Microeconomia 3/ed - Cap. 2 -Domanda e offerta

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Capitolo

Domanda e offerta Obiettivi di apprendimento Dopo aver letto questo capitolo, gli studenti dovrebbero essere in grado di

 Spiegare che cosa rappresentano le curve e le funzioni di domanda e offerta.  Identificare le diverse forze di mercato che provocano spostamenti delle curve di domanda e offerta.

 Utilizzare il concetto di equilibrio di mercato per calcolare il prezzo praticato e le quantità di beni acquistate e vendute.

 Valutare in che modo le variazioni della domanda o dell’offerta incidano sull’equilibrio di mercato.

 Comprendere il concetto di elasticità e il modo in cui gli economisti se ne avvalgono per misurare la sensibilità della domanda o dell’offerta.

Quando l’uragano Katrina si abbatté su New Orleans e dintorni il 29 agosto 2005, i suoi effetti furono devastanti per gli abitanti della Città della Mezzaluna e per molte altre comunità lungo la Costa del Golfo. Gli Americani furono sconvolti nel vedere una delle più grandi città statunitensi inondata e i suoi abitanti combattere per la sopravvivenza. Meno di un mese più tardi, il 24 settembre, l’uragano Rita si accanì su Houston. Insieme, i due uragani ridussero fuori uso gran parte delle raffinerie petrolifere della costa, provocando una significativa riduzione nella capacità produttiva di benzina della Nazione. All’inizio di ottobre, il potenziale di raffinazione degli Stati Uniti si era ridotto del 30% circa a causa dei danni provocati dalle due tempeste. Benché meno atroci rispetto alle sofferenze umane causate dalle tempeste, gli effetti economici della chiusura delle raffinerie furono immediati e drammatici: nei giorni successivi all’arrivo dell’uragano Katrina, il prezzo della benzina aumentò improvvisamente e, all’inizio di ottobre, quello medio della benzina normale toccò gli 0,77 dollari al litro, mentre solo sei settimane prima era di 0,66 dollari al litro;1 ciò avvenne nonostante il prezzo del petrolio grezzo (materia prima essenziale nella produzione di benzina) fosse rimasto essenzialmente invariato. Perché il prezzo della benzina aumentò in modo così drammatico? Di quanto si sarebbe ridotto il prezzo, se metà della capacità di raffinamento fuori uso fosse

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1 litro corrisponde a 0,262 galloni, unità di misura utilizzata negli Stati Uniti.

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Parte 1 Introduzione

tornata operativa in tempi brevi? Per rispondere a domande come queste, gli economisti utilizzano in genere il modello di domanda e offerta. Chi ha già affrontato uno studio introduttivo dell’economia, avrà sicuramente familiarità con tale modello e, in tal caso, questo capitolo dovrebbe aiutare a rinfrescare la memoria. Per chi, al contrario, non ha mai intrapreso studi economici, questo capitolo sarà un’introduzione a un semplice ma importante modello economico, della cui applicabilità si riporteranno alcuni esempi. I fondamenti della domanda e dell’offerta, nonché quelli di altri modelli economici, saranno poi approfonditi nel prosieguo del testo. Questo capitolo affronterà quattro argomenti. 1. Domanda. Per analizzare un mercato attraverso il modello di domanda e offerta, è necessario, in primo luogo, definire la domanda di un bene. Si vedrà in che modo le curve e le funzioni di domanda sintetizzino tale informazione. 2. Offerta. Il passo successivo di consiste nel determinare l’offerta del bene. Si apprenderà in che modo le curve e le funzioni di offerta sintetizzino tale informazione. 3. Equilibrio di mercato. Il prezzo di un prodotto tende ad adeguarsi in modo tale da bilanciare domanda e offerta. Pertanto, vedremo come determinare il prezzo di equilibrio e le quantità acquistate e vendute di un bene, nonché come le variazioni della domanda o dell’offerta possano modificare tale risultato. 4. Elasticità della domanda e dell’offerta. La sensibilità della domanda e dell’offerta alle variazioni di prezzo è uno dei fattori che determinano il modo in cui le variazioni della domanda e dell’offerta, a loro volta, modificano il prezzo e le quantità scambiate. Si vedrà come gli economisti misurano tale sensibilità, nonché la reattività della domanda e dell’offerta rispetto alla variazione di altre variabili economiche.

2.1

Domanda

Al fine di analizzare un mercato attraverso un modello di domanda e offerta, è necessario, in primo luogo, definire la domanda per il bene che si scambia nel mercato preso in esame. In generale, tale bene può essere costituito da un prodotto finito, una materia prima o un servizio. È possibile rappresentare la relativa domanda in due modi: graficamente, attraverso la curva di domanda, e matematicamente, mediante la funzione di domanda.

2.1.1 La curva di domanda di un bene identifica la quantità di tale bene che i consumatori sono disposti ad acquistare per ogni livello di prezzo possibile, a parità di tutti gli altri fattori che possono influenzare la domanda.

Curve di domanda

La curva di domanda di un bene ne identifica la quantità che i consumatori sono disposti ad acquistare per ogni livello di prezzo possibile, a parità di altri fattori in grado di modificarne la domanda. La Figura 2.1(a) mostra una (ipotetica) curva di domanda del mercato del mais in Italia: sull’asse verticale è riportato il prezzo di un bushel2 di mais e su quello orizzontale la domanda annuale di mais, misurata in miliardi di bushel; in corrispondenza di un prezzo pari a 3 euro al bushel, per esempio, i consumatori sono disposti ad acquistare 9 miliardi di bushel di mais all’anno. 2 Il bushel è l’unità di misura di capacità utilizzata di norma nel mercato delle granaglie. 1 bushel inglese corrisponde a 36,35 litri, 1 bushel statunitense a 35,24 litri.


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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Figura 2.1 Curva di domanda del mais (a) Curva di domanda del mais, che individua la quantità che consumatori e imprese sono disposti ad acquistare in corrispondenza di ciascun livello di prezzo possibile, a parità di tutti gli altri fattori che possono modificare la domanda. (b) Un aumento del prezzo delle patate produce un aumento della domanda di mais per ogni livello di prezzo, provocando uno spostamento verso destra dell’intera curva di domanda. (a) Curva di domanda

(b) Spostamento della curva di domanda 9

7,50

Prezzo (euro al bushel)

Prezzo (euro al bushel)

9 8 7 6 5 4 3 2 1 1

3

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7

9

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Mais (miliardi di bushel)

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8 7 D′

6 5 4

D

3 2 1 1

3

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7

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11

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Mais (miliardi di bushel)

La domanda di mais può provenire da diverse fonti: i consumatori acquistano mais da includere nella propria dieta; i produttori alimentari lo utilizzano come ingrediente delle zuppe; i coltivatori lo usano per nutrire il bestiame; alcune imprese lo lavorano per produrre etanolo, che è successivamente trasformato in benzina. Si noti che la curva di domanda nella Figura 2.1(a) ha pendenza negativa: maggiore è il prezzo del mais, minore è la quantità che consumatori e imprese sono disposti ad acquistare. In corrispondenza di un prezzo pari a 2 euro al bushel, per esempio, la quantità domandata è pari a 11 miliardi di bushel, ossia 2 miliardi di bushel in più rispetto a quanto richiesto quando il un prezzo è pari a 3 euro al bushel. Le curve di domanda sono quasi sempre inclinate negativamente. Appare naturale che, al crescere del prezzo, l’acquisto di un certo bene divenga meno attraente e, quindi, che alcuni acquirenti decidano di spendere il proprio denaro in altri beni. Tale relazione verrà approfondita nei Capitoli 4, 5, 6, 7 e 8. Una curva di domanda è sempre costruita mantenendo costanti tutti i fattori diversi dal prezzo del bene, quali la crescita demografica, le preferenze e il reddito dei consumatori, i prezzi degli altri beni e, in alcuni casi, le tasse o le regolamentazioni governative. Per comprendere meglio la complessa rete di relazioni che contraddistingue un mercato, si consideri la domanda di mais: se una nuova dieta molto diffusa suggerisse di limitare l’assunzione di carboidrati, la preferenza dei consumatori per il mais si ridurrebbe, e ne verrebbero acquistate quantità inferiori in corrispondenza di qualunque livello di prezzo; al contrario, se aumentasse la popolarità di una dieta vegetariana, i consumatori acquisterebbero maggiori quantità di mais in corrispondenza di qualunque livello di prezzo. Ancora, se il prezzo delle patate – che sono una fonte alternativa di amido – aumentasse, i consumatori probabilmente acquisterebbero una minore quantità di patate e una maggiore quantità di mais per ogni livello di prezzo. In questo caso,

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Parte 1 Introduzione

Due beni sono tra loro sostituti se, a parità di altre condizioni, l’aumento nel prezzo di uno dei due beni induce i consumatori ad acquistare una quantità maggiore dell’altro bene. Due beni sono tra loro complementari se, a parità di altre condizioni, l’aumento del prezzo di uno dei due beni induce i consumatori ad acquistare una minore quantità anche dell’altro bene.

patate e mais rappresenterebbero beni sostituti: a parità di altre condizioni, l’aumento del prezzo di un bene induce i consumatori ad acquistare quantità maggiori dell’altro bene. Al contrario, supponendo che i consumatori desiderino consumare burro e mais congiuntamente, un aumento nel prezzo del burro provocherebbe una riduzione della domanda di mais in corrispondenza di qualunque livello di prezzo, perché il costo totale del consumo congiunto di mais e burro aumenterebbe. Burro e mais, in questo caso, sarebbero beni complementari: a parità di altre condizioni, l’aumento del prezzo di un bene induce i consumatori a ridurre anche la quantità domandata dell’altro bene. Infine, un aumento del reddito dei consumatori indurrà probabilmente questi ultimi ad acquistare una maggiore quantità di mais per qualunque livello di prezzo. La variazione in uno dei suddetti fattori provoca uno spostamento dell’intera curva di domanda. La Figura 2.1(b) mostra in che modo la curva di domanda di mais si sposta all’esterno (verso destra) in seguito all’aumento del prezzo delle patate: per ogni livello di prezzo del mais, i consumatori sono disposti ad acquistarne quantità maggiori; per un prezzo pari a 3 euro, per esempio, la domanda aumenta da 9 a 11 miliardi di bushel all’anno. Come si è già detto, sia una variazione del prezzo di un bene sia un cambiamento in altri fattori possono provocare una variazione nella domanda dei consumatori. Tuttavia, le Figure 2.1(a) e (b) evidenziano un’importante distinzione: un cambiamento nel prezzo di un bene produce un movimento lungo la sua curva di domanda, mentre una variazione in altri fattori provoca uno spostamento della curva di domanda di un prodotto. Allo stesso modo, gli economisti distinguono tra variazione della quantità domandata (che si verifica in seguito a una variazione del prezzo di un bene, il che produce un movimento lungo la curva di domanda) e variazione della domanda (che si verifica in seguito a una variazione negli altri fattori, il che produce uno spostamento dell’intera curva).

Movimenti lungo la curva di domanda e spostamenti della curva di domanda Una variazione nel prezzo di un bene produce un movimento lungo la curva di domanda, che si traduce in una variazione nella quantità domandata. Una variazione negli altri fattori (quali le preferenze o il reddito dei consumatori oppure il prezzo degli altri prodotti) provoca uno spostamento della curva di domanda, noto come variazione della domanda.

2.1.2 La funzione di domanda di un bene descrive la quantità di bene richiesta in corrispondenza di qualunque combinazione del suo prezzo e di altri fattori.

Funzioni di domanda

Oltre che con un grafico, la domanda di un bene può essere rappresentata matematicamente. La funzione di domanda di un bene è una formula che assume la seguente forma: Quantità Domandata = D(Prezzo, Altri fattori); essa descrive la quantità di bene che i consumatori domandano in corrispondenza di una qualunque combinazione tra il suo prezzo e gli altri fattori. Per esempio, se si assume che la domanda di mais sia funzione di tre fattori oltre che del suo prezzo – il prezzo delle patate, il prezzo del burro e il reddito dei consumatori – la funzione di domanda del mais assume la forma: Qdmais = 5 - 2Pmais + 4Ppatate - 0,25Pburro + 0,0003M Qdmais

(1)

indica la quantità di mais domandata in un anno espressa in miliardi dove di bushel; Pmais il prezzo del mais per bushel; Ppatate e Pburro, rispettivamente, il prezzo delle patate e del burro al chilo e M il reddito (income) medio annuo dei


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Capitolo 2 Domanda e offerta

consumatori. In base a tale funzione, il rincaro di mais e burro determinerà una riduzione nella domanda di mais da parte dei consumatori (perché Pmais e Pburro sono moltiplicati per coefficienti negativi), mentre un aumento del prezzo delle patate e la crescita del reddito dei consumatori ne determineranno l’aumento (perché Ppatate e M sono moltiplicati per coefficienti positivi). La curva di domanda rappresentata nella Figura 2.1(a) mostra la relazione tra la quantità domandata di mais e il suo prezzo in base alla funzione di domanda indicata nell’equazione (1), per un costo di patate e burro, rispettivamente, pari a 0,50 e 4 euro al chilo e per un reddito medio annuo dei consumatori pari a 30 000 euro. Inserendo tali valori nell’equazione (1), la funzione di domanda di mais diventa Qdmais = 15 - 2Pmais. In base a tale equazione, quindi, se, per esempio, il mais fosse gratuito (ossia con Pmais = 0), la quantità domandata sarebbe pari a 15 miliardi di bushel all’anno; graficamente, ciò significa che la curva di domanda della Figura 2.1(a) interseca l’asse orizzontale in corrispondenza di una quantità pari a 15 miliardi di bushel. Se il prezzo del mais aumentasse fino a 7,50 euro (o in misura maggiore) per bushel, la quantità domandata scenderebbe a zero (dal momento che 15 - 2 ¥ 7,50 = 0) e, pertanto, la curva di domanda nella Figura 2.1(a) interseca l’asse verticale In corrispondenza di tale prezzo. Lo spostamento della curva di domanda mostrato nella Figura 2.1(b) corrisponde a una variazione nel prezzo delle patate da 0,50 a 1 euro al chilo. L’aumento di 0,50 euro di tale prezzo modifica la funzione di domanda in Qdmais = 17 2Pmais. Il confronto tra i due grafici evidenzia che, per esempio, in corrispondenza di un prezzo del mais pari a 3 euro al bushel, la quantità domandata è pari a 9 miliardi di bushel all’anno se il prezzo delle patate è pari a 0,50 euro e di 11 miliardi se tale prezzo sale a 1 euro. Gli economisti determinano la funzione di domanda di un bene applicando metodologie statistiche a dati storici.

