Strumenti finanziari e creditizi -3/ed - Dai bisogni alle soluzioni

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La moneta e i bisogni di pagamento Eugenio Pavarani

Il sistema dei pagamenti

Il sistema dei pagamenti costituisce la complessa e articolata infrastruttura che, nelle moderne economie, supporta la funzionalità e l’efficienza degli scambi di beni, di servizi e di attività finanziarie. Esso può essere definito come il complesso apparato istituzionale di norme, di controlli, di intermediari produttori di generi monetari e di servizi finanziari che supportano il trasferimento della moneta per l’assolvimento delle obbligazioni assunte dagli operatori economici quando essi acquisiscono diritti su risorse reali e finanziarie. Una prospettiva di analisi dei sistemi di pagamento fa riferimento ai ruoli svolti dagli operatori rilevanti, alle motivazioni di fondo del loro operare e alle relazioni che si instaurano fra gli stessi. Tale prospettiva è anche utile per lo sviluppo di chiavi di lettura delle logiche di fondo che orientano i processi evolutivi in atto nell’uso del “genere monetario” (moneta legale e moneta scritturale) e nelle modalità (strumenti) di trasferimento della moneta. Gli strumenti di pagamento possono consistere in servizi erogati tramite procedure interne ai circuiti bancari e postali (strumenti del tipo pagante-banca-banca-pagato); oppure possono essere basati sulla circolazione materiale di supporti cartacei o di plastic cards (e relativi supporti di circolazione elettronica delle informazioni) che vengono trasferiti tra gli operatori dello scambio monetario (strumenti del tipo banca-pagante-pagato-banca). Acquirenti e venditori alimentano la domanda di moneta e di servizi di trasferimento della stessa per la soddisfazione di bisogni che, nel tempo, trovano risposte più articolate e complesse. Gli scambi tendono a crescere per intensità e complessità in ragione dello sviluppo economico e del processo di globalizzazione dei mercati. In parallelo, crescono e si diversificano i costi e i rischi legati alle fasi di regolamento delle transazioni che coinvolgono, anche, aree valutarie e sistemi economici caratterizzati dalla circolazione di monete diverse e da norme e usi differenti in ordine ai processi di pagamento. A fronte della crescita e della diversificazione dei fabbisogni connessi al regolamento degli scambi, cresce l’attenzione degli utenti dei servizi in ordine alle condizioni relative all’offerta e alle caratteristiche dei diversi strumenti di pagamento, con particolare riferimento alle differenti capacità degli stessi di contenere rischi specifici e relativi costi legati alle diverse fasi del regolamento del prezzo.


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L’efficienza e l’efficacia dell’“industria” dei pagamenti sono fattori di competitività di un sistema economico e si misurano in riferimento alla capacità di soddisfare i bisogni di regolamento contenendo i “costi di transazione” (rischi e costi monetari) sopportati dagli operatori economici. In quest’ottica, la produzione della moneta e dei servizi di pagamento presenta rilevanti profili di interesse pubblico e investe in diverso modo l’attività della banca centrale. Ciò, in primo luogo, per le implicazioni con la politica monetaria legate all’esigenza di gestire le interrelazioni tra dinamica del credito e offerta di moneta legale e scritturale, da un lato, e dinamica delle macro-variabili dell’economia reale, dall’altro. In secondo luogo, l’efficienza del sistema dei pagamenti ha rilevanza nello svolgimento della politica della vigilanza finalizzata al controllo della “stabilità” degli intermediari finanziari a supporto della fiducia degli utenti dei servizi monetari. Obiettivo primario dell’organo di vigilanza è di evitare che lo squilibrio gestionale di un singolo intermediario, generando una caduta della fiducia del pubblico nei confronti della moneta bancaria, possa tradurre una singola situazione di insolvenza in crisi sistemica. La banca centrale (il sistema delle banche centrali nel caso dell’Unione Europea), oltre a svolgere funzioni di politica economica, di regolamentazione e di controllo, è “produttore” di moneta (la “moneta legale” in circolazione tra il pubblico e la “moneta scritturale della banca centrale” detenuta dalle banche presso la stessa banca centrale) ed è anche “produttore” di servizi a supporto della circolazione monetaria. Questi ultimi riguardano la gestione dei pagamenti “all’ingrosso” tra banche (gestione dei meccanismi di compensazione) a supporto del regolamento dei saldi a debito e a credito che originano tra le stesse a seguito dei servizi prestati nei regolamenti “al dettaglio” tra acquirenti e venditori. Anche la logica di comportamento delle autorità monetarie segue linee evolutive riconducibili, in particolare, alla gestione del trade-off tra gli obiettivi di tutela della stabilità e di promozione della cooperazione tra i produttori di servizi, per accentuare la standardizzazione e la circolarità dei mezzi di pagamento nell’ambito del sistema, da un lato, e quelli di incentivazione della concorrenza, dall’altro. Gli ordini di priorità, definiti in riferimento a questi confliggenti obiettivi della regolamentazione, rappresentano un aspetto rilevante nel determinare gli assetti e il funzionamento dei sistemi di pagamento. In passato, hanno prevalso obiettivi legati alla sicurezza e alla tutela dei “consumatori” in riferimento ai rischi legati alla stabilità gestionale degli emittenti favorendo, indirettamente, una preminenza assoluta dell’offerta bancaria. Più di recente, è stato accentuato l’orientamento a promuovere la concorrenza e, attraverso questa, l’innovazione e l’efficienza, con l’obiettivo di incrementare la tutela del consumatore per altra via, in termini di prezzo e di qualità dell’offerta dei servizi erogati, pur nella consapevolezza che l’accentuazione della concorrenza può rappresentare una minaccia per la stabilità degli intermediari. L’offerta promossa dai produttori di strumenti di pagamento (sotto il vincolo dell’economicità dei processi produttivi che ne supportano l’erogazione) mira a soddisfare i bisogni degli acquirenti e dei venditori nell’ambito di politiche di mercato orientate alla difesa e allo sviluppo dei vantaggi competitivi in rapporto a specifici segmenti di domanda. Storicamente, la produzione di servizi di pagamento si è manifestata come attività accessoria e integrata con quella di intermediazione creditizia, in virtù della peculiare funzione monetaria delle passività bancarie (moneta scritturale bancaria), condizione che ha assicurato all’industria dei pagamenti un tradizionale assetto monopolistico dominato dalle banche.


