemi legati al nostro mondo odierno. Adesso il programma radiofonico ha tutta la mia attenzione. Ascoltando gli esempi pratici che fornisce nell’ambito dell’inventiva del design ispirato da madre natura, le ali di Leonardo da Vinci e il primo velivolo dei fratelli Wright, non posso fare a meno di ricordare una frase dettami molti anni fa da mio padre. Design by nature is an intelligent way to go. In altre parole le teorie di Darwin con la selezione naturale presentavano il risultato altrettanto logico che la natura andava copiata in molti aspetti per ottenere dei risultati positivi già provati con migliaia di anni di evoluzione alle spalle nel campo ingegneristico e di design. Tutto il ragionamento iniziava a tornarmi più chiaro con la spiegazione di Benyus riguardo il suo più recente progetto intitolato AskNature. Qualcuno potrebbe pensare che questa biomimica si tratta di un argomento superato, o forse antiquato perché addirittura coniato prima ancora del termine bionico nel lontano 1960 da Steele, fissando una presunta data con Otto Schmidt da qualche parte negli anni ’50. Per fortuna questo tema è diventato più di attualità proprio nell’ultimo decennio a causa del riscaldamento globale che affligge il nostro pianeta. Oggi più che mai bisogna progettare in modo ‘verde’, rispettando l’ecologia e salvaguardando l’ambiente prima di ogni altra cosa. Quale miglior modo di progettare se non quello della natura stessa che da vita al pianeta che ci ospita? La biomimica di Benyus non presenta necessariamente tutte le risposte utili per una corretta progettazione ma si limita a suggerire una via da cui iniziare l’iter per ottenere un risultato soddisfacente. I principi fondamentali su cui si basa sono il concetto di funzionamento secondo cicli ‘chiusi’, ovvero in assenza di rifiuti, la funzione tramite energia solare, l’interconnessione dei sistemi attualmente viventi ed il rispetto per la moltiplicazione della diversità. Per pura coincidenza, la notizia successiva è la visita di Obama ad Hiroshima, mi viene in mente che per la prima volta viene commemorato da un presidente americano una sciagura cosi importante. Se il genere umano fosse riuscito veramente a prendere spunti solo da madre natura per i suoi progetti questa inutile tragedia non sarebbe mai accaduta. Alessandro Byther da New York


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EVENTS

Kentucky Derby Here we are again. As every year. It’s May, and the excitement pervades the entire Country for the event that gathers millions of American around their TV screens, except for those – few – privileged who can attend the show in person: we are talking about the Kentucky Derby, of course, the most famous and prestigious horse race in the World. The “Derby” occurs in Lousville, Kentucky, and is the first of three races that, all together, go under the name of Triple Crown, the competition all the horse owners and riders in the World yearn to win. The other two races, in chronological order, are the Preakness Stakes, that takes place in Baltimore, MD, and the Belmont Stakes, in Elmont, NY. In order to understand how hard it is to gain the Triple Crown title, just consider that over more than a 140-year history, only 11 times a horse was able to win the three races in the same season, and this true miracle – fortunately for us who were there to witness it - happened exactly 12 months ago thanks to American Pharoah, after 37 since the last time a Triple Crown victory was achieved. This year the Kentucky Derby was scheduled for May the 7 and Live in New York Staff had the privilege, thanks to our partner Fashion Designer Pamela Quinzi, to be asked to attend – as representative of Kilame shoes brand and sole international media partner – the super exclusive Kentucky Derby Party at PHD Rooftop Bar at Dream Hotel, one of the hottest, coolest and trendiest club in the City at the moment. The dress code at the Kentucky Derby, no matter where you celebrate it, if on the red carpet at the Churchill Downs Racetrack or in your backyard, is always the same: women must wear a pastel colored summer cocktail dress along with a fancy and possibly extravagant hat (or fascinator, as the latest trend). Men must wear sun drenched pants in vibrant colors paired with a great dress shirt in a complimentary color and a classic navy or seersucker blazer. Suspenders, bowtie and a fedora or bowler hat and you are ready to go! The Derby of course has also its traditional favorite drink, the Mint Julep, a refreshing muddled cocktail simply made with 1 teaspoon of Powdered sugar, 2 oz. Bourbon whiskey, 2 teaspoons of Water and 4 Mint leaves. The day goes by happily, people pose at the many photographers who came for the event, the music in the background plays deep house and club hits, while upstairs a jazz quartet entertains guest with live classics: but at 6:51 pm everybody turned their eyes to the TV screens, the race is about to start, the last bets are made and suddenly all the guests turned into passionate horse fanatics. This year “The Greatest Two Minutes in Sport” ended with the victory of Nyquist, the favorite horse. Now is time to relax and have fun. Tomorrow everybody will already start talking about next year Derby! Tradition lives on.

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Eccoci qui di nuovo. Come ogni anno. È maggio, e l'eccitazione pervade tutto il paese per l'evento che porta milioni di americani riunirsi attorno al televisore, con eccezione di quei - pochi - che hanno la possibilità di partecipare alla gara di persona: stiamo parlando del Kentucky Derby, naturalmente, la più famosa e prestigiosa corsa di cavalli del mondo. Il Derby si svolge a Louisville, Kentucky, ed è la prima di tre gare che, tutto insieme, vengono chiamate Tripla Corona, la competizione che tutti proprietari di cavalli e fantini nel mondo ambiscono di vincere. Le altre due gare, in ordine cronologico sono Preackness Stakes, che si svolge a Baltimora, Maryland, e Belmont Stakes che si svolge in Elmont, New York. Quest'anno il Kentucky derby è stato fissato per il 7 maggio e lo staff newyorkese di Livein ha avuto il privilegio, grazie alla nostra partner stilista Pamela Quinzi, di essere stata invitata - nella veste di rappresentante del brand di calzature Kilame e di esclusivo media partner internazionale, alla festa super esclusiva organizzata per il Kentucky Derby presso il rooftop bar PHD all'Hotel Dream, uno dei club in città più conosciuti, ambiti e di tendenza al momento. Il dress code al Kentucky Derby,non importa dove lo celebriate, se sul tappeto rosso all'ippodromo Churchill Downs, o nel vostro giardino dietro casa, è sempre lo stesso: le donne devono indossare un abito estivo da cocktail color pastello assieme ad un cappellino di moda e possibilmente stravagante (o il fascinator, secondo l'ultima moda). Gli uomini devono indossare pantaloni con colori vivaci assieme ad una camicia che si abbini come colore ed una classica giacca doppiopetto. Bretelle, farfallino e un cappello e si è pronti ad andare! Il Derby naturalmente anche il suo tradizionale drink favorito, il Mit Julia, un cocktail rinfrescante è stato fatto con un cucchiaino di zucchero, due once di whisky, due cucchiaini d'acqua e quattro foglie di menta. La giornata scorre allegramente, le persone possano verso i numerosi fotografi che sono venuti all'evento, la musica di sottofondo suona gli ultimi successi, mentre al piano di sopra un quartetto jazz intrattieni gli ospiti con alcuni classici: ma le 6:51 tutti rivolgono gli occhi verso il televisore, la corsa sta per iniziare, le ultime puntate vengono effettuate e tutto ad un tratto tutti gli ospiti diventano appassionati fanatici di cavalli. Quest'anno i due minuti più grandiosi nello sport si sono conclusi con la vittoria di Nyquist, il cavallo favorito alla partenza. Adesso è il momento di rilassarsi e divertirsi. Domani tutti cominceranno già a parlare del derby del prossimo anno! La tradizione continua. Joseph Ralph Fraia


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TRAVEL

Non è la destinazione che conta, ma il viaggio... Today I am very happy. It has been almost two years since I went out on my last vacation: the hustle and the excitement of Manhattan’s lifestyle totally got me, but time has come to finally take some time for myself. Cabs, sirens, hot dog stands, the 6 train, Times Square, chatty Uber drivers... I need a break! It’s a cloudy day, I am sipping my coffee while walking and dodging people who only pay attention to their damn phone, and I eventually get to my destination and I can’t wait to meet Donatella, the owner and travel specialist of Fifth Meridian Travel, my contact. Donatella welcomes me with her large hearth-warming smile and shows me the stunning view of the Empire State Building from the office window. She explains to me that they are a full-service, multi-lingual travel agency specialized in exclusive and customized travel, cruises, honeymoons, and adventure holidays. So my next question obviously is “Do you have anything for me?”. Donatella widens her smile and answers “But, of course! What I have for you is a 4-day cruise to the Norwegian Fjords, followed by a land expedition all the way up to the North Cape where you will see the midnight sun. After that, you will head to the Svalbard Islands to meet the polar bears, and then we’ll bring you back to the main land for your final hike among glacial lakes and colorful fisherman villages with an obligatory visit to the beautiful city of Tromsø, the arctic cathedral, and its university whose focus is Auroral light research”. My jaw literally dropped: Donatella just pictured exactly the kind of experience I was dreaming of. This is nothing like booking my trips on-line: jumping from website to website trying to avoid scams and bundling any possible offer. A 15-minute conversation with Donatella was all she needed to be able to understand me and my expectations better than I could have done myself. It must be the human-touch! What is even more special about Fifth Meridian Travel is that there is no charge for their services to the clients. Because of special agreement with tour operators and suppliers the commission is never paid by the guests resulting in being able to offer incredibly high-end service, for the same rates that you would find online and possibly getting a massive headache! Moreover, they accept inquiries from any country and to any destinations (Donatella whispers to me that she has many, many clients from Italy!) and their offers go from National Parks tours to Niagara Falls, from Hawaii to safaris in Africa, from Trans-Siberian trains to Disney’s Parks, from Machu Picchu to the Great Wall in China, from Alaska to America’s most famous cities. You can find them on www.fifthmeridiantravel.com and reach them at specialist@fifthmeridiantravel.com. I got my ticket for my dream vacation. What are you waiting for?

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Sono passati quasi due anni dalla mia ultima vacanza, inghiottito dalla frenesia e dall'entusiasmo dello stile di vita di Manhattan, è arrivato il momento di dedicare del tempo a me stesso, ho bisogno di una pausa! È una giornata nuvolosa, sto sorseggiando il mio caffè mentre cammino e schivo le persone che prestano attenzione solo al loro telefono, riesco alla fine a raggiungere la mia destinazione e non vedo l'ora di incontrare Donatella, la proprietaria e specialista di viaggi della Fifth Meridian Travel. Donatella mi accoglie con un grande sorriso e mi mostra la fantastica vista dell'Empire State Building dalla finestra del suo ufficio. Mi spiega che Fifth Meridian Travel è un’agenzia viaggi full-service e multilingue specializzata in viaggi esclusivi e personalizzati, crociere, lune di miele, e spedizioni. Pertanto la mia domanda successiva ovviamente è stata: “Avete qualcosa per me?” Donatella allargando ancora di più il suo sorriso mi ha risposto: “Ma certo! Quello che ho preparato per te è una crociera di quattro giorni nei fiordi Norvegesi, seguita da una spedizione a terra che giungerà fino a Capo Nord dove potrai vedere il sole di mezzanotte. Dopo andrai verso le isole Svalbard a visitare gli orsi polari per poi tornare sulla terraferma per una escursione tra laghi glaciali ed i villaggi dei pescatori locali con una visita obbligatoria alla bella città di Tromsø, la cattedrale artica, e la sua università specializzata nello studio delle aurore boreali.” Sono rimasto a bocca spalancata: mi ha appena descritto esattamente il tipo di esperienza che stavo sognando. Quindici minuti di conversazione sono stati tutto ciò di cui Donatella ha avuto bisogno per capire me e le mie aspettative, meglio di quanto avessi potuto fare io stesso. Ciò che ancor di più distingue Fifth Meridian Travel dalle altre agenzie di viaggi, è che non è richiesto un pagamento per i servizi offerti. Grazie ad accordi speciali con i loro tour operator e fornitori, la commissione all’agenzia non è mai pagata dal cliente, e ciò consente loro di fornire servizi esclusivi e di alta qualità agli stessi prezzi che avrei trovato su Internet. Alla grande esperienza nel campo del turismo si aggiunge anche la rete di relazioni personali che ha l’agenzia e che permette a Donatella e al suo staff di viziare i clienti durante tutto il processo della creazione di un viaggio e durante il viaggio stesso. Inoltre, Fifth Meridian Travel accetta richieste da qualsiasi paese verso qualsiasi destinazione (Donatella mi confida di avere molti clienti dall'Italia!) Le loro offerte spaziano dai viaggi ai Parchi Naturali, le cascate del Niagara, safari in Africa, vacanze alle Hawaii, i treni Trans-Siberiani e molto altro. Io ho già preso il biglietto per la mia vacanza dei sogni. E tu cosa stai aspettando? www.fifthmeridiantravel.com- specialist@fifthmeridiantravel.com. Joseph Ralph Fraia


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CELEBRITIES

Alessandro Gassmann It lasts the life of a son of art when, as in the case of Alessandro Gassman, one is forced to carry the weight of the legacy left by his father, one of the most illustrious names of Italian cinema. Son of the great Vittorio and French actress Juliette Mayniel, Alessandro struggled to win in turn the affection and esteem of the general public. With great charm, talent and with an irresistible smile, the young Gassmann debuts on the big screen at the age of 17, in the autobiographical film "From Father to Son", co-written with his father. From there, the step that leads him to finally decide to follow their parents' footsteps is short: he studied two years at the "Theatre Workshop" in Florence and soon becomes a versatile actor of television, film and theater. At 19 he won the Golden Ticket for Pasolini "fabrications" and later working with Luca Ronconi in "Dialogues of the Carmelites" and Glauco Mauri in "A Midsummer Night's Dream". In the late eighties the face of the young Gassmann also become known for its investments in some television dramas, including "The investigating judge" and "A Season of Giants." At launch it cinematically is also the director Ferzan Ozpetek that, in 1997, wants him in the film "The turkish bath". Interpretation, that of Alexander, so convincing that earned him critical recognition for best new actor of the year. Important goals, but they do not have surprised those who, by the son of the great Vittorio, could only expect similar results. But on the other hand there are those who think that it would also be time to put aside these prejudices, forgetting for a moment of his surname to be limited to observing the real talent of a man who knew how, in turn, build the image an actor who, to date, is among the most interesting and popular of his generation.

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Dura la vita di un figlio d'arte quando, come nel caso di Alessandro Gassmann, si è costretti a portare con sé il peso dell’eredità lasciata dal padre, uno dei più illustri nomi del cinema italiano. Figlio del grande Vittorio e dell'attrice francese Juliette Mayniel, Alessandro ha lottato per conquistarsi a sua volta l’affetto e la stima del grande pubblico. Dotato di grande fascino, talento e con un sorriso irresistibile, il giovane Gassmann debutta sul grande schermo a soli 17 anni, nella pellicola autobiografica "Di padre in figlio", scritta a quattro mani con il padre. Di lì, il passo che lo porta a decidere di seguire definitivamente le orme dei genitori è breve: studia due anni presso la “Bottega Teatrale” di Firenze e in poco tempo diventa attore poliedrico di tv, cinema e teatro. A 19 anni vince il Biglietto d’Oro per “Affabulazioni” di Pasolini e successivamente lavora con Luca Ronconi in “I dialoghi delle Carmelitane” e con Glauco Mauri in “Sogno di una notte di mezza estate”. Verso la fine degli anni Ottanta il volto del giovane Gassmann diventa noto anche per le sue partecipazioni ad alcune fiction televisive, tra cui “Il giudice istruttore” e “La primavera di Michelangelo”. A lanciarlo a livello cinematografico è poi il regista Ferzan Ozpetek che, nel 1997, lo vuole nel film “Il bagno turco”. Un’interpretazione, quella di Alessandro, tanto convincente che gli vale il riconoscimento della critica come miglior attore emergente dell’anno. Traguardi importanti, che però non hanno stupito chi, dal figlio del grande Vittorio, non poteva che aspettarsi simili risultati. D’altro canto però c’è chi pensa che sarebbe anche ora di mettere da parte questi pregiudizi, dimenticandosi per un attimo del suo cognome per limitarsi ad osservare il reale talento di un uomo che ha saputo, a sua volta, costruire l’immagine di un attore che, ad oggi, è tra i più interessanti ed apprezzati della sua generazione. Marco Di Carlo - www.marcommunication.com


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UNITED STATES

Florida: un mercato immobiliare diverso Buying property in the United States did not match only to invest in brick overseas, but it is something more. It also means owning a property in a place where many wish to live in a Caribbean country, almost always it bathed in sunshine, with white beaches and azure sea. To live in a hot country, in a house with direct ocean view, with the boat docked at the private marina, as is customary in Florida is something we all want. It 's like when you buy your favorite car, a car that can not wait to show, that makes you feel at ease, that excites you drive; here, live the same feeling when you buy a property ocean view in the US. Obviously if you choose to invest in real estate in the US, it means that you can afford to think about your future. In fact, not everyone has the opportunity and liquidity to invest, not everyone has the opportunity to come to the US if and when they want, not everyone looks away, to understand what's going on outside of their own reality. For this reason, this is a choice only for a specific personality type: certain people, who do not like to be watched, but who plan their future, which inform and want something more. Those who have chosen our reality, is a person who likes to get busy, has built something in life and is satisfied with what he has achieved so far. These are the people who are doing their own experience in the United States of America and that we support to make the best real estate market. Our reality, America Real Estate, has also grown thanks to them. Certainly those approaches to this market has very different needs and expectations: some people prefer to invest in properties to rent, there are those who buy their holiday home, there are those who love a kind of speculative investment. In any case, each one of them, has chosen the real estate in the United States to build their own future and to consolidate its assets. Until July 15 I am back in Florida, and through articles in the journal, videos, testimonials, and my website, I try to explain so frank and direct the American reality. Only then, I believe, we get to choose both how to start, so that we can work positively for the future. So if you are curious to follow my next trip to the United States, stay in touch with me through the site. I'll wait in Florida.

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Acquistare un immobile negli Stati Uniti non corrisponde solamente ad investire nel mattone oltre oceano, ma è qualcosa di più. Significa anche possedere un immobile in un luogo dove molti desiderano vivere, in un paese caraibico, quasi sempre baciato dal sole, con spiagge bianche e mare azzurro. Poter vivere in un paese caldo, in una casa con la vista direttamente sull’oceano, con la barca attraccata al porticciolo privato, come è consuetudine in Florida, è qualcosa che tutti desideriamo. E’ come quando acquisti la tua auto preferita, un’auto che non vedi l’ora di mostrare, che ti fa sentire a tuo agio, che ti emoziona guidare; ecco, vivi le stesse sensazioni quando acquisti un immobile vista oceano negli USA. Ovviamente se scegli di investire in immobili negli USA, significa che puoi permetterti di pensare al tuo futuro. Infatti, non tutti hanno la possibilità e la liquidità per investire, non tutti hanno la possibilità di venire negli USA se e quando vogliono, non tutti guardano lontano, per capire che cosa succede al di fuori della propria realtà. Per questo motivo, questa è una scelta solo per uno specifico tipo di personalità: persone determinate, a cui non piace stare a guardare, ma che programmano il proprio futuro, che si informano e vogliono qualcosa di più. Chi ha scelto la nostra realtà, è una persona a cui piace darsi da fare, ha costruito qualcosa nella vita ed è soddisfatto di quello che ha realizzato fino ad oggi. Sono queste le persone che stanno facendo la propria esperienza negli Stati Uniti d’America e che affianchiamo affinché sfruttino al meglio il mercato immobiliare. La nostra realtà, Real America Estate, è cresciuta anche grazie a loro. Certo chi si approccia a questo mercato ha esigenze e aspettative anche molto diverse: c’è chi preferisce investire in immobili da affitto, c’è chi acquista la propria casa vacanza, c’è chi ama un tipo di investimento speculativo. In ogni caso ognuno di loro, ha scelto l’immobiliare negli Stati Uniti per costruire il proprio futuro e per consolidare il proprio patrimonio. Fino al 15 luglio sono di nuovo in Florida e attraverso gli articoli sulla rivista, video, testimonianze, e il mio sito, cerco di spiegare in modo schietto e diretto la realtà statunitense. Solo così, sono convinto, abbiamo modo di scegliere entrambi come iniziare, per poter così collaborare positivamente per il futuro. Perciò se sei curioso di seguire il mio prossimo viaggio negli States, resta in contatto con me attraverso il sito. Ti aspetto in Florida. Vanni Valente - www.vannivalente.com


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ARCHITECTURE

Luc Schuiten. La città vegetale The disruption of the climate. There can be real change if you do not actually trigger innovative processes? What relationships? Alliances? We affirm: living nature? Living in perfect harmony and harmony with ecosystems, recognizing the Nature the true role. This is how, in the Belgian architect's vision L. Schuiten the Plant City: projects where green invades the city, where you do not use fossil fuels. Trees that grow around the structure of the building supporting it from outside. Real urban forests, biomimetic cities. The plants are transformed themselves into structures, continuing in the air purifying function and removal of CO2 to the atmosphere. Floors and walls in clay, lime. Bioluminescence, air-conditioned building according to the study of the mechanisms of termite mounds. This is Archiborescence: shaft parallel growth in the housing construction development. Vegetal City: houses with forms of flowers and plants, built with recyclable materials. organic forms, electric cars. Lotus City: shaped houses of a lotus flower, a symbol of ancient spirituality. The opening and closing mechanism of its petals, you can store the methane gas generated from organic waste in the city. Woven City: City consists of a mesh produced by the plant roots of fig trees, grown around a tree; the latter can grow so much to accommodate buildings within it. The exterior walls of the buildings are in biotextile material, similar to the substances used by silkworms for their cocoons or the spider to its web. Tree House City: City-forest where buildings have external walls with a coating of translucent protein, inspired by one of the wings of dragonflies substance, where the floors and interior walls store heat and then redistribute it during cold periods. No more oil. Not the power of money. Man becomes Nature.

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Lo sconvolgimento del clima. Ci può essere cambiamento vero se non si innescano processi realmente innovativi? Quali relazioni? Alleanze? Affermiamo: abitare la Natura? Vivere in perfetta sintonia e armonia con gli ecosistemi, riconoscendo alla Natura il vero ruolo di protagonista. Nascono così, nella visione dell'architetto belga L. Schuiten le Città Vegetali: progetti dove il verde invade le città, dove non si utilizzano combustibili fossili. Alberi che si sviluppano intorno alla struttura dell'edificio sostenendolo dall'esterno. Vere e proprie foreste urbane, città biomimetiche. Le piante si trasformano esse stesse in strutture, continuando nella funzione purificatrice dell'aria e di sottrazione di CO2 all'atmosfera. Solai e pareti in terra cruda, calce. Bioluminescenza, climatizzazione degli ambienti secondo lo studio dei meccanismi dei termitai. Tutto ciò è Archiborescence: la crescita dell'albero parallela allo sviluppo dell'involucro edilizio. Vegetal City: case con forme di fiori e piante, costruite con materiali riciclabili. Forme organiche, auto elettriche. Lotus City: case a forma di un fior di loto, antico simbolo di spiritualità. Il meccanismo di apertura e chiusura dei suoi petali, consente di immagazzinare il gas metano prodotto dai rifiuti organici della città. Woven City: città costituita da una maglia vegetale prodotta dalle radici di piante di fico, cresciute attorno a un albero; quest'ultimo può crescere così tanto da ospitare edifici al suo interno. I muri esterni degli edifici sono in materiale biotessile, simili alle sostanze impiegate dai bachi da seta per i propri bozzoli o dal ragno per la sua tela. Tree House City: città-foresta dove gli edifici hanno pareti esterne con un rivestimento di proteine traslucide, ispirate a una sostanza delle ali delle libellule, dove i pavimenti e muri interni immagazzinano calore per poi ridistribuirlo nei periodi freddi. Non più petrolio. Non più potere del denaro. Uomo che diviene Natura. Maurizio Signorini - www.signoriniarchitetto.com


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CHINA TALKS

Americanate in salsa cinese Traffic in Beijing is a largely debated topic. Just like the pollution in the capital. We accept, walking with masks under an unnaturally yellow sky. You cannot prohibit cars in the China of ''getting rich is glorious": who is so bold as to prevent the rising bourgeoisie from having the new status symbol. Alternating license plate ending numbers? With twenty million inhabitants this does not do the trick. While local governments hope that the parking regulations and restrictions will help to reduce congestion, engineers and designers are trying to find relief to the technological problem. What if there was a city bus which could carry more than a thousand passengers from one point to another without taking up space on the road? As amazing as it sounds, it is a solution that many Chinese cities are considering. The bus should extend over two traffic lanes and carry up to 1,400 passengers, traveling at about 40 mph above street level; it should use a special track allowing cars to freely circulate below. And, as an extra touch, its belly simulates the sky. More importantly, it would use electrical power and would replace forty buses, reducing the annual fuel consumption by 800 tons and carbon emissions by nearly 2,500 tons. How about the underground? In Beijing, there are already thirteen lines, digging additional ones would definitely be too expensive. Certainly the Chinese today are among the richest in the world, but not naive. Leaving aside the stereotypes about Chinese infringing intellectual properties, we must say the idea is not really new. Already in New York, back in 1969, the concept came up, but only today’s China is turning it into facts. Currently, Beijing announced plans to start building about five miles of track by the end of the year, in the Mengoutou area. In addition, according to news agency Xinhua, Transit Esplore Bus, headquartered in Beijing, is building a prototype in Changzhou, which they intend to test in July or August. If successful, it could help alleviate the transit problems of China. The new technology should also encourage the Chinese to change their behavior, which is not easy. This includes changing their attitudes toward air pollution and the desire to own a car. In the country where the first supercity of 130 million inhabitants, Jing- Jin-ji, is realistically planned, everything is big. The masters of sensational and inevitably big used to be the Americans. Now they have some good competitors. Should we soon replace the Italian movie term americanata with cinesata? Let's hope not. The long established Chinese history will bring back the good sense in the settlements of the Middle Kingdom.

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Il traffico a Pechino, argomento dibattuto sotto ogni aspetto. Come parlare dell’inquinamento della capitale. Si sa, ce ne facciamo una ragione, camminando con le mascherine sotto un cielo di un giallo innaturale. Non si posso vietare le auto, nella Cina dell’”arricchirsi è glorioso” chi se la sente di impedire alla borghesia nascente di non poter avere il nuovo status symbol. Le targe alterne? Su venti milioni di abitanti fanno poco. Mentre i governi locali sperano che i regolamenti di parcheggio e le restrizioni aiutino a ridurre la congestione, ingegneri e progettisti stanno cercando di trovare sollievo al problema nella tecnologia. E se ci fosse un autobus urbano che possa portare più di un migliaio di passeggeri da un punto all'altro senza occupare spazio sulla strada? Per quanto fantastico possa sembrare, si tratta di una soluzione che molte città cinesi stanno prendendo in considerazione. L'autobus dovrebbe estendersi per due corsie di marcia e trasportare fino a 1.400 passeggeri, viaggiando a circa 40 miglia all'ora sopra il livello della strada; utilizzando per muoversi una pista speciale che permetta alle automobili di passare liberamente sotto. E come un tocco in più, il suo ventre simula il cielo. Ancora più importante, sarebbe funzionante ad elettricità, prendendo il posto di ben quaranta bus, riducendo il consumo annuo di carburante di 800 tonnellate e le emissioni di carbonio di quasi 2.500 tonnellate. La metropolitana? A Pechino le linee sono già tredici, scavarne altre sarebbe sicuramente troppo costoso. Certamente i cinesi oggi sono tra i più ricchi al mondo, ma non sprovveduti. Lasciando da parte gli stereotipi sui cinesi che copiano, bisogna dire che l’idea non è proprio nuovissima. Già a New York nel lontano 1969 ci pensavano, ma solo la Cina di oggi passa ai fatti. Al momento, Pechino ha detto di avere intenzione di iniziare a costruire circa cinque miglia di pista entro la fine dell'anno, nell’area di Mengoutou. Inoltre, secondo l'agenzia di stampa Xinhua, l'azienda con sede a Pechino Transit Esplore Bus sta costruendo un modello a grandezza naturale a Changzhou che intendono testare a luglio o agosto. In caso di successo, potrebbe contribuire ad alleviare i problemi di transito della Cina. La nuova tecnologia dovrebbe anche incoraggiare i cinesi a cambiare il loro comportamento, cosa non facile. Ciò include cambiare i loro atteggiamenti verso l'inquinamento atmosferico e il desiderio di possedere una macchina. Nel paese dove si progettta concretamente Jin-Jing- ji, la prima vera magalopoli da 130 milioni di abitanti, tutto si fa in grande ormai. E pensare che una volta erano gli americani ad essere i maestri del clamoroso a tutti costi. Adesso hanno degli ottimi concorrenti. Dovremmo entro breve sostituire in italiano il temine americanata con cinesata? Speriamo di no. La lunga storia cinese riporterà il buon senso negli abitati del Paese di Mezzo. Pier Giorgio Giraudo - pg.giraudo@gmail.com


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ART

Messaggio Pubblicitario

Fondazione Mediolanum a Padova: Quando l’Arte incontra la Solidarietà

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A new event on 16 June, has animated the now famous Piazzetta

Un nuovo evento lo scorso 16 giugno ha animato l’ormai nota Piazzetta

Bussolin in Padua, where there is the prestigious headquarters of

Bussolin a Padova, dove si affaccia la prestigiosa sede degli uffici

the Padua offices of Banca Mediolanum financial advisors. E 'was

padovani dei consulenti finanziari di Banca Mediolanum. E’ stata infatti

inaugurated the new Contemporary Art Gallery, with paintings and

inaugurata la nuova Galleria d’Arte Contemporanea con opere di pit-

sculptures made by Italian and foreign artists, mostly present at

tura e scultura realizzate da artisti italiani e stranieri, in gran parte pre-

the inauguration.

senti all’inaugurazione.

To do the honors Dr. Giorgio Grasso, well-known art critic, who

A fare gli onori di casa il dr. Giorgio Grasso, noto critico d’arte, che

runs the gallery and who designed the collaborative project with

dirige la galleria e che ha ideato il progetto di collaborazione con

Mediolanum Onlus Foundation.

Fondazione Mediolanum Onlus.

As she explained to the large audience of Padua, experts and jour-

Come ha spiegato al numeroso pubblico di padovani, esperti e giornal-

nalists attending, the idea is to create a number of art galleries,

isti intervenuti, l’idea è quella di creare una serie di Gallerie d’Arte, con-

connected to branches of the Bank distributed throughout the

nesse alle filiali della Banca distribuite sul territorio nazionale, destinate

country, designed to accommodate a wide variety of artists and

ad accogliere un’ampia varietà di artisti e che riserveranno una parte del

They will devote part of the proceeds from sales of the works to

ricavato dalle vendite delle opere ai progetti umanitari della

the Foundation humanitarian projects.

Fondazione.

A short speech by Sara Doris, President of Mediolanum

Un breve intervento di Sara Doris, presidente di Fondazione

Foundation, described the aims of the projects primarily aimed at

Mediolanum, ha descritto le finalità dei progetti principalmente indiriz-

supporting the less fortunate children, working in their areas of

zati al sostegno dei bambini meno fortunati, operando nelle loro zone

origin and by allocating funds to all that is lacking to children in

di origine e destinando fondi a tutto ciò che manca all’infanzia del terzo

the third world: medical care , food, education, and much more.

mondo: cure mediche, cibo, istruzione, e molto altro.

The mission of the Foundation is guided by the values of the family

La mission della Fondazione si ispira ai valori della famiglia Doris, per-

Doris, because, as the President, you can not be working in differ-

ché, come afferma la presidente, non è possibile essere nel lavoro per-

ent people from what it was in private life. In short, people can ex-

sone diverse da quello che si è nella vita privata. Insomma, le persone

press their deepest values and authentic even when they work and

possono esprimere i loro valori più profondi e autentici anche quando


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lavorano e agiscono nel pubblico, anche se lo fanno in un ambito pret-

act in public, even if they do it in a purely economic sphere. That's

tamente economico. Ecco perché Banca Mediolanum ha deciso, attra-

why Banca Mediolanum has decided, through the homonymous

verso l’omonima Fondazione, di prodigarsi per i bambini che vivono in

Foundation, doing his best for the children who live in the reality of

realtà di grave disagio e privazione, che non hanno certamente stru-

serious hardship and deprivation, which certainly do not have tools

menti per difendersi e uscire dalla loro condizione da soli.

to defend themselves and get out of their condition on their own.

La breve presentazione del progetto è stata conclusa da un saluto del

The brief presentation of the project was completed by a greeting

Dott. Pirrone, riferimento cardine degli Uffici dei Consulenti Finanziari

of Dr. Stefano Pirrone, reference cornerstone of the nearest

di Banca Mediolanum, dimora di una prestigiosa e sempre più corposa

branch of Padua, which is also home to a prestigious and constant-

raccolta di opere d’arte moderna e contemporanea.

ly growing collection of works of modern and contemporary art.

Un pomeriggio d’arte, in cui gli ospiti hanno potuto esplorare a lungo gli

An afternoon of art, in which the guests were able to explore along

spazi ampi e articolati della Galleria e ammirare le opere di artisti gio-

the wide and articulated spaces of the gallery and admire the

vani, come Chiara Beggiato, padovana di nascita e affermata nell’espres-

works of young artists, like Clare Beggiato, Paduan born and af-

sionismo astratto che dialoga con l’espressionismo figurativo di

firmed the abstract expressionism that communicates with the fig-

Francesco Caliendo; una imponente Locomotiva di Antonello Arena. E

urative expressionism Francesco Caliendo; an impressive locomo-

ancora le splendide e misteriose tele “graffiate” del toscano Patrizio

tive Antonello Arena.

Landolfi. Impossibile elencarle tutte: le sinuose e ancestrali figure di

And yet the beautiful and mysterious "scratched" paintings of the

Massimiliano Brogi, quelle fiabesche dipinte dalla giovanissima ameri-

Tuscan Patrick Landolfi. Impossible to list them all: the sinuous and

cana Maria Kononov o quelle inquietanti e mute di Richard Silvaggio.

ancestral figures Massimiliano Brogi, those fairy painted by the

Un variopinto fiore all’occhiello del centro storico di Padova che

American young Maria Kononov or those disturbing and mute

trasforma Piazzetta Bussolin nel nuovo polo dell’Arte Contemporanea

Richard Silvaggio.

in città.

A colorful highlight of the historic center of Padua that transforms

Federica Bevilacqua

Piazzetta Bussolin in the new pole of Contemporary Art in the city.

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NEW YORK ITALIANS

Caterina Rago

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Caterina Rago is the founder of Caterina Rago Dance Company, a

Caterina Rago è la fondatrice di Caterina Rago Dance Company, una

modern dance company of raw physicality that pushes boundaries

compagnia di danza moderna di cruda fisicità che spinge i confini e crea

and creates a sense of vulnerability. It is inspired by the Italian

un senso di vulnerabilità. Si ispira alla madre terra, l'italia come contrasto

land of contrast to create an intense and unique painting.

per creare una pittura intensa e unica.

She was born in San Lucido, Calabria and began to study dance at

Caterina è nata a San Lucido, in Calabria; ha iniziato a studiare danza al-

the age of 5. At the age of 11, she realized that she needed a

l'età di 5 anni. A 11 anni, si rese conto di aver bisogno di allenamento più

more rigorous training regime in order to advance, so she audi-

rigoroso al fine di proseguire la sua carriera, così decise di fare un provi-

tioned for the Accademia Nationale di Danza.

no per l'Accademia Nazionale di Danza. Quando fu accettata, affrontó la

When she was accepted, she faced the choice of leaving her fami-

scelta di lasciare la sua famiglia in Calabria per vivere in un convento

ly behind in Calabria to live in a convent supervised by nuns so she

sotto la supervisione di suore in modo che potesse andare a scuola, ri-

could attend school, or remain at home in her small town, know-

manere a casa nella sua piccola città, sapendo che sarebbe stata in grado

ing that she would be unable to continue her advanced training.

di continuare la sua avanzata formazione .

