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numero 4 - Anno 13
Sabato 25 Gennaio 2014
settimanale d’informazione regionale
Voce Giornata della Memoria: ai giovani l’irraccontabile va sul palco www. mezzoeuro.it
Dissesto idrogeologico, i Comuni aspettano i soldi…
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Sabato 25 Gennaio 2014
Il legno storto
Sintonia
con un pregiudicato Renzi gli ha concesso molto? Dipende dal punto di vista che si vuole assumere, se saturo ancora, in più o in meno, di antiberlusconismo, o impregnato di umori polemici interni al PD, ma l’incontro del Nazareno non ha voluto essere, e non ha Mezzoeuro finito per essere,il salvataggio di un naufrago, la rimessa sul ring Fondato da Franco Martelli di un pugile battuto e suonato. Per come si vede, Berlusconi, Ediratio a parte la forza che gli viene da una pattuglia parlamentare Direttore responsabile Domenico Martelli asservita pienamente al suo volere, mostra di avere fiato, Registrazione di riuscire a stare sulla piazza mediatica,di far parlare di sé, Tribunale di Cosenza n°639 ricorra, per destare stupori, alla comunicazione circa del 30/09/1999 la “migliaia” di club che si vanno costituendo, o amplifichi Redazione e amministrazione il motivo del rinnovamento generazionale, o quello dell’impianto via Strada Statale 19 bis, 72 87100 Cosenza tutto rivoluzionato degli assetti dirigenti dentro FI, o tiri fuori Responsabile settore economia presunti dibattiti vivacissimi che animerebbero il suo Partito Oreste Parise (tutti trucchi ben confezionati e pubblicizzati), in ogni caso Progetto e realizzazione grafica la sua immagine quanto meno incombe e preme: parallelemente, Maurizio Noto le irrisolte e pesanti pendenze giudiziarie lo incalzano, ma telefono 0984.408063 fax 0984.408063 il pregiudicato non se ne fa una ragione per stare da parte. e-mail: ediratio@tiscali.it Se veniamo all’incontro con Renzi, c’è da dire che il “fu Stampa Cavaliere” si è lasciato usare dal giovane politico che sarà pronto Stabilimento tipografico De Rose, Montalto (Cs) subito dopo ad accantonarlo. Perché questo che è davvero Diffusione singolare, e cioè che Berlusconi non è ricorso alla sua abilità nel Media Service di Francesco Arcidiaco “frodare”, nel raggirare, con finalità fatte sfuggire all’ingenuo telefono 0965.644464 fax 0965.630176 interlocutore? A meno che il Cavaliere non pensi di servirsi di Internet relations N2B Rende Renzi carico di tanto successo perché perorasse, e con chi poi?, Iscritto a: qualche altra sua causa (si vedrà in seguito se non tirerà qualche Unione Stampa Periodica Italiana accusa a Renzi di aver tradito un accordo). O semplicemente che il contatto col neosegretario del Pd cui offriva il suo appoggio in profonda sintonia, gli desse semplicemente l’occasione per autofregiarsi del ruolo di “padre costituente”, una bella cosa n. 12427 per un condannato prossimo ai servizi sociali editore
di Franco Crispini
L’incredulità è certo generale: possibile che il pregiudicato ha concesso tutto senza ottenere nulla? Ci si continua a domandare: se c’è stato, come è probabile, in cosa consisteva il trucco? Sull’incontro storico Renzi-Berlusconi -F. I (il colloquio Renzi-Partito personale) sta pesando dunque più di un interrogativo. È vero che il segretario del Pd sta andando avanti per la sua strada, ha superato il voto della direzione, e non sembra finora trovare ostacoli; ma il cammino da fare è ancora lungo e non si sa bene cosa gli riserba la fase parlamentare con l’eventuale voto segreto alla Camera e gli umori di un Senato che come istituzione va verso la abolizione. La tenacia con cui Renzi sta procedendo, la sua intenzione di ottenere un grande risultato, stanno galvanizzando un pò tutti, ed è possibile che vinca via via i tanti dubbi fatti sorgere da quello che è parso un vero ancoraggio offerto al Condannato, cacciato dal Senato. Che Renzi sapesse con chi aveva a che fare, di fronte a quale soggetto si trovasse davanti, che non si sia chiesto quali i fini della condiscendenza del Cavaliere, espertissimo nell’arte del raggiro, ciò non può essere materia di dubbio: non era un ingenuo che affrontava il vecchio mestierante, l’incallito volpone, e non era certo disposto a rimanerne fregato. La questione di una riforma elettorale con l’abbattimento del Porcellum (già bloccato dalla Consulta), era tra tutti gli altri problemi (riforma costituzionale: Art. V, Senato delle autonomie) posti da Renzi, non certamente di minore importanza e richiedeva un ampio consenso di forze politiche rappresentate in Parlamento. FI si identifica con Berlusconi, necessario quindi dovere rivolgersi a questo proprietario del Partito di FI per ottenerne l’appoggio, concedergli qualcosa (liste bloccate, niente preferenze) e mettere così su basi sicure la governabilità e ridefinire il rapporto elettori-eletti. Il disegno di Renzi, per questi aspetti è sicuramente tutto da verificare ma la via presa, esposta a mille insoddisfazioni (preferenze, soglia di sbarramento) ed anche apprensioni soprattutto dentro il Pd, era di quelle che potevano portare al risultato sperato. Finora si è avuta l’approvazione del modello “Italicum” proposto da Renzi in direzione, cui però sono seguite, fatto gravissimo, le dimissioni di Cuperlo, presidente del Partito, le quali vengono a significare qualcosa di più di un diverbio di natura personale. Nodi al pettine ve ne sono davvero tanti per Renzi: il Cavaliere sta in silenzio, è di buono auspicio? Si riserba forse di passare alla carica e magari alla fine dare ai i suoi libertà di decidere, lasciando il giovane segretario in brache di tela? Se e come Renzi eviterà di restare col culo per terra, lo vedremo presto.
