01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 1
Capitolo 1
Introduzione alla sociologia Obiettivi di apprendimento ▮ Come può la sociologia aiutarvi a capire la società e il vostro posto all’interno di essa? ▮ Come possono cultura, struttura e potere, i tre concetti fondamentali della sociologia, aiutarvi a comprendere le diverse teorie sociologiche? ▮ Come può la sociologia aiutarvi a comprendere i rapidi mutamenti del mondo odierno?
Ogni volta che accendete un cellulare, fate o ricevete una telefonata, mandate un SMS oppure navigate su internet, collegandovi a un ripetitore, lasciate un’impronta elettronica che comunica alla compagnia telefonica dove siete, che ora è e con chi, oppure a cosa, vi state collegando. Gli scienziati sociali hanno esaminato questi dati per studiare i movimenti quotidiani di 50 000 individui per tre mesi (per motivi di privacy, i dati non contengono informazioni che permettano di risalire a persone specifiche). Il risultato? A quanto sembra siamo tutti creature abitudinarie, molto più prevedibili e meno spontanee di quanto ci piacerebbe pensare. I ricercatori hanno scoperto che – indipendentemente da età, sesso, lingua madre e luogo di residenza – sapendo dove una persona è stata, è possibile prevedere con una certa accuratezza dove si troverà in futuro, mediamente, per il 93% del tempo. Abitualmente dormiamo a casa, seguiamo una certa routine quando ci prepariamo a uscire per recarci a scuola o al lavoro, ci fermiamo sempre allo stesso bar lungo la strada e passiamo la giornata al lavoro oppure in classe. “Gli individui spontanei,” ha concluso uno dei ricercatori, “sono in massima parte assenti dalla popolazione” (Barabási, 2010).
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 2
2 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
Foursquare – una rete sociale che fornisce annunci pubblicitari mirati – è stata una delle prime aziende che ha sfruttato il potenziale commerciale di dati come questi per fare marketing diretto. Gli studi che portano a prevedere i movimenti delle persone, però, possono essere utilizzati anche a fini di pubblica utilità, come prevedere la diffusione di una malattia, progettare sistemi efficienti di trasporto pubblico e pianificare un utilizzo proficuo dell’energia. Nel rivelare ulteriormente “la regolarità insita nel comportamento umano” (Song et al., 2010: 1021), i risultati dello studio citato confermano un’ipotesi cruciale nel campo della sociologia: viviamo la nostra vita immersi in strutture sociali che, ne siamo coscienti o meno, plasmano le nostre attività quotidiane. ▮
La prevedibilità della nostra quotidianità è un semplice esempio atto a rammentarci che i modelli di comportamento caratterizzano ampiamente la vita umana. Le persone, interagendo fra loro, sviluppano delle routine che, nel loro complesso, creano e reggono la società. Andiamo a scuola, al lavoro o a fare shopping, usciamo per un appuntamento, alleviamo i figli, votiamo. Sono queste azioni prevedibili a mantenere le istituzioni sociali – famiglia, scuola, economia, governo – che, a loro volta, forgiano la nostra vita. Gli esseri umani, tuttavia, hanno anche la capacità di modificare il proprio comportamento e, pertanto, di cambiare la società. Gli interessi della sociologia, infatti, includono i modi in cui forgiamo il nostro mondo sociale e manteniamo un’apparenza di ordine nel mezzo di mutamenti costanti; come la cultura, la struttura e le relazioni di potere che caratterizzano il nostro mondo ci aiutino a modellare la nostra vita; come alcune persone spezzino una routine prevedibile e cambino il mondo. Questo capitolo è un’introduzione alla sociologia, al suo modo di guardare il mondo sociale e ai suoi primi sviluppi come disciplina. Prenderemo brevemente in esame alcune delle principali teorie sociologiche e i concetti chiave della disciplina, oltre ad alcuni dei più importanti interessi di ricerca della sociologia.
1.1
Cos’è la sociologia?
Sociologia. Studio sistematico dei rapporti fra individui e società. Prospettiva sociologica. Visione del mondo sociale dedicata a scoprire e comprendere i collegamenti fra gli individui e il più vasto contesto sociale nel quale vivono. C. Wright Mills la definiva immaginazione sociologica.
La sociologia è lo studio sistematico del rapporto fra individui e società. L’approccio sociologico può essere ritenuto una prospettiva, un modo di osservare il mondo. Assumere una prospettiva sociologica significa riconoscere e comprendere i collegamenti fra gli individui e i più vasti contesti sociali nei quali essi vivono. Potrete capire la vostra vita – comprese le forze che hanno plasmato la vostra routine quotidiana e le opzioni che avete per il futuro – solo prendendo in considerazione il più ampio contesto sociale nel quale vivete. La vostra identità (che include clas-
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 3
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 3
se, genere e nazionalità) e il vostro ambiente sociale (che include famiglia, quartiere, nazione, cultura e periodo storico) influenzano chi siete e chi potete essere. Il nucleo della prospettiva sociologica risiede proprio nella comprensione di questi collegamenti.
1.1.1
La prospettiva sociologica
Nel 1959, il sociologo americano C. Wright Mills fornì quella che, probabilmente, è la più nota descrizione della prospettiva sociologica, o meglio, come lui stesso la definì, dell’immaginazione sociologica. Secondo Mills “L’immaginazione sociologica ci consente di afferrare biografia e storia e il loro mutuo rapporto nell’ambito della società” (p. 16). In altre parole, la nostra condizione di individui (ciò che Mills chiama “biografia”) dipende in parte da forze più ampie all’interno della società (la “storia”). La società in cui vivete è prospera, pacifica e gode di libertà democratiche, oppure la sopravvivenza è una sfida, la violenza una minaccia costante e i diritti fondamentali delle persone sono soppressi? I vostri genitori sono commessi in un negozio, operai, insegnanti, ingegneri, militari, dirigenti d’azienda o disoccupati? Siete uomini, donne o transgender? Siete gay o eterosessuali? Vivete in una comunità rurale, in periferia o in una grande città? La vostra educazione è stata cristiana, ebraica, musulmana o atea? Anche se spesso amiamo considerarci responsabili della nostra vita, le caratteristiche e le circostanze sopra esposte influenzano chi siamo e le opzioni che abbiamo a disposizione. Come rileva Mills (1959), con il mutare delle condizioni sociali cambia anche la nostra vita personale: “In una società che si industrializza il contadino diventa operaio, il feudatario o scompare o si trasforma in uomo d’affari. A seconda che salga o scenda questa o quella classe sociale, c’è chi trova un impiego e chi lo perde; se il rendimento del suo investimento cresce, l’uomo si rallegra; se diminuisce, si scoraggia. Scoppia la guerra e l’assicuratore diviene un soldato, il magazziniere un manovratore di radar; la moglie rimane sola e il figlio cresce senza padre. Non si può comprendere la vita dei singoli se non si comprende quella della società, e viceversa.” (p. 13) È sufficiente considerare la crisi economica degli ultimi anni, le guerre in Iraq e in Afghanistan, i rapidi progressi tecnologici e gli sviluppi sociali che hanno accompagnato tali fattori per capire che le osservazioni di Mills hanno oggi la stessa rilevanza di mezzo secolo fa. Mills e altri sociologi, tuttavia, non ritengono che le persone siano semplicemente soggetti passivi. La prospettiva sociologica, anzi, rivela che esiste un’interazione fra le condizioni sociali che plasmano la nostra vita e le azioni che compiamo in quanto individui. Non abbiamo la possibilità di scegliere le condizioni in cui viviamo, le opportunità che abbiamo o le difficoltà che dobbiamo affrontare, ma possiamo decidere come rispondere a queste circostanze, sia come persone sia come collettività. Entrare nell’esercito, avere
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 4
4 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
figli, iscriversi all’università o trasferirsi in un’altra città sono alcune fra le molte decisioni che una persona può prendere e che hanno una forte influenza sul suo futuro. Lo stesso Mills era un accanito sostenitore dell’azione collettiva per rafforzare la democrazia e aiutare a cambiare le condizioni difficili, e spesso inique, che le persone devono affrontare nella società.
1.1.2
Sociologia e buon senso
Non è necessario essere un sociologo di professione per osservare il mondo da una prospettiva sociologica. A dire il vero, molte espressioni oggi in voga riflettono una sorta di saggezza popolare in prospettiva sociologica. Avrete probabilmente già sentito una delle versioni dell’espressione “Nella vita bisogna giocarsi bene le proprie carte”. La metafora del gioco a carte rende benissimo l’idea che, fin dall’inizio, le opzioni che abbiamo nella vita vengono determinate da condizioni sociali che non abbiamo potuto scegliere. Si tratta di fattori che possono notevolmente influenzare le opportunità che le persone hanno di godere di buona salute, accedere all’istruzione, agli agi materiali e a un benessere generale. D’altro canto, se non abbiamo la possibilità di “sceglierci le nostre carte”, possiamo comunque decidere come giocarle. Per esempio, senza dubbio avete scelto di iscrivervi all’università nella speranza che gli studi influenzino positivamente il vostro futuro, mentre altri, pur avendone la possibilità, hanno scelto di non farlo. Moltissimi, poi, questa occasione non l’hanno mai avuta e la vita ha servito loro “una mano diversa di carte”. L’idea che si debbano giocare le carte che la vita ci presenta è coerente con la prospettiva sociologica. Tuttavia, affidarsi alla saggezza popolare per comprendere il mondo può presentare dei problemi: essa, infatti, per quanto perspicace sotto alcuni aspetti, rischia di produrre una serie sconcertante di affermazioni discordi. La massima sopra citata sembrerebbe contraddire un altro detto popolare: “Ognuno è artefice del proprio destino”, un suggerimento secondo il quale le persone hanno il completo controllo della propria vita. O, forse, potreste essere d’accordo con il detto “La mela non cade lontano dall’albero”, inteso a indicare che il nostro carattere è in gran parte determinato dalle origini sociali. In mancanza di un sistema per verificarne l’accuratezza, tali affermazioni non ci forniscono quindi alcuna indicazione utile. Inoltre, una comprensione del mondo basata unicamente sulla nostra esperienza individuale potrebbe non esserci d’aiuto in circostanze poco familiari; ciò appare particolarmente vero in un mondo come l’attuale, in cui comunicazioni, media, immigrazione e viaggi internazionali stanno unendo come mai prima persone di origini diverse. Per operare in una società così complessa abbiamo bisogno di capire non solo il modo in cui noi percepiamo e concepiamo il mondo, ma anche come lo comprendono gli altri. Se vogliamo intendere in maniera più approfondita il nostro legame con la società al di là della nostra limitata esperienza, abbiamo bisogno di un me-
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 5
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
5
todo più sistematico per indagare i modelli di comportamento e i processi che strutturano la vita sociale. Insomma, ci serve una prospettiva sociologica.
1.1.3 La sociologia come disciplina I sociologi abbinano alla prospettiva sociologica una grande varietà di strategie di ricerca (che verranno discusse nel Capitolo 2), volte a studiare in maniera sistematica i modi in cui le nostre azioni plasmano le più ampie forze sociali e quelli in cui ne vengono a loro volta plasmate. Poiché la prospettiva sociologica può essere applicata a qualsiasi aspetto della vita delle persone e a qualsiasi problema sociale, la sociologia abbraccia una vastissima serie di argomenti, come vedremo nel corso di questo volume. La sociologia fa parte delle scienze sociali, un gruppo di discipline basate sulla ricerca empirica che raccolgono e valutano dati al fine di studiare la società umana. È questo aspetto a distinguere le scienze sociali dalle scienze naturali che, al contrario, si concentrano sugli aspetti fisici della natura. Le scienze sociali, oltre alla sociologia, comprendono la scienza politica, l’economia, la psicologia e l’antropologia culturale, discipline che si occupano di aspetti diversi della vita sociale. Prendiamo come esempio il crimine. Dal punto di vista della scienza politica si potrebbe studiare come i politici utilizzino il problema della criminalità in campagna elettorale, mentre gli economisti potrebbero esaminare l’impatto finanziario del crimine sulla società e gli psicologi le singole caratteristiche dei criminali, eventualmente suggerendo che alcuni tratti della personalità possano essere associati a determinate tipologie di comportamento criminale; gli antropologi potrebbero raffrontare e analizzare la definizione di crimine nelle diverse società, mentre i sociologi sottolineerebbero il rapporto reciproco fra gli individui e le più vaste forze sociali, nonché le interazioni fra le diverse istituzioni sociali, come governo, economia, media, scuole e famiglia. I sociologi analizzerebbero i motivi della variazione del tasso di criminalità nel corso del tempo e perché esso sia spesso associato a particolari tendenze della società come, per esempio, il cambiamento di età nella popolazione (tra i più giovani, infatti, il tasso di criminalità è più elevato che tra gli anziani). Potrebbero poi esaminare il ruolo dei media nella percezione del crimine e del sistema di giustizia penale, attraverso l’analisi dei notiziari e delle produzioni di prosa; infine, potrebbero analizzare l’efficacia degli sforzi compiuti dai governi per ridurre il crimine. Tutti questi argomenti illustrano bene l’ampiezza della ricerca sociologica. I sociologi hanno molti interessi e, nel suo complesso, questa disciplina presenta diverse aree di specializzazione: fra queste la sociologia della salute, la sociologia della famiglia, la sociologia della religione, la sociologia delle migrazioni, la sociologia del lavoro, la sociologia del genere, la sociologia dei media e la sociologia dei movimenti sociali. Di conseguenza, un corso di sociologia può fornire una base per studi più approfonditi in uno qualsiasi di questi campi.