For Caterina, the decision whether or not to be separated from

Per Caterina, la decisione di vivere separata dalla sua famiglia fu molto

her family was very painful, but her parents were very supportive

dolorosa, ma furono gli stessi genitori ad incoraggiarla a vivere lontana

and encouraged her to experience a life outside of her small town.

dalla sua città natale. Prima di andarsene, un vecchio uomo della sua città

Before she left, an old man in her town said to her, “You’ll come

le disse: "Tornerai in una settimana."

back in a week.”

"Tale affermazione mi diede la forza di andare avanti", commenta

“That statement is what kept me going,” Caterina said.

Caterina.

Although the first three years were particularly difficult for her, she

Anche se i primi tre anni furono particolarmente difficili per lei, Caterina

persevered and spent 10 years in the combination dance/school

preservò e trascorse 10 anni nel programma combinato di danza / scuo-

program in Rome, living in the convent for the entire time.

la a Roma, vivendo per tutto quel tempo in convento. Si è laureata in dis-

She graduated with a Bachelor of Arts as dancer and teacher of

cipline artistiche come danzatrice e insegnante di danza moderna / tecni-

modern dance/Graham technique, and then made the decision to

ca Graham; subito intraprese la decisione di trasferirsi a New York, dove

move to New York, where she knew she would be study further,

sapeva che avrebbe dovuto studiare ulteriormente, trovare lavoro e in-

find work and teach.

segnare.

She contacted an Italian friend in New York and arranged to stay

Così, contattò un amica italiana che viveva a New York chiedendole se

with her, but when she arrived, her friend never came to get her

fosse stata disposta ad ospitarla per i primi giorni, ma quando lei arrivò

from the airport and never picked up her phone – in effect aban-

non trovò mai la sua amica ad attenderla né mai fu chiamata da essa . Fu

doning her.

completamente lasciata sola. Così dopo aver soggiornato in un Hotel

She stayed in a hotel for two nights and after contacting the

per due notti, dopo aver contattato la scuola di Martha Graham, riuscì a

Martha Graham company, they set her up with several fellow

trovarle diversi compagni ballerini con i quali vivere per un pò.


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5 anni più tardi, ricevette una email da quella

dancers to stay with for a while.

sua "amica "che si scusava per il suo comportamento. "Non so perché

5 years later, she received an email from that “friend,” apologizing

lei mi ha lasciata li sola quando sono arrivata. Avrei potuto prendere il

for her behavior. “I don’t know why she left me when I arrived. I

primo aereo e tornarmene di nuovo a casa ma non ho mai mollato! "

could have gotten back on a plane and returned home, but I never

Dopo aver frequentato la scuola di Martha Graham per due anni, ha in-

gave up!”

iziato a creare diverse coreografare di danza per diverse aziende e col-

After attending the Martha Graham school for two years, she

laborato con la Martha Graham Dance Company per diverse produzioni

began to choreograph dance for different companies and joined

quali "Clitennestra", "Cercando Picasso", in collaborazione con il regista

the Martha Graham Dance Company for different productions

italiano Antonio Calenda, "Baccanti" e "Prometeo" alla Anfiteatro Greco

such as “Clytemnestra”, “Cercando Picasso” in collaboration with

di Siracusa.

Italian Director Antonio Calenda, “Baccanti” and “Prometeo” at

Oggi Caterina è il direttore artistico del Caterina Rago Dance Company,

the Anfiteatro Greco in Siracusa.

ed è stata recentemente premiata come "Coreografa emergente 2016"

Today, she is the Artistic Director of the Caterina Rago Dance

per la Houston Metropolitan Dance Company.

Company, and was recently awarded as the 2016 Emerging

Attualmente sta lavorando ad una produzione serale, Labir Into (l'inter-

Choreographer for the Houston Metropolitan Dance Company.

no labirinto) in programma a New York il 7-8-9 ottobre 2016 al New

She is currently working on an evening length production, Labir

York Live Arts in collaborazione con lo scenografo italiano di fama Pier

Into (the inner maze) schedule to premiere in New York City

Paolo Bisleri. Ha inoltre recentemente creato "Tecniche di Danza

October 7th, 8th & 9th 2016 at the New York Live Arts in collabo-

Moderna" presso l'Accademia Nazionale di Danza di Roma. Per la

ration with renown Italian set designer Pier Paolo Bisleri.

prima volta in Italia, artisti di fama internazionale saranno invitati a condi-

She has also recently created Tecniche di Danza Moderna at the

videre le loro esperienze e conoscenze con gli studenti italiani per un in-

Accademia Nazionale di Danza in Roma. For the first time in Italy,

tero anno accademico. ballerini italiani avranno la possibilità di studiare ,

internationally renowned artists will be invited to share their

di sviluppare una comprensione più profonda di ogni tecnica di danza

experiences and knowledge with Italian students for an entire ac-

moderna, così come avere opportunità di lavoro e progetti per ballerini

ademic year. Italian dancers will have the possibility of study, de-

professionisti e coreografi.

velopment of a deeper understanding of each modern dance tech-

Caterina ha dichiarato: "Voglio creare un progetto che può diventare un

nique, as well as employment opportunities and projects for pro-

punto di riferimento per l'Italia, una vera e propria casa per i ballerini ital-

fessional dancers and choreographers.

iani. Dobbiamo continuare a introdurre, stabilire e rafforzare la danza

She said, “I want to create a project that can become a reference

nella cultura italiana in modo che questa forma d'arte cresca ".

point for Italy, a real home for the Italian dancers.

"New York sembrava così grande, allora, ma ora è così piccola."

We must continue to introduce, establish, and strengthen the dance in the Italian culture in order for this art form to grow.”

Adrienne Sforza

“New York seemed so big then, but now it is so small.”

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NEW YORK ITALIANS

NIAF Celebra la cultura italiana al Gala di NY When it comes to throwing parties, Italians know how to do it best. From fresh mozzarella, prosciutto, and bellini to decadent cheesecake served with Lavazza espresso, the annual New York Gala of the National Italian American Foundation, held at Cipriani 42nd Street on April 28 in Manhattan, certainly didn’t fall short. Each year NIAF, a non-profit dedicated to preserving the proud heritage of an estimated 25 million Americans of Italian descent, the nation's fifth largest ethnic group, celebrate the contributions and accomplishments of the Italian American community. Italian Americans from all professions headlined the list of guests and gala honorees with industry executives in business, finance, and real estate including NIAF’s President and Chief Operating Officer John M. Viola, sport legends Mike Piazza, 12-time MLB All-Star elected into the National Baseball Hall of Fame, Luigi P. “Lou” Carnesecca, legendary coach of St. John’s University’s basketball team, NIAF Chairman Joseph V. Del Raso, Monsignor Jamie J. Gigantiello, Joseph R. Guccione who received the second-annual Mario M.Cuomo Award in Public Service, honorees of the NIAF Achievement Awards including Frank Bisignano, chairman and chief executive officer of First Data Corporation; Michael J. Inserra, Americas vice chairman at EY; and Arthur J. Mirante ll, principal and tri-state president at Avison Young. Also in attendance Chairman of the New York Committee and Board of Director of NIAF Nicholas Caiazzo, New York Gala Dinner Chairman and member of NIAF’s Board of Directors and the Italian American Leadership Council Gerard S. LaRocca, NIAF Board member Jeff Capaccio, NIAF Board of Directors Linda R. Carlozzi Esq, Patricia de Stacy Harrison and Anita Bevacqua McBride who honored the late Honorable Marie L. Garibaldi, NIAF executive VP and former New Jersey Supreme Court Justice for her contributions and accomplishments to the Italian-American community.Italian American celebrities dazzled the red carpet event including this year’s master of ceremonies, NIAF Celebrity Ambassador, entertainer and radio host Joe Piscopo, ESPN host Tony Reali, actors Michael Badalucco and Tony LoBianco; former MLB managers Ken Aspromonte and Bobby Valentine, MLB third baseman Bob Aspromonte; and Denver Nuggets Sr. Vice President Pete D’Alessandro, opera singer Cristina Fontanelli who sang the U.S. national anthem and “Inno di Mameli,” Italy’s national anthem. Sicilian Tenors Aaron Caruso, Elio Scaccio and Sam Vitale serenaded guests with songs like “O Sole Mio” and “Mistero,” a tribute to Luciano Pavarotti. Italian dignitaries included Italy’s Consul General in New York Francesco Genuardi and delegates from the Foundation’s 2016 Region of Honor – Piemonte, Italy.

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Quando si tratta di organizzare eventi, gli italiani sanno come farlo al meglio. Dal buffet con mozzarella fresca, al prosciutto, dal bellini alla cheesecake accompagnato da un buon caffè Lavazza, di certo l'annuale New York Gala della National Italian American Foundation tenutasi al Cipriani 42nd Street il 28 aprile a Manhattan non e’ passato inosservato. Ogni anno NIAF, un'organizzazione non-profit dedicata alla conservazione del patrimonio culturale italiano con una stima di circa 25 milioni di membri di origine italo-americana ed il quinto gruppo etnico piu’ grande del paese, celebra i contributi e successi della comunità italo-americana. La lista degli invitati comprendeva una serie di ospiti Italo-americani provenienti da diversi settori professionali premiati durante il gala, tra cui dirigenti del settore del Business, finanza ed immobiliare tra cui il presidente della NIAF e Chief Operating Officer John M. Viola. Leggende dello sport come Mike Piazza, nominato per 12 volte AllStar della MLB ed inserito nella Hall of Fame del Baseball e Luigi P. "Lou" Carnesecca, leggendario allenatore della squadra di basket di St. John University. Il presidente NIAF Joseph V. del Raso, monsignor Jamie J. Gigantiello, Joseph R. Guccione che ha ricevuto la seconda edizione annuale del premio Mario M.Cuomo Award nel servizio pubblico e Frank Bisignano presidente e amministratore delegato di First Data Corporation premiato con il NIAF Achievement Awards. Michael J. Inserra, Vice Presidente USA di EY; e Arthur J. Mirante II, Presidente tri-state di Avison Young. Il Vice Presidente del Comitato di New York e membro del Consiglio di Amministrazione NIAF Nicola Caiazzo, organizzatore del NY gala , Gerard S. La Rocca dell’Italian Amercian Leadership Counsel, Jeff Capaccio membro del Consiglio NIAF, Linda R. Carlozzi Esq membro del Consiglio di Amministrazione NIAF, Patricia de Stacy Harrison e Anita Bevacqua McBride che hanno onorato la scomparsa di Marie L. Garibaldi, NIAF VP esecutivo ed ex giudice della Corte Suprema del New Jersey riconosciuta per i suoi numerosi contributi e risultati raggiunti tra la comunita’ ItaloAmericana. Non sono mancate Celebrita’ che hanno sfilato sul red carpet di questa edizione annuale del Gala, come il presentatore del Gala e Ambasciatore NIAF Joe Piscopo, famoso intrattenitore e conduttore radiofonico. Tony Reali ospite dalla ESPN, gli attori Michael Badalucco e Tony lo Bianco, gli ex dirigenti MLB Ken Aspromonte e Bobby Valentino, MLB terza base Bob Aspromonte, il Vice Presidente dei Denver Nuggets Pete D'Alessandro, e la cantante lirica Cristina Fontanelli che ha intonato l'inno nazionale degli Stati Uniti e l’Inno nazionale italiano di Mameli. I tenori siciliani Aaron Caruso, Elio Scaccio e Sam Vitale che hanno intrattenuto gli ospiti con canzoni come "O Sole Mio" e "Mistero" come omaggio a Luciano Pavarotti, e personaggi politici come il Console Generale d'Italia di New York Francesco Genuardi e delegati della Regione del Piemonte nominate con l’honoree regione italiana del 2016. Natalie J. Maniscalco, Member of the New York Committee of NIAF


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Il rosso del corallo by Caterina Nicoletta Accettura

Il rosso del corallo m'invita a ritornare al mondo dei ricordi, mi unisce alla terra che amai senza appartenerle. Che mi vide giovane e bella seguire le spiagge del golfo di cui PartenopĂŠ ĂŠ regina. E come labbra di donne dischiuse all'amore sirene d'argento poggiate agli scogli cantano al suono nostalgico e lieve dei mandolini. E il mio cuore ritorna, ritorna malinconia e allegrezza all'azzurro vibrante di un mare che non ha pari in nessun'altra terra, fondali esplorati con giovane ebbrezza in cerca di un mondo sommerso che racchiuse i silenzi del cuore.

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Le case abbracciate alla roccia si aprono a nuove canzoni tra stradine silenziose-assolate i grappoli dei limoni sui terrazzi sono sfere d'oro nel verde che scende alla spiaggia. I sonagli delle carrozzelle risvegliano il fatato torpore dei longobardi castelli scintillio di mosaici,di luce gemme che catturano i raggi del sole. Sul pendio dove spunta la ginestra il rosso di un fuoco sempre acceso. Il profumo dell'arancio m'inebria il rosso del corallo mi rapisce mi adesca ,mi cattura ,mi coinvolge dall'imo delle fibre mi trascina con la passione fervida di un canto. Il rosso del corallo e' nel tramonto che si tuffa ai limiti del mare ĂŠ il rosso del mio amore sempre acceso che sconvolge la mente e' grido,e' pianto o forse un gran tormento che mi stordisce da spezzarmi il cuore. Il rosso del corallo ĂŠ nella vita di questa terra nella realta' di un sogno che mi inchioda e mi fissa inerme ad un pensiero. Io qui dovro'per sempre ritornare per non perdermi come per naufragio Nel rosso dei coralli, io mi ritrovo. edit by Marco Nereo Rotelli

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Fascinoso Corallo 34

by Cristina Del Mare, Paolo Paolillo


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In ogni tempo le gemme preziose hanno esercitato sull’immaginario umano un’attrazione magnetica connessa ad aspetti simbolici, a valenze immateriali, estetiche, culturali e antropologiche, che vanno oltre la loro tangibile connotazione di materiali pregiati e rari. Tra queste il corallo, gemma mediterranea per eccellenza, occupa un posto singolare e strabiliante. E' materiale magico assoluto, portatore di quell'aura misteriosa, di qualità prodigiose, capace di suscitare miti, interpretare messaggi simbolici. Il fascino seduttivo del corallo ha antichissime origini. Per i latini era potente amuleto contra fascinationem, efficace per respingere il "malocchio", convinzione avvalorata dal mito dell'uccisione della mostruosa Medusa, il cui sangue, sgorgato dalla sua testa mozzata da Perseo, al contatto con l'acqua marina si trasforma in corallo. La genesi del corallo quindi è strettamente legata all'annientamento del male, all'insita simbologia del rosso vitale colore sanguigno, destinato ad allontanare avversità e propiziare la buona sorte. Il corallo traghetta questo concetto salvifico pagano nell’iconografia cristiana dove, nei dipinti dei grandi pittori rinascimentali, da Piero della Francesca al Mantegna, è allegoria del sangue di Cristo, che riscatta e preserva anch'esso dal male. L'ambiguità classificatoria del corallo, scientificamente svelata solo nel Settecento, all'incrocio del mondo marino, minerale, animale e vegetale, il suo colore sanguigno che riporta alla vita, la sua forma arborea che tuttavia non è vegetale, ha ulteriormente arricchito l'aurea di mistero e magia che ha valicato l'ambito mediterraneo di pesca. In tutto il mondo e in epoche diverse, infatti, al corallo sono state assegnate qualità apotropaiche, indirizzate a disperdere il male e le sventure, a sostenere l’aspirazione di trasferire all’uomo influssi benefici, acquisire fortuna e benessere, tutelare vitalità e abbondanza. Con queste proprietà la gemma purpurea riuscì a raggiungere e ad affascinare popoli lontani: dai beduini dei deserti arabici alle etnie dell’estesa penisola indiana, dai nomadi degli altipiani himalayani alle lontane genti delle steppe asiatiche.

In the course of time, precious gems have exerted a magnetic attraction on human imagination, as it is connected to symbolic aspects, intangible, aesthetic, cultural and anthropological values that go beyond their tangible connotation of precious and rare materials. Coral, the Mediterranean gem par excellence, holds a unique and amazing place. It is absolute magical material, bearer of a mysterious aura, of miraculous quality, able to generate myths and to interpret symbolic messages. The seductive charm of coral has ancient origins. For the Romans it was a powerful talisman, effectively used to kill hex. This belief was strengthened by the myth of the killing of the monstrous Medusa, of whom the blood gushing from his head cut off by Perseus turned into coral when in contact with sea water. The genesis of coral is so closely linked to the defeat of evil, to the inherent symbolism of the vital blood red color, intended to push away adversity and wish good luck. Coral crosses this saving pagan concept in Christian iconography, where, in the paintings of the great Renaissance painters, from Piero della Francesca to Mantegna, it is an allegory of the blood of Christ, which also rescues and preserves from evil. The classificatory ambiguity of coral, which was only scientifically revealed in the eighteenth century, is at the intersection of the marine, mineral, animal and vegetable worlds. Its blood red color brings back to life, its arboreal shape is not the one of a plant. Coral has further enriched the aura of mystery and magic and has crossed the Mediterranean fishing sphere. Around the world and at different times, in fact, coral has been assigned apotropaic quality, meant to disperse evil and misfortune, to support the aspiration of mankind to transfer beneficial effects, to gain fortune and well-being, to protect vitality and abundance . With these characteristics the purple gem managed to reach and to fascinate distant peoples: from the Bedouins of the Arabian deserts to the ethnic groups of the large Indian peninsula, from the nomads of the Himalayan highlands to the distant people of the Asian

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CORALLO

Bracciale Valadier con spole di corallo moro, titanio e diamanti

steppes. The impressive jewelry of Tibetan or Mongolian brides, as well as of Berber or Yemeni, Turkmen or Uzbek women, make extensive display of protective and good-luck corals, related again to the color symbology of coral material. In India, a jewel called navaratna is priviledged. It is one where coral is one of the nine gems which, by virtue of their color, filter out cosmic forces emanated from a planet (coral is related to Mars) and provide full protection to those wearing the amulet. One can say that the purple gem, equally to and perhaps more than other precious materials, represents a symbol through which every artistic age and each cultural tradition have managed to express meanings and values, both tangible and intangible, that have crossed time. Not surprisingly, the great contemporary jewelers have found in the "red gold" a material capable of summarizing tradition, cultural, artistic beauty and design research. Cartier, in its deco creations, entrusted to coral flanked by sapphires, emeralds, lapis lazuli and onyx, the interpretation of masterpieces with linear graphics and revolutionary color contrast. This is a syncretism of oriental and western styles. In modern jewelry, coral it is matched with diamonds, emeralds, sapphires, jade, and colored gems in a perfect synthesis which has the power to make coral rarity even more unique. Special jewelry, to say the least, are intended to remain unique works of art for the movements of their refined lines, for unexpected color combinations and for the perfection of embedding and assemblying techniques. The synthesis of the creative act becomes art in these excellent contemporary creations which have been able to broker a perfect balance between innovative creativity and that peculiar "taste for beauty". The latter draws its strength and beauty from the legacy of cultural heritage combined with local knowledge, which are unique and specific to made in Italy art. A timeless seducer, coral today is once again interpreter of artistic research of top Italian jewelery.

Gli imponenti monili delle spose tibetane o mongole, così come le donne berbere o yemenite, turcomanne o uzbeke, fanno ampio sfoggio di coralli protettivi e benaugurali, collegati ancora una volta alle simbologie cromatiche della materia corallina. In India si predilige indossare un gioiello amuleto detto navaratna, in cui il corallo è una delle nove gemme che, in virtù del loro colore, filtrano le forze cosmiche emanate da un pianeta (il corallo è legato a Marte) e forniscono una protezione totale a chi indossa l'amuleto. Si può dire che la gemma purpurea, al pari e forse più di altri materiali preziosi, rappresenti un simbolo attraverso cui ciascun'epoca artistica e tradizione culturale è riuscita ad esprimere significati e valori, materiali e immateriali, che hanno valicato il tempo. Non sorprende dunque se i grandi gioiellieri contemporanei abbiano trovato nell’"oro rosso" un materiale capace di riassumere tradizione, valore culturale, bellezza artistica e ricerca progettuale. Già Cartier nelle sue creazioni déco affidò al corallo, affiancato da zaffiri, smeraldi, lapislazzuli e onice, l’interpretazione di capolavori dalla grafica lineare e dal rivoluzionario contrasto cromatico, un sincretismo di stile orientale e occidentale. Nella moderna gioielleria il corallo è accostato a diamanti, smeraldi, zaffiri, giade, gemme preziose colorate in una perfetta sintesi che ha il potere di rendere ancor più inimitabile la rarità del corallo. Monili a dir poco speciali, che sono destinati a rimanere unici come opere d'arte per ì movimenti delle linee raffinate, per gli abbinamenti cromatici inaspettati e per la perfezione delle tecniche d'incastonatura e montaggio. La sintesi del gesto creativo diventa arte in queste eccellenti creazioni contemporanee che hanno saputo mediare un perfetto equilibrio tra la creatività innovatrice e quel peculiare "gusto del bello", che trae la propria forza e bellezza dall'eredità del patrimonio culturale unito ai saperi locali, che sono unici e propri del made in Italy. Seduttore senza tempo, il corallo oggi è ancora una volta intern prete della ricerca artistica dell'alta gioielleria italiana.

by Veronica Baesso McKenzie photo by Cj Hughes

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Manifattura Torrese XIX secolo

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Gioie dal mare by Chiara Gallina

Una storia che risale agli inizi del 1800, un paese radicato nel mare, con le sue attività di pesca, le storie di vita da marinai, i “bottini” che da lunghe navigazioni vengono riportati a casa. Da questa storia nasce la tradizione artigianale della lavorazione del corallo e del cammeo. Il dato più evidente che oggi ci viene suggerito dalle isole partenopee e dalle località affacciate sul golfo di Napoli è la presenza di numerosissime botteghe dalle rosse vetrine piene di corallo. Ma non è così facile associare i diversi manufatti nelle varie sfumature del rosso, fino al rosa “pelle d’angelo” al cammeo, altro tipico gioiello napoletano. Entrambi trovano la loro origine a Torre del Greco, nel lavoro paziente che trasforma il corallo grezzo o la conchiglia. È lo scambio reciproco tra mare e terra a generare la manifattura di questi gioielli mediterranei. Dal mare nasce il legame secolare tra Torre del Greco e il corallo rosso, una materia prima tra le più affascinanti e misteriose – né vegetale né minerale – che secondo il mito sarebbe nato dal sangue sgorgato dalla testa della Medusa recisa da Perseo. Il “fiore di sangue”, come lo chiamarono gli Arabi per il suo colore e le sue fitte ramificazioni, viene pescato in questa zona fin dall’epoca rinascimentale, ed è entrato a far anche parte dello stemma della città, tanto ha inciso sulla storia e l’economia locale. Il corallo ha affascinato tutti i popoli che ne sono venuti a contatto e che gli hanno da sempre attribuito virtù portentose. Si riteneva infatti che il corallo proteggesse i bambini e giovasse alla fecondità delle donne, ma è soprattutto per il suo potere contro gli influssi negativi che il corallo è conosciuto, e non a caso è la materia prima più utilizzata per la realizzazione dei cornetti rossi portafortuna tanto diffusi nel napoletano.

A history dating back to the beginning af 1800, a land rooted in the sea, with its fishing activities, the sailor’s stories of life, the “Bottini” (prey) that after a long time at sea are brought home. From this history the handicraft tradition was born of processing coral and cameos. The most evident signs today are noted on the Parthenopean islands and in cities facing the Gulf of Naples and the numerous shops with reddish windows full of corals. Buti t is not easy to associate the different works and the various shades of red through to the pink “angel’s skin” to the cameo, another typical Neapolitan jewels. Both originated in Torre del Greco, in the patient work that transforms the crude coral or the shell. It is the mutual exchange between the sea and land that generates the manufacture of these Mediterranean Jewels. The secular link was born in the sea between Torre del Greco and red coral, one of the most fascinating and mysterious raw materials – neither vegetable nor mineral – that, according to myth, was born from the blood streaming from Medusa’s head after it was cut off by Perseus. The “Blood Flower”, as the Arabs called it for its colour and dense ramifications, has been caught in this area since the Renaissance period, and has became part of the city coat of arms, as it affected the history and economy so much. Coral has fascinated all the peoples who have come into contact with it and they have always attributed it portentous virtues. Coral was believed to protect children and made fertile, but Corali s mainly known for its power against negative influences and for good reason it is the most popular material for making the red Italian lucky horn charms, so popular in the Neapolitan area.

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Dall’interno, ed in particolare da Napoli, viene importata una raffinata tecnica di lavorazione orafa che ha consentito lo sviluppo di un artigianato specializzato nell’incisione e nella realizzazione di gioielli in corallo unico al mondo. Nel 1805 Paolo Bartolomeo Martin, un marsigliese di origine genovese, apre a Torre del Greco il primo laboratorio per la lavorazione dei cammei in corallo e su conchiglia. Attorno a Martin si sviluppò rapidamente una rete di laboratori di altissimo livello, ed il fiorente mercato del corallo: il ”liscio”, vale a dire la trasformazione dei rami in perle, ovuli, tronchetti per collane, spille e accessori d’abbigliamento, e l’incisione, la cui massima espressione è costituita dal cammeo. Un gioiello eterno, ispirato ad un gusto antico ma che ancora oggi è amatissimo dagli stilisti per la sua capacità di diventare un completo essenziale all’estetica dell’abito. Lo sviluppo dell’artigianato artistico di Torre del Greco è riuscito ad affrontare numerose crisi, anche grazie alla sua capacità di adattarsi ai gusti del tempoe ai cambiamenti del mercato orafo. A causa del progressivo impoverimento dei banchi corallini del Mare Mediterraneo, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento si sviluppa la lavorazione del cammeo su conchiglia – una specialità quasi esclusivamente torrese – ma anche l’incisione di turchesi, ambre, bacheliti, avorio e pietra lavica. E dopo due secoli di tradizioni, ancora oggi quella è la località più famosa al mondo da cui nascono gioielli in corallo e cammei. Solo in quel territorio, così collegato al mare, una ragazza segna l’ingresso alla maggiore età ricevendo in dono un cammeo. Come a dire che il tempo, che al sud sembra scandito da un diverso ritmo, più lento e più libero, sa anche fermarsi su importanti memorie storiche. Anche i criteri di lavorazione sono rimasti sostanzialmente gli stessi dal secolo scorso, ed è solo grazie alla straordinaria sapienza e manualità degli artigiani che è possibile ricavare gioielli di grande valore da una materia prima spesso “umile”, come è nel caso delle conchiglie. L’occhio esperto guida la mano nella scelta del pezzo perché ogni conchiglia ed ogni tronco corallino si presta a ricavare soggetti diversi. Tra le conchiglie, le più usate sono la “sardonica”, conchiglia indiana dotata di una suggestiva bicromia bianconera, e la “corniola”, che viene pescata nei mari africani ed ha un fondo tendente al rossastro, mentre il corallo è quasi tutto importato dal Giappone. La fase successiva è la sagomatura del pezzo da lavorare, generalmente di forma ovale o tonda. I pezzi ottenuti vengono poi fissati su un fuso di legno sul quale avviene l’incisione vera e propria. Qualche tratto di matita, per fissare i contorni del soggetto, e comincia lo stadio di lavorazione più impegnativo: il bulino scava i piccoli solchi sottraendo progressivamente materia e facendo emergere fino nei più piccoli dettagli il soggetto. Ma il lavoro dell’artigiano non è ancora terminato, e il cammeo deve essere ancora spazzolato con olii e misture di vetriolo, lavato in acqua tiepida e asciugato con panni di lino bianco per emergere finalmente in tutto il suo n splendore.

A sophisticated goldsmith technique has been imported from inland, and in particular from Naples, that allowed developing a specialized skill of engraving and cutting Coral jewels that are unique in the world. In 1805 Paolo Bartolomeo Martin, a Marseillaise of Genoese origin, opened the first workshop for processing cameos in coral and on shells in Torre del Greco. A network of high-level workshops rapidly developed around Martin, and the flourishing coral market drew goldsmiths and engravers from all over the (not yet united) peninsula. Today, as then, there are two main ways of processing coral: “liscio”, i.e. transforming the branches into Pearls, ovules, necklace claps, brooches and fashion accessories, and engraving, which finds its maximum expression in cameos. An eternal Jewel, inspired by antique taste, but which is still loved by designers today for the way it becomes a perfect simple complement to any lovely dress. The development of artistic crafts in Torre del Greco has managed to survive numerous crises, thanks also to its capacity to adapt to new tastes and changes in the goldsmith market. Due to progressive impoverishment of the coral reffs in the mediterranean Sea, since the second half of 1800 cameo working on sheels developed, virtually exclusively, in Torre del Greco – but also engraving turquoise, amber, bakelite, ivory and lava rock. After two centuries ‘ traditions, this is still the most famous town in the world where coral and cameo jewellery comes from. It is only there, in that territory so closely linked to the sea, that a girl receives a gift of a cameo when she comes of age. It i sas if time, which seems to flow at a different pace in the South, slower and freer, can also pause on important historical memories. The processing criteria have remained essentially the same since last century, and it is due to the extraordinary knowledge and ability of the artisans that a highly valuable piece of jewellery can be made from an often “humble” raw material, like shells. Expert eyes guide the choice of the piece because each shell and every coral trunk lends itself to make different items. Of the shells, the most common are the “Sardonica”, an indian shell equipped with a fascinating twotone black and white colour, and the “Cornelian”, which is caught in the African seas and has a reddish background, while the Corali s almost all imported from Japan. The next phase is shaping the piece, generally to oval or round. The pieces obtained are then set on a spindle of wood where the proper engraving takes place. A few pencil lines to fix the borders of the subject, and then the more demanding stage begins: the engraver digs small furrows slowly removing the material until the subject finally appears in all its smallest details. But the work of the artisan is not yet finished, and the cameo must still be brushed with oil and mictures of vitriol, washed in warm water and dried with white linen cloths to finally bring out all its splendour.

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Il Dna dei coralli by Stefania Zilio

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Minacciata dall’inquinamento ambientale, la Grande Barriera Corallina è vittima di uno sbiancamento senza precedenti, dovuto alla morte di un'alga fondamentale per il nutrimento dei polipi del corallo, che vive in simbiosi con essi e li colora di rosso. Dovendosi adattare agli stress ambientali i coralli hanno sviluppato una certa tolleranza, ma non tutti affrontano allo stesso modo questa minaccia. Grazie allo studio condotto dall’Istituto Australiano di Scienze Marine (Aims) e dall’Università di Melbourne si è scoperto un gene anti-stress che potrebbe salvare la specie. I ricercatori hanno analizzato il Dna del corallo più diffuso al mondo, la Acropora Millepora che si trova al largo dell’Australia nord-orientale. “I coralli che hanno una migliore capacità di affrontare lo stress ambientale possono essere identificati dal loro corredo genetico – ha dichiarato Madeleine van Oppen, dell’università di Melbourne e dell’Aims – dopo averli individuati i coralli più resistenti potrebbero essere allevati in modo selettivo e usati per ripopolare le barriere più danneggiate». Gli stessi studi furono condotti anche dai ricercatori dell’Università del Texas ad Austin un anno fa. I ricercatori hanno prelevato larve della stessa specie di corallo da aree a latitudini diverse della barriera australiana e le hanno esposte a temperature elevate. Hanno scoperto che le larve che provenivano dalle aree più a nord, dove le acque sono 2 gradi più calde, avevano una probabilità 10 volte maggiore di sopravvivere al calore rispetto a quelle provenienti dal sud, dove il mare è più freddo. Analizzando il profilo genetico, gli studiosi sono riusciti ad identificare i processi biologici responsabili della tolleranza al calore, una caratteristica, sottolineano gli scienziati, che può essere ereditata. La soluzione che propongono è di trasferire coralli portatori di questi geni nelle aree dove la sopravvivenza delle barriere è a rischio, per aumentare la capacità dei coralli di resistere alle acque più calde. “Le larve di coralli – ha detto Mikhail Matz, docente all’Università del Texas – possono spostarsi negli oceani in modo naturale, ma anche l’uomo può conn tribuire, ricollocando coralli adulti per far partire il processo”.

Threatened by environmental pollution, the Great Barrier Reef is the victim of an unprecedented bleaching, due to the death of vital algae as food for the coral polyps, which live in symbiosis with them and color them red. Having to adapt to environmental stress, corals have developed some tolerance, but not all face this threat in the same way. Thanks to the study conducted by the Australian Institute of Marine Science (AIMS) and by the University of Melbourne, an anti-stress gene that could save the species has been discovered. The researchers analyzed the most common coral DNA in the world, the Acropora Millepora which lies off Australia's NorthEastern coast. "The corals that have a better ability to cope with environmental stress can be identified by their genetic makeup said Madeleine van Oppen, of the University of Melbourne and AIMS - after having identified the most resistant corals, they could be bred selectively and used to repopulate the more damaged reefs." The same studies were also conducted by researchers at the University of Texas in Austin a year ago. The researchers took larvae of the same species of coral from different latitudes of the Australian barrier reef and exposed them to high temperatures. They found that the larvae that came from areas further North, where waters are 2 degrees warmer, were 10 times more likely to survive the heat compared to those coming from the South, where the water is colder. By analyzing the genetic profile, researchers were able to identify the biological processes responsible for heat tolerance, a feature, the scientists point out, that can be inherited. The solution they propose is to transfer corals carriers of these genes in the areas where the survival of the reef is at risk, and increase the ability of the coral to withstand warmer waters. "The coral larvae - said Mikhail Matz, a professor at the University of Texas - can move in the oceans naturally, but mankind can also help, relocating adult corals to start the process."

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Rosso Corallo 46

by Chiara Gallina


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In principio furono la luce e l’ombra, il bianco ed il nero, lo yin e lo yang. Ma subito dopo venne il rosso, e le cose non furono più come prima. Da sempre infatti gli esseri umani hanno avuto un rapporto speciale con questa particolare cromia. Il rosso è il primo colore dell’arcobaleno che i neonati imparano a riconoscere. E’ suggestivo pensare, come sostengono alcuni, che la ragione sia da imputare ad un ricordo inconscio dell’esperienza prenatale:non è forse rossa la luce che filtra nel grembo materno? Ma la questione, dicono gli esperti, è di altra natura. Il mistero del rosso inizia nel momento in cui gli viene dato un nome. Lo studio delle origini del linguaggio ha nesso in luce un aspetto sorprendente: nella maggior parte delle culture, le prime parole riferite ai colori distinguevano solo tra chiaro e scuro. Quando una lingua si evolveva, quasi sempre il terzo termine introdotto era quello che indicava il rosso, come se esso fosse più facile da riconoscere e da ricordare. Il rosso è un colore che piace, a cui non sappiamo e non vogliamo resistere. Non è facile spiegare il motivo di questa attenzione fatale. Forse perchè è il colore delle rose più belle, dei tramonti che ci incantano e ci tolgono il fiato, del fuoco che ci scalda ma che ci può anche bruciare. E quado pensiamo alle labbra di una donna, inevitabilmente le immaginiamo dipinte di un rosso seducente. Il rosso è il colore per antonomasia, fin dalla sua origine semnatica che ha nel latino rubens (rosso) un sinonimo di colorato. La similitudine è rimasta nello spagnolo, lingua in cui roso si dice colorado, mentre tinto sta per vino rosso. Nelle lingue slave, invece, è curioso notare come la radice etimologica dei termini rosso e bello sia la medesima, e come nella storia e nella consuetudine i due termini abbiano finito per confondersi. Molto prima del comunismo quindi, ciò che era rosso era anche bello. Potere di sua maestà, il rosso. Ma non illudiamoci di avere a che fare con un colore docile: il rosso è prepotente ed indomabile, si impossessa di noi e ci rende schiavi delle nostre emozioni, dei nostri desideri, come quando colora le nostre guance di un acceso rossore, che a volte significa rabbia, a volte vergogna ed altre pudore. Il rosso è un colore che ci accompagna durante tutta l avita. E’ da sempre dentro di noi, nelle vesti del sangue che scorre celato nelle nostre vene secondo i ritmi segreti del cuore, si scalda e ci regala un incarnato acceso di vitalità. Ma rosso è anche il sangue versato per una ferita, un dolore, a volte mortali, che tolgono al nostro viso ogni colore. Il rosso è ambivalente: potente, maestoso, lussuoso, erotico e selvaggio. Il rosso è gioia e tragedia, amore e collera, divieto e pericolo. Il viaggio nel colore rosso non è mai un’esperienza superficiale; nel rosso bisogna immergersi corpo e anima. Forse anche per questo non è un colore facile da indossare. Perchè il rosso vuole essere ammirato, ci attira ma allo stesso tempo ci mette a disagio. E’ per questo che il rosso ci piace. E’ per questo che lo scegliamo tra tutti gli altri colori. Non vogliamo una vita che sia seriamente grigia, ma decisan mente rossa.