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Sabato 25 Gennaio 2014
Mezzoeuro Stavolta che sia ring fino in fondo
Fuori i secondi Da una parte per ostinazione e carrierismo, forse pure per sopravvalutazione. Dall’altra per miopia politica e antichi vizi spartitori. Ma la partita vera per il Pd di Calabria è arrivata. Suo malgrado nel senso che la gran parte dei “nostri” non è all’altezza della portata della competizione ma queste sono drammatiche sottigliezze di questi tempi. Il dato è che nel cuore di un inverno che non c’è e dopo quattro anni di commissariamento che lo hanno ridotto come l’Iraq (con più militari in giro che pozzi d’acqua) il Pd calabrese ha un incrocio decisivo all’altezza di San Valentino. Non lo meritava, ma la fortuna non gli ha girato le spalle. Una partita vera finalmente, seria, ci sarà. L’ultimo atto dell’intifada, quello finale. Niente illusioni sia chiaro, meglio sgomberare il campo. Non c’è il rinnovamento da una parte e la restaurazione dall’altra, nel senso che in questo ci si contamina abbastanza al ribasso e vicendevolmente. E non c’è nemmeno in scala Matteo Renzi da una parte contro Gianni Cuperlo (e Massimo d’Alema) dall’altra. C’è molto ma molto meno in gioco ma per la Calabria è un reset necessario la resa dei conti di metà febbraio. Ci sono due blocchi, due cordate, due importanti “comitati” che tengono in ostaggio il partito e che se non se le danno di santa ragione una volta per tutte finiranno per scioglierlo definitivamente nell’acido. Poi in altra data magari ci occuperemo più nel dettaglio di come è nata questa guerra all’interno del partito, ora non è il caso. I suoi protagonisti, le sue fatture. È cosentina in gran parte la guerra così come è cosentino il retaggio dei principali “affari”. Ma non è questo il tempo perché ora c’è da fare “la” partita e questo, vale la pena ripeterlo, all’insaputa e al di là dei meriti dei principali attori in campo. C’è un mondo che preme là fuori il Pd di Calabria e che vorrebbe entrare. Sono per lo più giovani, anche giovani amministratori. Appassionati, in gran parte renziani della prima ora ma non soltanto renziani perché il “nuovo” non è mai saggio farlo somigliare a nessuno. Aspettano la chiamata ma non è questo il momento giusto. Non arriverà. Prima c’è da consumare il duello finale, il sangue. Se non si gioca questo ring tutto il resto non servirà a niente. Ernesto Magorno s’è messo in testa di fare il primo segretario del dopo commissariamento e non c’è stato niente da fare. Giusto o sbagliato che sia il suo intendimento la sostanza è che è andato avanti per la sua strada. Forte di un vento nazionale al momento impareggiabile (quello renziano) non ha mai indietreggiato nonostante dall’altra parte le abbiano provate tutte per farlo desistere. Non è dato sapere se il deputato di Diamante ha dentro di sé trovato una giusta sintesi tra un’investitura romana per lui (che però nessuno ha mai ufficializzato) e la sua personalissima e solitaria ambizione. Se c’è riuscito a esaltare la prima e nascondere la seconda è stato abilissimo. Certo è che agli annali passerà, la sua, più come candidatura da lui medesimo fortemente voluta che dagli altri fortissimamente cercata. Per come ha insistito Magorno deve avere in testa ben altri progetti che non siano solo quelli delle mani sulla segreteria. Forse deve aver fatto scuola il modello Renzi applicato a Renzi stesso, costretto a passare da Largo del Nazareno prima di sedersi a Palazzo Chigi. Chi lo invidia, chi non lo ama, chi lo teme o semplicemente chi non vede l’ora di scendere a patti con lui gli contesta il cosiddetto “metodo”. La non condivisione e non partecipazione nell’individuazione del candidato. Una verità e una menzo-
Da sinistra Ernesto Magorno, Massimo Canale Sandro Principe, Mario Oliverio e Nicola Adamo
Il Pd di Calabria, suo malgrado e nonostante i suoi limiti evidenti, si gioca una partita seria da questo momento in avanti La prima e unica a disposizione e questo anche se molti dei suoi principali attori non ne sono all'altezza Le primarie per il segretario saranno finalmente vere e non ci sarà più spazio per future e sterili mediazioni, o per meglio dire spartizioni Il tempo è scaduto
gna dietro questi lamenti viscerali, peraltro anche presenti nella stessa cordata renziana. Chi mente sa bene che di partecipazione e condivisione nella storia recente del Pd di Calabria ce n’è traccia come può lasciarne un ago in un pagliaio. È strumentale l’appunto se non supportato dal pulpito giusto. Non mente invece e non esagera chi si ostina tuttavia a ritenere che Magorno da Diamante un giorno ha fatto il napoletano, giocando a illudere tutti, e il giorno appresso ha chiuso accordi all’insaputa della comitiva. In nome e per conto di tutti. Ha sempre contato su Sandro Principe in ogni movenza, è lui che gli deve guardare le spalle dal gruppo dei consiglieri regionali innamorati di Firenze. Ma non ci meraviglieremmo se un giorno anche lui, il Principe, dovesse sollevare qualche appunto. Magorno non ha mai smesso di puntare l’obiettivo e nello stesso tempo s’è sempre (fintamente) messo a disposizione della cordata e del partito. È andato dritto per la sua strada e a questo punto è giusto che si giochi la finale. La giocherà contro Massimo Canale da Reggio (salvo notizie clamorose dell’ultima ora). Per cosentini, vibonesi e crotonesi poco più che un nome. Per i catanzaresi del Pd addirittura un fantasma. Ma sarà lui a sfidare il vento forte di Diamante. Si porta dietro tutto l’armamentario delle repressioni e delle preoccupazioni che in ogni angolo della regione va raccogliendo per controaltare la cordata vincente, quella di Magorno appunto.
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Sabato 25 Gennaio 2014
Stavolta che sia ring fino in fondo
E l’elenco si fa lungo perché, anche qui, si mischiano ambizioni più o meno legittime a restaurazioni impossibili. Mario Oliverio, i coniugi Adamo e Bossio, Brunello Censore, tanto per dirne qualcuno e senza far torto a nessuno. Uno squadrone se potessero ancora contare le tessere ma oggi come oggi è difficile contenere il “vento” con una scheda da dieci euro. Ci proveranno, anche con discrete possibilità di non venire travolti. Ma stavolta più che il giorno dell’Immacolata conterà solo vincere e non perdere bene e allo stato non ce la sentiamo di dire che Massimo Canale parte da favorito contro Ernesto Magorno. La partita a scacchi di questa cordata non è stata probabilmente esemplare, chi ha disegnato le strategie stavolta è rimasto lontano dalle alchimie di Richelieu. Da un lato s’è continuamente ripetuto che andava cercato un candidato unitario come fosse un valore di per sé organizzare ancora una volta primarie finte, unanimiste nella forma e scazzottanti poi nella sostanza. La solita melma di Calabria. Dall’altro ci si è offerti in processione ai renziani di Roma con la seguente e pietistica tesi: vi votiamo uno dei vostri, chi volete voi, ma non Ernesto Magorno. Che equivaleva a chiedere la decapitazione in piazza del deputato di Diamante in cambio del nulla, della palude. Chi ha studiato la strategia disperata solo dopo si è accorto che se nessuno a Roma fino a quel momento filava Magorno e le sue ansie s’è poi finalmente accor-
to che andava difeso e candidato. Hanno finito per rafforzarlo con la continua richiesta di superare il suo nome e se Renzi è in periferia solo un decimo di quello che si mostra al vertice (dove procede spedito senza fottersene di nulla) figurarsi se poteva perdere il sonno con le preghiere di Stumpo, D’Attorre, Guglielmelli e compagni. Se qualcuno aveva un dubbio se l’è cacciato e Magorno è diventato persino simpatico. Tra i nomi più consolidati che compongono la cordata “non Magorno” ce n’è uno in particolare che fino a qualche tempo fa aveva praterie verdi e spalancate tra se e il potere della presidenza regionale. Autorevole e stimato trasversalmente. Poi la grande ammucchiata e il ritorno a vecchie amicizie del passato e il percorso s’è compromesso. Non è dato sapere oggi come oggi cosa avrà guadagnato a chiudersi in un revival con i vecchi compagni di merenda anche perché poi, proprio tra i “compagni”, c’è già qualcun altro invece che ha tentato e tenterà a congresso finito di stringere lealmente la mano al vincitore, a Ernesto Magorno. Come dire, ci siamo combattuti ma adesso vinciamo insieme contro la destra che è poi la più banale delle frasi che vengono in mente quando si deve prendere per il culo la gente. Bravo Magorno, adesso però per la battaglia finale contro Scopelliti e i suoi rifacciamo in parte l’ammucchiata di sempre. Qualcuno ci ha provato, ci sta provando, naturalmente ci proverà. È la tecnica di sempre ma stavolta in palio c’è qualcosa di diverso.
Se Magorno dovesse diventare segretario con finestra sul “cortile” del futuro della Regione non vorremmo essere nei suoi panni quando arriveranno queste sirene, le sirene dei “compagni” che vogliono spartire. Sarà lì che si peseranno le sue libre ed è a quest’incrocio lampeggiante che lo aspetta al varco la linea verde del partito persino disposta a dargli una mano in questa fase. Se Magorno ha solo giocato con le poltrone fin qui si accontenterà e cederà alle sirene, farà ammuina con chi sotto il tavolo dall’altra parte trama. Non è una pratica che poi gli è del tutto sconosciuta. Se darà seguito invece alla linea seguita fin qui e cioè alla ostinata ricerca del legittimo scontro radicale non potrà che “fare prigionieri”. Magorno probabilmente non ha strade alternative se non vuol fare la fine di chi lo ha preceduto. Se vince il congresso non può poi mediare post mortem la partita del potere. Non vale, avrebbe un cattivo odore la pensata. Se si doveva “trattare” bisognava farlo prima del congresso, a carte calate ha un altro valore e lui lo sa bene. Recupererebbe un po’ di “cadaveri” da una parte ma perderebbe altri pezzi importanti dall’altra, non gli conviene. Chi vince vince, insomma. E prende tutto a questo punto nel senso che la torta si taglia in squadra e si mangia negli spogliatoi. Questo si voleva e questo sia fino in fondo stavolta. È il bello della sfida, della finale. E vale la pena godersi la suspense perché mai come stavolta il risultato non è scontato. Per niente scontato. Basta una pedina che gioca male, o che si sposta, e si ribalta tutto...