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Più di recente, da area accessoria, l’attività di produzione di servizi di pagamento è diventata sempre più un’autonoma area di business, in cui le banche si trovano a competere con altri fornitori di servizi. E ciò, in primo luogo, per l’attrattività dell’area d’affari (per le banche retail rappresenta, secondo alcune stime, circa un terzo del totale dei ricavi, oltre a generare vantaggi in termini di cross selling e di informazioni sui clienti) che ha incentivato l’ingresso di produttori da settori limitrofi (si pensi, per esempio, ai servizi di pagamento proposti dal sistema postale e dagli emittenti di carte di credito). In secondo luogo, ha avuto rilievo nella direzione indicata l’elevato contenuto tecnologico dei nuovi servizi, che ha accentuato il potere di mercato di operatori non bancari specializzati nella gestione di fasi tecniche della produzione (si pensi, per esempio, ai produttori di sistemi elettronici a supporto di procedure di pagamento automatizzate). Cresce pertanto la complessità del mercato anche dal lato dell’offerta, in termini di ampliamento della tipologia degli attori coinvolti, di differenziazione dei processi produttivi e dei prodotti, di varietà degli approcci strategici al mercato e delle strategie competitive.1 Avvalendosi anche del progresso tecnologico, vengono introdotte innovazioni di processo e di strumenti di erogazione dei servizi, alla ricerca di vantaggi competitivi su cui fondare l’acquisizione e la difesa di quote di mercato e di conseguenti flussi di profitti. Attraverso l’innovazione si attua una stratificazione di generi monetari e di strumenti in un processo che vede le nuove proposte affiancarsi a quelle esistenti, piuttosto che sostituirsi a esse. Ogni strumento ha, infatti, un proprio campo di esistenza, legato a specifiche abitudini di spesa, grado di istruzione, livelli di reddito che segmentano la domanda anche in ragione del livello dei costi di apprendimento, che possono essere più o meno intensi per soggetti diversi, in funzione dei tempi necessari per la familiarizzazione con le modalità d’uso dei nuovi strumenti e in funzione dell’intensità dei rischi percepiti in ordine ai costi degli eventuali errori iniziali. In realtà, occorre rilevare che l’innovazione, in particolare quella tecnologica, è soltanto una pre-condizione per il successo dell’offerta. Vi sono, poi, ben più stringenti condizioni di mercato che investono la sostenibilità economica dell’offerta (difendibilità del vantaggio competitivo, massa critica necessaria per il recupero dei costi fissi ecc.) e che sono legate all’accettazione dell’innovazione da parte della domanda in funzione di variabili culturali e comportamentali. E ciò in ragione sia dell’effettiva capacità dell’innovazione di dare copertura a individuati specifici bisogni insoddisfatti (risposta a nuovi bisogni o risposta più efficace/efficiente a bisogni tradizionali), sia della capacità dei nuovi prodotti di rompere le barriere di “familiarità d’uso” che proteggono gli strumenti già affermati, creando spazio per nuovi comportamenti e nuove abitudini. Alcuni “fallimenti” di iniziative nell’ambito dell’e-money dimostrano quanto possano essere precari percorsi che nascono dalla tecnologia e vanno alla ricerca di una formula imprenditoriale e di un mercato, piuttosto che essere correttamente originate dalla preventiva individuazione di un segmento di domanda non soddisfatto in riferimento al quale viene disegnato un nuovo servizio capace, più di altri, di coprire le specifiche esigenze percepite dal segmento stesso. 1 Si pensi, per esempio, alle nuove forme di cooperazione tra fornitori di servizi di pagamento e tra questi e venditori di beni e servizi che hanno portato alla creazione di nuovi strumenti di pagamento come le fidelity card o le carte di credito co-branded.


