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London Philharmonic Orchestra - Vladimir Jurowski

London Philharmonic Orchestra Direttore

Vladimir Jurowski Pianoforte

Daniil Trifonov

Stagione Sinfonica 2014 / 2015

7 settembre 2015 Stagione Sinfonica 2014 / 2015



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La Scala per Expo

Stagione Sinfonica 2014-2015

London Philharmonic Orchestra

Vladimir Jurowski Direttore

Daniil Trifonov Pianoforte

EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA


TEATRO ALLA SCALA Lunedì 7 settembre 2015, ore 21 - Turno C

SOMMARIO PAGINA 5

Il romanzo e la guerra Michele Porzio PAGINA 11

ˇ Pëtr Il’icˇ Cajkovskij Cronologia della vita e delle opere Antonio Polignano PAGINA 15

Dmitrij Šostakovicˇ Cronologia della vita e delle opere Lidia Bramani PAGINA 21

Vladimir Jurowski PAGINA 23

Daniil Trifonov PAGINA 25

London Philharmonic Orchestra PAGINA 28

Teatro alla Scala


PROGRAMMA

ˇ Pëtr Il’icˇ Cajkovskij Concerto n. 1 in si bem. min. op. 23 per pianoforte e orchestra Andante non troppo e molto maestoso - Allegro con spirito Andantino semplice - Allegro vivace assai Allegro con fuoco Intervallo Dmitrij Šostakovicˇ Sinfonia n. 8 in do min. op. 65 Adagio - Allegro non troppo Allegretto Allegro non troppo Largo Allegretto


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Il romanzo e la guerra Michele Porzio

N. Kuznecov. Ritratto di Pëtr Il’icˇ Cˇajkovskij.

ˇ Dmitrij Sostakovic ˇ, che del Primo concerto fu più volte esecutore in qualità di pianista, ebbe modo di rendere omaggio all’ardore passionale e al magistero ˇ compositivo di Cajkovskij, che anche qui brilla tanto nella raffinatezza dell’orchestrazione quanto nell’arte dello sviluppo tematico: “Nella sua musica vi è sempre stato un grande slancio vitale. Nel suo lirismo, nella sua passione intensamente spiccata nei confronti della terra patria, si coglie il palpito della ˇ vita reale che si fa arte”. Certamente il realismo di Cajkovskij – molti dei temi del concerto sono rielaborazioni di canti popolari – e il suo empito lirico, testimoniati dalla amplissima popolarità della pagina, sono indiscussi: eppure, alla sua apparizione nel 1875, il Primo concerto venne aspramente criticato dal suo dedicatario, Nikolaj Rubinštein, allora il più celebre virtuoso della tastiera di tutta la Russia. Le sue riserve si appuntarono sulla scrittura pianistica, ma ad essere poco accettabile per l’epoca era ben altro, vale a dire il ripensamento del rapporto tra il solista e l’orchestra. Fin dalle prime battute della stentorea, melodrammatica introduzione, il pianoforte si presenta infatti con una funzione concertante, in diretto supporto e continuo dialogo con l’orchestra: una scelta ben poco convenzionale rispetto al consueto modello del concerto pianistico in voga dai tempi di Chopin, ove l’orchestra è relegata in un ruolo di mera cornice alla funambolica esibizione del solista. Per Cˇajkovskij invece la forma lirica per eccellenza è la sinfonia, ed ecco che in lui il concerto viene contaminato, intriso del medesimo spirito. Si tratta quindi di un nuovo paradigma di concerto, che vedremo ripreso nel Novecento da Rachmaninov e, ancora in tempi più recenti, da Nino Rota. Èn paradigma, quello del “concerto-romanzo”, da distinguere accuratamente da quello di matrice germanica che troviamo celebrato da Brahms nel suo Secondo concerto per pianoforte, e che in Italia sarà ripreso da Ferruccio Busoni: in questi casi siamo di fronte a una sorta di “sinfonia con pianoforte obbligato” – esito molto lontano, per modi e finalità, da quello del compositore russo. Egli aspira semmai a trasferire nella musica strumentale lo spirito melodrammatico del suo teatro, e quello ora incantato ora leggiadro dei suoi balletti: ha una valenza teatrale e romanzesca già l’epico, celeberrimo avvio del primo tempo, mentre a lasciarci intravedere suggestioni fiabesche sono le atmosfe-

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ˇ Dmitrij Sostakovic ˇ.

ra raccolte che prevalgono all’inizio e alla fine del secondo movimento. Solo nel finale il compositore lascia spazio a toni trionfalistici anziché lirici: dopo il primo tema in modo minore, di veemente impulso ritmico e basato su una canzone popolare ucraina, a poco a poco il secondo tema, in si bemolle maggiore, si afferma in maniera sempre più decisa sino alla radiosa perorazione conclusiva. Cose dell’Ottocento: la musica cambia, passando al secolo successivo. Nel corso del più sanguinoso conflitto bellico che la storia ricordi, quello che oppose la Germania e l’Unione Sovietica tra il 22 giugno 1941 e l’8 maggio 1945, provocando 25 milioni di vittime tra soldati e civili da parte sovietica e 6 milioni nelle file degli invasori nazisti, il carattere di “guerra totale” dato da Hitler alla sua operazione di annientamento della Russia comunista rese impossibile da parte di chiunque, si trovasse o meno al fronte, estraniarsi da quanto andava accadendo. Benché vittima a più riprese dei tirannici diktat imposti da Stalin alla sua musica e a quella di Sergej Prokof’ev, e testimone ˇ dei terribili anni delle purghe di regime del 1937 e del 1938, Sostakovic ˇ vide necessariamente profilarsi in quel conflitto una lotta estrema tra l’annientamento e la sopravvivenza, nonché la messa in discussione, non più della libertà, ma quasi del genere umano in quanto tale. Di questa apocalisse la Settima e l’Ottava Sinfonia sono le testimoni gemelle, e insieme, l’una la controfigura, il completamento dell’altra: estroversa, patetica e magniloquente la Settima – forse la sua composizione più famosa – quanto frutto di interiorizzato, cinereo compianto l’Ottava. Il compositore la concepisce e la porta a termine nel breve volgere di un paio di mesi, durante l’estate del 1943, rilevando come l’urgenza emotiva fosse tale da avergli fatto redigere l’estesa partitura lavorando di getto, in un flusso di ispirazione continuo e febbrile che ben si rileva all’ascolto. Per quanto divisa in cinque movimenti, la sinfonia pare infatti un unico calco, un solo grande monumento di malinconica pietas per le vittime innocenti dell’invasione. Il compositore stesso, con il suo consueto understatement, ci ha lasciato una descrizione degli stati d’animo che si succedono durante i vari movimenti: Non è chiaramente definito il soggetto principale, riflette le mie emozioni e i miei pensieri. Nella mia Ottava Sinfonia vi sono molti conflitti interiori, drammatici e tragici, ma il suo tono generale è ottimistico e affermativo nei confronti della vita. Il primo movimento è un vasto Adagio, con un climax drammatico pieno di tensione. Il secondo movimento è una marcia con elementi di scherzo, il terzo è una marcia molto dinamica. Il quarto movimento (anch’esso una marcia) è doloroso, mentre il quinto, il Finale, è una pastorale solare, con elementi di danza e semplici melodie in tono popolare. […] Posso formulare l’idea filosofica del mio nuovo lavoro in due parole: la vita è meravigliosa! Ogni cosa malvagia scomparirà. La bellezza trionferà.

