Barcelona reloaded

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LABORATORIO RE-CYCLE PALERMO

ON THE ROAD

BCN PMO

Barcelona re-loaded 12-15.4.2014


Laboratorio Re-Cycle | Unità di Ricerca di Palermo Laboratori Coordinati di Urbanistica a.a. 2013-14 Dipartimento di Architettura Scuola Politecnica Università degli Studi di Palermo Docenti Maurizio Carta Daniele Ronsivalle Annalisa Contato Carmelo Galati Tardanico Barbara Lino Coordinatore del Laboratorio Re-Cycle Daniele Ronsivalle Cura editoriale Annalisa Contato L’iniziativa Barcelona Re-loaded è la prima del ciclo “Laboratorio Re-cycle on the road” dedicato alla visita critica di luoghi ed esperienze e allo scambio di riflessioni con studiosi che concorrono alla declinazione dei paradigmi e degli strumenti di un nascente Re-cycling Urbanism. Il quaderno funge da itinerario e diario di bordo dell’esperienza.


Barcelona re-loaded 12-15.4.2014



Barcelona european creative city L’obiettivo dei Laboratori Coordinati di Urbanistica “Creative City” è quello di fornire agli studenti le capacità di analizzare e interpretare la struttura dei sistemi urbani, i processi di trasformazione e innovazione, fornendogli un vasto abaco di casi studio di riferimento da poter adoperare nell’elaborazione dell’esercitazione prevista dal Corso, che consiste nella simulazione di un progetto di riqualificazione urbana. La scelta della città di Barcelona è stata fatta con lo specifico intento di mostrare agli studenti una città creativa europea quale esempio di una buona pratica consolidata di rigenerazione urbana. La città di Barcellona tende, oggi, a definire sempre più il suo ruolo nelle strategie di trasformazione, offrendosi come un laboratorio aperto e in continuo divenire. Il progetto del Forum Universale

delle Culture 2004, a seguito di un’ampia operazione di rigenerazione urbana e di ridefinizione di luoghi, centralità e occasioni di sviluppo, ha avviato un processo di rinnovamento che ha fatto leva sul desiderio di apertura della città al suo fronte a mare. Il waterfront è divenuto l’obiettivo di recupero non solo funzionale ma anche simbolico, e ha contribuito al recurpero del ruolo chiave che la città ha storicamente ricoperto nel sistema mediterraneo. Accanto a questo progetto vi è il progetto 22@Barcelona, intervento di rigenerazione urbana che intende realizzare un nuovo modello di città e, nello specifico, un Distretto dell’Innovazione volto a rendere la città di Barcellona leader nei settori della comunicazione e delle tecnologie avanzate.



El Poblenou

Nato come quartiere operaio, settore marittimo dell’antico municipio di Sant Martí de Provençals, aggregato alla città di Barcellona nel 1897, nella metà del XIX secolo si è consolidato come nucleo urbano dalla natura fortemente industriale, costituendo un nuovo quartiere della città. I primi insediamenti industriali moderni di Barcellona si stabilirono in questa zona a partire dal 1850, approfittando delle abbondanti acque del sottosuolo e della prossimità e facilità di connessione con il porto. Intorno alla fine degli anni ’60 del XX secolo, come conseguenza dello smantellamento e del trasferimento di molte industrie esistenti, la logistica e i trasporti si sono convertiti nella principale attività, provocando un aumento delle sistuazioni di degrado dello spazio urbano e di recessione della

ricchezza produttiva del distretto che iniziava il suo periodo di decadenza. Il nuovo periodo di sviluppo e trasformazione delle fabbriche e dei magazzini in loft, gallerie d’arte e negozi, coincide con le trasformazioni urbane avviate in occasione dei Giochi Olimpici. Al principio si trattò di un faticoso e lento processo, iniziato con la riconquista del mare, con lo smantellamento dei capannoni industriali che ne impedivano l’accesso, con la riappropriazione pubblica di spiagge, passeggiate e banchine. Le vecchie fabbriche sono state trasformare in loft e gallerie dove vivono e lavorano gli artisti e i designer che danno alla zona un’aria di creatività e produttività, e i famosi comignoli di mattone rosso furono catalogati come opere di interesse culturale.


Ex Dipòsit de les Aigües Biblioteca Universitat Pompeu Fabra (1993-2009, L. Clotet, I. Paricio ) L’antica torre idrica fu progettata da Josep Fontserè (l’edificio risale al 1876, ma fu inaugurato solo nel 1880) con lo scopo di regolare il flusso d’acqua della cascata del parco della Ciutadella per irrigare i giardini. Dopo oltre cento anni di usi differenti - asilo comunale, magazzino dei vigili del fuoco, magazzino della Polizia Municipale, archivio del Palazzo di Giustizia, ecc. - divenne proprietà dell’Universitat Pompeu Fabra nel 1992, che incaricò gli architetti Lluís Clotet e Ignacio Paricio del progetto di riconversione dell’antico deposito in biblioteca generale dell’università. I lavori, iniziati nel 1993, hanno condotto all’apertura al pubblico della biblioteca nel 1999, con 3.500 m2 recuperati. Nel 2003 si è concluso l’ampliamento di altri 2.400 m2, mentre l’ultima fase prevede l’apertura delle tre navate settentrionali.


Vila Olímpica

Occasione per recuperare una porzione di litorale, allora inaccessibile e inquinato, e per recuperare una zona industriale costiera, disaggregata e fatiscente, il progetto della Vila Olímpica ha previsto la realizzazione di 2000 appartamenti (per ospitare 15.000 atleti durante le Olimpiadi del ‘92) e gli impianti per le installazioni degli sport nautici. Il sito, prima occupato da un parco ferroviario dismesso e da alcuni depositi di materiale, venne espropriato e bonificato tra il 1987 e il 1989. La dismissione della traccia ferroviaria costiera, il sotterramento dell’allaccio di Glóries con il mantenimento in funzione della Estación de França, il nuovo impianto per la depurazione delle acque residuali e la costruzione di 5 km di nuove spiagge, hanno dato alla città un’importante area ricreativa costiera a ridosso del centro.


Vila Olímpica

Edificio-porta n.1 (1989-92, R. Amadó, L. Domènech) Gli edifici porta sono edifici pubblici così denominati perché superano, grazie all’articolazione dei volumi, la strada che li attraversa. L’edificio-porta n.1 è costituito da un parallelepipedo di due piani sollevato a 16 metri e sostenuto da una fitta maglia di pilastri metallici.

Edifici-porta n.2-3-4 (1989-92, A. Viaplana, H. Piñón) Interventi gemelli disposti a cavallo della stessa via, il linguaggio di questi edifici si esprime nel rifiuto dello schema simmetrico impostato sull’asse stradale che scavalcano con un andamento a scala rovesciata, con il volume ritagliato proprio sopra il vuoto della strada.


Vila Olímpica

Centrale telefonica (1989-92, J. Bach, G. Mora) L’intervento si compone di due blocchi: uno a pianta regolare contenente i macchinari per gli scambi telefonici automatici, l’altro cilindrico a base ellittica destinato agli uffici. Un ponte li collega e contiene gli spazi di ristoro per gli impiegati.

Pergola (1990-92, E. Miralles, C. Pinós) Intervento che ha dato connotazione all’area, è composto da una sequenza di sculture a forma d’albero che, disposte lungo Avinguda d’Icària, creano una pergola artificiale (il sottosuolo, percorso dalla canalizzazione di drenaggio, ha impedito la piantumazione di alberi).


Vila Olímpica

Centro polisportivo (1990-91, F. Fernández, M. Gallego) Il progetto ricalca la forma rettangolare del lotto. Il cuore dell’intervento è costituito da una palestra rettangolare, mentre il compito di recuperare l’allineamento con i lati del triangolo è affidato agli spazi laterali in cui si articolano diversi servizi.

Chiesa di S. Abramo (1990-92, J. Benedito, A. Mateos) Progettato per assolvere la funzione di Centro Ecumenico, sede delle manifestazioni religiose per gli atleti delle Olimpiadi, dopo la fine dei Giochi è stato trasformato una chiesa cattolica a servizio del quartiere.