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Mezzoeuro L’appuntamento
FONDI COMUNITARI ULTIMO TRENO PER LA CALABRIA Incontro con Aldo Patriciello Domenica 26 a Lamezia NO AD EUROPA DEI BUROCRATI DI BRUXELLES Fondi comunitari ultimo treno per la Calabria. È quanto afferma l’europarlamentare di Forza Italia, Aldo PATRICIELLO che DOMENICA 26 GENNAIO alle ORE 10,30 incontrerà imprenditori e forze produttive all’hotel “T” di Lamezia Terme. Il confronto pubblico offrirà l’occasione per fare il punto sulla “Programmazione dei fondi comunitari 2014-2020”.
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Bisogna portare avanti un’idea di Europa diversa da quella dei burocrati di Bruxelles, spesso lontani dall’idea di sviluppo possibile nelle regioni bagnate dal Mediterraneo.
Aldo Patriciello
Perché bisogna valorizzare i nostri territori e non lasciarsi contagiare dalla politica contabile che non rappresenta le legittime richieste degli elettori calabresi. Spendere nel miglior modo possibile questi finanziamenti può essere una svolta per tutto il Sud. Uscire dalla crisi è un obiettivo raggiungibile se riusciremo a coltivare il dialogo tra politica, imprenditoria e cittadini. Dalla crisi usciremo tutti insieme. Ma l’Unione europea può vivere solo se le distanze verranno finalmente annullate. L’Europa è dei popoli.
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Sabato 25 Gennaio 2014
Riprovarci dieci anni dopo Non scherza Pino Galati quando si lascia scappare che per il sindaco di Catanzaro sono auspicabili altre platee, altre competizioni I più hanno pensato al'Europa ma si sbagliano probabilmente È a Palazzo Alemanni che ci si riferiva... A Cosenza
Sergio Abramo Alle sue spalle Pino Galati e Peppe Scopelliti
Abramo ci fa un pensierino Nasce tutto da una battuta maliziosa di Pino Galati che poi è tra i più abili in circolazione per materie di questo tipo. A margine di un incontro si lascia scappare (ben volentieri) che Sergio Abramo è tutto sommato sprecato per la platea municipale, altre e di ben altra natura dovrebbero essere le competizioni elettorali future per lui. La classica investitura tipo “è una risorsa”, roba di questo genere. Il particolare non sfugge ai trafiletti della stampa quotidiana e infondo come avrebbe potuto, la battuta era nata per questo. Nel cantiere in costruzione di Forza Italia in Calabria Pino Galati getta nello stagno un sassolino mica male lanciando Sergio Abramo verso avveniristiche e gloriose avventure elettorali. Il gioco regge, il messaggio passa. Solo che i giornali, e non è la prima volta che capita, capiscono male, nel senso che capiscono poco e si fermano in superficie. Abramo verso l’Europa, è più o meno il titolo di genere nella sua formulazione media. L’investitura viene direttamente da Pino Galati, non so se mi spiego. Passa qualche giorno e i diretti interessati non smentiscono. Non lo fa Galati, nel senso che non rinnega di aver inorgoglito il sindaco di Catanzaro pubblicamente. E non lo fa Abramo il quale s’è trovato per qualche ora nella imbarazzante posizione di dover intervenire per rettificare un retroscena nella sostanza ma non nella forma. Come dire che gli andava bene che Galati avesse detto di lui che è pronto per altre sfide, meno bene che i giornali avessero poi titolato che l’Europa è a due passi. Resiste, resiste ma poi decide di intervenire e in una nota usa, se possibile, il meglio che la tecnica comunicativa gli permette di questi tempi. Ringrazio tutti, ma non sono assolutamente disponibile per le elezioni europee, dice in sintesi. Sto facendo il sindaco e sono contento di farlo. Punto. Altro non dice e come potrebbe diversamente.
Il fatto è che Abramo avrebbe voluto dire che se si tratta di concorrere (e perdere) per l’Europa no grazie ma se qualcuno mi chiede di provare a sfidare la sinistra per le regionali del 2015 allora... Già, è proprio così. Dieci anni dopo la sciagurata avventura contro Agazio Loiero il sindaco di Catanzaro vorrebbe riprovarci. C’è un lavoro dietro questa nomination, un progetto che sta maturando. Ci sono pezzi da novanta della politica che stanno tramando ma ci sono anche fatture importanti che non vedrebbero di cattivo occhio questo secondo tentativo di Sergio Abramo. In ballo ci potrebbero essere nuovi equilibri economici da ridisegnare, magari dopo aver preso atto che la “distribuzione” di Loiero prima e di Scopelliti poi ha lasciato a desiderare. Dopo tutto il ragionamento (politico e non solo) potrebbe essere questo. Se non si trova unità nel centrodestra chi l’ha detto che si deve candidare per forza Scopelliti (il quale magari nel frattempo avrà preso lui altri lidi, questi sì europei)? E se la palla passa a Forza Italia, questa la pensata, meglio che ci si muova subito da Catanzaro che è stata la prima area ad attrezzarsi in materia salvo poi vedersi soffiare il coordinamento dalla “cosentina” Jole Santelli con tutto quello che questo significa. L’ideatore politico del progettino, manco a dirlo, è proprio Pino Galati che non solo non ha digerito il timone a Jole quanto, questa la sua ambizione, punta a farla pagare a tutti con gli interessi appunto spostando dalle sue parti i discorsi sulla futura presidenza della Regione. Poi magari non se ne farà nulla ma intanto avrà posto per primo il paletto centrale, quello d’appartenenza. Il gioco a scacchi, assai delicato, è appena agli inizi del resto. E per il momento si basa su mezze frasi, insinuazioni, retroscena. Poi succede che un titolo di giornale sbaglia e svilisce l’operazione ma sono incidenti di percorso che possono capitare...
Summit del Nuovo centrodestra Riunione, a Cosenza, del Nuovo centrodestra, alla presenza del coordinatore regionale, Antonio Gentile. La riunione, spiega una nota, «è servita a fare il punto della situazione politica e a individuare i primi processi organizzativi sul territorio. Nei prossimi giorni analoghe riunioni si terranno nelle altre quattro province calabresi. All’incontro erano presenti l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Pino Gentile, il sottosegretario alla Presidenza, Giovanni Dima, il presidente del gruppo consiliare regionale, Gianpaolo Chiappetta ed i consiglieri regionali Rosario Mirabelli e Fausto Orsomarso. Il coordinatore regionale - si legge ancora ha annunciato che nella prossima settimana saranno nominati i coordinamenti provinciali provvisori e partirà la campagna di iscrizione ai circoli. Sono state analizzate le dinamiche politiche e amministrative relative alle attività della giunta. Un bilancio positivo che va arricchito da un anno decisivo per poter affrontare compiutamente le criticità frutto di un processo ineludibile di riforma dopo le irresponsabilità del passato. L’esecutivo regionale - è stato detto- si è trovato ad affrontare una contingenza di fattori concatenati che hanno unito le falle del passato alle costrizioni del presente. Lo ha fatto con coraggio e determinazione risolvendo problemi datati come quello della stabilizzazione degli lsu solo per citarne uno dei tanti. Il senatore Gentile e Scopelliti incontreranno lunedì prossimo i parlamentari e i consiglieri regionali del nuovo centrodestra per discutere delle attività dell’esecutivo. Con le forze del centrodestra - è stato detto ancora - vogliamo proseguire sulla strada di una convergenza di programmi e di idee mentre è necessario che sui temi della sanità e dell’occupazione i partiti dell’opposizione abbandonino ogni tentazione demagogica e collaborino nell’ottica dell’interesse generale. Il Nuovo centrodestra vuole essere interlocutore responsabile e agire insieme al governatore con uno spirito collaborativo rispetto al governo nazionale il cui sostegno alla nostra Regione - ha concluso Gentile - è indispensabile».
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Sabato 25 Gennaio 2014
Mezzoeuro L’eutanasia di Sviluppo Italia
La Calabra Fenice di Oreste Parise
La situazione di Calabria.It è un pò la rappresentazione in vitro della situazione italiana. Una storia esemplare per spiegare il cammino verso un declino inesorabile della regione, stretta nella morsa di una classe politica e dirigente ai limiti della decenza e il codazzo di clientele che si porta appresso per replicare nei più importanti posti di responsabilità una perfetto copia della propria inefficienza.