Sono parole illuminanti, proprio osservando quanto la musica, in realtà, se ne discosti: le parole “la vita è meravigliosa” non possono che ricordarci il titolo del celebre film di Benigni, La vita è bella, che riesce a raccontare l’ine-

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Pëtr Il’icˇ Cˇajkovskij nel 1890.

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narrabile del campo di sterminio di Auschwitz senza perdere del tutto la fiˇ ducia nella vita. Certo, Sostakovic ˇ riesce a non perdere questa fiducia, ma arriva a questo non seguendo la via dei toni trionfalistici e falsamente ottimistici che il regime di Stalin avrebbe voluto da lui. Se ci riesce, come crediamo, è perché il dolore è vissuto e universalizzato come qualcosa che tocca tutti senza distinzioni, come sconfitta dell’umanità in primo luogo, come assenza di etica che può essere redenta dalla “bellezza che salverà il mondo”, come già voleva Dostoevskij. Si assiste dunque al paradosso di un’opera che, descritta in questi termini dall’autore, per portarci al paradiso della bellezza ci chiede prima di attraversare il più terribile degli inferni: lavoro dunque lugubre, raggelato dall’incombente senso di catastrofe e nel quale era pressoché impossibile, alla cecità dei censori staliniani, scorgere i raggi di luce che pure, si intravedono tenui, dolci e sfumati, in fondo al tunnel della tragedia. Quando viene eseguita per la prima volta a Mosca, nel novembre del 1943, si rimprovera alla sinfonia di non avere un finale trionfale e l’autore viene accusato addirittura di essere “psicolabile”! La seconda esecuzione non avverrà prima del 1956: dovrà attendere la morte di Stalin e l’avvento dell’era del disgelo di Chrušcˇëv. Come sarebbe stato possibile, del resto, pensare a un finale ottimistico, dopo l’immane catastrofe descritta dal primo movimento, il cui punto culminante pare la pittura sonora di un’esecuzione capitale, dopo lo slancio ritmico dei due Scherzi, che sembrano girare a vuoto come un’ostinata volontà di vita svuotata da ogni sorriso, e dopo la severa passacaglia che costituisce l’ossatura ˇ del Largo posto in quarta posizione? Sostakovic ˇ non può falsamente “esultare”, anche se nel 1943 la vittoria si profila ormai all’orizzonte, perché la sua non è musica di cartapesta da fasullo realismo socialista, è musica del popolo e per il popolo, scritta da qualcuno che ne conosce la vera essenza. A riprova, basti citare una pagina dai taccuini di guerra del grande scrittore russo Vasilij Grossman, che per tre anni seguì le battaglie dell’armata Rossa da Stalingrado a Berlino, laddove troviamo descritto un momento della liberazione dell’Ucraina: “I vecchi, sentendo parlare russo, corrono incontro ai nostri soldati e piangono in silenzio, incapaci di proferire parola, mentre le vecchie contadine intelligenti ci dicono in tono lievemente stupito: ‘E noi che pensavamo che ci saremmo messi a cantare e a ballare vedendo i nostri! Ora abbiamo il cuore gonfio di tristezza, come trattenere le lacrime?’”. Qualcuno, in questa sinfonia, ha saputo piangere e sperare per loro.


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PËTR IL’ICˇ CˇAJKOVSKIJ CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE Antonio Polignano

Pëtr Il’icˇ Cˇajkovskij fotografato negli ultimi mesi di vita.

1840 Nasce il 25 aprile/7 maggio a Kamsko-Votkinsk, nel governatorato di Vjatka, da Il’ja Petrovicˇ, ingegnere minerario, e Aleksandra Andreevna d’Assier, di origine francese. A quattro anni prende lezioni di pianoforte dalla governante di casa, Fanny Dürbach, che non tarderà a comprenderne il talento e l’insolita fragilità e sensibilità. 1842 Nasce la sorella Aleksandra, alla quale il compositore resterà legato per tutta la vita da un profondo affetto. 1848 Per motivi di lavoro il padre si trasferisce a San Pietroburgo, dove Pëtr frequenta il Collegio Schmelling. 1849 In estate, la madre si reca a San Pietroburgo per iscrivere Pëtr alla Scuola di Giurisprudenza. Nascono i fratelli Modest e Anatol’. 1854 La madre muore di colera. L’episodio sconvolge la vita di Pëtr e ne segna indelebilmente l’indole già incline alla malinconia; studia canto e pianoforte e inizia l’attività compositiva. 1859 Terminati gli studi alla Scuola di Giurisprudenza, ottiene un impiego presso il Ministero della Giustizia. Frattanto continua gli studi musicali. 1861 Si iscrive a un corso di armonia presso la Società Musicale Russa di San Pietroburgo, diretta da Anton Rubinsˇtejn, col quale, dall’anno successivo, inizia a studiare composizione. 1863 Si dimette dall’incarico presso il Ministero e si dedica interamente alla musica, mantenendosi attraverso l’insegnamento privato. 1865 Si diploma. Subito dopo si trasferisce a Mosca per insegnare armonia presso la Società Musicale Russa locale, diretta da Nikolaj Rubinsˇtejn, fratello di Anton, e rispetto a lui di vedute più aperte. 1866 Esortato da Rubinsˇtejn, inizia a scrivere la Prima Sinfonia; lo sforzo creativo e i dubbi lo portano sull’orlo dell’esaurimento nervoso. 1868 A San Pietroburgo entra in contatto con Balakirev, Cuj, Rimskij - Korsakov e Dargomyzˇskij e con il critico musicale Vladimir Stasov. 1870 Il 4/16 marzo, a Mosca, Nikolaj Rubinsˇtejn dirige il poema sinfonico Romeo e Giulietta, il cui soggetto è stato suggerito a Cˇajkovskij da Balakirev. In estate Cˇajkovskij ne opera una revisione radicale. La seconda versione verrà eseguita nel 1872. Ancora nel 1880 Cˇajkovskij ne ritoccherà la partitura, questa volta definitivamente. Si tratta del primo lavoro importante per orchestra, nonché di uno dei più celebri. 1871 Compone il Primo Quartetto per archi; il secondo movimento, l’Andante cantabile, diverrà in breve una delle sue pagine più famose.

