DOCENTI Maurizio Carta Daniele Ronsivalle COLLABORATORI Annalisa Contato Carmelo Galati Tardanico Barbara Lino Angelica Agnello SEMINARIO INTEGRATIVO Barbara Lino
SEMINARIO INTEGRATIVO 01_06/11/2013
Capitali europee della cultura opportunità per metamorfosi urbane Barbara Lino
INDICE
01 Grandi eventi e rigenerazione urbana 02 Il Titolo di Capitale europea della Cultura (EcoC) 03 Esperienze: Liverpool e Marsiglia 04 Palermo 2019: la candidatura
01 Grandi eventi e rigenerazione urbana
Cosa è un “grande evento” Gli eventi generano grandi movimenti di persone e determinano così importanti economie di scala. Influenzano il rating internazionale della città. Sono elementi acceleratori di trasformazione e catalizzatori di rigenerazione urbana. Sono assimilabili ad un racconto collettivo al futuro, propongono una immagine della città proiettata al suo futuro.
Cosa è un “grande evento” “un evento importante, organizzato una o più volte, di durata limitata, il quale serve ad accrescere la consapevolezza, l’immagine e l’economia di una meta turistica a breve e/o lungo termine”. Ritchie J.R.B. (1984) “Assessing the impact of hallmark events”, Journal of Travel Research, 23, 2-11.
Impatti:
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1) Economici diretti e indiretti; 2) Turistici; 3) Sulla rigenerazione urbana e ambientale; 5) Socio-culturali e psicologici (qualità vita, rafforzamento identità, etc.); 6) Politici in termini di immagine dei responsabili della politica locale.
Guala C. (2007), Mega Eventi. Modelli e storie di rigenerazione urbana, Roma, Carocci.
Olimpiadi, Barcellona 1992
Olimpiadi invernali Torino 2006, Palaisozaki
Esposizione internazionale, Shanghai 2010
Il lascito o legacy La valutazione degli impatti dell’evento, è collegata alle strutture che sopravvivono all’evento, al suo lascito fisico e culturale. La valutazione dei grandi eventi deve tenere conto della loro efficacia nel porsi come stimolo di un percorso di rigenerazione più ampio. “L’evento dovrebbe innescare un processo durevole in grado di autosostenersi nel tempo [...]. In questo quadro, il riutilizzo delle strutture, e la previsione ex ante delle nuove destinazioni d’uso, si rivela un indicatore di una oculata previsione e gestione dell’occasione come risorsa permanente per la città [...]. L’eredità del grande evento può essere valutata secondo molti aspetti, sia fisicoterritoriali (impianti, spazi per l’accoglienza, trasformazioni urbane, ricadute occupazionali ed economiche), sia immateriali (l’immagine, la notorietà urbana, il posizionamento internazionale, la diffusione di valori sportivi, culturali ecc., la capacità di governo locale) [...]. I grandi eventi possono essere una opportunità per sperimentare un nuovo stile di governo della città, forme innovative di coordinamento tra diversi attori (istituzionali e non), partnership pubblico-privato, forme di partecipazione e consenso preventivo su scelte di fondo.” Francesco Gastaldi – Grandi eventi e rigenerazione urbana negli anni della grande trasformazione di Genova: 1992-2004, TRIA, Vol.5 n.9 (Dicembre 2012), pp. 25-26
Il lascito o legacy Componenti hardware della legacy la cui presenza è particolarmente impattante da un punto di vista fisico e culturale (difficoltà di usi successivi, sulla gestione, etc);
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Componenti software della legacy quali le reti di relazioni tra gli attori coinvolti, l’attitudine alla cooperazione tra sedi istituzionali differenti, il diffondersi di immaginari nuovi, etc. Queste iniziano molto prima dell’evento e anche la sola fase di candidatura può portare, infatti, a ri-costruire un immaginario e persino ad avanzare una proposta concreta di rigenerazione fisica.
Olimpiadi invernali Torino 2006, Villaggio olimpico
Eventi e pianificazione strategica L’evento stesso non è mai un punto di inizio o un episodio unico, ma è sempre un elemento di un percorso piÚ ampio. I processi di pianificazione di un grande evento appartengono alla famiglia della pianificazione strategica, dovendo essi individuare soggetti, fonti di finanziamento, procedure, tempi e sistemi di coordinamento complessivi.
Olimpiadi, Londra 2012
Elementi di successo Superare la visione dell’evento come mera offerta di attrattiva turistica e comprenderne il ruolo di elemento strategico della trasformazione urbana;
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valutazione estesa delle azioni a lungo termine, influenzate dagli impatti socioeconomici e ambientali dell’evento;
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un dispositivo in grado di trovare coerenza all’interno di programmazioni di lungo periodo;
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presenza di funzioni diversificate, di mixité urbana, attività specializzate ma integrabili;
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implementazione dell’offerta di servizi e infrastrutture, presupposti di un’azione integrata di sviluppo di un territorio;
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attitudine alla gestione e manutenzione nelle fasi successive di vita degli edifici realizzati per l’evento.