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 6
6 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
1.2
Il contesto storico e sociale della sociologia
Immaginiamo un contesto in cui le scoperte scientifiche ci forniscano un numero sempre maggiore di informazioni sul mondo, i disordini politici inneschino rivendicazioni di cambiamenti sociali, mentre le crisi economiche e le nuove tecnologie trasformano la vita quotidiana. Si potrebbe pensare che si tratti di una descrizione del mondo di oggi, ma sollevazioni di questo genere hanno tormentato l’Europa del XIX secolo ed è proprio in questo spazio di mondo, e in questo periodo, che la sociologia ha visto la luce. Per meglio comprendere le origini della sociologia dobbiamo esaminarne il contesto storico e sociale.
1.2.1
L’ascesa della modernità
Nel ’700 la società europea entrò in un nuovo periodo storico, la modernità, caratterizzato dalla crescita della democrazia e della libertà personale, da una dipendenza sempre maggiore dalla ragione e dalle scienze per spiegare il mondo naturale e quello sociale, e da uno spostamento verso un’economia industriale urbana. In precedenza, nel corso del Medioevo (4001400 d.C. circa), la vita intellettuale era dominata da spiegazioni religiose del mondo naturale e di quello sociale, la vita politica dagli aristocratici proprietari terrieri e dall’élite clericale e l’economia poggiava su basi rurali e agricole (le romantiche immagini di re nei castelli e di cavalieri in battaglia nascono proprio in quest’epoca). Nei periodi transitori del Rinascimento e della Prima Era Moderna, più o meno fra il ’400 e il ’600, gli eruditi posero le basi della scienza moderna con opere pionieristiche in astronomia, anatomia e in altri campi dello scibile. Nuovi movimenti sociali e politici sfidarono le autorità tradizionali, e i progressi tecnologici migliorarono la produzione agricola. L’ascesa della modernità nel XVIII e nel XIX secolo si contraddistinse per alcuni cambiamenti rivoluzionari in ambito culturale, politico, economico e sociale (Tab. 1.1). Il passaggio dall’economia rurale e agricola all’economia industriale urbana trasformò l’ordine sociale europeo; nello stesso tempo, la nuova enfasi posta su ragione e scienza pose le condizioni necessarie alla nascita della sociologia. I primi sociologi cercarono di comprendere i notevoli cambiamenti cui stavano assistendo e di suggerire soluzioni per affrontare i problemi sociali che ne derivarono.
Modernità. Fase storica che ha inizio nel ’700, caratterizzata dalla crescita della democrazia e della libertà personale, da un’accresciuta fiducia nella ragione e nella scienza per spiegare il mondo naturale e quello sociale, nonché da uno spostamento verso un’economia industriale urbana.
1.2.2
Rivoluzione culturale: la scienza e l’Illuminismo
Nel corso del Medioevo, la Chiesa e il clero dominavano la vita intellettuale europea controllando il limitato numero di libri dell’epoca, le biblioteche e
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 7
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 7
Tabella 1.1 Sociologia e rivoluzione: la sociologia è nata in un contesto di cambiamenti rivoluzionari Rivoluzione culturale
Rivoluzione politica
Rivoluzione economica e sociale
Ascesa del pensiero scientifico Declino dell’influenza della religione Età dell’Illuminismo
Rivoluzione Americana e Rivoluzione Francese Moti del 1848
Industrializzazione
Ascesa della democrazia e dei diritti individuali
Capitalismo
Società dei consumi
Urbanizzazione
le scuole. Poiché la dottrina religiosa costituiva la base di un pensiero sociale accettabile, gli eretici, contrari alla dottrina della Chiesa, venivano spesso perseguitati, e persino uccisi, per aver messo in discussione l’ordine costituito. Un clima intellettuale di questo genere era il meno adeguato per le indagini della scienza, che si avvale della logica e Scienza. Metodo di della raccolta sistematica di prove per supportare le indagine che utilizza la logica e la proprie affermazioni. raccolta sistematica di prove per supportare affermazioni di A poco a poco, il dominio della Chiesa declinò, conoscenza. mentre la ricerca scientifica rivelava i limiti delle spiegazioni del mondo naturale fornite dalla religione. Per esempio, la prova che la Terra ruota intorno al Sole contraddiceva la dottrina della Chiesa che voleva la Terra al centro dell’universo. Scrittori e filosofi si impossessarono di questi progressi nelle scienze naturali per promuovere l’Illuminismo, un movimento intellettuale del XVIII secolo che univa alla fede nella libertà individuale e al rispetto per i diritti dei singoli la logica delle scienze naturali. Questi filosofi illuministi, che furono fra i primi intellettuali indipendenti dalla Chiesa, affermavano infatti che non si dovevano accettare per fede né il mondo fisico né il mondo sociale; entrambi, anzi, andavano esaminati alla luce della ragione. Qualsiasi affermazione di conoscenza doveva essere soggetta a verifiche compiute raccogliendo prove concrete, e le spiegazioni dovevano basarsi su cause ed eventi naturali. Il filosofo tedesco Immanuel Kant riassunse questo rivoluzionario modo di pensare nel motto Sapere aude, “abbi il coraggio di conoscere” (1784/2014).
1.2.3
Rivoluzione politica: l’ascesa della democrazia
I filosofi illuministi ritenevano che l’apertura del dibattito delle idee avrebbe promosso la tolleranza, i diritti individuali, l’uguaglianza e la democrazia. Essi suggerirono, inoltre, che applicando ragione e scienza ai problemi di rilevanza sociale si sarebbero favoriti il progresso dei diritti individuali e la libertà. Le idee illuministe furono il supporto intellettuale sia della Rivoluzione Americana (1775-1783) sia della Rivoluzione Francese (1789-1799),
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 8
8 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
ma anche di una serie di sollevazioni che divamparono in Europa nel 1848, sfidando i governi tradizionali e promuovendo gli ideali democratici. Tali rivoluzioni stimolarono un grande interesse per l’ottenimento di una società più equa e per il miglioramento delle condizioni di vita, ma attirarono la condanna dei conservatori, che le consideravano una minaccia alla stabilità, ai valori tradizionali e all’ordine. Pertanto, i primi problemi affrontati dai sociologi includevano le controversie sulla natura dell’ordine sociale e sui cambiamenti sociali.
1.2.4 Rivoluzione economica e sociale: capitalismo industriale e urbanizzazione La locuzione “Rivoluzione industriale” si riferisce a una serie di importanti sviluppi che trasformarono le società rurali e agricole in società urbane industriali. Questo processo ebbe inizio in Gran Bretagna nel XIX secolo, diffondendosi poi in tutta Europa e negli Stati Uniti. L’applicazione pratica del progresso scientifico, come per esempio la creazione della macchina a vapore, segnò l’inizio Industrializzazione. dell’industrializzazione, l’utilizzo di grandi macUtilizzo di grandi macchinari per chinari per la produzione in serie di beni di consumo. la produzione in massa di beni di L’industrializzazione richiese importanti investimenconsumo. ti in fabbriche e stabilimenti dotati di macchinari complessi, come il telaio meccanizzato, nonché l’impiego di cospicue somme di denaro che spesso andavano molto al di là delle possibilità di un singolo individuo. L’industrializzazione, quindi, andò di pari passo con l’ascesa dei capitalisti, attori economici che miravano al profitto attraverso investimenti e acquisizioni di aziende. La produzione in serie si basava su un nuovo tipo di rapporto fra lavoratori e proprietari: i lavoratori vendevano la propria manodopera in cambio di un salario e utilizzavano poi i guadagni per acquistare cibo, abiti e un luogo in cui vivere, a differenza dei contadini, che producevano in proprio gran parte dei beni materiali e coltivavano la terra per soddisfare le necessità primarie. Ne derivò quindi la Consumismo. Sistema di nascita del lavoro salariato e del consumismo, un vita che dipende dall'acquisto e sistema di vita che dipende dall’acquisto e dall’utidall'utilizzo di beni e servizi messi lizzo di beni e servizi messi in commercio. Tali sviin commercio. luppi alimentarono la rapida espansione del capitalismo, un sistema economico nel quale i macchinari Capitalismo. Sistema economico in cui i macchinari per utilizzati per la produzione sono di proprietà privata, la produzione sono di proprietà i lavoratori ricevono un salario e i commercianti meprivata, i lavoratori ricevono un diano lo scambio di beni e servizi. salario e i commercianti mediano Tali cambiamenti economici apportarono imporlo scambio di beni e servizi. tanti mutamenti nella vita sociale: nell’economia agraria, i contadini vivevano e lavoravano nelle zone rurali, mentre con l’economia industriale i lavoratori si concentrarono nelle zone urbane maggiormente industrializzate. Le produzioni in serie avvenivano in fabbriche e stabilimenti
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 9
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 9
che, spesso, sorgevano lungo le rive di un fiume per imbrigliare la forza dell’acqua. Con l’affermarsi della Rivoluzione Industriale, molte persone abbandonarono le case nelle campagne e si trasferirono nelle città in cerca di un lavoro, sperando che ciò avrebbe portato loro una vita migliore. Questi movimenti migratori contribuirono all’urbanizzazione Urbanizzazione. Crescita ovvero la crescita delle città: prima dell’ ’800 oltre il delle città. 90% della popolazione europea viveva in zone rurali; negli anni ’90 del XIX secolo oltre la metà viveva nelle città. La vita urbana cambiò notevolmente il modo di vivere delle persone. Nell’economia agricola del Medioevo i contadini lavoravano nei campi e vivevano in piccoli villaggi rurali fra persone che più o meno erano della loro stessa condizione. I bambini si aspettavano di crescere e vivere nello stesso villaggio in cui erano nati e di fare lo stesso lavoro dei genitori e dei nonni. L’economia industriale, invece, richiedeva che i salariati lavorassero alle macchine in fabbriche ubicate nelle città in rapida espansione, caratterizzate da una notevole diversità e da rapidi cambiamenti che, in alcuni casi, contribuirono a crescenti problemi sociali. Ai suoi albori, il capitalismo era estremamente produttivo, ma creò anche grandi disuguaglianze: pochi imprenditori accumularono enormi profitti, in gran parte derivanti dallo sfruttamento di molti operai sottopagati. Nelle città in rapida espansione si propagarono malattie a causa delle pessime condizioni igieniche, le abitazioni erano sovraffollate e insicure, i trasporti inadeguati e il crimine sempre più diffuso. Molti intellettuali dell’epoca, preoccupati per l’eccessiva disuguaglianza e i crescenti problemi sociali, chiesero cambiamenti e infiammarono nuovi movimenti rivoluzionari. La crescente modernità produsse mutamenti rapidi e immediatamente visibili, che dimostrarono come i tradizionali modi di vivere non fossero inevitabili; il destino degli individui era legato a più vasti cambiamenti sociali, che erano al di là del loro controllo, ma ci si accorse che l’operato dell’uomo poteva trasformare il mondo con nuove idee, riforme politiche e innovazioni tecniche. Dovendo affrontare la sfida di comprendere queste drastiche trasformazioni, i filosofi sociali cominciarono ad applicare la ragione e i metodi scientifici allo studio sistematico della vita sociale e a suggerire come migliorarla. Le idee che ne derivarono posero le basi della sociologia.
1.3
Fondamenti del pensiero sociologico
La sociologia moderna affonda le radici nelle idee sviluppate dai primi sociologi oltre un secolo fa. Alcuni di questi studiosi, tuttora molto letti e studiati, si posero domande di grande rilevanza (Calhoun, 2007; Ritzer, 2007); le loro opere su un mondo in rapido cambiamento, come quello del tardo XVIII e del primo XIX secolo, contribuiscono ancora oggi alla comprensione del mondo sociale.