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La moneta

La funzione dell’industria dei pagamenti consiste nell’erogazione dei servizi di pagamento che si sostanziano nella produzione della moneta e degli strumenti di trasferimento della stessa. La struttura e il funzionamento del sistema dei pagamenti dipendono, in primo luogo, dalle caratteristiche del genere monetario utilizzato dal sistema stesso. Il passaggio dall’economia senza moneta (economia di baratto) all’economia incentrata sull’uso della moneta (economia monetaria) ha costituito una svolta fondamentale ai fini dello sviluppo economico, per l’influsso che ha avuto nel rendere gli scambi più agevoli e rapidi. Nella letteratura economica si definisce moneta ciò che, nell’ambito di un dato circuito di beni e servizi e in un dato periodo storico, funge da mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore. Costituisce mezzo di scambio tutto ciò che viene generalmente accettato nel circuito economico in cambio di qualsiasi altro bene a estinzione dell’obbligazione assunta dall’acquirente-debitore nei confronti del venditore-creditore. Nel corso del tempo, i generi monetari comunemente usati come mezzo di scambio hanno percorso un processo evolutivo di affinamento orientato a minimizzare costi e rischi sostenuti dai soggetti dello scambio. In particolare, i generi monetari possono essere ricondotti a due categorie: la moneta-merce e la moneta-segno. La moneta-merce è costituita da un bene cui è attribuito, in uno specifico contesto storico e geografico, un valore intrinseco legato alle sue caratteristiche fisiche e/o funzionali (per esempio, sale, rame, argento, oro ecc.). In uno stadio più avanzato del ciclo di sviluppo, la moneta-segno ha costituito un genere monetario più evoluto, caratterizzato dall’assenza di uno specifico valore intrinseco. Essa rappresenta una passività patrimoniale (un debito) dell’emittente ed è accettata in pagamento e circola in funzione di alcuni possibili presupposti alternativi: (i) la convertibilità, garantita dall’emittente, in un genere monetario dotato di valore intrinseco (per esempio, oro); (ii) il potere liberatorio conferito da norma di legge (moneta legale); (iii) l’impegno assunto dal debitore-emittente a convertire le proprie passività in moneta legale. Attualmente, nei moderni sistemi di pagamento circola moneta-segno in due fattispecie, rispettivamente supportate dai presupposti sopra indicati con le lettere (ii) e (iii): la moneta legale e la moneta scritturale. La prima è costituita dalle banconote e dalle monete metalliche emesse dalla banca centrale (o dal sistema delle banche centrali nel caso dell’Unione Europea) di cui rappresentano passività patrimoniali dotate, per legge, di potere liberatorio. L’art. 1277 del nostro Codice Civile attribuisce infatti alla moneta della banca centrale la proprietà di estinguere i debiti pecuniari e stabilisce che la stessa non può essere rifiutata in pagamento dal creditore. L’operazione di pagamento si esaurisce con il trasferimento materiale e la consegna della moneta legale. La moneta scritturale è costituita da debiti a vista delle aziende di credito sostanziati dalle scritture contabili conseguenti alla movimentazione dei depositi in conto corrente. La moneta scritturale risulta sprovvista di potere liberatorio in forza di legge e circola su base fiduciaria, sulla fiducia riposta nella capacità della banca debitrice di assicurare, a eventuale richiesta, la conversione del debito/credito in un corrispondente importo in moneta legale. Il pagamento con questo genere monetario è pertanto subordinato, ai sensi dell’art. 1197 del Codice Civile, al consenso del prenditore. Il trasferimento della moneta scritturale è agevolato da servizi di pagamento e dai corrispondenti strumenti di erogazione dei servizi di pa-