Port Olímpic

Il Porto Olimpico, nato per ospitare le gare di vela, è stato progettato con l’obiettivo di diverntare, dopo la chiusura dei Giochi Olimpici, un polo sportivo e un centro di attività urbane. Le attrezzature sono state studiate per dare forma a un sistema integrato di spazi, come piazze, percorsi, terrazze che si affacciano sull’acqua e che ospitano una sequenza di oltre 500 metri di negozi, ristoranti, centri di divertimento e altro. Gli obiettivi principali di questo progetto sono stati: la riorganizzazione del sistema infrastrutturale, con l’eliminazine della barriera costituita dalla ferrovia; la realizzazione di un sistema morfologico in grado di favorire integrazione sociale; la promozione di un pluralismo progettuale attraverso la diversificazione delle architetture.


Port Olímpic

Parc del Litoral (1985-92, MBM, A. Puigdomènech) Costutito da una sequnza di spazi pubblici che separano la Villa Olimpica dal porto e dal lungomare, può essere suddiviso in tre settori: il Parco delle Cascate, il Parco del Porto e il Parco d’Icària. Il percorso pedonale è disseminato di particolari arredi che segnano i punti d’intersezione con le strade.

Centro di controllo meteorologico (1989-91, A. Siza) Il centro, costruito per ospitare gli impianti per il controllo metereologico, faceva parte delle attrezzature previste per le Olimpiadi del ‘92. Posizionato in un punto strategico, ha il merito di focalizzare lo spazio in un luogo denso di episodi architettonici e infrastrutturali.


Port Olímpic

Moll de Gregal | Scuola Municipale di Vela (1989-91, MBM, A. Puigdomènech) Edificio contenitore bianco, si caratterizza per la copertura disseminata di camini di ventilazione, variamente orientati sopra una rigida maglia strutturale, che tendono a riproporre il gioco delle vele in una regata.

Moll de Gregal | Capitaneria di Porto (1989-91, MBM, A. Puigdomènech) Un cubo di 12 metri, rivestito di marmo bianco, scavato secondo un processo di sottrazione di volumi che lascia intravedere lo scheletro della struttura, è destinato a ospitare gli uffici della Capitaneria di Porto e della Guardia Civil.


Port Olímpic

Torre MAPFRE (1988-92, I. Ortiz, E. León) La torre forma, con la quasi gemella torre dell’Hotel Arts, un importante segno di individuazione dell’asse urbano che collega il cuore della città (Sagrada Família) con il mare. Le finestre sono inclinate in maniera da riflettere il suolo, assumendo l’aspetto di un gigante specchio sulla spiaggia sottostante.

Hotel Arts (1988-92, B. Graham, SOM, F.O. Gehry) Parallelepipedo di vetro ingabbiato in un traliccio metallico bianco, la torre alta 150 metri forma, assieme alla torre MAPFRE, un grande portale urbano che sovrasta il Passeig de Carles I, caratterizzando l’area della Villa Olimpica e del Porto.


Port Olímpic

Hospital del Mar (1989-93, M. Brullet, A. de Pineda) Nelle fasi di ristrutturazione per le Olimpiadi del ‘92 l’ospedale viene ampliato e trasformato anche per definire meglio la sua immagine in riferimento al processo di rinnovamento del fronte marittimo e per rispondere alla nuova funzione di cerniera urbana tra la Barceloneta e il Porto Olimpico.

Pergola Peix (1990-93, F.O. Gehry) Realizzata con l’intreccio di nastri di rame che costituiscono un enorme tessuto sostenuto da un telaio metallico, la grande pergola che rappresenta una balena alta 35 metri, è diventata un punto di riferimento del nuovo lungomare.



La Barceloneta

A seguito della conquista di Barcellona da parte delle truppe di Filippo V nel 1714, l’esercito decise di edificare un complesso fortificato, la Ciutadella, a scapito del tessuto edilizio presente, circa il 20% del totale dell’edificato urbano, che venne raso al suolo. Nel 1753, per risolvere il problema degli alloggi che si era creato a seguito della demolizione delle case della Ribera, su progetto dell’ingegnere Pròsper de Verboom si diede avvio alla costruzione della Barceloneta, nuovo quartiere urbano la cui struttura nasceva da due idee fondamentali: un alloggio di tipo ben definito e la volontà di progettare la città a partire dal tracciato esistente. Su quest’area tra spiaggia e porto trovarono alloggio circa 10.000 persone. Il quartiere, originariamente nato come un pezzo isolato e avrebbe, nel tempo, confermato questa sua

caratteristica sia per la presenza della muraglia difensiva che per il tracciato della linea ferroviaria costiera. Il quartiere comprendeva 15 vie parallele intersecate da 5 strade ad angolo retto. Il processo di riqualificazione dell’area inizia nella seconda metà del XX secolo con gli interventi sui tessuti storici, al fine di applicare la strategia del diradamento edilizio per offrire sole e ventilazione alle strette vie del quartiere. L’azione di rinnovamento trova ulteriore impulso durante le trasformazioni per i Giochi Olimpici e si concretizza nella sistemazione delle spiagge, del fronte a mare e del fronte porto della Barceloneta. L’importanza di quest’area è riconducibile alla sua posizione e al suo ruolo: affaccio storico della città al mare e sede delle tradizionali attività portuali.


La Barceloneta

Parc de la Barceloneta (1992-95, J. Henrich, O. Tarrasó) Costruito su un terreno precedentemente occupato dalla fabbrica Catalana de Gas, demolita nel 1989, il Parc de la Barceloneta è uno spazio di transizione aperto tra il quartiere Barceloneta e la Villa Olimpica, che incontra il mare alla fine del suo percorso. Questo spazio verde, ampio e luminoso, è diventato il nesso che collega la Ronda Litoral alla spiaggia. Il Parco è organizzato in tre aree principali: la prima, costruita attorno a ciò che resta di un vecchio serbatoio di gas, è uno spazio aperto che collega il Passeig Maritim con Carrer Doctor Aiguader; la seconda è costituita da grandi piste separate da sentieri pavimentati; infine, la terza è occupata da un campo di calcio.


La Barceloneta

Mercat de la Barceloneta (2007, J. Mias) Il progetto ha conservato la struttura originale dell’edificio, che risale al 1884. Il mercato è dotato di pannelli solari fotovoltaici, strutturalmente integrati, che producono 30 kilowatt all’ora, energia che copre il 40 % del consumo totale dell’energia prodotta dal mercato.

Museo d’Història de Catalunya (1993-96, J. Benedito, A. Mateos) Un tempo sede dei Magazzini Generali del Port Vell, costruito nel 1901 e conosciuto come il Palau del Mar, l’edificio è stato trasformato e inaugurato come Museo nel 1996, con l’obiettivo di esporre la storia del paese ai cittadini della Catalogna, agli studenti e ai turisti provenienti da tutto il mondo.



Port Vell

Il Port Vell iniziò ad assumere la sua configurazione definitiva al principio del XVII secolo, divenendo discretamente competitivo grazie a un molo di quasi 200 metri e una diga foranea capace di dare protezione alle imbarcazioni ricoverate agli attacchi. Assunse principalmente la funzione di approdo per navi mercantili che scaricavano container. Oggi è una zona che ha cambiato profondamente il volto a mare della città.
 La sua trasformazione è stata parte del programma di rinnovo urbano prima delle Olimpiadi del ‘92. Questa zona era diventata, negli anni ’80, un decadente agglomerato di magazzini vuoti, cantieri ferroviari, edifici industriali e discariche, versando per parecchio tempo in uno stato di semi abbandono. Grazie agli interventi di rigenerazione urbana, quello che

una volta era un posto di marinai e mercati del pesce, è ora un luogo di ritrovo e svago che ospita ristoranti, cinema, locali notturni e negozi. La realizzazione di una strada sotterranea a scorrimento veloce e la sistemazione del Moll de la Fusta hanno permesso di completare l’obiettivo di riconnessione della città al mare, creando un sistema pedonale continuo dalla Rambla al Port Vell, che ha trovato il suo compimento definitivo - alla fine degli anni Novanta - con la ristrutturazione di un altro settore del Port Vell: il Moll d’Espanya. Eliminate le attività portuali, sono stati realizzati diversi interventi per il commercio e il tempo libero, inseriti in un insieme di spazi pubblici rappresentati soprattutto dalla Rambla del Mar e dal Parc de l’Istme.