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1873 Prima esecuzione alla Società Musicale Russa di Mosca della Seconda Sinfonia. La composizione è accolta con entusiasmo; nonostante questo, Cˇajkovskij la sottoporrà a un accurato lavoro di revisione. 1875 Termina uno dei capolavori della produzione giovanile, il Primo Concerto per pianoforte e orchestra. Nonostante le vivaci critiche di Nikolaj Rubinsˇtejn nei riguardi dello stile e della concezione del lavoro, Cˇajkovskij non ne cambia una nota. Dedicato a Hans von Bülow, il concerto verrà eseguito dallo stesso a Boston, in ottobre. 1876 Durante un soggiorno parigino insieme al fratello Modest, ascolta la Carmen di Bizet, che da allora sarà tra le sue opere predilette. In estate, a Bayreuth, assiste all’esecuzione integrale dell’Anello del Nibelungo, che trova prolisso e armonicamente artificioso. Inizia la lunga relazione epistolare con Nadezˇda von Meck, una ricca vedova entusiasta della sua musica. Pur non incontrandosi mai, i due si confideranno reciprocamente per quattordici anni. 1877 Prima rappresentazione del balletto Il lago dei cigni (Mosca, Teatro Bol’sˇoj, 4 marzo): la mediocrità della coreografia e degli interpreti ne determinano l’insuccesso. In maggio, mentre ha già iniziato a comporre l’opera Evgenij Onegin, riceve una lettera da Antonina Ivanovna Miljukova, una sua ex allieva che gli dichiara il ˇ ajkovskij accetta unicamente per quieto vivere l’idea del matrimonio suo amore. C con lei; compiuto il passo però e accortosi dell’impossibilità di realizzare quanto auspicato, tenterà di suicidarsi. Fallito il matrimonio, ottiene un permesso dal Conservatorio e si reca col fratello Anatol’ in Europa: inizia un periodo difficile e inquieto durante il quale il musicista viaggerà molto soggiornando spesso anche a Kamenka, presso la sorella, e nelle tenute della von Meck a Brajlov e a Simaki, durante l’assenza della proprietaria. La von Meck gli corrisponde una pensione annua di seimila rubli. 1878 Tornato in Italia, termina la Quarta Sinfonia; il lavoro è dominato dal tema del destino, visto come forza tragica e ineluttabile. Tornato a Mosca in settembre, ormai economicamente indipendente, rassegna le dimissioni dal Conservatorio. A novembre riparte per l’Italia. 1879 Rientra a Mosca nel marzo per assistere alla prima rappresentazione di Evgenij Onegin organizzata dagli allievi del Conservatorio di Mosca. Solo in seguito però l’opera, il capolavoro del suo teatro, diverrà celebre. 1880 Muore il padre (9/21 gennaio). Trascorre l’estate tra Kamenka e Brajlov componendo la Serenata per archi op. 48 e l’Ouverture 1812, che lo stesso Nikolaj Rubinsˇtejn gli ha commissionato. 1881 Il 23 marzo muore, a Parigi, Nikolaj Rubinsˇtejn; Cˇajkovskij rifiuta di sostituirlo alla direzione del Conservatorio di Mosca. Si reca a Vienna, dove il 4 dicembre Adolf Brodskij esegue il Concerto per violino e orchestra. Eduard Hanslick, il più autorevole critico musicale viennese, lo troverà “rozzo e brutale”. 1882 Prima esecuzione del Trio con pianoforte op. 50, composto in memoria di N. Rubinsˇtejn (11/23 marzo); in esso Cˇajkovskij mediò abilmente tra la generica necessità di attenersi a uno stile accademico e l’intento di celebrare attraverso una forma spesso mutevole la poliedrica personalità del suo maestro. 1884 È insignito dallo zar dell’ordine di San Vladimiro: è il primo riconoscimento ufficiale dopo lo scandalo del matrimonio. Il periodo incerto e inquieto succeduto al fallimento del suo matrimonio è così idealmente chiuso. Il

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clamoroso successo di Evgenij Onegin, nuovamente allestito per ordine dello zar al Teatro Imperiale di San Pietroburgo, fa di Cˇajkovskij il più celebre dei compositori russi del suo tempo. 1885

In febbraio fissa la sua dimora a Majdanovo, nei pressi di Mosca.

1886 Prima rappresentazione della Sinfonia Manfred; il soggetto, suggeritogli l’anno precedente da Balakirev, era stato inizialmente rifiutato da Cˇajkovskij, timoroso di apparire “un sinfonista che voglia imitare Berlioz”. A fargli cambiare idea fu probabilmente l’identificazione con l’eroe di Byron, condannato dalla società perché incestuoso. Tra maggio e giugno è a Parigi dove incontra Delibes (la cui Sylvia egli anteponeva “cento e mille volte” al Ring wagneriano), Fauré, Thomas, Lalo e Pauline Viardot-García. 1887

Inizia a dirigere propri lavori.

1888 Intraprende la sua prima tournée come direttore all’estero: a Lipsia, dove dirige l’Orchestra del Gewandhaus e incontra Brahms e Grieg; a Praga, dove conosce Dvorˇák; a Parigi, dove si incontra con Gounod e Massenet, e a Londra. Tornato in patria, termina la Quinta Sinfonia, che verrà eseguita a San Pietroburgo in novembre. 1889

Nuova tournée di concerti in Europa.

1890 Prima rappresentazione del balletto La Bella addormentata (3/15 gennaio): è il primo grande successo nel campo del balletto dopo il disastroso esordio moscovita del 1877. Oltre a questa, Marius Petipa realizzerà, con Ivanov, una nuova coreografia del Lago dei cigni che, rappresentato nel 1895, segnerà l’inizio dell’universale consenso tributato al teatro di danza di Cˇajkovskij. La von Meck, adducendo il pretesto di un tracollo finanziario, sospende l’aiuto economico e rompe ogni relazione: per il compositore è un colpo durissimo. A dicembre La dama di picche, su libretto del fratello Modest, dall’omonimo racconto di Pusˇkin, è accolta trionfalmente a San Pietroburgo: è il secondo capolavoro del suo teatro. A onta del successo e dei consensi sempre crescenti, Cˇajkovskij scivola gradualmente nella depressione. 1891 Si reca in primavera negli Stati Uniti, dove è accolto trionfalmente. Muore la sorella Aleksandra. 1892 Nei primi giorni di gennaio, ad Amburgo, resta profondamente colpito dall’ascolto del suo Evgenij Onegin diretto da Mahler. Prima rappresentazione del suo terzo balletto, Lo schiaccianoci (San Pietroburgo, 6/18 dicembre); la coreografia è di Lev Ivanov. Fissa la sua nuova residenza a Klin. 1893 In febbraio, a Klin, sempre più attratto dalla riflessione sui temi della vita e della morte, inizia la composizione della sua Sesta (e ultima) Sinfonia, “Patetica”, indiscusso capolavoro della sua produzione sinfonica. In giugno, l’Università di Cambridge gli conferisce la laurea in musica honoris causa. Dirige la Patetica a San Pietroburgo (16/28 ottobre). Nove giorni dopo, avendo bevuto un bicchiere di acqua infetta e contratto una forma acuta di colera, muore. Più che fatalità, l’incidente appare un vero e proprio suicidio, sulle cui cause non è però ancora stata fatta sufficiente luce.

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DMITRIJ ŠOSTAKOVICˇ CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE Lidia Bramani

ˇ Dmitrij Sostakovic ˇ nel 1963.

1906

Dmitrij Dmitrevicˇ Šostakovicˇ nasce a Pietroburgo il 25 settembre.

1916 Si accosta, ancora fanciullo, allo studio del pianoforte guidato dalla madre, pianista dotata di non comuni attitudini interpretative e didattiche. 1919 Si iscrive al Conservatorio di Pietrogrado seguendo i corsi di pianoforte con Leonid Nikolaev e di composizione con Maksimilian Štejnberg. Qui incontra anche Glazunov che riconosce il suo formidabile talento e lo sostiene culturalmente ed economicamente. In questi anni Šostakovicˇ contribuisce al sostentamento della famiglia suonando saltuariamente in un cinema. Compone le musiche di scena per La cimice di Majakovskij. 1923

Si diploma in pianoforte.

1925

Si diploma in composizione.