Expo, Milano 2015
02 Il Titolo di Capitale Europea della Cultura (ECoC)
ÂŤ to highlaight the richness and diversity of European cultures and the features they share, as well as to promote greater mutual understanding between European citizens Âť
The European Capitals of Culture 1
1985
Athens (Greece)
2
1986
Florence (Italy)
25
2001
Rotterdam (Netherlands)
26
2001
3
1987
Porto (Portugal)
Amsterdam (Netherlands)
27
2002
4
Bruges (Belgium)
1988
Berlin (Germany)
28
2002
Salamanca (Spain)
5
1989
Paris (France)
29
2003
Graz (Austria)
6
1990
Glasgow (England)
30
2004
Genoa (Italy)
7
1991
Dublin (Ireland)
31
2004
Lille (France)
8
1992
Madrid (Spain)
32
2005
Cork (Ireland)
33
2006
Patras (Greece)
34
2007
Sibiu (Romania)
35
2007
Luxembourg (Luxembourg)
36
2008
Liverpool (England)
37
2008
Stavanger (Norway)
38
2009
Vilnius (Lithuania)
39
2009
Linz (Austria)
40
2010
Essen (Germany)
41
2010
Pécs (Hungary)
42
2010
Istanbul (Turkey)
43
2011
Turku (Finland)
44
2011
Tallinn (Estonia)
45
2012
Guimarães (Portugal)
46
2012
Maribor (Slovenia)
47
2013
Marseille (France)
48
2013
Košice (Slovakia)
9
1993
Antwerp (Belgium)
10
1994
Lisbon (Portugal)
11
1995
Luxembourg (Luxembourg)
12
1996
Copenhagen (Denmark)
13
1997
Thessaloniki (Greece)
14
1998
Stockholm (Sweden)
15
1999
Weimar (Germany)
16
2000
Avignon (France)
17
2000
Bergen (Norway)
18
2000
Bologna (Italy)
19
2000
Brussels (Belgium)
20
2000
Helsinki (Finland)
21
2000
Kraków (Poland)
22
2000
Prague (Czech Republic)
23
2000
Reykjavík (Iceland)
24
2000
Santiago de Compostela (Spain)
23
43
17
20 44
14
37 6 7
12
36
32
38 9
3
27 31
4
25 40
5
15
11/35
22
21
19
48
39 29 24 26 10
41
45 28
47 8
16
18 2
34
46
30 42 13
33
1
visitors was a low priority. For Stockholm, encouraging artistic and philosophical debate was a high priority and the development of cultural infrastructure was low. In Porto economic development and improvements to non-cultural infrastructure were as important objectives as running a programme of cultural events. Rating of Aims and Objectives - Averages of All ECOC Celebrating an anniversary/history Non-cultural infrastructure improvements Economic Development Social/Community Development Developing talent/careers of local artists Encouring artistic debate Promoting innovation/creativity Promoting European cultural cooperation Cultural Infrastructure Improvements Enhancing pride/self-confidence Attracting visitors Creating a festive atmosphere Expanding the local audience Long-term cultural development Running a programme of arts/cultural events Raising the international profile Other aims 0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
0 (not an objective) – 5 (highest importance)
La Capitale europea della cultura è una città designata dall'Unione europea per il periodo di un anno durante il quale organizzare manifestazioni ed eventi culturali. Dal 2011 due città all’anno possono avere il titolo. La Città europea della cultura venne lanciata il 13 giugno 1985 dal Consiglio dei ministri su iniziativa di Melina Mercouri, ministro della Cultura del governo democratico greco. Nel 1999, la Città europea della cultura è stata ribattezzata Capitale europea della cultura.
Fasi Competizione in due fasi
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• Una competizione reale • Il Ministro della Cultura della nazione designata è l’organizzatore • Comincia 6 anni prima dell’evento: nel 2013 per il 2019 • 2 steps: – pre selection – final selection Il titolo del 2019 - tempi
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• Italy and Bulgaria (Nazioni designate) • 2012: pubblicazione della call per le candidature • Fine 2013: pre-selection panel meeting e città preselezionate • Autunno 2014: fselezione finale e «recommended» city • 2015: Designazione da perte dell’EU Council of Ministers – (cities must call themselves "candidate cities" until then)
Obiettivi ufficiali ! “The European Capitals of Culture initiative was set up to: - highlight the richness and diversity of European cultures; - celebrate the cultural ties that link Europeans together; - bring people from different European countries into contact with each other's culture and promote mutual understanding; - foster a feeling of European citizenship.
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In addition, studies have shown that the event is a valuable opportunity to: - regenerate cities; - raise their international profile and enhance their image in the eyes of their own inhabitants; - give new vitality to their cultural life; - raise their international profile, boost tourism and enhance their image in the eyes of their own inhabitants.�
Criteri di valutazione The European dimension and city and citizens
• Content/ themes: – highlighting Europe’s cultural diversity – highlighting common cultural heritage and aspects
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• Process: international collaboration with artists/operators in other countries
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• Examples in the Guide for cities applying for the title
• Citizen engagement and attractiveness to people from other countries
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• Long-term cultural and social development of the city (« legacy »)
Benefici rilevati Cultural benefits
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• Stimulate creativity • New audiences for culture • New cultural infrastructure • More international cooperation professionalisation of the local cultural sector • New career opportunities for artists • More vibrant cultural life in city Economic benefits
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• Regeneration and urban development • Tourism: +12% on average compared to previous year (often far more) • Knock-on effects for other sectors: hotel, catering, retail, taxis, etc • New jobs • Improved image for the city, «creative» city
A Framework of Analysis for Economic Benefits The Economic Benefits
Net additional income from operating & managing the whole event plus net additional income generated from the events themselves
• operating expenditure • ticket sales • merchandise
Net additional visitor expenditure attracted to the city being ECOC
• general tourism • cultural tourism • day visitors • local residents
• venue associated expenditure
employment
? short-term benefits
Enhanced “Investability” of the city
Enhanced business image of the city
• new cultural buildings
• increase levels of investment
• attractiveness to business
• non-cultural buildings
• increase in inwards investment
• attractiveness to ‘knowledge’ workers & skilled workers
Net additional capital expenditure attributable to ECOC
• urban revitalisation • infrastructure
spending in hotels, restaurants, shops, etc.