Port Vell

Parc de l’Istme (1993-95, A. Viaplana, H. Piñón) Parco disegnato con pochi e incisivi tratti, dalla spigolosa geometria, fa parte del progetto di sistemazione del Moll d’Espanya, fungendo da collegamento tra il litorale del Port Vell (Moll de la Fusta) e il resto del molo.

Cine Imax (1993-95, J. Gaecés, E. Sòria) Edificio isolato sul lato est del Moll d’Espanya, appare come un bianco grande oggetto metallico, a cui gli sono accostati tre corpi minori distribuiti attorno a un foyer illuminato da un lucenrario. Finalità del progetto è stata quella di creare un contenitore flessibile, ma dotato di particolare espressività.


Port Vell

Aquàrium (1992-95, R. Terrades, E. Terrades) L’acquario occupa un lotto trapezoidale che chiude l’angolo nord-est del Moll d’Espanya. L’ingresso è protetto da un alto porticato su sottili colonne cilindriche.

Maremagnum (1993-95, A. Viaplana, H. Piñón) Centro ludico commerciale di grandi dimensioni, l’edificio è caratterizzato da una forte permeabilità attraverso tettoie, gallerie e la vela che si innalza al di sopra della copertura e, soprattutto, dalla grande superficie curva aperta che prospetta sul lato meridionale del complesso.


Moll de la Fusta

(1981-86, M. de Solà-Morales)

Il grande rettangolo che caratterizza l’area era precedentemente attraversato dalla ferrovia: da un lato vi era il molo, mentre dall’altro la strada con un spazio pedonale ridotto al minimo. Prima parte della darsena di Barcellona ad essere trasformata, il progetto di riqualificazione, che ha restitutio alla città una parte rilevante di suolo pubblico, può essere letto attraverso i suoi elementi principali: il Passeig, il molo e, tra questi due, una fascia costruita. Quest’ultima è coperta da una terrazza in cui sono presenti locali di ristoro, e da un largo percorso pedonale arredato con panchine e pergolati. Al livello inferiore si trovano i parcheggi e la viabilità veloce, sottratta così alle interferenze con la superficie.


Rambla de Mar

(1993-95, A. Viaplana, H. Piñón)

Parte del progetto di trasformazione e riorganizzazione del Moll d’Espanya, l’intervento si inserisce nel processo d’apertura della città al mare, collegando il porto vecchio alla città con la crezione di un prolungamento della Rambla storica attraverso un percorso pedonale: la Rambla del Mar. La passerella, lunga circa 300 metri, è appoggiata su una serie di supporti ancorati sul fondo del mare che reggono una struttura in metallo e cemento rivestita in legno. L’andamento ondulato dei canali d’illuminazione, la pavimentazione in doghe di legno, il taglio a carena di nave dei portici sono citazioni esplicite della volontà di ricondurre il disegno a immagini portuali, e la qualità del progetto è da ricercarsi nella varietà e libertà del linguaggio, teso a valorizzare la luce e l’atmosfera tipica dei porti.



La Rambla

Con le nuove mura di Pietro III, venne incorporato dentro al recinto difensivo il sedime della precedente cinta difensiva di Giacmo I. Nacque così, sul sedime dello sfogo a mare dei torrenti che procedevano dalla piana, la Rambla, le cui opere di urbanizzazione furono terminate nel 1444. Primo spazio urbano di importanti dimensioni per il passeggio, l’ozio, le fiere e i mercati, fino al 1860 le Ramblas rappresentarono l’unica grande arteria della città come luogo di incontri, fulcro del commercio e del divertimento. La sua organizzazione fortemente asimmetrica nasceva dall’esigenza di rendere progressivo e discontinuo il processo di smantellamento delle mura di Levante. Solo a partire dal 1774, con la progressiva demolizione delle mura gotiche, si potè dare

avvio all’allineamento del tracciato. La configurazione definitiva fu raggiunta nel XIX secolo, quando, con la confisca dei beni ecclesiastici, la trasformazione dello spazio occupato dal Convento dei Cappuccini avrebbe dato luogo alla Plaça Reial e sarebbero nati i mercati di Sant Josep (la Boqueria) e il teatro dell’Opera del Liceu. La Rambla divenne così il luogo pubblico per eccellenza della città. Il suo carattere e la sua personalità sono tali che è stata assunta come modello per molti altri interventi: questo spazio riesce, infatti, a conuigare le esigenze della circolazione con quelle del passeggio, del commercio e della sosta, offrendo occasioni di ritrovo e socializzazione, oltre che ordinando nei differenti quartieri la gerarchia degli spazi pubblici.



Diagonal Mar

La trasformazione di Barcellona vede la sua prosecuzione, sul finire degli anni ‘90, nel progetto “S” (la renovació al nord-est de la ciutat) che interessa il completamento del fronte marittimo del Poblenou e dell’area di Diagonal Mar con il prolungamento della Diagonal (così come previsto dal Piano Cerdà) e la realizzazione del parco linerare lungo l’asse dell’antica stazione di Sagrera. Questi tre elementi costituiscono un itinerario a S (comprendente parchi, attrezzature urbane e di quartiere) che, attraveso le montagne, giunge fino al mare. L’elemento più rappresentativo della serie di interventi volti a creare il nuovo fronte marittimo di questa parte di città è costituito da una serie di cinque isolati con edifici disposti a C che confermano la propensione della città a completare il fronte verso il mare,

particolarmente evidente nell’intervento di urbanizzazione Diagonal Mar. Questo grande insediamento interpreta il ruolo di cerniera urbana che deriva dalla sua posizione strategica e si svincola dal rigore dell’impianto Cerdà disponendo i volumi edilizi in funzione di libere visuali in direzione del mare. L’intervento immobiliare, totalmente privato, consegna alla città un rilevante spazio pubblico: un parco di 17 ha che fa dell’acqua uno degli elementi principali della propria organizzazione. La parte est dell’intervento accoglie un centro commerciale, un centro congressi, alberghi e uffici. L’insieme di queste opere si propone come un elemento cardine nell’organizzazione di tutto il settore urbano che ospiterà molte delle attrezzature per il Fórum Universal de les Cultures del 2004.


Diagonal Mar

Parco e complessi residenziali Intervento localizzato nell’area trapezoidale compresa tra la grande viabilità litoranea e la Diagonal, in prossimità del punto di connessione di quest’ultima con la Rambla di Prim, la grande operazione urbanistico-immobiliare comprende un insieme di interventi a destinazione mista residenziale, direzionale e commerciale. Due gli elementi di novità: il carattere interamente privato dell’intervento e l’organizzazione morfologica adottata. Lo schema viario si discosta dalla maglia Cerdà e gli edifici - gran parte di quelli residenziali sono inseriti nel parco (opere di Miralles e Tagliabue) - si articolano liberamente per rispondere al ruolo di grande cerniera che quest’area viene ad assumere.


Diagonal Mar

Centre Comercial (R. Stern, CommSrts & Sereland) Il centro commerciale Diagonal Mar è uno dei più grandi della Spagna. Si tratta di un intervento che mirava a realizzare una forte centralità commerciale nella nuova area di espansione della città, dotata anche di luoghi di ristoro e cinema.

Centro de Convenciones (CCIB) (2002-04, J.L. Mateo, M. Cervelló) Il CCIB si articola in una serie di volumi chiaramente definiti: uno marcatamente orizzontale, ospitante il centro congressi, e due torri che vi si appoggiano destinate a hotel e uffici. Per consentire l’interazione con l’edificio Forum vi è un collegamento sotterraneo di 1500 m2 illuminato da un lucernario.