1926 Il 12 maggio, a Leningrado, la sua Prima Sinfonia, diretta da Nikolaj Malko, ottiene grande successo. La Prima Sonata per pianoforte segue le tendenze d’avanguardia e “costruttiviste” dell’epoca. 1927 È un anno importante per Šostakovic, ˇ che riceve prestigiose conferme internazionali come pianista e come compositore. Gli viene infatti assegnato un attestato di merito al “Concorso Pianistico Chopin” di Varsavia. Bruno Walter dirige a Berlino una memorabile Prima Sinfonia. È di quest’anno anche la Seconda Sinfonia con coro, intitolata Ottobre, commissionatagli per il decennale della Rivoluzione. La critica sovietica è entusiasta e sottolinea l’equilibrio tra la scrittura “moderna” e i dettami marxisti. 1928 Mentre continua a studiare come tirocinante presso il Conservatorio di Pietrogrado (benché il suo stesso insegnante Štejnberg ammetta di non riuscire più a seguirlo sulla via di un’innovazione linguistica troppo ardita per la tradizionale impostazione accademica), una storica esecuzione di Stokowski, a Philadelphia, accresce la popolarità mondiale della Prima Sinfonia. Si avvicina anche al genere teatrale con la dissacrante opera in tre atti Il naso, su testo tratto da Gogol’, che sarà allestita a Leningrado nel 1930. 1929 Simile nel carattere e nello stile alla Seconda, nasce la Terza Sinfonia con coro, Il Primo Maggio. Šostakovicˇ affermerà di considerare sia la Seconda che la Terza Sinfonia opere giovanili, ancora lontane da consapevoli intenti estetici ed espressivi. 1930 Nel momento in cui lascia definitivamente gli studi in Conservatorio, avendo terminato anche il tirocinio, Šostakovic, ˇ oltre ai lavori orchestrali e a quelli destinati al teatro, ha scritto anche il balletto L’età dell’oro e la musica per il film La Nuova Babilonia. L’orchestrazione fantasiosa e brillante acquista

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un sapore particolarissimo per l’energia dissacratoria e ironica che rende inconfondibile la sua scrittura. 1931 Una curiosa voracità verso i generi più vari lo spinge a terminare un altro balletto satirico, Il bullone, e ad accostarsi alla rivista musicale con Presumibilmente assassinato. 1935

Ancora un mordace balletto: Il limpido ruscello.

1934 L’opera Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, basata su una novella di Leskov e composta da Šostakovicˇ nel 1930-32, viene rappresentata a Leningrado e a Mosca. Otterrà grande successo e sarà ripresa anche a New York, Stoccolma, Londra, Zurigo e Cope-naghen. 1936 È proprio quest’opera a scatenare le accese critiche da parte dei portavoce ufficiali del governo che considerano il linguaggio di Šostakovicˇ poco comunicativo e troppo sofisticato dal punto di vista della ricerca strutturale. L’accusa parte dal famoso articolo “Caos anziché musica” pubblicato sulla “Pravda”. Nonostante la sua attiva partecipazione alle organizzazioni statali (anche ai vertici delle gerarchie ufficiali e burocratiche), Šostakovicˇ viene duramente redarguito per essersi allontanato dalle istanze del “socialismo reale”. Termina la Quarta Sinfonia, che sarà eseguita per la prima volta nel 1961. 1937 Nella Quinta Sinfonia si volle vedere una risposta alle pesanti critiche subite e, in qualche modo, un tentativo di riappacificamento con gli organi ufficiali della stampa e del regime. Tale interpretazione è stata confermata da Šostakovicˇ stesso negli anni successivi. Eseguita a novembre, sancì il definitivo successo del giovane compositore. 1939 In sostituzione di una progettata sinfonia corale ispirata a un poema di Majakovskij, compone la Sesta Sinfonia. 1940

Scrive il Quintetto con pianoforte che riceverà il “Premio Stalin”.

1941

Comincia l’opera I giocatori, da Gogol’, rimasta incompiuta.

1942 Viene eseguita a Leningrado, a Kujbyšev e a Mosca la Settima Sinfonia, premiata con il “Premio Stalin”, dedicata alla città di Leningrado. Subito diventa simbolo della disperata e appassionata lotta contro il nazismo; la partitura raggiunge in microfilm gli Stati Uniti dove ottiene larghissima eco grazie anche alla mitica interpretazione di Toscanini. 1943 Nasce la variegata e tragica Ottava Sinfonia, composta sull’onda della partecipazione emotiva e intellettuale al dramma della guerra. 1945

È di quest’anno la Nona Sinfonia.

ˇ 1948 La dura censura e la repressione ideologica del commissario Zdanov coinvolge pesantemente anche Šostakovicˇ (insieme ad altri compositori come Prokof’ev). Lo si accusa di aver trascurato il dialogo con il popolo per assecondare un formalismo antidemocratico e per giocare con vuote formule moderniste e con un cerebralismo fine a se stesso. Nel Primo Concerto per violino e, l’anno successivo, nel Quarto Quartetto per archi, prosegue sulla via di una fusione tra la storia musicale occidentale, le esperienze d’avanguardia e l’eclettismo di un’arte del Novecento aperta a differenti influenze. 1949

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In seguito alle stesse ammissioni di Šostakovicˇ (benché non si possa


Dmitrij Šostakovicˇ.

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dire fino a che punto sincere), gli studiosi hanno notato un duplice percorso della sua estetica nel periodo successivo. Il tentativo di utilizzare idiomi più semplici e votati a una maggiore immediatezza comunicativa, nonché a un più evidente legame con il patrimonio storico e popolare, non soffoca la ricerca compositiva più sofisticata e personale. Se in alcuni lavori prevale l’uno o l’altro atteggiamento, è pur vero che spesso il cammino innovativo e quello di ripensamento-ridimensionamento procedono parallelamente. Nell’oratorio Il canto delle foreste si avverte lo sforzo di Šostakovicˇ di giungere al cuore e alla mente dell’ascoltatore senza eccessive mediazioni strutturaliste. Šostakovicˇ scriverà ben 36 musiche per film, tutte caratterizzate da una profonda carica evocativa. Il commento sonoro per La caduta di Berlino gli varrà, ancora una volta, il “Premio Stalin”. 1951 Conclude i 24 Preludi e Fughe op. 87 per pianoforte, su modello bachiano. 1952 Anche nella cantata Il sole splende sulla nostra madrepatria lo spirito patriottico e le aspettative ideologiche si traducono in un linguaggio pregnante ma diretto. Scrive il Quinto Quartetto. 1953 A distanza di otto anni dalla Nona, nasce la Decima Sinfonia, salutata dalla critica come prova di un clima di maggiore libertà espressiva instauratosi in concomitanza con la morte di Stalin. 1959 Al carattere teso e impegnato del Primo Concerto per violoncello e orchestra si contrappone la gioiosa disinvoltura della commedia musicale ˇ Mosca, Quartiere Cerëmuški, allestita al Teatro dell’Operetta di Mosca. 1960 Nella vasta produzione cameristica, i Quartetti rappresentano forse il momento più soggettivo e astratto del suo pensiero. Il tema della morte (costante in tutta la sua opera) ricorre in pagine meditate e confidenziali, abbastanza lontane dall’impeto dei lavori sinfonico-corali. Oltre al Settimo, è di quest’anno l’Ottavo Quartetto, dedicato alle vittime del fascismo e della guerra. 1961 Dopo l’Undicesima Sinfonia, del 1957, anche la Dodicesima (intitolata 1917 e dedicata a Lenin) si ispira ai temi della storia socialista russa rievocandoli attraverso grandiose scenografie sonore. Šostakovicˇ è infatti uno degli autori del Novecento maggiormente legati alla tradizione sovietica. Come altri compositori russi ma in modo veramente emblematico, evita di frapporre rigidi confini tra impegno morale ed esigenze puramente creative, indipendentemente dall’ambiguo e ancora non del tutto chiarito rapporto con le vicende politiche dell’epoca. In questo senso va intesa anche la sintesi tra stili e atteggiamenti differenti e il sostanziale legame con la tonalità; il percorso di ricerca attinge dalle esperienze passate o presenti, da esperienze proprie del patrimonio russo o mediate dalla cultura occidentale. 1962 bassi.

Viene eseguita la Tredicesima Sinfonia (Babij Jar) con basso e coro di

1963 L’opera Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, revisionata nel 1956, va in scena a Mosca con un nuovo titolo: Katerina Izmajlova. Sono di quest’anno anche le impegnative musiche per il film Amleto, diretto da G. Kozincev.