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 10
10 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
1.3.1 Definire l’ambito della sociologia: Comte e Spencer Auguste Comte (1798-1857) e Herbert Spencer (1820-1903) contribuirono a diffondere l’idea che il mondo sociale potesse essere oggetto di indagini sistematiche e scientifiche. Auguste Comte: stabilità e cambiamento Auguste Comte, intellettuale francese dai molteplici interessi, coniò all’inizio del XIX secolo il termine “sociologia”. Comte cercò di fondare le basi della sociologia intesa come rigorosa scienza della società, cioè modellata sulle scienze naturali e volta a individuare le leggi che governano il comportamento umano. Il fulcro del nuovo campo di studi di Comte furono due domande fondamentali sulla vita sociale: “Come e perché le società cambiano?” (dinamica sociale) e “Su cosa si fonda la stabilità sociale in un determinato momento storico?” (statica sociale). Il suo interesse era rivolto a come la società si fosse sviluppata dai primi, sparuti gruppi di cacciatori-raccoglitori fino alla società europea del XIX secolo nella quale lui stesso viveva. Secondo la sua teoria, nel corso della storia le società avevano progredito in linea retta passando attraverso diversi stadi: quello teologico, retto dalla religione, quello metafisico, retto dalla filosofia, e quello positivista, retto dalla scienza. Per Comte il positivismo, la Positivismo. Orientamento convinzione che una conoscenza esatta debba basarsi filosofico del XIX secolo, secondo il sul metodo scientifico, permetteva di comprendere in quale una conoscenza accurata può basarsi solo sul metodo modo più profondo la vita umana ed era la chiave per scientifico. risolvere i persistenti problemi sociali. Nonostante gli sforzi di Comte di costruire una scienza della società, poche delle sue idee hanno retto alla prova del tempo, ma il nucleo dei suoi studi – la natura della stabilità e del cambiamento sociale – continua a costituire uno dei maggiori interessi della sociologia. Herbert Spencer: la società come organismo sociale L’intellettuale inglese Herbert Spencer fu tra i primi ad adottare il termine “sociologia” proposto da Comte. Seguendo l’esempio delle scienze biologiche, Spencer affermò che la società è un “organismo sociale” simile all’organismo umano; egli teorizzò che, analogamente al suo equivalente biologico, la società è costituita da parti separate, ognuna avente una propria funzione unica, che operano insieme per mantenere in vita l’organismo nel suo complesso. La teoria di Spencer, dunque, metteva in risalto la struttura globale della società, le funzioni dei diversi elementi che la compongono e le loro interazioni. Spencer, inoltre, teorizzò che con l’evolversi della società cambiano anche le parti che la compongono – così come le funzioni che esse adempiono. Spencer riteneva che l’evoluzione “spontanea” della società realizzasse sempre un più alto grado di progresso; per questa ragione, egli pensava che il governo dovesse limitare il più possibile i propri interventi, specie in campo economico. A fronte della crescente disuguaglianza creata da un capitalismo industriale privo di regolamentazione, Spencer credeva nella “sopravvivenza del più forte” (una frase coniata da Spencer prima della pubbli-
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 11
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
11
cazione dell’opera di Charles Darwin) piuttosto che nell’intervento diretto tramite riforme. Oggi la teoria di Spencer della sopravvivenza del più forte nella società umana è nota come darwinismo sociale. In seguito Spencer ritrattò alcune delle sue idee più estreme, ma in anni recenti coloro che vorrebbero ridurre l’intervento dei governi nelle questioni sociali ed economiche (neoliberismo) hanno ripreso alcune delle sue idee originarie.
1.3.2
I padri fondatori: Marx, Durkheim e Weber
Spencer e Comte aiutarono a definire il campo della sociologia ai suoi albori, ma gli studiosi che sono quasi unanimemente considerati i fondatori della sociologia, e che fissarono il programma della teoria sociologica per il secolo successivo, furono Karl Marx, Émile Durkheim e Max Weber (Tab. 1.2). Karl Marx: gli effetti del capitalismo Karl Marx (1818-1883), tedesco di nascita, fu scrittore e attivista politico, e trascorse gran parte della vita cercando di sfuggire alla repressione politica. A causa dei suoi scritti, Marx venne espulso dalla Francia (per ben due volte!) e dal Belgio. In Germania venne arrestato, processato, assolto ed espulso. Alla fine, nel 1849, si trasferì a Londra, dove trascorse il resto della sua vita in esilio. Visse in povertà durante la stesura delle sue opere maggiori, tra cui Il capitale, la sua principale opera di analisi della storia e delle dinamiche del capitalismo. Marx riconobbe l’estrema produttività del capitalismo industriale e lo ritenne in grado di eliminare per sempre fame e povertà. Il capitalismo industriale, però, veniva utilizzato per ammassare enormi fortune nelle mani di pochi, lasciando gli operai a lavorare in condizioni pericolose e, spesso, in povertà. Per gran parte della sua opera Marx cercò di spiegare come e perché tanto benessere e produttività potessero coesistere con una povertà e una miseria tanto diffuse. A parere di Marx, la risposta andava cercata nel rapporto fra i capitalisti, ovvero i proprietari dei mezzi di produzione, e gli operai, o proletariato, che Tabella 1.2
I padri fondatori della sociologia
Biografia
Problemi trattati e opere principali
Karl Marx
Émile Durkheim
Max Weber
1818-1883 Tedesco Scrittore e attivista Natura del capitalismo
1858-1917 Francese Accademico Natura dell’integrazione sociale Valori condivisi e morale Il suicidio
1864-1920 Tedesco Accademico Declino della tradizione
Conflitto e disuguaglianza Il capitale
Razionalizzazione della società L’etica protestante e lo spirito del capitalismo
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 12
12 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
lavoravano per guadagnare un salario. Le dinamiche del capitalismo, secondo Marx, incoraggiavano gli imprenditori a pagare salari i più bassi possibile, in quanto i minori costi del lavoro comportavano profitti più elevati. Tale dinamica spiegava la creazione simultanea di enormi fortune e di devastante povertà. I capitalisti accumulavano molto denaro proprio perché erano in grado di sfruttare gli operai che lavoravano nelle fabbriche. Tutta questa ricchezza dava ai proprietari un grande potere, che essi utilizzavano per controllare governi e istituzioni culturali (Marx, 1867/1952). Secondo Marx, il conflitto fra imprenditori e lavoratori era una caratteristica inevitabile del capitalismo; esso, quindi, – così come le precedenti forme economiche basate sulla disuguaglianza – portava in sé i semi della propria distruzione. Marx teorizzò che, alla fine, lo sfruttamento dei lavoratori sarebbe giunto a estremi tali da portare i salariati a insorgere, rovesciando il sistema capitalista. Essi avrebbero quindi adottato in Socialismo. Sistema sua vece il socialismo, un sistema nel quale la proeconomico in cui la proprietà dei prietà dei più importanti mezzi produttivi – come più importanti mezzi di produzione fabbriche, servizi pubblici e ferrovie – sarebbe stata è pubblica e il governo dirige le in mani pubbliche, e non private, e il governo avrebforze produttive industriali per il be diretto le forze produttive industriali per il bene bene comune. comune. Scopo del socialismo sarebbe stata una società priva delle disuguaglianze estreme che caratterizzavano il capitalismo. L’analisi di Marx del capitalismo industriale ebbe, tra gli altri meriti, quello di individuare per la prima volta i legami tra fra ricchezza e povertà. Egli mostrò in modo accurato che la ricerca di lavoro a basso costo avrebbe portato all’espansione del capitalismo in tutto il mondo e previde correttamente l’espansione del Movimento Operaio che richiedeva la fine di un capitalismo privo di regole. Tuttavia, Marx non colse né la capacità del capitalismo di adeguarsi alle diverse richieste di riforma sociale, né l’importanza del ruolo dei mercati come stimolo per l’innovazione e l’efficienza. I movimenti rivoluzionari che Marx sostenne nei Paesi industrializzati, come Gran Bretagna, Francia e Germania, finirono per contribuire alla riforma del capitalismo senza rovesciarlo. Allo stesso tempo, le rivoluzioni socialiste scoppiarono invece in Paesi, soprattutto Russia e Cina, caratterizzati da società essenzialmente contadine che non avevano la capacità di produrre beni materiali in grandi quantità. Anche se gli Stati brutalmente totalitari nati da queste rivoluzioni invocarono il nome di Marx nell’ideologia ufficiale, essi non avevano nulla a che spartire con la visione umanistica ed ugualitaria da lui propugnata. Olre all’analisi specifica del capitalismo, l’opera di Marx sottolineò l’importanza del potere – in questo caso del potere economico e del suo ruolo nella produzione e riproduzione di tutte le altre disuguaglianze sociali. Infatti, Marx affermava che il potere economico poteva essere utilizzato per influenzare altri aspetti della vita sociale, compresi i governi e le istituzioni culturali come le scuole e i mezzi di informazione. L’opera di Marx, inoltre, mise in luce l’interazione fra struttura e azione, un concetto basilare della prospettiva sociologica. “Gli uomini fanno la propria storia,” scrisse, “ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stessi, bensì nelle
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 13
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 13
circostanze che trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalle tradizioni.” (Marx, 1852/2006). I problemi presi in esame da Marx sono importanti ancora oggi. Le domande sulla natura e la direzione dell’economia sono fra le più significative tra quelle di cui si occupano i sociologi. Per esempio: la globalizzazione come ha cambiato la nostra economia? In che modo la recentissima crisi economica è legata alle dinamiche del capitalismo? Come è cambiata nel tempo la natura del lavoro? Come sono state influenzate le vite degli operai dal movimento dei lavoratori e dall’ascesa, in parte conseguente, dello Stato sociale (Welfare State, si veda il Capitolo 6)? Émile Durkheim: solidarietà sociale Anche Émile Durkheim (18581917), vissuto una generazione dopo Marx, si preoccupò di comprendere i cambiamenti sociali del mondo moderno, ma la vita di Durkheim non avrebbe potuto essere più diversa da quella di Marx. Discendente di un’antica stirpe di dotti rabbini francesi, studiò per diventare rabbino a sua volta ma, durante l’adolescenza, rifiutò la religione e divenne agnostico, ritenendo che non fosse possibile accertare l’esistenza di Dio. Per tutta la vita, però, mantenne un vivo interesse sia per il ruolo della religione nella vita sociale sia per lo studio scientifico della moralità. Probabilmente Durkheim è la persona cui spetta il maggior merito dell’introduzione della sociologia come disciplina accademica: egli occupò la prima cattedra di sociologia; scrisse un libro, Le regole del metodo sociologico (Durkheim, 1895/2008), volto a stabilire un metodo sistematico di analisi e interpretazione della realtà sociale (per maggiori approfondimenti, si veda il Capitolo 2); fondò un prestigioso periodico accademico – L’Année Sociologique – dedicato a questa nuova disciplina. Come molti suoi contemporanei, specie di fronte alle travagliate vicende della Terza Repubblica francese, Durkheim si preoccupò in modo particolare del problema della solidarietà sociale (poi definita Solidarietà (o dalla successiva generazione di sociologi integraziointegrazione) sociale. Insieme dei ne sociale), ovvero dei legami collettivi che uniscolegami collettivi che uniscono le no le persone. Alla base della sua teoria vi era il popersone. stulato secondo il quale la società è retta da valori culturali condivisi. Come vedremo nel Capitolo 3, le norme sociali, o aspettative collettive sul comportamento individuale, associate ai valori e alla morale di una società, vengono sostenute in modo informale dai costumi e dalla tradizione, per poi essere espresse in maniera più sistematica dalle leggi. Quando gli individui li hanno appresi e interiorizzati, i valori e la morale condivisi divengono il fondamento della solidarietà sociale. Durkheim osservò che le società agricole tradizionali erano spesso comunità molto unite: condividevano i legami sociali da una generazione all’altra perché le persone avevano lo stesso tipo di lavoro, una religione comune e seguivano usi e costumi simili. Queste esperienze analoghe davano adito a una solidarietà meccanica, una coesione sociale basata sull’esperienza condivisa e sull’identità comune. Tuttavia, con la crescita delle società eu-
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 14
14 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