Forum 2004

La zona di Diagonal-Besós era un luogo di concentrazione di alcuni degli impianti infrastrutturali più strategici della città: depuratore, inceneritore e centrali elettriche conferivano a questo spazio un carattere residuale e poco urbano, mentre le alte ciminiere si ergevano come caratteristici segni distintivi. L’area era sempre stata penalizzata dalla sua posizione eccentrica, ma l’eccezionalità della situazione risiedeva nel fatto che questo tipo di impianti erano tutti localizzati nel medesimo luogo e occupavano circa 2 km di costa. Storicamente consolidatosi come uno spazio intermedio privo di una vocazione urbana specifica, questo settore si trasformò in una zona marginale e degradata prima dell’insediamento dei grandi impianti di mantenimento delle reti cittadine negli anni Sessanta. Con il Forum Universale delle

Culture del 2004 Barcellona fu di nuovo protagonista a livello internazionale. Manifestazione finanziata congiuntamente dalla Municipalità, dalla Generalitat de Catalunya e dal governo centrale spagnolo, il Forum, organizzato con la collaborazione dell’UNESCO, ruotava attorno ai tre temi principali della diversità culturale, dello sviluppo sostenibile e della pace. Un fitto programma di esposizioni, dibattiti e conferenze offrì l’opportunità di procedere alla trasformazione di un’area che avrebbe dovuto configurarsi come il polo centrale e dinamico per tutta la parte di città servita dalla Diagonal Mar. Il processo di pianificazione e progettazione del Forum fu avviato nel 1997 dall’agenzia di progettazione strategica metropolitana Barcelona Regional.


Forum 2004

Edificio Forum (2002-04, J. Herzog, P. de Meuron) L’edificio si appoggia sulla piattaforma asfaltata che copre l’impianto depuratore esistente e definisce l’avvicinamento al mare. La sua ubicazione, all’intersezione tra la Diagonal, la Rambla e la Ronda Litoral, ne fa un’icona di benvenuto e ne suggerisce la forma triangolare della pianta.

Parc dels Auditoris (2000-04, A. Zaera, F. Moussavi, T. Galí) Sintesi tra natura e artificio, il parco crea un paesaggio che nasce da topografie generate artificialmente seguendo rigorosi ordini geometrici. L’impianto di articola secondo un sistema di dune tra loro parallele e trasversali alla direzione principale del vento.


Forum 2004

Esplanada del Forum (2002-04, J. A. Martínez Lapeña, E. Torres Tur) Supporto dell’Edificio Forum e del Centro dei Convegni, risulta un’estensione della Diagonal a forma di mano con le dita aperte un delta verso il mare - che copre la maggior parte dell’impianto di depurazione. La superficie, di 14 ha, si configura come un telo unitario, un patchwork di cinque colori. Sulla stessa superficie di asfalto sono state costruite pergole plissettate e due sale ipostile di colonne (corrispondenti alle sottostanti cisterne del depuratore) che sostengono una struttura metallica a forma di sheds. Le dita della spianata ascendono in modo tale che le estremità si convertono in scogliere a picco sull’area del porto, mentre gli interstizi accolgono le scalinate e le rampe.


Forum 2004

Balneraio Forum

(2002-04, B. Galí, J. Benavent, P. Magnusson, S. Vespasiani, A. Rodríguez) La zona de baños, tra la esplanada e il fronte marittimo, si configura come un’alternativa al paesaggio consueto del litorale, con installazioni talassoterapiche, bagni di vapore e saune che ne faranno un parco termale. La costa è progettata come un molo di pietra a 1,5 metri dal livello del mare.

Pergola Fotovoltaica (2002-04, J. A. Martínez Lapeña, E. Torres Tur) Sostenuta dalla Scuola di Vela, la grande pergola, di 4.500 m2 , si legge sul litorale barcellonese come un’installazione industriale in più tra quelle che costellano e caratterizzano la zona. È costituita da un piano ruotato, inclinato di 35° e orientato a sud, che produce energia ed ombra.


Forum 2004

Darsena Forum (2002-06, Baena, Casamor Quera Arquitectes) L’intervento, con l’obiettivo di configurare uno spazio vivibile e facile da comprendere e usare, si è tradotto nella realizzazione di una serie di volumi commerciali nella zona nord, spazi pubblici su tutta la darsena turistica (circa 7 ha) e dei percorsi di circonvallazione a una quota superiore.

Parc de la Pau (2000-04, I. Ábalos, J. Herreros) Il parco, che rappresenta uno degli spazi pubblici più ampi della città, è caratterizzato dall’insediamento delle installazioni di raccolta e trattamento dei residui e dall’ampliamento del vecchio impianto inceneritore per includervi un complesso di reciclaggio e un eco-parco.



Fiume Besós

Fiume fortemente urbanizzato, dall’ecosistema fragile e vulnerabile, che definisce il margine est di Barcellona, ha assunto di recente il ruolo di asse urbano e paesaggistico, con particolare riguardo al lato ovest della sua foce, sede di un complesso di attrezzature culturali. Verso la metà degli anni Sessanta, la conca del Besós, soprattutto nella sua tratta inferiore, iniziò una forte trasformazione sotto l’effetto della forte pressione antropica. L’uso abusivo delle risorse idriche, le numerose discariche al fiume, lo sfruttamento improprio della sua falda, la deformazione delle sponde a causa della crescita urbana e, infine, la sua canalizzazione determinarono la definitiva degradazione dell’ambito fluviale. Negli anni Novanta, in risposta alla pressione dell’opinione pubblica, le varie amministrazioni pubbliche

interessate dal passaggio del fiume dettero avvio a programmi e interventi finalizzati al recupero del bacino fluviale, puntando non solo al recupero ambientale ma anche alla possibilità di restitutire ai cittadini un grande spazio per il tempo libero e per lo svago. Il progetto, elaborato dall’agenzia di progettazione strategica metropolitana Barcelona Regional, è stato articolato in tre diverse fasi. Il tratto della foce, fortemente degradato a causa dell’insabbiatura e delle infrastrutture energetiche presenti su entrambe le rive, anche dopo il progetto, non sarà accessibile al pubblico e pertanto il suo recupero sarà volto alla rinaturalizzazione e alla disinsabbiatura, garantendo la protezione delle rive e potenziando la foce con una nuova laguna artificiale.



Montjuic

La collina di Montjuic, che si innalza per 213 metri e occupa il settore sud-ovest della città, è oggi la più grande area ricreativa della città di Barcellona. Sede dell’Esposizione Universale del 1929, per tale evento furono eretti numerosi edifici sul lato settentrionale e la Avinguda de la Reina Maria Cristina - i cui edifici e spazi espositivi vennero ristrutturati nel 1981 - divenne la porta principale di ingresso al Montjuic. Nel 1983 la Municipalità indice un concorso per la sistemazione della zona centrale dell’area che doveva tenere conto delle preesistenze e con l’avvento delle Olimpiadi si procedette alla sistemazione delle attrezzature sportive all’interno di un anello con al centro un articolato sistema di spazi pubblici. La strategia dell’intervento era quella di potenziare in forma

strutturata i tre grandi assi che hanno definito gli utilizzi della montagna negli ultimi decenni: la cultura, lo sport e la natura. La trasformazione urbanistica si avvale in parte di spazi liberi e residuali esistenti nella parte alta del rilievo e in parte del recupero di superfici ricavate dalla decostruzione di edifici e strutture obsolete, degradate o in disuso. Il progetto interviene sulle quote più alte in modo da rafforzare il valore apportato dalla singolarità topografica e dalle masse vegetali, riordinando gli accessi alla collina, al castello e al sistema dei percorsi pedonali. La localizzazione delle strutture alle quote inferiori e intermedie permette di salvaguardare lo spazio di quelle inferiori, che il Plan Director d’Ordenació converte in ambito verde riservato al raccoglimento e al contatto con la natura.


Montjuic

Arenas de Barcelona (2003-11, L. Alonso, R. Rogers) Arena eretta nel 1900, un tempo usata per la corrida ma poi andata in disuso, è stata trasformata in un centro commerciale, ricreativo e culturale, con terrazza panoramica posta all’ultimo piano. Il progetto ha conservato la storica facciata e l’impostazione strutturale, con un grande spazio circolare interno.