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1968 Gli viene assegnato il prestigioso “Premio di Stato”. Nel Dodicesimo Quartetto impiega (in modo molto soggettivo e non rigorosamente accademico) tecniche seriali e dodecafoniche. Scrive la Sonata per violino e pianoforte. 1969 La Quattordicesima Sinfonia è un crogiuolo di avanguardia e tradizione, folclore, fede ideologica e dolcissima riflessione esistenziale sul tema della morte. 1971 Anche nella Quindicesima Sinfonia il tema della morte si insinua in modo più o meno esplicito attraverso citazioni wagneriane e un ironico e fantasioso prestito rossiniano. 1973 Si reca in visita negli Stati Uniti. Nel Quattordicesimo Quartetto si allontana dalla ricerca linguistica dei precedenti Quartetti per abbandonarsi a una pura espansività lirica. 1974

Il Quindicesimo e ultimo Quartetto è costituito da sei Adagi.

1975 Muore prematuramente il 9 agosto, a Mosca, mentre sta scrivendo la Sedicesima Sinfonia, di cui rimarrà solo un abbozzo.

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Foto Sheila Rock


Vladimir Jurowski

Nato a Mosca, ha iniziato a studiare musica al Conservatorio della sua città e dopo essersi trasferito in Germania con la famiglia ha proseguito la propria formazione alla Musikhochschule di Dresda e a quella di Berlino, perfezionandosi in direzione d’orchestra con Rolf Reuter. Nel 1995 ha fatto il suo debutto internazionale al Festival di Wexford, dirigendo Notte di maggio di Rimskij-Korsakov, e nello stesso anno è salito per la prima volta sul podio della Royal Opera House Covent Garden per Nabucco. Nel 2005 è stato nominato Direttore ospite principale della London Philharmonic Orchestra, di cui è diventato Direttore principale nel 2007. È anche Primo Artista dell’Orchestra of the Age of Enlightenment e Direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Accademica statale della Russia, dopo essere stato Primo Kapellmeister della Komische Oper di Berlino (1997-2001), Direttore ospite principale dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna (2000-2003), Direttore ospite principale dell’Orchestra Nazionale Russa (2005-2009) e Direttore musicale del Festival di Glyndebourne (2001-2013). Intrattiene rapporti di collaborazione con diversi festival di grande richiamo internazionale, come i BBC Proms, il George Enescu Festival di Bucarest, il Musikfest di Berlino o il Festival dello Schleswig-Holstein. È regolarmente invitato a dirigere le più importanti orchestre europee e statunitensi, tra cui quella del Concertgebouw di Amsterdam, la Staatskapelle di Dresda, la Gewandhausorchester di Lipsia, la Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, la New York Philharmonic, le orchestre sinfoniche di Cleveland, Philadelphia, Chicago e Boston, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, la Tonhalle Orchester di Zurigo, nonché i Berliner e i Wiener Philharmoniker. Recentemente ha diretto congiuntamente l’Orchestra of the Age of Enlightenment e quella del Teatro Mikhailovskij di San Pietroburgo nel Boris Godunov, è salito sul podio della Mahler Chamber Orchestra al Festival di Lucerna e ha diretto la London Sinfonietta a Mosca nell’ambito dello UK-Russia Year of Culture 2014. Nella stagione 2015-16 ritornerà a dirigere la New York Philharmonic, la Boston Symphony Orchestra e le orchestre di Cleveland, Philadelphia e del Concertgebouw di Amsterdam, debutterà al Festival di Salisburgo alla guida della Staatskapelle di Dresda e dirigerà i Wiener Symphoniker al Musikverein e al Konzerthaus. Dopo un’esecuzione dei Gurrelieder di Schönberg al Festival Rostropovicˇ di Mosca alla testa della London Philharmonic Orchestra e dell’Orchestra Sinfonica Accademica statale della Russia, porterà quest’ultima in tournée in Europa. Quanto alla LPO, la dirigerà nel Rheingold, nella Settima e nell’Ottava Sinfonia di Mahler e nella prima mondiale di Green Mass di Alexander Raskatov. È molto attivo anche nel settore della lirica, sin dal suo debutto al Metropolitan nel 1999 con Rigoletto; da allora è tornato a New York per dirigervi Jenufa, La dama di picche, Hansel und Gretel e Die Frau ohne Schatten. Ha diretto Parsifal e Wozzeck alla Welsh National Opera, Guerra e pace all’Opéra di Parigi, Evgenij Onegin alla Scala, Ruslan e Ludmila al Bol’šoj, Salome, Iolanta e Die Teufel von Loudun di Penderecki alla Semperoper di Dresda, nonché Die Zauberflöte, La Cenerentola, Otello, Macbeth, Falstaff, Tristan und Isolde, Die Meistersinger von Nürnberg, Don Giovanni, The Rake’s Progress, The Cunning Little Vixen, Ariadne auf Naxos e Love and Other Demons di Peter Eötvös a Glyndebourne. Nel 2015 ha diretto alla Komische Oper di Berlino un nuovo allestimento di Moses und Aron che ha riscosso grande successo di critica e di pubblico. Tra i suoi futuri impegni operistici, il debutto a Monaco sul podio della Bayerische Staatsoper con L’angelo di fuoco di Prokof’ev e quello al Festival di Salisburgo con Wozzeck; inoltre tornerà per la prima volta a Glyndebourne come ospite, per dirigere la prima mondiale di Hamlet di Brett Dean.