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gamento che, in diverso modo (supporti cartacei, plastic cards, sistemi elettronici, procedure interne alle banche), con diversa tempestività e con diverso impatto sui rischi assunti dalle parti contraenti, danno disposizione alla banca depositaria di trasferire, mediante scritture contabili, la titolarità della disponibilità in conto (moneta scritturale) dal soggetto debitore dello scambio (acquirente) al soggetto creditore (venditore). Oltre alla funzione di mezzo di scambio, la moneta, nelle varie espressioni sopra richiamate, svolge anche le funzioni di unità di conto e di riserva di valore. La moneta è l’unità di misura del valore dei beni e dei servizi oggetto di compravendita; essa rappresenta il comune denominatore attraverso il quale viene espresso il valore economico di ogni oggetto di scambio. In assenza di questo denominatore comune, come avveniva nell’economia di baratto, il valore di ogni singolo bene sarebbe espresso, anziché in un solo prezzo monetario, in tanti prezzi quanti sono i beni con i quali lo stesso potrebbe essere scambiato e i prezzi sarebbero espressi in unità di ogni singolo bene contro-scambiato (1 kg di farina potrebbe valere 3 kg di mele o 5 kg di patate ecc.). È pertanto evidente che l’espressione del prezzo in unità di conto monetaria agevola gli scambi, poiché consente di misurare e comparare i valori dei beni esprimendoli in termini assoluti, anziché in termini relativi, e consente di superare le condizioni restrittive che rendono possibile lo scambio mediante baratto, condizioni legate alla coincidenza del reciproco e concomitante interesse delle controparti per i due beni oggetto della negoziazione. La moneta, infine, costituisce, in concorrenza con altri strumenti finanziari, uno dei modi in cui i soggetti economici possono conservare la propria ricchezza in alternativa alla detenzione di risorse reali. Sotto questo profilo, la moneta appartiene alla più ampia categoria degli strumenti di investimento finanziario. Rispetto a questi, peraltro, si distingue per il carattere peculiare ed esclusivo della liquidità, che si esprime nelle funzioni di unità di conto e di mezzo di scambio; gli altri strumenti finanziari presentano gradi diversi di illiquidità, che sono misurabili in termini di costi da sostenere per tradurre il valore da essi rappresentato in potere d’acquisto.

1.3

Le esigenze dei soggetti coinvolti nel pagamento

Il pagamento è l’azione (atto o procedura) mediante la quale un soggetto si libera dell’obbligazione monetaria sorta come corrispettivo dell’acquisizione di un bene, di uno strumento finanziario o della fruizione di un servizio. L’esecuzione del pagamento richiede il trasferimento di una disponibilità di moneta da un soggetto pagante a un soggetto pagato. Ove il pagamento avvenga in moneta legale, il trasferimento si sostanzia con la consegna materiale di banconote o di moneta metallica. La consegna fisica della moneta non è invece possibile nel caso di pagamenti in moneta scritturale. Il trasferimento, in questo caso, ha infatti per oggetto la disponibilità in conto presso un terzo soggetto, tipicamente la banca o il sistema postale, e si sostanzia nel trasferimento della titolarità delle disponibilità in conto attraverso scritture contabili. Si rende pertanto necessaria l’attivazione del soggetto depositario per l’effettuazione di prestazioni di servizio rese attraverso la produzione di strumenti di pagamento che, in modi diversi, attuano procedure di trasferimento della moneta e, congiuntamente, contribuiscono a contenere in diverso grado i rischi e i relativi costi sostenuti dai soggetti attivi e passivi del pagamento.