? short-term benefits
job creation up-skilling
? medium & longterm benefits
• boost to cultural industries
levels of investment
attraction of business and & skilled workers
?
?
long-term benefits
long-term benefits
Benefici rilevati Social benefits
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• Outreach programmes: free events, in public space and unusual places, participatory art • For everyone: children, young people, the elderly, minorities, the disadvantaged, hospitals, etc • Volunteer programmes
03 Esperienze: Liverpool e Marsiglia
Liverpool
Il declino della città industriale Negli anni Cinquanta, la crisi colpisce la città, portando alla chiusura di numerose fabbriche e alla conseguente perdita di moltissimi posti di lavoro. Il declino continua negli anni ’70, con l'introduzione dei containers che rendono il bacino di Seaforth, il più importante della città, obsoleto e in gran parte inutilizzato. La disoccupazione raggiunge negli anni Ottanta i livelli altissimi e una parte degli abitanti delle zone più centrali venne dislocata nelle periferie più economiche, dove le strutture erano ancora più carenti e i legami sociali più complessi.
La cittĂ oggi (in numeri) 465 mila abitanti (2011) ! Capoluogo dell'omonimo distretto metropolitano e della contea metropolitana inglese del Merseyside. Sorge lungo l'estuario del fiume Mersey.
densitĂ : 4 163 ab./Kmq
superficie: 111,84 Kmq
Capitale Europea della Cultura 2008 L’ECoC 2008 è stato organizzato intorno allo slogan The World in One City, che allude alla multiculturalità della città, da sempre meta di migranti in quanto città di mare affacciata sull’Atlantico e sede di varie comunità di immigrati africani ed orientali. L’ECoC ha avuto molti meriti, tra i quali: promuovere la cultura locale; creare nuove partnership pubblicatoprivate; migliorare l’immagine di Liverpool nel Regno Unito; e, soprattutto, l’accelerare la rigenerazione già in atto nella città contribuendo ad attrarre gli investitori che non sono stati portati ad investire per l’evento in sé, ma l’evento ha avuto un impatto positivo sulla loro percezione della città. L’evento ha innescato a livello nazionale il lancio dello UK City of Culture Programme.
Negli anni ’80 hanno vita i primi significativi flagship projects per la città di Liverpool: il Garden Festival del 1984; il restauro dell’Albert Dock, lo storico complesso di magazzini portuali da allora principale landmark della città; l’insediamento residenziale di Great George St. nel recinto della Cattedrale Anglicana; il Wavertree Technology Park, etc.
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Viene elaborato nel 2000 lo Strategic Regeneration Framework, un modello processuale che ha durata ventennale e che rappresenta le linee guida dello sviluppo.
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Nel 2004 avviene l’assegnazione alla città dello status di UNESCO World Heritage Site grazie al waterfront, testimonianza di porto commerciale dei tempi della grande flotta mercantile britannica. Il waterfront, già oggetto di flagship project negli anni Ottanta, diventa una risorsa ed un simbolo per la città attraverso la progettazione dell’Arena e Convention Centre, la riprogettazione del Pier Head, il cantiere della Quarta Grazia (Liverpool Museum), etc.
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Attademo A. (2012), Urbanistica d’occasione, Grandi eventi ed esperienze di rigenerazione urbana nelle città del Regno Unito, Tesi di dottorato, Università degli Studi Federico Secondo di Napoli.
Il centro congressi.
Nel 2008 il Titolo di Capitale Europea della Cultura.
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Lo schema di governance dell’evento prevede accanto al City Council che controlla il budget per l’evento, la Liverpool Culture Company (LCC), fondata nel 2000 come una società a responsabilità limitata e sciolta nel 2009. Questa agenzia ha lavorato accanto ad agenzie di rigenerazione urbana come la Liverpool Vision. La rigenerazione del waterfront prosegue con la zona del World Heritage Site e i flagship projects, seguita da una più sistematica riqualificazione di tutta la fascia costiera, con la realizzazione del Leeds/Liverpool Canal Link e la progettazione di un mastodontico nuovo centro affari a Nord, il Liverpool Waters che mette a rischio l’iscrizione nella WHL. La rigenerazione si è, quindi, diffusa nelle aree retro-portuali, i vecchi quartieri di magazzini e fabbriche, i creative cluster Ropewalks e Baltic Triangle. Attademo A. (2012), Urbanistica d’occasione, Grandi eventi ed esperienze di rigenerazione urbana nelle città del Regno Unito, Tesi di dottorato, Università degli Studi Federico Secondo di Napoli.
Pier Head, storico molo dominato da tre grandi edifici storici vittoriani, the Three Graces, a cui viene affiancato il progetto del Liverpool Museum, una Quarta Grazia.
Ropewalks, un tempo uno dei quartieri più importanti per l’economia della Liverpool industrializzata, era divenuta con il tempo un insieme di magazzini dismessi e case abbandonate. Alla fine degli anni Novanta, però, è stata fondata la Liverpool Ropewalks Partnership per gestire principalmente i fondi strutturali dedicati alla rigenerazione di quest’area ed è stato realizzato un Action Plan intorno a tre tematiche principali: development, training employment & business support, public realm. Nel cultural quarter Ropewalks, l’amministrazione cerca di attrarre l’investimento di attori intelligenti, nel tentativo di replicare sempre più il fenomeno venutosi a costituire spontaneamente.