Sono 131
nel caso specifico i dipendenti della società che versano lacrime amare per non aver percepito lo stipendio da tempo immemorabile. La loro protesta è giusta e comprensibile, ma bisognerebbe pur porsi qualche inutile domanda. Chi sono, cosa hanno fatto e cosa continuano a fare oggi per reclamare uno stipendio; e andando un pò più indietro nel tempo, qual è la loro storia, il metodo di reclutamento, i requisiti di base, le benemerenze acquisite, i compiti svolti per trovarsi in questa condizione di disagio. In tanti in quella condizione di disagio non ci sono nemmeno arrivati, ma hanno dovuto imbracciare la loro ventiquattrore e atterrare nell’aeroporto di Berlino, o di qualche altra capitale del mondo, per sbarcare il lunario. Intanto, la prima osservazione comune ai tanti precari che si aggirano per la Regione (con la erre maiuscola per indicare in maniera univoca la mamma Regione, l’ente del privilegio e del nepotismo par excellence) se continuano a lavorare e produrre nell’interesse della collettività o sono fermi ai box per manutenzione straordinaria. Se tuttavia hanno continuato a lavorare non se ne è accorto proprio nessuno, poiché hanno continuato a fare quello che hanno sempre fatto negli ultimi anni, cioè un’attività talmente asfissiante e senza respiro, che ha fatto scivolare la regione (con la erre minuscola ad indicare la terra dei poveri diavoli che vi abitano) al di sotto degli ultimi posti di tutte le graduatorie di sviluppo. Sussurra e grida vorrebbero che la scelta di questo esercito di dipendenti “regionali” si avvenuto strettamente per cooptazione, per meriti parentali e amatoriali. Si tratta di una villana insinuazione, ovviamente, poiché la ricorrenza di alcuni nomi e la vicinanza con i rais locali sono pure coincidenze. Statisticamente non rientrerebbero a rigore nell’intervallo di confidenza stocastico, ma siamo di fronte a una scienza impura che a volte produce risultati paradossali per mettere in cattiva luce i nostri virginei rappresentanti. Honni soi qui mal y pense! Che potrebbe tradursi (con qualche libertà poetica) “a noi ci viene proprio un mal di pancia a pensarci!”. In verità non si tratta di personale inquadrato sotto la tutela del contratto, ma quasi. La società di provenienza era infatti una società “in house”, vale a dire una società “de noantri” come direbbero a Roma in Tor Verganica, quel tipo di imbroglio molto diffuso nella pubblica amministrazione che fa di una società esterna una costola della regione, soggetta a meno vincoli e controlli, per una allegra e proficua gestione nei confronti dei beneficiari. Infatti, la Calabria.It nasce dalle ceneri di “Settingiano sviluppo”, una società nata a sua volta dalla Sviluppo Italia, a sua volta
Una storia di fallimenti e resurrezioni, liquidazioni e rinascite per la protezione dei soliti noti che per aver duramente non lavorato per una vita oggi protestano per il mancato pagamento degli stipendi, dovuti per legge. Il lavoro, infatti, per una antica consuetudine, si paga a parte... Fincalabra sta tentando, con buoni risultati, di mettere insieme i cocci in una difficile opera di mediazione
fallita e liquidata, che derivava dalla omonima società in house che aveva natura pubblica, semipubblica, privata e semiprivata. Insomma, un casino. «La Regione deve applicare al più presto la legge che prevede il transito dei dipendenti di “Calabria It” in “Fincalabra spa”, per salvaguardare i posti di lavoro e tutelare un consistente numero di famiglie catanzaresi e calabresi». Lo afferma solennemente Marco Polimeni, il capogruppo di “Catanzaro da vivere”, un gruppuscolo del pianeta Catanzaro che con molta dignità è pronto a scendere in campo a difesa di ogni più piccolo privilegio. Bisogna riconoscere che lo scopo è nobile se è vero, com’è vero, che questa benemerita società «ha erogato ed eroga importanti contributi pubblici per la creazione di nuove imprese, incrementando così la base occupazionale e lo sviluppo economico in una terra depressa come la nostra». Il motto è una sorta di passepartout che si può applicare a tutti gli assessorati regionali che si sono prodigati in tutti questi anni a elargire risorse a cani e porci, alla stessa Fincalabra e a tutti gli enti le istituzioni che hanno contribuito con un enorme concentrato di fantasia a sostenere, spingere e incrementare il tessuto imprenditoriale di questa regione. Sono tutti costoro a giustificare l’incrollabile ottimismo con cui affrontiamo il prossimo futuro. Una verità incontrovertibile, poiché i brillanti risultati ottenuti sono sotto gli
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Sabato 25 Gennaio 2014
L’eutanasia di Sviluppo Italia
Non si tratta di un problema di facile soluzione poiché gli è stato buttato addosso un intero edificio che rischia di rovinare anche la parte sana. Come in tutte le collettività anche gli ex dipendenti i Sviluppo Italia non sono poi tutti alla stessa stregua, si può certo individuare la parte sana e produttiva in grado di svolgere un ruolo positivo, ma bisogna intervenire con il bisturi e in questa fase nessuno ha realmente intenzione di assumersi questo compito. Ma c’è chi vorrebbe una applicazione pura e semplice della legge di riordino salvando capre e cavoli senza alcuna distinzione, come ad esempio la Cisl, che ha diramato un comunicato dove si legge: «La Cisl, oltre a rivendicare il legittimo pagamento dei salari maturati, ha espresso sin da subito una posizione condivisa e chiara: dare piena applicazione alla legge n. 24/13 con trasferimento immediato e diretto, senza soluzione di continuità di tutti i 131 lavoratori a Fincalabra spa. Da un punto di vista strettamente sindacale, è strano porsi oggi la domanda sulla capacità di assunzione dei 131 lavoratori da parte di Fincalabra spa, quando il piano industriale, previsto dalla legge, che deve essere redatto serve proprio a tale scopo». Tradotto in italiese significa grosso modo prima salviamo tutto e tutti e poi vediamo come possiamo fargli fare, esattamente il contrario di quanto vorrebbe la logica aziendalistica, sulla base della quale è necessario prima individuare le esigenze e le necessità in funzione di un obiettivo dichiarato e poi procedere all’assunzione del personale necessario allo scopo.
occhi di tutti. Solo la statistica fa fatica a riconoscere questo lodevole sforzo e a intestardirsi a dipingere la regione come una terra disperata in fondo a un tunnel buio e senza uscita.
ti e aziende speciali che saltano di fallimento in fallimento, giuridico o economico che sia, e rimangono a galleggiare come gli str... in mezzo a un mare di guai.
Ma da tempo immemorabile in Calabria ci si accanisce nella difesa del “particulare”, senza alcuna considerazione per le ricadute sociale e gli effetti sullo sviluppo dell’intera regione. Il 13 gennaio l’assemblea di Fincalabra ha approvato il Piano Industriale previsto dalla legge 24 e comunica altresì di aver anticipato tre milioni di euro per poter risolvere la difficile problematica della Calabria.it. I sindacati della triplice si sono schierati in maniera decisa e compatta a fianco dei lavoratori chiedendo una immediata applicazione della legge e la liquidazione delle spettanze del personale.