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Al fine di inquadrare il “campo di esistenza” (le motivazioni dell’introduzione e la ragion d’essere) dei generi monetari e degli strumenti di supporto alla circolazione della moneta per il regolamento degli scambi, è utile ragionare preliminarmente sui fabbisogni, sulle esigenze tipicamente manifestate dai contraenti nel regolamento delle transazioni. Ciò nel presupposto che la ricerca continua di soluzioni nuove e alternative per la produzione e il trasferimento della moneta sia guidata dall’obiettivo di fronteggiare, contenendo gli oneri d’uso, rischi tradizionali e rischi nuovi connessi con il regolamento degli scambi. Ne consegue che un corretto apprezzamento delle caratteristiche tecniche dei diversi prodotti/servizi di pagamento risulta agevolato dalla riconduzione alle multiformi esigenze della domanda e alla diversa attitudine degli strumenti stessi a soddisfare specifici bisogni espressi da segmenti diversi della domanda nel quadro evolutivo dei sistemi economici, delle normative, dei controlli, delle formule imprenditoriali e delle strategie competitive messe in atto dai produttori. Allo scopo indicato, pare utile ragionare in termini di tipologia dei rischi e dei costi conseguenti che le parti sostengono nel corso del perfezionamento della prestazione monetaria. La prima tipologia di costi investe il soggetto pagante ed è costituita dai costi di mantenimento della liquidità. Si tratta dei costi legati alla detenzione di scorte monetarie in vista del trasferimento alla controparte (detenzione di moneta a scopo transazionale). Oltre ai costi di custodia, legati ai rischi di smarrimento e di furto, ai costi connessi al “trasporto” nel luogo del pagamento e alla consegna, con la connessa esigenza di acquisire la sicurezza della liberazione dall’obbligo di pagare, rientrano in questa categoria i costi di transazione sostenuti per la conversione in moneta di attività finanziarie non liquide e i costi opportunità commisurati al rendimento cui si rinuncia a seguito della conversione in moneta. Altri costi, meno evidenti, sono i costi attesi legati all’insufficienza della scorta di liquidità, ove la carenza non risulti superabile neppure con lo smobilizzo oneroso di attività non liquide. Questi costi misurano le conseguenze negative legate al rinvio del consumo o dell’investimento o all’impossibilità di regolare, nei tempi dovuti, le obbligazioni assunte. La prospettiva di incorrere in costi di questa specie induce a detenere moneta non solo a scopo transazionale, ma anche a scopo precauzionale. Rilevano in questa prospettiva anche il grado di facilità di controllo (e i costi connessi) della quantità disponibile di potere d’acquisto e della dinamica della stessa quantità nel tempo. Simmetricamente, tra i costi rilevanti per il soggetto pagato figurano in primo luogo i costi di gestione degli incassi, che comprendono i costi di detenzione (costo opportunità) e i costi di custodia a fronte dei rischi di smarrimento e furto. In secondo luogo, il soggetto pagato sostiene costi di informazione, allo scopo di contenere il rischio di frode o comunque di inadempienza del pagante e al fine di acquisire la sicurezza di ricevere potere di acquisto riutilizzabile in altri scambi. Ai costi certi di informazione si aggiungono/si sostituiscono i costi incerti (attesi) legati alle perdite che si possono verificare in carenza/assenza dell’attività informativa di cui sopra (costi di insolvenza). Altre tipologie di costi sono sostenute, almeno in parte, da entrambi i soggetti dello scambio. Si tratta dei costi di trasferimento e dei costi di float. I costi di trasferimento riguardano gli oneri da sostenere per la consegna (diretta o intermediata) delle disponibilità monetarie da un soggetto all’altro; gli oneri connessi all’eventuale esigenza di assicurare riservatezza rispetto all’entità e alla destinazione dei pagamenti e degli incassi; e, infine, i costi legati ai rischi relazionali tra gli scambisti,


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che possono insorgere a seguito di errori, perdite, disguidi, determinati dalla procedura/tecnologia del trasferimento.2 I costi di float sono legati allo sfasamento temporale, di natura tecnica (legato alla tecnologia della procedura di trasferimento), tra l’effettuazione della prestazione oggetto dello scambio e il momento del pagamento. Altra tipologia di costo è quella dei costi per interessi, che possono incorrere ove lo sfasamento temporale sia deliberatamente negoziato tra le parti e sia compensato, implicitamente, in termini di variazione del prezzo o, esplicitamente, in termini di applicazione di un tasso di interesse.