Il flagship program di Creative Communities dal nome simbolico di Four Corners ha avuto luogo ogni anno sin dal 2006 intorno a temi sempre diversi riguardo la partecipazione delle comunità al processo di rigenerazione, intorno alla domanda what makes a neighbourhood?. Sotto la guida di artisti, i cittadini esprimono pareri creativi sulla rigenerazione attraverso varie forme di rappresentazione. Nel 2008 i risultati del progetto sono stati oggetto di una mostra al Bluecoat Art Centre, facendo così confluire all’interno della vetrina dell’evento ECoC le attività quotidiane di mediazione tra comunità e politiche di rigenerazione. Altri esempi significativi tra i tanti programmi ed eventi dell’ECoC, sono: il programma omonimo dello slogan World in One City, per scoprire la ricchezza della multi-culturalità; il progetto per le scuole Generation21, per aiutare a progettare la città di domani; Bargingin, per ricordare le origini della città alle nuove generazioni, all‟interno delle operazioni di rigenerazione; The Art for Places, progetto triennale di public art voluto proprio da New Heartlands; la public art bottom-up diffusa per il centro attraverso il Go SuperLambBanana! della Liverpool Culture Company; etc. Questi sono solo pochi esempi recenti di utilizzo delle arti all‟interno delle operazioni di rigenerazione o di coinvolgimento delle comunità.
Marsiglia
Il declino della città portuale Tra gli anni ’50 e ’90 Marsiglia subisce un vertiginoso declino del sistema economico seguito da una crisi demografica e da una crisi politica e sociale. Attraverso un incremento dei tassi di disoccupazione e un aumento delle aree dismesse, in 15 anni la città perde 100.000 abitanti, e più della metà dei posti di lavoro nel settore industriale. La città conosce i problemi dell’immigrazione, della criminalità e del degrado. Il depauperamento dell’industria va in favore delle zone più interne, inizialmente in direzione dell’Etang de Berre, poi verso Aix, Aubagne e Gèmenos, città che oggi appartengono alla regione metropolitana marsigliese. La rilocalizzazione a Nord della città negli anni ’60 delle attività industriali portuali è la premessa che ha consentito la successiva ristrutturazione delle aree centrali.
La città oggi (in numeri) 850 mila abitanti (2010) 1,5 milioni (2012) area metropolitana ! Per numero di abitanti è la seconda città francese dopo Parigi (anche se l’area metropolitana di Lione è più popolosa). Divisa in 16 arrondissements, che raggruppano 111 quartieri e con quattro aree fondamentali: 1. il Centro, l’area delle grandi trasformazioni; 2. il Sud, la parte più ricca della città; 3. l’Est, il territorio della grande industria; 4. il Nord, con i quartieri dei grands ensembles.
densità: 3 569,54 ab./Kmq
superficie: 240,62 Kmq
Una metropoli multietnica è la più “islamica” delle città francesi: 200 000 fedeli cioè un abitante su quattro e 63 luoghi di culto.
il porto PAM (Port Autonome de Marseille) - 1° porto in Francia con un totale di 86 milioni di tonnellate di merce trafficata nel 2010; - 3° porto mondiale per il traffico di petrolio dopo Rotterdam e Houston; - 5° porto europeo dopo Rotterdam, Anversa, Amburgo e Amsterdam con 1.500 dipendenti.
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È un porto ad uso generale viste le 24 diverse attività distribuite lungo tutta la superficie che si estende da Marsiglia a Port Saint Louis:
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- 880.000 container; - più di 2 milioni di passeggeri tra cui 639.000 crocieristi; - oltre 4 milioni di carichi di merci roll-on / roll-off - più di 57 milioni di tonnellate di idrocarburi sono gestiti dagli impianti; - uno dei bacini di carenaggio più grandi al mondo. http://www.marseille-port.fr/#
Capitale Europea della Cultura 2013 Il progetto Euroméditerranée ha svolto un ruolo fondamentale nell’assegnazione alla città del titolo di Capitale Europea della Cultura per il 2013.
L’avvio della riqualificazione urbana ed Euroméditeranée La ripresa economica ha avvio grazie al TGV e al progetto Euroméditeranée che rappresenta una Opération d’Intérêt National. Un forte intervento pubblico, accompagnato da cospicui capitali privati avvia il processo di riconversione industriale.
L’avvio del progetto negli anni ’90 Nel 1992 lo Schéma de cohérence à l’horizon 2015 mira ad invertire la tendenza della popolazione delle classi medie ad abbandonare la città centrale, individuando nell’area del progetto un ambito strategico in cui investire per il complessivo sviluppo della città. Nel 1993 è stato firmato un accordo tra le autorità locali che ha portato all’istituzione di un apposito Consiglio Amministrativo costituito da: lo stato centrale (50% della copertura finanziaria del progetto), la municipalità di Marsiglia (25%), il Consiglio regionale Provence-Alpes- Côte d’Azur (10%), il Consiglio dipartimentale Bouches-du-Rhône (10%) e l’agglomerazione urbana Marseille Provence Métropole (5%). La gestione operativa del progetto è affidata all’agenzia pubblica di sviluppo EPAEM (l’Etablissement Public d’Aménagement d’Euroméditerranée), istituita nel 1995.