E s erc iz i o s volto 2. 1

Problema Si supponga che la funzione di domanda di mais sia rappresentata dall’equazione (1), che il prezzo delle patate e del burro sia rispettivamente di 0,50 e 4 euro al chilo e che il reddito medio annuo dei consumatori pari a 30 000 euro. A quale livello di prezzo i consumatori saranno disposti ad acquistare 8 miliardi di bushel all’anno? Come cambierebbe la risposta se il prezzo delle patate aumentasse da 0,50 a 1 euro al chilo? Soluzione Come già detto, se il prezzo delle patate e del burro è, rispettivamente, pari a 0,50 e 4 euro al chilo e il reddito medio annuo dei consumatori è pari a 30 000 euro, la funzione di domanda di grano è definita da Qdmais = 15 - 2Pmais. Si vuole calcolare il prezzo in corrispondenza del quale 15 - 2Pmais = 8 Risolvendo l’espressione in Pmais, si ottiene: Pmais = 3,50 Pertanto, la domanda è pari a 8 miliardi di bushel quando il prezzo del mais è pari a 3,50 euro al bushel. Se il prezzo delle patate sale a 1 euro al chilo, la funzione di domanda di grano diventa Qdmais = 17 - 2Pmais; si vuole individuare il prezzo a cui 17 - 2Pmais = 8. La soluzione è 4,50 euro al bushel.

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Parte 1 Introduzione

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E s e rc iz i o d a svol gere 2.1

Si supponga che la funzione di domanda di mais sia definita da Qdmais = 20 - 4Pmais + 8Ppatate - 0,50Pburro e che le patate e il burro costino rispettivamente 0,25 e 2 euro al chilo. A quale prezzo del mais i consumatori saranno disposti ad acquistarne 8 miliardi di bushel all’anno? Come cambierebbe la risposta se il prezzo del burro salisse a 4 euro al chilo?

2.2

Offerta

Il secondo passo nell’analisi di un mercato attraverso un modello di domanda e offerta consiste nel definire l’offerta del bene. È possibile rappresentare l’offerta in due modi: graficamente, attraverso la curva di offerta, e matematicamente, mediante la funzione di offerta. La curva di offerta di un bene rappresenta la quantità di tale bene che i venditori sono disposti a cedere in corrispondenza di ciascun livello di prezzo possibile, a parità di altri fattori che possono modificare l’offerta.

2.2.1

Curve di offerta

Una curva di offerta rappresenta la quantità di un bene che i produttori sono disposti a vendere in corrispondenza di ogni livello di prezzo, a parità di altri fattori che possono modificare l’offerta. La Figura 2.2(a) mostra una (ipotetica) curva di offerta del mais in Italia: sull’asse verticale è riportato il prezzo di un bushel di mais; su quello orizzontale l’offerta annuale di mais, misurata in miliardi di bushel. Quando il prezzo del mais è pari

Figura 2.2 Curva di offerta del mais (a) La curva di offerta del mais, che rappresenta la quantità di mais che i coltivatori sono disposti a produrre e vendere in corrispondenza di qualunque possibile prezzo, a parità di altri fattori che possono modificare l’offerta. (b) In seguito a una riduzione del prezzo del carburante diesel e dei semi di soia, l’offerta di mais aumenta per qualunque livello di prezzo, spostando verso destra la curva di offerta. (b) Spostamento della curva di offerta

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9

8 7

8 7

6 5 4

S

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1,20 1

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Mais (miliardi di bushel)

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Prezzo (euro al bushel)

Prezzo (euro al bushel)

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6 5 4

S S9 S′

3 2 1

12,5 1

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5

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Mais (miliardi di bushel)

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Capitolo 2 Domanda e offerta

a 3 euro al bushel, per esempio, la quantità offerta corrisponde a 9 miliardi di bushel all’anno. Tale offerta comprende la produzione realizzata da molti coltivatori. Si noti che la curva di offerta nella Figura 2.2(a) ha pendenza positiva: al crescere del prezzo aumenta la quantità di mais che i coltivatori sono disposti a vendere. In corrispondenza di un prezzo pari a 2 euro al bushel, per esempio, la quantità offerta è di 4 miliardi di bushel all’anno, 5 miliardi in meno di quanto i coltivatori venderebbero in corrispondenza di un prezzo pari a 3 euro al bushel. Come è ovvio, quanto più alto è il prezzo del mais, tanto più conveniente è produrre e vendere tale prodotto. Al crescere del prezzo, infatti, i coltivatori troveranno conveniente coltivare a mais una maggiore porzione dei propri terreni, piuttosto che utilizzare altre colture, come il grano o i semi di soia; allo stesso tempo, il numero di coltivatori disposti a cedere il proprio terreno a costruttori immobiliari sarà inferiore. Nel Capitolo 8, si discuterà di tali trade-off in modo più approfondito. Una curva di offerta assume come costanti tutti i fattori diversi dal prezzo del bene, che possono includere: la tecnologia, il prezzo dei fattori produttivi, il prezzo di altri possibili prodotti nonché, in alcuni casi, le tasse e le regolamentazioni governative. Per comprendere meglio tutto questo, si consideri l’offerta di mais. Quando un nuovo mais ibrido resistente ai virus diventa disponibile, i coltivatori possono produrre una maggiore quantità di mais utilizzando lo stesso ammontare di fattori produttivi; ciò determina una riduzione del costo di produzione, rendendo più conveniente la produzione e la vendita di mais in corrispondenza di qualunque livello di prezzo. Allo stesso modo, l’abbassamento nel prezzo del fertilizzante o del carburante diesel provoca una riduzione del costo di produzione e un aumento della quantità di mais prodotta per qualunque prezzo. Per contro, l’aumento nel prezzo di vendita di altre colture cui i produttori possono dedicare i propri terreni in alternativa al mais, come la soia, ridurrà la quantità offerta di mais, per ciascun livello di prezzo di quest’ultimo. La variazione in uno dei suddetti fattori produrrà uno spostamento della curva di offerta del mais. La Figura 2.2(b) mostra in che modo la curva di offerta di mais si sposta all’esterno (verso destra) in seguito a una riduzione del prezzo dei semi di soia e del carburante diesel. In corrispondenza di ciascun livello di prezzo del mais, la quantità offerta di tale cereale aumenta. Le Figure 2.2(a) e (b) illustrano l’importante distinzione tra movimenti lungo le curve di offerta e spostamenti delle stesse: una variazione nel prezzo di un bene produce un movimento lungo la relativa curva di offerta, mentre una variazione in uno degli altri fattori provoca uno spostamento della curva di offerta del prodotto. Di conseguenza, gli economisti distinguono tra variazione nella quantità offerta (che si verifica quando un cambiamento del prezzo di un bene produce uno spostamento lungo la relativa curva di offerta) e variazione dell’offerta (conseguente a un cambiamento in qualche altro fattore, che provoca uno spostamento della curva di offerta).

Movimenti lungo la curva di offerta e spostamenti della curva stessa Un cambiamento del prezzo di un bene produce un movimento lungo la relativa curva di offerta, che si traduce in una variazione nella quantità offerta. Un cambiamento in uno degli

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Parte 1 Introduzione

altri fattori (come la tecnologia o il prezzo dei fattori produttivi) provoca uno spostamento della curva di offerta, detto variazione dell’offerta.

2.2.2 La funzione di offerta di un bene descrive la quantità di prodotto offerta in corrispondenza di qualunque combinazione del suo prezzo e degli altri fattori.

Funzioni di offerta

È possibile rappresentare matematicamente l’offerta di un bene attraverso una funzione di offerta, un’equazione che assume la forma: Quantità Offerta = S(Prezzo, Altri Fattori). Essa descrive la quantità di prodotto offerta per qualunque combinazione possibile tra il prezzo del bene e gli altri fattori. Qualora l’offerta di mais fosse in funzione di due soli fattori oltre al prezzo (per esempio, il prezzo del carburante diesel e quello dei semi di soia) la funzione di offerta di mais potrebbe assumere la forma: QSmais = 9 + 5Pmais - 2Pcarburante - 1,25Psemi di soia

(2)

in cui QSmais è la quantità di mais offerta all’anno in miliardi di bushel; Pmais è il prezzo del mais per bushel; Pcarburante è il prezzo del carburante diesel per gallone e Psemi di soia è il prezzo dei semi di soia per bushel. In base a tale funzione, l’offerta di mais aumenterà in seguito a un incremento del prezzo del mais e a una riduzione del prezzo del carburante e dei semi di soia. La curva di offerta rappresentata nella Figura 2.2(a) mostra la relazione tra il prezzo e la quantità offerta di mais sulla base della funzione di offerta indicata dall’equazione (2), nell’ipotesi in cui il carburante diesel costi 2,50 euro al gallone e i semi di soia siano venduti a 8 euro al bushel. Sostituendo questi valori nell’equazione (2), la funzione di offerta di mais diventa QSmais = 5Pmais - 6. In base a tale funzione, per un prezzo del mais pari (o inferiore) a 1,20 euro la quantità offerta si riduce a zero (dal momento che 5 ¥ 1,20 - 6 = 0); la curva di offerta nella Figura 2.2(a), quindi, interseca l’asse verticale in corrispondenza di tale valore. Lo spostamento della curva di offerta illustrato nella Figura 2.2(b) è il risultato di un calo nei prezzi del carburante diesel, da 2,50 a 2 euro al gallone, e dei semi di soia, da 8 a 6 euro al bushel. Tali riduzioni modificano la funzione di offerta in QSmais = 5Pmais - 2,5 (può essere utile verificare tale risultato). Pertanto, per esempio, per un prezzo del mais pari a 3 euro al bushel, la quantità di mais offerta è di 9 miliardi di bushel all’anno nel caso in cui il carburante diesel costi 2,50 euro al gallone e i semi di soia 8 euro al bushel, ma sale a 12,5 miliardi di bushel all’anno se i prezzi del carburante e dei semi di soia scendono, rispettivamente, a 2 euro al gallone e 6 euro al bushel. Come per le funzioni di domanda, gli economisti definiscono la funzione di offerta di un prodotto applicando metodologie statistiche a dati storici.

2.3 Il prezzo di equilibrio è il prezzo a cui le quantità domandate e offerte di un bene sono uguali.

Equilibrio di mercato

Una volta definite la domanda e l’offerta di un prodotto, il passo successivo consiste nel determinare il prezzo di equilibrio, vale a dire il prezzo in corrispondenza del quale la domanda e l’offerta di un bene si equivalgono. Graficamente, esso consiste nel prezzo corrispondente al punto d’intersezione tra le due curve, di domanda e di offerta. Quando tale prezzo viene´raggiunto, il mercato è in


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Capitolo 2 Domanda e offerta

Figura 2.3

9 8 Prezzo (euro al bushel)

Equilibrio nel mercato del mais Il prezzo del mais si modifica in modo tale da garantire l’uguaglianza tra quantità domandata e offerta, che si realizza in corrispondenza di un prezzo del mais pari a 3 euro al bushel. Per tale prezzo non esiste alcun eccesso di domanda o di offerta, né alcuna pressione che provochi un aumento o riduzione del prezzo. La quantità acquistata e venduta in equilibrio è pari a 9 miliardi di bushel all’anno.

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7 6 S

5

Eccesso di offerta

4 3 2

Eccesso di domanda

1 1

3

5

7

9

11

D 13

Mais (miliardi di bushel)

equilibrio, perché consumatori e produttori realizzano tutti gli acquisti e le vendite desiderate. La Figura 2.3 mostra il prezzo di equilibrio del mercato del mais. In corrispondenza di tale prezzo, pari a 3 euro al bushel, le curve di domanda e offerta si intersecano. Per tale prezzo, la quantità di mais che i consumatori desiderano acquistare, 9 miliardi di bushel, è esattamente uguale alla quantità che i produttori desiderano vendere. I prezzi di mercato tendono ad adeguarsi in modo tale da garantire l’eguaglianza tra quantità domandata e offerta. Si supponga, per esempio, che il prezzo del mais sia pari a 2 euro al bushel. Come illustrato nella Figura 2.3, ne risulta un eccesso di domanda: la quantità domandata è superiore a quella offerta e, pertanto, alcuni compratori non saranno in grado di acquistare la quantità di prodotto che vorrebbero. Questi ultimi, dunque, saranno indotti a offrire un prezzo lievemente superiore per acquistare le quantità desiderate, il che determinerà un aumento del prezzo di mercato e, di conseguenza, una riduzione della domanda da parte dei consumatori e un incremento dell’offerta da parte dei produttori, finché non si raggiungerà nuovamente l’eguaglianza tra domanda e offerta. Si supponga, ora, che il prezzo del mais sia pari a 4 euro al bushel. Come emerge dalla Figura 2.3, ciò comporta un eccesso di offerta: la quantità di mais offerta è superiore a quella domandata. In tal caso, alcuni produttori non saranno in grado di vendere la quantità desiderata al prevalente sul mercato e, quindi, saranno incentivati ad abbassare i propri prezzi per incrementare le vendite. Tali riduzioni produrranno un calo del prezzo di mercato, stimolando la crescita della domanda di mais dei consumatori e la riduzione dell’offerta da parte dei venditori. Alla fine, domanda e offerta raggiungeranno nuovamente il punto d’equilibrio. Quando il prezzo di mercato corrisponde a quello per cui domanda e offerta sono uguali, offerta nessuno dei due fattori risulta eccedente rispetto all’altro. Dal momento che ognuno è in grado di acquistare e vendere la quantità desiderata al prezzo prevalente, nessuna pressione spinge il prezzo di mercato verso l’alto o verso il basso. L’Esercizio svolto 2.2 mostrerà come individuare il prezzo di equilibrio utilizzando le funzioni di domanda e offerta e un po’ di algebra.