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Foto Roger Mastroianni


Daniil Trifonov

Nato a Nižnij Novgorod nel 1991, ha iniziato lo studio del pianoforte a cinque anni e lo ha proseguito alla Scuola Gnesin di Mosca nella classe di Tatiana Zelikman (2000-2009, perfezionandosi poi al Cleveland Institute of Music sotto la guida di Sergei Babayan. Dal 2006 al 2009 ha studiato anche composizione, e da allora continua a scrivere musica per pianoforte, per orchestra e da camera. È uno dei pianisti più brillanti dell’ultima generazione, notevole per la finezza e l’intensità espressiva delle sue interpretazioni. Ha già conseguito numerosi importanti premi, che hanno attirato molto presto su di lui l’attenzione del pubblico e della critica internazionale: appena diciassettenne, nel 2008, vince il primo premio al Concorso Internazionale di San Marino, cui seguono il terzo premio al Concorso Chopin di Varsavia nel 2010, il primo premio e il premio del pubblico al Concorso Rubinstein di Tel Aviv nel 2011, nonché, nello stesso anno, il priˇ mo premio al Concorso Cajkovskij di Mosca. In aggunta, nel 2013 gli è stato conferito il prestigioso Premio Franco Abbiati della critica musicale italiana nella categoria “migliore solista”. Si è esibito con alcune delle più importanti orchestre d’Europa e degli Stati Uniti, tra cui i Wiener Philharmoniker, la London Symphony e l’orchestra del Teatro Mariinskij sotto la direzione di Valery Gergiev, la Israel Philharmonic con Zubin Mehta, la Philharmonia Orchestra con Lorin Maazel, la Los Angeles Philharmonic Orchestra con Miguel Harth-Bedoya, la Philadelphia Orchestra con Cristian Maˇcelaru, la San Francisco Symphony Orchestra e la Minnesota Orchestra con Osmo Vänskä, l’Orchestra Nazionale russa con Michail Pletnëv, la New York Philharmonic con Alan Gilbert, la Cleveland Orchestra con James Gaffigan, la Boston Symphony con Giancarlo Guerrero, la Chicago Symphony e la Royal Philharmonic con Chales Dutoit, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Mark Elder, la Filarmonica di Oslo con Vasilij Petrenko e l’Orchestra della Radio Danese con Gianandrea Noseda, nonché l’Orchestre Philharmonique de Radio France e la Filarmonica di Varsavia. Si è esibito in recital in sale prestigiose quali lo Stern Auditorium della Carnegie Hall a New York, il Kennedy Center a Washington, la Queen Elizabeth Hall e la Wigmore Hall a Londra, la Philharmonie a Berlino, l’Auditorium du Louvre a Parigi, il Palais des BeauxArts a Bruxelles, la Tonhalle di Zurigo, la Sala Verdi del Conservatorio a Milano. Ha suonato in occasione dei più importanti festival musicali europei, tra cui Verbier, Lucerna, Montreux, Tivoli, Edimburgo, Lockenhaus, Grafenegg, La Roque-d’Anthéron e Gstaad; negli Stati Uniti ha partecipato al Blossom Music Fesival (sede estiva della Cleveland Orchestra), al Ravinia Festival e a quello di Chautauqua. I suoi futuri impegni comprendono concerti con orchestre quali la New York Philharmonic, la Chicago Symphony, la London Symphony Orchestra e la London Philharmonic Orchestra, i Wiener Symphoniker, la Cleveland Orchestra e l’Orchestra Filarmonica Ceca. Nel 2015 ha interpretato l’intero ciclo dei concerti per pianoforte di Rachmaninov con la Philharmonia Orchestra alla Royal Festival Hall di Londra, mentre in dicembre suonerà con l’Orchestra Filarmonica di Stoccolma diretta da Franz Welser-Möst al concerto di gala della cerimonia di consegna dei premi Nobel. I suoi prossimi recital avranno luogo alla Carnegie Hall, al Concertgebouw di Amsterdam, al parigino Théâtre des Champs-Elysées, alla Tokyo Opera City Concert Hall, alla Wigmore Hall, alla Herkulessaal di Monaco di Baviera e al Palau de la Música Catalana di Barcellona. È anche un apprezzato strumentista da camera, che ha suonato con artisti del calibro di Nicholas Angelich, Renaud e Gautier Capuçon, Yuri Bashmet e Vilde Frang; si è inoltre esibito a Londra, Parigi e Zurigo con il Pavel Haas Quartet e ha compiuto una tournée negli Stati Uniti con il suo maestro Sergei Babayan.

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London Philharmonic Orchestra

Universalmente riconosciuta come una delle migliori orchestre attive a livello internazionale, la London Philharmonic Orchestra vanta una lunga e illustre storia, ma è anche nota per essere una delle formazioni più progressiste della Gran Bretagna. Oltre a esibirsi in concerti e festival in tutto il mondo, la LPO registra colonne sonore, dal 2005 produce CD con la propria etichetta e svolge un’intensa attività di diffusione e promozione per famiglie, scuole e comunità. Fondata da Sir Thomas Beecham nel 1932, è stata guidata da molti grandi direttori, tra cui Sir Adrian Boult, Bernard Haitink, Sir Georg Solti, Klaus Tennstedt e Kurt Masur. Attualmente il suo Direttore principale è Vladimir Jurowski, in carica dal 2007. Andrés Orozco-Estrada assumerà l’incarico di Direttore ospite principale a partire dal settembre 2015. La LPO si esibisce alla Royal Festival Hall nel Southbank Centre sin dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1951, e ne è diventata Orchestra residente nel 1992. Mantiene anche altre importanti residenze, a Brighton e a Eastbourne, e soprattutto, in estate, al Festival di Glyndebourne, di cui è Orchestra residente da oltre mezzo secolo. Le tournée all’estero costituiscono una parte importante dell’attività dell’orchestra. Per la stagione 2015-16 ha in programma concerti a Città del Messico, nell’ambito dello UK-Mexico Year of Culture, e poi in Spagna, Germania, Belgio, e alle Canarie; inoltre tornerà al Concertgebouw di Amsterdam e debutterà nella Sala del Piermarini. La London Philharmonic Orchestra compare regolarmente in trasmissioni televisive e radiofoniche e presta la sua opera all’industria cinematografica inglese e hollywoodiana, incidendo le colonne sonore di blockbusters mondiali come ad esempio la trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson, la cui colonna sonora, composta da Howard Shore ed eseguita dalla LPO sotto la guida dell’autore, ha vinto due Oscar, nel 2001 e nel 2003. Nell’estate del 2012, la London Philharmonic Orchestra ha suonato durante il grande corteo sul Tamigi che è stato uno dei momenti più grandiosi dei festeggiamenti per i sessant’anni di regno della regina Elisabetta II, e ha registrato tutti gli

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Foto Patrick Harrison

inni nazionali del mondo per le Olimpiadi di Londra del 2012. Nel 2013 ha ottenuto il Music Award della Royal Philharmonic Society nella categoria “Ensemble”. L’orchestra svolge un ampio programma di attività per i giovani, tra cui la serie di concerti per le scuole BrightSparks e quella di concerti per famiglie FUNharmonics. Inoltre è attiva sui social media (Facebook e Twitter), ha un canale YouTube e tutte le sue incisioni si possono trovare su iTunes. Questa intensa presenza digitale ha permesso all’orchestra e alla sua musica di raggiungere milioni di persone in tutto il mondo.

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Pëtr Il’icˇ Cˇajkovskij

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ˇ Dmitrij Sostakovic ˇ.


London Philharmonic Orchestra

Violini primi Pieter Schoeman Leader Chair supported by Neil Westreich Yang Xu Vesselin Gellev Ji-Hyun Lee Chair supported by Eric Tomsett Catherine Craig Thomas Eisner Martin Hohmann Chair supported by The Jennifer and Jonathan Harris Charitable Trust Geoffrey Lynn Chair supported by Caroline, Jamie & Zander Sharp Robert Pool Sarah Streatfeild Yang Zhang Grace Lee Rebecca Shorrock Galina Tanney Caroline Frenkel Caroline Sharp Violini secondi Philippe Honore Guest-Principal Kate Birchall Chair supported by David & Victoria Graham Fuller Nancy Elan Lorenzo Gentili-Tedeschi Fiona Higham Nynke Hijlkema Jospeh Maher Marie-Anne Mairesse Ashley Stevens Floortje Gerritsen Dean Williamson Helena Nicholls Sioni Williams Harry Kerr Viole Cyrille Mercier Principal Robert Duncan Gregory Aronovich Susanne Martens Benedetto Pollani Emmanuella Reiter Laura Vallejo Michelle Bruil Naomi Holt Daniel Cornford Martin Fenn Richard Cookson

Violoncelli Kristina Blaumane Principal Chair Supported by Stuart and Bianca Roden Pei-Jee Ng Co-Principal Francis Bucknall Santiago Carvalho David Lale Elisabeth Wiklander Chair supported by The Viney Family Sue Sutherley Susanna Riddell Sibylle Hentschel Philip Taylor Contrabbassi Kevin Rundell Principal Laurence Lovelle William Cole Tom Walley Lowri Morgan Jeremy Watt Charlotte Kerbegian Ben Wolstenholme Flauti Michael Cox Guest-Principal Sue Thomas Chair supported by Victoria Robey OBE Clare Childs Stewart McIlwham Ottavino Stewart McIlwham Principal Clare Childs Oboi Ian Hardwick Principal Alice Munday Corno inglese Sue Bohling Principal Clarinetti Robert Hill Principal Emily Meredith Clarinetto basso Paul Richards Principal Clarinetto in mi bem. Thomas Watmough Principal Fagotti Rebecca Mertens Guest-Principal Gareth Newman Simon Estell Controfagotti Simon Estell Principal