Le ambizioni Il progetto ha tre dimensioni strategiche:
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- una dimensione geo-strategica internazionale: la riconquista di un ruolo di preminenza nel Mediterraneo (Barcellona come modello e competitrice).
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- una dimensione strategica nazionale: potenziamento della regione marsigliese.
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- una dimensione strategica urbana per rilanciare lo sviluppo economico urbano e della cittĂ centrale
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Euroméditeranée 1 e 2 Il progetto nel 1995 prevede un’area di circa 310 ha mentre nel 2007 è stato previsto un ampliamento di 170 ha. Il progetto attuale si sviluppa dunque su una superficie di 480 ha e prevede un investimento di circa 7 miliardi di euro, di cui poco più di 5 miliardi provenienti da privati. Sul fronte dell’attrazione degli investimenti privati fra i partners che partecipano al progetto si annoverano gruppi e società di livello mondiale: CMA-CGM, DHL, NYK Logistics, BNP Paribas, Evergreen, Deloitte & Touche, Price Waterhouse Coopers, GE Money Bank, IBM, etc.
Le aree di progetto Le aree di progetto sono:
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1- il waterfront e l’area di rappresentanza del progetto Cité de la Méditerranée;
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2- il nuovo centro direzionale e residenziale Joliette;
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3- il polo Culturale della Belle de Mai, conversione di edifici industriali in strutture di produzione culturale e mediatica;
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4- Saint Charles, che ospita la stazione ferroviaria e il suo intorno;
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5- Rue de la Républic, la via centrale che connette Place de la Joliette con il porto antico;
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6- Euroméditerranée 2.
Le aree di progetto
1. Cité de la Mèditerranèe
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Si estende tra l'ingresso al Porto Vecchio e Arenc. 1- l’area ex portuale dell’Esplanade J4 accanto al Fort SaintJean con i musei del MuCem, il Musée des civilisations de l'Europe et de la Méditerranée, e il Centre Régional de la Méditerranée. 2- boulevard du Littoral trasformato dopo l’eliminazione del viadotto autostradale e la deviazione del traffico automobilistico in un tunnel. 3- Parc Habité, un complesso residenziale di circa 1.500 prossimo al Nouvel Hôpital Ambroise Paré-Paul Desbief. ZAC area: 60 hectars Developed area: 443,000 square meters Shops and services: 76,000 square meters Offices: 149,000 square meters Housing: 2,250 units, 20 percent of them public housing Public facilities: 47,000 square meters Public Investment: 169,532,000 Euros (excluding tax) Private investment: 83,422,000 Euros (excluding tax)
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Timeline: 2006 to 2014
Museo delle Civiltà europee e mediterranee RICCIOTTI Il progetto prevede la costruzione sulle banchine del nuovo polo museale che sarà realizzato all’interno del Forte di Saint-Jean e sul molo J4 del porto di «la Joliette». Superficie utile complessiva: 16 000 mq
Casa del Mediterraneo BOERI STUDIO (STEFANO BOERI, GIANANDREA BARRECA, GIOVANNI LA VARRA) CASA DEL MEDITERRANEO, un edificio polivalente di 7000 metri quadri, destinato ad ospitare attività di ricerca e spazi di documentazione sul Mediterraneo. Al suo interno una grande sala congressi, un centro espositivo, una mediateca, oltre che servizi ricettivi e residenzeforesterie per ricercatori ed artisti completano lo schema funzionale. L’acqua penetra tra i due piani orizzontali dell’edificio, quello della sala congressi e quello della sala espositiva, creando una vera e propria piazza d’acqua capace di ospitare pescherecci, barche a vela, allestimenti e performance temporanee o semplicemente di servire da piscina.
I Docks di 5+1AA Lo studio di architettura 5+1AA ha vinto nel 2009 il concorso per la riqualificazione degli spazi a terra e delle caves dei Dock, per una superficie complessiva di 19.000 metri quadrati. Constructa Urban Systems con JPM Morgan sta gestendo la trasformazione. L'intervento prevede la ridefinizione di quattro corti a uso commerciale, artistico e culturale che dall'interno dei Docks si estendono all'esterno, sulle due piazze e sulle due vie adiacenti all'edificio.
La Torre CMA CGM 147 m. sede della CMA CGM - la 3° compagnia marittima al mondo - il progetto è di Zaha Hadid. Questo spazio sarà un luogo per la vita e gli scambi in cui si intrecceranno aree dedicate alla cultura, ai divertimenti, all'economia e agli eventi.
Fonds Régional d’Art Contemporain (Regional Contemporary Art Fund or FRAC) Kengo Kuma L’edificio sorge di fronte alle aree portuali nei pressi di Joliette. la facciata riflette le luci del porto.
Regards de Provence Museum
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Guy Daher of Cabinet Atelier 9 Si tratta di un recupero di un edificio del 1948 che era l’antica stazione sanitaria. 2.300 mq
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L’area in cui sorge è vicina al MUCEM e alla Cité di Boeri.
I quais d’Arenc Su una superficie di 89.000 mq di spazi di ex depositi portuali verranno realizzati 128 appartamenti di lusso, 215 appartamenti in affitto e 48.000 mq di uffici. Jean Nouvel realizzerà una torre di uffici di circa 135 metri, affiancata da altre torri di 113 e 99 m. Jean Nouvel tower: 135m (office) Y. Lion Tower: 113m (residential) JB Pietri tower: 99m (residential)
Silo quai d’Arenc di Carta e Castaldi Il Arenc silos è un silos per il grano costruito tra il 1924 e il 1927. Già utilizzato in precedenza, negli anni '80, ma destinato alla demolizione. Finalmente registrato patrimonio industriale del XX secolo. Costruito su palafitte, questo imponente edificio in cemento armato di oltre 130 metri di lunghezza è stato trasformato in uffici, un grande auditorium per la musica, spazi per mostre temporanee e un ristorante panoramico.