In the beginning there was light and shade, white and black, yin and yang, but then straight after came red and nothing was ever the same again. Mankind has always had a special relationship with this color – red is the first color in the rainbow that tiny babies learn. Some support the fascinating theory that it is because of an unconscious recollection of their prenatal experience: after all isn’t the light that filters into their mother’s womb red? But experts say that the question is something else, the mistery of red began as soon as it was given a name. Etymological studies have uncovered a very interesting fact: in the majority of cultures the first words referred to colours distinguished between light and dark and then when the language evolved the third term to be introduced was to indicate red, as if it was easier to recognise and remember. Red is not a colour like the others. People like red, it is a color that we are unable and do not want to resist. It is hard to explain this fatal attraction through, perhaps because it is the colour of the loveliest roses, of enchanting sunsets that take our breath away, of fire that warms us but which can also burn us and whenever we think of a woman’s lips we always imagine them painted a seductive red. Red is the colour par excellence, right from its semantic origins which in Latin rubens (red) is a synonym for coloured. The same similitude has remained in Spanish, where red is called Colorado and tinto means red wine. In Slav languages the etymology of both red and beautiful are the same and in history and customs the two terms are now mixed together, whatever was red was also beautiful – power of his majesty, red. But let’s not think it is a docile colour: red is powerful and untameable, it takes us over and makes us slaves to our emotions, our desires, like when our cheeks glow red – which can be a sign of anger, shame or modesty. Red is a colour that accompanies us throughout our lives. It is always there, in the blood that flows through our veins following the secret beats of our heart, warming us and giving vital colour to our skin. But red is also the colour of blood that is spilled from an injury, or pain, sometimes mortal, which takes all colour from our face. Red is ambivalent: powerful, majestic, luxurious, erotic and wild. Red is joy and tragedy, love and hate, veto and danger. A journey into red is never shallow: we must immerge ourselves body and soul, which is perhaps why is such a difficult colour to wear, because red always wants to be admired, it attracts us but makes us feel uneasy at the same time. That is why we like red and we choose it above any other colour. We don’t want a grey life but one that is decidedly red.

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E’ come erba molle che nasce non sulla terra ma nel mare, la cui salsedine fa marcire la pianticella; quindi le foglie si staccano e la spuma del mare la porta a riva. L’aria la indurisce e chi la tocca direbbe che è pietra ciò che poco prima era erba.

Ovidio, Metamorfosi

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Collezioni Apeiron 52

by Cesare Stella


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Da sempre l’Italia e gli Italiani sono stati accostati al concetto di creatività, nell’espressione più oggettiva del termine, e la storia e le varie espressioni dell’umano intelletto hanno confermato nel tempo l’effettività di tale pensiero. In particolare se consideriamo la creatività nella sua etimologia autentica, quale rivelazione dell’intelligenza nelle nostre capacità più comuni che viviamo nella quotidianità. Come il ricordare, l’immaginare, il coltivare la tradizione, ma anche dedicarsi al pensiero e alla ricerca, il saper cogliere le motivazioni e percepire le emozioni. Così sono nate le varie ed innumerevoli rappresentazioni artistiche diventate il modello italiano di creatività che si è sviluppato nei secoli arrivando fino ai nostri giorni. In molteplici settori la creatività italiana è diventata sinonimo di eccellenza, raccogliendo successi e prestigio in ogni angolo del pianeta, e sovente questa prestigiosa dimensione si arricchisce di nuove figure significative in grado di esaltare lo stile italiano con proposte di assoluto pregio. È il caso dell’artista Alessandro Trambaioli, creatore di Collezioni Apeiron, polesano di nascita e, attraverso l’estro creativo, abile interprete di un nuovo modello artistico nel settore del Design e del complemento di Moda. In un mondo sempre più orientato ad una visione tecnologica, ha saputo creare un connubio tra la tradizione artigianale italiana e la trasformazione degli elementi materici classici, con risultati esaltanti. Un progetto che ha seguito con perseveranza ed al quale ha dedicato oltre tre anni partendo da precedenti esperienze nel settore della progettazione di elementi scenografici e di costumi per il cinema. Un progetto che è diventato un cammino di studio, di conoscenza e di appaganti relazioni umane che hanno confermato come l’arte sappia unire le intelligenze e le menti creative ricche di immaginazione e di voglia di sperimentare. L’opera artistica di Collezioni Apeiron nasce dalla passione per la qualità

Italy and the Italians were always placed beside the concept of creativity, more objective expression of the term, and the history and the various expressions of the human intellect have confirmed the effectiveness of such thought. Especially if we consider creativity in its etymology, which revelation of intelligence in our abilities that we live in our daily lives. As the recall, imagine, cherishing tradition, but also engage in thinking and looking, knowing how to grasp the motivations and perceiving emotions. Thus were born the various and numerous artistic performances become the Italian model of creativity that developed over the centuries up to the present day. In many sectors the Italian creativity has become synonymous with excellence, gathering success and prestige in every corner of the planet, and often this prestigious dimension is enriched with new significant figures able to enhance Italian style with absolute quality. Is the case of Alessandro Trambaioli, creator of Apeiron, Polesano of birth and, through creativity, a skilled interpreter of a new artistic model in Design and fashion complement. In a world increasingly geared to a technological vision, has created a blend of traditional Italian craftsmanship and the transformation of material elements classics, with exciting results. A project that has followed with persistence and which has spent over three years starting from previous experiences in the design of props and costumes for the cinema. A project that became a journey of study, knowledge and rewarding human relationships which confirmed how art know merge minds and creative minds full of imagination and desire to experiment. The artwork of collections Apeiron was born from a passion for quality and beauty, always prerogatives of historical and cultur-

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al traditions of Made in Italy and devotion for the manufacture of high quality Italian, in which Alessandro Trambaioli has been able to combine the excitement of the dream with the sensual tangibility of reality. Was this the path meaning that led him to the idea of raising an accessory to work of pure intellect, using the wisdom, knowledge and skill of traditional Italian artists to join the original elements of nature and then transform them into elegant creations. Collections Apeiron, following the desire of his creator, wants to give substance and form to an exclusive, elegant style that can enhance the image of women and men, with taste and feeling and looking for an innovative and trendy. A production created through the choice of quality materials such as tempered glass, Crystal and precious metals, which, following the ancient artisan workmanship of Italian excellence, become jewels of a rare beauty. The concept of beauty is the observer, one who looks and admires, an indispensable tool. Need a separate mode, an absolute perception, noble, to pick up the sign and trace, to fix the profiles, as well as in the light of the look ... expressions of aesthetic beauty that over time, through memory and images may remain eternal. Alessandro Trambaioli with these works gave reality to a dream, to dream that accompanied him from ever knowing combine in a wonderful way with the brilliance of Crystal light processing, emotional vision of the artist with chromaticism of colours, its spiritual creativity with the refined essence of art immortal, Crystal and gold. In combination, unique and indivisible, a magical atmosphere where careful interweaving of form is also enhanced by a fine hatch that defines, in some cases, a sort of soft and delicate engraving, like a stratified epithelium. Has been able to create so attractive and significant works for their emotional brightness, for their sharpness in the light and for the accuracy of detail and profiles. Also the colors in their toning and in their transparency, enhance their creations to the magic of seduction for their intensity and their expressive impetus. Collections unique and exclusive works inspired Apeiron realizes from the primary elements of nature: Water, Earth and Fire. The result is products that are able to donate, the wearer, the emotion and the certainty of a style. With an outstanding value and essential, are works that may accompany, they can live with us our personal moments in form closer and more alive as a valuable and exciting outfit of our clothing.

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e la bellezza, prerogative da sempre delle tradizioni storiche e culturali del Made in Italy e dalla devozione per la manifattura di alto pregio italiana, nelle quali Alessandro Trambaioli ha saputo coniugare l’emozione del sogno con la tangibilità sensuale della realtà. È stato questo il percorso significante che l’ha portato all’intuizione di elevare un accessorio a opera di puro intelletto, utilizzando la sapienza, la conoscenza e l’abilità dei maestri dell’arte tradizionale italiana per unire gli elementi originari della natura e poi trasformarli in creazioni raffinate ed eleganti. Collezioni Apeiron, seguendo il desiderio del suo creatore, vuole dare sostanza e forma ad uno stile ricercato ed esclusivo capace di valorizzare l’immagine della Donna e dell’Uomo, dotati di gusto e di sensibilità e alla ricerca di un prodotto innovativo e di tendenza. Una produzione creata attraverso la scelta di materiali pregiati come il vetro temperato, il cristallo e i metalli nobili, che, lavorati seguendo le antiche lavorazioni artigiane dell’eccellenza italiana, diventano gioielli di una bellezza rara. Il concetto della bellezza fa dell’osservatore, di colui che guarda ed ammira, uno strumento indispensabile. Serve una modalità distinta, una percezione assoluta, nobile, per raccogliere il segno e la traccia, per fissare i profili, così come sono nella luce dello sguardo… espressioni di una bellezza estetica che nel tempo, attraverso la memoria e le immagini, possono restare eterni. Alessandro Trambaioli con queste sue opere ha donato la realtà ad un sogno, al sogno che l’accompagnava da sempre, sapendo unire in maniera mirabile l’elaborazione della luce con la brillantezza del cristallo, la visione emozionale dell’artista con il cromatismo dei colori, la sua creatività spirituale con l’essenza raffinata dell’arte immortale, orafa e del cristallo. Nel connubio, unico ed inscindibile, di una atmosfera magica, dove l’accurato intreccio della forma viene esaltato anche da un finissimo tratteggio che definisce, in alcuni casi, una sorta di incisione tenue e delicata, come un epitelio stratificato. Ha saputo creare così delle opere attraenti e significanti per la loro luminosità emozionale, per la loro nitidezza nella luce e per la precisione del dettaglio e dei profili. Anche i colori, nel loro viraggio e nelle loro trasparenze, esaltano le creazioni per la magia della seduzione, per la loro intensità e per il loro impeto espressivo. Collezioni Apeiron realizza delle opere uniche ed esclusive traendo ispirazione dagli elementi primari della Natura: l’Acqua, la Terra e il Fuoco. Nascono così prodotti in grado di donare, a chi li indossa, l’emozione e la certezza di uno stile privilegiato. Con un pregio assoluto ed imprescindibile, sono opere che ci possono accompagnare, che possono vivere con noi i nostri momenti personali nella forma più stretta e più viva… come un prezioso ed esaltante corredo del nostro abbiglian mento.


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by Dino Piacci www.yachtandpowerboats.it edit by Giovanna Repossi


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Un sogno che diventa realtà 57


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You can be inspired and draw a yacht with closed eyes, as if dreaming? Well, the Sunny Memories was born this way! Her lines are inspired by the Belle Epoque period. Art Nouveau emerged from this period, which was characterized by optimism, regional peace, economic prosperity and technological, scientific and cultural innovations. This unique and largely decorative art movement distinguished by its curvilinear forms and nature- inspired motifs, is what the designer wanted to sketch: elegant and sleek timeless exterior lines with classic and modern detailing. And still with eyes closed, the dancing lines progressed into a beautiful super yacht design. The concept design is and based on utilizing the proven Oceanco hull platform. Despite Sunny Memories generous dimensions, her lines have been drawn to express a visual sense of forward movement and speed. The large amidships area with darkened glazing cut out of the white superstructure creates an airy and in-motion effect. The interplay of empty and filled spaces optimizes the large forward inclined—often-full height— windows, thus reducing the visual impact of the significant volumes. The design aesthetic of the stern area is low and sleek and includes a beach area developed around a swimming pool on the aft main deck - again, this design was inspired by the Belle Epoque period, emulating the building facades at the end of the 19th Century in Paris and New York. The six double guest staterooms are located on main deck, with access to a vast dining room and lounge/disco salon that opens up on the pool deck with direct access to the sea. The upper deck is the Owner’s domain, hosting a private whirlpool on its foredeck, with panoramic views. The master suite is equipped with his- and- hers facilities, a private bar and large –screen TV room. The Owner’s deck is visually linked to the deck above that hosts the owner’s office, a gym and a massage room, by a large window arch amidships that not only adds an imposing graphic effect but also tricks the eye into believing that two deck levels are in fact one. Furthermore, the arched window provides the Owner’s spacious TV room and office with abundant natural light. Stunning lines, striking volumes, and La Belle Epoque curves characterize this new Oceanco concept. She will, no doubt, make heads turn wherever she cruises! Blue Seas! Main Specifications: Length overall: 90m / 295ft Beam Overall: 15m / 49ft; Max speed: 18.5 knots Engine type: 2 x 4,830hp / 3,600kW 20V 4000M 73L; Fuel capacity: 280,000 L / 73,968 US gallons; Classification: +100 A1 SSCYacht (P) MONO G6 + LMC UMS SCM – ECO; Material: Steel hull & aluminium superstructure; Accommodation: Master suite in 2 deck levels, office/living and private exterior deck area with whirlpool; 6 double guest cabins; Naval architect: Oceanco / BMT Exterior designer: Dennis Ingemansson

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E’ possibile essere ispirati e disegnare uno yacht ad occhi chiusi, quasi sognando? Be’, il Sunny Memories è nato così! Le sue linee si rifanno al periodo della Belle Epoque. L’Art Nouveau è emersa proprio in questo periodo, caratterizzata da ottimismo, pace in tutto il Paese, dalla prosperità economica e tecnologica, scientifica, e dalle tante innovazioni culturali. Questo particolare movimento artistico decorativo in gran parte si distingue per le forme curvilinee e la natura dei dettagli e motivi a cui si ispira, ed è quanto il progettista voleva tracciare: linee eleganti senza tempo, con particolari classici e moderni. E sempre ad occhi chiusi... le linee danzano, si sviluppano e corrono fino a definire un bel design a questo nuovo super yacht. Il concetto del progetto si basa sulla collaudatissima carena Oceanco. Nonostante le dimensioni generose, le sue linee sono state tracciate in modo tale da esprimere il senso del movimento in avanti e quello visivo della velocità. La grande area a centro barca con vetrate oscurate e sovrastrutture bianche, bianca crea un effetto arioso e di movimento. Il gioco di vuoti e pieni ottimizza le grandi finestrature inclinate in avanti, spesso a tutta altezza, riducendo l'impatto visivo dei grandi ed inevitabili volumi. Il design della zona poppiera è contenuto e filante, ed include una spiaggetta realizzata intorno alla piscina sul ponte principale, anche quest’area ispirata al periodo della Belle Epoque, quasi ricreando le facciate degli edifici di Parigi e New York verso la fine del 19 ° secolo. Le sei cabine doppie per gli ospiti che si trovano sul ponte principale, danno anche accesso ad una vasta sala da pranzo e soggiorno con annessa zona discoteca, che va poi ad affacciarsi sul ponte con piscina da cui si arriva direttamente al mare. Il ponte superiore è riservato all’Armatore, ed ospita un’ampia vasca idromassaggio privata con vista panoramica. La master suite è dotata di servizi per Lui e Lei, un bar privato e una grande sala TV. Il ponte dell’Armatore è collegato ad uno superiore che ospita il Suo l'ufficio privato, una palestra e una sala massaggi, ed è collegato a centro barca da una grande vetrata ad arco, che, oltre ad aggiunge un piacevole senso grafico, da la sensazione che i due livelli siano in effetti uno solo. Non ultimo, l’ampia finestratura ad arco inonda di luce naturale la sala TV e l'ufficio dell’Armatore. Sicuramente questo nuovo concetto di linee e curve stile Belle Epoque caratterizzano “Sunny Memories Oceanco”: lei, senza dubbio, farà girare la testa ovunque navighi! Mari Blu! Caratteristiche tecniche: Lunghezza: 90m / 295ft Larghezza: 15m / 49ft; Velocità massima: 18.5 knots; Motori: 2 x 4,830hp / 3,600kW 20V 4000M 73L; Carburante: 280,000 L / 73,968 US gallons; Classe: +100 A1 SSCYacht (P) MONO G6 + LMC UMS SCM – ECO; Materiale: ferro e alluminio; Cabine: suite dell’Armatore su due livelli, ufficio/living, ponte privato ed area con vasca whirlpool; 6 double guest cabins; Naval architect: Oceanco / BMT Exterior n designer: Dennis Ingemansson


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Men’s Code

Asola, cucina sartoriale

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edit by Giovanna Repossi photo by Francesco Mion and Francesco Pede


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Tavola... con vista. Al 9° piano di The Brian & Barry Building, Asola è il rooftoop restaurant che domina San Babila, una delle piazze simbolo di Milano, e offre la possibilità di pranzare o cenare sullo sfondo di uno suggestivo skyline metropolitano. Dalle ampie finestre che si aprono lungo il perimetro della sala infatti si gode uno degli scorci panoramici più belli della nuova Milano dei grattacieli. Asola è un luogo speciale: una cucina con il ristorante intorno... grande protagonista è infatti l'importante cucina a vista e aperta su tre lati circondata da un ampio bancone da cui apprezzare (e gustare) in diretta gli showcooking dello chef Matteo Torretta. Il restyling della terrazza, ispirato allo stile vintage, si è sviluppato con arredi anni ’50 (in omaggio al periodo di costruzione dell’edificio progettato dall'architetto Giovanni Muzio) en pendant con Terrazza12, il lounge bar situato al piano superiore. Il design in stile “fifties” offre così un’accogliente atmosfera “salottiera” con comode poltroncine imbottite, arredi e luci originali di metà Novecento, per un pranzo o una cena di gran classe all’ombra della Madonnina. Il menu celebra con creatività la tradizione gastronomica italiana e la genuinità di ingredienti e sapori: dai più classici “Battuta di Fassona Piemontese” e “Uovo croccante con asparagi” alla più creativa “Tartare di Branzino con guacamole e chips di patate viola”, fino alle “Linguine aglio olio e peperoncino su fonduta di parmigiano e zenzero”, tra i piatti iconici di Torretta. Immancabile, per uno chef milanese doc, la “Cotoletta alla milanese con bouquet primaverile”. La carta dei dessert, affidata allo chef patissier Galileo Reposo, sorprende con originalità: tra le proposte spiccano la “Meringata ai frutti esotici”, per un tripudio di gusto e di freschezza, e il “Gin Tonic al piatto”, per un finale eccentrico e contemporaneo. Così il Ristorante Asola, tra skyline metropolitano e alta cucina, è la "tavola con vista" più cool di Milano. ASOLA | cucina sartoriale The Brian&Barry Building – piano 9 Via Durini 28 | 20122 Milano - Aperto tutti i giorni h. 12.00 – 23.00 n t. + 39 02 92853303 www.asolaristorante.it info@asolaristorante.it

Table ... with a view. On the 9th floor of The Brian & Barry Building, Asola is the rooftop restaurant overlooking San Babila, one of the most symbolic squares of Milan, and it offers the possibility to have lunch or dinner against the backdrop of a picturesque metropolitan skyline. From the large windows that open along the perimeter of the room, in fact, you can enjoy one of the most beautiful panoramic views of the skyscrapers in the new Milan. Asola is a special place: a kitchen with the restaurant around ... great protagonist is the major open kitchen, open on three sides and surrounded by a large counter where you can enjoy (and taste) the live show-cooking of chef Matteo Torretta . The restyling of the terrace, inspired by vintage style, developed with furniture of the fifties (in homage to the time in which the building, designed by the architect Giovanni Muzio, was constructed) alongside the Terrazza12, the lounge bar located on the top floor. The fifties style design offers a cozy "salon" atmosphere, with comfortable padded chairs, furniture and original lights from the mid twentieth century, for a lunch or a classy dinner in the shade of the Madonnina. The menu celebrates creativity with the Italian gastronomic tradition and authenticity of ingredients and tastes with iconic dishes by Torretta: from the most classic "Battuta di Fassona Piemontese" and “crispy egg with asparagus”, to the most creative "Sea bass tartare with guacamole and purple potato chips", to "Linguine aglio olio e peperoncino on parmesan and ginger fondue". Inevitable, for a “Cotoletta alla milanese with spring bouquet." The dessert menu, entrusted to chef patissier Galileo Reposo, surprises with originality: proposals standing out are the "Meringue with exotic fruits", for a riot of flavor and freshness, and the "Gin Tonic on the plate," for an eccentric and contemporary finish. Asola Restaurant, between metropolitan skyline and haute cuisine, is the coolest "table with view" in Milan.

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Men’s Code

by Giovanna Repossi photo by Iulian Felix

Happy together? Move together ! Vista Darsena is the latest project by Ugo Fava Stefano Cerveni. As part of the group of "Terrace Triennale - Osteria Vista" in partnership with the Triennale di Milano. A local all-day, lounge bar and café with large opening windows overlooking the new marina of Milan, whose counter is dominated by a video wall designed to transmit images video- maker. Always an open place, from morning to night, from fresh croissant with morning centrifuged at Spritzer with "contemporary Bruschetta" of the evening. The tables on the dock looking directly west, the sunset of Via Vigevano reflected on the waters of the marina. From the roof, modern pergola, hanging lamps-installation of the designer Luca Trazzi, presented at the last Design Week with their big simple and rigorous geometry, sometimes overlapping, representing pop multicolor lanterns created with the fantasies and tissues Dryarn stockings 1177- Elevenseventyse. chromatic design stairs interpreting deliberately simple and linear patterns, combining intense colors to softer tones, transform the space that houses them in a soft, light of light allegory, elegant. We are always connected, thanks to the mega-fiber made available by Fastweb. Drink every day from 17.30 to 21, the list of cocktails includes:

 Spritzers (Spritz Apeol but also Artichoke with Cynar)  Vintage (Crodoski with Crodino and Vodka; Negroni White with Black Tailors and Zuccotto with Rhubarb Pumpkin)

 Classic & Contemporary (Moscow Mule and Bull Mojito with Rum and Red Bull)

 The Combined (Martini Bianco & Tonic - Vodka and Red Bull) Heineken beer on tap, served with the system for dispensing always fresh. Together they are served chips, olives, focaccia squares, miniquiche and savory cupcakes in the style of a pleasant predinner. And when hunger mounts you can order the Contemporary Bruschetta, an artisan bread served as a opensandwich in 5 different types, including the Po with rocket, cubic cutlet, saffron sauce, fresh soft cheese. Vista Darsena - Via G. D’Annunzio, 20 - 20123 MILANO ITALY www.osteriaconvista.com - mail. darsena@osteriaconvista.it tel. + 39 02 45499470 from Monday to Sunday from 8 to 02 hours.

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Vista Darsena è l’ultimo progetto di Ugo Fava con Stefano Cerveni. Facente parte del gruppo di “Terrazza Triennale - Osteria con Vista” in partnership con la Triennale di Milano. Un locale all-day, bar lounge caffetteria con grandi vetrate apribili che guardano la nuova Darsena di Milano, il cui bancone è sovrastato da un video wall studiato per trasmettere immagini di video- maker. Un locale sempre aperto, dal mattino alla notte, dalla brioche fresca con centrifugato del mattino, allo Spritzer con “Bruschetta contemporanea” della sera. I tavolini in banchina guardano direttamente a ovest, sul tramonto di Via Vigevano che si riflette sulle acque della Darsena. Dalla tettoia, pergolato moderno, pendono le lampade-istallazione del designer Luca Trazzi, presentate durante l’ultima Design Week con le loro grandi geometrie semplici e rigorose, talvolta sovrapposte, che rappresentano lanterne pop multicolor create con le fantasie e i tessuti in Dryarn delle calze 1177- Elevenseventyse. Scale cromatiche di design che interpretando fantasie volutamente semplici e lineari, associando colori intensi a tonalità più morbide, trasformano lo spazio che le ospita in una allegoria di luce morbida, leggera, elegante. Siamo sempre connessi, grazie alla mega-fibra messa a disposizione da Fastweb. Aperitivo tutti i giorni dalle 17.30 alle 21 La lista de cocktail include:  Spritzers (Spritz Apeol ma anche Artichoke con Cynar)  Vintage (Crodoski con Crodino e Vodka; Negroni Bianco con Bianco Sarti e Zuccotto con Rabarbaro Zucca)  Classic & Contemporary (Moscow Mule e Mojito Bull con Rum e Red Bull)  I Combinati (Martini Bianco & Tonic ma anche Vodka e Red Bull) Birra alla spina Heineken, servita con il sistema per la spillatura sempre fresca. Insieme vengono servite chips, olive, quadretti di focaccia, mini-quiche e bigné salati nello stile di un piacevole predinner. E quando monta la fame si può ordinare la Bruschetta Contemporanea, un pane artigianale servito come un opensandwich in 5 tipologie diverse, tra cui la Padana con rucola, cubi di cotoletta, salsa allo zafferano, stracchino fresco. Vista Darsena - Via G. D’Annunzio, 20 - 20123 MILANO ITALY www.osteriaconvista.com - mail. darsena@osteriaconvista.it n tel. + 39 02 45499470 da lunedì alla domenica orario dalle 8 alle 02


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Men’s Code

by Giovanna Repossi photo by Iulian Felix

Caffè in Giardino Simultaneously with the opening of the event International Triennale

2016, it was opened in the building that houses the Foundation a wonderful multi-purpose location within the already famous garden in the world thanks to the presence of some works of historical importance like "Mysterious Baths" of de Chirico, and other artistic installations and contemporary design of the most important planetary designer. Caffè in Giardino offers daily, until the end of October 2016, a lounge which offers the opportunity to experience first hand the events of the International Triennale 2016 in an idyllic setting within the Sempione Park, a stone's throw of the Castello Sforzesco from Milan. Before and after performances and during intermissions in the Caffè in Giardino welcomes the public for a pleasant stay, the public will be welcome for a breakfast, lunch or dinner, or an aperitif with the artist: an unusual way to approach reality different and have them meet on the common ground of the theater. Over a cup of coffee, actors, musicians, dancers talk about their way of working meetings for the public, journalists, curious to those who want to share the wonderful garden became an "open space" open to all. "It will be open throughout August along with the entire building and there will be a program of music events throughout September" Our menu

 Hamburger - Tuscan Chianina - shrimp - vegetarian all served with potatoes "Grenailles"

 Tramezzini - salmon - Raw  soft Margherita Pizza, French Fries Baby  Salads - Mediterranean - Po - vegan - Swordfish  Dessert - Fresh fruit - Granita Siciliana di Salina in different flavors Cafeteria - Drinks - Tea and Infusions - Centrifugati - Smoothies International Cocktails - Cocktails AnacoliciCAFFE' IN GIARDINO - Viale Alemagna, 6-20121 Milan - Italy from Tuesday to Sunday from 12 hours to 23 www.osteriaconvista.com - giardino@osteriaconvista.it tel. + 39 392.9136683

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Contemporaneamente all’apertura della manifestazione Triennale Internazionale 2016, è stata aperta nel palazzo che ospita la Fondazione una meravigliosa location polifunzionale all’interno del giardino già famoso in tutto il mondo grazie alla presenza di alcune opere di rilevanza storica come i “Bagni Misteriosi” di De Chirico, e altre istallazioni artistiche e di design contemporaneo dei più importanti designer planetari. Caffè in Giardino propone tutti i giorni, fino al termine di Ottobre 2016, una lounge che offre l’opportunità di vivere in prima persona le manifestazioni di Triennale Internazionale 2016 in un contesto idilliaco all’interno del Parco Sempione, a due passi del Castello Sforzesco di Milano. Prima e dopo gli spettacoli e durante gli intervalli il Caffè in Giardino accoglie il pubblico per una sosta piacevole, il pubblico sarà il benvenuto per una colazione, pranzo o una cena, oppure per un aperitivo con l’artista: un modo insolito per avvicinare realtà diverse e farle incontrare sul terreno comune del teatro. Davanti a una tazza di caffè , attori, musicisti, danzatori raccontano il loro modo di lavorare, incontri rivolti al pubblico, ai giornalisti, ai curiosi a chi vuole condividere il meraviglioso giardino diventato un “openspace” aperto a tutti. “Sarà aperto tutto agosto insieme a tutto il palazzo e ci sarà una programmazione di eventi musicali fino a fine settembre” Il nostro menù  Hamburger – chianina toscana – gambero – vegetariano il tutto servito con patate “Grenailles”  Tramezzini – salmone – crudo  Pizza morbida Margherita, Patatine Fritte per Bimbi  Insalate – Mediterranea – Padana – Vegana – Pesce Spada  Dessert – Frutta fresca – Granita Siciliana di Salina in diversi gusti Caffetteria – Bevande - Te e Infusi – Centrifugati - Frullati – Cocktails Internazionali – Cocktails AnacoliciCAFFE’ IN GIARDINO - Viale Alemagna,6 - 20121 Milano – Italy da martedì alla domenica orario dalle 12 alle 23 www.osteriaconvista.com - giardino@osteriaconvista.it n tel. + 39 392.9136683


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Coco&Co

La moda passa, lo stile resta Coco Chanel


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Coco&Co

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Label2

edit by Giovanna Repossi

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Coco&Co

Label2 is a brand of 2 young people, Alen Pinku and Andrea Popovic, which difference is in using the refined forms, uniqueness of the cuts, unstrict minimalism, evolved personality. In the Label2 collections, the basic element which the 2 use to tell their stories is neoprene. This material is used in combination with other fabrics like cotton, silk organza and wool in a colour palette which goes from intense dark to delicate pastel colour, creating new forms of life in a women’s contemporary fashion. Alen Pinku from Serbia and Andrea Popovic from Bosnia, met each other in Milan, while studying at the same course of specialization in fashion design at the Academy of Fine Arts Brera Two creative heads unite their passion for the art and the fashion by suggesting the collections that are untied to the seasons, still in time, beyond the dictate and the expiration time of high fashion. 2.6 BLUES FW16/17 CONCEPT 2.6 BLUES Winter is cold and blue. Blue color in it’s wide palette, from light to dark shades. Memories of blue from our childhood, origins and the socialist past of our countries. Mixed up through art, behavior, rudeness, architecture, sharp elements. Clean shapes and constructions that built an infrastructure. Bold and strong culture with free spirit. A Strictly rhythm

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Label2 è il brand di 2 giovani, Alen Pinku e Andrea Popovic, che hanno scelto di distinguersi per ricercatezza delle forme, singolarità dei tagli, minimalismo non rigoroso, personalità evoluta. Nelle collezioni Label2 l’elemento base, con cui i 2 raccontano le loro storie fatte di nuove silhouette, è il neoprene. Questo materiale è utilizzato in combinazione con altri tessuti quali cotone, organza di seta e lana cotta, in una palette di colori che virano dallo scuro intenso al pastello delicato, per creare nuove forme di vita, nella moda femminile contemporanea. Alen Pinku, serbo, e Andrea Popovic, bosniaca, si conoscono a Milano all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove frequentano lo stesso corso di specializzazione in fashion design. Due teste creative che uniscono la loro passione per l’arte e la moda, proponendo collezioni slegate dalle stagioni, sospese nel tempo, oltre i diktat e le scadenze dell’alta moda. CONCEPT : 2.6 - BLU L'inverno è freddo e blu. Colore blu nella sua ampia palette, dai toni più chiari ai scuri. I ricordi della nostra infanzia: le origini e il passato socialista dei nostri paesi. Stili e colori mixati attraverso l'arte, il comportamento, l'architettura, gli elementi taglienti. Pulizia delle forme e costruzioni che hanno costruito una nazione. Una cultura forte e fiera con lo spirito libero. n Ritmo rigoroso.


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Coco&Co

Anteprima presenta“Face”

edit by Giovanna Repossi

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Unisce l'estro artistico di Shinsuke Kawahara e la qualità artigianale firmata Anteprima: è "Face" la special wirebag, borsa icona della maison che vede alla direzione creativa Izumi Ogino. Nasce così Face, la nuova wirebag, intrecciata interamente a mano con filo di pvc usando la tecnica per lavorare la maglia, nella divertente versione dal sapore nipponico, che unisce il tema rabbit, caratteristico della produzione artistica di Shinsuke Kawahara, e il divertente gioco tradizionale giapponese Fukuwarai che consiste nell'appuntare, ad occhi bendati, spille a forma di occhi, bocca e naso sul disegno di viso, creando improbabili espressioni. Realizzata i due dimensioni e diverse varianti di colori, l'iconica knitted bag si presenta in una veste allegra e spensierata, personalizzabile e unica corredata da un kit contenente simpatiche spille a forma di bocca, naso, occhi in pelle o pietre dure e luccicanti, da applicare come si preferisce sulla wirebag. "Amo l'arte, specialmente quando ti sa regalare al primo sguardo una sensazione di felicità ed è capace di farti sorridere dal profondo del cuore", spiega il direttore artistico di Anteprima Izumi Ogino, illustrando il progetto di esclusiva collaborazione realizzato con Kawahara. Ipermoderna e trendy, in perfetto stile Anteprima a "caccia" di contrasti da valorizzare, la wirebag Face si impreziosisce di una firma artistica di prestigio: Kawahara illustratore, pittore e creatore, ha lavorato per Madame Figaro, Marie Claire Francia, Vogue e Elle a Parigi. Nel 2007, ha lanciato il suo primo ristorante a Le Marais di Parigi ed è stato protagonista di numerose mostre d'arte e realizzazioni di grande impatto estetico. Il coniglio è l'emblema della sua produzione. Must have dall'anima cult, dissacrante e tecnologica, divertente e ricercata, Face è un accessorio n di grande pregio per la donna Anteprima, mai uguale a se stessa.

It pairs the artistic inspiration of Shinsuke Kawahara with the Anteprima craftsmanship: the special wirebag is called "Face" and is the signature bag of the maison whose creative director is Izumi Ogino. The newly born Face, the new wirebag, is entirely woven by hand with PVC wire using the knitting technique, in the funny version with Japanese tones. It combines the “rabbit” theme, which characterizes the artistic production of Shinsuke Kawahara, and the funny traditional Japanese game Fukuwarai, which consists in pinning, while blindfolded, brooches in the shape of eyes, mouth and nose on a face design, creating improbable expressions. The signature knitted bag is in two sizes and a variety of colors. It comes in a cheerful and playful look, customizable and unique, accompanied by a kit containing nice mouth, nose and eyes shaped pins, in leather or glittering stones which you can apply as you wish on the wirebag. "I love art, especially when it gives you a feeling of happiness at first glance and is able to make you smile from the heart," says the Anteprima artistic director Izumi Ogino, while illustrating the design made with the exclusive collaboration of Kawahara. Hyper-modern and trendy, in perfect Anteprima style hunting for and intensifying contrast, the Face wirebag is enhanced by prestigious artistic signature: Kawahara, an illustrator, painter and creator who worked for Madame Figaro, Marie Claire France, Vogue and Elle in Paris. In 2007, he launched his first restaurant in Le Marais, in Paris, and has been featured in numerous art exhibitions of high aesthetic impact. The rabbit is the symbol of his works. A must have with a cult, irreverent, technological, funny and sophisticated soul, Face is a very valuable accessory for the Anteprima woman who is always unique.