Corni David Pyatt Principal Chair supported by Simon Robey John Ryan Principal Chair supported by Laurie Watt Martin Hobbs Mark Vines Co-Principal Gareth Mollison Trombe Nicholas Betts Principal Anne McAneney Chair supported by Geoff & Meg Mann Robin Totterdell David Geoghegan Tromboni Mark Templeton Principal Chair supported by William & Alex de Winton David Whitehouse Trombone basso Lyndon Meredith Principal Basso tuba Lee Tsarmaklis Principal Chair supported by Friends of the Orchestra Timpani Simon Carrington Principal Percussioni Andrew Barclay Principal Chair supported by Andrew Davenport Henry Baldwin Keith Millar James Bower Karen Hutt Russell Jordan

MANAGEMENT Chief Executive & Artistic Director Timothy Walker AM Tours Manager Jenny Chadwick Assistant Orchestra Personnel Manager Eleanor Swithinbank Library Sarah Thomas Stage Manager Christopher Alderton Transport Manager Damian Davis

The London Philharmonic Orchestra also acknowledges the following chair supporter whose player is not present at this concert: Sonja Drexler

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Fondazione di diritto privato

SOVRINTENDENZA

DIREZIONE GENERALE

Sovrintendente Alexander Pereira Responsabile Relazioni Esterne e Assistente del Sovrintendente Donatella Brunazzi Responsabile Ufficio Stampa Paolo Besana Responsabile Controllo di Gestione Enzo Andrea Bignotti

Direttore Generale Maria Di Freda Responsabile Archivio Storico Documentale Dino Belletti Coordinatore Segreteria e Staff Andrea Vitalini Responsabile Ufficio Promozione Culturale Carlo Torresani Responsabile Segreteria Organi e Legale Germana De Luca Responsabile Provveditorato Antonio Cunsolo Direzione Tecnica Direttore Tecnico Marco Morelli Responsabile Manutenzione Immobili e Impianti Persio Pini Responsabile Prevenzione Igiene Sicurezza Giuseppe Formentini Direzione del Personale Direttore del Personale Marco Aldo Amoruso Responsabile Amministrazione del Personale e Costo del Lavoro Alex Zambianchi Responsabile Servizio Sviluppo Organizzativo Rino Casazza Responsabile Servizio Tecnologie dell’Informazione Massimo Succi Responsabile Ufficio Assunzioni e Gestione del Personale Marco Migliavacca Responsabile Ufficio Lavoro Autonomo Giusy Tonani

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Direzione Marketing e Fund Raising Direttore Marketing e Fund Raising Cristina Paciello Responsabile Ufficio Marketing Francesca Agus Responsabile Biglietteria Annalisa Severgnini Responsabile di Sala Achille Gozzi Direzione Amministrazione e Finanza Direttore Amministrazione e Finanza Claudio Migliorini Capo Contabile Sefora Curatolo Museo Teatrale alla Scala Direttore Museo Teatrale alla Scala Renato Garavaglia


DIREZIONE ARTISTICA

DIREZIONE ALLESTIMENTO SCENICO

Direttore Artistico Alexander Pereira Responsabile Compagnie di Canto Toni Gradsack Responsabile Servizi Musicali Andrea Amarante Responsabile Controllo di Gestione Artistica Manuela Cattaneo Direttore Editoriale Franco Pulcini Responsabile Archivio Musicale Cesare Freddi Regista Collaboratore Lorenza Cantini

Direttore Allestimento Scenico Franco Malgrande Assistente Direttore Allestimento Scenico Elio Brescia Responsabile Reparto Macchinisti Cosimo Prudentino Responsabile Realizzazione Luci Marco Filibeck Realizzatore Luci Andrea Giretti Responsabile Reparto Elettricisti Roberto Parolo Responsabile Cabina Luci Antonio Mastrandrea Responsabile Audiovisivi Nicola Urru Responsabile Reparto Attrezzisti Luciano Di Nicuolo Responsabile Reparto Meccanici Castrenze Mangiapane Responsabile Parrucchieri e Truccatori Francesco Restelli Responsabile Calzoleria Alfio Pappalardo

Direzione Ballo Direttore del Corpo di Ballo Makhar Vaziev Coordinatore del Corpo di Ballo Marco Berrichillo Direzione Organizzazione della Produzione Direttore Organizzazione della Produzione Andrea Valioni Assistente Direttore Organizzazione della Produzione Maria De Rosa Responsabile Direzione di Scena Luca Bonini Direttore di Scena Andrea Boi

Capi Scenografi Realizzatori Stefania Cavallin Emanuela Finardi Luisa Guerra Capo Reparto Scultura Venanzio Alberti Scenografi Realizzatori Claudia Bona Verena Redin Flavio Erbetta Carlo Spinelli Barrile Costanzo Zanzarella Scenografo Realizzatore Scultore Silvia Rosellina Cerioli Responsabile Laboratori Scenografici Roberto De Rota Responsabile Reparto Costruzioni Paolo Ranzani Responsabile Reparto Sartoria Cinzia Rosselli Responsabile Sartoria Vestizione Patrizia D’Anzuoni

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EDIZIONI DEL TEATRO ALLA SCALA DIRETTORE EDITORIALE

Franco Pulcini

Ufficio Edizioni del Teatro alla Scala REDAZIONE

Anna Paniale Giancarlo Di Marco PROGETTO GRAFICO

Emilio Fioravanti G&R Associati

Le immagini degli spettacoli scaligeri provengono dall’Archivio Fotografico del Teatro alla Scala Realizzazione e catalogazione immagini digitali: “Progetto D.A.M.” per la gestione digitale degli archivi del Teatro alla Scala Si ringrazia per la collaborazione il Museo Teatrale alla Scala Il Teatro alla Scala è disponibile a regolare eventuali diritti di riproduzione per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte Pubblicità: A.P. srl - Str. Rigolino, 1 bis 10024 Moncalieri (TO) - Tel. 011/6615469 Finito di stampare nel mese di settembre 2015 presso Pinelli Printing srl © Copyright 2015, Teatro alla Scala

Prezzo del volume € 5,00 (IVA inclusa)


Il Teatro alla Scala ringrazia per la collaborazione alle iniziative specifiche gli SPONSOR TECNICI ATM COCCINELLE COLLATERAL FILMS CORRIERE DELLA SERA – VIVIMILANO INCIFRA LEDIBERG MEETING PROJECT NUMIX AGENCY

Il Teatro alla Scala ringrazia per la collaborazione al progetto tecnologico DAM gli SPONSOR FONDAZIONE MILANO PER LA SCALA FASTWEB ORACLE ITALIA


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Expo 2015 - Festival delle Orchestre Internazionali

2 maggio 2015

19 luglio 2015

Berliner Philharmoniker

Filarmonica della Scala

Direttore

Direttore

Simon Rattle

Marc Minkowski Soprano

Leoš Janácˇek Sinfonietta

Hanna-Elisabeth Müller Violino

Anton Bruckner Sinfonia n. 7 in mi magg. Partner Teatro alla Scala

Partner Berliner Philharmoniker

Vilde Frang Wolfgang Amadeus Mozart da Idomeneo Balletto finale (Chaconne) “Ch’io mi scordi di te… Non temer, amato bene” in mi bem. magg. K 505 per soprano, pianoforte e orchestra

Fondazione Kühne Si ringrazia

25, 26 giugno 2015

“Ah, lo previdi…Ah, t’invola agli occhi miei K 272 per soprano e orchestra Concerto n. 5 in la magg. K 219 per violino e orchestra Sinfonia n. 41 in do magg. K 551 “Jupiter”

Wiener Philharmoniker Direttore

Mariss Jansons Bernarda Fink, mezzosoprano Singverein der Gesellschaft der Musikfreunde in Wien Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala Maestro del Coro Johannes Prinz Maestro del Coro di Voci Bianche Bruno Casoni Gustav Mahler Sinfonia n. 3 in re min.