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Parte 1 Introduzione

Applicazione 2.1

Stimare le curve di domanda e di offerta Per rispondere a molte questioni di interesse economico, dobbiamo calcolare le relazioni tra quantità domandata e offerta e vari altri fattori, tra cui il prezzo del prodotto. Abbiamo già visto che, per prevedere i prezzi di mercato, abbiamo bisogno di conoscere le funzioni di domanda e offerta. Nei prossimi capitoli vedremo che queste funzioni sono utili anche per molti altri scopi, come valutare gli effetti di una tassa e determinare il prezzo che massimizza il profitto di un’impresa. Il processo per identificare le funzioni di domanda e offerta si chiama stima delle funzioni di domanda e/od offerta. Qui ci concentreremo sulla stima delle funzioni di domanda, sia per semplicità sia perché le questioni relative alla stima dell’offerta sono molto simili a quelle relative alla stima della domanda. Come si fa a calcolare la funzione di domanda di un prodotto? È possibile affrontare il problema con approcci diversi. Un approccio consiste nel chiedere ai consumatori quale sia la loro disponibilità ad acquistare il medesimo prodotto a prezzi differenti. Gli specialisti del marketing hanno sviluppato a tale scopo metodi basati sui sondaggi. Tuttavia, per quanto i sondaggi possano fornire informazioni utili, soffrono di alcuni limiti. I consumatori potrebbero infatti avere difficoltà a rispondere con precisione su come si comporterebbero in situazioni puramente ipotetiche. E dal momento che il loro effettivo benessere non dipende dalle risposte che danno ai sondaggi, è possibile che queste risposte non siano molto accurate. Considerati questi limiti, di solito gli economisti prediligono un approccio differente: cercano di stimare la funzione di domanda sulla base dell’effettivo comportamento dei consumatori. In questa applicazione ci concentreremo su una situazione ideale, e accenneremo appena ai problemi che si incontrano quando si prova realmente a stimare una funzione di domanda. Supponiamo di voler stimare la funzione settimanale della domanda di pane nella città di Varese. Ipotizziamo per semplicità che la domanda dipenda solo dal prezzo del pane e supponiamo che la funzione di domanda sia lineare: Qd = A - BP. Non conosciamo né i valori di A (l’intercetta della funzione di domanda) né di B (la sua pendenza, che determina la variazione della quantità domandata al variare del prezzo). Come facciamo a determinare questi due valori? Immaginiamo una situazione ideale in cui possiamo osservare per più settimane il comportamento dei consumatori in corrispondenza di prezzi differenti del pane, e registrare la loro domanda. La Figura 2.4 illustra le quantità domandate con due prezzi diversi, P = 1 euro e P = 2 euro, rappresentate dai due punti. Possiamo trovare la funzione di domanda, indicata con D, tracciando la retta che unisce i due punti. Il valore di A è pari alla quantità in cui questa retta incontra l’asse orizzontale. Il valore di B può essere determinato notando che la retta di domanda intercetta l’asse verticale a un’altezza pari ad A/B. Se la funzione di domanda non fosse lineare, per tracciare la curva di domanda avremmo bisogno di osservare il comportamento dei consumatori in corrispondenza di più di due prezzi. E se altri fattori diversi dal prezzo influenzassero la domanda, come la stagione, dovremmo ripetere un esperimento simile per ciascuna stagione. C’è un altro problema. Se osservassimo il comportamento dei consumatori per più settimane, molto probabilmente scopriremmo che la quantità domandata di pane sarebbe differente anche nelle settimane in cui il prezzo è lo stesso. Queste variazioni della domanda sono determinate da variazioni di altri fattori di cui magari non siamo a conoscenza. Per esempio, in alcune settimane ci potrebbero essere delle manifestazioni in città – una mostra, una partita, una fiera – che aumentano significativamente la domanda di pane. Per semplificare, immaginiamo che per metà del tempo osserviamo una domanda elevata, situazione illustrata dalla curva chiamata DH in Figura 2.5, mentre per l’altra metà del tempo osserviamo una domanda bassa, come indicato dalla curva DL nella stessa figura. In questo caso, per qualsiasi prezzo (1 oppure 2 euro), la quantità domandata corrisponde per metà del tempo al


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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Figura 2.4 Stimare una funzione di domanda lineare Se i consumatori si trovano di fronte a prezzi diversi in settimane differenti, e se ipotizziamo che la funzione di domanda sia lineare, dalle loro scelte è possibile individuare la retta di domanda del mercato.

Prezzo (€)

A/B

2 1 D A Pane per settimana

Stimare la funzione di domanda media Quando la domanda è influenzata da fattori di cui non siamo a conoscenza, la quantità domandata varia di settimana in settimana, anche quando il prezzo è lo stesso. In casi simili, possiamo determinare come varia la domanda media quando il prezzo cambia.

Prezzo (€)

Figura 2.5

2 1 DL

D

DH

Pane per settimana

punto nero su DH e per l’altra metà al punto nero su DL. Anche se non possiamo determinare con certezza la curva di domanda, possiamo trovare la curva di domanda media, che ci fornisce la quantità di pane che i consumatori domanderebbero, in media, in corrispondenza di ciascun prezzo possibile. Per far ciò, dobbiamo calcolare la domanda media quando il prezzo è di 1 euro e la domanda media quando è invece di 2 euro, situazioni indicate dai due punti blu in Figura 2.5. Per stimare la curva di domanda media, potremmo poi tracciare una retta che unisce questi due punti, indicata con D. Gli economisti specializzati in quella che si chiama econometria studiano come utilizzare al meglio dati di questo tipo per calcolare la domanda media. Uno dei metodi che utilizzano, noto come regressione lineare, è basato sulla minimizzazione della somma dei quadrati delle distanze tra la curva di domanda stimata e i punti che corrispondono alle combinazioni di quantità domandate e prezzi che sono state effettivamente osservate.


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Parte 1 Introduzione

E s erc iz io svol to 2.2 Problema Si supponga che la funzione di domanda del mais sia Qdmais = 15 - 2Pmais e che la funzione di offerta sia QSmais = 5Pmais - 6. Qual è il prezzo di equilibrio del mais? Qual è la quantità acquistata e venduta? Soluzione Il prezzo di equilibrio per tale mercato del mais, che garantisce l’eguaglianza tra la quantità domandata e offerta, è dato da Qdmais = QSmais ovvero da: 15 - 2Pmais = 5Pmais - 6 Il prezzo di equilibrio del mais è pertanto pari a Pmais = 3 euro. È possibile calcolare la corrispondente quantità acquistata e venduta inserendo tale valore in una qualunque delle due funzioni, indifferentemente: Qdmais = 15 - 2(3) = 9 o QSmais = 5(3) - 6 = 9.

E s e rc iz i o d a svol gere 2.2 Si supponga che la funzione di domanda di mais sia Qdmais = 20 - 2Pmais e la funzione di offerta QSmais = 1,6Pmais - 7. Qual è il prezzo di equilibrio del mais? Qual è la quantità acquistata e venduta?

2.3.1

La statica comparata studia gli effetti sul prezzo di equilibrio e sulle quantità scambiate delle modifiche dell'offerta e della domanda dovute al cambiamento delle condizioni di mercato.

Cambiamenti nell’equilibrio di mercato

Spesso le condizioni di mercato si modificano: l’offerta può aumentare o ridursi, così come la domanda. Queste modifiche dell'offerta e della domanda, quali effetti avranno sul prezzo di equilibrio e sulle quantità scambiate? Lo studio di questi effetti prende il nome di statica comparata. Si consideri di nuovo il mercato del mais. Se il prezzo del carburante diesel si riducesse da 2,50 a 2 euro al gallone e quello dei semi di soia da 8 a 6 euro al bushel, la curva di offerta di mais si sposterebbe verso l’esterno, come indicato nella Figura 2.6. In seguito a tale spostamento, il mercato non sarà più in equilibrio al prezzo iniziale di 3 euro al bushel. Al contrario, in corrispondenza di questo stesso prezzo ci sarà un eccesso di offerta: i consumatori continuerebbero a richiedere 9 miliardi di bushel, mentre i venditori vorrebbero ora venderne 12,5 miliardi. Di conseguenza, alcuni produttori non saranno in grado di vendere il proprio mais a 3 euro al bushel e accetteranno prezzi inferiori, il che determinerà un calo del prezzo di mercato, riconducendo domanda e offerta all’eguaglianza. La Figura 2.6 mostra che il nuovo prezzo del mais sarà pari a 2,50 euro al bushel, mentre la quantità di mais acquistata e venduta sarà pari a 10 miliardi di bushel. Come si è visto nell’Esercizio svolto 2.1, è possibile definire il nuovo prezzo del mais utilizzando alcuni passaggi algebrici: in seguito a una riduzione nei prezzi del carburante diesel e dei semi di soia, la funzione di offerta del mercato diventa QSmais = 5Pmais - 2,5; dal momento che la funzione di domanda è immutata, il nuovo prezzo di equilibrio corrisponde alla soluzione dell’equazione: 15 - 2Pmais = 5Pmais - 2,5 ovvero a Pmais = 2,50 euro. Utilizzando una delle due funzioni, di domanda od offerta, è possibile calcolare la quantità acquistata e venduta in corrispondenza di tale prezzo, pari a 10 miliardi di bushel: Qdmais = 15 - 2(2,50) = 10 o QSmais = 5(2,50) - 2,5 = 10.


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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Figura 2.6 Cambiamento nell’equilibrio di mercato Quando il prezzo del carburante diesel e dei semi di soia si riduce, rispettivamente, da 2,50 a 2 euro al gallone e da 8 a 6 euro al bushel, l’offerta di mais aumenta, producendo uno spostamento della relativa curva verso destra. In corrispondenza del prezzo iniziale di 3 euro al bushel, si avrà, quindi, un eccesso di offerta di mais: i coltivatori desidereranno vendere 12,5 miliardi di bushel, mentre i consumatori e le imprese saranno disposti ad acquistarne soltanto 9 miliardi. Tale squilibrio esercita una pressione verso il basso sul prezzo di mercato. Il prezzo di equilibrio si riduce a 2,50 euro e le quantità acquistate e vendute aumentano a 10 miliardi di bushel.

9 Prezzo (euro al bushel)

8 7 6 S

5 4

S9 S′

3 2,50

2

10

1 1

3

5

7

D

12,5 9

11

13

15

17

Mais (miliardi di bushel)

La domanda può aumentare o ridursi, come mostrato nelle Figure 2.7(a) e (b), in entrambe le quali la curva di domanda iniziale è indicata con D e la nuova con D. In alternativa, può essere l’offerta ad aumentare o ridursi, come mostrato nelle

(a) Aumento della domanda

(b) Riduzione della domanda S Prezzo (euro)

S Prezzo (euro)

P′ P D9 D′

P P′ D

D

D9 D′

Q Q′

Q′ Q

Quantità

Quantità (d) Riduzione dell’offerta

(c) Aumento dell’offerta

S9 S′

S S9 S′ P P′

Prezzo (euro)

Effetti dello spostamento della domanda e dell’offerta sull’equilibrio di mercato Le quattro figure mostrano gli effetti di diversi spostamenti della domanda o dell’offerta su prezzo e quantità scambiata.

Prezzo (euro)

Figura 2.7

S P′ P D

D Q Q′ Quantità

Q′ Q Quantità


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48

Parte 1 Introduzione

Applicazione 2.2

Equilibrio di mercato da Alfred Marshall al laboratorio di Vernon Smith Gli economisti usano le curve di offerta e di domanda per studiare e prevedere l’equilibrio di mercato, un concetto elaborato per la prima volta nel 1890 da Alfred Marshall nel suo testo Principi di economia. Professore all’Università di Cambridge, Marshall fu il primo a dimostrare che il prezzo di mercato si configura come un equilibrio fra la quantità che i venditori sono disposti a vendere e quella che gli acquirenti sono disposti a comprare. Da allora, gli economisti hanno utilizzato il quadro teorico di Marshall per analizzare un’ampia varietà di mercati. Il semplice scenario teoretico di Marshall implicava previsioni compatibili con i risultati osservati, tuttavia mancava ancora qualcosa. Dal momento che l’osservazione diretta di una curva di offerta o di domanda non è mai possibile, come possono gli economisti essere sicuri che la teoria di Marshall sia corretta? In una notte insonne del 1955, l’economista Vernon Smith ebbe un’idea: potrebbe essere possibile verificare il buon funzionamento della teoria dell’offerta e della domanda portando l’economia in laboratorio.* Smith utilizzò come soggetti dei propri esperimenti gli studenti della Purdue University; egli iniziò ricreando ambientazioni simili a quelle di un mercato azionario o di un mercato dei prodotti e dividendo gli studenti in acquirenti e venditori. Ciascun acquirente ricevette un foglio recante il valore di un’unità di un bene ipotetico; a loro volta, i venditori ricevettero un foglio con il costo di produzione di un’unità dello stesso bene. Agli studenti, che potevano guardare solo il proprio foglio, venne spiegato che non potevano comprare a un prezzo superiore al valore indicato né vendere a un prezzo inferiore al costo; inoltre, dovevano cercare di comprare o vendere al miglior prezzo possibile. In questo modo, Smith creò un mercato sperimentale. Poiché era stato Smith stesso a ideare le condizioni di mercato, egli poteva facilmente confrontare quanto accadeva nella realtà con le previsioni dettate dall’analisi dell’offerta e della domanda. Il processo di scambio implicava che gli studenti facessero o accettassero offerte ad acquistare o vendere. Per esempio, un acquirente a cui era stato assegnato un prezzo di 2,50 dollari poteva alzare la mano ed esclamare: “Compro a 1 dollaro”; qualunque venditore, a quel punto, era libero di accettare la sua offerta o controbattere (per esempio, “Vendo a 3,60 dollari”). Si andava avanti così finché non avveniva più alcuno scambio. Poi Smith faceva ripartire la procedura, per simulare cosa sarebbe successo nel tempo in un mercato in condizioni di offerta e domanda stabili. La Figura 2.8 mostra le curve teoriche di offerta e di domanda derivanti da uno degli esperimenti di Smith, che prevedeva 11 acquirenti e 11 venditori. Il valore di acquisto più elevato fu di 3,25 dollari, il più basso di 0,75; i costi dei venditori variarono da un minimo di 0,75 dollari a un massimo di 3,25. L’analisi dell’offerta e della domanda prevedeva che, in questo mercato, il prezzo di equilibrio sarebbe stato di 2 dollari e che sarebbero state scambiate 5 o 6 unità. In linea di principio, tuttavia, erano possibili molti altri risultati. Infatti, se i venditori con i costi più alti avessero effettuato scambi con gli acquirenti aventi lo stesso importo (per esempio, se l’acquirente con il valore di 3,25 dollari avesse comprato dal venditore avente un costo di 3,25 dollari), nel mercato potevano aver luogo fino a 11 scambi volontari.

* Gli economisti possono inferire le curve di offerta e di domanda anche grazie all’analisi dei risultati storici dei mercati. Tuttavia, tali metodi in genere danno per scontato che i mercati si compensino e, quindi, che le quantità scambiate riflettano gli acquisti e le vendite desiderati da acquirenti e venditori. È proprio questa ipotesi di base che Smith voleva verificare.