Avinguda de la Reina Maria Cristina (costruzione 1929; ristrutturazione 1981) Asse monumetale tra Plaça de Espanya e il Palazzo Nazionale, nato come elemento principale di rappresantatività e strutturazione degli spazi per l’Esposizione Universale del 1929, conserva ancora oggi l’importante ruolo di principale porta d’accesso alla collina del Montjuic.


Montjuic

Caixa Forum (2002-06, Baena, Casamor Quera Arquitectes) Ex fabbrica industriale del cotone, fu utilizzata come deposito durante l’Esposizione del ‘29, come alloggio della cavallerizza e parco automobili del Corpo Nazionale di Polizia tra il ‘40 e il ‘92. La Fondazione “La Caixa” acquistò e restaurò il complesso adattandolo per usi culturali e sociali.

Pavelló Mies van der Rohe (1928-1929, L. Mies van der Rohe) Sprovvisto degli accorgimenti tecnici che ne avrebbero garantito la durata, il padiglione fu demolito alla fine dell’Esposizione Universale del 1929. Nel 1986, a pochi metri dal sito originario, è stato ricostrutito secondo criteri di solidità e durevolezza, con la riutilizzazione degli stessi marmi.


Anella Olimpica

(1985-92, F. Correa, A. Milá)

L’anello olimpico, alle spalle dei padiglioni dell’Esposizione del 1929, ospitò la maggior parte degli eventi olimpici. Il piano dell’area strutturò gli impianti sportivi lungo una sequenza compatta di spianate ed edifici che seguono l’andamento del declivio. Le nuove installazioni olimpiche, assegnate a differenti progettisti, e gli altri interventi che riguardarono la trasformazione, l’ampliamento e l’adeguamento di impianti già esistenti, hanno creato un notevole eclettismo formale. Gli interventi principali furono: l’ampliamento dello stadio olimpico, il multifunzionale Palau Sant Jordi, l’Instituto Nactional de Edicatión Física e la torre delle telecomunicazioni. Non potendo assegnare all’area un’apposita fermata metropolitana, è stato installato un sistema di scale meccaniche all’aperto per agevolare la fruizione dell’area.


Jardí Botànic

(1998-99, C. Ferrater, J.L. Canosa, I. Figueras)

Il progetto, frutto di un’équipe di biologi, botanici, paesaggisti e architetti, si è basato su due considerazioni fondamentali: impostare una strategia per cui fosse il luogo stesso a determinare le forme di insediamento, e comprendere, oltre alla flora mediterranea, quella di altri luoghi con simili condizioni climatiche (California, Giappone, Cile, ecc.). Utilizzando il concetto di convergenza morfologica vegetale, il giardino si sarebe trasformato in uno strumento dall’alto valore scientifico. Sul terreno è stata, quindi, adagiata una maglia triangolare che si sarebbe adattata alle varie condizioni. Le direttrici di questa trama avrebbero seguito le tre direzioni principali di ogni curva di livello, assicurando in tal modo che due vertici di ogni triangolo giacessero sulla medesima quota.


Parallel - Sede FECSA

(1991-93, P. Riera, J.M. Gutiérrez, J. Sotorres, M. Battle)

Nel quartiere del Poble Sed un tempo si trovava la vecchia centrale elettrica canadese (conosciuta come la Canadença), di cui oggi restano solo le tre alte ciminiere in mattoni rossi come eredità del periodo industriale, riconosciute dalla popolazione come segno urbano e monumentale. L’area, in occasione del progetto di realizzazione della sede della società FECAS, ha visto la realizzazione di un parco adiacente e di un parcheggio sotterraneo. I parametri del concorso per il progetto hanno condizionato l’impostazione dei volumi edificati, che sono collegati fra loro per mezzo di una passerella metallica che libera la quota urbana e rende visibile e fruibile lo spazio a ridosso delle ciminiere e l’ampio spazio aperto con il parco attrezzato per praticare lo shateboard.


Centro de Cultura Contemporánea de Barcelona - CCCB (1990-94, H. Piñón, A. Viaplana) L’edificio che ospita il CCCB prende avvio dal recupero e dall’integrazione del complesso della Casa de la Caritat del Raval. Demilita una parte della struttura per far posto all’adiacente MACBA, si interviene nell’antico patio delle donne. Il programma esigeva una grande hall d’ingresso e un nucleo inportante di circolazioni verticali, mentre le sale espositive dovevano essere collocate al secondo e al terzo livello. Decidendo di conservare il carattere, la struttura e l’uso del patio, rimasero solo il livello interrato e il lato aperto della U per insediare quanto richiesto. Il progetto si limita, quindi, a un volume a L quasi indipendente che, formato dal salone d’ingresso e dal pacchetto delle circolazioni verticali, si incastra negli spazi lasciati liberi dal resto dell’edificato.



Ciutat Vella

Verso il 200 a.C. i Romani conquistarono l’antica Barkero ma, con la crisi dell’Impero Romano, la città si declassò a centro di scambio tra contadi catalani finché, nel XI secolo fu dotata di una cinta muraria ampliata lungo il perimetro dell’attuale Ciutat Vella. Nel 1859 fu approvato il piano di espansione Cerdà e iniziò, per la Ciutat Vella, un periodo di decadenza, in quanto le forze più attive della popolazione tendevano a trasferirsi nei nuovi quartieri. Nel 1980, con le prime elezioni democratiche degli organi amministrativi, per il centro storico si avviava un processo di risanamento attraverso il Plans Especial de Reforma Interior (PERIs) e, come strumento in grado di affrontare i problemi della sicurezza e dei servizi sociali, il Pla d’Actuació Integral. Nel 1986 prendeva il via l’Àrea de

Rehabilitació Integrada de la Ciutat Vella, un piano di coordinamento tra le funzioni de la Generalitat (massimo organo amministrativo regionale) e quelle dell’Ajuntament. Strumento di carattere operativo era, invece, la Promoció Ciutat Vella, voluto dall’Ajuntament per garantire la disponibilità economica e quindi la fattibilità degli interventi, mentre un’azione di sostegno veniva svolta dalle associazioni cittadine. I lavori intrapresi nei primi anni ‘80 riguardano la demolizione di edifici in rovina, la costruzione di nuovi alloggi, di centri civici, centri d’assistenza primaria, complessi sportivi, case di riposo per anziani, ecc.. La rete infrastrutturale era potenziata e in parte rifatta e si metteva in moto un processo di progressiva pedonalizzazione, reso possibile da un capillare sistema di parcheggi sotterranei.


Ciutat Vella

La Boqueria (XVII secolo) La Boqueria è il mercato più popolare della Spagna e il più grande della Catalogna con i suoi 2.583 m2 e con più di 300 bancarelle. Dove ora sorge il mercato, una volta vi era il convento di San José (distrutto da un incendio), dal quale deriva il nome del mercato. Dopo la distruzione del convento fu costruita una grande piazza con un importante colonnato, e il mercato fu trasferito fra quelle colonne e inaugurato ufficialmente nel 1836. Era inizialmente un mercato all’aperto alle porte della città nella piana del Pla della Boqueria, ed era composto dai banchetti degli ambulanti e degli agricoltori. L’attuale copertura metallica fu inaugurata nel 1914 e nel 2000 l’intero complesso fu ulteriormente ristrutturato.


Ciutat Vella

Antic Hospital de la Santa Creu (1401-14) Ospedale principale della città, realizzato per riunire in un unico edificio i diversi ospedali della città, è rimasto attivo fino al 1930. L’edificio oggi ospita la Biblioteca de Catalunya (dal 1939), l’Institut d’Estudis Catalans (dal 1931), la Escola Massana (dal 1935) e due biblioteche pubbliche della Diputació di Barcellona. Nel XVI secolo crollò una delle quattro ali del complesso e venne costruito un altro patio porticato, che venne unito al preesistente, dove è tuttora presente la monumentale scala che conduce alla sala di lettura della Biblioteca de Catalunya. Il complesso include inoltre una piccola chiesa gotica accanto alla carrer Hospital e un’abitazione del XV secolo, che fungeva da archivio dell’ospedale.