Naturalmente la Calabria.it ha avuto il suo naturale decorso verso una fine predestinata di un pirotecnico fallimento programmato, frutto di un destino cinico e baro che non sa premiare a dovere l’inefficienza e l’incapacità e di una statistica cieca che non ha saputo riconoscere i meriti nascosti dietro una montagna di debiti programmati. Mamma Regione ha pensato bene di difendere un simile tesoro e evitare la fine ingloriosa di una esperienza così ricca di eventi variegati ed esilaranti. Con una apposita legge regionale ha deciso di trascinare di peso questo piccolo esercito nel fortino di Fincalabra. Un provvedimento provvidenziale per salvare una specie in via di estinzione, che è quella degli intermediari e gestori dei fondi pubblici. L’errore grossolano risiede nella valutazione del fenomeno, che altri indicatori darebbero in piena espansione, poiché tra magnager e prenditori si è creata una vera selva dalla salde radici nella storia di questa regione. Ma come ormai è prassi consolidata i privilegi una volta ottenuti non si possono perdere, sono piuttosto i diritti acquisiti che possono essere revocati poiché toccano i paria senza signoraggio. La famigerata legge è nelle intenzioni proclamata il riordino di tutte il sottobosco del potere regionale disperso in nei mille rivoli delle società “in house”, delle partecipate regionali, dei vari en-
Attorno ai dipendenti ex Calabria.it si è accesa una battaglia dagli esiti incerti, poiché ormai di reale vi è ben poco. I fondi sono sempre di meno, essendo venuti meno le belle leggi come la 488 o l’imprenditoria giovanile che hanno ingrassato tutti coloro che hanno avuto mano in pasta, oggi non restano che briciole. Cosa farne allora di tutta questa gente destinata a non far nulla, come avviene da anni nell’ex-Arssa o nell’Afor destinate addirittura a morte certe e resuscitate dopo il funerale deciso e officiato dal duo ChiefalloAdamo. Lo scontro è tra chi vuole salvare tutti e tutto in nome di una encomiabile volontà di preservare i privilegi a tutti i costi, e chi dedica la sua attenzione sono alla parte grassa, ai fedeli interpreti di una stagione politica che si sta caratterizzando per l’incapacità di dare risposta agli endemici problemi di una regione allo stremo. Tra tutte le difficoltà Fincalabra resta l’ultima spiaggia per tentare di dare razionalità a u sistema che fin qui ci ha riservato solo disastri. È finora passata indenne in una strettoia, e potrebbe rappresentare non una ancora di salvataggio per i lavoratori, ma per la creazione di un efficiente strumento di regolazione dei flussi finanziari della regione, alla ricerca di un metodo per evitare gli sperperi e le occasioni mancate del passato.
La Ugl ha assunto un atteggiamento più prammatico. Nel chiedere la tutela dei lavoratori e il pagamento delle spettanze a coloro che sono stati utilizzati dalla stessa Fincalabra, sollecita che siano rispettate le condizioni di equilibrio economico finanziario per evitare che dover immediatamente ricadere nella stessa condizione di illiquidità che ha portato al dissesto la società assorbita. Antonio Franco, il segretario regionale dell’Ugl sostiene: «Noi siamo sempre dalla parte dei lavoratori, ma sottolineiamo la necessità di razionalizzare il sistema che ci ha condotta a questa situazione di grave difficoltà. La priorità deve essere quella di dare una risposta ai gravi problemi della Calabria, mentre spesso le vertenze si sono risolte con atti puramente formali che hanno garantito lo stipendio ma non hanno creato le condizione per un utilizzo proficuo della potenzialità che questi lavoratori avrebbero potuto dare alla Calabria, si sono create delle sacche parassitarie che hanno aggravato le nostre condizioni. Dobbiamo uscire da questa logica e salvare prima il lavoro, inteso coma attività produttiva, per assicurare un giusto compenso ai lavoratori». Quello che è sicuro che non ci sono più risorse per continuare una politica di scialo e spreco, ma quelle poche disponibili devono essere impiegate con raziocinio.
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Sabato 25 Gennaio 2014
Mezzoeuro Le eccellenze per sperare
Continua a crescere
la nuova struttura Neuromed Con nuovi servizi, nuove attività di ricerca e nuovi investimenti si aprono anche nuove opportunità di lavoro Continuano alacremente i lavori alla nuova ala ospedaliera dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Is). L’Istituto, da oltre 30 anni sinonimo di ricerca e servizi clinico-sanitari altamente qualificati nel settore delle Neuroscienze, è al suo terzo step evolutivo all’insegna dell’avanguardia clinica e tecnologica. A ridosso del plesso esistente, sta rapidamente nascendo un nuovo edificio di quattro piani, su una superficie di circa 11.000 mq che favorirà un innalzamento qualitativo in termini di innovazione tecnologica e ricerca scientifica. Il progetto è infatti inserito nel più ampio contesto del contratto di sviluppo “Hospital and Health services - Servizi avanzati di diagnostica e oncogenomica”, presentato al Ministero dello Sviluppo economico e alle Regioni Molise e Campania in partenariato con altre strutture cliniche presenti in Campania. Diversi i centri ad alta specializzazione che dunque troveranno presto più spazio nella nuova ala, tra cui un Centro per lo studio e la cura del piede diabetico e un Centro sul coma per lo studio dei disturbi cognitivi e della coscienza. Grazie all’ampliamento della struttura sarà anche possibile l’acquisizione di nuove attrezzature all’avanguardia, che contribuiranno ulteriormente al lavoro d’integrazione tra attività assistenziali e di ricerca; non solo, sempre nell’ottica di una migliore assistenza al paziente e ai suoi familiari, saranno migliorate le attività già esistenti tramite, ad esempio, l’ottimizzazione degli spazi relativi al blocco operatorio, con la creazione di sale “ibride” innovative, e l’ampliamento delle palestre del reparto di riabilitazione. La costruenda ala è stata progettata riservando grande e particolare attenzione all’umanizzazione degli spazi tramite la realizzazione di ambienti ampi ed articolati, aperti alla comunicazione, che facilitano i contatti, i percorsi e la permanenza e creando, in definitiva, un ambiente confortevole ed accogliente, rassicurante e non ostile. Non mancheranno aree attrezzate a verde, che contribuiranno al benessere di pazienti e familiari. Il nuovo intervento sarà, infine, dal punto di vista dei materiali utilizzati e degli impianti installati, rispettoso dei criteri ambientali e paesaggistici e si avvarrà di nuovi sistemi costruttivi in grado di garantire elevati standard in termini di isolamento acustico, termico, di eco biocompatibilità e di antisismicità.
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Sabato 25 Gennaio 2014
Le eccellenze per sperare
In apertura di servizio, l’esterno della struttura Neuromed di Pozzilli Nelle altre immagini le elaborazioni di come si presenterà a lavori ultimati
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Sabato 25 Gennaio 2014
I miliardi in attesa
Ritardi,
cui prodest? Il testo dell’interrogazione
Progetti abortiti al presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico
Oggetto: interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti, sulle centinaia di progetti giacenti presso gli uffici regionali del Nucleo di valutazione della Regione Calabria, da lungo tempo in attesa di essere esaminati. Premesso che: - alla fine di novembre 2013 i componenti del Nucleo Via, Vas e Ippc risultavano essere otto su diciassette, cioè in numero inferiore a quelli necessari per assicurare il numero legale, e, quindi, non più in grado di espletare e garantire i compiti a cui è destinato tale organismo; - ad oggi i progetti e le pratiche giacenti presso tale Nucleo sono oltre trecento, a cui vanno aggiunte anche quelle relative ai progetti Pisl a rischio definanziamento per il mancato funzionamento del Nucleo stesso;
Attraverso molti progetti giacenti si creerebbero tante occasioni di occupazione e sviluppo per la Regione Il consigliere regionale Carlo Guccione si chiede a chi giova il loro mancato esame «Oltre trecento progetti per la realizzazione di opere pubbliche e private attendono da tempo di essere esaminati, ma il Nucleo di valutazione Via, Vas e Ippc della Regione Calabria non può riunirsi perché nove membri su diciassette si sono dimessi e il numero di quelli rimasti (otto) è inferiore al numero legale richiesto». Ancora una voltaconsigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, porta alla luce una nuova, incredibile situazione di gravissima inefficienza da parte della giunta regionale calabrese e lo fa attraverso una interrogazione a risposta scritta pre-
sentata oggi al presidente dell’Esecutivo Giuseppe Scopelliti. «La cosa che più indigna e fa rabbia - afferma Guccione in una nota - è che il mancato esame di questi progetti e, di conseguenza, la loro mancata approvazione mette a rischio anche le pratiche relative ai progetti Pisl che rischiano così di perdere i finanziamenti ottenuti e blocca investimenti per circa un miliardo di euro che, in un momento di gravissima crisi come quello attuale, potrebbero rappresentare un vero e proprio toccasana per la nostra economia. Attraverso di essi, infatti, si creerebbero tantissime occasioni di sviluppo e occupazione, si darebbe la possibilità alla nostra regione di veder finalmente realizzate importanti opere strutturali attese da tempo e per tantissimi giovani e padri di famiglia questa sarebbe davvero un’opportunità straordinaria di lavoro e occupazione. Cosa si aspetta? A chi giova questo ritardo?». «Perché - si chiede ancora il consigliere regionale del Pd - a tutt’oggi la Regione Calabria non ha ancora provveduto alla nomina della Struttura Tecnica di Valutazione interna (Stv)?». Occorre far presto e correre immediatamente ai ripari. In tal senso Guccione chiede a Scopelliti e alla sua giunta di dire con urgenza quali iniziative si intendono adottare per rimuovere rapidamente tutti gli ostacoli che impediscono una immediata ed approfondita valutazione delle centinaia di progetti che da troppo, tantissimo tempo attendono di essere esaminati e approvati.