1 agosto 2015

Budapest Festival Orchestra Direttore

Iván Fischer Pianoforte

Yefim Bronfman Béla Bartók Scene ungheresi per orchestra Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra Gustav Mahler Sinfonia n. 4 in sol magg. “Das himmlische Leben”

Miah Persson, soprano Con il sostegno di

1 settembre 2015

Boston Symphony Orchestra In occasione della partecipazione dell’Austria a EXPO 2015

Direttore

Andris Nelsons Gustav Mahler Sinfonia n. 6 in la min.


Expo 2015 - Festival delle Orchestre Internazionali

7 settembre 2015 Stagione Sinfonica - turno C

11 ottobre 2015

London Philharmonic Orchestra

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Direttore

Direttore

Vladimir Jurowski Pianoforte

Daniil Trifonov Pëtr Il’icˇ Cˇajkovskij Concerto n. 1 in si bem. min. op. 23 per pianoforte e orchestra

Antonio Pappano Gaspare Spontini da Olimpie Ouverture Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 2 in re magg. op. 36 Sinfonia n. 5 in do min. op. 67

Dmitrij Šostakovicˇ Sinfonia n. 8 in do min. op. 65

13 ottobre 2015

Con il sostegno di

Concentus Musicus Wien Direttore

Nikolaus Harnoncourt 8 settembre 2015

Israel Philharmonic Orchestra

Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 8 in fa magg. op. 93 Sinfonia n. 7 in la magg. op. 92 Con il sostegno di

Direttore

Zubin Mehta

18 ottobre 2015

Gustav Mahler Sinfonia n. 9 in re magg.

The Cleveland Orchestra Direttore

Franz Welser-Möst Pianoforte 11 settembre 2015 Stagione Sinfonica - turno B

Orchestre de Paris Direttore

Paavo Järvi Pianoforte

Radu Lupu Olivier Messiaen Hymne Ludwig van Beethoven Concerto n. 4 in sol magg. op. 58 Richard Strauss Also sprach Zarathustra op. 30

Hélène Grimaud Johannes Brahms Concerto n. 1 in re min. op. 15 per pianoforte e orchestra Pëtr Il’icˇ Cˇajkovskij Sinfonia n. 5 in mi min. op. 64

27 ottobre 2015 Concerto finale di Expo 2015 Mezzosoprano

Cecilia Bartoli Direttore

Con il sostegno di

Diego Fasolis I Barocchisti “Omaggio a Vivaldi” Con il sostegno di


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Come arrivare MM linea 1 fermata San Babila, Duomo, Cordusio. MM linea 3 fermata Montenapoleone, Duomo Autobus linea 61 - Tram 1, 2 Prezzi Biglietto intero Biglietto ridotto Biglietto scuole

€ 7,00 € 5,00 € 3,00

Informazioni Tel. 02.88797473 Museo Teatrale alla Scala Biblioteca Livia Simoni Largo Ghiringhelli, 1 - 20121 Milano www.teatroallascala.org Orari Tutti i giorni tranne 7 dicembre, 24 dicembre pomeriggio 25 dicembre, 26 dicembre 31 dicembre pomeriggio, 1° gennaio Domenica di Pasqua, 1° maggio, 15 agosto Dalle 9.00 alle 12.30 (ultimo ingresso alle 12.00) e dalle 13.30 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17.00)

Servizio visite guidate e laboratori didattici – LILOPERA: Tel. 02.39.43.51.00 www.lilopera.it – Civita Cultura: Tel. 02.43.35.35.22 www.civita.it – MAART: Tel. 02.33.10.31.72 www.maart.mi.it – Centro Guide: Tel. 02.70.00.33.09 www.centroguidemilano.net – Artema: Tel. 031.69.80.51 www.gruppoartema.it (prenotazione obbligatoria per le scolaresche alla e.mail: scuolemuseo@fondazionelascala.it)

La sala del Teatro è visibile da un palco, solo qualora non siano in corso prove o spettacoli. Biblioteca Livia Simoni La biblioteca è aperta dalle 9 alle 12.00 e dalle 13.30 alle 17 dal lunedì al venerdì, solo su appuntamento. Tel: 02-88792088 e-mail: sartorio@fondazionelascala.it Visite guidate al Teatro Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a Francine Garino e-mail: garino@fondazionelascala.it Catalogo del Museo (italiano - francese, inglese - spagnolo, giapponese - tedesco) in vendita a € 15,00

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ringrazia

Albo d’Oro 2015 Maria Elina Barberis Mosca Nice Barberis Figari Luciano Berti Maria Bonatti Mameli Carla Bossi Comelli Maria Luisa Cintilini Camozzi Giulia Giovanna Cocchetti Zambelli Giancarlo Colombo Giuseppe Deiure Hélène de Prittwitz Zaleski Giuseppe Faina Margot Ferrari de Mazzeri Aline Foriel-Destezet Marino Golinelli Federico Guasti Beatrix Habermann Pompeo Locatelli Matteo Mambretti Francesco Micheli Paola Pavirani Golinelli Vieri Poggiali Patrizia Staffico Daria Tinelli di Gorla Diego Visconti Giovanni M. Volonté Paolo Maria Zambelli Amici della Scala - Lugano Associazione Amici dell’Accademia Teatro alla Scala Banca BSI S.A. Fondazione Berti per l’Arte e la Scienza Pirelli & C. S.p.A. Sipcam S.p.A. Vittoria Assicurazioni S.p.A. per il contributo speciale

AI PROGETTI DI FORMAZIONE DEI GIOVANI DELL’ACCADEMIA D’ARTI E MESTIERI DELLO SPETTACOLO TEATRO ALLA SCALA

per vivere una grande Tradizione


PER VIVERE DA VICINO UNA GRANDE TRADIZIONE La Fondazione Milano per la Scala nasce nel 1991 con lo scopo esclusivo di sostenere il Teatro alla Scala, attraverso i contributi di coloro che ne amano il patrimonio culturale ed artistico e desiderano vivere più intensamente la sua grande tradizione. È la prima istituzione sorta a supporto di un teatro lirico in Italia.

Presidente Giuseppe Faina Vice Presidente Vicario Hélène de Prittwitz Zaleski Vice Presidente Margot de Mazzeri Consiglieri Lodovico Barassi, Francesca Colombo, Bruno Ermolli, Gioia Falck Marchi, Piero Giarda, Alfredo Gysi, Federico Guasti, Matteo Mambretti, Marco Margheri, Francesco Micheli, Alberto Moro Visconti, Alexander Pereira, Cecilia Piacitelli Roger Federico Radice Fossati, Diego Visconti, Paolo M. Zambelli

Per informazioni e per adesioni Milano per la Scala Via Clerici, 5 20121 Milano Tel. 02.7202.1647 Fax. 02.7202.1662 E-mail. miscala@milanoperlascala.it www.milanoperlascala.it


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Il legame con il Teatro alla Scala ha radici profonde nella storia di Mapei. Si è concretizzato sin dal 1984 come Abbonato Sostenitore ed è proseguito con il contributo alla ristrutturazione e al restauro del Teatro, grazie alla tecnologia e alla ricerca Mapei. Dal 2008 Mapei ha rafforzato ulteriormente il rapporto con la Scala divenendo Socio Fondatore Permanente per sostenere i suoi prestigiosi progetti artistici.


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