ropee, ormai urbanizzate e industrializzate, le persone erano divenute sempre più diverse le une dalle altre. L’economia più complessa richiedeva una crescente divisione del lavoro, per cui le persone si Divisione del lavoro. specializzavano in compiti differenti, ciascuno dei Sistema in cui le persone si quali richiedeva abilità diverse. Lo sviluppo delle citspecializzano in compiti diversi, ciascuno dei quali richiede abilità tà comportava la coesistenza di gruppi disparati, spesspecifiche. so di religione e tradizioni culturali non omogenee. Come era possibile mantenere la solidarietà sociale alla luce della crescente complessità e diversità? La risposta di Durkheim fu la solidarietà organica, una nuova forma di coesione sociale tipica delle società industriali dell’Era Moderna, basata sull’interdipendenza. Seguendo l’“organicismo sociale” di Spencer, Durkheim affermò che il collante sociale che tiene unite le società moderne rispecchia il modo in cui gli organismi viventi dipendono da componenti molteplici e specializzate che operano all’unisono. La coesione sociale è possibile perché dipendiamo gli uni dagli altri: per poter continuare a funzionare, la moderna società urbana e industrializzata necessita di una crescente divisione del lavoro. Essa, infatti, richiede medici, operai edili, commessi, funzionari di polizia, operai, custodi e migliaia di altri specialisti. La teoria di Durkheim aiutò a spiegare come mai la rapida crescita e la differenziazione sociale nelle società europee non portarono al collasso della solidarietà sociale ma, al contrario, produssero una nuova forma di coesione in grado di assicurare un nuovo equilibrio tra individualismo e dedizione al gruppo. L’opera di Durkheim mise in luce l’interazione fra struttura sociale e valori culturali, in particolare nel loro rapporto con la solidarietà sociale. Gran parte delle opere sociologiche di Durkheim è costruita intorno a questo interesse fondamentale per la solidarietà sociale. Addirittura, ne Il suicidio, uno dei suoi libri più influenti e uno dei primi a mostrare il potenziale della prospettiva sociologica abbinata alla ricerca sistematica, Durkheim affermò che il tasso di suicidi poteva essere spiegato dalla forza dei legami sociali che le persone creano con i propri gruppi di riferimento (Durkheim, 1897/2008). Durkheim, inoltre, affermò che crimine e punizione sono concetti che riguardano essenzialmente la solidarietà. Per DurCoscienza collettiva. kheim i crimini sono atti che offendono la coscienza Insieme dei valori condivisi di una collettiva, ovvero i valori condivisi di una società. società. La punizione è un mezzo per rafforzare la solidarietà sociale di fronte ad azioni palesemente antisociali. In mancanza della costrizione morale della coscienza collettiva, affermava Durkheim, le persone – e tutta la società – sprofonderebbero nello stato caotico Anomia. Assenza di norme dell’anomia, o assenza di norme, e quindi di una sociali e conseguente indebolimento guida morale. degli standard morali. Oggi, a più di un secolo di distanza, ancora ferve il dibattito sull’esatto ruolo dei valori e della religione nella vita pubblica e privata. Come potrebbero le idee di Durkheim aiutare a spiegare il ritorno di alcune forme tradizionali di religiosità? La crescente diversità culturale presente nelle nostre società può essere considerata un
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 15
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
15
punto di forza anziché di divisione? Come è possibile che le persone mantengano sani legami sociali in un mondo in cui esse si spostano in continuazione da un luogo a un altro? Come è possibile conciliare l’identità individuale con quella sociale? Mentre i sociologi del XXI secolo indagano su queste questioni, le teorie di Durkheim continuano ad avere una grande importanza. Max Weber: l’etica protestante e la razionalizzazione del mondo moderno Come Durkheim, anche lo studioso tedesco Max Weber (18641920) cercò di dare un significato al passaggio dalla società tradizionale a quella moderna. Figlio di un burocrate governativo di alto livello, Weber occupò posizioni di rilievo in campo universitario fin da giovane, si occupò di diversi progetti di ricerca e divenne consulente di varie agenzie governative. Intorno ai 35 anni, Weber ebbe un crollo nervoso che lo rese inabile per quasi sette anni; quando fu in grado di tornare a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura pubblicò il suo libro più famoso, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (Weber, 1905/1991). Ne L’etica protestante, Weber affermava che la cultura – in particolare quella calvinista – aveva aiutato a promuovere il primo sviluppo del capitalismo nell’Europa settentrionale. Per tradizione, infatti, la Chiesa cattolica aveva incoraggiato il rifiuto delle questioni secolari e della ricchezza, promettendo la vita eterna a chi le era fedele e partecipava ai riti ecclesiastici come il battesimo e la comunione. Dopo la riforma protestante, tuttavia, alcuni movimenti – come quello calvinista – rifiutarono tale approccio alla salvezza, affermando che il destino delle persone nell’aldilà era predeterminato ancor prima della nascita, e pertanto non poteva essere modificato dalle loro azioni sulla Terra. Come era possibile sapere se si sarebbe andati in paradiso o all’inferno? Alcuni credenti ritenevano che le ricchezze accumulate grazie a un lavoro rigoroso fossero un segno del favore divino e indicassero una probabile salvezza. Questo convincimento culturale incoraggiò il duro lavoro, gli investimenti e l’accumulazione di ricchezze, requisiti essenziali per il successo del capitalismo. Marx si era concentrato sul ruolo dell’economia e su come essa influenzi altri aspetti sociali – inclusa la cultura; con L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, Weber mostra che anche le tendenze culturali possono influenzare lo sviluppo economico. Come ben illustra L’etica protestante, Weber cercava di intendere l’azione sociale osservandola dal punto di vista dell’attore, un approccio noto in Germania come verstehen, ovvero “comprendente”: capire come mai una persona si comporta in un certo modo aiuta a decifrare il contesto culturale nel quale si svolge la sua azione. Come vedremo, questo approccio gettò le basi di parte della successive teorie e metodologie sociologiche (si veda il Capitolo 2), che si concentrarono proprio sul modo in cui le persone danno un senso al mondo sociale. Weber contribuì alla teoria sociologica anche attraverso le sue tesi sul passaggio dalla centralità dell’azione sociale tradizionale a quella razionale rispetto allo scopo (tratteremo più diffusamente questi concetti nel Capitolo 4). Una delle sue affermazioni teoriche fondamentali fu che nelle società premoderne era la tradizione – credenze e costumi ai quali viene spesso attribuito
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 16
16 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
Approfondimento sociologico Spiegare le basi sociali del suicidio Perché le persone si tolgono la vita intenzionalmente? A una prima occhiata, il suicidio sembrerebbe essere l’esempio estremo di un atto individualistico e privato, che andrebbe spiegato da uno psicologo più che da un sociologo. Émile Durkheim, tuttavia, aprì una nuova strada, rendendo il suicidio oggetto del primo studio sociologico a utilizzare analisi di dati su vasta scala. Dopo aver esaminato gli archivi ufficiali del governo sui casi di suicidio, Durkheim teorizzò che alcuni gruppi di popolazione possono essere più o meno inclini a suicidarsi a causa del loro rapporto con la società. Questa fu un’importantissima intuizione sociologica. Lo studio di Durkheim, Il suicidio, dimostrò che, assumendo una prospettiva sociologica, è possibile spiegare i modi in cui gli individui siano influenzati dalla qualità dei propri rapporti con gruppi sociali più ampi, anche al punto di togliersi la vita. Per esempio, la sua ricerca rivelò che il tasso di suicidi era più elevato tra gli adulti non sposati che tra quelli sposati, e tra i protestanti piuttosto che tra i cattolici e gli ebrei. Durkheim spiegò tali differenze fra i vari gruppi attraverso l’analisi della solidarietà sociale, ovvero sia della forza dei legami sociali che permettono alle persone di sentirsi parte di un gruppo, sia di quella delle norme sociali che controllano il comportamento delle persone. L’eccesso o la carenza di uno di questi fattori comporterebbe un aumento delle probabilità di suicidio. In tal modo Durkheim ne identificò quattro tipi: egoistico, anomico, altruistico e fatalista (Tab. 1.3). I suicidi egoistici derivano da un modello d’integrazione fondato sull'individualismo, che fa sentire le persone isolate e distaccate dalla società. Per esempio, è probabile che le coppie sposate abbiano un forte rapporto reciproco, mentre è più facile che divorziati, vedovi e single non abbiano legami sociali saldi; i tassi di suicidio di questi ultimi gruppi sono quindi più elevati. I Protestanti non praticano intensi rituali comuni come i Cattolici e gli Ebrei, il che aiuta a spiegare il tasso più elevato di suicidi nel loro gruppo. All’altro estremo, i suicidi altruistici derivano da un eccesso di integrazione sociale, che porta le persone a sacrificare se stesse per il bene della collettività. Per esempio, durante la Seconda Guerra Mondiale i giapponesi utilizzavano piloti kamikaze, i quali si offrivano volontari per compiere missioni suicide a vantaggio del proprio Paese. Anche l’assenza di norme e limiti sociali è associata a un più elevato tasso di suicidi. Il suicidio anomico deriva spesso da un improvviso e importante cambiamento sociale, che priva l’individuo di chiare indicazioni su come adattarsi a esso. Tali cambiamenti possono essere negativi, come la morte di un coniuge o la perdita del posto di lavoro. Ironicamente, però, possono anche essere positivi, come quando una persona di spettacolo sperimenta un “successo immediato”, potendo all’imTabella 1.3 Suicidio e solidarietà sociale
Integrazione Norme sociali
Carente
In eccesso
Egoistico Anomico
Altruistico Fatalista
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 17
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 17
provviso accedere a un’infinità di denaro e di attenzioni. Il comportamento autodistruttivo e i suicidi di molte celebrità rientrano in questa categoria. All’opposto, un eccesso di norme sociali può portare a un suicidio fatalista, come nel caso degli schiavi, dei prigionieri o degli invalidi, che non hanno speranza e non vedono il modo di sfuggire alle condizioni disperate della loro vita. Per riflettere 1. Utilizzando le intuizioni di Durkheim sul suicidio, considerate quale dei quattro tipi di suicidio sembra meglio applicarsi ai terroristi che si suicidano per una causa. Spiegate il vostro pensiero. 2. Basandovi sull’analisi di Durkheim, quali passi positivi potrebbero essere compiuti per aiutare a ridurre il rischio di suicidio in un particolare individuo?
un significato emotivo e che si tramandano di generazione in generazione – ad avere un’influenza primaria sulle azioni delle persone. Nelle nuove società capitalistiche industrializzate, però, era molto più probabile che tali azioni fossero influenzate principalmente dalla razionalità strumentale – l’uso della ragione e del calcolo logico per raggiungere un obiettivo nel modo più efficiente possibile. Weber affermò che la razionalizzazione della Razionalizzazione della società. Processo storico a lungo società – il processo storico a lungo termine grazie termine, attraverso il quale la al quale la razionalità ha sostituito la tradizione come razionalità ha sostituito la base dell’organizzazione della vita economica e sotradizione come base organizzativa ciale – era il motore del cambiamento sociale della della vita economica e sociale. sua epoca. L’influenza della razionalizzazione andava al di là delle azioni umane, arrivando a comprendere le più vaste istituzioni sociali. Per esempio, Weber affermò che mentre nelle società pre-moderne i governanti rivendicavano l’autorità basandosi solamente sul principio dinastico, ora l’autorità dei funzionari governativi poggia sempre più su fondamenta razionali e legali, come le elezioni (rappresentanza) oppure una preparazione specifica e certificata (competenza). Inoltre, Weber affermò che il principio di razionalità era responsabile della burocratizzazione delle grandi organizzazioni – agenzie governative, partiti politici, aziende industriali – che gestiscono la vita politica e sociale. Weber riteneva che la razionalizzazione potesse essere utile per la società, in quanto incideva sulla stabilizzazione delle procedure, sulla formazione dei funzionari e sull’efficienza. Tuttavia, sempre secondo il sociologo tedesco, nel momento in cui la razionalizzazione avesse permeato tutti gli aspetti della vita, avrebbe creato società fredde e impersonali. Egli, infatti, riteneva che la burocrazia perpetuasse se stessa, arrivando a diventare il tipo dominante di organizzazione sociale, capace di plasmare l’azione umana e di imprigionarci così in una vera e propria “gabbia di acciaio”, fatta di regole e procedure. In definitiva, Weber temeva che nella società moderna gli esseri umani potessero impegnarsi in azioni significative soltanto all’interno delle grandi
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 18
18 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
organizzazioni, dove venivano loro assegnati compiti ristretti e ben definiti, sacrificando gli obiettivi personali a quelli impersonali dell’insieme. Pur concordando con la critica di Marx al capitalismo industriale, la teoria della razionalizzazione di Weber lo portò a prevedere che le società post-capitaliste non avrebbero generato quel tipo di futuro ugualitario predetto da Marx, ma al contrario sarebbero state ancor più razionalizzate e burocratizzate. Weber fu così il più profetico dei tre grandi padri fondatori della sociologia. Non condivise il puro ottimismo per la scienza e il pensiero razionale che era emerso dall’Illuminismo, ma vide anzi i primi indizi di quel lato oscuro della razionalità che continua a preoccupare il pensiero sociologico contemporaneo. L’analisi di Weber può essere applicata a un gran numero di problemi sociali odierni: la razionalizzazione continua a pervadere la nostra vita in vari modi. La burocrazia costituisce una minaccia per la nostra libertà? Di fronte a interrogativi come questo, Weber ci fornisce validi strumenti per analizzare il ruolo del pensiero razionale e applicarlo criticamente a molti aspetti della nostra vita.