- a tutt’oggi la Regione Calabria non ha ancora provveduto alla nomina della Struttura tecnica di valutazione interna (Stv); -appare assai grave che questi progetti, sia pubblici che privati, che sarebbero in grado di generare investimenti per oltre un miliardo di euro e che, per l’economia calabrese, rappresenterebbero occasioni di sviluppo e di occupazione e la realizzazione di importanti opere strutturali, continuino a rimanere giacenti presso il dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione Calabria in attesa di essere esaminati; Si interroga la S.V. - per sapere quali iniziative urgenti si intendono adottare affinché siano rimossi rapidamente tutti gli ostacoli che impediscono una rapida e approfondita valutazione delle centinaia di progetti che attendono di essere esaminati. In un momento di grave crisi economica come quello attuale, essi potrebbero dar vita all’immediata apertura di numerosissimi cantieri per la realizzazione di opere che da molti anni la Calabria attende, offrendo tantissime opportunità di lavoro a migliaia di lavoratori calabresi. Carlo Guccione
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Mezzoeuro Solo gli stolti non cambiano idea
E Tedesco rifiuta i rifiuti... I più saggi lo ripetono da sempre, e una ragione ci deve pur essere. Solo gli stolti non cambiano idea. E Manfredo Tedesco sindaco di Luzzi, per non rischiare nulla di questi tempi, ha preferito ingranare la retromarcia. Il compattatore dei rifiuti da 180mila tonnellate l’anno non va più bene, non si deve fare. Né nella vicina Bisignano, né a Luzzi naturalmente. E questo nonostante anche Tedesco abbia fatto partecipare Luzzi al bando regionale di questa estate e nonostante abbia fatto poi ricorso al Tar una volta appreso che in realtà i lavori se li era visti aggiudicati Bisignano. Non è stato mai del tutto chiaro sul punto il sindaco Tedesco. Mai netto sulla stampa. Un po’ a prendere le distanze dal compattatore, un po’ a difendere il ricorso fatto per averli lui quei lavori (così come riportiamo in pagina). Un tira e molla ambiguo fino al cruciale consiglio comunale dell’altra sera dove la lunga battaglia condotta dalla minoranza (Pd e “Rinnova Luzzi”) ha dato la spallata “pubblica” al sindaco in qualche modo costretto dal buon senso a dichiarare finalmente il suo definitivo punto di vista sul merito: il compattatore non va bene, né a Bisignano e né a Luzzi. Va da sé che il Pd di Luzzi, guidato da Angelo D’Acri, ha giocato di sponda da un lato con il gruppo stesso di minoranza in consiglio comunale dall’altro facendo squadra con il Pd di Bisignano guidato da Francesco Lo Giudice. Il tutto dopo il lavoro di una commissione aperta che continua a lavorare sul tema e a sensibilizzare ed informare i cittadini. Senza contare poi il lavoro che negli ultimi giorni è stato fatto dal gruppo consiliare Rinnova Luzzi che denunciando il silenzio grave del sindaco sull’argomento ha chiesto e ottenuto il consiglio comunale straordinario ed aperto agli interventi di tutta la cittadinanza ribadendo pubblicamente con forza la volontà di discutere sul tema della piattaforma dei rifiuti insieme ai cittadini. Ma non è stato facile far tornare Tedesco sui propri passi. Il sindaco di Luzzi aveva dichiarato alla Regione Calabria, con nota prot. 9497 del 07.08.2013, di voler ospitare sul territorio luzzese un impianto/discarica, all’unisono e senza il coinvolgimento del consiglio, dei cittadini che lo hanno eletto e non, delle associazioni, senza aver eseguito valutazioni di impatto ambientale nella zona. Eppure le caratteristiche dell’impianto discarica erano e sono indicate nel Piano regionale di gestione dei rifiuti. Piano regionale richiamato nella lettera con cui la Regione Calabria, invitava il Comune di Luzzi a mettere a disposizione il territorio di Luzzi per impiantarvi una discarica. Tedesco, dunque, consapevole di quanto stava dichiarando, ribadisce più volte sulla stampa di volere l’impianto per i rifiuti a Luzzi tanto che il 13 dicembre 2013, dopo essere stato ascoltato dalla commissione ambiente della Regione, dove ha richiesto di riportare la piattaforma/discarica a Luzzi, con un ricorso al Tar pagato coi soldi dei cittadini luzzesi (euro 3.000,00 ), chiede l’annullamento dell’affidamento dell’impianto per i rifiuti a Bisignano e rimette a disposizione il territorio luzzese. Ad oggi il Tar non si è ancora pronunciato e non si conoscono ancora gli effetti del ricorso. Con la “Terra dei fuochi” negli occhi, su cui il
Il sindaco di Luzzi ci ripensa e dice di voler rinunciare alla piattaforma che dovrebbe sorgere al confine con Bisignano Una battaglia vinta dall'opposizione del Pd in aula e fuori nonostante in tempi non sospetti il primo cittadino abbia fatto di tutto per aggiudicarsi lui quei lavori Cruciale il consiglio comunale dell'altra sera Santo padre e il Capo dello Stato più volte nei giorni scorsi hanno ribadito la gravità dei fatti accaduti in materia di gestione dei rifiuti, è diventato poi più semplice per l’opposizione ostinarsi e vincere la battaglia che si è consumata nel suo epilogo proprio nel corso del consiglio comunale straordinario dell’altra sera dove Tedesco ha dichiarato definitivamente di essere contrario alla piattaforma.
«Apprendiamo, grazie all’azione politica messa in campo dal Pd di Luzzi, il cambio di veduta di Tedesco, il quale ora dichiara di essere contrario alla piattaforma». Il segretario del Pd Angelo D’Acri, intervenuto quasi a chiusura dei lavori, ha ringraziato luzzesi e non per la partecipazione, sottolineando l’impegno che il gruppo Pd e il comitato NO alla piattaforma, hanno profuso, e chiesto dunque che il sindaco rinunci ora definitivamente alla discarica a Luzzi, dandone formale comunicazione alla Regione Calabria. Sullo stesso tono anche Francesco Lo Giudice, capogruppo Pd in consiglio comunale a Bisignano, che ha sottolineato come la scelta dei sindaci di Luzzi e Bisignano, di rispondere anche solo alla manifestazione di interesse della Regione Calabria, sia stato un grossolano errore. «Esprimo dunque soddisfazione - ha continuato D’Acri - per il risultato raggiunto dal Pd di Luzzi, che almeno per ora eviterà che tra la nostra gente sorga un mostro di rifiuti e mi aspetto, poiché temi come la salute pubblica soprattutto si affrontano con serietà e rispetto verso i cittadini, che il Sindaco faccia questo gesto doveroso, per il grave errore commesso a danno e tradimento dei cittadini». «Ai cittadini di Luzzi voglio ricordare che per la salute dei cittadini e il futuro dei nostri figli, sarà importante una partecipazione attiva della popolazione anche durante il consiglio comunale per dire con forza NO alla piattaforma a Luzzi quanto a Bisignano. L’azione del Pd vuole essere costruttiva per la comunità, e consapevoli della difficoltà di affrontare il tema rifiuti oggi in Calabria, porteremo sul tavolo proposte concrete.