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Un’ oasi cuore di 74


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di relax nel Firenze by Luca Bonacini

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Coco&Co

And 'the second largest private park in Europe, a five-hectare wonderfully with flora and old trees surround an historic mansion from 2008 became the Four Seasons Hotel - Florence, after a long and careful restoration. A place of timeless charm, built by Bartolomeo Scala Chancellor of Lorenzo the Magnificent and later belonged to the Medici, to the Gherardesca, Ismail Pasha 'and a few large families of Italian capitalism. And 'in the center of Florence, but it seems to be in the green hills of Florence. We are at the Four Seasons Hotel, a residence of 1400 with so much history, rooms decorated with extraordinary frescoes, skylights elegantly furnished with couches and chairs, walls decorated with beautiful bas-reliefs, each corner of the immense structure houses a sculpture, a piece of antique furniture, a ' work of art that together really embody the quintessence and the beautiful. 116 rooms and suites, 79 and 37 in the Palace in Convent, which welcome guests arriving from all over the world in search of tranquility, confidence, high standards of service and a high standard of cuisine, a few hundred meters from the dome and one of the most beautiful squares in the world. The director Patrizio Cipollini host unparalleled driving with class and indisputable ability staff among the best in Italy, never a shade sail the smile of the receptionist, the bartenders, the waiters, the attendants, of all levels. They are the components of a great orchestra that speaks with one voice, dedicated to making your stay a real experience. Who is at the Four Seasons, enters a place of hospitality that represents the very history of Florence, accessible to those who want to take a dip in the Renaissance without giving up the most stylish comfort, where the kitchen of the restaurant Il Palagio plays a major role with chef Vito Mollica starry which also follows the cuisine of the Four Season - Milan, then there is the SPA, an oasis of relaxation, in a dedicated royal building, surrounded by centuries-old park, which find themselves, cared for by highly specialized staff. 800 square meters of well-being with ten cabins dedicated to the care of the body, a Spa Suite, outdoor pool, heated outdoor jacuzzi, sauna, turkish bath, emotional showers and a gym. A thoughtful team, recommends personalized treatments with natural products of '' Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella ", perhaps the oldest in the world, but also the brand new exclusive cutting edge skin cosmetics line" Rephase ", and" Arangara "for high-tech treatments, rejuvenating and anti-aging. But there are also the exclusive Black Pearl treatments, Lux Perfection, using gold, the most precious metals in the world recognized for its beautifying properties, of which even Cleopatra was using to improve the elasticity of her skin and preserve its natural luminosity. The Spa at Four Seasons, brilliantly conducted by the Spa manager Lucia Papalini, surrounded the city of Florence resorts, was proclaimed "Best Urban Spa" at the Italian Spa Awards, included in the "World's Best Spa" by Travel + Leisure USA and It has distinguished itself worldwide as the best spa for guests of Four Seasons Hotels & Resorts company.

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E' il secondo parco privato più esteso d'Europa, una meraviglia di cinque ettari con flora e alberi centenari che circondano un’antica dimora storica, dal 2008 divenuta Four Seasons Hotel - Firenze, in seguito a una lunga e accurata ristrutturazione. Un luogo dal fascino senza tempo, voluto da Bartolomeo Scala cancelliere di Lorenzo il Magnifico e in seguito appartenuto ai Medici, ai della Gherardesca, a Ismail Pascia' e ad alcune grandi famiglie del capitalismo italiano. E' in centro a Firenze ma sembra di essere nella verde collina fiorentina. Siamo al Four Seasons Hotel, una residenza del 1400 con tanta storia, sale impreziosite da straordinari affreschi, cavedi elegantemente arredati con divani e poltroncine, pareti decorate con suggestivi bassorilievi, ogni angolo dell’immensa struttura ospita una scultura, un mobile antico, un’opera d'arte che insieme incarnano davvero la quintessenza dell'eleganza e del bello. 116 tra camere e suite, 79 nel Palazzo e 37 nel Conventino, che accolgono ospiti che arrivano da tutto il mondo in cerca di tranquillità, riservatezza, elevati standard di servizio e una cucina di alto livello, a poche centinaia di metri dal cupolone e da una delle piazze più belle del mondo. Il direttore Patrizio Cipollini anfitrione senza pari, guida con classe e indiscutibili capacità uno staff tra i migliori d'Italia, mai un ombra vela il sorriso delle receptionist, dei barman, dei camerieri, degli inservienti, di ogni ordine e grado. Sono i componenti di una grande orchestra che si esprime all'unisono, votati a rendere il soggiorno un’autentica esperienza. Chi viene al Four Seasons, entra in un luogo dell’ospitalità che rappresenta la storia stessa di Firenze, fruibile a quanti vogliono fare un tuffo nel Rinascimento senza rinunciare alle più raffinate comodità, dove la cucina del ristorante Il Palagio ricopre un ruolo di primissimo piano con lo chef stellato Vito Mollica che segue anche la cucina del Four Season – Milano, poi c’è la SPA, un’autentica oasi di relax, in un edificio regale dedicato, immerso nel parco centenario, nel quale ritrovare sé stessi, accuditi da personale altamente specializzato. 800 metri quadri di benessere con dieci cabine dedicate alla cura del corpo, una Spa Suite, piscina all’aperto, jacuzzi esterna riscaldata, sauna, bagno turco, docce emozionali e una palestra attrezzata. Un team premuroso, consiglia trattamenti personalizzati con i prodotti naturali dell’“Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella”, forse la più antica del mondo, ma anche la nuovissima linea esclusiva dermocosmetica all’avanguardia “Rephase”, e “Arangara”, per trattamenti high-tech, rigeneranti e antietà. Ma ci sono anche gli esclusivi trattamenti Black Pearl, Lux Perfection, che utilizzano l’oro, tra i metalli più preziosi al mondo riconosciuto per le sue proprietà abbellenti, di cui anche Cleopatra faceva uso per migliorare l’elasticità della sua pelle e conservarne la luminosità naturale. La Spa del Four Seasons, brillantemente condotta dalla Spa manager Lucia Papalini, immersa nel verde del city resort fiorentino, è stata proclamata “Best Urban Spa” agli Italian Spa Awards, inserita tra le “World’s Best Spa” da Travel + Leisure USA e si è distinta a livello mondiale come migliore Spa per i clienti della compagnia n Four Seasons Hotels & Resorts.


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Gourmet

Il fascino dell’eccellenza


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Gourmet

Il Rosé metodo classico Cuvage è Doc by Bruno Petronilli

Dopo aver conquistato pubblico e critica ed essere stato premiato al concorso internazionale "Champagne & Sparkling Wine World Championships", promosso da Tom Stevenson, il metodo classico rosé brut di Nebbiolo firmato Cuvage ha raggiunto un altro importante traguardo, che conferma il suo alto livello qualitativo. Questo spumante, dal perlage setoso, fine e persistente, ha infatti ottenuto il riconoscimento della denominazione Nebbiolo d’Alba Doc, che identifica alcune delle più prestigiose produzioni piemontesi. Il Nebbiolo d’Alba Doc Rosè Metodo Classico Cuvage, è prodotto unicamente con le uve di questo vitigno, raccolte rigorosamente a mano. Caratterizzato da grande finezza, eleganza e struttura, questo metodo classico nasce nel pieno rispetto della filosofia Cuvage, azienda che si è proposta, sin dalla sua creazione, di valorizzare le varietà del Piemonte in bollicine capaci di soddisfare il consumatore moderno. Il Rosè di Cuvage, dopo un primo processo di vinificazione, viene sottoposto ad una rifermentazione in bottiglia, dove rimane a contatto con i lieviti per 24 mesi, secondo il metodo tradizionale che contraddistingue la casa spumantistica di Acqui Terme. L’introduzione di questa ulteriore tutela rappresenta un’importante garanzia per il consumatore e un biglietto da visita importante a livello internazionale per un vino che racchiude in sé la massima espressione di un territorio vocato ed apprezzato in tutto il mondo. Caratterizzata da tecnologie all’avanguardia, Cuvage è una realtà impegnata nella ricerca, al cui interno si operano continue sperimentazioni volte a migliorare tutte le fasi di produzione, dalla fermentazione alla presa n di spuma, fino all’imbottigliamento. www.cuvage.it

After conquering the public and critics and have been awarded at the international competition "Champagne & Sparkling Wine World Championships", promoted by Tom Stevenson, the classic brut rosé method cuvage signed Nebbiolo has reached another important milestone, confirming its high level of quality . This sparkling wine, perlage silky, fine and persistent, has been recognized as Nebbiolo d'Alba DOC designation, which identifies some of the most prestigious Piedmont productions. Nebbiolo d'Alba DOC Rosé Metodo Classico cuvage, is produced exclusively from grapes of this variety, harvested by hand. Characterized by great finesse, elegance and structure, this classic method was established in full compliance with cuvage philosophy, a company that has been proposed, since its creation, to exploit the variety of Piedmont in bubbles that can satisfy the modern consumer. The Rosé of cuvage, after an initial winemaking process, undergoes a second fermentation in the bottle, where it remains in contact with the lees for 24 months, according to the traditional method that distinguishes the sparkling home of Acqui Terme. The introduction of this additional protection is an important guarantee for the consumer and a business internationally important visit for a wine that embodies the highest expression of a territory and appreciated all over the world. Characterized by cutting-edge technologies, cuvage is a reality engaged in the research, in which they operate continuous experiments to improve all phases of production, from fermentation to fermentation to bottling. www.cuvage.it

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Gourmet

Un Mamba da collezione by Bruno Petronilli Il nuovo decanter Mamba Double Magnum è un omaggio di Maximilian J. Riedel ai 200 anni dalla nascita di “Josef Riedel Il Vecchio” (1816-1894), il “Re del vetro dei Monti di Jizera”, sesta generazione della prestigiosa azienda austriaca. Proprio sotto la sua guida, Riedel diventò il punto di riferimento della lavorazione del vetro in Bohemia, cuore della produzione vetraria in Europa. Mamba Double Magnum si ispira al decanter Mamba (2011), capolavoro in cristallo che ha riscosso e continua a riscuotere un grande successo a livello mondiale. Nel 2016, per il 260° anniversario del marchio, l’undicesima generazione e attuale CEO Maximilian J. Riedel ha lanciato una nuova versione, unica nel suo genere, che rende omaggio al glorioso passato dell’azienda di famiglia e, allo stesso tempo, ne rappresenta ancora oggi il ruolo di leader nella cristalleria. Maximilian ha messo i suoi maestri vetrai di fronte alla sfida, quasi impossibile, di riprodurre il design complesso del decanter Mamba nel formato double magnum, una lavorazione che richiede una grandissima abilità artigianale. Soffiato a bocca in cristallo senza piombo e lavorato a mano, Mamba Double Magnum è un vero e proprio capolavoro di design e funzionalità. "La capacità del decanter è altrettanto eccezionale, così come i colori scelti, Verde Anna/Giallo Anna e nero. Mamba Double Magnum è realizzato in edizione limitata di 260 pezzi per colore, e diventerà certamente un must-have per ogni appassionato di vino che conservi in cantina bottiglie magnum o double magnum e che le voglia onorare con il trattamento che meritano”, afferma Maximilian J. Riedel. I colori Verde Anna e Giallo Anna derivano dall’introduzione, da parte della 5^ generazione Franz Xavier Riedel all’inizio del XIX secolo, del vetro all’uranio, caratterizzato proprio da queste particolari nuance che egli chiamò con il nome della figlia. Ciascuno di questi pezzi verrà consegnato in una scatola realizzata artigianalmente e dotata di un certificato di autenticità firmato da Maximilian J. n Riedel e dal maestro vetraio che lo ha prodotto.

The new Mamba decanter Double Magnum is a tribute to Maximilian J. Riedel to the 200 years since the birth of "Josef Riedel The Elder" (1816-1894), the "King of the Jizera Mountains glass", the sixth generation of the prestigious Austrian company. Just under his leadership, Riedel became the glasswork landmark in Bohemia, the heart of glass production in Europe. Mamba Double Magnum is inspired by the Mamba decanter (2011), crystal masterpiece that has enjoyed and continues to enjoy great success worldwide. In 2016, for the 260th anniversary of the brand, the eleventh generation, and current CEO Maximilian J. Riedel has launched a new version, one of a kind, which pays homage to the glorious past of the family and, at the same time, it still is today the leading role in the glassware. Maximilian has put his glass masters in the face of challenge, almost impossible, to reproduce the complex design of the Mamba decanter in the double magnum format, a process that requires a great craftsmanship. Blown glass Unleaded and handmade, Mamba Double Magnum is a true masterpiece of design and functionality. "The capacity of the decanter is equally outstanding, as the colors chosen, Anna Green / Yellow and Black Anna. Mamba Double Magnum is made in a limited edition of 260 pieces per color, and will certainly become a must-have for every wine lover who keep in the cellar magnum bottles or double magnum and that the desire to honor with the treatment they deserve, "says Maximilian J. Riedel. the Green and Yellow Color Anna Anna from the introduction, by the 5th generation Franz Xavier Riedel beginning nineteenth century, the uranium glass, characterized precisely by these particular nuances which he called the name of his daughter. Each of these pieces will be delivered in a box made by hand and with a certificate of authenticity signed by Maximilian J. Riedel and by the master glassmaker that produced it.

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www.32viadeibirrai.it


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Gourmet

Il bianco nella terra dei rossi

by Bruno Petronilli

“Un grande vitigno bianco in una terra di rossi importanti può dare risultati sorprendenti”, da qui è nata la sfida di Georg Weber, proprietario – assieme alla moglie Julia – della tenuta Monteverro, azienda-gioiello di 50 ettari sulla Costa d’Argento, a metà strada tra lo storico paese di Capalbio e il mare, in una zona collinare particolarmente favorevole, circondata da macchia mediterranea e oliveti secolari. Dedizione, grande passione per il vino di qualità e un amore incondizionato per il territorio sono i valori a cui si ispira la proprietà e che si traducono in una ricerca costante dell’eccellenza, anche seguendo strade insolite. Lo Chardonnay Monteverro rappresenta appieno questa scala di valori. Un vitigno a bacca bianca tra i più noti al mondo, un’uva elegante che può regalare note agrumate e una spina dorsale acida, ma che non è frequente trovare in Toscana. Georg Weber ama le sfide e si fa pioniere anche in questa decisione di piantare Chardonnay a queste latitudini, in un territorio non particolarmente vocato ai vini bianchi. Per garantire freschezza, i filari sono orientati ovest est (tutto il resto del vigneto è nord sud), così da avere un’esposizione solare meno diretta, e la vite è stata fatta crescere volutamente più alta per evitare che l’uva soffra il riverbero di calore proveniente dal suolo. Il risultato è un vino unico, importante e di carattere, una piccola produzione con bottiglie numerate e prooftag per l’autenticazione. La grande selezione realizzata in vigna rende lo Chardonnay Monteverro eccezionale, complice anche la vicinanza del mare che mitiga le temperature maremmane che gli conferiscono un carattere e una finesse inconfondibili, esaltati dal parziale affinamento in vasca di cemento a forma di uovo. Il colore oro intenso lo rende prezioso agli occhi, l’attacco fresco che indugia su limone, brioche, ananas piacevole al palato, l’esplosione di cedro, miele, pane tostato, vaniglia, caprifoglio, irresistibile all’olfatto. La realtà vinicola di Monteverro prende vita all’inizio degli anni 2000 e vanta sei diverse etichette di grande pregio: Monteverro, Tinata, Terra di Monteverro, Verruzzo e Vermentino di Monteverro, Chardonnay –. Vini unici, raffinati ed eleganti, specchio fedele delle dolci colline toscane che ne n ospitano i vigneti.

"A great white grape variety in a land of important red can give amazing results", hence came the challenge of Georg Weber, owner - with his wife Julia - the Monteverro held, company-jewel of 50 hectares on the Silver Coast, halfway between the historic town of Capalbio and the sea, and enjoys a particularly hilly area, surrounded by Mediterranean greenery and olive groves. Dedication, passion for quality wine and an unconditional love for the area are the values espoused by the property and which result in a constant search for excellence, even following unusual roads. Chardonnay Monteverro fully represents this scale of values. A white grape variety of the most famous in the world, a grape that can give elegant citrus notes and an acidic backbone, but that is not common to find in Tuscany. Georg Weber loves challenges and is also a pioneer in this decision to plant Chardonnay at this latitude, in an area not particularly suited to white wines. To ensure freshness, the rows are oriented east west (the rest of the vineyard is north south), so that you have less direct exposure to sunlight, and the screw was made deliberately grow higher to prevent the grapes suffer the glare heat coming from the ground. The result is a unique wine, and important character, a small production with numbered bottles and Prooftag for authentication. The large selection made in the vineyard makes Chardonnay exceptional Monteverro, also because of the proximity of the sea that mitigates the Maremma temperatures that give it a character and an unmistakable finesse, enhanced by the partial aging in concrete vats shaped like an egg. The deep gold color makes it valuable in the eyes, the crisp attack that lingers on lemon, brioche, pleasant pineapple on the palate, the explosion of cedar, honey, toast, vanilla, honeysuckle, irresistible smell. The wine actually Monteverro comes to life in the early 2000s and has six different labels of great value: Monteverro, Tinata, Land of Monteverro, Verruzzo and Vermentino di Monteverro, Chardonnay -. Unique wines, refined and elegant, a true reflection of the rolling Tuscan hills that are home to the vineyards.

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Alta gradazione

a cura di Bruno Petronilli

Whisky Glenfarclas

Glenfarclas (in gaelico, “la valle dei verdi pascoli”) si estende ai piedi della montagna di Ben Rinnes, nello Speyside. È qui che nel 1836 fu costruita la Distilleria Glenfarclas, che una trentina di anni dopo, nel 1865, venne acquistata dalla famiglia Grant. Oggi è la sesta generazione della famiglia, nella persona di George Grant, a guidare la Distilleria. L’ultima orgogliosamente rimasta indipendente dai grandi gruppi mondiali del beverage. Per produrre i Whisky Glenfarclas sono necessari tre ingredienti principali: l’acqua pura, fredda e cristallina, delle sorgenti naturali del monte Ben Rinnes; l’orzo, interamente prodotto in Scozia nella zona del Moray; il lievito. Dopo la distillazione, che viene sempre effettuata per piccoli lotti, i Whisky vengono posti a riposare nelle migliori botti di rovere da Sherry di Spagna: Glenfarclas è infatti rimasta l’unica Distilleria a utilizzare in prevalenza botti da Sherry (pratica ormai più unica che rara, oltre che costosissima, che conferisce ai prodotti un gusto molto speciale, ricco, morbido, fruttato e speziato). Nel corso della sua storia, la Distilleria Glenfarclas ha vinto innumerevoli riconoscimenti a livello internazionale: i suoi Malti sono fra i più apprezzati in Scozia e nel resto del mondo. Glenfarclas (in Gaelic, "the valley of green pastures") lies at the foot of Ben Rinnes mountain, in Speyside. It is here that in 1836 was built the Glenfarclas Distillery, which thirty years later, in 1865, was bought by the Grant family. Today is the sixth generation of the family, in the person of George Grant, to lead the Distillery. The last remained proudly independent of the world's great groups of the beverage. To produce Whisky Glenfarclas three main ingredients are needed: pure water, cold and clear, natural sources of Ben Rinnes; barley, all produced in Scotland in the Moray area; the yeast. After distillation, which is always made in small batches, the Whiskey are places to rest in the best oak barrels of Sherry in Spain: Glenfarclas is in fact remained the only distillery to use mainly by Sherry casks (practice now rare and unique as well as expensive, which gives the products a very special taste, rich, soft, fruity and spicy). Throughout its history, the Glenfarclas Distillery has won countless international awards: his Malti are among the most popular in Scotland and the rest of the world.

Calvados Boulard Fondata nel 1825, la Maison Boulard è giunta oggi alla quinta generazione familiare, ed è impersonata con grande passione e con forte piglio innovativo da Vincent Boulard, l’attuale direttore globale della comunicazione. La Boulard è stata la prima Società nel Calvados a integrare tutta la filiera produttiva: dalla produzione delle mele (di cui seleziona ben 120 qualità differenti), alla produzione del sidro base (100% del proprio fabbisogno), fino alla doppia distillazione del Calvados (100% A.O.C. Pays d’Auge, la denominazione più pregiata). Oggi la Boulard è la prima marca di Calvados A.O.C. Pays d’Auge sia in Francia sia sui mercati all’esportazione, ed è presente in oltre 60 Paesi del mondo. I suoi celebri Calvados possono essere apprezzati lisci, on the rocks o come ingredienti di prestigiosi cocktail e long drink, e possono inoltre completare egregiamente molte raffinate preparazioni gastronomiche.

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Established in 1825, the Maison Boulard has come now to the fifth generation of the family, and is personified with great passion and strong air of innovative Vincent Boulard, the current global communications director.The Boulard was the first company in the Calvados to integrate the entire production chain: from the production of apples (no fewer than 120 different quality select), according to the cider production (100% of its needs), to the double distillation of Calvados ( 100% AOC Pays d'Auge, the most prized designation).Today is the first brand of Boulard Calvados A.O.C. Pays d'Auge in France and on export markets, and is present in over 60 countries worldwide. His famous Calvados can be enjoyed straight, on the rocks or as a prestigious cocktail ingredients and long drinks, and can also complete many superbly refined culinary preparations.


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Douglas Laing The Epicurean La scozzese Douglas Laing lancia un altro, nuovissimo Vatted Malt Whisky: The Epicurean. La categoria è Premium Lowland Vatted Malt Scotch Whisky e contiene Malti delle migliori distillerie delle Lowlands scozzesi. Non è sottoposto a filtrazione a freddo e non usa coloranti di alcun genere. Il bouquet che fonde assieme note di malto, di scorza di agrumi, di erbe e di fiori si abbina ad un palato in cui si distinguono accenni di timo, di pesca, di agrumi canditi, di caramello, di spezie dolci. Con il suo retrogusto prolungato, con ricordi di erba appena tagliata, di cereali, di mandorle e di zucchero tostato, il Douglas Laing The Epicurean è ideale da servire liscio. La Douglas Laing & Co. è una delle più antiche e prestigiose Società scozzesi indipendenti per l’imbottigliamento di Whisky di altissima qualità. Fondata nel 1948 a Glasgow da Fred Douglas Laing, è sempre rimasta un’Azienda a carattere famigliare, ed è oggi gestita dalla terza generazione. Da sempre, la sua specializzazione è quella di scegliere, imbottigliare e collocare sul mercato i Single Malt più particolari. La Douglas Laing & Co. fa parte della Scotch Whisky Association (SWA), la storica Associazione che promuove, protegge e rappresenta gli interessi di settore del Whisky in Scozia e nel resto del mondo.

Scottish Douglas Laing launches another new Vatted Malt Whisky: The Epicurean. The category premium Vatted Lowland Malt Scotch Whisky and contains Malti best distilleries of the Scottish Lowlands. It is not subjected to cold filtration and does not use dyes of any kind. The bouquet that blends together notes of malt, the peel of citrus fruits, herbs and flowers is combined with a palate that stand out hints of thyme, peach, candied citrus, caramel, sweet spices. With its long aftertaste, with freshly cut grass memories, cereal, almond and toasted sugar, Douglas Laing The Epicurean is ideal to serve smooth. The Douglas Laing & Co. is one of the oldest and most prestigious independent Scottish Society for the bottling of high quality whiskey. Established in 1948 in Glasgow by Fred Douglas Laing, it has always been a company a family business, and is now run by the third generation. Always, his specialization is to choose, and place the bottle Single Malt more details on the market. The Douglas Laing & Co. is part of the Scotch Whisky Association (SWA), the historical association that promotes, protects and represents the interests of the Whisky industry in Scotland and the rest of the world.

Un italiano vince il Trois Rivières Rhumbellion È un italiano ad aggiudicarsi la prima edizione di Rhumbellion, Concorso Internazionale di barman che si sono sfidati con ricette a base del Rhum Agricolo martinicano Trois Rivières. Dei 200 candidati iscrittisi da tutto il mondo, i primi 6 – selezionati a Parigi - hanno partecipato alla finale in Martinica. Ognuno di loro ha presentato 3 ricette; la Giuria, presieduta da due esperti di fama mondiale (Hannah Van Ongevalle e Nicolas de Soto), ha assegnato la vittoria a Nicola Battafarano. Formatosi a Londra e a New York, e in procinto di approdare in un importante bar parigino, Battafarano ha conquistato la Giuria utilizzando nei suoi cocktail Trois Rivières Triple Millésime, la Cuvée de l’Océan e la Cuvée du Moulin. Il Concorso ha permesso di sottolineare come il Rhum Agricolo della Martinica, e in particolare la gamma Trois Rivières, offra ai migliori barman di tutto il mondo delle possibilità creative praticamente illimitate.

It is an Italian to win the first edition of Rhumbellion, International Competition of bartenders who are challenged with recipes of Agricultural Rhum Martinique Trois Rivières. Iscrittisi of 200 candidates from around the world, the first 6 - selected in Paris - have participated in the final in Martinique. Each of them has presented three recipes; The jury, chaired by two world-renowned experts (Hannah Van Ongevalle and Nicolas de Soto), has awarded the victory to Nicola Battafarano. Formed in London and in New York, and about to land in a major Parisian bar, Battafarano won the Jury using in its Trois Rivières Triple Millésime cocktails, the Cuvée de l'Océan and Cuvée du Moulin. The competition made it possible to highlight how the Agricultural Rhum Martinique, and in particular the Trois Rivières range, offering the best bartenders from around the world of limitless creative possibilities.

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Gourmet

La cucina gourmet sbarca a Costa Rei by Bruno Petronilli

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Stefano Carta è giovane e appassionato. E’ un imprenditore sardo, come ce ne sono molti qui a Costa Rei, lembo incontaminato di una Sardegna che, per fortuna, non è ancora scesa a compromessi con le leggi di un business turistico a volte incontrollabile, quello capace di stravolgere identità, ricchezza culturale, tradizioni. Stefano sa distinguersi anche in un panorama apparentemente felice, quello di spiagge cristalline e acque pure, a una sessantina di chilometri da Cagliari. D’inverno a Costa Rei non c’è sostanzialmente nessuno. Poi d’estate ecco “l’invasione”, un assalto che comunque non si traduce mai in caos e isteria collettiva. Stefano, assieme alla sua famiglia, è proprietario di uno splendido complesso, l’Eos Village, una struttura che si dipana con mirabile discrezione fino al mare: piccoli edifici, esteticamente e perfettamente incastonati nel paesaggio sardo, dotati di una raffinata sobrietà come simbolo di rispetto e reverenza per il luogo e per la natura. E se fino a qui sembra non esserci nessuna novità di rilievo, qualcosa di completamente diverso, in effetti, c’è. Stefano Carta non è un tipo che sa accontentarsi e dopo un decennio a rafforzare l’attività turistica ha virato decisamente verso una qualità che è raro incontrare. Spesso in Sardegna (e non solo) si tende a cristallizzare l’offerta su un livello sufficiente solo a massimizzare una rendita di posizione oggettivamente vantaggiosa: nessuno sforzo oltre la norma è richiesto per ottenere la piena occupazione. Per Stefano e la sua famiglia non è così. La rivoluzione inizia l’anno scorso, quando chiama Fabio Groppi a coordinare l’attività ristorativa dell’Eos. Basta con buffet inconsistenti, infiniti, gastronomicamente improponibili e risibili. Qualità è la parola d’ordine, nella materia prima, nel servizio, nella cottura espressa dei piatti, nella linea di cucina: 350 persone, per tre volte al giorno, possono non rimpiangere di aver scelto un villaggio come meta di vacanza, almeno da un punto di vista strettamente culinario. Lo Chef ha avuto il suo bel da fare per guidare decine di collaboratori, per mettere a punto una macchina imponente, per dichiarare la fine della triste ristorazione dei villaggi turistici. Fabio Groppi, esperienze trascorse a La Gana in Val Badia e alla corte di Norbert Niederkofler, ci è riuscito, la scommessa è vinta. Ma come dicevamo Stefano Carta non ama sedersi sugli allori: quest’anno un’altra sfida, portare la cucina gourmet nel cuore di Costa Rei.

Stefano Carta is young and passionate. It 'a Sardinian entrepreneur, like so many here in Costa Rei, a pristine stretch of Sardinia which, fortunately, is not compromised with the laws of a tourism business at times uncontrollable, capable of upsetting the identity, wealth cultural traditions. Stefano knows how to stand out even in a seemingly happy landscape, to beaches and crystal clear waters as well, about sixty kilometers from Cagliari. In winter in Costa Rei there is essentially none. Then in the summer here is the "invasion", an assault which however never leads to chaos and hysteria. Stephen, with his family, owns a beautiful complex, Eos Village, a structure that unfolds with admirable discretion to the sea: small buildings, aesthetically and perfectly embedded in the Sardinian landscape, with a refined sobriety as a symbol of respect and reverence for the place and for nature. And if up to here seems to be no significant new, something completely different, in fact, there is. Stefano Carta is not a guy who knows how to settle and after a decade to strengthen the tourist activity has turned decisively towards a quality that is rare to encounter. Often in Sardinia (and not only) we tend to crystallize the offer of a level sufficient only to maximize an objectively advantageous advantageous position: no effort beyond the norm is required to achieve full employment. For Stefano and his family is not. The revolution began last year, when he calls Fabio Groppi coordinate the activity options at Eos. Enough inconsistent buffet, endless, gastronomically preposterous and laughable. Quality is the watchword, in the raw material, in the service, expressed in the cooking of the dishes in the kitchen line: 350 people, three times a day, can not regret choosing this resort as their holiday destination, at least a strictly culinary point of view. The Chef had its work cut out to drive dozens of collaborators, to develop an impressive machine, to declare the end of the sad restoration of the tourist villages. Fabio Groppi, past experiences in La Gana in Val Badia and the court of Norbert Niederkofler, he succeeded, the bet is won. But as we said Stefano Carta does not like to sit on our laurels this year another challenge, bring the gourmet cuisine in the heart of Costa Rei. L'Escargot is a few minutes dall'Eos. By anonymous pizze-

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ria it became a place of great charm and exquisite hospitality. The large terrace which hits the beach, a service of the highest level, but accessible to all. You arrive in the morning, you can enjoy a wonderful breakfast, a dip in the sun and in the sea. Then a light lunch of quality, which comes directly under the umbrella. Stephen wanted the gourmet restaurant. And he got it of course. Chef Fabio Groppi, perhaps equipped with the gift of ubiquity, the evening flies dall'Eos all'Escargot. Here, in a bright and linear environment, it gives vent to his creativity. Authentic cuisine, which slips over the precious nooks of the local gastronomic tradition, which tells the Sardinian identity with an elegant vocabulary, balanced, researched. Every taste stood out, never to be over the top, to show clarity, lucidity and charisma. The tasting menu at 50 euros ( "Instinctive" - 4 courses) and 70 Euro ( "Water and Sand" - 6 courses) demonstrate the validity of a project and a common sensibility that knows earn admiration and acclaim. In the hall there is Nicola Mascarello, which began to build with patience a wine list that promises will soon be at the level of the kitchen. Although to many the Escargot may seem a point of arrival, for us is a starting point. The margins of improvement are all there. Stefano Carta smiles. After the inauguration of the "gourmet restaurant" happiness only he manages to mitigate an obvious and understandable physical fatigue. Comforted him, we're just at the beginning of the season. But he is well aware.

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L’Escargot si trova a pochi minuti dall’Eos. Da anonima pizzeria si è trasformata in un luogo di grande fascino e squisita accoglienza. L’ampia terrazza che lambisce la spiaggia, un servizio di altissimo livello, accessibile però a tutti. Si arriva la mattina, ci si gode una meravigliosa colazione, un tuffo nel sole e nel mare. Poi un pranzo leggero di qualità, che arriva direttamente sotto l’ombrellone. Stefano voleva il ristorante gourmet. E l’ha ottenuto ovviamente. Chef Fabio Groppi, forse dotato del dono dell’ubiquità, la sera vola dall’Eos all’Escargot. Qui, in un ambiente luminoso e lineare, dà sfogo alla sua creatività. Una cucina autentica, che s’infila negli anfratti preziosi della tradizione gastronomica locale, che racconta l’identità sarda con un lessico elegante, equilibrato, ricercato. Ogni assaggio si è distinto per non essere mai sopra le righe, per dimostrare chiarezza, lucidità e carisma. I Menù degustazione a 50 Euro (“Istintivo” - 4 portate) e a 70 Euro (“Acqua e Sabbia” - 6 portate) dimostrano la validità di un progetto e di una sensibilità comune che sanno guadagnarsi ammirazione e consensi. In sala c’è Nicola Mascarello, che ha iniziato a costruire con pazienza una carta dei vini che promette sarà presto al livello della cucina. Anche se a molti l’Escargot può sembrare un punto di arrivo, per noi rappresenta un punto di partenza. I margini di miglioramento ci sono tutti. Stefano Carta sorride. Dopo l’inaugurazione del “suo ristorante gourmet” la felicità riesce solo a mitigare una stanchezza fisica evidente e comprensibile. Lo confortiamo, siamo solo a inizio stagione. Ma ne è perfettamente consan pevole.