1.4
Le diverse teorie della sociologia
Il lavoro dei primi sociologi servì da base per lo sviluppo della successiva teoria sociologica. Nei capitoli seguenti esamineremo diverse teorie, relative a fenomeni sociali specifici; in questo paragrafo, invece, analizzeremo alcuni approcci generali alla teoria sviluppatisi nel corso degli anni. In primo luogo esamineremo che cosa è la teoria e alcune variazioni di base delle teorie sociologiche.
1.4.1 Comprendere la teoria Al momento della stesura di questo libro, il film Avatar ha incassato al botteghino quasi tre miliardi di dollari, classificandosi come il più grande successo nella storia del cinema. Come mai a vostro parere? Forse la trama è avvincente, gli attori superbi, o gli effetti speciali valgono il prezzo del biglietto. Oppure la produzione ha pubblicizzato e promosso il film particolarmente bene. O, forse, l’exploit è dovuto al numero crescente di sale cinematografiche in tutto il mondo, che si traduce nella vendita di un maggior numero di biglietti. Qualsiasi possibile interpretazione del successo economico di Avatar è, a tutti gli effetti, una teoria, in quanto cerca di dare una spiegazione a qualcosa che si è osservato. Le prove accurate e i dati – come l’incasso di tre miliardi di dollari – descrivono il mondo e ci aiutano a vedere “che cosa” è accaduto. Le teorie rispondono ai “perché” e aiutano a spiegare i dati o le prove: “Perché è accaduto questo?”, “Perché è così?”. Volendo essere più
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 19
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 19
formali, una teoria sociale è un insieme di principi e affermazioni che spiegano il rapporto fra fenomeni sociali. Attraverso tali spiegazioni, le teorie ci indicano inoltre il tipo di domande che dovremmo porci nel corso delle ricerche future. Certo, i sociologi non si interrogano solo sui successi cinematografici – anche se, probabilmente, i sociologi dei media sarebbero in grado di offrire spiegazioni plausibili al successo di Avatar. I teorici della sociologia, invece, si pongono domande di portata più vasta, come “Perché le società complesse non si dissolvono?” e “Come mai coesistono ricchezza e povertà?”, oltre a domande più precise, come “Perché alcune aziende hanno successo mentre altre falliscono?” e persino “Come mai gli studenti che siedono in fondo alla classe tendono ad avere voti più bassi di quelli che sono in prima fila?”. Quando parliamo di approcci alla teoria sociologica, quindi, ci riferiamo a spiegazioni di ampia portata date dai sociologi quando si chiedono come mai la società operi come di fatto fa. Anche se in un primo momento il pensiero teorico potrebbe incutere timore, in realtà è abbastanza diretto e comporta la risposta alla domanda più interessante in assoluto: perché? È qui importante menzionare alcune altre caratteristiche di una teoria.
Teoria sociale. Insieme di principi e affermazioni che spiegano il rapporto fra i fenomeni sociali.
▮ Una teoria non è soltanto un’intuizione o un’opinione personale. Una teoria potrebbe anche nascere in questo modo, come la nostra spiegazione al successo di Avatar, ma per poter essere utile essa va sottoposta a verifica al fine di controllare che sia coerente con le prove: è questa la natura della scienza. La teoria sociologica è legata alla ricerca empirica nei modi che vedremo nel Capitolo 2. ▮ Le teorie evolvono – a volte alcune vengono abbandonate – lasciando sopravvivere solo le idee più utili. Quando i dati empirici contraddicono ripetutamente una teoria, questa viene riveduta o scartata. ▮ Spesso le teorie multifattoriali forniscono un quadro più completo rispetto a qualsiasi teoria monofattoriale. Così come è probabile che molti fattori abbiano contribuito al successo di Avatar, analogamente molti altri contribuiscono a gran parte degli aspetti della vita sociale. Prendere in considerazione teorie differenti può servire a mostrarci una varietà di possibili spiegazioni per un fenomeno sociale e a farci constatare che a esso contribuisce una serie di elementi diversi. Infine, le teorie tendono a variare lungo alcune dimensioni chiave che prenderemo in considerazione, qui di seguito.
1.4.2
Le dimensioni chiave della teoria
Come variano le squadre dei calciatori professionisti? Alcune si concentrano sull’attacco, altre sulla difesa; alcune si affidano ad abili veterani, mentre altre affinano le capacità dei più giovani; alcune si avvicinano alla rete avversaria
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 20
20 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
palla al piede, mentre altre utilizzano soprattutto i passaggi lunghi. Queste sono alcune delle dimensioni chiave in base alle quali una squadra può variare. Anche le teorie sociologiche variano lungo dimensioni chiave, che comprendono consenso e conflitto, realtà oggettive e soggettive, analisi microsociologiche e macrosociologiche. Pensate a ciascuna dimensione come a un continuum e non come a una suddivisione netta: sapere dove si colloca una teoria in ciascun continuum può aiutare a comprendere come essa si inserisca nel quadro più ampio del pensiero sociologico. Consenso e conflitto Per “conflitto” si intende la presenza di tensioni e dispute nella società, spesso dovute a una distribuzione ineguale di risorse scarse, che possono contribuire al cambiamento sociale. Il termine “consenso”, invece, si riferisce alla solidarietà e alla cooperazione, spesso determinate dalla presenza di valori e interessi condivisi che possono contribuire alla stabilità sociale. Anche se le diverse teorie si concentrano generalmente sull’uno o sull’altro, tanto il consenso quanto il conflitto coesistono in ogni società, istituzione e organizzazione, a dire il vero in tutta la vita sociale. In alcuni casi, il conflitto può produrre un certo grado di consenso (Coser, 1956). Quando un Paese scende in guerra, un drammatico esempio di conflitto, i cittadini delle nazioni coinvolte spesso provano un rinnovato senso di solidarietà, che possono esprimere con un crescente patriottismo e nazionalismo. D’altro canto, a volte, un consenso apparente spesso maschera tensioni latenti, che divengono palesi solo quando si esprimono in un conflitto aperto. Per esempio, a volte la routine quotidiana di alcune città celava alla sua base tensioni razziali, poi esplose in ampi disordini urbani scatenati da un incidente specifico. Realtà oggettiva e soggettiva Le condizioni oggettive sono gli aspetti materiali della vita sociale, tra cui l’ambiente fisico, i network sociali e le istituzioni sociali. Si tratta di qualcosa che esiste al di fuori di noi e che forma le dimensioni oggettive della vita sociale. La dimensione soggettiva della vita sociale, per contro, riguarda il mondo delle idee, che include la nostra coscienza di Sé, le norme sociali, i valori e i sistemi di credenze. Questi elementi appartengono tutti all’aspetto culturale della vita sociale. Sia il mondo fisico oggettivo nel quale viviamo, sia le nostre interpretazioni soggettive di quel mondo hanno un’influenza significativa sulla nostra vita e sulla società. Per esempio, come abbiamo visto, Marx sottolinea l’impatto della vita economica (un fattore oggettivo), mentre la teoria di Weber sull’etica protestante enfatizza il ruolo delle credenze culturali (un fattore soggettivo). Analisi microsociologiche e macrosociologiche La terza dimensione della teoria sociologica concerne i diversi livelli di analisi, oltre che i diversi livelli della società stessa: le teorie che si concentrano Analisi microsociologica. sull’interazione sociale su piccola scala, solitamente Analisi dedicata all’interazione fra due persone, operano a livello di analisi microsociale su piccola scala, di norma vis-à-vis. sociologica; quelle incentrate su sistemi e processi
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 21
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
21
sociali su larga scala, come i trend economici, politici e demografici, operano a livello di analisi macrosociologica; infine quelle che si concentrano su un punto qualsiasi fra fenomeni sociali molto grandi e molto piccoli – per esempio su organizzazioni o istituzioni – operano a livello di analisi mesosocioloAnalisi mesosociologica. Analisi focalizzata su un punto gica. Spesso il lavoro sociologico analizza l’interazioqualsiasi fra fenomeni sociali ne fra questi vari livelli della vita sociale. molto ampi e molto piccoli – per Una volta messe a fuoco le dimensioni principali esempio a organizzazioni o su cui viene costruita una teoria, possiamo analizzare istituzioni. più da vicino alcune importanti tradizioni teoriche. A partire dalla metà del XX secolo, i sociologi hanno talvolta raggruppato le diverse teorie sociologiche in quattro grandi categorie: teorie struttural-funzionaliste, teorie del conflitto, teorie dell’interazionismo simbolico e teorie femministe e del genere. Analisi macrosociologica. Analisi di sistemi e processi sociali su larga scala, come economia, politica e tendenze della popolazione.
1.4.3
Teorie struttural-funzionaliste
Le teorie struttural-funzionaliste si concentrano sul consenso e sull’interazione cooperativa nella vita sociale, sottolineando come i diversi elementi che compongono la struttura di una società contribuiscano al suo operato generale. Le radici di questa tradizione risalgono alle opere di Spencer e Durkheim. Le teorie struttural-funzionaliste – spesso indicate semplicemente come teorie funzionaliste – dominavano negli Stati Uniti verso la metà del XX secolo, quando il loro principale sostenitore era Talcott Parsons (1902-1979). Parsons considerava le società come sistemi complessi formati da parti interdipendenti – per esempio famiglie, tribunali, scuole, economia – che operano insieme per produrre la stabilità sociale. Poiché sono bilanciati, tali sistemi tendono a muoversi verso il normale stato di equilibrio: un mutamento di una parte del sistema comporta il cambiamento di un’altra parte a compensazione. Le persone si integrano nella struttura sociale attraverso la cultura, in particolare sotto forma di valori condivisi. Dal consenso sui valori di base deriva un impegno morale nei confronti della società che aiuta a farla funzionare in modo regolare. Perché possa perdurare, un’istituzione sociale deve soddisfare una specifica necessità del sistema come insieme; le istituzioni che non danno il proprio contributo si adattano o scompaiono. Parsons affermava che qualsiasi organizzazione sociale – che si tratti di un piccolo gruppo o di una società grande e complessa – deve adempiere diverse funzioni chiave per poter sopravvivere, fra cui insegnare ai membri del gruppo i valori essenziali della comunità, integrarne i membri affinché prendano parte in modo produttivo alla vita sociale, definire gli obiettivi comunitari e raggiungerli, adattarsi a un ambiente che cambia.
Teorie strutturalfunzionaliste. Teorie incentrate sul consenso e l’interazione cooperativa nella vita sociale, che sottolineano come i diversi elementi che formano la struttura di una società contribuiscano al suo operato generale. Spesso definite semplicemente “teorie funzionaliste” o “funzionalismo”.
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 22
22 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
In un importante contributo alla teoria funzionalista, Robert K. Merton (1910-2003) distinse fra funzioni manifeste, le conseguenze riconosciute e volute dei fenomeni sociali, e funzioni latenti, le conseFunzione latente. Conseguenza in gran parte non guenze per lo più non riconosciute e non volute di riconosciuta e non voluta dei tali fenomeni. Una funzione manifesta delle scuole, fenomeni sociali. per esempio, è l’aiutare a preparare i ragazzi a un futuro impiego, mentre una funzione latente è quella di servire da luogo di socializzazione e di amicizie. Merton, inoltre, ci rammenta che, pur nella loro persistenza, alcuni fenomeni possono essere diFenomeno disfunzionale. sfunzionali in quanto inibiscono o disturbano il Fenomeno che impedisce o funzionamento di un sistema nel suo insieme. Per disturba il funzionamento di un esempio, il costante sovraffollamento di molte scuole sistema nel suo insieme. è disfunzionale. Consideriamo ora – come esempio che utilizzeremo anche in seguito per cogliere meglio le differenze tra le varie teorie – come sia possibile studiare la famiglia in quanto istituzione sociale avvalendoci delle teorie funzionaliste. Le famiglie adempiono a un certo numero di funzioni, che includono il crescere i figli (anche se alcune società crescono i figli in comune al di fuori della famiglia e molte famiglie non hanno figli). Negli ultimi decenni, i cambiamenti dell’economia (che è un’altra parte del sistema sociale) e i mutamenti dei valori culturali hanno contribuito a creare modificazioni nella famiglia, con la nascita di famiglie a doppio reddito, di famiglie con un unico genitore, di famiglie allargate e di famiglie con genitori dello stesso sesso. Ciononostante, i valori condivisi continuano a dirci come crescere i figli e mantenere una vita familiare. Anche le famiglie possono essere disfunzionali, per esempio quelle nelle quali si maltrattano i bambini o si compiono violenze domestiche (per un approfondimento di tutti questi punti, si veda il Capitolo 9). Funzione manifesta. Conseguenza riconosciuta e voluta dei fenomeni sociali.