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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Figura 2.8 Risultati del mercato sperimentale di Vernon Smith Il diagramma a sinistra mostra le curve di offerta e di domanda nel mercato sperimentale di Smith. In base all’analisi della domanda e dell’offerta, ci si aspettava che sarebbero state scambiate 5 o 6 unità a un prezzo di 2 dollari. La tabella sulla destra presenta i risultati raggiunti in ciascuno dei cinque periodi di mercato dell’esperimento: il numero delle unità scambiate fu sempre prossimo a quello previsto e, a partire dal terzo periodo, il prezzo medio raggiunto si discostò da quello previsto solo per pochi centesimi.

S

Prezzo (dollari per unità di prodotto)

3,25 3,00

Periodo di mercato

Prezzo medio (dollari)

Quantità scambiate

2,50 1

1,80

5

2,00

2

1,86

5

1,50

3

2,02

5

4

2,03

7

5

2,03

6

1,00 0,50

0,75

1

D 2

3

4

5

6 7 8 Quantità

9 10 11

Smith scoprì che il quadro teorico formulato da Marshall funzionava piuttosto bene nella pratica.** Dal momento che né gli acquirenti né i venditori conoscevano le condizioni di mercato, a volte gli scambi iniziali avvenivano a prezzi lontani da quello di equilibrio; col passare del tempo, tuttavia, i prezzi in genere convergevano verso il livello di equilibrio, spesso anche molto rapidamente. Per esempio, Smith condusse l’esperimento alle condizioni illustrate nella Figura 2.8 per cinque volte con lo stesso gruppo di soggetti (che effettuarono gli scambi in cinque periodi di mercato separati), ottenendo i risultati mostrati nella parte destra della figura. Nel primo periodo, il prezzo medio era di 1,80 dollari, ma a partire dal terzo e per tutti i successivi tale prezzo si alzò, discostandosi da quello previsto per pochi centesimi; la quantità acquistata e venduta fu sempre prossima al numero di scambi previsti. Smith fece una serie di osservazioni interessanti riguardo ai fattori che influenzavano la velocità di convergenza all’equilibrio di mercato e i suoi esperimenti diedero avvio a un intero filone dell’economia, lo studio sperimentale delle istituzioni economiche. Nel 2002, questo pionieristico lavoro valse a Smith il Premio Nobel per l’Economia.

** Smith V.L., An Experimental Study of Competitive Market Behavior, “Journal of Political Economy” 70, aprile 1962: 111-137.


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Parte 1 Introduzione

Figure 2.7(c) e (d), in cui la curva di offerta iniziale è indicata con S e la nuova con S. La Figura 2.7(a) illustra gli effetti di un incremento della domanda: il prezzo e la quantità di bene acquistata e venduta aumentano. La Figura 2.7(b) mostra come, in seguito a una riduzione della domanda, che porta a uno spostamento della curva verso sinistra, si ottiene il risultato opposto: il prezzo e le quantità scambiate si riducono. Nella Figura 2.7(c) si osserva come, in seguito a un aumento dell’offerta, il prezzo si riduca, mentre le quantità scambiate aumentano (analogamente a quanto osservato nella Figura 2.6). Infine, la Figura 2.7(d) illustra come, in seguito a una riduzione dell’offerta, avvenga esattamente il contrario: il prezzo aumenta, mentre le quantità acquistate e vendute si riducono. L’Applicazione 2.3 presenta un esempio concreto di tali variazioni, la Tabella 2.1 sintetizza tali conclusioni. A volte, i cambiamenti nelle condizioni di mercato implicano spostamenti sia della domanda sia dell’offerta. In questi casi, si producono effetti che derivano dalla combinazione degli esiti delle singole variazioni. Si supponga, per esempio, che sia la domanda sia l’offerta aumentino. Come si è visto, entrambi questi cambiamenti determinano un aumento delle quantità scambiate e, pertanto, si può sostenere con sicurezza che la quantità acquistata e venduta aumenterà, ma che effetto avrà tale combinazione sul prezzo? L’incremento della domanda, di per sé, farebbe aumentare il prezzo, mentre quello dell’offerta, da solo, ne provocherebbe una riduzione. Dal momento che tali effetti operano in direzioni opposte, non è possibile stabilire con certezza in che modo varierà il prezzo. La Figura 2.9 illustra questo punto. Nella Figura 2.9(a), la domanda aumenta in modo consistente, mentre l’offerta aumenta in misura molto più contenuta. Tali variazioni spostano l’equilibrio di mercato dal punto A al punto B, caratterizzato da un più elevato livello di prezzo. Nella Figura 2.9(b), invece, la domanda aumenta di poco, mentre l’incremento dell’offerta è cospicuo. Tali cambiamenti producono uno spostamento dell’equilibrio di mercato dal punto C al punto E, che implica un più basso livello di prezzo. In entrambi i casi, la quantità scambiata aumenta. In generale, quando i singoli spostamenti della domanda e dell’offerta producono uno spostamento del prezzo nella medesima direzione, il prezzo di equilibrio risultante dalla combinazione delle due variazioni si muoverà sicuramente in tale direzione. Invece, quando i singoli spostamenti della domanda e dell’offerta producono variazioni in direzioni opposte, il prezzo di equilibrio potrà spostarsi in una delle due direzioni, a seconda della dimensione relativa dei due cambiamenti. Analogamente, tale principio si applica agli effetti esercitati sulle quantità scambiate. La Tabella 2.2 sintetizza gli effetti su prezzo e quantità acquistate e vendute derivanti da cambiamenti simultanei della domanda e dell’offerta.

Tabella 2.1 Effetti delle variazioni nella domanda o nell’offerta Tipo di variazione

Effetto sul prezzo

Effetto sulle quantità scambiate

Aumento della domanda Riduzione della domanda Aumento dell’offerta Riduzione dell’offerta

Aumenta Si riduce Si riduce Aumenta

Aumenta Si riduce Aumenta Si riduce


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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Figura 2.9 Effetti di un aumento della domanda e dell’offerta Quando domanda e offerta aumentano, la quantità scambiata aumenta necessariamente, mentre l’effetto sul prezzo è ambiguo. In (a) si mostra in che modo, in seguito a un consistente aumento della domanda e a un contemporaneo piccolo aumento dell’offerta, il prezzo aumenti. In (b) si mostra come, in seguito a un aumento ridotto della domanda e a un contemporaneo consistente incremento dell’offerta, il prezzo si riduca. (b) Aumento consistente dell’offerta

(a) Aumento consistente della domanda

S

S9 S′

P′ P

B

A

D

Prezzo (euro per unità)

Prezzo (euro per unità)

S

S9 S′

P P′

C E D9 D′

D9 D′ D

Q

Q′

Q

Quantità

Q′ Quantità

Tabella 2.2 Effetti di cambiamenti simultanei nella domanda e nell’offerta Tipo di variazione

Effetto sul prezzo

Effetto sulla quantità

Aumenta la domanda/aumenta l’offerta Si riduce la domanda/si riduce l’offerta Aumenta la domanda/si riduce l’offerta Si riduce la domanda/aumenta l’offerta

Ambiguo Ambiguo Aumenta Si riduce

Aumenta Si riduce Ambiguo Ambiguo

2.3.2

Dimensione delle variazioni dell’equilibrio di mercato

Finora, la discussione si è concentrata esclusivamente sulla direzione dei cambiamenti del prezzo e delle quantità scambiate in conseguenza agli spostamenti delle curve di domanda e offerta. Si è appreso, per esempio, che un aumento della domanda produce un incremento del prezzo di equilibrio del mercato di un bene, mentre un aumento dell’offerta ne determina una riduzione. Spesso, tuttavia, è opportuno sapere di quanto varino il prezzo o le quantità acquistate e vendute. Quali fattori determinano la dimensione del cambiamento di prezzo? L’ampiezza delle variazioni nella domanda e nell’offerta è ovviamente rilevante: maggiore è lo spostamento di una curva, maggiore è il suo effetto sul prezzo. Tuttavia, è forse meno evidente che la dimensione dell’effetto sul prezzo e sulle quantità scambiate dipende anche dalla pendenza (ossia, dall’inclinazione) della curva che non si sposta. Si consideri un aumento dell’offerta. Come illustrato


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Parte 1 Introduzione

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Figura 2.10 Cambiamenti nell’equilibrio di mercato per due casi estremi di curva di domanda (a) Nel caso di una domanda perfettamente orizzontale, un aumento nell’offerta non produce alcun effetto sul prezzo del bene, ma provoca un aumento della quantità scambiata. (b) Nel caso di una curva di domanda perfettamente verticale, un incremento dell’offerta non produce alcun effetto sulla quantità scambiata ma conduce a una riduzione del prezzo del bene. (a) Curva di domanda orizzontale

(b) Curva di domanda verticale D

S

P = P′

S′

D

Prezzo (euro)

Prezzo (euro)

S′

S

P

P′

Q Quantità

Q′

Q = Q′ Quantità

nella Figura 2.10, a seguito di uno spostamento verso l’esterno della curva di offerta, l’equilibrio di mercato si muove lungo la curva di domanda, che rimane costante. L’ampiezza della variazione nel prezzo e nelle quantità scambiate dipende dalla pendenza di questa curva. Quest’ultimo fattore riflette la sensibilità della domanda alle variazioni del prezzo. Per esempio, una curva di domanda perfettamente orizzontale, come quella illustrata nella Figura 2.10(a), evidenzia un’estrema sensibilità della quantità domandata alle variazioni di prezzo. In tal caso, in seguito a uno spostamento verso l’esterno della curva di offerta, la quantità scambiata varierebbe da Q a Q, ma il prezzo non si modificherebbe affatto. Al contrario, qualora la curva di domanda fosse perfettamente verticale, come nella Figura 2.10(b), la quantità domandata non si dimostrerebbe affatto sensibile alle variazioni di prezzo. In tal caso, in seguito allo spostamento verso l’esterno della curva di offerta, il prezzo si ridurrebbe da P a P, mentre la quantità scambiata non si modificherebbe. In genere, lo spostamento verso l’esterno della curva di offerta provoca una variazione sia del prezzo sia della quantità scambiata. Tuttavia, quanto più inclinata è la curva di domanda – ossia, quanto meno sensibile è la quantità domandata alle variazioni di prezzo – tanto più consistente sarà la variazione del prezzo e ridotta quella della quantità scambiata. La Figura 2.11 illustra questo punto attraverso due curve di domanda che differiscono nella pendenza, indicate come D1 e D2. Si consideri in primo luogo la curva di offerta iniziale, raffigurata con un tratto grigio scuro e indicata con S: entrambe le curve di domanda hanno lo stesso punto di equilibrio, corrispondente al prezzo P* e alla quantità scambiata Q*. Si


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Capitolo 2 Domanda e offerta

Figura 2.11

S S9 S′ Prezzo (euro)

Cambiamenti dell’equilibrio di mercato per due curve di domanda Quanto più è inclinata la curva di domanda, maggiore è la riduzione del prezzo del bene e minore è l’incremento della quantità scambiata generato da un aumento dell’offerta da S a S'.

P* P2 P1 D2 D1 Q* Q 1 Q 2 Quantità

supponga quindi che la curva di offerta si sposti verso l’esterno fino alla curva raffigurata con un tratto grigio chiaro, indicata con S: nella curva di domanda maggiormente inclinata (D1) si osserverà una riduzione del prezzo maggiore rispetto alla curva più piatta (D2), ma anche un minore incremento della quantità scambiata (i prezzi e le quantità scambiate in seguito alla variazione dell’offerta sono indicati con il pedice 1 e 2, corrispondenti rispettivamente alle curve di domanda D1 e D2). Analogo risultato si ottiene analizzando gli spostamenti della domanda. In tal caso, l’ampiezza delle variazioni del prezzo e delle quantità scambiate dipende dalla pendenza (ossia, dall’inclinazione) della curva di offerta. La Figura 2.12(a) illustra il caso estremo di una curva di offerta perfettamente orizzontale, in cui la quantità offerta è estremamente sensibile a variazioni di prezzo: lo spostamento verso l’esterno della curva di domanda genera un aumento della quantità scambiata, ma non produce alcun effetto sul prezzo. La Figura 2.12(b), invece, raffigura una curva di offerta perfettamente verticale, in cui la quantità offerta è del tutto insensibile alle variazioni del prezzo: in tal caso, uno spostamento verso l’esterno della curva di domanda produce un aumento del prezzo, ma non ha alcun effetto sulla quantità acquistata e venduta. La Figura 2.13 mostra due casi intermedi. Per la curva di domanda rappresentata con il tratto di colore blu e indicata con D, le due curve di offerta (S1 e S2) implicano lo stesso prezzo P* e la stessa quantità scambiata, Q*, nell’iniziale situazione di equilibrio di mercato. Cosa accade se la curva di domanda si sposta verso l’esterno, fino alla curva raffigurata con il tratto di colore azzurro e indicata con D’? Seguendo la curva di offerta più inclinata, S1, si assisterà a un aumento più consistente del prezzo e una crescita più contenuta della quantità scambiata rispetto alla curva di offerta più piatta, S2.

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Parte 1 Introduzione

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Figura 2.12 Cambiamenti dell’equilibrio di mercato per due casi estremi di curve di offerta (a) Nel caso di una curva di offerta perfettamente orizzontale, un aumento della domanda non produce alcun effetto sul prezzo del bene, ma aumenta la quantità scambiata. (b) Nel caso di una curva di offerta perfettamente verticale, un aumento della domanda non produce alcun effetto sulla quantità scambiata, ma produce un incremento del prezzo del bene. (a) Curva di offerta orizzontale

(b) Curva di offerta verticale

P = P′

Prezzo (euro)

Prezzo (euro)

S

S

P′

P D Q

D9 D′

D′ D9

D Q = Q′

Q′ Quantità

Quantità

Figura 2.13

S1

Prezzo (euro)

Cambiamenti nell’equilibrio di mercato per due curve di offerta Un aumento della domanda del bene produce incremento di prezzo tanto più consistente, e una riduzione della quantità scambiata tanto più marcata, quanto più inclinata è la curva di offerta.

S2 P1 P2 P* D′ D Q* Q 1 Q 2 Quantità


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Capitolo 2 Domanda e offerta

L’Esercizio da svolgere 2.3 invita lo studente a dimostrare che effetti simili sono prodotti da uno spostamento verso l’interno delle curve di domanda o di offerta (riduzione nella domanda o nell’offerta).