1.4

Gli strumenti di pagamento e il loro campo di esistenza

Le esigenze manifestate dai soggetti degli scambi monetari stimolano la produzione di servizi/strumenti di pagamento finalizzati, in vario modo, a facilitare il trasferimento della moneta. La ragion d’essere di ogni strumento deve essere ricercata nella diversa attitudine di ognuno a ottimizzare rischi e costi sostenuti dal soggetto pagante e dal soggetto pagato intervenendo su una o più fasi del processo di pagamento. L’ottimizzazione può essere realizzata in due modi, che si possono presentare separati o in congiunzione. In primo luogo, l’ottimizzazione può consistere in una riduzione del complesso dei rischi e costi a carico dei contraenti. Questo risultato si realizza sfruttando la possibilità di accollare a soggetti terzi la gestione esterna di fasi del processo e dei relativi rischi, ricavandone vantaggi in termini di sicurezza, rapidità e accessibilità. La specializzazione degli erogatori del servizio consente di gestire i rischi acquisiti sostenendo costi più contenuti di quelli che sarebbero direttamente a carico dei contraenti.3 In secondo luogo, i servizi offerti possono realizzare in diverso grado la distribuzione dei rischi e dei costi tra pagante e pagato. Si realizzano, così, differenti modelli di pagamento conformi alle specifiche esigenze manifestate dalle controparti, in funzione della tipologia dello scambio e della rispettiva forza contrattuale, generando per le controparti stesse fonti differenziali di utilità cui corrispondono margini di economicità per il produttore. Lo spazio per innovazioni che aprano la strada all’introduzione di nuovi intermediari/produttori o di nuovi strumenti si realizza, pertanto, quando vengono in-

2 Si pensi, a titolo di esempio, alle conseguenze sul rapporto consumatore-venditore, nel settore della distribuzione commerciale, generate dai ritardi, e conseguenti allungamenti delle file alla cassa, connessi ai tempi di transazione non sempre rapidi dei POS. Il cliente percepisce l’inefficienza del servizio senza distinguere con precisione le responsabilità del venditore dall’inaffidabilità del servizio di pagamento per quanto riguarda eventuali ritardi nell’autorizzazione della carta che viene trasmessa dalla banca utilizzando le linee telefoniche. 3 Si pensi ai rischi di custodia e ai rischi di trasporto della moneta legale che vengono accollati alle banche ove si ricorra all’uso della moneta scritturale; oppure al rischio di insolvenza che, nel caso di pagamento mediante carte di credito, viene accollato alla banca emittente e, nel caso di pagamento mediante apertura di credito documentaria, viene accollato alla banca che apre il credito e alla banca che, eventualmente, lo conferma.


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dividuate nuove opportunità per ridurre rischi e costi o per distribuirli in modo innovativo secondo le esigenze manifestate dalle parti contraenti. L’intervento di terzi soggetti produttori di strumenti di pagamento genera, peraltro, nuove tipologie di costi per le controparti del pagamento. Oltre ai costi indiretti legati al mantenimento degli intermediari, assumono rilievo i costi di monitoraggio, legati alla valutazione dell’affidabilità del soggetto terzo nello svolgimento delle funzioni a esso esternalizzate, funzioni che possono andare dalla produzione di informazioni sui due contraenti, all’assunzione del ruolo di “vettore” delle disponibilità monetarie, fino all’assunzione in proprio del rischio di insolvenza di una delle controparti. L’intervento stesso si giustifica pertanto se i costi aggiuntivi sono inferiori all’utilità generata per i contraenti. L’entità dei costi di monitoraggio concorre, inoltre, a spiegare la struttura dell’offerta costituendo uno degli argomenti più importanti della competitività dei produttori di servizi di pagamento. Si pensi, per esempio, ai vantaggi competitivi goduti dalle banche per effetto della possibilità di diluire l’incidenza dei costi di monitoraggio, che sono costi fissi, su un amplissimo numero di scambi di interesse di un cliente per effetto della disponibilità di un’ampia rete distributiva (sportelli e terminali). O, ancora, si pensi ai vantaggi assicurati alle banche, in termini di reputazione e conseguente riduzione dei costi di monitoraggio, dall’essere sottoposte a regolamentazioni e controlli da parte della banca centrale e dal partecipare al sistema di assicurazione dei depositi. Gli strumenti di pagamento proposti dai produttori di servizi per il trasferimento della moneta possono essere distinti in funzione del genere monetario usato per il pagamento. Nel caso di pagamento in contante, l’unico servizio che può essere prodotto riguarda la fase preliminare di trasformazione di attività finanziarie in contante, e ciò per quanto riguarda sia la tempestività della conversione in rapporto al tempo del pagamento, sia per quanto riguarda la localizzazione e l’accessibilità del servizio.4 Nel caso dei pagamenti con moneta scritturale, gli strumenti possono essere ricondotti a due tipologie. Una prima tipologia implica un contatto diretto tra pagante e pagato per la consegna materiale di strumenti che surrogano temporaneamente e parzialmente la moneta fornendo garanzie, a diverso titolo e con diversa intensità, in ordine alla successiva fase del regolamento vero e proprio in cui il venditore-creditore acquisisce la moneta scritturale. Nel periodo di tempo che intercorre tra la consegna dello strumento e la successiva fase del regolamento, il beneficiario può incorrere in un rischio di credito nei confronti dell’obbligato. L’intervento dei produttori di servizi di pagamento può risultare pertanto articolato sia in funzione della tecnologia che supporta l’emissione e l’utilizzo dello strumento (materiali cartacei o plastici, tecnologia elettronica, combinazioni di entrambi), sia perché può investire non solo la fase di emissione e di utilizzo dello strumento, ma anche la fase del regolamento. L’intervento può estendersi anche alla gestione del rischio di inadempienza in un ventaglio di servizi che vanno dall’emissione di strumenti “prepagati” (che risolvono a priori il problema del rischio creditizio), alla produzione di informazioni sulla sol-