1.4.4 Teorie del conflitto Le teorie del conflitto si concentrano sui conflitti, sul potere e sulle disuguaglianze, evidenziando come la vita sociale e il suo sviluppo ruotino intorno alla competizione per le risorse scarse ritenute più importanti. Le radici di tale approccio risalgono alle opere di Marx e Weber. I contributi odierni che parlano di classe, etnie, genere e altre forme di disuguaglianza si basano spesso su questa tradizione. L’approccio del conflitto sottolinea come, per soddisfare i bisogni comuni, le persone cerchino di acquisire risorse che possono includere i beni materiali – come il cibo, la casa e un buon posto di lavoro – ma anche beni meno tangibili, come il rispetto sociale e la libertà. Poiché spesso tali risorse sono limitate, per ottenerle le persone entrano in competizione, formando gruppi sociali e portandoli al conflitto. Spesso, anche quando è invisibile, il conflitto è reso latente dal predominio dei più potenti sul resto della società.
Teorie del conflitto. Teorie sociali incentrate sui conflitti, sul potere e sulle disuguaglianze che mettono in particolare luce la competizione per le risorse scarse.
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 23
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 23
Le teorie del conflitto, quindi, collocano il potere al centro della vita sociale, poiché esso consente a chi lo detiene di ottenere un vantaggio sugli altri, acquisendo maggiori risorse. In questa lotta incessante, i diversi gruppi si avvalgono dei valori culturali e delle idee come armi per promuovere le proprie posizioni mentre la cultura dominante spesso sostiene e giustifica le disuguaglianze esistenti. Nel tentativo di modificarle, si formano così varie contro-culture, che esprimono valori diversi e alternativi rispetto alla cultura egemone (si veda il Capitolo 3). Tornando all’esempio fatto alla fine del precedente paragrafo, come è possibile studiare la famiglia attraverso la teoria del conflitto? Le teorie del conflitto affermano che l’immagine popolare della famiglia “tradizionale” degli anni ’50, vista come istituzione sociale che funzionava senza problemi, contraddistinta dal consenso su ruoli di genere ben distinti e chiaramente definiti, è in gran parte un mito. In effetti, come vedremo nel Capitolo 9, il prevalente dominio maschile di quel periodo relegava la donna a ruoli ristretti, impedendole di seguire eventuali ambizioni personali. Le diffuse disuguaglianze economiche e sociali fra uomo e donna riflettevano la differenza di potere fra loro. Tale disuguaglianza veniva giustificata da una cultura dominante che considerava l’uomo superiore alla donna per natura. Ancora oggi sussistono disuguaglianze nella vita familiare, sia all’interno della famiglia, dove il potere potrebbe non essere equamente condiviso, sia nella società, dove alcune forme di famiglia, come l’unione fra persone dello stesso sesso, non hanno pieno riconoscimento legale.
1.4.5
Teorie dell’interazionismo simbolico
L’interazionismo simbolico si concentra sul modo in cui le persone utilizzano i simboli condivisi e costruiscono la società come risultato delle proprie interazioni quotidiane. Il verstehen di Weber, l’approccio per cui il ricercatore cerca di comprendere l’azione osservandola dalla prospettiva dell’attore, ha posto alcune basi di queste teorie, così come le prime opere di Georg Simmel (1858-1918), che scrisse acuti saggi sulle dinamiche della vita quotidiana. Le teorie dell’interazionismo simbolico, comunque, ebbero pieno sviluppo negli Stati Uniti sulla base delle opere degli psicologi sociali dell’inizio e della metà del XX secolo. George Herbert Mead (1863-1931), per esempio, analizzò il modo in cui sviluppiamo il nostro Sé grazie all’interazione con gli altri e all’auto-riflessione (si veda il Capitolo 5). Erving Goffman (1922-1982), nella sua teoria drammaturgica, dimostrò che la vita somiglia a un dramma teatrale, completo di scenografie e sceneggiature, nel quale gli attori impersonano un ruolo (si veda il Capitolo 5). Le teorie dell’interazionismo simbolico sono fortemente associate alle dimensioni soggettive della vita sociale; quest’ultima viene spiegata partendo dal fatto che l’interazione fra gli individui su cui si basa il mondo sociale avviene
Interazionismo simbolico. Teoria sociale che si concentra su come le persone utilizzino i simboli condivisi e costruiscano la società come risultato delle proprie interazioni quotidiane.
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 24
24 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
mediante simboli culturali, come le parole e il linguaggio non verbale del corpo (prospettiva micro-sociologica). Grazie all’interazione, gli individui sviluppano un senso del Sé e creano una comprensione della realtà condivisa con gli altri, anche se prevalentemente influenzata dalle persone che hanno maggior potere. Questa comune interpretazione porta all’interno dei gruppi quei modelli di interazione che costituiscono la base della struttura sociale. L’interazione quotidiana, tuttavia, ricrea o modifica in continuazione tali modelli, quindi la società stessa ha un’instabilità innata ed è in continuo mutamento. Il mondo sociale, in perenne evoluzione, è quindi sempre in grado di cambiare: le teorie dell’interazionismo simbolico spiegano quindi la vita sociale sottolineando il ruolo attivo delle persone nella produzione e riproduzione della società. Torniamo ad applicare alla famiglia questo tipo di approccio. Esso concentra la nostra attenzione sulle interazioni di micro-livello fra i suoi membri; interagendo tra loro, essi sviluppano la capacità di comprendere chi sono e qual è il loro ruolo. Che cosa significa oggi essere un “buon genitore”? Chi lavorerà per guadagnare? Chi si occuperà dei bambini? Quali sono le responsabilità di un figlio verso un genitore che invecchia? I membri della famiglia devono arrivare a una sorta di reciproca intesa su quanto ci si attende da ciascuno di loro. Tale interpretazione condivisa della realtà produce modelli di comportamento che creano una struttura di routine per la vita familiare. Queste interpretazioni e questi accordi, però, non sono statici: vengono costantemente riesaminati, quindi sono soggetti a cambiamenti. I mutamenti della struttura familiare nel corso dell’ultimo mezzo secolo ben illustrano l’effetto cumulativo delle decisioni a livello individuale. Le persone che appartengono a tipi di famiglia diversi – comprese le famiglie con due genitori, quelle con un solo genitore, le coppie senza figli, le famiglie con genitori dello stesso sesso e le famiglie adottive – interpretano attivamente il significato di “famiglia” e si comportano di conseguenza.
1.4.6
Teorie femministe e del genere
Come abbiamo visto, la teoria sociologica si è notevolmente sviluppata a partire dalla metà del XX secolo, quando alcuni sociologi raggrupparono le diverse teorie della disciplina in categorie: funzionalista, del conflitto e dell’interazionismo simbolico. Spesso, però, le prospettive più recenti non si inseriscono con precisione in queste categorie tradizionali. Fra le più importanti teorie contemporanee si può annoverare quella Teorie del genere. Teorie del genere, che si concentra sulle disuguaglianze incentrate sulle disuguaglianze sociali basate sulle differenze sessuali e sui processi sociali basate sulle differenze di costruzione del maschile e del femminile all’intersessuali e sui processi di no della società, oscillando tra la tradizione della teocostruzione del maschile e del ria del conflitto e quella dell’interazionismo simbolifemminile all'interno della società. co (si veda il Capitolo 8). Analogamente a quanto avviene per le altre tradizioni teoriche, non esiste un’unica teoria del genere bensì una grande varietà (Anderson e Witham,
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 25
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
25
2009; Taylor, Rupp e Whittier, 2008). Il movimento femminista degli anni ’60 e ’70 contribuì a creare uno spazio per le studiose neo-femministe, dall’iniziativa delle quali, in buona parte, derivò la teoria del genere. Molto spesso queste studiose, superando i confini delle singole discipline e operando in dipartimenti di studi femminili di nuova fondazione, sfidarono le asserzioni maschili riguardo al mondo e a come si dovesse fare ricerca sociale (Harding, 1991; Reinharz, 1992). Gli uomini avevano storicamente dominato le analisi della vita sociale, spesso con la presunzione che il loro modo di capire e vedere potesse essere applicato a chiunque. La teoria femminista della differenza rifiutava questo concetto, sottolineando invece come tutta la conoscenza fosse costruita seguendo una particolare prospettiva e che le esperienze diverse delle donne dovessero esservi inserite per arrivare a una comprensione accurata della vita sociale (Harding, 1991; Smith, 1974; 1989). Negli anni che seguirono, questa intuizione di base venne estesa fino a riconoscere che le esperienze femminili variano in funzione di classe, etnia e orientamento sessuale (Collins, 1990; Hooks, 2000). Questo modo di vedere ha contribuito a una più ampia accettazione del fatto che queste dimensioni si intersecano andando a plasmare la vita sociale (Anderson e Collins, 2009; Rothenberg, 2009). La teoria del genere, inoltre, ha contribuito a mettere in luce come il corpo femminile sia il fulcro di lotte sociali che coinvolgono sessualità, canoni di bellezza, violenza, diritto alla riproduzione e salute (Lorbeer e Moore, 2010). La teoria del genere, nei suoi più recenti sviluppi e generalizzandosi come una più ampia prospettiva sulla vita sociale, ha prodotto opere su uomini (Male Studies), genere e sessualità (per esempio gli studi LGTB, cioè sulle lesbiche, i gay, i trans e i bisex), rivelando come anche le nostre idee sulla mascolinità siano un costrutto sociale (Kimmel e Messner, 2009; Pascoe, 2007). Uno dei punti di forza della sociologia, come risulterà ormai chiaro, è il fatto di includere una varietà di teorie sui meccanismi della vita sociale che vanno molto oltre gli approcci tradizionali. Che cosa tiene dunque unita la sociologia come disciplina? Qual è il terreno comune che permette a studiosi e studiose che si avvalgono di teorie tanto disparate di presentarsi come sociologi? Questo terreno comune è dato dalla prospettiva sociale e dai concetti fondamentali che ne costituiscono il nucleo (che nel Capitolo 2 definiremo “linguaggio oggettivo”).
1.5 Il terreno comune della sociologia: cultura, struttura e potere Le diverse teorie sono unite tra loro da alcuni concetti chiave, che costituiscono il nucleo della prospettiva sociologica, ovvero “cultura”, “struttura” e “potere”. Come abbiamo già visto, tali concetti sono stati ampiamente utilizzati dai primi studiosi di sociologia e, da allora, sono rimasti nel cuore della disciplina. Qualsiasi approccio teorico si fonda in larga misura su tali concetti chiave della sociologia. Per esempio, il funzionalismo mette in rilievo il ruolo della
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 26
26 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
cultura nel fornire alla società dei valori comuni, come l’amore per la famiglia. La teoria del conflitto sottolinea come i gruppi in competizione possano manipolare idee e simboli culturali a proprio vantaggio, per esempio quando i politici collegano l’idea dei “valori familiari” alle loro iniziative legislative, suggerendo che i loro avversari vanno contro questi valori. L’interazionismo simbolico enfatizza il procedimento grazie al quale gli individui creano la cultura, come quando la “famiglia” viene ridefinita per comprendere una più ampia gamma di relazioni. Pur essendo diversi nell’interpretazione e nell’enfasi, questi approcci sono concordi nell’affermare che la cultura è una caratteristica significativa della vita sociale ed è degna di un attento esame. Analogamente, struttura e potere sono importanti per tutte le teorie sociologiche. La Tabella 1.4 riassume come questi concetti basilari costituiscano un terreno comune, che collega gli approcci più importanti alla teoria sociologica. Questo paragrafo presenterà un breve riassunto di questi tre concetti chiave della sociologia, che approfondiremo in seguito. Imparando a utilizzarli per analizzare la vita sociale, riuscirete a sviluppare un punto di vista sociologico.