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Gourmet

Enrico Bartolini: stile, perfezione e successo by Camilla Rocca

Enrico Bartolini has taken 37 years and we can not wait a few that twist by a chef who has earned his first Michelin star at age 29 and at 33 the second: the four-year interval must be respected. Steady and strong-willed as only an extremely ambitious person can be, Enrico Bartolini has been able to transform the termination of the contract of the restaurant Devero into an opportunity, moving inside the Mudec, the Museum of Cultures in Tortona in Milan and drawing it in his image and similarity. "I wanted to create an intimate atmosphere but at the same time bright where the linearity and the design became the hallmark of the restaurant. As the plates are due to my type of cuisine, so the restaurant would have to reflect my style and my idea of hospitality: imprinted on Made in Italy, but with an eye to internationalism ". The tasting menu are two paths of seven samples of classical and contemporary art: The Enrico Bartolini Classic 110 € excluding drinks (from oil and lime buttons to caciucco sauce and grilled octopus, the risotto and beetroot sauce the gorgonzola veal cheek with potatoes to grains of mustard seed the burned cream with cherries, meringues and frozen blueberries) and the be Contemporary to 160 € (unforgettable harlequin risotto, an explosion of flavors and colors on the canvas with risotto dish to be added in part, to complete the work). Only for lunch, a plate, a color for 45 € brushstroke, with the choice of an ingredient in season or a theme can be enjoyed surrounded by the installation of butterflies or suspended vertical forest. A combination of techniques, attention to presentation, scalability of tempe-

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Enrico Bartolini ha compiuto 37 anni e non ci si può che aspettare qualche colpo di scena da uno chef che ha conquistato la prima stella Michelin a 29 anni e a 33 la seconda: l’intervallo quadriennale deve essere rispettato. Costante e volitivo come solo una persona estremamente ambiziosa può essere, Enrico Bartolini ha saputo trasformare la disdetta del contratto del ristorante Devero in un’opportunità, spostandosi all’interno del Mudec, il Museo delle Culture in Tortona a Milano e disegnandolo a sua immagine e somiglianza. “Ho voluto creare un’atmosfera intima ma allo stesso tempo luminosa dove la linearità e il design diventassero il tratto distintivo del ristorante. Come i piatti sono riconducibili alla mia linea di cucina, così il ristorante avrebbe dovuto rispecchiare il mio stile e la mia idea di hospitality: improntato sul made in italy ma strizzando l’occhio all’internazionalità”. I menu degustazione sono due percorsi di sette assaggi tra arte classica e contemporanea: I Classici di Enrico Bartolini a 110€ escluse le bevande (dai bottoni di olio e lime al sugo di caciucco e polpo alla brace, dal risotto alle rape rosse e salsa al gorgonzola alla guancia di vitello con patate ai grani di senape alla crema bruciata con ciliege, meringhe e mirtilli ghiacciati) e il Be Contemporary a 160€ (indimenticabile il risotto arlecchino, un’esplosione di sapori e colori sulla tela del piatto con risotto da aggiungere a parte, per completare l’opera). Solo per il pranzo, un piatto, una pennellata di colore per 45€, con la scelta di un ingrediente di stagione o di un tema, da gustare attorniati dall'installazione di farfalle o dal bosco verticale sospeso. Un connubio di tecniche, attenzione alla presentazione, scalabilità di temperature e


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consistenze, la classicità e la raffinatezza francese de Le Grand Restaurant e una squadra già collaudata e vincente, con il sous chef Remo Capitaneo in cucina e Sebastien Ferrara in sala. Non è la dinamicità né la creatività che rende vincenti, anche a livello imprenditoriale, le scelte di Enrico Bartolini, ma l'intelligenza di valutare situazioni e opportunità e non spingersi mai oltre i limiti, anche di gusto, dote rara che lo ha consacrato da subito nel gotha della ristorazione italiana. Mentre il ristorante Enrico Bartolini al Mudec rappresenta la continuità, la nuova sfida, calcolata, è il ristorante Casual a Bergamo, dove lo chef ha abbassato i prezzi per “dare un segno ai ristoranti gourmet e raggiungere un target più allargato, senza essere un bistrot”, la sua visione di tradizione con occhi da innovatore in carta, interpretata dal giovane Cristopher Carraro, già a Villa Crespi, e Marco Locatelli in sala, con due menu ̀ degustazione, a 45€ con un’impronta piu ̀ classica e a 70€ per una proposta di pesce, piatti singoli da 10 a 35€ e tutti vini sotto i 30€. Ma in ottica imprenditoriale “il Casual ha un'ampia terrazza su Bergamo che potrà essere utilizzata per eventi”. Infine l'accordo con Carmen Moretti e Martino De Rosa per la gestione del ristorante La Villa e della Trattoria a L’Andana, l'Hotel&Spa resort di Castiglione della Pescaia, dove il resident chef Marco Ortolani proporrà le tradizioni del territorio in prospettiva bartoliniana con contorno di travi, mattoni a vista, camino e pavimento in cotto. Quali sono i piani per i prossimi quattro anni? Dopo le consulenze per la società di investimenti Skelmore a Dubai è arrivato il mon mento di Abu Dhabi.

ratures and textures, classicism and French sophistication of Le Grand Restaurant and an already proven and successful team, with the sous chef Remo Capitaneo Sebastien Ferrara in the kitchen and in the dining room. It is the dynamism or creativity that makes winning even at company level, the Enrico Bartolini choices, but intelligence to assess situations and opportunities, and never push the boundaries, also of taste, rare gift that sanctified him from once the elite of Italian restaurants. While Enrico Bartolini restaurant Mudec represents continuity, the new challenge, calculated, is the casual restaurant in Bergamo, where the chef has lowered prices to "give a sign to gourmet restaurants and reach a wider audience, without being a bistro ", his vision of tradition with eyes innovator in paper, interpreted by the young Cristopher Carraro, already at Villa Crespi, and Marco Locatelli in the room, with two tasting menu at 45 € with a footprint more classic and 70 € for a proposal fish, individual plates 10 to 35

€ and all wines under 30 €. Casual but has a large terrace of Bergamo in an entrepreneurial perspective "that can be used for events." Finally, the agreement with Carmen Moretti and Martino De Rosa for the management of the restaurant La Villa and Trattoria L'Andana, Hotel & Spa resort of Castiglione della Pescaia, where the resident chef Marco Ortolani propose the traditions of the territory in perspective with Bartolini boundary beams, exposed brick, fireplace and tiled floor. What are the plans for the next four years? After consulting for the Skelmore investment company in Dubai is the time of Abu Dhabi.

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Gourmet

Kandinsky in Limited Edition per Allegrini by Chiara Giovoni

The art-wine pairing is nothing new in the house Allegrini, a name among the most important Italian wine for the ability of this company to be familiar with and cosmopolitan. That Allegrini is undoubtedly a case history of winemaking excellence, to the enviable ability of this company in becoming bearer of beauty and goodness of its territory, a place mentioned for the quality of its wines since the time of Catullus. Firmly rooted in the Valpolicella Classico region, in the village of Fumane called Corte Giara between Verona and Lake Garda, one of Allegrini, however, is above all a beautiful family history, began in the world of agriculture Venetian least three centuries ago, but was founded as a company in 1854 when it already had about twenty hectares of vineyard, to get to forty at the beginning '900 with Valentino Allegrini and its forward-looking and practical wife Catherine Fantin. The first real important moment for the company, however, is the second post-war period, when Francis but especially his brother John - the father of Marilisa, the current president of the energetic Allegrini Group - it will upset the destiny. Begins the marketing of the wine in the bottle and experiments in the cellar on some varieties, such as Corvina, native grape of Valpolicella identity. If the days of ancient Rome in fact the most expensive wine of the territory was the Recioto produced from grapes harvested between late September and October and then stored in crates in ventilated big rooms to dry for over three months before pressarne the sweet concentrated juice - what which today is the symbol of Valpolicella, Amarone, it was still an "unexpected".

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Il binomio arte-vino non è certo una novità in casa Allegrini, un nome tra i più importanti del vino italiano per la capacità di questa azienda di essere insieme familiare e cosmopolita. Quella di Allegrini è senza dubbio alcuno una case history di eccellenza enologica, per l’invidiabile capacità di questa azienda nel farsi portabandiera del bello e del buono del suo territorio, un luogo citato per la qualità dei suoi vini fin dai tempi di Catullo. Saldamente radicata nella Valpolicella Classica, nella località di Fumane chiamata Corte Giara tra Verona e il Lago di Garda, quella di Allegrini è però soprattutto una bella storia di famiglia, iniziata nel mondo dell’agricoltura veneta almeno tre secoli fa, ma fondata come azienda nel 1854 quando vantava già una ventina di ettari di vigna, per arrivare a quaranta a inizio ‘900 con Valentino Allegrini e la sua lungimirante e pratica moglie Caterina Fantin. Il primo vero momento importante per l’azienda è però il secondo dopoguerra, quando Francesco ma soprattutto suo fratello Giovanni – il padre di Marilisa, l’attuale energica presidente del Gruppo Allegrini - ne stravolgerà il destino. Inizia la commercializzazione del vino in bottiglia e la sperimentazione in cantina su alcuni varietali, come la Corvina, vitigno autoctono identitario della Valpolicella. Se dai tempi dell’antica Roma infatti il vino più pregiato del territorio era il Recioto - prodotto da grappoli vendemmiati tra fine settembre e ottobre e poi riposti in cassette in stanzoni ventilati ad appassire per oltre 3 mesi prima di pressarne il dolcissimo succo concentrato – quello che oggi è il simbolo della Valpolicella, l’Amarone, era ancora un “imprevisto”. Avveniva infatti che a volte le uve in appassimento fer-


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mentavano completamente e che con la trasformazione degli zuccheri il vino prodotto risultasse più amaro. Così si narra che la nascita dell’Amarone fu legata ad eventi fortuiti osservati nelle annate più fredde e sistematizzati da viticultori dal savoir-faire particolarmente spiccato, in grado di anticipare il gusto futuro dei consumatori. Per governare la maturazione delle uve Giovanni, sceglie i vigneti di collina della Valpolicella cosiddetta “Classica” più a nord, dove i filari appoggiati su terrazzamenti delimitati da muretti a secco hanno un fascino ancora immutato. Nascono così i “Cru” vigne di grande potenziale espressivo da cui viene prodotto un singolo vino, e prendono vita etichette divenute ormai leggendarie: La Grola, la Poja e Palazzo della Torre. E torniamo all’arte, perché quest’ultimo vino prende il nome dalla splendida Villa della Torre, una delle più belle dimore italiane, la cui costruzione risale in parte al 300 per essere ultimata nel 1560, e oggi ristrutturata in tutti i suoi meravigliosi dettagli per l’hospitality di lusso. Questo progetto di recupero, è superfluo dirlo, è stato volontà di Marilisa Allegrini, una donna dalla tenacia e dalla capacità imprenditoriale emozionante, che ha saputo portare l’azienda di famiglia verso l’internazionalizzazione, aprendola al mondo sia con l’Export che con le relazioni. Da quando ha affiancato i fratelli Marco e Walter, Allegrini ha raggiunto preziosi traguardi, non solo in termini di premi e riconoscimenti, ma diventando un punto di riferimento del Made in Italy di grande qualità. Da questa sua apertura al mondo nasce il desiderio di creare un progetto ambizioso a livello artistico per la Limited Edition della Grola, un’etichetta che aveva visto già gli importanti contributi di Milo Manara, Athos Faccincani e Arthur Duff. La Grola è stato il primo Cru di collina acquistato da Giovanni Allegrini nel 1979, l’emblema della rivoluzione viticola della Valpolicella, e il progetto legato all’arte è nato con la vendemmia 2010 per enfatizzarne l’importanza, rendendo questo vino ancor più unico ogni anno. Dopo molti artisti contemporanei, grazie ad un Protocollo d’Intesa firmato tra Allegrini e l’Hermitage, si è presentata la possibilità di scegliere un quadro di Kandinsky per la Limited Edition 2013. La Grola 2013 è il risultato straordinario dell’incontro di due grandi personalità, frutto e nervo acido per la Corvina e intensità del colore e corpo per l’Oseleta, esaltati dal terroir di una collina unica dall’ottima esposizione. Un rosso di grande eleganza e armonia, raffinato e capace di evolvere nel tempo, che in occasione del 150esimo anniversario dalla nascita dell’artista russo Kandinsky, si adorna con il dipinto del 1913 Composition VI. Un vino unico e straordin nario diventa così una meravigliosa opera d’arte da collezione.

It happened fact that sometimes withering grapes fermented completely and with the transformation of sugars produced wine proves more bitter. So it is said that the birth of Amarone was tied to fortuitous events observed in the cooler vintages and systematized by winemakers from the savoir-faire particularly strong, able to anticipate future consumer taste. To govern the maturation of the grapes Giovanni, chooses the vineyards of the Valpolicella hills so-called "Classical" further north, where rows resting on terraces bordered by stone walls have an unchanging fascination. This is how the "Cru" vineyards of great expressive potential from which a single wine is produced, and come to life now become legendary labels: The Grola, the Poja and Palazzo della Torre. And let's go back to art, because this wine takes its name from the beautiful Villa della Torre, one of the most beautiful Italian mansion, which was built in part to 300 to be completed in 1560, and now restored in all its wonderful details for luxury hotels and resorts. This restoration project, needless to say, it was the will of Marilisa Allegrini, a woman by the tenacity and exciting entrepreneurial capacity, which has been able to lead the family business towards internationalization, opening it to the world with both the Export and with relations. Since he joined the brothers Mark and Walter, Allegrini has reached valuable achievements, not only in terms of awards and accolades, but becoming a benchmark of high quality Made in Italy. From its opening to the world it is born the desire to create an ambitious project on an artistic level for the Limited Edition of Grola, a label that had already seen the important contributions of Milo Manara, Athos Faccincani and Arthur Duff. The Grola was the first Cru hill bought by Giovanni Allegrini in 1979, the emblem of the wine revolution of Valpolicella, and the project related to art was born with the 2010 harvest to emphasize the importance, making this even more unique wine every year. After many contemporary artists, thanks to a Memorandum of Understanding signed between Allegrini and the Hermitage, presented the opportunity to choose a painting by Kandinsky for the Limited Edition 2013. The Grola 2013 it is the extraordinary result of two large meeting personality, the fruit and acid nerve for the Corvina and intensity of color and body to Oseleta, enhanced by a unique terroir of the hill by the excellent exposure. A red wine of great elegance and harmony, refined and capable of evolving over time, that on the 150th anniversary of the Russian artist Kandinsky birth, is adorned with a painting of 1913 Composition VI. A unique wine and extraordinary becomes a wonderful work of art collector.

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Gourmet

4 generazioni di bollicine by Luca Bonacini

It 'a fresco of the great wine of the world catalog of Premiere Italy, obtained through years of painstaking work of scouting, looking for valuable maison, as De Venoge, Pierre Legras, Erick Schreiber, Lagille, beautiful stories of wine and men , totally devoted to the countryside and to grapes, human stories to tell, to taste, to live. Companies married to the territory with which to establish a relationship of trust, the fact of esteem and deep knowledge of wines, terroir, corporate histories, and give way to an enhancement of brand almost unknown in some cases, reaching the most important clubs in the Peninsula. A profession in which Alexander Federzoni general manager of Premiere Italy, commercial high-profile specialized in Italian and French sparkling wine, arrived taking the baton from his father Mario. "He started my grandfather to select wines, champagnes, spirits and to trade them. My father Mario, and for some years I have only put so much passion and continued in the path indicated by him, "says Alessandro Federzoni degree in Economics with a Masters in Marketing and Communication at UCLA University of California.

What has brought you to the world of champagne? "My passion for bubbles starts from Modena, my city, here we are uncorked every day thousands of effervescent lambrusco wine bottles, and depart million boxes for the five continents. At eighteen, I realized that I would do this work, at a dinner at Stella d'Oro in Soragna, with important customers of the restaurant world, where everyone traditionally wore some special cuvee champagne, sampled over and over maison, each with features and fascinating stories. "

As you become experienced in bubbles? "You begin to see, first one, two, ten, a hundred manufacturers, and

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E’ un affresco della grande enologia del mondo il catalogo di Première Italia, ottenuto in anni di scrupoloso lavoro di scouting, alla ricerca di maison di pregio, come De Venoge, Pierre legras, Erick Schreiber, Lagille, storie bellissime di vino e di uomini, totalmente votati alla campagna e all’uva, vicende umane da raccontare, da assaggiare, da vivere. Aziende sposate al territorio con le quali instaurare un rapporto fiduciario, fatto di stima e di profonda conoscenza dei vini, dei terroir, delle storie aziendali, e dare il via a una valorizzazione di brand in alcuni casi pressoché ignoti, raggiungendo i più importanti locali della Penisola. Una professione a cui Alessandro Federzoni general manager di Première Italia, commerciale di alto profilo specializzata in bollicine italiane e francesi, è arrivato prendendo il testimone dal padre Mario. “Ha iniziato mio nonno a selezionare vini, champagne, liquori e a commerciarli. Mio padre Mario e da alcuni anni io, abbiamo solamente messo tanta passione e continuato nella strada indicata da lui”, racconta Alessandro Federzoni, laureato in Economia e Commercio con un master in Marketing e Comunication alla UCLA University of California. Cosa ti ha avvicinato al mondo dello champagne? “La mia passione per le bollicine inizia da Modena, la mia città, qui vengono stappate ogni giorno migliaia di bottiglie dell’effervescente lambrusco, e partono milioni di casse per i cinque continenti. A diciotto anni, ho capito che avrei fatto questo lavoro, a una cena alla Stella d’Oro di Soragna, con clienti importanti del mondo della ristorazione, dove ognuno da tradizione portava alcune speciali cuvèe di champagne, assaggiai più e più maison, ognuna con caratteristiche e storie affascinanti”. Come si diventa esperti in bollicine? “Cominci a visitare, prima una, due, dieci, cento aziende produttrici, e ti ap-


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passioni alle loro storie, alla loro filosofia di vita e ai prodotti straordinari di incredibili vigneron, che a costo di notti insonni, e di condizioni atmosferiche avverse, riescono a portare nella bottiglia, con risultati sempre stupefacenti”.

passionate you their stories, their philosophy of life and the incredi-

Quali sono stati i tuoi punti di riferimento in questo apprendistato? “La vicinanza a mio padre, che è stato per lunghi anni direttore generale di una grande azienda di vino, e Gilles de la Bassetier presidente di De Venoge, a 22 anni rimasi per un mese intero di fianco a lui, seguendolo nel periodo caldo della vendemmia”.

What were your reference points in this apprenticeship?

Ci sono testi sacri, da leggere assolutamente per avvicinarsi allo champagne? “E’ inevitabile che la passione all’argomento ti avvicini a buone letture, ho letto una cinquantina di testi specifici sullo Champagne e sulle bollicine, ma uno in particolare mi ha davvero aperto la mente, “4.000 Champagne di Richard Juhlin”, un testo monumentale di uno svedese dallo straordinario palato. La prima edizione era “1.000 Champagne”, poi l’autore ha continuato nella sua ricerca aggiornando volta volta la pubblicazione, ora è uscito “11.000 Champagne”. Suolo, sottosuolo, uve, produttori, di un territorio dove si producono quelle tre uve da almeno mille anni, un eldorado quotato circa 2milioni di € all’ettaro.

There are sacred texts, read them to get closer to champagne?

Come si diventa importatori? “Occorrono un progetto, una rete commerciale che va alimentata con momenti formazione e produttori di pregio. Un circuito virtuoso che funziona se ci si posiziona su un segmento ben riconoscibile, nel nostro caso le bollicine. Oggi abbiamo 70 agenti che coprono la Penisola dall’Alto Adige alla n Sicilia.

As you become importers?

ble vigneron extraordinary products, which at the cost of sleepless nights, and adverse weather conditions, they to bring in the bottle, always with amazing results. "

"The proximity to my father, who was for many years general manager of a large wine company, and Gilles de la Bassetier President of De Venoge, at 22 years I remained for a whole month beside him, following him in the warm period of the harvest ".

"It 's inevitable that the topic passion you approach well-read, I read about fifty specific texts on the Champagne and sparkling wines, but one in particular has really opened my mind," Richard Juhlin Champagne 4000, "a text monumental of a Swede with an extraordinary palate. The first edition was "1000 Champagne", then the author has continued in his quest by updating once again the publication, is now released "11,000 Champagne." Soil, subsoil, grape producers, in a territory where they produce the grapes for at least three thousand years, an Eldorado quoted around € 2 million per hectare.

"We need a project, a commercial network that needs great moments training and valuable producers. A virtuous circle that works if you stand on a recognizable segment, in our case the bubbles. Today we have 70 agents covering the Peninsula from Alto Adige to Sicily.

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Gourmet

by Bruno Petronilli

Amorim e il tappo perfetto Amorim Cork Italy is the protagonist of absolute innovation: offering its customers natural cork stoppers with the guarantee of TCA undetectable * thank NDtech®, individual quality control technology, alongside the Portuguese group to which it belongs. A real revolution, NDtech® is in fact the only technology being validated by two of the world leaders in the wine world research: Germany's Geisenheim University and The Australian Wine Research Institute (AWRI). A certification process that will soon be validated, in an increasingly independent, also from other important institutions of the sector. The NDtech® demand is exponential in the world: the wineries can now count on an excellent cap as always, and most importantly guaranteed. A success since its launch, the first orders in fact affecting, even now, six countries: Italy in the first place, followed by France, Spain, Portugal, USA and Germany. This world premiere makes total quality control measures Amorim for the high-precision screening of individual corks, as to remove the contaminated spare parts trichloroanisole (TCA) before they enter the production chain. The technological advances manages to detect the presence of a molecule with a degree of 0.5 nanograms of TCA per liter (parts per trillion) and automatically remove the offending caps. The level of precision required to meet this standard is amazing on an industrial scale, if it is considered that the 0.5 nanograms / liter of detection threshold is the equivalent of a drop of water in 800 Olympic swimming pools. Another unique factor is the speed: NDtech® is the last step towards the realization of a flash chromatography system without precedent, that is able to analyze each piece in a few seconds

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Amorim Cork Italia è protagonista di un’innovazione assoluta: offre ai suoi clienti tappi in sughero naturale con la garanzia di TCA non rilevabile* grazie a NDtech®, tecnologia di controllo qualità individuale, al fianco del gruppo portoghese di cui fa parte. Una rivoluzione vera e propria, NDtech® è infatti l'unica tecnologia in fase di validazione da parte di due dei leader mondiali nella ricerca del mondo enologico: la tedesca Geisenheim University e The Australian Wine Research Institute (AWRI). Un processo di certificazione che a breve verrà convalidato, in maniera sempre indipendente, anche da altri importanti istituti di settore. La richiesta di NDtech® è esponenziale in tutto il mondo: le cantine possono ora contare su un tappo eccellente come sempre e per di più garantito. Un successo fin dal lancio, i primi ordini interessano infatti, già ora, ben sei Paesi: l'Italia in primis, seguita da Francia, Spagna, Portogallo, USA e Germania. Questa anteprima mondiale rende totali le misure di controllo qualità Amorim per lo screening ad alta precisione dei singoli tappi di sughero, tale da eliminare i pezzi contaminati da tricloroanisolo (TCA) prima che entrino nella catena produttiva. L’avanguardia tecnologica riesce a rilevare la presenza di una molecola con un grado di 0,5 nanogrammi di TCA per litro (parti per trilione) e rimuovere automaticamente i tappi incriminati. Il livello di precisione necessario per soddisfare questo standard su scala industriale è stupefacente, se si considera che la soglia di rilevamento di 0,5 nanogrammi/litro è l'equivalente di una goccia d'acqua in 800 piscine olimpioniche. Altro fattore esclusivo è la velocità: NDtech® è l’ultimo passo verso la realizzazione di un sistema di cromatografia rapida senza precedenti, che riesce ad analizzare ogni singolo pezzo in pochi secondi superando ogni re-


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cord delle macchine esistenti, quando l'esame gascromatografico durava fino a 14 minuti, rendendo impossibile l'utilizzo sulle linee di produzione. L’azienda raggiunge così una performance sensoriale inedita, ottenendo un risultato che nessun produttore di tappi in sughero naturale è mai riuscito a raggiungere: le cantine potranno usare le chiusure Amorim con un livello di garanzia senza precedenti. Una rivoluzione industriale e tecnologica internazionale per il packaging del vino, da parte di chi da sempre sceglie di applicare le più avanzate avanguardie a un elemento naturale e meritevole di tutto rispetto, in ogni singolo dettaglio: il sughero. L’innovazione sarà inizialmente applicata alle chiusure utilizzate da alcuni tra i più importanti marchi del vino al mondo. Le cantine italiane sono state tra le prime a essere interessate all’acquisto dei tappi sottoposti alla tecnologia NDtech®. Carlos Santos, a.d. di Amorim Cork Italia afferma a tal proposito: “Questa tecnologia innovativa presenta l'opportunità di sfruttare i vantaggi esclusivi del sughero naturale sostenibile, sapendo che Amorim ha esaminato e garantisce ogni singolo tappo”. Il sistema NDtech® ha richiesto cinque anni e 10.000.000 di euro in investimenti in ricerca e sviluppo da parte di Amorim, oltre ad una partnership con una società britannica specializzata in gascromatografia. “Amorim negli ultimi cinque anni ha registrato una crescita fenomenale della domanda di tappi in sughero naturali, con una richiesta annua che è passata da 3 miliardi a più di 4 miliardi di pezzi", ha detto Antonio Amorim presidente e amministratore delegato Amorim Group, che aggiunge: “Ora, con NDtech®, siamo riusciti a superarci, rendendo se possibile ancora migliore la più eccellente chiusura per vino al n mondo”.

each record surpassing the existing machines, when the gas chromatographic examination lasted until 14 minutes, making it impossible to use on the production lines. The company thus reached an unprecedented sensory performance, achieving a result that no natural cork producer has ever managed to achieve: the wineries may use Amorim closures with an unprecedented level of assurance. An international industrial and technological revolution for the wine packaging, from those who always choose to apply the most advanced vanguard of a natural element and deserving of respect, in every detail: the cork. Innovation will initially be applied to the closures used by some of the foremost brands of wine in the world. Italian wineries have been among the first to be interested in purchasing the caps subjected to NDtech® technology. Carlos Santos, a.d. Amorim Cork Italy says in this regard: "This innovative technology presents the opportunity to leverage the unique benefits of sustainable natural cork, knowing that Amorim has reviewed and ensures every single cap." The NDtech® system took five years and 10,000,000 euro in investments in research and development by Amorim, in addition to a partnership with a British company specializing in gas chromatography. "Amorim last five years has seen phenomenal growth in demand for natural cork stoppers, with an annual demand has risen from 3 billion to over 4 billion pieces," said Antonio Amorim chairman and CEO Amorim Group, which he adds: "Now, with NDtech®, we were able to surpass, making if possible even better the more excellent closure for wine in the world."

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Gourmet

Torrefazione Dubbini: affinità elettive in Pasticceria For the first time in Italy Diemme Spa, an historic coffee-roasting company founded in Padua in 1927, is dedicating its finest range to the world of pâtisserie; a world where qualities such as creativity and technique, experience and innovation, a deep understanding of the raw materials and aesthetic sensitivity live side by side. It shares these qualities with Diemme, a company that has been guided by three generations of the Dubbini family with an entrepreneurial spirit but without sacrificing the dedication typical to an artisan craft. The range, already on offer in prestigious venues such as the celebrated Pasticceria G. Cova in Milan, is called Torrefazione Dubbini and its prime coffee blend is Caffè Superiore. According to the philosophy of the gourmet brand, it takes more than an ordinary blend to create the bond between the coffee ritual and the sweetness of the finest hand made pâtisserie: a blend with a sensory profile that is carefully studied at the time of its selection in the field and during the balancing of its mono-origin coffees. These have unique sensory stimulating properties, thanks to their cultivation methods, processing transport and roasting. At the Diemme laboratory in Italy five prestigious single-origin coffees from three continents (Ethiopia, Mexico, Costa Rica, and India) are united into a sophisticated blend after they passed the frequent, strict quality controls. The result is a blend of sweet yet balanced notes and a low acidity and in addition there are intense notes of aromatic flowers, fruits, spices, cocoa and grains. The ambition of the Dubbini brothers is to make Caffè Superiore much more than just a coffee: it is an invitation to take time and awaken the senses, discover the wisdom in its careful blending and its surprising affinity with the creations of Master Pâtisserie Chefs. The dream that is Caffè Superiore comes to life in a corner of a pâtisserie shop, in a cup full of hazel brown dense cream. It is richly flavoured without being overpowering and has a full velvety body enhanced with milk to be enjoyed together with light brioches, delicate creamy desserts or with small pastry masterpieces and unique pralines.

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Per la prima volta in Italia una torrefazione storica – la Diemme Spa, fondata a Padova nel 1927 – dedica la sua gamma di eccellenza al mondo della pasticceria; un mondo in cui convivono creatività e tecnica, esperienza e innovazione, conoscenza della materia prima e ricerca estetica, e che proprio per questo ha molto da condividere con l’azienda Diemme, guidata da tre generazioni dalla famiglia Dubbini, con spirito imprenditoriale e allo stesso tempo con la dedizione tipica dell’artigiano. La gamma, già presente in prestigiosi locali come la celebre Pasticceria G. Cova di Milano, non a caso si chiama Torrefazione Dubbini e la sua miscela di punta Caffè Superiore. Secondo la filosofia del marchio gourmet, a suggellare l’incontro tra il rito del caffè e quello del dolce di pasticceria artigianale non può essere una miscela qualunque, ma piuttosto studiata nel profilo sensoriale, fin dalla selezione in campo e dal bilanciamento di monorigini di caffè uniche per le caratteristiche organolettiche, il metodo di coltivazione, trattamento, trasporto e tostatura. È così che in Italia, nel laboratorio della Diemme, cinque pregiate monorigini di tre diversi continenti (Etiopia, Messico, Brasile, Costa Rica e India), sottoposte a regolari e scrupolosi controlli di qualità, sono state unite in un blend raffinato, dai toni dolci ed equilibrati, in cui alla bassa acidità si aggiungono intense note aromatiche di fiori, frutti, spezie, cacao e cereali. Nell’ambizione dei fratelli Dubbini, Caffè Superiore è molto più di un caffè: è un invito alla riconquista del proprio tempo e delle proprie sensazioni, la scoperta di un viaggio e di un sapere che si manifesta attraverso la cura e l’affinità sorprendente con le creazioni dei Maestri Pasticceri. Il sogno di Caffè Superiore prende quindi vita in un angolo di pasticceria, in una tazza dalla crema densa color nocciola, dal sapore ricco e non invasivo, dal corpo pieno e vellutato, che si esalta nell’incontro con il latte e ben si presta alla degustazione in abbinamento ai lievitati sfogliati, ai delicati dessert al cucchiaio, o ancora ai piccoli capolavori n mignon e alla pralineria.


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© Photo by Christian Algranati

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Via Bertani, 16 - Phone +39 0233605057 - www.piscomilano.com


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d&g Patisserie a Padova

Gourmet

by Luca Bonacini La pasticceria d&g di Selvazzano Dentro, a pochi chilometri dal centro di Padova, ha ampi spazi, arredi design e glamour, e una lunga vetrina piena di raffinate preparazioni. Una filosofia, connotata fin dal primo giorno di apertura nel 2006 da Denis Dianin, maestro pasticcere Ampi, a cui nel 2008 si è unito Andrea Valentinetti con esperienze al Peck di Milano e tre anni al ristorante Le Calandre dei fratelli Alajmo. Tra i cavalli di battaglia la Millefoglie classica oppure creativa con mascarpone e lamponi, preparate al momento; la Linzer rivisitata; la Pere e cioccolato; la Surprise; la Tahiti, una bavarese alla vaniglia, con spuma di pistacchio di Bronte e miele di Corbezzolo; i grandi lievitati anche in vasocottura, che hanno fruttato il primo posto nella classifica dei panettoni creativi del Gambero Rosso 2016. Le esecuzioni e le tecniche sono sopraffine e mai eccessive, mentre l’attenzione all’estetica è di grande impatto, sempre supportata da equilibri sapienti nel bilanciamento degli ingredienti, delle consistenze e nell’ordito degli aromi. Tutto è stagionalità nella produzione quotidiana a partire dalle oltre venti brioches della colazione, alle altrettante torte sempre presenti, alla piccola e preziosa pasticceria, ai macaron, alla biscotteria, e anche alle numerose specialità salate. Una pasticceria che a mezzogiorno diventa anche ristorantino, dove si può pranzare o gustare un brunch rivisitato, un piccolo e prezioso momento di cultura eno gastronomica nel quale è d’obbligo affidarsi ciecamente allo chef. Delizioso l’uovo agli asparagi in cocotte; le patate bollite con crema acida e spuma di Asiago pressato mezzano; l’insalatina di erbe aromatiche; il goloso croque madame con salmone selvaggio; il formaggio ubriaco e l’erborinato con composte di frutta; a cui abbinare un centrifugato di ananas, passion fruit, mango e successivamente una tisana all’ananas, (oppure un calice di bollicine dall’estesa cantina con oltre 200 etichette), per poi proseguire con una creme brulè, i macaron, la Linzer rivisitata, e i frutti di bosco al naturale. Un vero e proprio laboratorio dove oltre a dolci straordinari prendono vita nuovi progetti, come l’esperienza di una pasticceria a Kuala Lampur appena conclusa, l’acquisizione dell’Hotel Biri a Padova, e a breve un ristorante a Prato della Valle, nel cuore pulsante di Padova. n www.degpatisserie.it/

The d & g pastry Selvazzano Inside, a few kilometers from the center of Padua, has plenty of space, furniture design and glamor, and a long display case full of refined preparations. A philosophy, characterized from the first opening day in 2006 by Denis Dianin, pastry chef Large, who in 2008 joined Andrea Valentinetti with experiences to Peck in Milan and three years at the restaurant of Le Calandre Alajmo brothers. Among the flagships of the classic or creative millefeuille with mascarpone and raspberries, freshly prepared; the Linzer revisited; the pears and chocolate; the Surprise; Tahiti, a Bavarian vanilla, with Bronte pistachio mousse and honey Strawberry Tree; large leavened even vasocottura, yielding the top spot in the ranking of creative panettone Gambero Rosso 2016. Executions and techniques are superfine and never excessive, while attention to aesthetics is of great impact, always supported by balance wise in the balance of ingredients, textures and aromas in the warp. Everything is seasonality in daily production, building on over twenty brioches of the breakfast, the always present as many pies, the small, precious pastries, the macaron, the wares, and also to the many savory specialties. A pastry shop at midday becomes also small restaurant, where you can dine or enjoy a brunch revisited, a small and precious time to wine and gastronomic culture in which you must rely blindly on to the chef. Delicious egg with asparagus casserole; boiled potatoes with sour cream and mousse Asiago pimp; the salad of herbs; the delicious croque madame with wild salmon; the drunken cheese and blue cheese with fruit compotes; which combine a centrifuged pineapple, passion fruit, mango and pineapple then herbal tea, (or a glass of sparkling wines from the extensive wine cellar with over 200 labels), and continues with a creme brule, macaron, the Linzer revisited , and berries in brine. A real laboratory where besides extraordinary sweet new projects come to life, as the experience of a pastry shop in Kuala Lumpur recently concluded, the purchased Hotel Biri in Padua, and within a restaurant in Prato della Valle, in the beating heart Padua. www.degpatisserie.it/

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Gourmet

by Joseph Ralph Fraia

Ristorante “Il Riccio”

Quando si cammina per le strade dell'Upper East Side, è impossibile non notare come silenzioso, tranquillo ed elegante sia questo quartiere se paragonato a qualsiasi altra zona della città. I suoni sono ovattati, le vetrine dei negozi sono preparate con gusto raffinato e semplice, e i negozi locali sono principalmente boutique che sono qui da sempre; i "block" (i caratteristici perimetri di forma quadrata che raccolgono un gruppo di abitazioni in America NdR) in questa area sono notoriamente grandi, ecco perché è molto comune vedere un bar, un ristorante o un negozio che offre cibo e bevande ad ogni angolo: le persone qui semplicemente amano la loro routine quotidiana e si affezionano ai posti che conoscono meglio. Tra i ristoranti preferiti della raffinata clientela dell'Upper East Side sicuramente "Il Riccio" si differenzia come uno dei più amati, e - una volta che si è entrati sono immediatamente chiare le diverse regioni di tale reputazione: L'atmosfera accogliente e familiare, il personale ospitale e cordiale, i buoni e delicati aromi che provengono dalla cucina o - semplicemente – l’irresistibile entusiasmo di Carmine e Giovanni, i proprietari di questo gioiello di ristorante. Carmine, originario di Sorrento, dopo molti anni di esperienza come manager in diversi prestigiosi ristoranti, nel 1998 decide di iniziare la propria attività, un posto che gli potesse permettere di condividere e presentare le eccellenze della sua terra natale, la rinomata costiera amalfitana in Italia. Giovanni, originario di Furore (un grazioso paesino sulla costiera Amalfitana), proviene da una famiglia che ha una lunga tradizione e una profonda conoscenza del miglior cibo e vino della regione, grazie alla quale ha potuto apprendere la ricchezza e varietà dei prodotti della sua terra. Dopo il diploma all'istituto tecnico del turismo, si è trasferito a New York ed in seguito si è unito a Carmine nella gestione de "Il Riccio". Questo ristorante è diventato un punto di riferimento perché offre sia autentiche ricette tradizionali di Amalfi, sia piatti tipici italiani famosi in tutto il mondo, tutti preparati con ingredienti assolutamente freschi: gnocchi alla sorrentina, scialatielli, lasagna, tartare di tonno su carpaccio di branzino, calamari grigliati con carciofi e patate, pesce spada alla griglia o alla livornese, zuppa di pesce con crostini e, ultimo ma non meno importante, saltimbocca alla romana su letto di n spinaci. E allora cosa stai aspettando? Vienici a trovare.