Ciutat Vella

Rambra de Raval/Pla Central (1998-2000, P. Cabrera, J. Artigues, A. Ribó) Una delle più importanti operazioni urbanistiche nel centro storico, ha dato alla città un nuovo spazio pubblico di 58x317 metri. La realizzazione di questo spazio, resa possibile dalla demolizione di cinque isolati, aveva l’obiettivo di produrre effetti rigeneratori in un tessuto urbano degradato.

Plaça Reial (1981-84, R. Correa, A. Milá) La piazza, formata da un rettangolo di 56x84 metri, più volte ritoccata, è stata chiusa al traffico. Eliminati i gradini e le aiuole, vi è stata realizzata una pavimentazione in pietra del Montjuic. Il piano del calpestio è stato trattato come una lastra continua dalla quale spiccano gli elementi di arredo.


Ciutat Vella

Plaça de George Orwell (1989-90, J. Barjuan) La demolizione di alcuni edifici del centro ha permesso la realizzazione di questo intervento, secondo le indicazioni del Piano Generale Metropolitano, con l’obiettivo di rivitalizzare il contesto circostante. La forma dell’area, triangolare, ha guidato la progettazione come elemento ordinatore.

Plaça de Frederic Marés ( 1989-90, M.L. Aguado, P. Vidal) La demolizione di alcuni edifici del centro storico, necessaria per il recupero di tratti delle mura romane, ha liberato un’area che doveva essere protetta per il valore dei reperti presenti in essa. Una cancellata, disegnata con cura ed eleganza, filtra lo spazio e ristabilisce la continuità stradale.


Ciutat Vella

Plaça de la Catedral (1982-91, M. Quintana, M. Periel) Progetto dalla soluzione minimalista, il parcheggio sotterraneo è stato coperto con una pavimentazione di granito disposta a creare una superficie pura e spoglia dalla quale si stacca l’arredo della piazza. I box per ascensori e scale sono trattati come nitidi elementi in vetro.

Catedral (1298-XV secolo) Sorge nel luogo in cui vi erano un battistero paleocristiano (VI sec) e una basilica romana (XI sec). L’edificio è un insieme di stili architettonici diversi: la struttura è della fine del XIII secolo, ma ad essa furono aggiunte le cappelle barocche nel XVI sec. e nel XIX sec. la facciata e le guglie in stile gotico.


Ciutat Vella

Mercat Santa Caterina ( 2001-05, E. Miralles, B. Tagliabue) La trasformazione del mercato è stata un elemento centrale nel processo di rinnovamento urbano che ha interessato il quartiere della Ribera. Il progetto ha assunto uno schema che ha permesso di sviluppare la complessità della città e rispettare la normativa urbanistica adottata. La trasformazione ha implicato una riduzione dei banchi di vendita e una razionalizzazione dei sistemi di accesso e dei servizi, aggiungendo spazio pubblico e densità residenziale. Le tre antiche facciate del complesso sono state conservate, mentre è stata demolita la parte centrale. La copertura unifica il perimetro ed è l’elemento che definisce il nuovo spazio pubblico.


Ciutat Vella

Santa Maria del Mar (1329-1383, B. de Montagut.) L’edificio in stile gotico-catalano, fu edificato con i fondi di mercanti e costruttori navali. L’assenza del coro e degli arredi, distrutti durante la Guerra Civile, conferisce maggiore spaziosità e semplicità. Negli anni ‘60, durante degli scavi, venne portata alla luce una necropoli risalente ai secoli IV- VI.

Plaça del Fossar de les Moreres (1988-89, C. Fiol)) Piazza dedicata ai caduti nella capitolazione di Barcellona assediata dalle truppe di Filippo V (1714), si caratterizza per il ribaltamento concettuale del monumento, che è scavato con un invaso poligonale con il lato principale parallelo al fianco della basilica di Santa Maria del Mar.


Ciutat Vella

Mercat del Born ( 1873-76, J. Fontseré) Il Mercato del Born è stato il principale mercato all’ingrosso della città. Cessò la sua attività originaria agli inizi degli anni ‘70, ma da allora fu utilizzato come spazio espositivo. Nel 2002 furono ritrovati, al di sotto della struttura, antiche rovine delle mura medievali della città, ancora dignitosamente conservate. Attualmente ospita un’area di scavi del XVIII secolo, che sarà arricchita con l’insediamento di un centro culturale. Il centro culturale del Born è uno dei progetti culturali più attesi dalla città: costruito a partire dai resti archeologici della città distrutta dalle truppe borboniche nel 1714, El Born Centre Cultural sarà un centro di divulgazione per riflettere sul passato, il presente e il futuro della città.



IAAC - Institute for Advanced Architecture of Catalonia L’Istituto di Architettura Avanzata della Catalogna è un centro di formazione e ricerca d’avanguardia dedicato allo sviluppo di un’architettura capace di rispondere alle sfide a livello mondiale per quanto riguarda la costruzione di abitabilità nel XXI secolo. Con sede nel quartiere 22@ di Barcellona, l’IAAC è una piattaforma per lo scambio di conoscenze con docenti e studenti provenienti da oltre 35 paesi. Gli studenti lavorano contemporaneamente su scale multiple (città, edilizia, produzione) e in diverse aree di competenza (ecologia, energia, produzione digitale, nuove tecnologie), perseguendo le proprie linee di ricerca verso lo sviluppo di un insieme integrato di competenze con cui agire efficacemente nel loro paese d’origine o a livello globale. L’IAAC ha il più avanzato laboratorio

di produzione digitale di qualsiasi istituzione scolastica nel Sud Europa, con taglio laser, stampanti 3D, fresatrici e una piattaforma per i chip di produzione . Tra i principali obiettivi dell’IAAC vi sono: 1. Stimolare, promuovere e sviluppare la ricerca nei diversi settori dell’architettura avanzata, aumentando il potenziale di raccolta di informazioni e l’interazione con le altre discipline. 2. Insegnare, sviluppare, promuovere e diffondere la conoscenza e la formazione del personale tecnico e scientifico per l’architettura e la sua interazione con le altre discipline. 3. Fare da consulente per enti pubblici e le organizzazioni pubbliche o private su questioni riguardanti l’architettura e la sua interazione con le altre discipline. 4. Stabilire iniziative di



collaborazione scientifica e accademica con università e grandi centri nazionali e internazionali di raccolta delle informazioni specializzate in architettura e discipline correlate. 5. Stabilire adeguate iniziative di collaborazione con gli enti locali, regionali e nazionali e il settore privato. 6. Facilitare il contatto più stretto tra ricerca di base e applicata, in qualità di centro di trasferimento tecnologico. L’IAAC è, inoltre, dotato di un FabLab che si è unito alla Fab Lab Community, valorizzando i laboratori mondiali già esistenti. Il BCN FAB LAB è un centro di produzione, ricerca e istruzione, che utilizza macchine digitali di ultima generazione destinate alla creazione di prototipi e modelli in scala per l’architettura, l’edilizia, il

design industriale e ogni altra attività che richiede la connessione da un computer a una macchina per manipolare materiali secondo le istruzioni digitali. Il centro ha tre principali ambiti di lavoro : FAB LAB PRO, luogo per la fabbricazione di prototipi e modelli in scala per i professionisti e le aziende di qualsiasi settore relativo al design. FAB LAB MASTERS, centro di ricerca e tutoraggio, principalmente correlato a docenti dell’IAAC, a professionisti di livello nazionale e alle linee di lavoro proposte da altre organizzazioni nazionali o internazionali . FAB LAB CENTRAL, centro educativo per i giovani e i bambini, secondo i principi del gruppo FAB LAB del centro For Bits and Atoms del MIT, che partecipa alla rete mondiale dei Fab Labs.