E s erc iz i o d a svol g e re 2.3 Si disegni un grafico simile a quello riportato nella Figura 2.11, che dimostri come, in seguito a uno spostamento della curva di offerta verso l’interno, quanto maggiore è la pendenza della curva di domanda (con minore sensibilità della quantità domandata alle variazioni del prezzo) tanto maggiore sarà la variazione del prezzo e minore quella della quantità scambiata. Si disegni anche un grafico simile a quello raffigurato nella Figura 2.13, che illustri come, in seguito a uno spostamento verso l’interno della curva di domanda, quanto più inclinata è la curva di offerta (ossia, quanto meno sensibile è tale curva alle variazioni del prezzo) tanto maggiore sarà la variazione nel prezzo e minore quella della quantità scambiata. È possibile sintetizzare questi risultati nel modo seguente.

Cambiamenti nell’equilibrio di mercato e sensibilità al prezzo della domanda e dell’offerta 1.

2.

In seguito a uno spostamento della curva di domanda: quanto più inclinata è la curva di offerta (e quindi quanto meno sensibile a variazioni del prezzo), tanto più elevata è la variazione del prezzo e tanto più contenuta la variazione della quantità scambiata. In seguito a uno spostamento della curva di offerta: quanto più inclinata è la curva di domanda (e quindi quanto meno sensibile a variazioni del prezzo), tanto più elevata è la variazione del prezzo e tanto più contenuta la variazione della quantità scambiata.

Cambiamenti nell’equilibrio di mercato nel breve e nel lungo periodo La sensibilità della domanda o dell’offerta di un prodotto al suo prezzo, e quindi la pendenza delle curve di domanda e offerta, può dipendere dall’orizzonte temporale di riferimento. Una volta seminati campi, per esempio, i coltivatori potrebbero non essere più in grado di aumentare la produzione di mais in seguito a un aumento del suo prezzo. Tuttavia, nel lungo periodo potrebbero destinare una maggiore porzione del proprio terreno alla coltivazione del mais e addirittura acquistare altra terra. Dal momento che la pendenza delle curve di domanda e offerta può dipendere dall’orizzonte temporale, le variazioni di lungo periodo nel prezzo e nelle quantità scambiate in condizioni di equilibrio possono differire dalle variazioni di breve periodo. Si supponga, per esempio, che il mercato del mais sia in equilibrio in corrispondenza di un prezzo pari a P* nella Figura 2.13 e che la curva di domanda si sposti improvvisamente da D a D. La curva di offerta più inclinata, S1, potrebbe rappresentare la curva di offerta di breve periodo mentre la curva di offerta più piatta, S2, quella di lungo periodo. In tal caso, come mostra la figura, il prezzo aumenterà notevolmente fino a P1 in risposta all’aumento della domanda, ma, nel corso del tempo, tornerebbe a ridursi, riportandosi verso il suo livello iniziale, per raggiungere infine P2 nell’equilibrio di lungo periodo. La quantità scambiata, d’altra parte, aumenterebbe inizialmente soltanto fino a Q1, ma continuerebbe a crescere nel tempo, raggiungendo infine Q2 nelle condizioni di equilibrio di lungo periodo.

55


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Parte 1 Introduzione

56

Il calcolo delle elasticità e w.at ne

rnhei be

line.it/ on

WEB

3e ww m

L’elasticità di Y rispetto a X, indicata con EXY, corrisponde alla variazione percentuale di Y in rapporto alla variazione percentuale di X o, in modo equivalente, la variazione percentuale di Y per ogni aumento dell’1% di X.

2.4

Elasticità della domanda e dell’offerta

Nel Paragrafo 2.3 si è visto come i cambiamenti nell’equilibrio di mercato dipendano dalla sensibilità delle quantità domandate e offerte di un bene alle variazioni del prezzo. In che modo è possibile misurare tale sensibilità? Una possibilità consiste nel procedere come delineato nel Paragrafo 2.3 e descrivere la sensibilità ai cambiamenti di prezzo in termini di pendenza (o inclinazione) delle curve di domanda e offerta. Tale misura, tuttavia, ha un limite: essa è funzione delle unità utilizzate per misurare sia la quantità di bene sia il suo prezzo. Che cosa significa, per esempio, sostenere che la curva di domanda del latte ha una pendenza pari a - 200? Potrebbe indicare che, se il prezzo del latte aumentasse di un centesimo a litro, si venderebbero 200 litri in meno, ma anche che se il prezzo del latte aumentasse di 1 euro al gallone (5 litri), se ne venderebbero 200 galloni in meno. Per poter rispondere a questa domanda, quindi, sarebbe necessario specificare esattamente le unità di misura utilizzate nel definire la quantità del bene e il suo prezzo; far ciò ogniqualvolta si intenda misurare la sensibilità della domanda può risultare scomodo e poco conveniente. Gli economisti ovviano a questo problema misurando la sensibilità di una variabile ai cambiamenti in un’altra variabile mediante il concetto di elasticità. Si supponga che una variazione in X produca un cambiamento in Y. L’elasticità di Y rispetto a X, indicata con EXY è definita come la variazione percentuale di Y in rapporto alla variazione percentuale in X: E YX =

Variazione % di Y Variazione % di X

Se, per esempio, un incremento del 2% in X determinasse un aumento pari al 4% in Y, EXY = 2. Tale valore indica che Y aumenta del 2% per ogni aumento dell’1% di X. Se, al contrario, l’aumento di X causasse una riduzione di Y, l’elasticità assumerebbe un valore negativo. Si supponga, per esempio, che a un aumento del 2% in X corrisponda una riduzione del 4% in Y, allora EXY = -2. Tale valore indica che Y si riduce del 2% per ogni aumento di X pari all’1%. L’elasticità è indipendente dalle unità di misura. Conoscere, per esempio, l’elasticità della domanda di un bene rispetto a una qualche variabile X significa comprenderne il significato senza bisogno di conoscere le unità di misura utilizzate per la quantità domandata e per la variabile X. Le misure negative di elasticità spesso confondono gli studenti. È importante ricordare che, sia per elasticità positive sia negative, i valori più lontani da zero implicano una maggiore sensibilità. Si supponga, per esempio, che un aumento iniziale di X pari al 2% produca una riduzione in Y pari al 4%, ma, per effetto di nuovi sviluppi, Y diventi maggiormente sensibile a X, per cui un incremento pari al 2% di X produca una riduzione di Y pari al 6%. Di conseguenza, l’elasticità di Y a X varierà da EXY = -2 a EXY = -3. Dato che la nuova elasticità è più lontana da zero, è possibile sostenere che Y è diventato più elastico ai cambiamenti di X. La stessa conclusione varrebbe se l’elasticità passasse da EXY = 2 a EXY = 3. Di seguito, discuteremo in maggior dettaglio delle modalità attraverso cui gli economisti utilizzano l’elasticità per misurare la sensibilità delle quantità domandate od offerte al relativo prezzo.


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Capitolo 2 Domanda e offerta

L’elasticità di domanda e la spesa totale

3

Variazione % della quantità domandata 100 (∆Q Q ) (∆Q Q ) = = Variazione % del prezzo 100 (∆P P ) (∆P P )

(3)

Ci si potrebbe domandare perché la variazione percentuale nella formula dell’elasticità sia calcolata in relazione a prezzo e quantità domandata iniziali, P e Q, e non rispetto a prezzo e quantità domandata finali, P e Q. La ragione risiede nel fatto che, per variazioni contenute, tali valori sono piuttosto simili e pertanto non è rilevante scegliere l’uno o l’altro. Tuttavia, in alcuni casi, sebbene non di frequente, gli economisti calcolano l’elasticità per ampie variazioni del prezzo, utilizzando una misura nota come elasticità d’arco della domanda. Tale misura sostituisce P e Q nell’equazione (3) con prezzo e quantità domandata media, P = (P + P)/2 e Q = (Q + Q)/2. Per piccole variazioni del prezzo, l’elasticità d’arco è approssimativamente uguale alla misura di elasticità indicata nell’equazione (3) (che è a volte indicata come elasticità puntuale) poiché P e Q saranno piuttosto simili a P e Q.

e w.at ne

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rnhei be

Si consideri, in primo luogo, l’elasticità della domanda di un bene rispetto al suo prezzo. Questa particolare elasticità è utilizzata talmente spesso dagli economisti, da essere spesso indicata come elasticità della domanda (senza il riferimento al prezzo), Ed piuttosto che Epd. L’elasticità (al prezzo) della domanda di un bene corrisponde alla variazione percentuale della quantità domandata in rapporto alla variazione percentuale del prezzo, o, in modo equivalente, alla variazione della percentuale nella quantità domandata per ogni variazione dell’1% del prezzo. Poiché la quantità domandata, in genere, decresce al crescere del prezzo, ci si aspetta che l’elasticità della domanda sia un numero negativo. I prodotti tendono a essere caratterizzati da una domanda più elastica quando esistano altri beni sostitutivi, a loro strettamente correlati, cui i consumatori possono ricorrere in risposta a un aumento del prezzo. La domanda di un bene, inoltre, risulta più elastica nel caso in cui i potenziali acquirenti ne considerino l’acquisto opzionale (di lusso) anziché necessario. Ciononostante, se questi ultimi sono molto ricchi e relativamente indifferenti alle proprie spese, l’elasticità della domanda è inferiore a quella di acquirenti potenziali in ristrettezze economiche. In generale, l’elasticità della domanda può variare nei diversi punti della curva di domanda: i consumatori, per esempio, potrebbero rispondere in maniera differente a una variazione del 2% in corrispondenza di livelli di prezzo elevati rispetto a quanto farebbero per livelli di prezzo inferiori. Pertanto, nel valutare l’elasticità della domanda, gli economisti ne quantificano il valore in corrispondenza di ogni possibile livello di prezzo iniziale. Nel far ciò, si concentrano sulla sensibilità della domanda a piccole variazioni del prezzo, in modo tale da ottenere una misura di tale sensibilità in punti vicini al prezzo iniziale. Nello specifico, si supponga che il prezzo vari da P a P, causando una variazione della quantità domandata da Q a Q; la variazione del prezzo è data da P - P. Per convenienza, si utilizza la notazione DP = P - P (In matematica si utilizza la lettera greca D, delta, per indicare la variazione di una variabile, pertanto DP indica una variazione del prezzo). La variazione percentuale del prezzo è 100 ¥ (DP/P). Per esempio, se il prezzo iniziale, P, fosse 100 e il nuovo prezzo, P, fosse pari a 101, ne deriverebbe che DP = 1 e la variazione percentuale sarebbe pari 100 ¥ 1/100 = 1%. La variazione della quantità domandata è data da Q - Q, ovvero da DQ = (Q - Q) e la variazione percentuale di Q è data da 100 ¥ (DQ/Q). Pertanto, l’elasticità della domanda al prezzo P è:3

WEB

3e ww m

2.4.1 Elasticità (al prezzo) della domanda

Ed =

57

L’elasticità (al prezzo) della domanda in corrispondenza del prezzo P, indicata con Ed, è pari alla variazione percentuale della quantità domandata per ogni incremento dell’1% del prezzo.


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58

Parte 1 Introduzione

Applicazione 2.3

Spostamenti della curva e movimenti lungo la curva: due modi per ridurre il tabagismo Il tabagismo (abitudine o dipendenza dal fumo di tabacco) determina un enorme carico sociale, economico e sanitario per tutti i Paesi interessati dal vizio. Studi recenti* hanno valutato oltre 5,5 milioni il numero di decessi annui per patologie correlate al fumo, il 2% dei quali in Italia, ma non è tutto. Considerando sia i costi sanitari sia il minor rendimento lavorativo, ogni fumatore sembrerebbe comportare una spesa media per lo Stato italiano, e quindi per noi cittadini, prossima ai 67 000 euro.** Peggio di noi, tra gli altri, gli Americani, con una spesa media, stimata, addirittura cinque volte superiore alla nostra. Stati, governi e autorità sanitarie hanno reagito al dilagare del tabagismo (e dei suoi effetti) approntando diverse misure correttive. L’intento è duplice: da un lato ridurre il consumo di sigarette, dall’altro garantirsi un gettito addizionale per far fronte alle spese ad esso correlate. Sono stati dei buoni economisti? Secondo quanto affermato nel Paragrafo 2.3.1, una riduzione nel consumo di un bene può essere ottenuta in due modi [si veda la Figura 2.7(b)]: • •

scoraggiandone l’acquisto e provocando uno spostamento verso sinistra della curva di domanda, oppure frenando la produzione ed inducendo un arretramento della curva di offerta.

Rimane comunque il problema di trovare un modo per far cassa. Come avrebbe agito un economista al posto dei regolatori? In primis avrebbe condotto un’analisi di mercato, perché al fine di scegliere le misure più efficaci è necessario tener conto delle specificità settoriali. In questo modo, avrebbe verificato che la curva di domanda è tendenzialmente anelastica, quindi poco sensibile al prezzo, e che l’offerta risente dell’equilibrio sul mercato del tabacco (materia prima per le sigarette). Da tutto ciò consegue che per disincentivare in maniera efficace il consumo di sigarette è opportuno privilegiare politiche sulla domanda, in quanto la sua rigidità rende quelle sull’offerta meno efficaci. Le campagne mediatiche sulle conseguenze del tabagismo e sulle cure in casi di dipendenza, i divieti alla pubblicizzazione del prodotto e l’apposizione di scritte intimidatorie (“Il fumo uccide) sui pacchetti di sigarette sono tutte misure in linea con quanto prospettato: scoraggiano il consumo e, se efficaci, causano un arretramento della domanda. Lo spostamento verso sinistra dell’offerta è affidato, in alcuni Paesi, a sussidi sulla riconversione agricola. In sostanza gli agricoltori disposti a dismettere la coltivazione del tabacco ricevono un sussidio. Perché questo dovrebbe ridurre l’offerta di sigarette? Perché la minore disponibilità di tabacco dovrebbe farne aumentare il prezzo, con ricadute negative (maggiori costi) nei confronti di tutti i

* Adhikari B., Kahende J., Malarcher A., Pechacek T., Tong V., Smoking-attributable mortality, years of potential life lost, and productivity losses – United States, 2000-2004, “MMWR Morb. Mortal Wkly Rep.” 57, 2008: 1226-1228. ** Francesco R., Santelli E., Scarlato M.I., Zagà V., Il trattamento del tabagismo: costi e ricadute, “Tabaccologia” 1, 2010: 30-41.