When You walk around the Upper East Side Manhattan it is impossible not to notice how quiet, calm and elegant this neighborhood is in comparison with any other area of the City. Sounds are muffled, front-stores windows are fit with essential and refined taste, and local shops are mainly long-running boutiques; blocks in this area are notoriously huge, that’s why it is very common to see a food place, a bar or a restaurant at each corner of them: people here just love their daily routine and to get affectionate to the places they know the best. Among the favorite restaurants of the refined clientele of the Upper East Side surely “Il Riccio” stands off as one of the most beloved one, and - once you walk in it – are immediately clear the many reasons why is that: the warm and homy atmosphere, the congenial and welcoming personnel, the beautiful and delicate aromas from the kitchen or – simply – the irresistible enthusiasm of Carmine and Gianni, the owners of this real gem among the stones. Carmine, originally from Sorrento, after several years of experience as a manager in many prestigious restaurant, in 1998 decided to start his own venture, a place that could allow him to share and present the excellences of his hometown, the world-famous Amalfi coast in Italy. Giovanni, from Furore – a cute town on the Amalfi Coast - belongs to a family with a long running tradition and a profound knowledge of the best food and wines of the region, thanks to whom he learnt the variety and richness of the products of his land. After graduating at the Technical Institute for Tourism, he move to New York an later on he joined Carmine at “Il Riccio”. This restaurant has become a must because presents both authentic traditional recipes from Amalfi and world-famous classic Italian meals, all prepared with 100% fresh ingredients: “gnocchi alla sorrentina”, “scialatielli”, “lasagna”, “tuna tartare laid on branzino carpaccio”, “grilled squid with artichokes and potatoes”, “grilled swordfish or livornese style”, “fish soup with crusty bread” and – last but not least – “saltimbocca laid on spinach, roman style”. So, what are you waiting for? Join us.

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Cigar Room

Come si fa il vestito su misura, cosĂŹ ci vuole la miscela su misura Alfred Dunhill


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Cigar Room

Valerio Cornale “Hombre Habano 2016” da Cigar Must 108

by Nicola Di Nunzio


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Lo scorso 25 Aprile 2016, presso la Casa del Habano di Lugano, si è svolta un’interessante serata dedicata a Valerio Cornale, grande esperto di sigari, collezionista di memorabilie legate ai sigari cubani e soprattutto fresco vincitore del prestigioso premio “Hombre Habano 2016” per la categoria comunicazione. Alain Proietto, titolare de La Casa del Habano di Lugano e del brand Cigar Must e la sua anima gemella Sofia Belfasto, anche lei esperta ed appassionata di sigari, hanno accolto assieme allo staff di Cigar Must, i numerosi partecipanti accorsi per l’esclusivo evento dalla Svizzera e dall’Italia. Ospite d’onore della serata, come già anticipato era il grande Valerio Cornale, titolare de LCDH delle Isole Cayman e vincitore del “Hombre Habano 2016”, consegnatogli durante il XVIII Festival del Habano dello scorso Febbraio, svoltosi a Cuba. All’evento era presente anche il Cavalleresco Ordine dei Guardiani delle Nove Porte, capitanati dal Gran Maestro Avv. Giancarlo Maresca e dall'amico Enzo Gonnella. L’incontro era previsto alle ore 18, ma fin dal primissimo pomeriggio, grandi appassionati tra cui Francesco Minetti Presidente della CCA, Paul De Sury, Bruno Ilari, Andrea Vecchione ed altri amici, si sono ritrovati presso la Casa del Habano per degustare un calice di cognac abbinato al sigaro donato gentilmente da Valerio Cornale, “La Flor de Valerio” e ascoltare interessanti aneddoti riguardanti la collezione privata di Alain Proietto. Il tempo è trascorso molto velocemente e pian piano la lounge si è riempita di selezionatissimi ospiti invitati per l’occasione, dato che si trattava del primo incontro tra Valerio Cornale gli aficionados, dopo la premiazione. La serata è stata aperta ufficialmente da Enzo Gonnella che, dopo aver ringraziato i presenti, ha ceduto la parola al Gran Maestro Avv. Giancarlo Maresca, il quale non ha perso l’occasione di far domande sui nostri amati sigari all’ospite d’onore della serata, Valerio Cornale, il quale ha spaziato dall’attuale situazione tra Cuba e Stati Uniti, alla recente produzione dei sigari Habanos, per finire parlando dei migliori sigari prodotti negli ultimi 15 anni. Lo stesso Valerio Cornale giudica il Cohiba Siglo VI e tutta la linea Behike sempre di Cohiba, i migliori sigari che Habanos ha immesso sul mercato negli ultimi anni. Non sono mancate le domande dei presenti poste direttamente a Valerio, curiosità, aneddoti e news

On April 25th, 2016, La Casa del Habano in Lugano held an interesting evening dedicated to Valerio Cornale, a famous expert and collector of memorabilia relating to Cuban cigars, and above all, recent winner of the prestigious award "Hombre Habano 2016" for the category communication. Alain Proietto, owner of La Casa del Habano in Lugano and of the brand Cigar Must, together with his partner Sofia Belfasto, who is also an expert and passionate cigar lover, and with the Cigar Must staff, welcomed many participants coming from Switzerland and Italy to attend the exclusive event. The guest of honor, Valerio Cornale, is owner of La Casa del Habano in the Cayman Islands. His award was presented to the "Hombre Habano 2016" award during the XVIII Habano Festival last February in Cuba. The event was also attended by the Order of Chivalry of the Guardians of the Nine Doors, led by Grand Master Giancarlo, lawyer, and his friend Enzo Maresca Gonella. The meeting was scheduled at 6 pm, but in the very first afternoon, influential enthusiasts such as Francesco Minetti, President of CCA (Cigar Club Association), Paul De Sury, Bruno Ilari, Andrea Vecchione and other friends, gathered at La Casa del Habano to enjoy a glass of cognac paired with the cigar kindly donated by Valerio Cornale, "La Flor de Valerio" and to listen to interesting anecdotes relating to the private collection of Alain Proietto. Time elapsed very quickly and the lounge was slowly filled up with selected guests who were meeting Valerio Cornale for the first time after the awards ceremony. The event was officially opened by Enzo Gonnella who, after having thanked the attendees gave the floor to the Grand Master Giancarlo Maresca, who did not miss the opportunity to ask questions about our beloved cigars to the guest of honor. Valerio Cornale’s answers ranged from the current situation between Cuba and the United States, the recent production of Havana cigars, and concluded talking about the best cigars produced during the last 15 years. He thinks that Cohiba Siglo VI and the whole Cohiba Behike line are the best cigars that Habanos placed on the market in the recent years.Questions asked directly to Valerio, trivia, anecdo-

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Cigar Room

tes and news on future production have further enriched the knowledge of the attendees. After the rich aperitif offered by Cigar Must, all participants moved to the enchanting location of the restaurant "Porto Pojana", where they could delight their palates with the rich fish menu prepared for the occasion by the chef, paired with Merlot and Bianco del Ticino wines produced by wine-maker Brivio and strictly served in Magnum bottles. The excellent quality of the dishes, paired with the offered wines turned dinner into a perfect match with the fine smoke emanated during the evening in the charming lounge of the restaurant, finely furnished with attention to detail. The participants were then able to taste, at their choice, Ron Santiago 11 años or whiskey Dalmonre 12 y.o. The evening ended late at night, with all participants satisfied with the long day in spent in company of the Hombre Habano, Valerio Cornale.

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sulla futura produzione, hanno ulteriormente arricchito la cultura dei presenti. Dopo il ricco aperitivo offerto da Cigar Must, tutti i partecipanti si sono trasferiti nell’incantevole location del ristorante “Porto Pojana”, dove hanno potuto deliziare i propri palati con il ricco menù di pesce preparato per l’occasione dallo chef, abbinato a vini Merlot ed al Bianco del Ticino dell’azienda Brivio, rigorosamente in Magnum. L’ottima qualità dei piatti serviti, abbinata ai vini proposti per l’occasione, hanno reso la cena un abbinamento perfetto alle volute blu che si sono sprigionate durante la serata, nell’incantevole lounge del locale, finemente arredata e curata nei minimi dettagli. I presenti hanno poi potuto degustare, a loro scelta, un Ron Santiago 11 años o un whisky Dalmonre 12 y.o. La serata si è conclusa a notte inoltrata, con tutti i partecipanti soddisfatti della lunga giornata passata in compagnia dell’Hombre Habano Valerio Cornale. n


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Cigar Room

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Zenith celebra la leggenda Cohiba 113


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Cigar Room

Zenith and Cohiba, two legendary Manufactures with a shared universe of authenticity, precision and excellence. Each one infuses passion and expertise into exceptional creations so as to bring unmatched enjoyment to experienced connoisseurs. The first ever Cohiba watch, the El Primero Chronomaster 1969 Cohiba Edition by Zenith celebrates the 50th anniversary of the world’s most prestigious cigar brand. Like the most luxurious of hand-rolled Cuban cigars, it embodies high-quality craftsmanship dedicated to an exclusive way of life. Aldo Magada says: “At Zenith we are proud and happy to be partnering with Cohiba, which is not only the best Habanos brand, but also represents the same relentless quest for product excellence that we have been pursuing for more than 150 years. The priority for both companies is to enhance the customer experience, thanks to the unique craftsmanship of our artisans. We are convinced that the limited series Zenith is offering will please connoisseurs of both worlds”. “Here at Habanos S.A., we are very pleased and excited about this collaboration. These are two legendary brands with a similar history based on exclusivity and innovation, both sharing the same vision to deliver excellence to clients. The result is a series of exceptional watches, and a real tribute to the 50th anniversary of Cohiba." Javier Terrés, Development VP. After celebrating The Rolling Stones March 2016 concert in Cuba with a dedicated model, Zenith is once again in the spotlight in this genuine, passionate and vibrant country. On May 24th, the watchmaking Manufacture represented by its CEO, Aldo Magada, launched the watch commemorating the 50th anniversary of Cohiba, the emblematic Habanos brand!

The unique expertise of the master cigar maker Like the Manufacture Zenith, a pioneer in Fine Watchmaking, the

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Zenith e Cohiba, due manifatture leggendarie che condividono un universo fatto di autenticità, precisione ed eccellenza. Entrambe infondono passione e competenza in creazioni eccezionali per il piacere degli intenditori più esperti. Il primo orologio Cohiba, l'El Primero Chronomaster 1969 Cohiba Edition di Zenith, celebra il 50° anniversario del brand di sigari più prestigioso al mondo. Come i più lussuosi sigari cubani arrotolati a mano, è frutto di un lavoro artigianale di alta qualità dedicato ad uno stile di vita esclusivo. Aldo Magada ha dichiarato: “In Zenith siamo felici e orgogliosi di collaborare con Cohiba, che non è solo il miglior brand di Habanos, ma rappresenta la stessa instancabile ricerca dell'eccellenza che perseguiamo da oltre 150 anni. La priorità per entrambe le aziende è quella di offrire al cliente una straordinaria esperienza grazie all'abilità unica dei nostri artigiani. Siamo convinti che questa serie limitata Zenith sarà apprezzata dagli intenditori di entrambi i mondi”. “Noi di Habanos S.A. siamo lieti ed entusiasti di questa collaborazione. Si tratta di due brand leggendari, con una storia simile, fatta di esclusività e innovazione, che condividono la stessa visione di offrire eccellenza ai clienti. Il risultato è una serie di orologi eccezionali, un autentico omaggio al 50° anniversario di Cohiba." Javier Terrés, Development VP. Dopo aver celebrato il concerto dei Rolling Stones a Cuba del marzo 2016 con un apposito modello, Zenith è di nuovo in primo piano in questo paese autentico, appassionato e dinamico. Il 24 maggio, la manifattura orologiera, rappresentata dal CEO Aldo Magada, ha presentato al centro dell'Avana l'orologio che rende omaggio al 50° anniversario di Cohiba! Il savoir-faire unico del leggendario produttore di sigari Come la manifattura Zenith, pioniere dell'orologeria di pregio, il brand


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Cohiba è all'avanguardia nell'universo degli Habanos. Orgogliosamente elitari, i sigari Cohiba long filler, interamente realizzati a mano, sono gli Habanos più esclusivi, riservati agli intenditori più esigenti. Dal 1966 al 1982, venivano offerti esclusivamente come dono istituzionale agli statisti e diplomatici stranieri ospiti del governo cubano. Cohiba, il nome dato al brand nel 1966 e registrato ufficialmente nel 1969, viene dal termine utilizzato dagli indiani Tainos per indicare i rotoli di foglie di tabacco, gli antenati dei sigari. Da allora, la manifattura ha sede in una splendida residenza degli anni venti – “El Laguito” – situata nel quartiere Cubanacán dell'Avana. Tutte le foglie utilizzate per realizzare i Cohiba sono la parte scelta del raccolto, selezionate con cura nei campi migliori - Vegas de Primera – nella regione della Vuelta Abajo* (provincia di Pinar del Río). Il segreto dei Cohiba risiede in una fermentazione supplementare in barili di legno delle foglie di Seco e Ligero che compongono la sua miscela. Questo particolare processo crea un aroma complesso e un gusto equilibrato in cui si fondono potenza e delicatezza.

Cohiba brand is an avant-garde actor in the world of Habanos.

Cape Havana Prodotto in un'edizione limitata di 50 esemplari in oro rosa e 500 in acciaio, l'esclusivo El Primero Chronomaster 1969 Cohiba Edition "anniversario" di Zenith si veste di un marrone brillante che ricorda il colore ambrato dei prestigiosi sigari. In omaggio al re dei sigari, il suo quadrante color avana è solcato da linee verticali e riprende i motivi inconfondibili del marchio cubano. Il famoso profilo del capo aborigeno Taino, simbolo della manifattura di sigari, si affianca ai loghi Zenith e Cohiba. L'El Primero Chronomaster 1969 Cohiba Edition, che batte al ritmo dinamico di un movimento leggendario, esibisce linee pulite ed eleganti. Il suo meccanismo ad alta frequenza è racchiuso in un'elegante cassa in oro rosa da 42 mm di diametro, con co-

Cape Havana

Unashamedly elitist, entirely hand-made with long filler Cohiba cigars are the most exclusive Habanos cigars and the preserve of the most discerning connoisseurs. From 1966 until 1982, the brand was exclusively used as an institutional gift by the Cuban Government to foreign statesmen and diplomats. Christened Cohiba in 1966 and officially registered in 1969, the name of the brand comes from the term used by Tainos Indians to describe the rolls of tobacco leaves, which were the ancestors of cigars. Since then, the Manufacture has been established in a magnificent 1920s townhouse – “El Laguito” – located in Cubanacán district of Havana. All the leaves from which a Cohiba is made are the cream of the crop, meticulously selected from the best fields - Vegas de Primera – in the Vuelta Abajo* region (Pinar del Río* province). Part of the secret of Cohiba lies in an additional fermentation of the Seco and Ligero leaves of its blend which takes place in wooden barrels. This very special process is reflected in a complex aroma and balanced taste, combining power and delicacy.

Produced in a limited series of 50 in rose gold and 500 in steel, the exclusive “anniversary” El Primero Chronomaster 1969 Cohiba Edition by Zenith is adorned in glossy chestnut reminiscent of the amber colour of the prestigious cigars. In a nod to the ultimate cigar, its Havana brown dial is spanned with vertical lines and distinctive motifs of the Cuban brand. The famous profile of aboriginal chief Taino, the manufacture’s emblem, appears alongside the Zenith and Cohiba logos. Beating to the vibrant rhythm of a legendary movement, the El Primero Chronomaster 1969 Cohiba Edition flaunts clean, sleek lines. Its high-frequency mechanism is housed in an elegant 42 mm-diameter rose gold case, fitted with a fluted crown and

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Cigar Room

two round push-pieces. Topped by a domed sapphire crystal, this display with its sophisticated allure is punctuated by facetted, luminescent hands. The sapphire caseback, engraved with the Cohiba’s 50th anniversary logo, reveals an oscillating weight adorned with “Côtes de Genève”.

A whirl of pulsating precision At 11 o’clock, the famous opening of the dial reveals the palpitations of the automatic El Primero 4061 chronograph movement. With its impetuous 36,000 vibrations an hour cadence enabling a 1/10th of a second display, its COSC precision-certified chronometer and integrated columnwheel construction, this El Primero ‘engine’ is a worthy heir to the world’s most precise series-made chronograph series presented by Zenith in 1969. Equipped with a silicon lever and escape-wheel, this 282-part movement driving central hour and minute, chronograph and tachymeter functions is endowed with an over 50-hour power reserve. Developed for sophisticated connoisseurs, the El Primero Chronomaster 1969 Cohiba Edition watch is presented in an exclusive wooden box in the colours of the legendary Habanos cigar.

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rona scanalata e due pulsanti rotondi. Esaltato da un vetro zaffiro bombato, il suo sofisticato quadrante è solcato da lancette luminescenti sfaccettate. Il fondello in zaffiro, con inciso il logo del 50° anniversario di Cohiba, consente di ammirare la massa oscillante con motivo “Côtes de Genève”. Volute di precisione Alle ore 11, l'apertura sul quadrante rivela il battito del movimento cronografo automatico El Primero 4061. Con il suo ritmo impetuoso di 36.000 alternanze all'ora che consente una visualizzazione a 1/10 di secondo, il cronometro certificato COSC e la costruzione integrata con ruota a colonne, questo 'motore' El Primero è il degno erede del cronografo di serie più preciso al mondo, presentato da Zenith nel 1969. Dotato di leva e ruota di scappamento in silicio, questo movimento da 282 componenti offre le funzioni ore e minuti centrali, cronografo e tachimetro e ha una riserva di carica di oltre 50 ore. Realizzato per intenditori sofisticati, l'orologio El Primero Chronomaster 1969 Cohiba Edition è presentato in un esclusivo astuccio in legno nei colori del leggendario n sigaro Habanos.


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Il Maledetto Toscano al Four Season 118

by Luca Bonacini


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In osservanza alla tradizione dei più blasonati club londinesi, enclave dell’agente segreto preferito da Sua Maestà, dove la buona società si riunisce per godere di appagamenti intellettuali e del meglio di ciò che può offrire il bien vivre, si costituisce intorno alla fine degli anni ’80, il Club Maledetto Toscano. “La consacrazione avverrà in una sera fumosa di maggio del 1999 al Principe di Savoia di Milano, - racconta Stefano Fanticelli presidente del Club Maledetto Toscano – grazie ad Andrea Molinari, amministratore delegato di Lauda Air, a quel tempo impegnato nella fondazione della rivista Cigar, che seppe infondere ulteriore entusiasmo a quel manipolo di colti e accaniti fumatori, e a dare il via alla costituzione del club Maledetto Toscano, un circolo che va detto non nasce con preclusioni verso il tabacco di altri Paesi del mondo, ma che ha un occhio di riguardo verso il sigaro toscano, autentica eccellenza italica, e prodotto di alto artigianato da difendere e tutelare al pari degli altri prodotti eno gastronomici italiani”. Un club che vanta numerosi soci e un’attività intensa e continuativa, che ha saputo in questi anni difficili per il fumo, mantenere alta l’attenzione sul sigaro con eventi, degustazioni, collaborazioni e addirittura due volumi: uno interamente dedicato alla storia, ai metodi di coltivazione del Kentucky e alla manifattura del sigaro Toscano, scritto da Aroldo Marconi e Francesco Testa, per Giunti, e uno edito da Alinari “TOSCANO, passione in fumo”, con testi di Roberto Fanticelli e Aroldo Marconi. Un’attività di club che ha dato prova di notevoli capacità organizzative, anche nell’ultimo evento organizzato dall’attenta regia del presidente Fanticelli alla Terrazza Giusti del Four Seasons di Firenze, pacificamente colonizzata per alcune ore dai membri del club. Un’atmosfera di grande eleganza e di storia quella che si respirava nella splendida magione eretta da Bartolomeo Scala nel 1473, poi appartenuta ai Medici, ai Della Gherardesca, a Ismail Pasha, per arrivare nel 2002 ad essere acquistata dal Gruppo Four Seasons e nel 2008 inaugurata e restituita a quanti amano il bello che oggi possono viverne gli spazi straordinari per soggiornarvi, per cenare, o anche solo per gustare un aperitivo. Ambienti dal lusso mai eccessivo che in occasione della reunion del club Maledetto Toscano, si sono animati anche della presenza di un collaboratore del famoso calzolaio fiorentino Stefano Bemer, scomparso da alcuni anni, gloria di Firenze ed espressione di un certo modo italiano di fare le cose bene, che ha dato prova di particolari abilità nella lucidatura artigianale delle calzature, accanto ad un altro celebre brand toscano

In accordance with the tradition of the most renowned London clubs, the agent of Her Majesty's favorite secret enclave, where the good society comes together to enjoy intellectual satisfactions and the best of what we can offer the good life, it is around the late '80, the Club Cursed Toscano. "The consecration will take place in a smoky evening in May of 1999 at the Principe di Savoia in Milan, - says Stefano Fanticelli president of the Club Cursed Toscano - thanks to Andrea Molinari, CEO of Lauda Air, at that time engaged in the founding of the magazine Cigar, who knew how to infuse enthusiasm in the handful of educated and heavy smokers, and to kick off the club constitution Cursed Toscano, a circle that must be said is not born with foreclosures towards tobacco in other countries of the world, but who has an eye towards the Tuscan cigar, a true italic excellence, and superior craftsmanship produced by defending and protecting like the other Italian food and wine products. " A club that has many members and intense and continuous activity, which has been able during this difficult period for the smoke, to maintain the pressure on the cigar with events, tastings, collaborations and even two volumes: one entirely dedicated to the history, methods of cultivation of Kentucky and the manufacture of the Tuscan cigar, written by Aroldo Marconi and Francesco Testa, Giunti, and one published by Alinari "TOSCANO, passion in smoke", with lyrics by Roberto Fanticelli and Aroldo Marconi. Activity club that has demonstrated remarkable organizational skills, even in the last event organized with the careful direction of President Fanticelli the Righteous Terrace at the Four Seasons Hotel in Florence, peacefully colonized for several hours by club members. An atmosphere of great elegance and history that you breathe in the beautiful mansion built by Bartolomeo Scala in 1473, later belonged to the Medici family, the Della Gherardesca, Ismail Pasha, arriving in 2002 to be purchased by the Group Four Seasons in 2008 inaugurated and given back to those who love the good that today can live out the extraordinary spaces to sojourn there, for dinner, or just to enjoy an aperitif. Environments from ever excessive luxury that at the reunion of the club Cursed Toscano, were animated even the presence of a collaborator of the famous Florentine shoemaker Stefano Bemer, who died some years ago, the glory of Florence and expression of a certain Italian way of doing things well, that he has shown particular skill in handicraft polishing footwe-

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Cigar Room

ar, next to another famous Tuscan brand "Marvis", the historic brand that manufactures toothpaste smokers, donated to the club members, in an elegant package with different fragrances. frozen goblets of fine champagne Laurent Perrier brut magnum, kicked off in the presence of hundreds of guests, the expected event, which was followed by a brunch with the delicacies of Vito Mollica, Executive Chef of Four Seasons Florence and Milan, a 'wide and tasty selection of traditional Tuscan dishes and Italian regional reread with respect and without extremism by the famous starred chef. Among the most anticipated moments delivery of honorary membership in recognition of the club Patrizio Cipollini, general manager of the Four Seasons Florence and Stephane Montjourides, Development Manager of Laurent Perrier Italy, then everyone in the garden where he held forth the tasting of a fine rum 2001 Fiji Islands, and a rare Speyside Single Malt Scotch Whisky, 1996, both selected by Samaroli, a true legend in the world of spirits with a global reputation, at which time he tasted the Toscano Nobile, smoked a world premiere.

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“Marvis”, storico marchio che produce il dentifricio dei fumatori, donato ai soci del club, in una elegante confezione con differenti fragranze. Calici ghiacciati di pregiato champagne Laurent Perrier brut magnum, hanno dato il via alla presenza di un centinaio di ospiti, all’atteso appuntamento, a cui è seguito un brunch con le prelibatezze di Vito Mollica, Executive Chef del Four Seasons Firenze e Milano, un’ampia e golosa selezione di piatti della tradizione toscana e regionale italiana riletti con rispetto e senza estremismi dal famoso chef stellato. Tra i momenti più attesi la consegna del riconoscimento di socio onorario del club a Patrizio Cipollini, General Manager del Four Seasons Firenze e a Stephane Montjourides, Development Manager di Laurent Perrier Italia, poi tutti in giardino dove ha tenuto banco la degustazione di un pregiato rum del 2001 delle Isole Fiji, e un raro Scotch whisky Speyside Single Malt del 1996, entrambi selezionati da Samaroli, un’autentica leggenda nel mondo degli spirits con una reputazione planetaria, momento nel quale si è degustato il ton scano Nobile, fumato in anteprima mondiale.


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Le pagine del Golf Direttore Donato Ala


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Verona si trasforma in un campo da Golf

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Sacche, mazze e palline bianche erano già pronte per l’edizione di In City Golf Verona 2016. Il percorso di In City Golf Verona 2016 ha portato nuovamente i giocatori negli angoli e scorci tra i più autentici di Verona. Sicuramente un’esperienza unica per i giocatori per vivere ogni colpo da vero protagonista, immerso nella curiosità del pubblico e per mettere alla prova la propria abilità nelle buche più insolite. Un’esperienza e occasione, che anche Stefano Masciarelli, un nome ben conosciuto dal show biz italiano, non voleva perdersi. L’attore e comico italiano ha partecipato, dopo l’edizione di Firenze nel 2012, già la seconda volta allo show golfistico ideato dall’alto atesino Kurt Anrather.

Bags, golf clubs and white balls were ready for the third edition of In City Golf Verona. The course of In City Golf Verona 2016 brought the players back in the most genuine and special nooks and corners of the city of Verona. Definitely a unique experience for players, who had the pleasure to experience every shot as a real hero, surrounded by the curiosity of the public and to test their skills in the most unusual holes. Experience and opportunity, which also Stefano Masciarelli, a name well known from the Italian show biz, he would not get lost. The Italian actor and comedian attended, after the edition of Florence in 2012, already the second time the show created from Kurt Anrather.

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Among the player field you could also find the president of Federgolf Triveneto, Stefano Mazzi, and president, Antonio Stocchi, and vice-president, Peter Bucciarelli, of the Diplomatic and International Golf Association (DIGA), who arrived directly from Rome. In City Golf Verona 2016 offered again a thrilling and spectacular course: two Par 4, very challenging, directly in Piazza Bra. A highlight of this year’s edition was for sure Hole 8, which located on the beautiful panoramic terrace of the Hotel Milano, directly in the center of Verona. Emotions also guaranteed along the Via Mazzini, with a 12m putt. Passing by the holes in Piazza delle Erbe, the players had found a moving golf ball inside the Castelvecchio Museum. Finally a floating green in the middle of Piazza Arsenale lake, comparable to that of the Blue Monster in Miami. Then, returning to Piazza Bra, stopping at the Museum Lapidario Maffeiano players were rewarded with a special reception in the magical Terrazza Reniero. In addition to the players, the students of Istituto Seghetti Verona, have been also protagonists of In City Golf Verona 2016. The students accompanied the players along this extraordinary course, offering news and trivia about every corner of the city of Verona. www.incitygolf.com

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Tra l’altro erano anche presenti il presidente della Federgolf Triveneto, Stefano Mazzi, ed anche il presidente, Antonio Stocchi, e vice-presidente, Pietro Bucciarelli, della Diplomatic and International Golf Association (DIGA), che sono arrivati direttamente da Roma. Ai giocatori spettava un percorso avvincente e molto suggestivo: due Par 4, molto impegnativi, direttamente in Piazza Brà. Un Highlight dell’edizione di quest’anno sicuramente la buca 8, che si è estesa sulla magnifica terrazza panoramica del Hotel Milano, direttamente in centro di Verona. Emozioni anche garantite lungo la Via Mazzini, con un putt di 12m. Passando per le buche in Piazza delle Erbe, i giocatori hanno trovato la pallina di golf in movimento all’interno del Museo di Castelvecchio. Infine un green gallegiante in mezzo al laghetto di Piazza Arsenale, paragonabile a quello del Blue Monster di Miami. Per poi, rientrando in Piazza Brà, facendo sosta al Museo Lapidario Maffeiano i giocatori sono stati ricompensati con un accoglienza particolare nella magica Terrazza Reniero. Oltre ai giocatori, protagonisti di In City Golf Verona 2016 sono stati gli allievi dell’Istituto Seghetti di Verona, che come guide turistiche accompagnavano i giocatori lungo questo percorso straordinario, offrendo notizie e curiosità su ogni n angolo della città scaligera. www.incitygolf.com


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Una storia

lunga 110 anni by Donato Ala

Nel 2017 compirà 110 anni, è il secondo circolo piu’ antico in Italia dopo Ugolino e Acquasanta, ha sicuramente una delle piu’ belle club House che abbia visto, ma anche un ristorante di altimissima classe gestito dal grande Massimo Salomoni. Entrando in questo circolo mi sono sentito subito di casa, Roberto Putzolu il nuovo segretario mi accoglie con estrema sempicità e mi invita a giocare questo meraviglioso campo. Forse ora capisco perche’ George Cloney decide spesso di giocare qui le sue partite con amici. Percepisci subito una sensazione di privacy e di tranquillità. Il golf Menaggio è un campo che richiede molta attenzione nell’affrontarlo, progettato da J.H Thaylor nel 1907 e poi modificato da j.Harris nel 1964. Sul finire dell'800 il Lago di Como era una delle mete più frequentate dal turismo d'elite anglosassone che aveva trovato un' area ideale tra Menaggio, Tremezzo, Cadenabbia e Bellagio, dove erano sorti alberghi e ville per dare asilo ad una comunità in un continuo crescendo. Erano soprattutto industriali e commercianti tessili uniti dallo stesso business e dall' amore per questi luoghi. Nell' intento di ricreare l' ambiente familiare inglese, pur in un contesto diverso, dal clima decisamente migliore, quattro gentiluomini Inglesi, capeggiati dal banchiere Henry John Mylius si riunirono il 10 Gennaio 1907 all' hotel Victoria di Menaggio per fondare il Menaggio Cadenabbia golf club. Mylius fu il primo presidente: segretari onorari furono W.Lassetter, proprietario di villa Margherita a Cadenabbia, ed E.F.Eliot cliente abituale dell'hotel Victoria. L'altro gentiluomo era il Commander C. Buckland della Royal Navy. Il terreno adatto, fu reperito nella località di Croce proprio sopra Menaggio, vicino alle ville di due amici. Lì fu costruito un primo percorso a nove buche, ampliato negli anni seguenti. Nel 1919 Mr Wyatt, parente di Mylius, diventa presidente del club e acquistando nuovi terreni amplia il campo di golf portandolo a 18 buche. Dal 1961 anno in cui la famiglia Roncoroni acquistò il golf dai precedenti proprietari inglesi, al 1992, fu Presidente, indimenticabile, Antonio Roncoroni, che identificò il suo nome con il Gold club Menaggio e che rappresentò per Lui, la sua seconda vita. Il suo primo percorso, nato nel 1907, era solo di 9 buche e occupava parte della proprietà attuale. Nel 1923, con l'avvento di Mr.Wyatt, il campo diventò un difficile 18 buche par 64. Sia nel 1907 che nel 1923 c'è stata la supervi-

In 2017 will turn 110 years, is the second club more 'old Italy after Ugolino and Acquasanta, has surely one of the most' beautiful clubs House I have ever seen, but also a altimissima class restaurant run by the great Massimo Salomoni. By entering this circle I felt right at home, Roberto Putzolu the new secretary welcomed me with extreme sempicità and invites me to play this wonderful field. Maybe now I understand why 'George Cloney often decide to play here matches with friends. Immediately perceive a feeling of privacy and tranquility. Golf Menaggio is a field that requires a lot of attention nell'affrontarlo, designed by JH Thaylor in 1907 and then modified by j.Harris in 1964. On the Lake Como late 800 was one of the most frequented by the elite tourism destinations Anglo-Saxon who had found a 'perfect area between Menaggio, Tremezzo, Cadenabbia and Bellagio, which were hotels and villas sprung up to give refuge to a community in a continuous crescendo. They were mostly industrial and textile merchants united in their business and the 'love for these places. Nell 'intent to recreate the' English family environment, albeit in a different context, since much better climate, four gentlemen English, led by Henry John Mylius banker gathered January 10, 1907 at 'Victoria Hotel Menaggio to found the Menaggio Cadenabbia Golf club. Mylius was the first president: Honorary Secretaries were W.Lassetter, Margaret villa owner in Cadenabbia, and E.F.Eliot regular customer Victoria Hotel. The other gentleman was the Commander of the Royal Navy C. Buckland. The right soil, was retrieved in the resort's own Cross above Menaggio, close to the villas of two friends. There was built first nine hole course, expanded in the following years. In 1919 Mr. Wyatt, a relative of Mylius, becomes president of the club and acquiring new land broadens the scope for bringing golf to 18 holes. Since 1961, the year when the family bought Roncoroni golf from previous British owners, to 1992, was President, unforgettable, Antonio Roncoroni, who identified his name with the Gold Club Menaggio and that represented for him, his second life. Its first route, born in 1907, was only 9 holes and occupied part of the current property. In 1923, with the advent of Mr.Wyatt, the field became a challenging 18-hole par 64. Both in 1907 that in 1923 there was the su-

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pervision of John Henry Taylor great English professional era winning 5 Open Championship. In 1963 the then president Antonio Roncoroni called John Harris to redesign the route that underwent a revolution with the addition of 4 new holes and modification of other 8. The par went from 66 (the old 64 who had undergone small changes) to 69. Today's course has undergone, under the current Presidency some additional changes that led par to 70. The plants are grown and the fairways are narrow and the field looks very delicate. The motto "Far and Sure", present on the emblem of the club, seems to be well suited to the player who faces for the first time the path. The Club House is the symbol of the tradition of Menaggio. Going into it is like stepping into the past, in an England 's corner of the last century. For all golfers who have had the fortune of transit through, the Club House of Menaggio is a is an unforgettable place: the parquet consumed by 100 years of history, the d 'vintage prints on the walls, shields inscribed with the names of the "Captains "the Racks with sticks of a time and a huge fireplace to warm autumn days. Every glimpse of the small club house speaks of the history of this great club. It is the pride of the Menaggio and Cadenabbia Golf Club. Opens in a corner of the hall of the clubhouse. Inside is air sanctuary. Against the walls, the glass bookcases and behind the golf flavor glass, historical memory, the written word on the course. The library of the Menaggio &

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sione di John Henry Taylor grande professionista inglese dell'epoca vincitore di 5 Open Championship. Nel 1963 l'allora presidente Antonio Roncoroni chiamò John Harris a ridisegnare il percorso che subì una vera e propria rivoluzione con l'aggiunta di 4 nuove buche e la modifica di altre 8. Il par passò da 66 (il vecchio 64 che aveva subito piccole modifiche) a 69. Oggi il percorso ha subito, sotto la Presidenza attuale alcune ulteriori modifiche che hanno portato il par a 70. Le piante sono cresciute e i fairways si sono stretti ed il campo si presenta assai delicato. Il motto "Far and Sure", presente sullo stemma del Circolo, sembra essere molto indicato al giocatore che affronta per la prima volta il percorso. La club House è il simbolo della tradizione di Menaggio. Entrarvi è come fare un salto nel passato, in un angolo d' Inghilterra del secolo scorso. Per tutti i golfisti che hanno avuto la fortuna di transitarvi, la Club House di Menaggio è un è posto indimenticabile: il parquet consumato da 100 anni di storia, le stampe d' epoca appese alle pareti, gli scudi con incisi i nomi dei "Captains", le rastrellerie con i bastoni di un tempo e un immenso camino per riscaldare le giornate autunnali. Ogni scorcio della piccola club house parla della storia di questo grande Circolo. Costituisce il vanto del Menaggio e Cadenabbia Golf Club. Si apre in un angolo del salone della club house. Dentro c'è aria di santuario. Appoggiate alle pareti, le librerie a vetri e dietro ai vetri il sapore golfistico, la memoria storica, la parola scritta sul golf. La biblioteca del Menaggio &


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Cadenabbia Golf club è universalmente considerata uno dei più preziosi concentrati di pubblicazioni golfistiche esistenti al mondo. Sono oltre 1200 i volumi raccolti; circa 480 sono censiti in minuziosa grafia corsiva sulle pagine di catalogo che viene giustamente conservato come una reliquia: si cita una donazione fondamentale, probabilmente la più cospicua, fatta da tale Mr Tait nel 1923. Nell'elenco volumi addirittura del 1682, stampati ad Edimburgo. Testi pieni di fascino, nelle loro rilegature di capretto incise a lettere d'oro, tra cui: How to play golf,di Hanry Vardon, 1912; "The rules of golf", di Norman Lockyer, 1896; The art of Golf", di Sir W.G. Simpson, 1887. Nel 1985 R.A.L. Bumett, storico e bibliotecario del tempio sacro del golf mondiale, il Royal & Aciet Golf Club di St Andrews, mandò ad Antonio Roncoroni una lettera in cui si ringrazia il Menaggio &Cadenabbia Golf Club e tutto il Golf Italiano. Ho terminato al mia giornata con una cena in club house preparata direttamente da Massimo in compagnia di Roberto e l’assistente di sala Cinzia Ghilini. Grzie di cuore a tutti per avermi dato la possibilità di parlare di questo splendido Club. Orari estivi: lunedì – domenica dalle 8 alle 18.30 Orari invernali: lunedì – venerdì dalle 9.30 alle 12.30 E-mail: segreteria@menaggio.org Per prenotazioni: reception@menaggio.org Pro-shop: proshopmenaggio@gmail.com Telefono: +39 0344.32103 n

Cadenabbia Golf Club is universally considered one of the most precious concentrates existing golfing publications in the world. More than 1,200 volumes collected; about 480 were surveyed in meticulous cursive handwriting on catalog pages that is rightly preserved as a relic: it cites a key donation, probably the most conspicuous, made by that Mr. Tait in 1923. In volume even in 1682, printed in Edinburgh . Lyrics full of charm, in their bindings kid engraved in gold letters, including: How to play golf, Hanry Vardon, 1912; "The rules of golf", Norman Lockyer, 1896; The Art of Golf ", Sir W.G. Simpson, 1887. In 1985 R.A.L. Bumett, historian and librarian of the Holy Temple in world golf, the Royal & Aciet Golf Club of St Andrews, sent to Antonio Roncoroni a letter in which he thanked the Menaggio & Cadenabbia Golf Club and all the Golf Italian. I finished at my day with a dinner in the club house prepared directly by Massimo in the company of Robert and Cynthia room assistant Ghilini. Heart grzie you all for giving me the opportunity to talk about this wonderful club. Summer hours: Monday - Sunday from 8 to 18.30 Winter hours: Monday - Friday from 9:30 to 12:30 E-mail: segreteria@menaggio.org For reservations: reception@menaggio.org Pro-shop: proshopmenaggio@gmail.com Phone: +39 0344.32103

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by Matteo Ala photo by Claudio Giusti

I circoli virtuosi

Begins our journey among the excellence tied to golf in Italy and key people that represent them. It 'true that golf Italian system, to be understood both as a sports movement as a business tied to it, not going through a period of splendid prospects and growth. In our study, we want to talk about the realities related to the course lived from within, getting into mechanisms, and especially in the stories of success in the present models. The best way not to make sterile criticism against the system, but to propose concrete solutions. There seems in fact that by which you tell the good stories and you know the people who lead them. Let's start with a reality that is readily observable under the unflinching lens of numbers. The club number one in Italy in terms of growth, the Italian Golf Federation data at hand. Square Golf Club nestled between Prato and Pistoia in Tuscany, one that does not hesitate to define a virtuous example of the promotion and management of a golf facility even if small, but it is from here that will get new golfers. And 'necessary to say that this is not an 18-hole, but a 9-hole course in the forthcoming enlargement to 12. This, however, seems also a key interesting reading. Solutions '' hybrid '' of this type, may in fact be the best way to approach and introduce people to the world of golf. Primarily because naturally they constitute an open, alive and lived; and secondly because there is no doubt that if we look at the case of a neophyte, maybe a young age, the world of classic golf clubs is still as almost inaccessible in common culture. And 'this is the key word, from which comes our chat with Fabio Giuliani, President of GC Quarrata. Fabio, crazy in love with the sport, does not renounce to smile and optimism and is dedicated to this reality with care and passion in addition to his jeweler's activities.