JB Pietri
Yves Lion
Euromed Center 
 Nuovo polo culturale di Marsiglia, questo complesso ideato da Massimiliano Fuksas è in corso di realizzazione. Luc Besson vi installerà un multiplex innovativo con impianti di divertimenti: un hotel Mariott 4 *, un centro per convention, un multiplex per uffici e molte aree verdi.
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Il rinnovamento du Vieux Port Il progetto di Norman Foster per la sistemazione della passeggiata sul porto antico. Il costo della prima fase dei lavori, fino al 2013, è stimato attorno ai 24 milioni di euro. La seconda fase dovrebbe aggirarsi attorno ai 40 milioni di euro.
2. Joliette
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Sorge in un’area strategica tra il porto e il centro e dotata di una elevata accessibilità (collegamenti per l'aeroporto, stazione ferroviaria TGV, autostrade, linee urbane). L'area è stata trasformata in un quartiere degli affari di respiro internazionale.
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ZAC area: 22 hectares Area developed: 300,000 square meters Office: 120,000 square meters Services: 82,000 square meters of shops, hotels, facilities New or renovated homes: 1,659, including 137 units of public housing Secondary school: 600 square meters for students and facilities Primary school: 2
Kindergarten: 1
3. Belle de Mai
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L’area prevede la realizzazione di tre poli dedicati alla cultura: uno per la conservazione ed il restauro delle opere d’arte, un polo multimediale di produzione con tecnologie avanzate ed un polo dedicato alla produzione teatrale; circondati da luoghi di aggregazione giovanile, e da spazi per lo spettacolo e il loisir con una forte dimensione di auto-gestione. 1- The Heritage Centre, 2- Media Park, 3- La Friche
Surface area: 120,000 square meters Media center Developed area: 27,000 square meters (including studios) Companies: 80 Employees: 600 Historical cluster Developed area: 35,000 square meters Performing Arts Center Developed area: 25,000 square meters Employees: 300 Opening: 2004
4. Saint Charles
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Ha iniziato la sua metamorfosi con l'arrivo del TGV Mediterraneo che ha portato alla ristrutturazione della zona intorno alla stazione, alla creazione di un hub multimodale di collegamento, alla creazione di Place Victor Hugo collegata con l'Università di Provenza e Narvik Square. L’intervento più rilevante è l’arretramento dell’autostrada che arrivava fino alla Porte d’Aix (nel cuore della città) e il recupero complessivo dell’area con l’inserimento di nuovi appartamenti, negozi, spazi verdi ed attrezzature pubbliche.
! ! !ZAC area: 15.2 hectares ! !Building area : 120,000 square meters ! Offices : 10,000 square meters
Shops : 4,000 square meters New or renovated homes : 800 Hotels : 5,000 square meters School buildings : 1 (13 stairwells) Parking : 500 spaces
5. Rue de la Republique
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L’arteria collega il vecchio porto con il centro città. piantumazione di 200 alberi, installazione di nuovi arredi urbani, particolare cura al restauro delle facciate haussmanniane.
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L'Housing Program (Opah) ha previsto il restauro di 5.200 unità abitative, 2.500 dei quali di proprietà privata.
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Incremento dei mezzi pubblici (erano già presenti due linee metropolitane) con l'apertura della linea BlancardeEuroméditerranée tram Guantes nel luglio 2007.
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Length of street: 1.1 kilometer Developed area: 130,000 square meters (ATEM) and 231,800 square meters (ANF-Eurazo) Housing: 5,200 units including 500 units of public housing Shops: 120,000 square meters Parking facilities: 3 with 1,564 spaces
Con l’Opération programmée d’Amélioration de l’Habitat (OPAH) per sostenere il mantenimento dei vecchi residenti nel 2001 il Comune ha avviato la procedura per la Déclaration d’Utilité Publique che ha permesso di acquisire gli immobili non restaurati a prezzi ridotti per poi cederli alle HLM o alle cooperative edilizie dei lavoratori, raggiungendo un accordo per la tripartizione del patrimonio immobiliare (30% delle abitazioni destinate alle fasce più povere, 30% a canone controllato e la restante parte a canone libero cui si aggiunge il 10% destinato a negozi e uffici): social housing per gli appartamenti interni conservando invece quelli su strada, a forte valore aggiunto.
6. Euroméditerranée 2
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Il progetto, chiamato Euroméditerranée 2 ha incluso il quartiere di “Les Crottes” con una destinazione a un mix di funzioni ed è caratterizzato dall’attenzione all’ambiente con la realizzazione di un parco urbano di 14 Ha, che permetterà di bonificare aree abbandonate e soggette a inondazioni e con la costruzione di abitazioni dotate di sistemi innovativi per il risparmio energetico.
Area: 169 hectares Housing: 14,000+ Offices and business: 500,000+ square meters Stores: 100,000+ square meters Public facilities: 100,000+ square meters Green space: 14+ hectares Jobs: 20,000+ Residents: 30,000+ Investments: 4+ Billion Euros
Altri interventi di riqualificazione urbana Legge n° 96-987 del 14 novembre 1996 per l’attuazione del Patto di rinnovamento urbano che definisce le ZUS, ZFU e ZRU (zone di riq. urbana).