1.5.1
Cultura
La cultura è l’insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggi, comportamenti e oggetti materiali condivisi da un gruppo e trasmessi socialmente da una generazione all’altra. La cultura opera a qualsiasi livello sociale: attraverso le interazioni quotidiane fra individui; mediante norme organizzative nelle scuole, negli uffici e in altri gruppi; grazie a meccanismi diffusi in tutta la società come i media e la religione. In senso più ampio, la cultura è un modo di vivere. Noi tendiamo a dare per scontata la cultura poiché ne abbiamo interiorizzato i costumi e le affermazioni basilari. Per esempio, quasi tutti, per gran parte del tempo, comprendiamo abbastanza bene cosa aspettarci dalle interazioni sociali di routine e quale sia il comportamento appropriato in un determinato ambiente. Sappiamo quando dobbiamo essere formali e gentili (probabilmente con i rappresentanti delle autorità) e quando possiamo rilassarci ed essere informali (probabilmente con gli amici intimi e la famiglia). Sappiamo che, se siamo con gli amici, non serve alzare la mano se vogliamo parlare e che non è particolarmente saggio aprire in classe una bottiglia di birra. Queste “regole” non scritte – e le idee di cortesia e rispetto che ne sono il fondamento – fanno parte della cultura che abbiamo imparato. Consideriamo per esempio il semplice problema di dove guardare mentre parliamo con qualcuno. Gran parte degli italiani fissa l’interlocutore, perché nella cultura occidentale mirare direttamente negli occhi è indice di onestà e schiettezza, mentre evitare di farlo dà agli altri la sensazione che abbiamo qualcosa da nascondere. In alcuni Paesi asiatici, invece, il contatto diretto degli occhi è spesso considerato sgarbato e impertinente, mentre distogliere lo sguardo è indice di deferenza e rispetto. Immaginate i potenziali malintesi
Cultura. Insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggi, comportamenti e oggetti materiali condivisi da un popolo e trasmessi socialmente da una generazione all’altra.
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:14 Pagina 27
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 27
Tabella 1.4
Concetti e approcci chiave della teoria sociologica Teorie funzionaliste
Domande Come resta unita la chiave società? Quale funzione adempiono le singole parti della società?
Cultura
La cultura rappresenta i valori del consenso e le norme di una società nella quale gli individui sono socializzati.
Struttura La società è un sistema stabile, costituito da strutture interconnesse tra loro. Le persone agiscono entro determinati limiti culturali, cosicché il cambiamento è tipicamente graduale e temporaneo, riportando le società a un nuovo equilibrio stabile. Potere Il potere è la capacità di un sistema sociale di raggiungere i propri obiettivi collettivi. Nella società le disuguaglianze fra gruppi hanno la funzione positiva di motivare le persone più qualificate a ricoprire le posizioni più importanti.
Teorie del conflitto
Teorie dell’interazionismo simbolico
Le persone come interpretano e intendono il mondo sociale nelle loro interazioni? Come contribuiscono a plasmare la realtà nella quale vivono? Grazie all’uso dei Le parti in conflitto si simboli le persone avvalgono della creano una cultura cultura per basata sulla propria promuovere i propri interpretazione della interessi. Chi detiene realtà sociale. il potere perpetua il Tramandano poi proprio privilegio, queste idee e questi facendo in modo che le persone socializzino valori nel processo di socializzazione. rispettando le norme e i valori dominanti. Chi è privo di potere può sviluppare controculture che sfidano la visione dominante del mondo. La struttura sociale La struttura è l’ordine sociale mantenuto dai viene prodotta attraverso ripetute gruppi dominanti, azioni individuali che essenzialmente creano un modello. La mediante la struttura è coercizione e la intrinsecamente minaccia dell’uso instabile e della forza. L’azione modificabile, in quanto collettiva che sfida deve essere l’ordine esistente è continuamente spesso causa di riprodotta attraverso cambiamenti l’azione individuale. strutturali. Le radici del potere Spesso il potere è affondano nei rapporti concentrato nelle sociali fra le persone. mani di un gruppo La disuguaglianza dominante che lo deriva dalle azioni utilizza per sfruttare dei singoli, quindi può od opprimere gli altri. essere mitigata La disuguaglianza è il o eliminata. risultato della lotta fra i gruppi per impadronirsi delle risorse scarse.
Come è strutturata la disuguaglianza nella società? Come si conservano i rapporti di potere e come possono cambiare?
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 28
28 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
di una situazione in cui, per esempio, un dirigente d’azienda asiatico e uno italiano, ignari di questa differenza culturale, stiano valutando se essere o meno partner d’affari. L’italiano potrebbe supporre che l’altro abbia qualcosa da nascondere, mentre il dirigente asiatico potrebbe pensare che il collega sia maleducato e poco rispettoso. Comprendere il concetto di cultura ci aiuta a interagire in un mondo di diversità e ci consente di esaminare con occhio critico credenze e comportamenti che, diversamente, potremmo ritenere “naturali”. La cultura non è “naturale” ed è priva di una base biologica, perché deve essere insegnata e va appresa attraverso il processo di socializzazione (si veda il Capitolo 3). Poiché le persone devono riprodurre la cultura per garantirne la sopravvivenza, è sempre possibile che la cambino adottando nuovi valori, credenze e comportamenti, abbandonando quelli più antichi. Questo processo di evoluzione culturale può creare conflitti, laddove alcune persone scelgano di attenersi ai valori e ai modi di vita più tradizionali, mentre altre abbraccino idee e comportamenti nuovi; di conseguenza, i conflitti culturali sono piuttosto comuni. Gli scontri di valori, credenze e modi di vita aiutano ad alimentare il conflitto, contribuendo talvolta anche a scatenare una guerra. D’altra parte, la cultura è spesso un valore da celebrare, e la nostra identità deriva in parte dagli elementi culturali ai quali abbiamo scelto di aderire. I nostri gusti in fatto di musica, abiti e look, le nostre credenze religiose, o l’assenza di queste, il nostro linguaggio, i nostri antenati, fra le altre cose, sono tutte caratteristiche culturali che contribuiscono a fare di noi quelli che siamo. La cultura, quindi, è un fattore intrinseco della vita sociale ed è un elemento essenziale dell’analisi sociologica della società.
1.5.2
Struttura
La struttura si riferisce ai modelli ricorrenti di comportamento nella vita sociale. Tali modelli esistono a qualsiasi livello, dalle nostre interazioni con gli altri all’economia globale. Le strutture spaziano da modelli estremamente informali, per esempio dove e quando ci incontriamo abitualmente con gli amici, a organizzazioni e istituzioni più formali, come le scuole e il governo. Le persone creano strutture per aiutarsi a raggiungere un obiettivo, ma a loro volta le strutture intervengono per limitare quello che le persone possono fare (Fig. 1.1). Per esempio, immaginate che voi e i vostri amici decidiate di formare un nuovo gruppo per richiedere più posti auto all’interno dell’università. Fondando il gruppo dovrete prendere decisioni come: ci saranno posizioni formali di leadership come un presidente e un segretario? Come verranno scelti? Come diventare membri? Come prendere le decisioni? La risposta a queste domande determinerà la struttura della vostra organizzazione. Probabilmente sperate che la struttura possa aiutare il gruppo a funzionare senza problemi e a promuovere efficacemente i propri obiettivi. Le regole che definiscono la struttura, però, saranno vincolanti per il com-
Struttura. Modelli comportamentali ricorrenti nella vita sociale.
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 29
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 29
Struttura sociale
Le strutture sociali influenzano le azioni degli individui
Le persone agiscono creando, riproducendo o modificando in questo modo le strutture sociali
Individui
Figura 1.1
Interazione tra gli individui e la struttura sociale.
portamento dei membri del gruppo. Quando entrano nuovi membri, troveranno queste regole come una realtà già esistente che vincola le loro azioni: potranno poi scegliere di attenervisi, riproducendo quindi la struttura del vostro gruppo, oppure di operare per modificarle, trasformandone di conseguenza la struttura. La vita quotidiana tende a uniformarsi a diversi modelli di comportamento, o strutture sociali, informali. Per esempio, è possibile parlare di “struttura della famiglia”, anche se non esistono leggi organizzative che regolamentino il comportamento di questi gruppi. Esistono tuttavia standard legali, norme sociali e pratiche comuni che determinano le “regole” della vita familiare, come vedremo più avanti (si veda il Capitolo 9). Le strutture, analogamente a quanto avviene per la cultura, devono essere riprodotte attraverso modelli di comportamento continuativi oppure possono cambiare. La storia fornisce numerosi esempi di come le persone possano agire collettivamente per modificare la struttura sociale. Nelle società industriali del XIX secolo, la settimana lavorativa di sei giorni era la norma, e gli operai lavoravano dieci o dodici ore al giorno. All’inizio del XX secolo, però, un numero crescente di persone si unì al movimento dei lavoratori che promuoveva una giornata lavorativa di otto ore e di una settimana lavorativa di cinque giorni, idee radicali per l’epoca. I sindacati lottarono con grande difficoltà, ma con successo, per stabilire questo nuovo standard, creando in questo modo l’apprezzatissimo fine settimana con i suoi due giorni di pausa dal lavoro. Ne derivò un cambiamento fondamentale nella strutturazione sociale del tempo nella nostra società.
Riflettendo sui concetti chiave Rivedi le descrizioni del pensiero dei primi sociologi: quale ruolo hanno cultura, struttura e potere nelle loro opere?
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 30
30 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
1.5.3 Potere Il potere è la capacità di raggiungere un obiettivo prefissato malgrado l’opposizione di altri. Anche il potere opera a ogni livello della società, comprese le famiglie (i genitori hanno potere sui figli), le organizzazioni (i dirigenti hanno potere sui sottoposti) e le relazioni nazionali e internazionali (i leader esercitano il potere militare ed economico per raggiungere gli obiettivi dello Stato). Talvolta le persone ottengono da sé il potere di raggiungere un obiettivo (per esempio quando uno studente completa un ciclo di studi per qualificarsi per una precisa carriera); altre volte il potere viene usato per influenzare pensieri e comportamenti altrui, e persino per dominare gli altri. Per esempio, un datore di lavoro può dettare le regole che i suoi dipendenti devono seguire durante le ore di lavoro. Abitualmente il potere viene usato per distribuire risorse (potere economico), dettare regole e prendere decisioni (potere politico) e contribuire a definire la realtà (potere culturale). Esso è pertanto Disuguaglianza. strettamente connesso alla disuguaglianza, ovvero Distribuzione sistematica e iniqua alla distribuzione sistematica e iniqua delle risorse fra delle risorse fra diversi gruppi di diversi gruppi di persone (si veda il Capitolo 6). In persone. tutte le società esiste una qualche forma di disuguaglianza che, semplicemente, varia per tipo e intensità. Coloro che possiedono un maggior numero di risorse economiche, politiche e culturali hanno migliori possibilità di raggiungere gli obiettivi e superare difficoltà e opposizioni. In altre parole, hanno maggiore potere. Prestare attenzione al potere ci permette di vedere i collegamenti e le somiglianze tra diverse forme di disuguaglianza che coesistono e interagiscono tra loro. Considerare l’intersezione di etnia, classe e genere si è rivelato particolarmente importante per comprendere potere e disuguaglianza. Cultura, struttura e potere non sono caratteristiche immutabili della vita sociale, ma fanno parte di un processo dinamico: la cultura viene riprodotta e cambiata attraverso la socializzazione; le strutture vengono cambiate e alterate mediante l’azione; il potere può essere usato per creare o ridurre le disuguaglianze che, a loro volta, possono alterare la distribuzione del potere. Queste dinamiche sono al centro di un’analisi sociologica che riconosce la natura in continuo mutamento della vita sociale. Potere. Capacità di raggiungere un obiettivo prefissato malgrado l’opposizione degli altri.
1.6
Sociologia e cambiamento
La sociologia nacque oltre un secolo e mezzo fa nel periodo di transizione che portò alla nascita della modernità tra il XVIII e il XIX secolo. I primi sociologi, attingendo ai concetti di cultura, struttura e potere, cercarono di spiegare tale transizione e i rivolgimenti sociali che spesso la accompagnarono. Al giorno d’oggi stiamo vivendo un altro periodo di transizione, questa volta dalla modernità a una ancora incerta postmodernità, e i sociologi stanno
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 31
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 31
esaminando la natura e le conseguenze di tali cambiamenti. Studiando voi stessi sociologia, potrete comprenderli meglio, essere meglio preparati per affrontarli e, forse, influenzarne persino lo sviluppo.