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Inizia il nostro viaggio tra le eccellenze legate al golf in Italia e gli uomini chiave che le rappresentano. E’ innegabile che il sistema golf Italia, da intendere sia come movimento sportivo che come business legato ad esso, non stia vivendo un periodo di splendide prospettive e crescita. Nel nostro approfondimento, vogliamo parlare delle realtà legate al golf vissute da dentro, entrando nei meccanismi, nelle storie e soprattutto nei modelli di successo presenti. Il miglior modo per non fare sterile critica nei confronti del sistema, ma proporre concrete soluzioni. ci sembra infatti quello attraverso il quale si raccontano le storie positive e si conoscono i personaggi che le conducono. Partiamo da una realtà che balza subito all’occhio sotto la lente inflessibile dei numeri. Il circolo numero uno in Italia in termini di crescita, dati della Federazione Italiana Golf alla mano. Golf Club Quadrata immerso tra Prato e Pistoia in Toscana, quello che non esitiamo a definire un esempio virtuoso di promozione e management di una struttura golfisti anche se di piccole dimensioni, ma è da qui che dovranno arrivare i nuovi golfisti. E’ necessario premettere che non si tratta di un 18 buche, ma di un 9 buche in imminente ampliamento a 12. Questo però sembra anche una chiave di lettura interessante. Soluzioni ‘’ ibride’’ di questo tipo, possono risultare infatti il migliore strumento per avvicinare e iniziare le persone al mondo del golf. In primis perché costituiscono in maniera naturale un ambiente aperto, vivo e vissuto; secondo perché non c’è dubbio che se guardiamo il caso di un neofita, magari di giovane età, il mondo del classico golf club risulta ancora come quasi inaccessibile nella cultura comune. E’ proprio questa la parola chiave, da cui nasce la nostra chiacchierata con Fabio Giuliani, Presidente del GC Quarrata. Fabio, innamorato pazzo di questo sport, non rinuncia al sorriso e all’ottimismo e si dedica a questa realtà con cura e passionalità oltre alla sua attività di gioielliere.


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Possiamo parlare di modelli di business, sinergie e nuovi modi di approcciare al golf. Ma bisogna considerare innanzitutto che è la cultura del golf quella che manca in Italia. Non abbiamo una storia popolare intrinseca nella nostra popolazione, ma chi lo prova si innamora e si ricrede su tanti falsi miti. Ma la cultura e la capacità di farsi conoscere ad ogni fascia di popolazione sono imprescindibili per avere una visione

We can talk about business models, synergies and new ways to approach

Cosa intendi per cultura e approccio? Prima di tutto andare tra la gente, nei centri commerciali, nei luoghi dello sport e cosi via. Far provare tutti a giocare e mettergli immediatamente nelle mani la possibilità concreta di frequentare ed approcciare lo sport.

What do you mean by culture and approach?

Classici progetti e proposte di promozione a parte. Quali sono gli strumenti che avete usato per farlo? Ho creato un pacchetto acquistabile nei centri commerciali e nei negozi di settore dentro al quale trovavi tutti gli strumenti per iniziare a giocare. Prime lezioni, regolamento, riferimenti, conoscenze, etc. Voglio portare la gente a ricredersi riguardo i luoghi comuni su questo sport che amo follemente. L’unico modo è quello di portare le persone a provare, poi coinvolgerle e fargli vivere il club.

Classic projects and promotion of proposals. What are the tools that you

Una buona promozione deve essere necessariamente seguita da politiche di gestione del circolo. In cosa consiste il vostro cambiamento a riguardo? Credo che il concetto sia estremamente semplice ma fondamentale, per avere una visione e una prospettiva. La prima cosa che ho fatto è stata quella di cambiare l’atmosfera del circolo. Cioè sulla vivacità e lo star bene all’interno del circolo, si chiama gioco del golf non ‘’lavoro’’ del golf. Le persone vogliono stare bene, come prerogativa per giocare il golf.

A good promotion must necessarily be followed by the club management

the course. But first we must consider that it is the culture of golf that is lacking in Italy. We have no intrinsic popular story in our population, but those who try will fall in love changes his mind on so many myths. But the culture and the ability to make himself known to every segment of the population are essential for having a vision

First of all go to the people, in the malls, in sports places and so on. To try all to play and put immediately into the hands the concrete possibility to attend and to approach the sport.

used to do? I created an affordable package in shopping malls and shops in the sector within which you found all the tools to start playing. First lessons, Regulation, references, knowledge, etc. I want to lead people to think again about the clichés about the sport that I love madly. The only way is to get people to try, then involve them and make him the club live.

policies. What is your change about it? I think the concept is very simple but essential, to have a vision and a perspective. The first thing I did was to change the atmosphere of the club. That is, on the liveliness and feeling good inside the circle is called the game of golf do not '' work '' of course. People want to feel good, as a prerogative to play golf.

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Practical obstacles in the promotion and growth path? For the truth the first hurdle which is always at the root of every problem is just the sheer ignorance of those who do not play and do not know the course. Understandable as the result of a 'wrong image on which we should work for many years.

After the external promotion, internal management that has followed step in a recovery plan? First and foremost we have created intensive and structured cooperation with the Club House, which is the heart of our club. We organize events, create opportunities to let people through other channels. Then we dropped by the logic of '' war on partner '' and '' fight to wrest members from one circle.

Have you launched also in a '' pop '' through the media. Rejuvenate and make popular are the key words for success? Absolutely yes. We focused just on lightness, the idea of fun and live together fantastic environments. Rejuvenate and to popularize the idea of golf is not a utopia, as demonstrated by the fact that young people fall in love with if only they are given the tools to play in an accessible manner. If we do not invest in this perspective that we have? '

If you were given the opportunity to draw up a proposal to grow golf in Italy, which would you choose? It would be enough that the Federation should enhance practical access to every new player acquired the club receives a contribution, which could be scaled directly from the card. This would mean having perspective, after one year the Federation that money would have already taken them with interest.

We thank the President of the Gc Quarrata, Fabio Giuliani that gives us optimism and confidence for a young course, aware of its potential and the tools to be adopted to transform them into a concrete growth.

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Ostacoli concreti nel cammino di promozione e crescita? Per la verità il primo ostacolo che risulta sempre alla base di ogni problematica è proprio l’ignoranza pura di chi non gioca e non conosce il golf. Comprensibile perché frutto di un’ immagine sbagliata sulla quale dovremmo lavorare ancora per molti anni. Dopo la promozione esterna, la gestione interna che step ha seguito in un piano di rilancio? In primis abbiamo creato una collaborazione intensa e strutturata con la Club House, che è il cuore del nostro circolo. Organizziamo eventi, creiamo occasioni per fare entrare persone attraverso altri canali. Poi ci siamo sganciati dalle logiche di ‘’guerra al socio’’ e ‘’lotta per strappare i soci da un circolo all’altro. Vi siete lanciati anche in maniera ‘’pop’’ attraverso i mezzi di comunicazione. Ringiovanire e rendere popolare sono le parole chiave per il successo? Assolutamente si. Abbiamo puntato proprio sulla leggerezza, l’idea di divertimento e del vivere insieme ambienti fantastici. Ringiovanire e rendere popolare l’idea del golf non è utopia, lo dimostra il fatto che i giovani se ne innamorano se solo gli vengono dati gli strumenti per giocare in maniera accessibile. Se non investiamo su questo che prospettive abbiamo?’ Se ti venisse data l’opportunità di elaborare una proposta per far crescere il golf in Italia, quale sceglieresti? Basterebbe che la Federazione incentivasse concretamente l’accesso, per ogni nuovo giocatore acquisito il circolo riceve un contributo, che potrebbe essere scalato direttamente dalle tessere. Questo significherebbe avere prospettiva, dopo 1 anno la Federazione quei soldi li avrebbe già ripresi con interessi. Ringraziamo il Presidente del Gc Quarrata, Fabio Giuliani che ci trasmette positività e fiducia per un golf giovane, consapevole delle sue potenzialità e degli strumenti da adottare per trasformarle in una crescita concreta. n


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by Donato Ala

Io contrario al Foot Golf 136


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Lo abbiamo chiesto nel nostro profilo di Facebook a tutti i golfisti che ci seguono. Le risposte però non ci hanno aiutato a capire meglio se i golfisti hanno digerito questa nuova disciplina. Certo per un circolo non è facile ospitare una gara di Foot Golf, anche perché nella maggior parte dei casi, nessuno dei partecipanti ha mai messo piede in un vero golf club o ci ha mai giocato. Credo che la titubanza vada in questa direzione. Per giocare a golf si devono superare degli esami di cui uno in particolare sulla condotta in campo dei giocatori e quindi trovarsi un gruppo di “urlatori” da calcetto in un contesto dove il silenzio è alla base di tutto, credo non sia facilmente digeribile dai normali frequentatori del golf. In molti, mi hanno chiesto un parere come giornalista di golf e oggi su queste pagine voglio dare una risposta. Solitamente quando sono indeciso o perplesso su alcune cose, sono abituato a rispondere: “io boh…” e in questa affermazione ci metto tutte le sfumature del caso. Io boh.. perché vedo troppo lontani questi due mondi… io boh.. perché fatemelo dire il golf è decisamente più nobile del calcio… io boh… perché non credo che il foot golf avvicini nuovi adepti al golf forse il contrario io boh.. perché non lo trovo un modo di fare cassa.. ci sono altri metodi e idee per farlo e magari se qualche circolo me lo chiede potrò dare qualche suggerimento, io boh… perché trovo il foot golf molto divertente e quasi da scampagnata, quindi un vero circolo di golf non è adatto a fare questo ( a volte non permettono nemmeno di fare jogging intorno… ) io boh.. perché con il golf non ha niente da condividere…. Insomma io credo che il foot golf sia una stupenda invenzione e che del golf debba avere solo il nome. Il foot golf può essere adattato nei parchi o anche dentro un campo da golf, ma ben lontano dal percorso tradizionale, con un suo spazio spogliatoio e un aerea ristoro dove magari poter fare anche una bella grigliata a fine partita, anzi questo dovrebbe essere lo spirit of the game del foot golf, ecco che potrebbe crescere molto di più e non avere questo sguardo titubante da parte dei golfisti. Personalmente credo che i circoli che hanno deciso di ospitare questa pratica ben presto si pentiranno o si convertiranno ma in questo caso di sicuro avranno perso quella magica atmosfera che regala il golf. Chiarisco: niente di personale con gli amici del foot golf, li rispetto cosi come spero rispettino chi come me, non vede di buon n occhio il pallone dentro un vero campo da golf.

We asked our Facebook profile to all golfers who follow us. The answers, however, did not help us to understand better if golfers have digested this new discipline. Certainly for a circle is not easy to host a race Foot Golf, also because in most cases, none of the participants has ever set foot in a real golf club or have never played there. I think the hesitancy in this direction. To play golf you have to take examinations, one in particular on the conduct of the players on the pitch and then be a soccer group of "screamers" in a context where the silence is the basis of everything, I think it is not easily digested by normal frequenters of golf. In many, they asked me what I thought as a golf journalist and now on these pages I want to give an answer. Usually when they are undecided or confused about some things, I always say: "I boh ..." and in this statement we put all the nuances of the case. I boh .. because I see too far apart these two worlds ... I boh .. because let me say golf is much more noble than football ... boh ... because I do not think the foot golf course to approach new followers might otherwise I boh .. why not find a way to make money .. there are other methods and ideas to do it and maybe if some club asks me I will give some suggestions, I boh ... because I find the foot and almost as much fun golf outing, so a real golf club is not suitable to do this (sometimes not even allow you to jog around ...) I boh .. because with golf has nothing to share .... In short, I believe that the foot golf is a wonderful invention and that of course should only have the name. The foot course can be tailored in parks or even inside a golf course, but away from the traditional route, with its own dressing room and an air restaurant where maybe you can make even a barbecue after the game, in fact this should be the spirit of the game of foot course, here that could grow much more and not have this look hesitant by golfers. Personally I think that clubs that have decided to host this practice soon repent or be converted but in this case for sure will have lost that magical atmosphere that gives the course. Let me clarify: nothing personal friends of the foot course, I respect them as well as I hope meet people like me, do not look kindly on the ball in a real golf course.

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L’uomo chiave per la Ryder Will Montali The general manager chose to make a great Ryder Cup in Italy and explained what should be the strategic development plan of the third most important sporting event in the world event In the frame of the Royal Park I Roveri, the golf club of the Agnelli family in the park of the Herd, it was taken the first official step in the long process of rapprochement to the Ryder Cup in 2022, which will be held in Rome, at the Marco Simone. As part of the conference 'Sport & Business Day', the general director Gian Paolo Montali has shown what should be the strategic development plan of this most important golf event in the world: "It will be the last time the Ryder Cup leave England as European headquarters, a chance we want to make the most to revive all the golf movement. I'm going to make the sport - sports because it is - the most 'pop' as possible. it must be a collective effort: centreremo this goal only if we are a team, "said the former coach of the blue volleyball 2003-2007. We'll start from the schools ( "In Rome, the National Boarding School, golf has become a subject of study"), we will continue with the club for a work cycle awareness. "I even built the Ryder miniatures, in our idea is the desire to show it to everyone to let you know how much is this extraordinary icon". Not only in economic terms but also bounce the entire movement: "That is why the Italian Open will not have a fixed place but will be traveling from the north, the center, to the south, to the Islands." Apart from that of 2016, scheduled at the Golf Club Milano, for the next twelve years, all others will have a prize pool of € 7 million, "Actually to be ten in the expenditure considerations we face," he explained with a certain Montali concern. Not surprisingly, the hope is that the Government and CONI keep their promises when the dream Ryder has been embraced. Otherwise it will be pain: "For this reason we have structured federation with a sales and marketing office. And in the coming weeks there will be new definitions of roles and responsibilities. Including those of our honor committee," said the general manager of the Ryder project cup. just the Royal Park I Roveri should be the headquarters of the Open in 2018, while that of 2017 is already assigned Olgiata: "we will have partners who will follow us, not

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Sarà Montali Il direttore generale scelto per realizzare una grande Ryder Cup in Italia ed ha illustrato quello che dovrebbe essere il piano strategico di sviluppo del terzo evento sportivo evento più importante al mondo Nella cornice del Royal Park I Roveri, il circolo di golf della famiglia Agnelli nel parco de La Mandria, è stato compiuto il primo passo ufficiale del lungo cammino di avvicinamento alla Ryder Cup del 2022, che si disputerà a Roma, al Marco Simone. Nell'ambito del convegno 'Sport & Business Day', il direttore generale Gian Paolo Montali ha illustrato quello che dovrebbe essere il piano strategico di sviluppo di qui all'evento golfistico più importante al mondo: "Sarà l'ultima volta che la Ryder Cup lascerà l'Inghilterra come sede europea, una chance che desideriamo sfruttare al massimo per rilanciare tutto il movimento golfistico. Ho intenzione di rendere questo sport - perché di sport si tratta - più 'pop' possibile. Deve essere uno sforzo collettivo: centreremo questo obiettivo solo se saremo una squadra", ha raccontato l'ex ct della pallavolo azzurra dal 2003 al 2007. Si comincerà dalle scuole ("A Roma, al Convitto Nazionale, il golf è diventato materia di studio"), si proseguirà con un'opera di sensibilizzazione circolo per circolo. "Ho persino fatto costruire delle miniature della Ryder, nella nostra idea c'è il desiderio di mostrarla a tutti per fare capire quanto vale questa icona straordinaria". Non solo in termini economici ma anche di rimbalzo sull'intero movimento: "Ecco il motivo per cui l'Open d'Italia non avrà una sede fissa ma sarà itinerante: da Nord al Centro, al Sud, alle Isole". A parte quello del 2016, in calendario al golf Club Milano, per i prossimi dodici anni tutti gli altri avranno un montepremi di 7 milioni di euro: "In realtà diventeranno dieci in considerazioni delle spese che dovremo affrontare", ha spiegato Montali con una certa preoccupazione. Non a caso, l'auspicio è che Governo e Coni mantengano le promesse fatte quando è stato abbracciato il sogno Ryder. Altrimenti saranno dolori: "Per questa ragione abbiamo strutturato la federazione con un ufficio commerciale e marketing. E nelle prossime settimane ci saranno nuove definizioni di ruoli e competenze. Comprese quelle del nostro comitato d'onore", ha sottolineato il direttore generale del progetto Ryder Cup. Proprio il Royal Park I Roveri dovrebbe essere la sede dell'Open 2018, mentre quello del 2017 è già stato assegnato all'Olgiata: "Avremo partner commerciali che ci seguiranno non


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solo per un anno ma per tutto il tragitto che dovremo compiere in vista della Ryder. Stiamo valutando il numero, tra dieci e dodici", ha aggiunto Montali. Il 'gettone d'ingresso' sarà abbastanza alto: "In Francia, con un Open da tre milioni e non da sette come i nostri, la base di partenza sono 150mila euro. Facendo le debite proporzioni.", ha concluso Montali. Partendo dagli ultimi risvolti e adesso che il percorso Ryder ha definitivamente preso il via, risulta quindi imprescindibile analizzare una delle figure chiave in ottica Ryder Cup 2022. Volto noto, professore dello sport da un punto di vista manageriale, astuto osservatore e poi grande direttore dei lavori. Si percepisce da subito un cambio di passo, un veloce accelerarsi di progetti che nel mondo del golf sono rimasti per troppo tempo in sospesi. A Montali il compito di procedere verso un cammino che non sia solo Ryder 2022 che che spiani il cammino ad una manifestazione di tale importanza. E’ partito con strana e straordinaria umiltà alla guida di questo progetto dicendo ‘’ devo studiare, capire e fare la squadra. Poi ha preso subito con decisione il controllo scelto gli uomini e partito con decisione. Non si fa ingannare da un traguardo che sembra lontano e ‘’attacca’’ il tempo, come la nostra rivista ha ritenuto opportuno fare con uno speciale sempre presente sulle nostre pagine fino al 2022, perchè dice al Corriere dello Sport «La Ryder non dura una settimana, è un ciclo di lavoro di 11 anni, che si completerà nel 2022. Significa organizzare 11 Open d’Italia di altissimo livello, con montepremi da 7 milioni di dollari così da poter avere i migliori giocatori del mondo. Significa costruire infrastrutture, campi e campi pratica perché il golf ha ricadute importanti sul turismo. Significa portare il golf nelle scuole, farlo conoscere e apprezzare». Conosce bene i numeri e sa cosa deve tornare «L’ultima Ryder ha portato 250 mila spettatori sul campo ed è arrivata in 615 milioni di case, 615.766.744 per essere precisi. È stata vista in 192 Paesi e raccontata da 400 giornalisti. Il Circolo Marco Simone, da quando è stato scelto come sede della gara, ha aumentato del 119% il numero di giocatori, tutti stranieri, e il ristorante ha raddoppiato i pasti serviti. Quando si giocherà la Ryder il mondo guarderà l’Italia. Vogliamo far vedere che siamo capaci di fare le cose e di farle bene». Sembriamo essere in buone mani insomma, un leader capace e deciso, come in quasi tutti i casi golfista anche per passione. «Allenavo la Sisley, dopo uno scudetto Gilberto Benetton, invece del solito bell’orologio, mi regalò la tessera del Golf Club di Asolo. Lì per lì rimasi perplesso, poi ho provato: beh, sarò sempre grato al presidente per quel regalo». Sempre pronto a prendere spunti e lezioni se necessario, il golf mi ha insegnato che non puoi mai rilassarti, che l’errore è sempre in agguato. E visto che giocando si sbaglia spesso, mi ha insegnato a rispondere all’errore». Prossimo appuntamento sulla strada della Ryder e primo evento mediatico nel progetto 2022 il 26 Agosto, sul monte bianco, dove verrà tirata la prima pallima. Il primo colpo della Ryder italiana. Vogliamo essere fiduciosi e sperare che ci faremo trovare pronti per uno n dei più grandi eventi sportivi ospitati nel nostro Paese.

only for one year but the whole way that we will accomplish in view of Ryder. We are evaluating the number, ten to twelve "he added Montali. The 'token entry' will be quite high: "In France, an Open by three million and not seven like ours, the starting point is 150 thousand euro. Taking due proportion." Concluded Montali. Starting from the last lapels and now that the Ryder path has definitely taken off, it is therefore essential to analyze one of the key figures in optical Ryder Cup 2022. known face, a professor of sports from a management point of view, astute observer and then great director works. One senses immediately a change of pace, a quick acceleration of projects in the golf world have remained for too long suspended. A Montali the task of moving towards a path that is not only Ryder 2022 paving the way for an event of such importance. It 'started with strange and extraordinary humility to saying' 'lead on this project I have to study, understand and make the team. Then immediately he took the decision with the chosen control men and party firmly. Not deceived by a goal that seems far away and '' sticks '' as long as our magazine saw fit to do with a special always present on our pages until 2022, because he says the Corriere dello Sport, "The Ryder does not last a week, is a 11-year cycle, which will be completed in 2022. it means organizing 11 Italian Open at the highest level, with a prize pool of $ 7,000,000 so you can have the best players in the world. It means building infrastructure, courts and practice fields because golf has important repercussions on tourism. It means bringing the courses in schools, to make it known and appreciated. " He knows the numbers and knows what has to go back "The last Ryder brought 250,000 spectators on the field and came in 615 million homes, 615 766 744 to be precise. It was seen in 192 countries and narrated by 400 journalists. The Circolo Marco Simone, since it was chosen as the venue of the competition, has increased by 119% the number of players, all foreigners, and the restaurant has doubled the meals served. When you play the Ryder the world will look at Italy. We want to show that we are capable of doing things and do them well. " We seem to be in good hands in short, a leader capable and determined, as in almost all cases golfer also for passion. "I coached the Sisley, after a championship Gilberto Benetton, instead of the usual nice watch, gave me the card of Asolo Golf Club. There and then I was puzzled, then I tried: Well, I will always be grateful to the President for that gift. " Always ready to take cues and lessons if necessary, golf has taught me that you can never relax, that the error is still there. And because playing often is mistaken, he taught me to respond to error. " Next meeting on the road to Ryder and the first media event in the project 2022 August 26, on the White Mountain, where the first will be pulled pallima. The first shot of the Italian Ryder. We want to be confident and hope that we'll be ready for one of the biggest sporting events hosted in our country.

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Golfitaliano Kel 12 Cup 2016 by Donato Ala For some years now our magazine deals with golf and amateur circuits, not least through the Golfitaliano world. We have always followed the competition circuit Golfitaliano Cup and told stories, places and people related to it. We did it because more than any other circuit, this competition that celebrates 12 years and is able to represent the spirit and soul of golf. Sympathy, informal atmosphere and lifestyile are intertwined with important awards at every stage, in fact, win every weekend 4 places for direct international final which will be played and events specially created on the territory. Golfitaliano Cup 2016 course presents a novelty, confirming its innovative nature, and the world of golf tour operator Kel12. A very special tour operator, that is dedicated to the inimitable offers as trips with the expert. Scenarios only with guides who are professional excellence in their field and who help to read the journey through their passions or their hobbies. The partnership between Golfitaliano and Kel12 born from the collaboration between the Director of Professional Key Golfitaliano Donato Ala and the special tour operator based in Milan and offices in Switzerland Turin, Genoa and collaborations all over the national territory. So the circuit never fails to propose new offerings to the world of golf, it develops and expands its world. Primary objective: to renew, refresh and grow the world of golf in Italy. This year the circuit has decided to tap new stages and new golf clubs, just in order to promote the realities inherent in this sport in Italy. New dates and new golf club, then, to build a complete and compelling storytelling that you can also find on social networks of Golfitaliano Cup, Facebook and Instagram. Parties from Piedmont, have already spent several kilometers turning Italy from North to South, from Turin to Lecce, from Tuscany to Lombardy with the fascinating stop in the middle of Trieste. The Golfitaliano Cup is half of its path, but already has a story to tell made up of players, people, places and scenarios, perfumes and design. Stories and facts, as players who have already received the award in the spectacular design of the family Iron Murano glass and gadgets Proraso of prestigious brands, Marvis and Kaloderma. Other sponsors following the

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Ormai da qualche anno la nostra rivista si occupa di golf e di circuiti amatoriali, anche e soprattutto attraverso il mondo Golfitaliano. Abbiamo sempre seguito il circuito gare Golfitaliano Cup e raccontato le storie, i luoghi e le persone ad esso legato. Lo abbiamo fatto perché più di ogni altro circuito, questa competizione che compie 12 anni e riesce a rappresentare lo spirito e l’anima del golf. Simpatia, clima informale e lifestyile si intrecciano con premi importantissimi ad ogni tappa, si vince infatti ogni week end 4 posti per la finale internazionale diretta che si giocherà ed eventi creati ad hoc sul territorio. Golfitaliano Cup 2016 si presenta ovviamente con una novità, confermando la sua natura innovatrice e presenta al mondo del golf il tour operator Kel12. Un tour operator molto speciale, che si dedica ad offerte inimitabili come i viaggi con l’esperto. Scenari unici con guide che sono eccellenze professionali nel proprio settore e che aiutano a leggere il viaggio attraverso le proprie passioni o i propri hobbies. La partnership tra Golfitaliano e Kel12 nasce proprio dalla collaborazione in chiave professionale tra il Direttore di Golfitaliano Donato Ala e lo speciale tour operator con sede a Milano e uffici in Svizzera Torino, Genova e collaborazioni su tutto il territorio nazionale. Così il circuito non smette mai di proporre nuove offerte al mondo del golf, si sviluppa e amplia il proprio mondo. Obiettivo primario: rinnovare, rinfrescare e far crescere il mondo del golf in italia. Quest’anno il circuito ha deciso di toccare nuove tappe e nuovi golf club, proprio al fine di promuovere le realtà inerenti a questo sport in Italia. Nuove date e nuovi golf club, quindi, per costruire uno storytelling completo e coinvolgente che potrete trovare anche sui social network della Golfitaliano Cup, Facebook ed Instagram. Partiti dal Piemonte, si sono già trascorsi diversi kilometri girando l’italia da Nord a Sud, da Torino a Lecce, dalla Toscana alla Lombardia con in mezzo l’affascinante tappa triestina. La Golfitaliano Cup è a metà del proprio percorso, eppure ha già una storia da raccontare fatta di giocatori, persone, luoghi e scenari, profumi e design. Storie e fatti concreti, come i giocatori che hanno già ricevuto il premio in vetro dello spettacolare design della famiglia Ferro Murano e i gadget dei prestigiosi marchi Proraso, Marvis e Kaloderma. Altro sponsor che segue il circuito da molti anni è la


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Corsica Ferries che mette in palio diversi viaggi verso la Sardegna. Il Team a partire da questa edizione ha iniziato anche una proficua collaborazione con il GRUPPO MADZA della 4M automobili concessionaria di Prato. Una bellissima Madza station viene utilizzata dalla redazione per far conoscere questo marchio a tutti i golfisti. La nostra rivista Live in segue costantemente il circuito organizzando anche eventi all’interno dei Club. La finale Internazionale si giocherà in Spagna nello splendido percorso del n LUMINE a circa 100 km sotto Barcellona dal 9 al 13 novembre.

circuit for many years is the Corsica Ferries that is giving away several trips to Sardinia. Team starting from this edition has also started a fruitful collaboration with the Madza GROUP of 4M car dealership in Prato. A beautiful Madza station is used by the editors to introduce this brand to all golfers. Live in our magazine is constantly monitoring the circuit also organizing events within the Club. The International Final will be played in Spain in the beautiful location of LUMINE about 100 km from Barcelona November 9 to 13.