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1. ZUS Zones urbaines sensibles (quartieri in difficoltà e grands ensembles).
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2. ZFU Zones Franches Urbaines (aree in cui si attuano aiuti in termini di agevolazioni fiscali e previdenziali)
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3. GPV Grand Projet de Ville
Interessa un insieme di quartieri in cui i partner locali e l'Agenzia nazionale per la Urban Renewal (ANRU) hanno deciso di concentrare i loro sforzi. 14 siti sono interessati da progetti di riqualificazione urbana: - più di 6.600 abitazioni da riabilitare - oltre 5.000 edifici tra cui il 50% alloggi sociali - oltre 2500 demolizioni - più di 600 acquisizioni, miglioramenti.
Le ZFU
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Nel 1996, all’interno del Patto per la rinascita della città, progetto parallelo a Euromediterrannée, è stata decisa la delimitazione di una prima ZFU, nella zona del Nord Littoral, nel 15° e 16° arrondissements. Nel 2004 ne è stata aggiunta una seconda, nel 14° e 15° Sud. I quartieri delle due Zfu hanno una storia simile: un’industrializzazione massiccia nel XIX secolo, con la localizzazione di grandi e piccole fabbriche legate ai traffici del vicino porto (ma anche industria meccanica, chimica e navale) e alloggi modesti per la classe operaia. Le aree sono scelte in base a precisi indicatori di povertà. I fondi sostengono iniziative di job training, educazione, housing, e servizi sociali. (A. P. Di Risio, 2011).
Les Flamant e la Regia di Quartiere Una Regia di Quartiere è una piccola agenzia locale di sviluppo orientata alla cura ed alla crescita del capitale sociale presente in un quartiere disagiato. Si tratta di un dispositivo nato in Francia nei primi anni Ottanta nell’ambito dei progetti di ricostruzione urbana e di recupero. Le esperienze di regia di quartiere costituiscono uno dei modelli più efficaci con cui si è riusciti a coinvolgere le persone che abitano i quartieri di edilizia sociale, realizzando intese partenariali con esiti soddisfacenti. Una delle prime Regie di Quartiere francesi viene sperimentata a Marsiglia nel quartiere di edilizia sociale di Les Flamants dove, negli anni, è stata agevolata la qualificazione tecnica e sociale dei cittadini consentendo di realizzare progetti di connessione fra interventi di welfare, manutenzione del patrimonio di alloggi pubblici e cura dei beni comuni del quartiere.
Altri interventi in vista di Capitale Europea della Cultura
Dismissione e spazi culturalli come cuori pulsanti di Marsiglia Capitale 2013 Le strategie si sono sviluppate in collegamento con altri progetti lanciati contemporaneamente e supportati dal consiglio comunale:
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1. l'estensione della rete del trasporto pubblico (tram e metro) 2. la creazione del sistema semipedonalizzato del waterfront storico (Vieux Port) 3. la riqualificazione del centro commerciale principale (Centre Bourse). La combinazione tra Euroméditerranée e Marsiglia 2013 ha riaffermato l'opportunità di un indirizzo legato alla cultura nella rigenerazione della città, in particolare nei confronti dell'Euroméditerranée che fino alla candidatura non aveva donato attenzione principalmente alla cultura. Tra gli spazi che sono il cuore delle attività pulsanti di Marsiglia Capitale vi sono degli spazi industriali dismessi il cui uso è stato riconvertito in chiave cultuale quali:
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1- La Friche de la Belle de Mai; 2- La Cité des Arts de la Rue; 3- Il J1.
La Friche de la Belle de Mai Si tratta di una delle strutture di punta della candidatura del 2013, essa comprende un auditorium, laboratori, ristorante, sport complessi e dotata anche di alloggi per artisti ed operatori e di un istituto di formazione professionale per le arti dello spettacolo. La sede di La Friche è all'interno di una vecchia fabbrica di tabacco, la cui attività è cessata nel 1990: la società proprietaria non è riuscita a vendere la fabbrica immediatamente a causa dello scarso valore immobiliare, ha quindi approvato il suo riutilizzo da parte di operatori culturali e artisti sostenuti dal Comune.
La Friche grazie ai vari eventi e la mobilitazione di personalità chiave (ad esempio, l'architetto Jean Nouvel che ne divenne il presidente 1996-2002), ha rapidamente guadagnato una reputazione locale, nazionale e internazionale diventando nel 2007 il primo SCIC culturale (Società Cooperativa di Interesse Collettivo). Proprio la società la concessionaria legale del gruppo per 40 anni potrà gestire gratuitamente l’area.
La Cité des Arts de la Rue Si tratta di uno spazio sperimentale per lo sviluppo delle arti di strada che comprende un laboratorio per le arti performative e un garage per motociclette, la AR FAI, primo programma francese per l'educazione superiore delle arti, una compagnia internazionale di street art, Karwan, centro di sviluppo e distribuzione delle arti di strada e arti circensi, Lézarap'art, un gruppo di promozione di azioni culturali locali, Lieux Publics, il centro nazionale per la creazione di street art e Théâtres acrobatiques, uno spazio di formazione per attori acrobati.