Elasticità delle curve di domanda lineari Si consideri l’elasticità delle curve di domanda lineari, ossia rappresentate da una retta, come quella nella Figura 2.1(a). Queste ultime corrispondono a funzioni di domanda del tipo: Qd = A - BP, in


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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prodotti ottenuti dalla lavorazione del tabacco, tra cui le sigarette. Ecco spiegato lo spostamento verso sinistra della cura di offerta. E per far cassa? Forse anche in ragione della bassa elasticità della domanda, un economista avrebbe probabilmente suggerito il ricorso alle tasse. Così è stato fatto. Ne dovremmo desumere che, alla fine, i regolatori sono stati dei buoni economisti. Ma è tutto oro quello che luccica? Mah. Nel 2010, l’incidenza delle tasse sul prezzo finale di un pacchetto di sigarette ha superato il 75% (media OCSE, Figura 2.14). A contribuirvi un mix di strumenti: 1. le accise, tasse selettive sul consumo; 2. i dazi, tasse selettive sul consumo di beni importati; 3. l’IVA, tassa generale sul consumo di beni e servizi. In risposta ai cali di gettito degli ultimi anni, alcuni Paesi, tra cui 24 dei 27 dell’Unione Europea, si sono convertiti al cosiddetto il sistema dell’accisa minima che, come presagisce il nome, garantisce un introito minimo per unità pacchetto di sigarette venduto. Pur riconoscendo alle tasse un ruolo fondamentale all’interno delle politiche di controllo del tabagismo, si riscontrano pareri discordanti sulle ragioni che hanno spinto gli Stati a far leva su tale strumento. In particolare, ci si chiede se una pressione fiscale del 75% è efficiente. A detta del Fondo Monetario Internazionale (FMI), “un’aliquota efficiente dovrebbe tener conto del potere d’acquisto dei consumatori locali, delle aliquote applicate dai Paesi limitrofi e della capacità e della volontà dell’autorità fiscale nel far valere la legge”. Resta ancora da vedere se una media del 75% risponde a questi requisiti. A cura di Monica Bonacina

Figura 2.14 Incidenza delle tasse sul prezzo finale delle sigarette, media dei Paesi OCSE, 2010. Prezzo al netto delle accise

0%

20%

40%

Iva

60%

Altre accise

80%

100%

Fonte: elaborazioni personali.

cui A e B sono numeri positivi. Si è visto, per esempio, che la curva di domanda nella Figura 2.1(a) corrisponde alla funzione di domanda Qdmais = 15 - 2Pmais, in cui A = 15 e B = 2.


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Parte 1 Introduzione

Per calcolare l’elasticità di una curva di domanda lineare, si riscrive l’elasticità indicata nell’equazione (3) come:4  ∆Q  P  E d =     ∆P  Q 

(4)

Il primo termine tra parentesi rappresenta la variazione della quantità domandata per ogni euro in più di prezzo (nel caso in cui il prezzo sia misurato in euro); per una curva di domanda lineare, tale rapporto è pari a -B [Per verificare questo risultato, si osservi che, per qualunque valore di DP, la variazione della domanda è pari a DQ = -B(DP); dividendo entrambi i membri per DP si ottiene che DQ/DP = -B]. Il secondo termine tra parentesi nell’equazione (4) corrisponde al rapporto tra prezzo e quantità iniziale. Pertanto, l’elasticità della domanda per curve lineari partendo dal prezzo P e dalla quantità Q è: Ed = -B(P/Q)

(5)

La Figura 2.15 riproduce la curva di domanda lineare di mais raffigurata nella Figura 2.1(a), Qdmais = 15 - 2Pmais, e indica l’elasticità della domanda in corrispondenza di tre livelli di prezzo lungo tale curva: 6, 3,75 e 1,50 euro: in corrispondenza di P = 3,75 euro, per esempio, la quantità domandata, Q, è pari a 7,5; dal momento che B = 2, l’elasticità della domanda per questo livello di prezzo è data da Ed = -2(3,75/7,5) = -1. Procedendo con calcoli simili, si ottiene che per P = 6, Ed = -4 e che per P = 1,50, Ed = -1/4. Più in generale, l’equazione (5) implica che, in una curva di domanda lineare, la domanda è più elastica in corrispondenza di livelli di prezzo più elevati, perché

Figura 2.15 9

Elasticità lungo una curva di domanda lineare Quando la curva di domanda è lineare, l’elasticità della domanda al prezzo, definita come B(P/Q), è differente in ciascun punto della curva. La figura mostra le elasticità della curva di domanda di mais della Figura 2.1(a).

8 Prezzo (euro per bushel)

60

7

E d = −2

6

6 = −4 3

5

E d = −2

4 3

3,75 = −1 7,5

3,75

E d = −2

2 1

7,50

1,50 1

3

5

7

12 9

11

1,50 1 =− 12 4

D 13

15

17

Quantità (miliardi di bushel)

4

L’equazione (4) si ottiene riscrivendo la (3) nel modo seguente: E d ==

(∆Q Q )  ∆Q  P   ∆Q  P   =   = (∆P P )  Q  ∆P   ∆P  Q 


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Capitolo 2 Domanda e offerta

a tali livelli P è maggiore di Q. Nella Figura 2.15, per esempio, l’elasticità della domanda è minore di -1 (Ed < -1) in corrispondenza di prezzi superiori a 3,75 euro e maggiore di -1 (Ed > -1) per livelli di prezzo inferiori a 3,75 euro. Quando l’elasticità della domanda al prezzo è inferiore a -1, gli economisti definiscono la domanda elastica, a significare che la variazione percentuale della quantità domandata è maggiore (in termini assoluti) della variazione percentuale del prezzo. Quando l’elasticità della domanda è maggiore di -1 (ossia, è compresa tra -1 e 0), gli economisti definiscono la domanda inelastica, il che significa che la variazione percentuale della quantità domandata è minore (in termini assoluti) della variazione percentuale del prezzo. Un modo alternativo particolarmente utile di scrivere l’elasticità della domanda si ottiene dividendo numeratore e denominatore del primo termine nell’equazione (4) per DQ:   1 (P Q ) E d =   (∆P ∆Q ) 

E s erc iz i o s volto 2. 3 Problema Si consideri la curva di domanda lineare di benzina nella Figura 2.16(a). Qual è l’elasticità della domanda in corrispondenza di un prezzo pari a 2,51 dollari per gallone? E per un prezzo pari a 2,92 dollari? La domanda è elastica o inelastica? Soluzione In primo luogo, è necessario definire il valore di B, che può essere calcolato utilizzando le variazioni nell’equilibrio di mercato nella Figura 2.16(a) utilizzando l’equazione:6

Sostituendo -(1/B) a (DP/DQ) nell’equazione (6) si ottiene di nuovo l’equazione (5). In alternativa, è possibile definire il valore sia di A sia di B risolvendo le due equazioni A B(2,51) = 395 e A - B(2,92) = 365. La soluzione è B = 73,17 e A = 578,66. 6

La domanda è elastica quando la sua elasticità è minore di -1. È inelastica quando l’elasticità è maggiore di -1 (ossia, compresa tra -1 e 0).

(6)

Il denominatore del primo termine nell’equazione (6), (DP/DQ), rappresenta la variazione del prezzo in rapporto alla variazione della quantità. Per una curva di domanda lineare, (DP/DQ) corrisponde esattamente alla pendenza della curva (la variazione verticale in rapporto alla variazione orizzontale che intercorre tra due punti qualunque sulla retta), che è pari a -(1/B).5 La pendenza della curva di domanda nella Figura 2.15, per esempio, che rappresenta graficamente la funzione di domanda Qdmais = 15 - 2Pmais (in cui B = 2), è -(1/2). La Figura 2.10 ha illustrato due casi estremi di elasticità della domanda. La curva di domanda orizzontale nella Figura 2.10(a) ha una pendenza pari a zero (DP/DQ = 0). Utilizzando l’equazione (6), si conclude quindi che l’elasticità della domanda al prezzo P è pari a meno infinito: Ed = -. Una curva di domanda orizzontale è detta perfettamente elastica. Nella curva di domanda verticale nella Figura 2.10(b), una qualunque variazione del prezzo, DP, non produce alcuna variazione della quantità domandata, per cui (DQ/DP) = 0. Utilizzando l’equazione (4), si ottiene un’elasticità della domanda al prezzo pari a zero: Ed = 0. Una curva di domanda verticale è detta perfettamente inelastica.

5

61

La domanda è perfettamente elastica quando la curva di domanda è orizzontale, cosicché l’elasticità è pari a meno infinito. La domanda è perfettamente inelastica quando la curva di domanda è verticale, pertanto l’elasticità è pari a zero.


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Parte 1 Introduzione

Figura 2.16 Effetti degli uragani sull’equilibrio di mercato (a) Gli effetti degli uragani Katrina e Rita sul prezzo e sul numero di litri di benzina scambiati quotidianamente. (b) Gli effetti degli uragani Charley, Frances e Jeanne sul prezzo e sul numero di casse di arance acquistate e vendute in Florida. In entrambi i casi, la riduzione dell’offerta provoca un aumento del prezzo e una riduzione della quantità scambiata.

(a) Mercato della benzina

(b) Mercato delle arance S Oct Ott S 2004–5 2003-4 2004-5 S 2003–4

2,92 Prezzo ($ a cassa)

Prezzo ($ al gallone)

S Ago Aug 2,51

3,49 2,35

D

D

365 395 Galloni al giorno (millioni)

150 242 Casse all’anno (milioni)

B =−

(365 − 395) ∆Q =− = 73,17 ∆P (2 ,92 − 2 ,51)

Pertanto, l’elasticità della domanda per 2,51 dollari al gallone è: P   2 ,51 E d = −B   = −73,17   = −0, 46 Q   395  Analogamente, l’elasticità della domanda in corrispondenza di 2,92 dollari al gallone è pari a -0,59. La domanda, quindi, è inelastica in corrispondenza di entrambi i prezzi.

E s e rc iz i o d a svol gere 2.4 Si consideri la curva di domanda lineare di arance nella Figura 2.16(b). Qual è l’elasticità della domanda in corrispondenza di un prezzo pari a 2,35 euro per cassa? E per un prezzo di 3,49 euro? Elasticità delle curve di domanda non lineari Calcolare l’elasticità della domanda in corrispondenza di livelli di prezzo specifici è un’operazione leggermente più complicata quando le curve di domanda sono non lineari, come quella rappresentata nella Figura 2.17. A tal fine, si riprende la definizione dell’elasticità fornita dall’equazione (6):


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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Figura 2.17 Pendenza della curva di domanda in corrispondenza del prezzo P In corrispondenza dell’ampia variazione di prezzo da P a P', la retta indicata in grigio chiaro che unisce i punti C e A ha una pendenza pari a DP'/DQ'. Per la più piccola variazione del prezzo da P a P , la linea in grigio scuro che unisce i punti B e A ha una pendenza pari a DP''/DQ''. Al ridursi dell’ampiezza della variazione del prezzo, la pendenza delle rette che uniscono i punti iniziali e finali della curva diventa sempre più simile a quella della retta in nero che tocca la curva di domanda nel punto A, detta retta tangente ad A. Pertanto, per ridotte variazioni del prezzo, DP/DQ diventa uguale alla pendenza della retta tangente, che semplicemente rappresenta la pendenza della curva di domanda nel punto A.

Prezzo (euro)

P′

ΔP′

C

ΔP′ ΔQ′

Pendenza =

Pendenza =

B

P″

ΔP″ ΔQ″

ΔP″ A

P Pendenza = Q′

Q″

ΔP ΔQ Q

ΔQ″ ΔQ′ Quantità

  1 (P Q ) E d =   (∆P ∆Q ) 

Si è già visto che, in una curva di domanda lineare, DP/DQ coincide esattamente con la pendenza di tale curva. Cosa accade, invece, quando la curva di domanda è non lineare? In tal caso, per una piccola variazione del prezzo a partire dal livello iniziale P, DP/DQ rappresenta la pendenza della retta nera della Figura 2.17, che è tangente alla curva di domanda in corrispondenza del prezzo P, punto indicato con la lettera A. La Figura 2.17 illustra la ragione di tutto questo. Si consideri, per esempio, un’ampia variazione di prezzo tra P e P, che produce uno spostamento lungo la curva di domanda dal punto A al punto C, con una variazione della quantità domandata da Q a Q. Le variazioni nel prezzo e nella quantità domandata tra i punti A e C, DP e DQ, sono indicate lungo gli assi nella figura. Il rapporto DP/DQ eguaglia la pendenza della retta indicata con un tratto grigio chiaro, che unisce i punti A e C, dal momento che la variazione verticale della retta è pari a DP e quella orizzontale a DQ. Si consideri ora una variazione più piccola del prezzo, che da P passa a P, la quale determina uno spostamento lungo la curva di domanda dal punto A al punto B, con una variazione della quantità acquistata da Q a Q. Di nuovo, la


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64

Parte 1 Introduzione

Una funzione di domanda a elasticità costante (o isoelastica) ha la stessa elasticità in corrispondenza di qualunque livello di prezzo.

variazione del prezzo e della quantità domandata tra i punti A e B, DP e DQ è indicata lungo gli assi nella figura. Il rapporto DP/DQ eguaglia la pendenza della retta raffigurata con un tratto grigio scuro, che unisce i punti A e B. Tale retta è più inclinata di quella nera, ma meno inclinata di quella che unisce i punti A e C. Come si mostra nella figura, a variazioni sempre più ridotte del prezzo, la pendenza delle rette corrispondenti è sempre più simile a quella della retta nera, che tocca la curva di domanda nel punto A; tale retta è detta tangente alla curva di domanda nel punto A. Più semplicemente, ricorrendo a una definizione frequentemente utilizzata, e a cui si farà ampio ricorso, la pendenza della retta tangente alla curva in un punto coincide con la pendenza della curva (o inclinazione) in quel punto. Di conseguenza, è possibile ridefinire la precedente conclusione nel modo seguente: per piccole variazioni del prezzo a partire da P, il rapporto DP/DQ coincide con la pendenza della curva di domanda nel punto A. Gli economisti lavorano spesso con curve di domanda caratterizzate da un’elasticità costante per ogni livello di prezzo. Tali curve, note come curve di domanda a elasticità costante (o isoelastiche), corrispondono a funzioni di domanda del tipo: Qd = A(P–B), dove A e B sono numeri positivi. Per tali funzioni di domanda, l’elasticità è pari a Ed = -B.7 La Figura 2.18 mostra la curva di domanda a elasticità costante la cui funzione è Qd = 100/P [o, in modo equivalente, Qd = 100(P-1)], che ha una elasticità pari a Ed = -1 in corrispondenza di qualunque livello di prezzo P. Come illustrato nella figura, una curva di domanda a elasticità costante diventa sempre più inclinata al crescere del prezzo. Perché? Osservando l’equazione (6), si deduce che, al crescere di P, (e al ridursi di Q) P/Q aumenta; pertanto, perché l’elasticità rimanga costante, la pendenza della curva di domanda, (DP/DQ), deve aumentare anch’essa, come mostrato nella figura.