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Sabato 25 Gennaio 2014
Solo gli stolti non cambiano idea
Manfredo Tedesco
Ma attendiamo, dopo quasi 7 anni di amministrazione Tedesco, di capire e vedere nei fatti come, aldilà degli spot di facciata, come si intende gestire la questione rifiuti a Luzzi». Il gruppo “Rinnova Luzzi” ha in fine proposto la predisposizione di un documento che prevede la rinuncia ad un impianto come quello proposto, da inviare a: Presidente Regione Calabria, Presidente Provincia di Cosenza, Consiglieri regionali e Deputazione calabrese e lo svolgimento, entro un mese, di un tavolo tecnico/politico, con la partecipazione di tecnici ed esperti nel settore, al fine di discutere e studiare nuove soluzioni che vanno verso la Direttiva Europea sui rifiuti favorendo iniziative a “Rifiuti Zero”, utile ad affrontare il problema rifiuti nella media valle del Crati.
Le giravolte spaziali del sindaco
24/11/2013 - Su Il quotidiano Tedesco chiede di portare piattaforma a Luzzi 17/12 - articolo link diritto di cronaca: http://www.dirittodicronaca.it/index.php?option=com_content&view=article&id=16655:piattaforma-tecnologica-rifiuti-tedesco-qla-regione-lassegni-a-luzziq&catid=46:cronaca&Itemid=73 13/12 - Fa ricorso al Tar 12/12 - ascoltato dalla commissione della Regione Calabria 07/01/14 - Afferma contrarietà alla piattaforma ma non rinuncia 10/01 - Il Pd luzzese affigge manifesti contro impianto 10/01 - nel pomeriggio tedesco va in tv a Ten per dire no all'impianto 10/01- articolo Pd su Il quotidiano contro il compattatore 11/01 - “Rinnova Luzzi” chiede consiglio straordinario
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Sabato 25 Gennaio 2014
Sogni (irrealizzabili?) nel cassetto
Per le aziende agricole, detti aiuti, costituiscono una vera e propria boccata di ossigeno, poiché il settore primario già prima delle ondate di maltempo, mostrava difficoltà e sintomi evidenti che il brutto tempo e le intemperie hanno aggravato ulteriormente. Le principali cause che innescano e favoriscono i movimenti franosi riguardano la non razionale gestione del territorio, la carenza di adeguati interventi sistematori idraulico-agrari e idraulico-forestali capaci di fronteggiare e prevenire i fenomeni erosivi superficiali.
Il riassetto dove lo metto... Diversi sindaci, i cui territori sono stati martoriati dal maltempo, hanno chiesto lo stato di emergenza invocando provvedimenti finanziari per realizzare gli interventi urgenti per le difficoltà cagionate dalle piogge, dai dissesti idrogeologici, dalle ricorrenti alluvionali nelle zone pianeggianti di Giovanni Perri
Ancora una volta in Calabria siamo costretti ad elencare i danni derivanti dai rischi idrogeologici, movimenti franosi ed alluvionali che inesorabilmente innescano sconvolgimenti superficiali del suolo, in alcuni casi con notevoli danni alle
strutture abitative e produttive, con relativi sgomberi e chiusure delle strade di collegamento ai centri abitati, cancellando così anni di duro e paziente lavoro e di notevoli sacrifici sopportati da diverse generazioni. A seguito di ciò diversi sindaci, i cui territori comunali sono stati martoriati dal maltempo, hanno chiesto alla Regione Calabria lo stato di emergenza invocando provvedimenti finanziari per realizzare gli interventi urgenti per le difficoltà cagionate dalle eccessive piogge, dai dissesti idrogeologici, dalle ricorrenti alluvionali nelle zone pianeggianti. Più specificatamente sono stati chiesti aiuti finanziari per il ripristino dei danni delle opere pubbliche, delle strutture e delle infrastrutture e alle imprese che hanno subito notevoli danni ed essere state messe in ginocchio, per quanto concerne la ridotta capacità ed efficienza dell’apparato produttivo, l’inefficienza di alcuni i collegamenti viari e le conseguenti difficoltà di assicurare e mantenere rapporti commerciali e relazionali con il territorio e in generale con il mercato. I provvedimenti finanziari sono stati altresì rivendicati anche a beneficio delle imprese agricole, anche esse danneggiate dalle eccezionali precipitazioni delle scorse settimane, per il ripristino, il restauro e la ristrutturazione delle strutture produttive e abitative, anche mediante l’utilizzo dei finanziamenti statali messia disposizione, per tali eventi, dal fondo di solidarietà nazionale.
Per la prevenzione delle frane, almeno di quelle superficiali e di modeste dimensioni, non possono e non debbono risultare carenti interventi di natura agronomica e di assetto territoriale dando avvio alle sistemazioni idrauliche agrarie delle pendici collinari, che indubbiamente limitano i danni causati dall’erosione e nel contempo prevengono fenomeni legati ad eventi destinati a provocare rischi idrogeologici, la realizzazione di opere di difesa del suolo per un razionale assetto del territorio. In tali situazioni occorre in primis programmare interventi di bonifica e di risanamento ambientale per prevenire ulteriori disastri ambientali r danni da calamità, con una visione strategica non improntata all’ordinarietà e alla razionale manutenzione del territorio. Tutto ciò al fine di non essere assillati dalle emergenze che portano spesso solo a soluzioni improvvisate di corto respiro, bensì ad una attenta e razionale politica dell’uso del suolo e delle risorse naturalistiche ed ambientali. Tra gli interventi prioritari rientrano quelli agronomici capaci di assicurare la copertura del manto vegetazionale, anche con prati e pascoli permanenti, essenze arbustive tipiche della macchia mediterranea, unitamente ad altre specie erbacee ed arboree che si sono da tempo insediate nel territorio. Il manto vegetale nelle aree agro-forestali, prative e pascolative, riduce notevolmente le portate e la velocità dei deflussi idrici superficiali, svolgendo un’azione di forte contrasto rispetto alla erosione dei suoli, soprattutto in quelli sciolti, sabbiosi e carenti di copertura vegetale, soggetti a movimenti franosi di una certa intensità e gravità, perciò le modalità di utilizzo del territorio, non vanno mai trascurate, diversamente ed inevitabilmente si verifica quanto oggi lamentiamo per quanto attiene la conta dei danni causati dalle piogge intense di questi ultimi giorni. Ciò è anche l’obiettivo che si pongono la Regione Calabria e l’Ue di superare le emergenze attraverso la prevenzione di frane, alluvioni ed erosioni collinari e costiere, con l’utilizzo programmato delle risorse territoriali, supportate altresì da un’attenta ed equilibrata politica urbanistica. Necessita pertanto affrontare e risolvere il problema della erosione dei suoli e della prevenzione della franosità superficiale del territorio studiando e valutando le caratteristiche del suoli, quali la tessitura, la struttura, la permeabilità, la percentuale di sostanza organica ed infine l’aggressività climatica, con la convenzione che le pratiche agricole razionali riducono notevolmente l’erosione ed impediscono in maniera naturale ed efficace il dissesto del territorio e l’impoverimento agronomico dei terreni. Non è superfluo ribadire, infine, che ormai sia giunto il tempo di prevedere ed attuare interventi prioritari in grado di prevenire ed evitare le frane e l’erosione dei suoli, dando assoluta priorità alla sistemazione dei terreni ed alla regimazione delle acque superficiali e meteoriche, per procedere successivamente alla progettazione integrata interdisciplinare secondo le ben note e rigide regole della conservazione del suolo e dell’assetto territoriale. agronomogperri@virgilio.it
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Sabato 25 Gennaio 2014
Ogni tanto facciamo cose buone