Dopo l’unione di due società che lavoravano da anni sul tema della street art in altre aree urbane dismesse della città, il luogo assegnato divenne una fabbrica di olio abbandonato situata nella parte settentrionale di Marsiglia e acquistata nel 1999 dal Consiglio Comunale grazie ai finanziamenti della politica urbana (la fabbrica era all'interno del perimetro del Grand Project Urbain). Per il restauro del contenitore è stato bandito un concorso di architettura nel 2001, iniziato poi nel 2007. La sede è stata aperta nel 2011.
! Il J1
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Stazione marittima per i crocieristi. 8.000 mq che accoglieranno: information centres for artists and the public, l’AtÊlier du Large in cui saranno esposti i progetti frutto del processo partecipativo.
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Catherine Bonte (MP2013)
04 Palermo 2019
l nostro paese esprimerà per la quarta volta un ECoC (European Capital of Culture), dopo Firenze nel 1986, Bologna nel 2000, Genova nel 2004.
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Le città italiane aspiranti al titolo hanno presentato il dossier di candidatura al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo il 20 settembre 2013, data da cui ha preso ufficialmente avvio la prima fase di selezione. Definito il pacchetto ristretto di candidate, a inizio 2015 si avrà il verdetto finale, con conseguente proclamazione, da parte delle istituzioni europee (Commissione europea e Consiglio).
! !Aosta, Bergamo, Cagliari, Caserta, Città diffusa Vallo di Diano e Cilento con la Regione Campania e il Mezzogiorno d'Italia, Erice, Grosseto e la Maremma, L’Aquila, Lecce, Mantova, Matera, Palermo, Perugia con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria, Pisa, Ravenna, Reggio di Calabria, Siena, Siracusa ed il Sud Est, Taranto, Urbino, Venezia con il Nordest.
Le direttrici logiche a sostegno del “concept” sono tre: 1. La Cultura dei Diritti come condizione dello sviluppo delle Comunità. 2. Il Diritto alla Cultura per tutti. 3. L’assunzione di doveri e il riconoscimento dei diritti altrui come fondamento della Pace. La strategia delle 9 porte è volta a produrre effetti sia di carattere lineare che riferibili alle sue parti interne immediatamente connesse a ciascun porto: parti urbane profonde e trasversali ad essa e che includono infrastrutture culturali, aree residenziali, spazi pubblici e aree per la balneazione, parchi e aree verdi ad alto valore ambientale.
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Le 9 porte/porti da sudest a nordovest sono: Porto n. 1 Palermo Bandita. La Porta dei Diritti Porto n. 2 Palermo S.Erasmo. La Porta delle Scienze Porto n. 3 Palermo Cala. La Porta della Storia Porto n. 4 Palermo Acquasanta. La Porta del Novecento Porto n. 5 Palermo Arenella. La Porta degli Scambi e del Lavoro Porto n. 6 Palermo Vergine Maria. La Porta del Paesaggio Porto n. 7 Palermo Addaura. La Porta della Cultura del Mare Porto n. 8 Palermo Mondello. La Porta del Tempo Libero Porto n. 9 Palermo Sferracavallo. La Porta della Pesca
Porte che saranno attivate entro il 2019
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Porto n. 1 Palermo Bandita. La Porta dei Diritti
Attraverso il porticciolo della Bandita si accederà al cluster dedicato alla Cultura dei Diritti. L’opera più significativa per la rigenerazione di questo quartiere sarà la BID Biblioteca Internazionale dei Diritti di cui Palermo 2019 sta avviando le procedure per la costituzione. Il recupero dello stand Florio e del Solarium darà luogo al Parco dei Diritti: un nuovo spazio pubblico posto a ridosso del mare.
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Porto n. 2 Palermo S. Erasmo.
La Porta delle Scienze La Porta dedicata alla “cultura scientifica e tecnologica” è rappresentata dal porto di Sant’Erasmo, oggetto di un progetto di riqualificazione che ne rinnoverà il contesto urbano. Due gli interventi significativi: uno riguarda la trasformazione dell’ex Hotel San Paolo Palace, confiscato alla mafia e destinato all’Università che vi realizzerà una residenza universitaria. L’altro intervento prevede la realizzazione dell’EcoMuseo diffuso del Mare – un progetto diffuso in tre siti della città – una delle cui sedi sarà l’ex Deposito Locomotive Ferroviarie di S. Erasmo.
Porte da attivare entro il 2019
Porto n. 3 Palermo Cala. La Porta della Memoria
La Porta dedicata alla “cultura della storia e della memoria” è quella più grande poiché comprende l’antico Porto della Cala, il Porto Crociere e il cinquecentesco Porto degli Spagnoli. Saranno riqualificati la ex Centrale Elettrica realizzata dal Basile e il Mercato Ittico che verrà trasformato in Urban Center.
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Porto n. 4 Palermo Acquasanta. La Porta del Novecento (attivazione parziale)
Nell’area anche la seconda sede dell’EcoMuseo del Mare presso l’antico Arsenale Borbonico e il Museo delle Emigrazioni presso l’ex Deposito Biancherie della Tirrenia Navigazioni.
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Porto n. 5 Palermo Arenella. La Porta degli Scambi e del Lavoro (attivazione parziale).
La Porta dà accesso ad un’area molto vasta e articolata caratterizzata dalla “cultura del lavoro e della impresa”.
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Porto n. 8 Palermo Mondello. La Porta del Tempo Libero (attivazione parziale)
La Porta è dedicata alla “cultura del tempo libero e dell’edutainment”. Con la riqualificazione di Monte Pellegrino e la Favorita.
I 9 Porti di Palermo. 9 Porte per la cultura, 9 Porte per la città