4 Si pensi ai distributori automatici di banconote e alla loro accessibilità, anche all’estero e in qualsiasi giorno e ora, in rapporto alla preesistente necessità di recarsi agli sportelli della banca depositaria.


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vibilità del debitore, fino alla liberazione del creditore dal rischio di insolvenza, che può essere assunto in proprio dall’intermediario stesso. Appartengono a questa prima tipologia di strumenti, per esempio, l’assegno bancario, l’assegno circolare, il traveler’s check, la carta di credito, la cambiale. Una seconda tipologia è costituita da strumenti che non prevedono una fase intermedia in cui avviene la consegna materiale tra i contraenti di uno strumento che surroga temporaneamente la moneta; si tratta pertanto di strumenti caratterizzati dalla contestualità della fase di attivazione della procedura e della fase del regolamento. Appartengono a questa tipologia, per esempio, il bonifico bancario, la carta di debito, il versamento in conto corrente postale. Il campo di esistenza degli strumenti di pagamento è determinato dalle scelte attuate dagli operatori in funzione di una pluralità di variabili. La Figura 1.1 ne propone un elenco a titolo indicativo. Il livello di reddito, anzitutto, influenza in modo determinante l’ampiezza del ventaglio degli strumenti correntemente usati. Quanto più il reddito è modesto, tanto più è frequente il ricorso al contante. Al crescere del reddito si riscontrano abitudini di pagamento più sofisticate e cresce l’apprezzamento per strumenti più complessi. Il grado di istruzione determina il livello delle barriere che si oppongono all’apprendimento delle innovazioni e agevola la corretta percezione dei rischi insiti nell’utilizzo delle diverse modalità di pagamento favorendo la familiarizzazione con gli strumenti più sofisticati. L’occasione di scambio concorre a delimitare il campo di utilizzo degli strumenti in considerazione della loro diversa attitudine a supportare scambi tra imprese (B2B) o tra imprese e consumatori finali (B2C), acquisti al dettaglio o all’ingrosso, acquisti di routine e occasionali, acquisti periodici e acquisti pianificati. Le abitudini di spesa discriminano strumenti che si prestano a regolare piccoli importi per spese quotidiane effettuate di persona, oppure spese settimanali

Livello di reddito

Stato della tecnologia VENDITORE

ACQUIRENTE

prima Grado di istruzione

prima

durante

dopo

Normativa

dopo Occasione di scambio

Sistema distributivo Abitudini di spesa

Sistema delle telecomunicazioni

Figura 1.1 Le variabili che determinano la scelta degli strumenti di pagamento. Fonte: Munari L., 1996.