Districte 22@ - el Districte de la Innovació Il quartiere 22@ occupa 115 isolati della città, con una superficie di 200 ettari e con un potenziale per costruire 4 milioni di m² di superficie, di cui 3,2 sarebbero assegnati a uffici e commercio. 22@ Barcelona è sia un progetto di riqualificazione urbana che un nuovo modello di città che cerca di rispondere alle sfide poste dalla società della conoscenza attraverso la creazione di quattro gruppi fondamentali: MEDIA, ICT, energia, biotecnologie. È un progetto che mira a integrare pienamente Barcellona nella nuova rivoluzione tecnologica dell’economia della conoscenza, e il quartiere Poblenou si propone oggi come piattaforma economica e tecnologica. Il piano mira a trasformare l’intero quartiere del Poblenou, in precedenza un insieme di industrie manifatturiere, in un centro di uffici ed edifici universitari per le attività

e le imprese coinvolte nei settori delle nuove tecnologie, informazione, conoscenza, comunicazione, ricerca e sviluppo. Come un nuovo modello di città il progetto reinterpreta la funzione del vecchio tessuto industriale in chiave contemporanea, applicando un nuovo modello urbanistico basato sulla cultura, la conoscenza e la sostenibilità. Approvato dal Consiglio Comunale di Barcellona nel 2000, il progetto comporta la trasformazione di 200 ettari di terreno industriale nel centro di Barcellona in un distretto produttivo innovativo, finalizzato a concentrare e sviluppare le attività di conoscenza intensiva. Come progetto di ristrutturazione urbana, risponde alla necessità di ristabilire il dinamismo economico e sociale del quartiere Poblenou, creando un ambiente vario ed equilibrato con centri di


produzione, edilizia sociale, servizi e spazi verdi, volti a migliorare sia la qualità della vita che del luogo di lavoro. I 35 chilometri di strade del quartiere sono in corso di completa re-urbanizzazione nell’ambito di un Piano Integrato Infrastrutturale che, con un investimento complessivo di 162 milioni di euro, prevede la completa ristrutturazione dello spazio pubblico e la costruzione di una utility network altamente competitiva, strutturata per soddisfare i requisiti tecnologici e ambientali di oggi. I nuovi servizi di quartiere includono moderne reti di alimentazione elettrica, reti di telecomunicazioni, climatizzazione centralizzata e sistemi di raccolta dei rifiuti, efficienza energetica, controllo dell’inquinamento acustico e la riduzione e gestione responsabile delle risorse naturali.

Il progetto di rivitalizzazione economica offre un’opportunità unica di trasformare il quartiere in un importante piattaforma scientifica, tecnologica e culturale, con l’obiettivo di rendere Barcellona una delle città più dinamiche e innovative del mondo. Per accelerare il processo di trasformazione, e stabilire la sua personalità e coerenza, il progetto 22@ Barcelona sta promuovendo quelli che sono stati definiti i 7 motori del quartiere: questi progetti consentiranno la creazione di un modello di innovazione dinamica, basato sul concetto di “tripla elica”, per potenziare la confluenza della scienza, della tecnologia e dell’impresa in modo che le sinergie create tra questi tre elementi strategici possa affinare il vantaggio competitivo del sistema produttivo e permettere alla città di adottare una posizione di


leadership in alcuni specifici settori della conoscenza: - 22@ Media: Audiovisual sector; - 22@ ICT: Information and Communications Technologies; - 22@ Biocorporation: Bioscience sector; - 22@ Campus: New model for knowledge spaces; - 22@ Ent repreneurs: Magnet to international talent; - 22@ Technology: Creation and transfer of knowledge; - 22@ Social: Social cohesion. Si prevede che l’esecuzione del progetto genererà tra 100.000 e 130.000 nuovi posti di lavoro, e la percentuale di attività economica della città concentrata nel Poblenou aumenterà dal 4 % a oltre il 15 %. Il quartiere favorisce la competitività del suo tessuto produttivo attraverso una serie di progetti, considerati i motori dello

sviluppo economico del territorio, con il sostegno e il coinvolgimento dei principali soggetti privati e ​​ pubblici. Il progetto è stato accolto calorosamente dalla comunità imprenditoriale: più di 80 delle aziende più importanti nei rispettivi settori hanno stabilito una sede nel quartiere 22@ e, in termini di nuove costruzioni, l’attività produttiva del distretto è aumentata di oltre 255.000 m². Al fine di garantire il miglior risultato per ogni programma funzionale all’interno dell’ambiente urbano, e per evitare eventuali effetti traumatici sugli usi e le funzioni esistenti, il progetto non redige un piano dettagliato per ogni parte del quartiere, ma consente che l’immagine finale della trasformazione sia definita progressivamente, in funzione delle caratteristiche specifiche del singolo progetto e dei suoi dintorni.


Districte 22@

Barcelona Televisió (BTV) (2005) La sede centrale di Barcellona Television (BTV) si è trasferita nel cuore del distretto 22@ nel 2005. L’installazione nel nuovo edificio ha significato il culmine del processo di digitalizzazione della televisione locale e il suo impegno per il nuovo distretto tecnologico.

T-Systems (2013) Multinazionale che ha trasferito la sua sede centrale da Madrid a Barcellona, creando 170 nuovi posti di lavoro nel 2013 e prevedendone altri 350 nel 2014, ha l’obiettivo di promuovere l’uso e l’implementazione di soluzioni e tecnologie mobili in collaborazione con i centri di ricerca della città.


Districte 22@

MEDIA-TIC ( 2005-09, E. Ruiz-Geli / Cloud 9) L’edificio cerca di essere iconico nel mondo digitale e un veicolo per la diffusione di nuove tecnologie, pur essendo concepito come uno spazio civico socialmente aperto. L’edificio, a forma di cubo, è formato da grandi travi di ferro ricoperti da un rivestimento in plastica di bolle gonfiabili, che offrono scorci della struttura fluorescente dell’edificio. Il rivestimento ha anche l’utilità funzionale di regolare luce e temperatura, evitando che dall’edificio si disperdano circa 114 tonnellate di CO2 all’anno, e offrendo un risparmio del 20 % sul controllo del clima. La copertura agisce come un rivestimento esterno e una protezione solare mobile che consente alla luce di penetrare e permette anche risparmi in termini di calore.


Districte 22@

Fundació Vila Casas (2007-09, Estudio BAAS Arquitectos) All’interno dell’ex fabbrica di cotone Can Framis, il progetto ha visto il restauro dei due corpi di fabbrica preesistenti, la costruzione di uno nuovo che li collega, e la creazione di un cortile, pavimentato con le pietre recuperate dalla ex fabbrica, che rappresenta l’ingresso principale al museo.

Radio Nacional de España (RNE) (2005-07, RR Arquitectos, P.J. Ravetllat, C. Riba) La sede della Radio Nazionale di Spagna, nel 2008 si trasferisce nel distretto 22@. Con il cambiamento, la stazione ha ottenuto un intero edificio di 3.000 m2 che si sviluppa su sei piani, con tutti i servizi tecnologici. Le facciate sono dotate di elementi orizzontali per il controllo della luce solare.


Districte 22@

Indra (2004-06, b720 Fermín Vázquez Arquitectos) Edificio per uffici di 12 piani, di cui i primi tre seguono l’allineamento della strada, mentre il resto segue l’angolo. Le due strutture sono separate dal basamento da un piano di servizi, arretrato rispetto alla facciata, che da la sensazione che l’edificio fluttui sopra la base, conferendo leggerezza.

UPF - Campus de la Comunicación ( 1870; 2008) Ex complesso industriale, l’UPF ha insediato in questo campus gli studi nei settori della comunicazione, tecnologia e linguaggio. Oltre alla fabbrica La Nau, il Campus è completato dai nuovi edifici Roc Boronat e Tàngere, le officine Tallers della zona e la ex fabbrica di Can Framis.


Districte 22@

Parc Barcelona Media (2009-13, C. Ferrater, P. Genard, X. Marti) Centro di riferimento multidisciplinare del settore audiovisivo della città, il parco comprende aree tecniche e organizzazioni che lavorano nella ricerca e nell’innovazione (Mediapro), istruzione universitaria (UPF), incubatori di imprese, studenti e imprenditori del settore.