Figura 2.18 Pendenza = −0,04

Curva di domanda a elasticità costante La figura mostra la curva relativa alla funzione di domanda Qd = 100/P. In corrispondenza di qualunque livello di prezzo P, l’elasticità della domanda è pari a -1. Prezzo (euro)

2

Ed =

1 2 −0,04 50

= −1

Ed = 1

1 1 −0,01 100

= −1

D Pendenza = −0,01 50

100 Quantità

7

L’Appendice online Il calcolo delle elasticità mostra questi risultati usando il calcolo matematico.


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Capitolo 2 Domanda e offerta

Spesa totale ed elasticità della domanda L’elasticità della domanda di un bene fornisce un’indicazione di quale sarebbe la variazione nella spesa totale dei consumatori in seguito a un aumento del prezzo. Tale spesa è pari a P ¥ Q, ossia al prodotto tra il prezzo e la quantità totale domandata. La spesa totale aumenterà in seguito a un piccolo incremento del prezzo nel caso in cui la domanda sia inelastica e si ridurrà nel caso in cui la domanda sia elastica. Dal momento che l’incasso totale dei venditori è sempre uguale alla spesa totale degli acquirenti, la medesima considerazione vale anche in questo caso. Da cosa deriva tale relazione? Si supponga che un aumento dell’1% nel prezzo di un bene causi una riduzione dell’1% nella quantità domandata. A parità di quantità, l’incremento dell’1% nel prezzo del bene produrrà un uguale incremento dell’1% nella spesa totale; a parità di prezzo, la riduzione dell’1% nella quantità domandata produrrà una uguale riduzione dell’1% nella spesa totale. Pertanto, è facile dedurre che l’aumento dell’1% nel prezzo e la riduzione dell’1% della quantità si compensano, lasciando inalterata la spesa totale: se un incremento dell’1% nel prezzo provoca una riduzione inferiore all’1% nella quantità domandata, la spesa totale aumenterà, mentre nel caso in cui essa produca una riduzione della quantità domandata superiore all’1%, la spesa totale si ridurrà. Si propongono di seguito un paio di esempi. In primo luogo, si consideri una curva di domanda a elasticità costante. Per la funzione di domanda Qd = 100/P raffigurata nella Figura 2.18, che ha un’elasticità pari a -1, la spesa totale è pari a 100 euro in corrispondenza di qualunque livello di prezzo. Ciò deriva dal fatto che P(100/P) = 100. Più in generale, se Qd = A(P–B) (per cui Ed = -B), la spesa totale in corrispondenza del prezzo P è pari a P(A ¥ P–B) = A (P1–B). Di conseguenza, un incremento del prezzo farà aumentare la spesa totale se B <1 (con Ed compresa tra -1 e 0) e ne provocherà una riduzione se B >1 (con Ed minore di -1). Si consideri ora una curva di domanda lineare. La Figura 2.19 rappresenta la relazione tra la spesa totale di mais e il suo prezzo per la curva di domanda lineare illustrata nella Figura 2.15. La formula della spesa totale è Pmais ¥ Qmais = Pmais ¥ (15 - 2Pmais) = 15Pmais - 2(Pmais)2. Si ricordi che tale curva è inelastica per livelli di prezzo inferiori a 3,75 euro al bushel ed elastica per prezzi superiori a tale livello. Come mostrato dalla figura, un incremento di prezzo provoca un aumento

Relazione tra prezzo e spesa totale La figura mostra la spesa totale in mais per la curva di domanda rappresentata nella Figura 2.15. La spesa totale aumenta al crescere del prezzo, per livelli di prezzo inferiori a 3,75 euro, ossia quando la domanda è inelastica. La spesa totale si riduce al crescere del prezzo, per livelli di prezzo superiori a 3,75 euro, ossia quando la domanda è elastica. La spesa è massima quando il prezzo è pari a 3,75 euro, per cui E = -1.

Spesa totale (miliardi di euro)

Figura 2.19 30 28,13 20

10 3,75 2

4 Prezzo (euro al bushel)

6

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Parte 1 Introduzione

della spesa totale quando il livello di prezzo iniziale è inferiore a tale soglia (per cui la domanda è elastica) e una riduzione della spesa totale se il prezzo è superiore a tale soglia (per cui la domanda è inelastica). A quale prezzo la spesa totale è massima? Dovrà trattarsi del prezzo in corrispondenza del quale l’elasticità della domanda è pari a -1. Perché? Se la domanda fosse inelastica (elasticità compresa tra 0 e -1), un piccolo incremento di prezzo farebbe aumentare la spesa totale; tuttavia, anche se fosse elastica (elasticità minore di -1), una piccola riduzione del prezzo farebbe aumentare la spesa totale. In corrispondenza del valore massimo della spesa totale, né un piccolo aumento né una piccola riduzione possono provocarne un ulteriore aumento; la domanda non deve, quindi, essere né elastica né inelastica, per cui l’elasticità della domanda deve essere pari a -1. Nella Figura 2.19, per esempio, il prezzo che massimizza la spesa totale è di 3,75 euro al bushel: lo stesso prezzo in corrispondenza del quale l’elasticità della domanda è pari a -1. In sintesi

Spesa totale ed elasticità della domanda Un piccolo aumento del prezzo provoca un aumento della spesa totale se la domanda è inelastica e una sua riduzione se la domanda è elastica. La spesa totale è massima in corrispondenza di un prezzo per cui l’elasticità è pari a -1.

E s e rc iz i o svol to 2. 4 Problema Si consideri la curva di domanda lineare per la benzina nella Figura 2.16(a), già considerata nell’Esercizio svolto 2.3. La funzione di domanda per tale curva è Qd = 578,66 - 73,17P. In corrispondenza di quale prezzo la spesa totale per la benzina è massima? Soluzione Si ricordi che l’elasticità di una funzione di domanda lineare Qd = A - BP al prezzo P è data da Ed = -B(P/Q), dove Q rappresenta la quantità domandata in corrispondenza di tale prezzo. Sostituendo Q, è possibile riscrivere la formula come:  P  E d = −B    A − BP  È noto che la spesa totale è massima in corrispondenza di un prezzo per cui l’elasticità della domanda è pari a -1.   P = −1 −73,17  578 , 66 − 73,17P  Moltiplicando entrambi i lati per 578,66 -73,17P, è possibile riscrivere l’equazione come: 73,17P = 578,66 -73,17P Risolvendo per P, si ottiene che la spesa totale è massima in corrispondenza di un prezzo pari a 3,95 euro al gallone.


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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E s erc iz io da s volg e re 2. 5 La funzione di domanda lineare per la curva di domanda rappresentata nella Figura 2.16(b) è Qd = 431,6 - 80,7P. In corrispondenza di quale prezzo la spesa totale in arance è massima?

2.4.2

Elasticità (al prezzo) dell’offerta

Gli economisti utilizzano il concetto di elasticità anche per misurare il grado di sensibilità della curva di offerta al prezzo del prodotto utilizzando i medesimi principi validi per la domanda. Per esempio, l’elasticità (al prezzo) dell’offerta in corrispondenza di un prezzo P, indicata con Es, è uguale alla variazione percentuale nella quantità offerta per ogni incremento dell’1% del prezzo, Es =

Variazione % nella quantità offerta (∆Q Q )  ∆Q  P  = =   Variazione % del prezzo (∆P P )  ∆P  Q 

(7)

in cui Q rappresenta la quantità offerta al prezzo P e DQ/DP è la variazione della quantità offerta in corrispondenza di un incremento di 1 euro del prezzo (laddove i prezzi siano misurati in euro). Dal momento che l’offerta, in genere, aumenta al crescere del prezzo, ci si aspetta che l’elasticità dell’offerta sia un numero positivo. Analogamente a quanto detto per l’elasticità della domanda, possiamo anche indicare l’elasticità dell’offerta come:   1 (P Q ) E s =  (∆P ∆Q ) 

(8)

dove DP/DQ corrisponde alla pendenza della curva di offerta. La curva di offerta orizzontale rappresentata nella Figura 2.12(a) ha una pendenza pari a 0, pertanto, applicando l’equazione (8), l’elasticità dell’offerta al prezzo P è infinita: Es = +. Tale curva di offerta è perfettamente elastica. Al contrario, la curva di offerta verticale nella Figura 2.12(b) è tale per cui qualunque variazione del prezzo, DP, non provoca alcun cambiamento nella quantità offerta, per cui DQ = 0. Per tale curva di offerta, (DQ/DP) è uguale a 0 e, di conseguenza, applicando l’Equazione (7) si rileva che l’elasticità all’offerta è zero: Es = 0. Tale curva di offerta è perfettamente inelastica. In generale, le curve di offerta con un’elasticità compresa tra 0 e 1 si dicono inelastiche; quelle con elasticità maggiore di 1 sono dette elastiche. Per una curva di offerta inelastica, l’incremento percentuale nella quantità offerta è minore della variazione percentuale del prezzo. Il contrario è valido per una curva di offerta elastica.

2.4.3

L’elasticità (al prezzo) dell’offerta in corrispondenza del prezzo P, indicata con Es, è uguale alla variazione percentuale nella quantità offerta per ogni aumento dell’1% nel livello del prezzo.

Misura della variazione nella domanda di mercato, riconsiderata

Come si è detto, le elasticità della domanda e dell’offerta rappresentano modalità più convenienti per misurare la sensibilità al prezzo di rispetto alla pendenza (o inclinazione) delle relative curve. Nel Paragrafo 2.3 si è illustrata la relazione tra la pendenza delle curve di domanda e offerta e la misura della variazione del

L’offerta è perfettamente inelastica quando la curva di offerta è verticale, per cui l’elasticità al prezzo dell’offerta è pari a zero, e perfettamente elastica quando la curva di offerta è orizzontale, per cui l’elasticità al prezzo dell’offerta è infinita. L’offerta è elastica in corrispondenza del prezzo P quando l’elasticità dell’offerta è maggiore di 1, e inelastica quando l’elasticità dell’offerta è tra 0 e 1.


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Parte 1 Introduzione

prezzo di mercato e delle quantità acquistate e vendute in seguito a spostamenti, rispettivamente, delle curve di offerta e di domanda. Si consideri di nuovo tale discussione per comprendere quale sia la relazione con l’elasticità. La Figura 2.11, per esempio, mostrava come, in seguito allo spostamento della curva di offerta, il prezzo variasse in misura maggiore e la quantità in misura minore in una curva di domanda più inclinata, D1, rispetto a una più piatta, D2. In che modo la pendenza delle due curve di domanda è in relazione alla loro elasticità? Quando due curve di domanda differenti coincidono in corrispondenza di un certo livello di prezzo, quella più inclinata è sempre meno elastica per tale prezzo. Per esempio, entrambe le curve di domanda nella Figura 2.11 passano per il punto di equilibrio iniziale del mercato, in cui il prezzo è pari a P* e la quantità a Q*. Dal momento che la pendenza (DP/DQ) è più vicina a 0 per la curva più piatta e il valore di P*/Q* è lo stesso per entrambe le curve nel punto di intersezione, la formula (6) implica che la curva più piatta è più elastica al prezzo P*. Pertanto, per piccoli spostamenti nelle curve di domanda e offerta, è possibile riformulare la conclusione ottenuta nel Paragrafo 2.3 nel modo seguente.

Cambiamenti nell’equilibrio di mercato ed elasticità della domanda e offerta 1.

2.

Quando a spostarsi è la curva di domanda: quanto meno elastica è la curva di offerta in corrispondenza del prezzo di equilibrio iniziale, tanto più ampia è la variazione del prezzo e più contenuta la variazione della quantità acquistata e venduta. Quando a spostarsi è la curva di offerta: quanto meno elastica è la curva di domanda nel prezzo di equilibrio iniziale, tanto più ampia è la variazione del prezzo e più contenuta la variazione della quantità acquistata e venduta.

2.4.4

L’elasticità della domanda al reddito è data dalla variazione percentuale della quantità domandata per ogni variazione dell’1% del reddito.

Ulteriori elasticità

Come spiegato nei Paragrafi 2.1 e 2.2, la domanda e l’offerta di un bene sono influenzate da altri fattori, oltre al prezzo. È possibile ricorrere al concetto di elasticità per misurare il grado di sensibilità di domanda e offerta anche a tali fattori. Per esempio, l’elasticità della domanda rispetto al reddito (indicato con M), detta tipicamente elasticità della domanda al reddito è data dalla variazione percentuale della quantità domandata in rapporto alla variazione percentuale nel reddito o, in modo equivalente, dalla variazione percentuale nella quantità domandata per ogni variazione dell’1% nel reddito: d EM =

Se la domanda di un prodotto aumenta all’aumentare del reddito, il prodotto viene chiamato bene normale. Se invece si riduce, viene chiamato bene inferiore.

(∆Q Q ) (∆M M )

Se un incremento nel reddito produce un aumento della domanda di un bene, l’elasticità della domanda al reddito è positiva e si parla di bene normale. A volte, tuttavia, un aumento del reddito provoca una riduzione della domanda di un bene; ciò avviene solitamente quando il prodotto è di bassa qualità e più alti livelli di reddito spingono i consumatori a sostituire tali beni con prodotti alternativi, di qualità superiore. In questo caso, l’elasticità della domanda al reddito è negativa e si parla di bene inferiore. Tali concetti saranno approfonditi nel Capitolo 4.