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Art Room

Modello Italia 2012. Universita ̀ di Parma


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Art Room

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testo di Carlos Vìntem Museo del Novecento -© Lonati Foto | Comune di Milano


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Milano incontra i Musei di tutto il mondo 145


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Sala delle Armi | Museo Poldi Pezzoli - © Museo Poldi Pezzoli


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Vite Aerea | Aerial Screw © Alessandro Nasiri Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano

Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, nel cuore di ogni paesaggio italiano c’è un museo da tutelare, un’area archeologica da valorizzare, un monumento da riscoprire. Ecco perché la scelta del tema “Musei e paesaggi culturali” per la 24a Conferenza Generale ICOM, il Consiglio Internazionale dei Musei, che dal 3 al 9 luglio 2016 vedrà radunarsi a Milano più di 3.000 esponenti ICOM provenienti da oltre 130 Paesi, assume un valore di grandissima rilevanza. In un paese come l’Italia dove sono presenti 3847 musei, 240 aree e parchi archeologici, 501 monumenti e complessi monumentali, tutti inseriti in paesaggi culturali che dialogano inevitabilmente con essi, il tema della pone la valorizzazione del ruolo del museo all’interno della società e la sua responsabilità nei confronti dell’ambiente e del territorio su cui insiste, affrontandolo su due binari paralleli: da una parte chiedendosi come i musei possano essere in grado di assumere anche la funzione di centri di interpretazione della comunità e del territorio di cui sono parte; dall’altra in che modo e con quali strumenti le stesse istituzioni museali possano contribuire alla promozione del patrimonio culturale presente al loro interno ma anche alla conoscenza dell’ambiente che è al di fuori delle loro mura. In questa maniera i musei, oltre ad essere responsabili delle rispettive collezioni, potranno diventare presidi di tutela attiva nei confronti del territorio di cui sono parte, nella prospettiva del cosiddetto ‘museo diffuso’: ovvero una nuova forma di pensare e vivere il museo, che aprendosi al paesaggio e al patrimonio che li circonda si mette in gioco. Dunque Dopo Shanghai (2010) e Rio de Janeiro (2013) tocca dunque a Milano diventare l’ombelico del mondo del “sistema internazionale dei musei”, dando ai professionisti del patrimonio culturale che parteciperanno, addetti museali ma non solo, la possibilità di potersi confrontare su

From Valle d'Aosta to Sicily, in the heart of every Italian landscape there is a museum to be protected, an archaeological area to be enhanced, a monument to be rediscovered. This is the reason for the choice of the theme "Museums and cultural landscapes” for the 24th General Conference of ICOM, the International Council of Museums. From July 3rd through 9th the conference will gather in Milan over 3,000 ICOM members from over 130 countries, and has gained significant importance. In a country like Italy, where there are 3847 museums, 240 archaeological areas and parks and 501 monuments and historical structures, all included in cultural landscapes that inevitably resonate with them. The conference theme places the enhancement of the museum's role within the society and its responsibility over the environment and the land on which it lies, facing it on two parallel tracks: on one hand, the quest about how museums may be able to also act as interpretation centers for the community and the territory of which they are part; the other hand, how and with what resources can the same museums contribute to the promotion of the cultural heritage within and beyond their walls. In this way, the museums, on top of overseeing their respective collections they could become guards active in the defense of their territory, which reflects the concept of the “museo diffuso”, meaning a new way to think and experience the museum which opens to its territory and cultural heritage. After Shanghai (2010) and Rio de Janeiro (2013), it’s Milan’s turn. It will be the heart of the world of the “international museums system” giving to the participating professionals, museum employees or not,

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Ritratto di Dama | Museo Poldi Pezzoli - © Museo Poldi Pezzoli


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© Lorenza Daverio | Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano

diverse tematiche. E’ quanto ribadisce Alberto Garlandini, Presidente del Comitato Organizzatore Italiano di ICOM 2016 Milano: “Abbiamo l’opportunità di costruire nuove partnership con gli altri professionisti del patrimonio culturale, che come noi difendono da sempre il ruolo della conoscenza nella crescita della società” . Aspetto quest’ultimo di estrema importanza per cogliere l’essenza della 24a Conferenza Generale sul quale insiste anche Hans-Martin Hinz, Presidente ICOM: “Ci aspettiamo la condivisione e il dialogo su progetti che coprono numerosi campi d’interesse grazie alla presenza di partecipanti provenienti da diversi orizzonti culturali e linguistici”. Il tema del rapporto con i paesaggi culturali assume inoltre particolare importanza in un momento storico nel quale le minacce al patrimonio mondiale sono uno degli snodi geopolitici centrali. "In questo momento – sottolinea ancora Alberto Garlandini - in cui nel mondo viene distrutto il patrimonio culturale, in cui un socio Icom come Khaled Asaad è stato ucciso perché voleva difendere il sito di Palmira, questo è il messaggio che vogliamo lanciare: la cultura affratella, la cultura è parte di un mondo migliore e Icom è parte di questo grande sforzo che facciamo in tutto il mondo per difendere il patrimonio e fare dei nostri musei dei centri di attività culturale". L’appuntamento milanese, che prevede inoltre ospiti speciali come l’artista Christo, lo scrittore Orhan Pamuk, l’architetto Michele De Lucchi, il Ministro per le parità di genere in Zambia Nkandu Luo e l’economista David Throsb, coinvolgerà l’intera territorio con una serie di appuntamenti aperti ai cittadini nella maggior parte dei musei del capoluogo lombardo, a partire dalla prima edizione della “Festa dei Musei” in programma sabato 2 e domenica 3 luglio, due giorni interi di dibattiti, incontri, visite guidate, laboratori didattici per i bambini ed eventi interdisciplinari. Il tutto non solo per ribadire la centralità dei musei nello sviluppo di ogni società, ma per dare una dimensione collettiva nazionale a un’iniziativa di n respiro internazionale.

the possibility to confront themselves on different topics. Alberto Garlandini, President of the Italian Organising Committee of ICOM 2016 Milan, says: "We have the opportunity to build new partnerships with other cultural heritage professionals, who, like us, always support the role of knowledge in the society development." The latter is an aspect of extreme importance to grasp the essence of the 24th General Conference, about which Hans-Martin Hinz, President of ICOM, says: "We expect sharing and dialogue on projects covering many fields of interest thanks to the presence of participants coming from different cultural and linguistic backgrounds. " The theme of the relationship with the cultural landscape also becomes particularly important in a historical moment in which threats to world heritage are a central geopolitical joint. "Right now Alberto Garlandini highlights - where in the world is the cultural heritage is destroyed, in which an Icom partner as Khaled Asaad was killed because he wanted to defend the site of Palmyra. This is the message we want to pass: culture unites, culture is part of a better world and Icom is part of this great effort around the world to defend the cultural heritage and make museums our cultural activity centers". The event in Milan, will also see special guests as the artist Christo, the writer Orhan Pamuk, the architect Michele De Lucchi, the Minister for Gender Equality in Zambia Nkandu Luo and the economist David Throsb. It will involve the whole territory with a series of events open to the citizens in most of Milan museums, starting with the first edition of the "Festival of Museums" scheduled for Saturday 2nd and Sunday July 3rd, two days of debates, meetings, guided tours, educational workshops for children and inter-disciplinary events. All is there not only to reaffirm the central role of museums in the development of any society, but to give a national collective dimension to an initiative of international scope.

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by Giovanna Repossi

by Susanne Capolongo edit by Giovanna Repossi Il Seme dell'Altissimo 2015, photo by Andrea Valentini

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Emilio Isgrò, cancellare per riscrivere Emilio Isgrò è legato alla scrittura in modo indelebile, sia perché letterato sia perché ha fatto della scrittura e non-scrittura la sua forma d’arte, da lui stessa definita Cancellatura. Isgrò è un’ artista poliedrico e curioso, non facilmente classificabile, ha una produzione artistica vasta e variegata, è artista visivo, scultore (sua è la scultura il Seme dell’Altissimo esposto all’Expo 2016) sceneggiatore, poeta, scrittore e giornalista. La sua opera è una forma di denuncia sociale e politica, la sua curiosità è alla base dell’esplorazione dei linguaggi che usa, apparentemente antitetici. Con le sue Cancellature interviene su opere letterarie, quotidiani, manifesti, enciclopedie e molto altro, questi vengono parzialmente cancellati, per rilevare, così, ai nostri occhi sempre nuovi significati. E’ un’artista di fama internazionale, a giugno 2016 si terrà una sua importante retrospettiva a Palazzo Reale di Milano.

Emilio Isgrò is related to writing indelibly, either because he is a man

Giornalista, scrittore, poeta, artista visivo, regista, dimentico qualcosa? Credo di essere soprattutto un Cancellatore di tutte le forme esistenti e possibili con lo scopo di crearne sempre di nuove.

Journalist, writer, poet, visual artist, filmmaker, do I forget something?

Nella Cancellatura c'e volontà di distruggere la scrittura o di esaltarla? Nel mio lavoro esiste questa doppia funzione: fingere di distruggere per esaltare e qualche volta esaltare per distruggere. E’ un’azione che nel momento stesso che distrugge, ricostruisce. E’ il negativo della scrittura che presuppone il suo positivo, difatti certe parole scampano alla cancellatura, a volte sono semplici segni come le virgole, la punteggiatura e le parentesi. Penso che la mia cancellatura non sia distruzione della parola ma un’esaltazione della scrittura e della sua funzione.

In Cancellatura is there desire to destroy or to enhance works?

Quindi è un’affermazione del pensiero? Si, è un’affermazione del pensiero. I latini dicevano che due negazioni affermano, io a forza di cancellare, quindi di negare, ho affermato la bellezza del mondo e della vita. Tutto il contrario di quello che la gente pensa

So is it an affirmation of thought?

of letters or because he made of writing and non-writing his art form. The latest one is defined by the same artist “Cancellatura” (Erasure). Isgrò is a versatile and curious artist, not easily classifiable, and offers a wide and varied artistic production: visual art, sculpture (his sculpture “Il Seme dell’Altissimo” is displayed at Expo 2016) screenwriting, poetry, writing and journalism. His work is a form of social and political protest, his curiosity gives rise to the exploration of expressions he uses, which seem antithetical. He applies his Cancellature to literary works, newspapers, posters, encyclopedias and much more; these are partially erased, in order to reveal ever new meanings to our eyes. He is an internationally renowned artist. One of his major retrospectives will be held in June 2016, at the Palazzo Reale in Milan.

I think I'm mostly a Cancellatore (Eraser) of all existing and possible forms in order to always create new ones.

In my work there is a twofold function: pretend to destroy to exalt and, sometimes, exalt to destroy. It 'an action which destroys and, at the same time, rebuilds. It’s the negative of writing which assumes its positive. In fact, certain words escape from the erasure, they are sometimes simple signs such as commas, punctuation and parentheses. I think my erasure is not the destruction of the word but an exaltation of writing and of its function.

Yes, it is an affirmation of thought. The Romans used to say that two negations state a positive. As I erased, I denied, and I also stated the beauty of the world and of life. Quite the opposite of what people

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Emilio Isgro ̀ nel suo studio 2015 photo by Paola Arpone

think of my work, which is too often perceived as a destructive action. Over the years I have tried to bring erasure to be a dialectical instrument between the yes and no of things, in a pendulum fashion among the various possibilities. This is a permanent doubt, typical of Greek, Mediterranean and even more of Sicilian thought.

You approached visual art coming from journalism and writing, can you please tell us how? I worked in Venice, where I was editor of the cultural pages of the newspaper Il Gazzettino. I edited the articles of John Comisso, a great writer. His lyrics, typed by his driver-assistant, were often incomprehensible and ungrammatical. One day, deleting and changing, I realized that the power of the deleted parts was more intense than what emerged from the text. I was interested in visual poetry, I had published a collection of poems and books, particularly with Arturo Schwarz, which were well received by literary criticism. Among my supporters there was also

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del mio lavoro, che troppo spesso è percepito come un’azione distruttiva. Negli anni ho cercato di portare la cancellatura a essere uno strumento dialettico tra il si e il no delle cose, in un modo pendolare tra le varie possibilità, quindi un dubbio permanente, tipico del pensiero greco, mediterraneo e ancor più siciliano. Arriva all'arte visiva passando dal giornalismo e dalla scrittura, ci racconta il percorso? Lavoravo a Venezia dove ero responsabile delle pagine culturali del quotidiano Il Gazzettino, allora correggevo gli articoli di Giovanni Comisso, grande scrittore. I suoi testi, battuti a macchina dall’autista-segretario, erano spesso incomprensibili e sgrammaticati. Fintanto che un giorno, cancellando e modificando, mi accorsi che la forza delle parti cancellate era più intensa di ciò che emergeva dal testo. Ero interessato alla poesia visiva, avevo pubblicato una raccolta di poesie e libri, in particolare con Arturo Schwarz, e fui ben accolto dalla critica letteraria. Tra i miei sosteni-


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tori c’era anche P.P.Pasolini. Giunsi così alla cancellazione, che fu il mio gesto innovativo, voleva essere una forma di dissenso culturale, surrogato a quello sociale: era una terapia contro la violenza. Volevo inaugurare un sistema di linguaggio e allargare il campo del segno.

P.P. Pasolini. So I came to the erasure, which was my innovative gesture.

Cosa vuol dire essere un’artista? Per fare il mestiere dell’artista devi essere emotivamente coinvolto, ma devi anche essere in grado di farti scivolare le cose addosso altrimenti soccombi. Per un’artista il consenso è importante ma è ancora più importante come si ottiene: se lavorando con la fatica, poco o molto che questa sia, allora riesci a gestirlo e a difenderti dagli aspetti negativi che questo può avere. Un artista deve mantenere la sua visione, che dovrebbe essere sostanzialmente critica, la visione dell’artista è sempre divergente. L’arte è sempre un forte dubbio sull’esistente. Fare l’artista è stata una scelta voluta e costruita, l’ho fatto senza preoccuparmi degli esiti del mio n lavoro.

What does being an artist mean?

It was meant to be a form of cultural dissent, subrogated to social disagreement: it was a therapy against violence. I wanted to inaugurate a language system and enlarge the scope of the sign.

In order to be an artist you have to be emotionally involved, but you must also be able to let things go otherwise you succumb to them. For an artist consensus is important but how you gain it is even more important: if it’s through hard work, you can handle it and defend yourself from the negative aspects that this can have. An artist must stick to his vision, which should be substantially criticism, the artist's vision is always divergent. Art is always a strong doubt on the existing. Being an artist is a built conscious choice, I make such choice without worrying about the results of my work.

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Marco Belardi: quando il cinema diventa realtà by Pietro Bazzoli photo by Enrico Vannucchi

What is cinema? The seventh art, as it has been defined from its very beginning, is something surprising. Live In New York met one of the most prominent figures of Italian cinema of this decade. We are talking about the producer Marco Belardi who, along with Lotus Production, has just won two "David di Donatello" (Best Picture and Best Screenplay), and the prize for Best Screenplay at the "Tribeca Film Festival" thanks to the film “Perfetti Sconosciuti” (Perfect Strangers, NoA) of director Paolo Genovese.

What are the emotions you felt at the Tribeca Film Festival in NY and receiving two David di Donatello for Perfect Strangers? Incredible emotions, dreamt but also unexpected! Emotions that represent the culmination of a long journey that has made us live fluctuating sensations. The awards at the David di Donatello have been a great satisfaction, the consecration of a project that I saw growing up before my eyes. But the real surprise was the victory at the Tribeca Film Festival and the request from Lions Gate to make an American remake. We received the same proposal from France and Spain, a strong international recognition for us that highlights the great success of this movie already acclaimed in our Country (Italy,NoA)..

So what are the next steps of Marco Belardi after this great series of successes? We are now focusing on “La Pazza Gioia” (A mad joy, NoA), film directed by Paolo Virzi’. The film was presented at the "Directors' TwoWeek" at the Cannes Film Festival with huge public and critical success. The movie is in theaters from May the 17th, and we are getting good feedback among journalists and at the box office.

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Che cos'è il cinema? La settima arte, com'è stata definita sin dai suoi albori, è qualcosa di sorprendente. Live In New York ha incontrato uno dei personaggi più in vista del cinema italiano di questo decennio. Stiamo parlando del produttore Marco Belardi che, con la Lotus Production, ha appena vinto due "David di Donatello" (Miglior Film e Migliore Sceneggiatura) e il premio per la Miglior Sceneggiatura al "Tribeca Film Festival" grazie alla pellicola "Perfetti Sconosciuti" del regista Paolo Genovese. Quali sono le emozioni che ha provato al Tribeca Film Festival di NY e nel ricevere due David di Donatello per Perfetti Sconosciuti? Emozioni incredibili, sperate ma anche inaspettate! Emozioni che rappresentano il coronamento di un lungo percorso che ci ha fatto vivere sensazioni altalenanti. I premi al David di Donatello sono stati una grande soddisfazione, la consacrazione di un progetto che ho visto crescere davanti ai miei occhi. Ma la vera rivelazione è stata la vittoria al Tribeca Film Festival e la richiesta dalla Lions Gate per fare il remake del film in America. Abbiamo ricevuto la stessa proposta dalla Francia e dalla Spagna, un forte riconoscimento a livello internazionale per noi che sottolinea il grande successo del film già conclamato nelle nostre sale. Quali sono allora i prossimi passi di Marco Belardi dopo questa grande serie di successi? Abbiamo gli occhi puntati su "La pazza gioia", film diretto dal regista Paolo Virzì. Il film è stato presentato nella sezione "Quinzaine des Réalisateurs" al Festival di Cannes con enorme successo di pubblico e di critica. Adesso è in sala dal 17 maggio e stiamo ottenendo buoni riscontri tra i giornalisti e al botteghino.


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Do you think you are an ambassador of quality Italian film-making? The dynamic one, that analyzes the social aspects of today Italy? What Italian cinema is currently experiencing is a time of transition to something different. I think the age of wacky comedy is over. With "Perfect Strangers" we present to viewers a comedy that moves far away from the conventional one. We were rewarded for it and that has confirmed that the public wants a different kind of film. I am a man trying to do his best without feeling better than others. I do what I can and every time I have great fears and misgivings. This is the job that I love, but it always needs new challenges. I am convinced that, once embarked on a road, you should walk all the way down.

What Marco Belardi looks for in a film project? I am always looking for something that can lead to the creation of a good movie. This means to get to a movie that has the potential to excite, that instills something to the viewer. The secret lies in mixing the right amount of entertainment and content. You can say that a new Italian Wave of film-making is coming: the audience is changing, it appreciates genres other than the conventional ones it was used to. These new films are made out from solid concepts and more intellectual genres.

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Pensa di essere uno dei promotori del buon cinema italiano? Un cinema dinamico, che analizza gli aspetti sociali dell'Italia dei nostri giorni? Quello che sta vivendo adesso il cinema italiano è un periodo di transizione verso qualcosa di diverso. Credo sia finita l'epoca della commediola demenziale. Con "Perfetti Sconosciuti" abbiamo messo davanti agli occhi del pubblico una commedia che si distanzia parecchio da quella convenzionale. Siamo stati premiati e ha confermato che il pubblico vuole un diverso genere di film. Sono un uomo che prova a fare del proprio meglio senza sentirsi migliore degli altri. Faccio ciò che mi riesce e ogni volta ho grandi paure e perplessità. Questo è il lavoro che amo e che per funzionare ha sempre bisogno di nuove sfide. Sono convinto che, una volta intrapresa una strada, si debba percorrerla fino alla fine. Che cosa conquista Marco Belardi in un progetto cinematografico? Si è sempre alla ricerca di qualcosa che possa portare alla creazione di un buon film. Questo significa arrivare ad avere una pellicola che sappia emozionare, che doni qualcosa a chi la guarda. Il segreto risiede nel miscelare la giusta quantità d'intrattenimento e contenuto. Si può dire che stia prendendo piede un nuovo cinema all'italiana: il pubblico sta cambiando, apprezza generi diversi da quelli convenzionali a cui era abituato. Questo nuovo cinema è fatto d'idee e di altri generi più strutturati.


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Com'è nata questa passione per il cinema? Quello del grande cinema era il mondo in cui sognavo di lavorare. All'inizio è stata dura: ho ricevuto molte porte in faccia. Il primo lavoro come produttore fu uno spot per "Honda", con la società di produzione "Immaginando", verso la fine degli anni '90. Seguì subito "Indovina Chi Viene A Cena", ottimo contest di grande successo. "Immaturi" (2011) è stato il mio primo film prodotto con Paolo Genovese. E' stata un'esperienza incredibile avere la possibilità di realizzare questa pellicola, sento di dover ancora ringraziare "Medusa Film" per l'opportunità. Oggi come oggi posso dire di avere ancora tanta strada da fare.

Where does this passion for movies come from?

E come si definirebbe oggi Marco Belardi? Ho ancora molto da imparare in un ambiente in continuo mutamento e mi accorgo di essere in un perenne stato di ricerca. Negli anni ho compreso che bisogna unire un grande lavoro a un po' di fortuna e che non bisogna mai mollare. E' un mix che, con umiltà, dedizione e piedi ben piantati per terra, mi ha sempre premiato. La passione dev'essere la scintilla, l'inizio di tutto. Nel mio campo l'esperienza mi ha insegnato che il vero protagonista di un film è la sceneggiatura. Io stesso sono sempre stato molto umile, determinato e intraprendente. Sono rimasto in piedi anche quando mi son visto chiudere la porta in faccia.

And how would you define yourself today Marco Belardi?

The movie industry was the world in which I dreamed to work. At the beginning it was tough: I found a lot of doors close. The first job as a producer was for a commercial for "Honda", with the production company "Immaginando” in the late 90s. After that immediately followed “Indovina chi viene a cena” (Guess Who's Coming to Dinner, NoA) a great challenge of great success. “Immaturi”(Immature, NoA) (2011) was my first film produced along with Paolo Genovese. It was an amazing experience to have the opportunity to realize this film, I feel I must still thank again "Medusa Film" for that opportunity.

I still have a lot to learn in an industry in flux and I have realized I'm in a constant state of research. Over the years I have realized that you always need a combination of hard work and some luck, but – above all - you must never give up. It 'a mix that, with humility, dedication and feet firmly on the ground, has always rewarded me. Passion has to be the spark, the beginning of everything. In my field experience has taught me that the true protagonist of a film is the screenplay. I myself have always been very humble, determined and resourceful. I kept standing even when I got doors slammed in my face.

Do you feel you can make a comparison between Italian and

Se la sente di fare un confronto tra il cinema italiano e quello americano? Il mercato americano mi appassiona: penso sia un modo differente di fare lo stesso lavoro. Il nostro è un cinema più "artigianale", perchè in America gli Studios hanno capacità economiche infinite e un bacino di pubblico molto più vasto rispetto al nostro. Noi siamo famosi nella confezione del prodotto finale perché riusciamo a creare un buon risultato lavorando insieme. Il connubio con "Leone Film Group" è stato fatto per riuscire ad esportare i nostri film all'estero e dare così continuità a quest'ondata di innovazione del cinema italiano.

American film-making?

Cosa prevede il futuro di Marco Belardi? Il prossimo film di Genovese! (Ride, ndr). Dopo il successo ottenuto con "Perfetti Sconosciuti", sarà difficile creare un film all'altezza delle aspettative. Ma ci stiamo già lavorando, raccogliendo le idee per affrontare questa nuova, n esaltante sfida.

What is in Marco Belardi’s future?

I am passionate about the American market: I think it's a different way of doing the same job. Ours is more a "handcrafted cinema", because in America Studios have infinite economic capacities and a number of potential viewer much larger than ours. We are renowned for getting the final job done because we can achieve good results by working together. The union with "Leone Film Group" was made in order to be able to export our films abroad and thus give continuity to this wave of innovation of Italian cinema.

The next Genovese’s movie! (Laughs). After the success of "Perfect Strangers", it will be difficult to match the expectations. But we are already at work, gathering ideas to face this new, exciting challenge.

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E’ ora del Global Short Film Awards by Viola ViVi - Manuela Viola Ceccarini

Ladies and gentlemen get your pop corns ready, I am about to announce you a very special event: The Global Short Film Awards! Some of the world most creative minds will prove you that creativity has not boundaries. Established in 2015, the GSFA recognizes excellence in short films under 15 minutes long in a variety of subjects, open to amateur and professional filmmakers from all around the world! The event provides creative filmmakers with a platform to showcase their work thereby gaining exposure and recognition as well as connecting with decision makers in the industry for possible further business, distribution and purchase. All the short films, including titles and credits, are in English or in any language with English subtitles or an English script. All nominated films were viewed by an international jury, which I was honored to be part of for the Italian and Spanish category, comprised of leading professionals and talent. A winning film was selected by the Jury’s Members in each subject category, the finalists were consecutively screened at Bow Tie Cinema, Chelsea, New York on April 28th. And of course I was there to assist at each of the screening session starting from 1:00pm, 3:30pm, 6:00 pm and 8:30pm. The celebration continued on May 21 in France at the unforgettable and glitzy Cannes Red Carpet Fashion and GSF Awards Gala, which took place at the Carlton Intercontinental Hotel to celebra-

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Signore e signori, preparate patatine e pop corn, sto per annunciarvi un evento unico nel suo genere: Il Global Short Film Awards! Alcune tra le menti più creative del mondo del cinema vi mostreranno come la creatività non abbia limiti e confini. Fondata nel 2015, il GSFA premia l'eccellenza del cortometraggio in una varietà di temi e soggetti, che secondo regolamento, deve essere di una durata massima di 15 minuti. Il concorso é aperto a tutti: registi dilettanti e professionisti provenienti da tutte le parti del mondo, accomunati da una sola passione: il cinema! Tutti i cortometraggi, inclusi i titoli e crediti, sono esclusivamente in inglese o in qualsiasi lingua con sottotitoli in inglese. L’evento é una vetrina sul mondo, ma soprattutto un occasione per i direttori cinematografici di esporre e mostrare i propri lavori in due dei centri culturali e mondiali di cinema e spettacolo: New York City e Cannes. Tutti i corti che si sono qualificati in finale, sono stati scelti da una giuria internazionale, composta da importanti professionisti e talenti nel mondo del cinema e della televisione, giuria della quale ho avuto l'onore e il piacere di far parte per la categoria cortometraggi Italiani e Spagnoli. Noi membri della giuria ci siamo occupati di selezionare un film vincitore per ciascuna categoria, i film finalisti sono stati consecutivamente proiettati al Bow Tie Cinema a Chelsea, New York il 28 di Aprile. Ovviamente io c’ero!! Pronta ad assistere alle due sessioni di screening partendo dalle 13:00 fino alle 15:30 e per continuare poi alle 18:00 fino alle 08:30.


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E la festa continua….in Francia!! Il 21 di Maggio si è tenuta all’indimenticabile e sfarzoso Festival di Cannes Red Carpet Fashion and GSF Awards Gala, che ha avuto luogo presso il Carlton Intercontinental Hotel per celebrare i vincitori , selezionati tra oltre 1400 corti provenienti da più di 81 Paesi per le categorie: Migliore Animazione, Miglior documentario, Miglior Film, Miglior Viaggi, Miglior Scelta Popolare, Miglior Effetti Speciali, Miglior Fotografia, Miglior Musica e Danza, Miglior Regista, Miglior Attore Giovane Talento, Miglior Attrice, Miglior Scenografia, Miglior 3-D, Migliore Film Umanitario e Migliore Documentario. L’Italia ne é uscita trionfante aggiudicandosi ben due Awards per le categorie Miglior Regista e Miglior Documentario. Il Miglior Regista va a Marco Toscani con l’eccezionale e romantico cortometraggio dal titolo "Ti ho Incontrata Domani" (I met you tomorrow) e il titolo di Miglior Documentario se lo aggiudica il film "Ovunque proteggi" (Everywhere Protect) un cortometraggio sorprendente, con un messaggio globale del direttore e co-scrittore: Massimo Bondielli, Co-Writer: Luigi Martella e produttore: Caravanserraglio Film Factory. “E il vincitore e’......” Sono lieta infine di annunciarvi che il film vincitore del Global Short Film Awards di quest’anno é The Gift, che si e’ aggiudicato il titolo di Miglior Film, Miglior attore: Xandar Berkeley, Miglior Attore Giovane Talento: Brady Permenter, Miglior Scenografia del Produttore: Ken Petrie, Scrittore e Direttore: Gabriel Robertson. “The Gift è una semplice idea, brillantemente eseguito ..." ha detto il diretn tore del Festival Andrés Aquino.

te the winners accomplishments selected from 1400 submissions and 81 countries for the categories: Best Animation, Best Documentary, Best Feature, Best Travel, People’s Choice, Best Special Effects, Best Cinematography, Best Music and Dance, Best Director, Best Young Talent actor, Best Actress, Best Set Design, Best 3-D , Best Fashion, Best Humanitarian and Best Documentary. Italy got out of this competition victorious by winning few awards for the categories Best Director and Best Documentary. The Best Director goes to Marco Toscani with his extraordinary “Ti ho incontrata domani” (I met you tomorrow) and the Best Documentary goes to “Ovunque proteggi” (Everywhere Protect) an amazing short-film with a global message by Director & Co-Writer: Massimo Bondielli, Co-Writer: Luigi Martella and Producer: Caravanserraglio Film Factory. “And, the winner is…..” Last but not least, I am glad to announce you that The Gift takes the lion’s share at the Global Short Film Awards Festival this year, winning Best Feature Film, Best Actor: Xandar Berkeley, Young Talent Best Actor, Brady Permenter, Winner of Best Set Design by Producer: Ken Petrie, Writer & Director: Gabriel Robertson. “The Gift is a simple idea, brilliantly executed…” said Festival director Andrés Aquino.

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Il mondo del cinema da dietro le quinte by Pietro Bazzoli

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Il mondo degli effetti speciali è in grado di donare sogni ad occhi aperti. E' proprio questo ciò di cui si occupa Stefano Pizzolitto, ormai da anni, dando vita ai sogni (e agli incubi, talvolta) di milioni di persone. Il suo studio, chiamato "Stefano Pizzolitto Fx Studios", è una vera e propria fucina dell'immaginazione.

The world of special effects in movies can make you having daydreams.

Da dove nasce questa passione per questo mestiere cosi’ particolare? Il mio rapporto con gli effetti speciali è cominciato sin da quando ero bambino, all'età di sei o sette anni. All'epoca mia madre, grande appassionata del genere horror, stava sul divano fissando sullo schermo di casa i film che erano trasmessi. Io sedevo di fianco a lei, in un misto di paura e fascino, chiedendomi come immagini tanto impossibili potessero prendere vita. Forse riuscii a combattere quella paura appassionandomi sempre più agli effetti speciali, sopratutto quelli più macabri. Iniziai a collezionare maschere, teschi e cervelli di plastica. Mi sbizarrivo riproducendo i "Visitors", telefim della mia giovinezza, e molti altri. Al tempo impiegavo la mia creatività nei costumi di halloween e carnevale, senza immaginare dove quei primi passi mi avrebbero portato.

Where does this passion for such a particular job come from?

Un amore che nasce sin da bambino. Dove ti ha portato la tua passione? Con quell'apprendistato di costumi carnevaleschi così particolari ed elaborati, non potei far altro che iscrivermi all'istituto d'arte. Mi piaceva disegnare le squame dei rettili e cimentarmi nella realizzazione di pelle finta. Credo di aver scelto la scuola migliore per me. Sui banchi appresi le basi del disegno e della scultura, che si rivelarono indispensabili nel corso degli anni. La mia arte nasce proprio dalla scultura, dalla creazione di calchi che utilizzo come negativi per la creazione di maschere o protesi artificiali.

Where your passion has brought you to?

Come sei riuscito ad avvicinarti al mondo dello spettacolo, una volta finiti gli studi? Si può dire che lo spettacolo ce lo ho nel sangue. I miei genitori vivevano in quel mondo e posso vantare una parentela, anche se alla lontana, con gli Orfei. Quando arrivava il circo Orfei, sgattaiolavo nei camerini e fissavo per ore con la bocca spalancata i clown che si truccavano. Il tendone del circo era per me, a quell'età, un mantello magico capace di trasformare l’immaginazione in realtà. E così è stato anche per il mondo del cinema anni dopo. All'inizio lavoravo nei parchi dei divertimenti, poi veri e propri spettacoli dal vivo nei locali e nelle discoteche di tutt'Italia. Di quegli anni, una scena mi rimase impressa. A una festa di Halloween abbiamo inscenato "L'Esorcista", attrezzando il palco con un letto pneumatico, truccando la ragazza come la bambina della celebre pellicola. Non erano semplici costumi, era una sorta di un meta-teatro in cui erano recitate varie scene del film. Fu un successo.

How did you manage to get closer to the entertainment world, once you

And that's what Stefano Pizzolitto does for a job, for several years now, bringing to life the dreams (and nightmares, sometimes) of millions of people. His Studio, called "Stefano Pizzolitto Fx Studios" is a veritable hive of imagination.

My relationship with special effects began since I was a child, at the age of six or seven years. At that time my mother, huge fan of horror movies, used to spend nights on the couch staring at the TV. I sat next to her, in a mixture of fear and fascination, wondering how such impossible images could come to life. Maybe I got to manage how to fight that fear getting more and more passionate about special effects, especially the more macabre. I started collecting masks, skulls and plastic brains. I indulged on myself in reproducing the "Visitors", a TV Show from my youth, and many others. At the time I used my creativity to make Halloween and Carnival costumes, without imagining where those first steps would take me.

Practicing with such special and sophisticated carnival costumes, I felt my registration at the Art Institute was a natural consequence. I liked to draw the scales of reptiles and make artificial leather. I think I chose the best school for me. On the benches I learned the basics of drawing and sculpture, which proved to be fundamental for me over the years. My art is born from sculpture, from the creation of casts that I use as negatives for creating masks or artificial dentures.

finished school? I would say showbiz flows in my blood. My parents lived in that world and I can claim a kinship, even if distantly, with the Orfei Family (Italian famous Circus people, NoA). When Orfei’s circus came in my Town, I used to sneak into the dressing room and I stared for hours - with my mouth wide open – at the clowns while they were making thenselves up. The circus tent was for me, at that age, a magic cloak able to transform imagination into reality. Same thing happened years later in the movie industry. At the beginning I worked in amusement parks, then actual live shows in clubs and discotheque all over Italy. About those years, a particular event impressed me. At a Halloween party we staged "The Exorcist", gearing up the stage with an air-operated bed, making up a girl as the child of the famous film. They were not simple costumes, it was a sort of meta-theater in which were displayed various scenes of the film. It was a success.

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Art Room

Then how things evolved? From body makeup in clubs I started doing presentations, with courses of special effects at Cryolan, a company expert in this industry since the early ‘40. At that time I met Martin Miller, who taught me the basics of special effects and who was for me a mentor from many points of view. Then I started with commercials and entered the market of movie presentations at movie theaters. I was then invited by "Proxima" in Rome, for a collaboration between artisan and digital effects in Cinecittà, working with them and carrying training courses and special makeup lessons. I began to collaborate with Manlio Ronchetti (Oscar for “best makeup and hairstyle” in 1990, NoA) and I was hired to work for many fictions. My real passion, however, has always been creatures. As in the case of "Cucito Addosso", who gained the second place at the "David di Donatello" or as in "Dystopian Lovesong," which will be presented at the next Cannes Film Festival.

What is the difference between the Italian and the American world ? I first got in touch with the U.S. specializing in "Predator" suites, gaining the highest scores in sculpture, structure and color at "San Diego Comicon". In America Studios invest a lot in this industry. I think that in the U.S. there is a lot of humility and an incredible commitment at the basis of their works, things that we Italians have lost over the years. I had the pleasure to get in touch with Steve Wang, a master of the genre, and he gave me this impression. About the industry, I noticed a kind of return to the origins, where special effects are not exclusively digital.

What is in "Stefano Pizzolitto FX Studios" future? I point overseas, towards New York. Thanks to director Paolo Galassi, I am working at a new project with Joseph Ralph Fraia, President of Sinkrom Corp. I've already heard from some productions and there are chances of entering into larger firms, such as Universal. Above all, in America I know I have to fight against giants of special effects, but I'm really excited at the same time. The work is different even if has the same nature. It’s just more organized: American Studios work more and the competition is fierce. For this reason you must be 100% ready prior to engage yourself in such a thing. So far, I saw America only from far, from Italy, but I want it to become my own reality in the near future.

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Poi come cambiò la situazione? Dal body makeup nei locali ho cominciato a fare presentazioni, con corsi di effetti speciali alla Cryolan, esperta del settore sin dagli anni 40. A quei tempi conobbi Martin Miller, che mi ha insegnato le basi degli effetti speciali e che per me è stato un maestro sotto molti punti di vista. Poi arrivarono spot pubblicitari ed entrai nel mercato sulle presentazioni cinematografiche all'uscita dei film nelle sale. Fu allora che fui invitato dalla "Proxima" a Roma, per una collaborazione tra effetti artigianali e digitali dentro Cinecittà, lavorando con loro e tenendo corsi di formazione con lezioni di special makeup. Ho cominciato a collaborare con Manlio Ronchetti (Oscar al miglior trucco e acconciatura nel 1990, ndr) e fui chiamato per molte fiction, come "Fratelli Detective" e "Un cane per due". La mia vera passione però restavano le creature. Come nel caso di "Cucito Addosso", che è arrivato secondo al "David di Donatello". O come in "Dystopian Lovesong", che sarà presentato al prossimo Festival del Cinema di Cannes. Che differenza esiste tra il mondo degli effetti speciali italiano ed americano? Ho avuto modo di entrare in contatto con l'America specializzandomi in suite di "Predator", ottenendo il massimo dei voti in scultura, struttura e colorazione al "San Diego Comicon". In America s'investe molto sul mio settore. Penso che negli Stati Uniti ci siano molta umiltà e un'incredibile dedizione alla base del loro lavoro, cose che noi italiani abbiamo perso nel corso degli anni. Ho avuto il piacere di entrare in contatto con Steve Wang, maestro del genere, e mi ha trasmesso questa impressione. Per quanto riguarda il settore, ho notato che si sta assistendo a una sorta di ritorno alle origini, con effetti speciali non digitalizzati. Che cosa prevede il futuro della "Stefano Pizzolitto FX Studios"? Ora punto oltre oceano, a New York. Grazie al regista Paolo Galassi, sto collaborando con il presidente di Sinkrom Corp. Joseph Ralph Fraia ad un nuovo progetto. Ho già sentito alcune produzioni e c'è una maggiore possibilità di inserirsi in realtà più grandi, come quelle dell'Universal. Più che altro in America dovrò battermi con dei colossi degli effetti speciali, ma la cosa mi eccita parecchio. Il lavoro è diverso pur essendo lo stesso. E' solo più organizzato: gli studios lavorano di più e la concorrenza è spietata. Per questo bisognerà essere completi a 360° prima di cimentarsi in una cosa simile. Per ora la realtà americana l'ho vista solo da lontano, dall'Italia, ma voglio che diventi la mia realtà nel n prossimo futuro.


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n. 34

giugno 2016

edizioni · bimestrale · anno 7 - nº 34 - giugno 2016 · Euro 10,00 · Poste Italiane s.p.a Spedizione in Abbonamento Postale - 70%

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