IL3 - Institut de Formació Contínua (1996, J. Seguró) La fabbrica José Canela e Hijos, vecchio Can Tiana, costruita tra il 1898 e il 1914, si occupava della produzione di macchine tessili. Parte del progetto 22@, l’edificio è stato ristrutturato e convertito, dal 1996, in sede dell’Università di Barcellona e dal 2005 è sede del IL3 (Institute for LifeLongLearning).


Districte 22@

Comisión del Mercado de las Telemunicaciones (CMT)

(2008-10, Batlle & Roig Arquitectes) La sede centrale della CMT è uno dei complessi architettonici più emblematici del progetto 22@. L’edificio, 10 piani sopra il livello stradale e tre interrati, ha una doppia facciata, di cui quella esterna è formata da un sistema di stecche orizzontali che prosegue lungo la vecchia fabbrica.

Torre Agbar (2001-05, J. Nouvel) La sua forma è stata ispirata dai rilievi del Montserrat che circondano Barcellona e dalla forma di un geyser d’acqua che si innalza verso il cielo. L’edificio dispone di 30.000 m² per uffici, 3.210 m² di servizi e installazioni tecniche, e 8.350 m² per servizi di vario genere, tra i quali un auditorio.



on the road


La Rambla Residencia Melon Marina

1 Vila OlĂ­mpica 18 17

22

3

19 21

2 4

20 16

Port Vell

3

5

3

6

15 12 11

14

8

13

7

Parc de la Barceloneta 10

Port OlĂ­mpic

Parc del litoral 9


12 Aprile 2014 Itinerario_1 Appuntemento ore 14.30 | Ex Dipòsit de les Aigües (Carrer de Ramon Trias Fargas, 25) 1. Ex Dipòsit de les Aigües (Biblioteca de la Universitat Pompeu Fabra) 2. Edificio-porta n.1 3. Edifici-porta n.2-3-4 4. Centrale telefonica 5. Centro Polisportivo 6. Chiesa di S. Abramo 7. Parc de Litoral 8. Centro di controllo metereologico 9. Scuola Municipale di Vela 10. Edificio della Capitaneria di Porto 11. Torre MAPFRE 12. Hotel Arts 13. Pergola Peix 14. Hospital del Mar 15. Parc de la Barceloneta 16. Mercat de la Barceloneta 17. Museo d’Història de Catalunya (Palau de Mar)

18. Parc de l’Istme 19. Cine Imax 20. Aquàrium 21. Maremàgnum 22. Rambla de Mar


Tram - T5 La Catalana

Plaça de les Glòries Catalanes

16 1 15

14

13

Forum 2004 12

7

11

8 9

Diagonal-Mar 6

4 3

2

5

3 3

3 3

10


13 Aprile 2014 Itinerario_2 Appuntemento ore 08.30 | Plaça de les Glòries Catalanes (davanti la Torre Agbar - Avinguda Diagonal, 211) 1. Plaça de les Glòries Catalanes 2. Parc Diagonal Mar 3. Edifici residenziali: Illa del Llac, Illa del Mar, Illa de la Llum, Illa del Bosc, Illa del Cel 4. Hotel y Oficinas 5. Centre Comercial 6. Centro de Convenciones 7. Edificio Forum 8. Esplanada del Forum 9. Parc dels Auditoris 10. Balneario Forum 11. Pergola fotovoltaica 12. Darsena Forum 13. Parc de la Pau (eco-parco) 14. Parque eléctrico 15. Sponde del fiume Besós 16. Quartiere La Catalana


Metro - L2 Universitat 8

Metro - L3 Espanya

1

7 2 3 4

Anella Olímpica

5

6

Jardí Botànic

Metro- L2 Paral.lel


13 Aprile 2014 Itinerario_3 Appuntemento ore 14.30 | Plaça d’Espanya (ingresso Arenas de Barcelona) 1. Arenas de Barcelona 2. Avinguda de la Reina Maria Cristina 3. Caixa Forum 4. Pavelló Mies van der Rohe 5. Anella Olímpica 6. Jardí Botànic 7. El Paral.lel 8. CCCB - Centre de Cultura Contemporània de Barcelona


Barri Gòtic

la Ribera

2 1

8 7

9

10

3

6 4 13

5 11

12

el Born


14 Aprile 2014 Itinerario_4 Appuntemento ore 08.30 | La Boqueria (ingresso del mercato) 1. La Boqueria 2. Antic Hospital de la Santa Creu 3. Rambla de Raval /Pla Central 4. Plaça Reial 5. Plaça de George Orwell 6. Plaça de Sant Miquel 7. Plaça de Frederic Marés 8. Plaça de la Catedral 9. Catedral 10. Mercat Santa Caterina 11. Santa Maria del Mar 12. Plaça del Fossar de les Moreres 13. Mercat del Born


el Districte de la Innovaci贸 12 9

11 10 Residencia Melon Marina

3 2

1

Institute for Advanced Architecture of Catalonia

8 7 6 4

Rambla del Poblenou 5


14 Aprile 2014 Itinerario_5 Appuntemento ore 13.00 | Institute for Advanced Architecture of Catalonia 1. Institute for Advanced Architecture of Catalonia 2. Barcelona Televisió (BTV) 3. T–Systems 4. Fundació Vila-Casas 5. MEDIA-TIC 6. Radio Nacional de España (RNE) 7. Indra 8. Universitat Pompeu Fabra Campus de la Comunicación 9. Parc Barcelona Media 10. IL3 - Institut de Formació Contínua 11. Comisión del Mercado de las Telecomunicaciones (CMT) 12. Torre Agbar


Informazioni Generali

VOLI AEREI Trapani Birgi - Girona Spostamento per l’aeroporto di Trapani-Birgi con bus dedicato. Appuntamento all’ingresso principale del Campus Universitario | ore 05.00 Partenza da Trapani-Birgi ore 08.40 Arrivo all’aeroporto di Girona ore 10.35 Spostamento in albergo con bus dedicato. Girona - Trapani Birgi Spostamento per l’aeroporto di Girona con bus dedicato. Appuntamento nella hall dell’albergo | ore 08.00 Partenza da Girona ore 11.15 Arrivo all’aeroporto di Trapani-Birgi ore 12.55 Spostamento a Palermo con bus dedicato.

ALBERGO Residencia Melon Marina Carrer de Sancho de Ávila, 22 Sant Martí, 08018 Barcelona, Spagna +34 932178812


Informazioni Generali

TRASPORTI PUBBLICI A BARCELONA Metropolitana | orari 05.00 – 24.00 (fino alle 02.00 nel week-end) • Linee TMB: L1, L2, L3, L4, L5K • Linee FGC: L6, L7, L8 • Costo di un biglietto per singola corsa: 2.15 € • Un biglietto T10 permette di fare 10 viaggi in metropolitana, FGC, autobus, Tram e RENFE tutto nella Zona 1. Il biglietto T10 può essere utilizzato per più di un mezzo di trasporto e il tutto può essere considerato come una singola corsa, purché il viaggio sia inferiore a un’ora e 15 minuti. Costo: 10.30 €

Tram

Due reti del TRAM, il Trambaix e Trambesòs, hanno un totale combinato di 6 linee e 56 fermate. • La rete Trambaix include le linee T1, T2 e T3. • La rete Trambesòs include le linee T4, T5 e T6. • Costo di un biglietto per singola corsa: 2.15 € • Biglietto T10 (come sopra).

Autobus

Costo di un biglietto per singola corsa: 2.15 € TAXI Radio Taxi Barcelona (h 24) +34 93 303 3033


Note


Note


Note


Note


Note


Note


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PRIN 2013/2016 PROGETTI DI RICERCA DI INTERESSE NAZIONALE Area Scientifico-disciplinare 08: Ingegneria civile ed Architettura 100%

Unità di Ricerca Università IUAV di Venezia Università degli Studi di Trento Politecnico di Milano Politecnico di Torino Università degli Studi di Genova Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Università degli Studi di Napoli “Federico II” Università degli Studi di Palermo

Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara Università degli Studi di Camerino


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