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Capitolo 2 Domanda e offerta

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Applicazione 2.4

Domanda nel settore del trasporto pubblico locale Nel settore del trasporto pubblico locale, all’interno di un’area urbana si osserva tipicamente un unico gestore, che spesso organizza anche i servizi suburbano ed extraurbano. I passeggeri decidono di usare in misura maggiore o minore l’autobus come mezzo di trasporto in base a una serie di fattori, tra cui il prezzo del biglietto, il costo dell’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi (autoveicolo, ciclomotore, oppure, per lunghe percorrenze, il treno), il livello di reddito, la qualità del servizio e così via. Un recente studio* ha analizzato un campione di 69 imprese di trasporto pubblico locale italiane per il periodo 1991-2002. Per quanto riguarda il movimento lungo la curva di domanda in relazione alla variazione delle tariffe, l’elasticità della domanda rispetto al prezzo è risultata pari a -0,18 nel breve periodo e a -1 nel lungo periodo. Ciò significa che, a fronte di una riduzione del prezzo del biglietto del 10%, il numero dei passeggeri trasportati sarebbe aumentato solamente dell’1,8% nel breve periodo (all’incirca un anno) e del 10% nell’arco di un periodo maggiormente lungo. L’elasticità della domanda rispetto al reddito è risultata molto bassa, e ciò implica che un aumento del reddito degli abitanti non ha comportato un maggior uso dei mezzi pubblici. Studi analoghi hanno ottenuto valori negativi per l’elasticità della domanda al reddito, evidenziando come il trasporto pubblico locale possa essere considerato come un bene inferiore. Infine, tra le altre variabili che, come il reddito, determinano uno spostamento della curva di domanda, gli autori hanno evidenziato come l’introduzione di un sistema di tariffe integrate, che permette agli utenti di poter usufruire, comprando un unico biglietto, di diversi mezzi di trasporto, quali treno, metropolitana, servizio di linea urbano ed extraurbano, abbia avuto come effetto un incremento della domanda pari al 2% nel breve periodo e al 12% nel lungo periodo. L’integrazione tariffaria si presenta quindi come un valido strumento per incentivare l’uso dei mezzi pubblici e per attenuare fenomeni quali l’inquinamento e la congestione del traffico all’interno dei grandi centri urbani, dove il problema della mobilità sostenibile rappresenta una sfida importante per il futuro. A cura di Davide Vannoni

* Abrate G., Piacenza M., Vannoni D., The Impact of Integrated Tariff Systems on Public Transport Demand: Evidence from Italy, “Regional Science and Urban Economics” 39 (2), 2009: 120-127.

Gli economisti, inoltre, di frequente misurano l’elasticità della domanda di un bene in rapporto al prezzo di un altro prodotto, il che è noto come elasticità incrociata. Sia Q la quantità domandata del primo bene e Po il prezzo del secondo, altro, prodotto, l’elasticità è data dalla variazione percentuale nella quantità domandata del bene in rapporto alla variazione percentuale nel prezzo di un altro prodotto o, in modo equivalente, la variazione percentuale nella quantità domandata di un bene per ogni variazione dell’1% del prezzo di un altro bene: E Pdo =

(∆Q Q ) (∆Po Po )

L’elasticità incrociata della domanda è data dalla variazione percentuale nella quantità domandata del bene per ogni variazione dell’1% del prezzo di un altro bene.


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Parte 1 Introduzione

Nel caso di beni sostituti (si veda il Paragrafo 2.1), l’elasticità incrociata assume valori positivi. Al contrario, per i beni complementari è negativa. Analogamente, è possibile misurare le elasticità dell’offerta di un bene rispetto ad altri fattori, quali il prezzo degli input o di altri prodotti.

Sintesi del capitolo 1. Domanda a. Il primo passo nell’analisi della domanda e dell’offerta del mercato di un bene consiste nel definire la domanda di tale bene. b. La curva di domanda di un prodotto mostra la quantità del bene che consumatori e imprese sono disposti ad acquistare per ogni possibile livello di prezzo, mantenendo costanti tutti gli altri fattori che possono influenzare la domanda. c. La funzione di domanda di un bene è una formula che assume la forma Quantità Domandata = D (Prezzo, Altri Fattori). Essa consente di calcolare la quantità domandata del bene in corrispondenza di una qualunque possibile combinazione del prezzo e degli altri fattori. d. Un cambiamento nel prezzo del bene provoca spostamenti lungo la curva di domanda. Una variazione negli altri fattori provoca uno spostamento dell’intera curva di domanda. 2. Offerta a. Il secondo passo nell’analisi della domanda e dell’offerta del mercato di un bene consiste nel definire l’offerta di tale bene. b. La curva di offerta di un prodotto mostra la quantità che i venditori del bene sono disposti a vendere per ogni possibile livello di prezzo, mantenendo costanti tutti gli altri fattori che possono influenzare l’offerta. c. La funzione di offerta di un bene è una formula che assume la forma Quantità Offerta = S (Prezzo, Altri Fattori). Essa consente di calcolare la quantità offerta del bene in corrispondenza di qualunque combinazione del prezzo e degli altri fattori. d. Un cambiamento nel prezzo del bene provoca spostamenti lungo la curva di offerta. Una variazione negli altri fattori provoca spostamenti dell’intera curva di offerta. 3. Equilibrio di mercato a. Una volta individuate domanda e offerta di un mercato, il passo successivo consiste nel

determinare il prezzo di equilibrio, ossia, quello in corrispondenza del punto di intersezione tra domanda e offerta, in modo tale che quantità domandata e offerta siano uguali. Tale prezzo può essere definito graficamente o algebricamente. b. I prezzi di mercato tendono ad adeguarsi in modo tale da eguagliare domanda e offerta. Nel caso in cui esista un eccesso di domanda, alcuni acquirenti saranno spinti ad aumentare il prezzo offerto per acquistare la quantità desiderata. Nel caso in cui si verifichi un eccesso di offerta, alcuni venditori avranno un incentivo ad abbassare il prezzo richiesto per poter vendere la quantità desiderata. Tali processi tendono a ristabilire l’equilibrio tra domanda e offerta. c. Al fine di stabilire in che misura una variazione delle condizioni di mercato, per esempio un cambiamento nel prezzo di un input o uno spostamento delle preferenze del consumatore, incida sul prezzo e sulla quantità acquistata e venduta, è necessario definire prima l’equilibrio di mercato e dopo il cambiamento. d. Variazioni che producono un aumento della domanda (spostando la curva di domanda verso destra) si traducono in un aumento del prezzo e della quantità acquistata e venduta; cambiamenti che generano una riduzione della domanda si traducono in un calo di tali fattori. Al contrario, variazioni che producono un aumento dell’offerta (spostando la curva di offerta verso destra) si traducono in aumenti della quantità acquistata e venduta ma in una riduzione del prezzo; variazioni che generano riduzioni dell’offerta producono effetti opposti. e. Nel caso in cui sia la domanda sia l’offerta si spostino e ciascun spostamento, considerato singolarmente, produca un aumento del prezzo, anche la combinazione dei due spostamenti, e quindi l’effetto totale, determinerà un aumento del prezzo. Invece, se i due effetti ope-


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Capitolo 2 Domanda e offerta

spondenza di tale prezzo è più lontana da 0 che non da -1(Ed < -1). È perfettamente inelastica quando l’elasticità al prezzo è pari a 0, ed è perfettamente elastica quando l’elasticità della domanda al prezzo è pari a meno infinito. e. Quando la domanda è elastica, un piccolo incremento nel prezzo produce una riduzione della spesa totale. Quando la domanda è inelastica, un piccolo aumento nel prezzo produce un aumento della spesa totale. La spesa totale è massima per un prezzo in corrispondenza del quale l’elasticità della domanda è pari a -1. f. L’elasticità dell’offerta al prezzo per un dato prezzo P, indicata con Es, misura la variazione percentuale nell’offerta per ogni aumento dell’1% nel prezzo del bene. g. L’offerta è inelastica quando l’elasticità dell’offerta al prezzo è più vicina a 0 che non a 1 (Es <1); è elastica quando l’elasticità dell’offerta al prezzo è più lontana da 0 che non da 1 (Es >1). L’offerta è perfettamente inelastica quando l’elasticità dell’offerta è pari a 0, mentre è perfettamente elastica quando tale elasticità è pari a infinito. h. Per piccole variazioni nella curva di domanda, quanto meno elastica è la curva di offerta in corrispondenza del prezzo di equilibrio, maggiore è la variazione del prezzo e minore quella nella quantità domandata e offerta. Per piccoli spostamenti della curva di offerta, quanto meno elastica è la curva di domanda in corrispondenza del prezzo di equilibrio iniziale, maggiore è la variazione nel prezzo e minore quella nella quantità acquistata e venduta. i. Gli economisti, inoltre, studiano l’elasticità della domanda e dell’offerta di un bene rispetto ad altri fattori, quali il reddito, il prezzo di altri prodotti (per la domanda) e il prezzo dei fattori produttivi (per l’offerta).

rano in direzioni opposte, l’effetto totale è ambiguo. Lo stesso principio si applica a variazioni nella quantità acquistata e venduta. f. Quando la domanda o l’offerta aumentano, spostando le curve di domanda od offerta, la dimensione della variazione del prezzo e della quantità acquistata e venduta dipende dalla misura dello spostamento e dalla pendenza della curva che rimane immutata. Quanto più inclinata è la curva che non si sposta, maggiore è la variazione nel prezzo di equilibrio e minore è la variazione della quantità acquistata e venduta. 4. Elasticità della domanda e dell’offerta a. L’elasticità di una variabile, Y, rispetto a un’altra variabile, X, misura la sensibilità di Y a variazioni in X. Essa è data dalla variazione percentuale in Y in rapporto alla variazione percentuale in X o, in modo equivalente, dalla variazione percentuale in Y per ogni incremento dell’1% in X. b. L’elasticità della domanda (al prezzo) per un dato livello di prezzo P, indicata con Ed, misura la variazione percentuale nella quantità domandata per ogni incremento dell’1% nel prezzo del bene, per piccole variazioni del prezzo. L’elasticità della domanda è di solito un numero negativo. c. L’elasticità della domanda è calcolata utilizzando la formula Ed = (P/Q)/(DP/DQ). Per una curva di domanda lineare della forma Qd = A - BP, (DP/DQ) è pari a -(1/B), che corrisponde alla pendenza della curva di domanda. Per una curva di domanda non lineare, è uguale alla pendenza della curva di domanda in corrispondenza di un dato prezzo P (che eguaglia la pendenza di una retta tangente alla curva in quel punto). d. La domanda è inelastica al prezzo quando l’elasticità della domanda è più vicina a 0 che a -1(Ed > -1). La domanda è elastica al prezzo P quando l’elasticità della domanda in corri-

Soluzioni agli esercizi sul sito

Esercizi di riepilogo 2.1

Si consideri nuovamente la funzione di domanda di mais nell’equazione (1). Si disegni la corrispondente curva di domanda per un prezzo delle patate e del burro pari, rispettivamente, a 0,75 e 4 euro al chilo e per un reddito medio pari a 400 000 euro all’anno.

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www.ateneonline.it/bernheim3e

2.2

In corrispondenza di quale prezzo la quantità domandata è pari a 15 miliardi di bushel all’anno? Si fornisca una dimostrazione algebrica della risposta. Si consideri nuovamente la funzione di offerta di mais nell’equazione (2). Si disegni la corri-


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2.3

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2.5

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Parte 1 Introduzione

spondente curva di offerta per un costo del carburante diesel pari a 0,75 euro al litro e un prezzo dei semi di soia pari a 10 euro al bushel. In corrispondenza di quale prezzo la quantità offerta è pari a 21 miliardi di bushel all’anno? Si utilizzi l’algebra per fornire la risposta. Qual è il prezzo di equilibrio nel caso in cui valgano le condizioni di domanda e offerta descritte negli esercizi 2.1 e 2.2? Quanto mais è acquistato e venduto? Cosa succede se il costo del carburante diesel aumenta a 4,50 dollari al gallone? Si rappresenti graficamente il prezzo di equilibrio prima e dopo il cambiamento. Si considerino di nuovo le funzioni di domanda e offerta nell’Esercizio svolto 2.2. Si supponga che lo Stato abbia bisogno di acquistare 3,5 miliardi di bushel di mais per un programma di sostegno per il Terzo Mondo. Quali effetti produrrà tale acquisto sul prezzo di equilibrio del mais? Come varierà la quantità acquistata di mais acquistata da consumatori e imprese? Se lo Stato statunitense proibisse l’importazione di carne canadese per ragioni non legate a motivi sanitari, quale sarebbe l’effetto sul prezzo della carne negli Stati Uniti? Come si modificherebbe la tipica dieta americana? Come cambierebbe quella canadese? Cosa accadrebbe se il divieto suggerisse ai consumatori che esistono rischi sanitari derivanti dal consumo di carne canadese? Si supponga che la domanda di succo d’arancia, in migliaia di litri all’anno, sia Qd = 60 - 30P. Qual è l’elasticità della domanda in corrispondenza di un prezzo pari a 0,75 euro al litro? Si consideri di nuovo l’Esercizio 2.6. In corrispondenza di quale prezzo la spesa totale in succo d’arancia da parte dei consumatori è massima? Si supponga che la funzione di domanda di caramelle alla frutta a Roma sia lineare. Due anni fa, il prezzo delle caramelle alla frutta

era pari a 1 euro al chilo e i consumatori ne acquistavano 100 000 chili; lo scorso anno il prezzo era pari a 2 euro e i consumatori acquistavano 50 000 chili di caramelle alla frutta. Nessun altro fattore che possa influenzare la domanda di caramelle alla frutta si è modificato. Qual era l’elasticità della domanda al prezzo di 2 euro dello scorso anno? In corrispondenza di quale prezzo la spesa totale di caramelle sarebbe stata massima? 2.9 Si considerino di nuovo le funzioni di domanda e offerta nell’Esercizio da svolgere 2.2. Quali sono le elasticità della domanda e dell’offerta, in corrispondenza del prezzo di equilibrio? 2.10 Lo scorso settembre, il prezzo della benzina a Roma era di 1,4 euro al litro, e i consumatori acquistavano 1 milione di litri. Si supponga che l’elasticità della domanda a settembre al prezzo di 1,4 euro fosse di -0,5 e che la funzione di domanda di benzina in tale mese fosse lineare. Qual era la funzione di domanda? A quale prezzo la spesa totale in benzina dei consumatori raggiunge il suo valore massimo? 2.11 Si supponga che la funzione di domanda annuale della Honda Accord sia Qd = 430 10PA + 10PC - 10PG, dove PA e PC rappresentano, rispettivamente, il prezzo della Honda Accord e della Toyota Camry (in migliaia) e PG è il prezzo della benzina (in galloni). Qual è l’elasticità della domanda della Accord rispetto al prezzo della Camry quando il prezzo di entrambe le auto è pari a 20 000 euro e il costo del carburante è pari a 3 euro al gallone? Qual è l’elasticità rispetto al prezzo del carburante? 2.12 La domanda di un bene è Qd = A - BP, dove P è il suo prezzo e A e B sono numeri positivi. Si supponga che quando il prezzo è pari a 1 euro la quantità domandata è 60 e l’elasticità della domanda è -1. Quali sono i valori di A e B?


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