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nei supermercati oppure, ancora, spese a distanza tramite Internet. Gli sviluppi del sistema delle telecomunicazioni e lo stato della tecnologia per l’elaborazione dei dati e delle informazioni hanno costituito il presupposto per le più significative innovazioni, consentendo di annullare i tempi tecnici connessi alla circolazione cartacea delle informazioni, creando nuovi canali distributivi dei servizi basati su network di terminali (ATM, POS, home banking ecc.), riducendo i tempi tecnici delle procedure di pagamento5 e favorendo la razionalizzazione della gestione delle scorte monetarie, sia facilitando l’accesso alle scorte di contante, sia favorendo la sostituzione dell’uso di moneta legale. La normativa può agevolare o meno l’introduzione e la diffusione di determinati strumenti in funzione del grado di tempestività della produzione legislativa a disciplina delle nuove fattispecie di rapporti giuridici che sorgono a seguito dell’introduzione delle innovazioni.6 Le innovazioni che hanno interessato il sistema distributivo dei servizi di pagamento hanno avuto un impatto straordinario sulle scelte degli utenti dei servizi di pagamento. L’orientamento dell’innovazione è andato nella direzione che va dall’accentramento al decentramento dell’interfaccia con il cliente. Dal punto di contatto tradizionalmente costituito dallo sportello bancario, si sono sviluppate modalità di erogazione del servizio più vicine alle esigenze del cliente, sia per la capillarità della localizzazione (ATM, home banking), sia per la presenza diretta nel luogo dello scambio (POS). Un’altra variabile importante ai fini della determinazione del campo di esistenza degli strumenti di pagamento riguarda la relazione temporale che intercorre tra il momento del pagamento e il momento in cui l’acquirente-debitore effettua la provvista della disponibilità monetaria. Rispetto all’atto del pagamento, la provvista può avvenire prima (per esempio pagamenti in contante, bonifici, pagamenti in conto corrente postale, traveler’s check, carte prepagate, borsellino elettronico), durante (assegni, carte di debito, pagamenti tramite home banking) oppure dopo (carte bancarie, carte commerciali). La relazione temporale provvista-pagamento concorre a determinare la distribuzione dei costi di transazione tra le parti contraenti e consente di classificare gli strumenti definendone il campo di esistenza in funzione delle relazioni acquirente-venditore in rapporto alla tipologia dello scambio, agli usi commerciali e alla forza contrattuale delle parti. Sulla base delle considerazioni di carattere generale sopra sviluppate, la Tabella 1.1 propone, a titolo esemplificativo, incroci specifici fra tipologie di strumenti finanziari, da un lato, e tipologie di comportamenti d’acquisto caratterizzate da categorie di bisogni del consumatore, dall’altro, utili a definire il campo di esistenza dei diversi servizi di pagamento. La tabella propone anche un’indicazione prospettica degli spazi che potrebbero svilupparsi, in futuro, per l’affermazione di altri strumenti di pagamento. Questi po5

La maggiore efficienza dei servizi, legata agli sviluppi della tecnologia e delle telecomunicazioni, ha consentito di riconoscere più rapidamente i fondi alla clientela, riducendo i costi di float e i costi opportunità, e ha consentito di fornire una più rapida comunicazione degli esiti dei pagamenti. 6 Un esempio di delimitazione del campo di esistenza per effetto di disposizioni normative è costituito dai provvedimenti antiriciclaggio. Questi hanno stabilito che i pagamenti in contanti superiori a venti milioni di lire (ora, controvalore in euro) possono aver luogo mediante intermediari abilitati o tramite strumenti bancari e postali (vaglia, assegni) indicanti nome o ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità.


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Capitolo 1 Tabella 1.1

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Bisogni e strumenti di pagamento

Comportamento di acquisto Routine: Piccolo ammontare Elevata frequenza Impulso Locali Di persona Periodici: Ammontare medio Variabilità Non sempre programmato A distanza/di persona

Bisogni del consumatore

Prodotti attuali

Opportunità per prodotti futuri

Convenienza Rapidità Seplicità

Contanti

Carte prepagate Carte di credito

Contenuto informativo Accettazione garantita Flessibilità Controllo Sicurezza

Assegni Carte di credito Traveler’s check Bonifici

Carte di debito Carte multifunzione Home banking Trasferimenti elettronici

Pianificati: Ammontare elevato Pagamento differito Assegni Poco frequenti Sicurezza Carte di Potenzialmente complessi Registrazione credito A distanza/di persona dell’acquisto

Carte multifunzione Home banking Accesso al credito

Fonte: Gregor W.T. e Sandler J.M., Bankers Magazine, n. 1, 1995.

Valore aggiunto

trebbero ampliare il proprio raggio d’azione, nei rispettivi segmenti, in funzione dell’evoluzione delle variabili soggettive e di contesto sinteticamente rappresentate nella Figura 1.1 e in funzione della concreta capacità di generare uno specifico valore differenziale per identificati segmenti di utenza in rapporto all’utilità offerta dagli strumenti tradizionali. Un quadro sintetico ed esemplificativo della tendenza del sistema dei pagamenti a generare nel tempo valore aggiunto crescente è proposto dalla Figura 1.2.

Contenuto informativo Servizi accessori

Carta di debito

Accessibilità Basso costo

Home banking

ATM

Comodità Generale accetazione Garanzia Sicurezza dei Uniformità pagamenti Valore del valore di scambio Assegno

Carta di credito Traveler's check

Contante

Tempo

Figura 1.2 La logica di sviluppo degli strumenti di pagamento. Fonte: Gregor W.T. e Sandler J.M., Bankers Magazine, n. 1, 1995.


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Parte 1

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