1.6.1
Dalla società moderna a quella postmoderna
La modernità è stato un periodo caratterizzato dalla crescita di industrializzazione, democrazia e scienza. La postmodernità, Postmodernità. Fase invece, è un periodo storico che ha avuto inizio instorica che ha inizio a metà del xx torno alla metà del XX secolo, caratterizzato dall’ascesecolo, caratterizzata dall’ascesa di economie basate sulle sa di economie basate sull’informazione e dalla framinformazioni e dalla mentazione delle ideologie politiche e dei metodi di frammentazione delle credenze conoscenza. Trovandoci nel mezzo di questa transipolitiche e dei metodi di zione, è difficile riassumere in modo chiaro come sarà conoscenza. il mondo postmoderno e quali effetti avrà nel lungo termine. Possiamo comunque indicare alcune caratteristiche della transizione verso questo nuovo mondo (Tab. 1.5). I teorici classici si erano occupati dell’ascesa dell’economia industriale; i sociologi odierni sono interessati al rapporto fra le cosiddette economie postindustriali, nelle quali predominano i posti di lavoro basati sulle informazioni e quelli nel settore dei servizi, e quelle industriali in fase di sviluppo, che ora producono gran parte delle merci fabbricate in tutto il mondo. I sociologi classici studiarono l’ascesa della vita urbana che ha accompagnato l’industrializzazione; i sociologi contemporanei hanno esaminato la nascita della vita suburbana e la nuova realtà delle economie avanzate, documentando nello stesso tempo la continua urbanizzazione nel mondo in via di sviluppo e la crescita delle “megalopoli”. L’era moderna è stata contraddistinta da una grande fiducia nei governi democratici, considerati la strada verso il progresso umano; in epoca postmoderna, la diffidenza verso i governi e la perdita di fiducia nelle ideologie politiche hanno spesso portato a un punto morto nei conflitti, al disimpegno politico e a un diffuso cinismo. Infine, i teorici classici sottolinearono il declino dell’influenza della religione, l’ascesa della scienza e la razionalizzazione della vita moderna. I sociologi contemporanei hanno studiato la Tabella 1.5
Caratteristiche chiave delle società premoderna, moderna e postmoderna Premoderna
Moderna
Postmoderna
Economia
Agricola
Industriale
Vita sociale
Rurale
Urbana
Politica
Leader legittimati su base Democrazia dinastica e religiosa Religione Razionalità e scienza
Basata sull’informazione Orientata ai servizi Suburbana Megalopoli Disimpegno Cinismo Frammentata e multiculturale
Cultura dominante
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 32
32 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
nostra cultura estremamente frammentata, che comprende ogni cosa, dall’ascesa del multiculturalismo associato al rifiuto delle verità universali al ritorno delle religioni fondamentaliste con la riaffermazione di verità universali. Oltre a questi grandi cambiamenti, diversi altri sviluppi significativi stanno modificando il nostro modo di vita. Tali modificazioni non sono universali, ma riguardano soprattutto le società più agiate. In tutto il libro utilizzeremo una prospettiva sociologica per meglio comprendere questi aspetti della società postmoderna. Leggendo l’elenco di cambiamenti esposto qui di seguito, provate a considerare come hanno influenzato, o influenzeranno, la vostra vita. 1. Espansione dei media e della cultura del consumo. Nella società postmoderna, le tecnologie dei media hanno avuto un’enorme espansione in tutti gli aspetti della vita sociale, creando nuove opportunità di comunicazione e nuovi dilemmi. I confini fra internet, televisione, smartphone, videogiochi e altri media si fanno sempre più sfumati, creando un ambiente sempre più commercializzato e totalizzante. La crescita senza precedenti della pubblicità e della promozione dei consumi è strettamente legata a questa espansione (si veda in particolare il Capitolo 11). La saturazione della società da parte dei media come influenza la vita sociale? Ogni quanto controllate o inviate SMS ed e-mail? Quante pubblicità avete visto oggi? 2. Economia globale. Basta considerare tutta la strada che hanno percorso gli ingredienti del nostro caffè del mattino – dalle piantagioni di Brasile, Colombia o Vietnam fino al nostro bar o al nostro droghiere – per renderci conto che siamo parte inestricabile di un sistema globale di produzione e consumo. L’economia globale sta trasformando le società di tutto il mondo e il dibattito sulla natura di questo cambiamento è stato un argomento importante della sociologia dei tempi recenti (si vedano i Capitoli 6 e 12). In che modo un’economia globale influenza le disuguaglianze fra nazioni ricche e povere? In che modo la crescita dell’economia globale ha influenzato i modelli di impiego, le necessità dell’istruzione e la vita familiare?. 3. Invecchiamento della popolazione. Grazie ai progressi della medicina e delle tecnologie mediche viviamo una vita più lunga e più sana. Adesso la società si deve adeguare alla nuova realtà di una popolazione che invecchia. L’Istat riferisce che nel 2011 l’età media degli italiani era di 43,5 anni mentre nel 2059 dovrebbe arrivare a circa 50 anni. Attualmente il numero di ultrasessantacinquenni è pari a circa il 20% della popolazione mentre nel 2059 dovrebbe salire al 33% circa (si veda il Capitolo 13). In che modo la necessità di occuparsi di genitori o nonni anziani influenzerà le future famiglie? I servizi sociali e l’assistenza sanitaria come affronteranno una popolazione che invecchia? 4. La famiglia che cambia. La contraccezione efficace, il divorzio, le famiglie allargate, le famiglie a doppio reddito, le famiglie con un solo genitore, il matrimonio gay e la maternità surrogata hanno modificato la definizione di famiglia e il suo ruolo nella società (si veda il Capitolo 9). In che cosa le famiglie di oggi sono diverse da quelle di ieri? I recenti cambiamenti sociali in che modo ne hanno influenzato la natura e la funzione? Che cosa riserva il futuro alla famiglia?
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 33
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
33
5. Istituzioni sociali in difficoltà. Oggi in molte parti del mondo la possibilità che la democrazia sostituisca i regimi politici repressivi è una grande speranza. Tuttavia, le democrazie già instauratesi da tempo sembrano spesso avere problemi (si veda il Capitolo 12). Come mai alcune democrazie di lungo corso sono stagnanti? Quali sfide minacciano la vitalità delle nostre istituzioni democratiche? 6. Crescente diversità e multiculturalismo. L’economia globale e la relativa facilità dei viaggi moderni hanno cominciato a erodere l’importanza dei confini nazionali (si vedano i Capitoli 7 e 11). La frammentazione e la giustapposizione di esperienze culturali – nel campo della musica, del cibo, del cinema e in molti altri – indicano la strada verso una nuova integrazione culturale? O, al contrario, la presenza di questa diversità culturale minaccia di frammentare le società? In un mondo in cui i tratti culturali sono sempre più sfumati, come è possibile conservare i distinti contributi delle diverse culture? 7. Violenza e guerra cambiano natura. I Paesi ricchi e potenti, possiedono armi avanzate in grado di distruggere l’umanità senza fatica. Alcune nazioni più piccole e diversi attori che non sono entità statali hanno sviluppato tattiche e armi letali a bassa tecnologia. Ne deriva un mondo che pullula di armi, minacciato dalla violenza e bloccato in situazioni di stallo politico e militare (si veda il Capitolo 12). Come possono le società ridurre la violenza? Quali fattori hanno contribuito alla recente recrudescenza dell’attività terroristica? Qual è il futuro della guerra? 8. Ruolo mutevole della religione. In misura diversa, le nazioni ricche e industrializzate del mondo sono divenute sempre più secolari, ovvero nella vita pubblica e nel quotidiano la religione ha un ruolo sempre meno significativo rispetto al passato. In altre parti del mondo, tuttavia, le credenze religiose continuano a permeare e a guidare molti aspetti della vita sociale. A causa del crescente contatto fra le culture, le differenze di fede religiosa scatenano al giorno d’oggi alcuni dei maggiori conflitti nel mondo e, all’interno dei Paesi, alcuni fra i contrasti politici più aspri (si veda il Capitolo 3). Negli anni a venire la secolarizzazione continuerà a espandersi oppure si verificherà un ritorno alla religione? Le diverse culture possono coesistere malgrado le sostanziali differenze religiose?
1.6.2
Le sfide e le speranze della sociologia
La sociologia ha in serbo grandi promesse. Come fece rilevare C. Wright Mills, la sociologia può aiutarci a comprendere i collegamenti fra noi stessi e il mondo sociale. Studiando la società impariamo qualcosa di più su noi stessi come persone, sul perché affrontiamo determinate condizioni e su come siamo legati agli altri. La sociologia promuove la comprensione del mondo sociale e del posto che occupiamo in esso e ci suggerisce come migliorare la nostra vita, la nostra comunità e il nostro mondo. La sociologia, però, lancia anche alcune sfide. Affrontando i difficili problemi che la società deve affrontare, può portarci a scoperte inquietanti
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 34
34 Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia
sulla società e su noi stessi. Non è facile pensare a come occuparsi di una popolazione che invecchia, come affrontare la persistente povertà, come combattere razzismo e sessismo, come rispondere alla violenza estremista e come favorire la diversità nella società, ma questi sono problemi importanti, che vanno affrontati. A volte considerare le nostre esperienze all’interno di un più vasto contesto sociale può risultare sconcertante e rivelarci i nostri relativi privilegi, o la loro mancanza, per effetto di classe, genere, orientamento sessuale o nazionalità. Comprendere meglio quale posto occupiamo nella gerarchia mondiale dei privilegi può essere illuminante ma anche inquietante. Come potrete vedere in tutto il volume, la sociologia può obbligarci a uscire dalla nostra comfort zone e sfidarci a considerare in modo nuovo affermazioni che davamo per scontate. Se viviamo in un relativo benessere e in libertà, potremmo trovare facile ignorare i difficili problemi che la società deve affrontare e sperare che non ci tocchino personalmente. Se lottiamo per tirare avanti, potremmo preferire concentrarci unicamente sulla nostra vita privata, nella speranza di isolarci dal caos economico, dal crimine e da altre difficoltà sociali. La sociologia, però, ci rammenta che, qualunque sia la nostra posizione, contribuiamo a riprodurre la società in cui viviamo, con tutti i suoi problemi. Possiamo rendercene conto o meno ma, che ci piaccia o no, apparteniamo a un più vasto mondo sociale. A fronte di un mondo in cambiamento, la sociologia offre speranza. Non si tratta della timorosa speranza di riuscire in qualche modo a sfuggire ai problemi del mondo come individui; al contrario, consiste nel rendersi conto che le società – e i problemi che devono affrontare – sono in gran parte create dagli esseri umani. Ciò significa che, quando collaborano, le persone hanno anche la capacità di cambiare e migliorare tanto quelle società, quanto la loro vita. Vi invitiamo a raccogliere la sfida di utilizzare la sociologia per meglio comprendere il mondo e il posto che voi occupate. E speriamo che questa comprensione vi ispiri, dandovi gli strumenti migliori per agire nel modo che riterrete più opportuno, così da apportare un cambiamento positivo nella vostra vita e nel nostro mondo in rapido cambiamento.
Riepilogo 1. La prospettiva sociologica è un modo di guardare al mondo che si focalizza sulle relazioni fra gli individui e le più ampie forze sociali. La sociologia come disciplina fonda questa prospettiva sullo studio sistematico e sulla ricerca empirica. 2. La sociologia nacque verso la fine dell’’800, in parte come risposta ai notevoli cambiamenti economici, politici, culturali e sociali avvenuti nel mondo moderno. 3. Karl Marx, Émile Durkheim e Max Weber sono considerati tradizionalmente i fondatori della sociologia. Marx è celebre per la sua opera sul capitalismo e sul ruolo del conflitto nella società. Il contributo di Durkheim si concentrò sulla solidarietà sociale. Weber è famoso per i suoi scritti sulla razionalizzazione della società e sull’ascesa della burocrazia.
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 35
Capitolo 1 ▮ Introduzione alla sociologia 35
4. Le teorie sociologiche cercano di chiarire il funzionamento della società spiegando come mai le cose avvengano in un certo modo. Tali teorie si articolano lungo tre dimensioni chiave: consenso e conflitto, realtà oggettiva e soggettiva, analisi micro-sociologica e macro-sociologica. Tra i principali approcci teorici ritroviamo le teorie funzionaliste, del conflitto, dell’interazionismo simbolico e del genere. 5. Tra i principali concetti della sociologia, troviamo quelli di cultura, struttura e potere. 6. I sociologi di oggi studiano i cambiamenti sociali provocati dal passaggio dalla modernità alla postmodernità. Sotto molti aspetti, il mondo postmoderno è decisamente diverso da quello studiato dai sociologi classici; tuttavia, i concetti chiave – affiancati da teorie e idee nuove – possono ancora aiutarci a capire la società contemporanea.
Domande di riepilogo 1. Cosa è la sociologia? Come si applica alla vostra vita la prospettiva sociologica? 2. Quali sono secondo voi alcuni dei vantaggi e quali gli svantaggi dell’ascesa della modernità? 3. Fra i cambiamenti della società contemporanea elencati in questo capitolo, quale ritenete sia il più significativo? Perché? Quali altri importanti cambiamenti riterreste di poter aggiungere all’elenco? E per quale motivo li inserireste?
01txtI_Layout 1 09/01/15 08:15 Pagina 36