Se non fosse stato per un calabrese... La Chiesa proclama beata la venerabile Maria Cristina di Savoia (1812-1836), regina di Napoli e delle due Sicilie, moglie di Ferdinando II di Borbone e madre di Francesco II. La cerimonia religiosa sarà celebrata nella mattinata di sabato 25 gennaio, nella Basilica di Santa Chiara a Napoli, dove giacciono i suoi resti mortali. È una felice ricorrenza per i discendenti della famiglia Savoia, ma soprattutto per gli innumerevoli devoti di tale figura ed in particolare per tutti coloro che fanno parte dell’Associazione nazionale “Maria Cristina di Savoia”, che da anni si sono mobilitati e seguito con particolare interesse le varie fasi del processo di beatificazione. Ma c’è anche un motivo di soddisfazione da parte dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola per dei motivi che spiegheremo più avanti nel contesto di questo servizio. Una regina amatissima all’epoca dai napoletani e non solo, per la sua bontà ed umiltà, ricca di valori culturali e religiosi che seppe vivere fino in fondo nel rapporto con il suo popolo, aperta ad aiutarlo e soccorrere nel momento del bisogno, soprattutto verso i poveri, i sofferenti, i bisognosi in genere, riuscendo ad instaurare, durante la sua permanenza nella reggia napoletana (18321836), per poco più di tre anni, un rapporto diretto adottando un mezzo di comunicazione efficace e moderno, quale la “lettera alla regina”, che venivano raccolte attraverso un apposito contenitore posto al di fuori del portone d’ingresso del palazzo. Seppe, tra l’altro, intervenire sul re e marito, Ferdinando II di Borbone, che sposò a Voltri il 21 novembre 1832, nell’attuare un modo giusto e solidale nel governare il suo popolo, tanto da portarlo ad abolire la pena di morte per i condannati. Una figura di donna moderna che seppe coniugare per circa tre anni il ruolo di regina con quello di moglie e futura mamma che non poté esercitare per la sopraggiunta e inattesa morte verificatasi a seguito del parto nel mettere al mondo il loro figlio, il futuro Francesco II. Ed è proprio in questo momento che dalla biografia appare una figura di frate minimo in odore di santità, a noi tutti vicino e caro in quanto facente parte dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, il venerabile padre Bernardo Maria Clausi, che per primo riconobbe l’odore di santità della regina, Maria Cristina di Savoia. Negli atti processuali di canonizzazione e nelle biografie predisposte sulle due figure, entrambe venerabili, si dice che Ferdinando II di Borbone, il 31 gennaio 1836, constatato i vani rimedi della scienza medica nel guarire la sua regina, ammalatasi a seguito del parto dell’atteso erede al trono, mandò a chiamare, presso il convento della Stella, padre Bernardo Maria Clausi, che accompagnato dal messo reale, don Antonio Fava, giunto nei pressi della reggia prima ancora d’entrarvi gli dice: «Noi inutilmente andremo sopra, perché la regina in punto mezzogiorno è entrata in Paradiso» ed erano trascorsi già cinque minuti dal mezzogiorno. Ciò nonostante salgono e costatano l’avvenuto decesso. Alla cerimonia di beatificazione di Maria Cristina di Savoia, che avrà luogo a Napoli nella Basilica di Santa Chiara, ci sarà anche, padre Ottavio Laino, postulatore del Processo di beatificazione del venerabile padre Bernardo Maria Clausi (1789-
La Chiesa proclama beata la venerabile Maria Cristina di Savoia regina del Regno di Napoli e delle Due Sicilie. Fu proprio padre Bernardo Maria Clausi dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola che riconobbe per primo l’odore di santità della regina 1849), che raccoglierà nuovi elementi e stimoli per una felice conclusione del processo di beatificazione del padre Minimo, originario di San Sisto dei Valdesi (Comune di San Vincenzo La Costa), avendo in Francesco II di Borbone, figlio della beata Maria Cristina di Savoia, un testimone importante a sostegno dell’odore di santità del nostro venerabile padre Bernardo Maria Clausi. In una sua lettera inviata al Papa in data 14 gennaio 1879 viene detto: «La fama delle virtù del servo di Dio, padre Bernardo Maria Clausi, dell’Ordine dei Minimi, quella dei miracoli operati da Dio Misericordioso per mezzo di lui mentre era in vita e per intercessione di lui dopo la sua morte; la grande venerazione che ebbero per lui la venerabile Maria Cristina mia madre e il mio genitore Ferdinando II e l’aver quel santo religioso sortiti i natali nel Regno di Napoli, ivi principalmente avere esercitato il ministero
evangelico, ivi operati per Misericordia divina i più stupendi prodigi, ed ivi aver finito la vita terrena ed essere deposto nel Santuario di Paola; queste ragioni mi impongono il dovere di unire le mie umili suppliche a quelle di tanti fedeli affinché la Santità vostra si degni ordinare, ove nella Sua alta saggezza lo creda opportuno, che si proceda, ora che i processi ordinari sono compilati, alla discussione della causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio». A questo punto si apre per la comunità religiosa dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, ma, soprattutto, per l’intera schiera di credenti e fedeli che guardano a Paola ed in particolare ai luoghi del Santuario, dove giacciono i resti mortali del venerabile padre Bernardo Maria Clausi, come luogo di riconciliazione e grazie, nonché di amore diffuso, una nuova forma di speranza e partecipazione attiva, anche attraverso la preghiera e la testimonianza, perché abbia a concludersi felicemente e presto il processo di beatificazione del venerabile padre Bernardo Maria Clausi. Franco Bartucci
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Sabato 25 Gennaio 2014
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Rubrica a cura dell’Ente di Patronato e di Assistenza sociale Epas-Fna (Federazione nazionale agricoltura)
IN COLLABORAZIONE CON
SEDI ZONALI ALTOMONTE FRANCAVILLA MARITTIMA PRAIA A MARE SCALEA
C.DA PANTALEO, 7/A VIA MAZZINI, 64 VIA TRIESTE, 20 VIA FIUME LAO, 253
0981/946193 0981/992322 0985/777812 0985/90394
SEDI COMUNALI ACRI ALTOMONTE BELVEDERE MARITTIMO CASTROVILLARI CERCHIARA DI CALABRIA CETRARO COSENZA FAGNANO CASTELLO GRISOLIA LAUROPOLI DI CASSANO IONIO MALVITO MOTTAFOLLONE PAOLA SAN MARCO ARGENTANO SCALO SAN SOSTI SANTA MARIA DEL CEDRO SARACENA SARTANO DI TORANO CASTELLO SPEZZANO ALBANESE TERRANOVA DA SIBARI TREBISACCE VILLAPIANA LIDO VILLAPIANA LIDO
VIA DUGLIA, 486 VIA SAN FRANCESCO, 62 VIA GIOVANNI GROSSI, 33 C/O STUDIO LEGALE CORDASCO VIALE PADRE F. RUSSO CONTRADA PIANA VIA G. DE GIACOMO, 4 VIA DE RADA, 24 VIA SAN SEBASTIANO CORR. BELLUSCI ANGELO PIAZZA CAPOLANZA, 8 CONTRADA VADITARI CORR. BORRELLI ANTONIETTA VIA NAZIONALE, 134 C/O CEDEFIN VIA ALCIDE DE GASPERI C/O STUDIO PERRONE-NOVELLO VIA PIANO DELLA FIERA, 14 VIA SAN MICHELE, 10 PIAZZA XX SETTEMBRE, 21 CORSO UMBERTO I PIAZZA DELLA REPUBBLICA, 49 CORSO MARGHERITA, 365 VIA PARIGI, 16 VIA DELLE AZALEE C/O STUDIO MELITO VIA DELLE ROSE, 28 C/O TEAM SERVICE
333/9833586 0981/948202 0985/84661 0981/483366
0982/999654 349/5842008 346/8569600 347/9433893 0981/70014 349/5438714 0982/621429 346/8569600 0981/60118 0985/5486 340/9692335 0984/521251 345/1337465 0981/956320 0981/51662 0981/56414 0981/56423
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Sabato 25 Gennaio 2014
Rubrica a cura dell’Ente di Patronato e di Assistenza sociale Epas-Fna (Federazione nazionale agricoltura)
Priorità per il 2014:
crescere
Il presidente nazionale Epas, Denis Nesci sottolinea come le parole di allarme di Giorgio Napolitano rappresentano un invito che non può essere trascurato Come accade ormai ininterrottamente dal 1949, il Presidente della Repubblica provvede a chiudere simbolicamente l’anno appena trascorso col suo tradizionale messaggio rivolto ai cittadini e trasmesso in diretta sui principali mezzi di comunicazione. Tale decennale usanza non è stata ovviamente disattesa nel 2013 e, come di consueto, l’intervento del Capo dello Stato si è concentrato sugli aspetti più importanti degli ultimi dodici mesi al fine di trarre le indicazioni più preziose affinché il nuovo anno possa essere vissuto da tutti con maggiore serenità. Come era prevedibile Napolitano non ha potuto nascondere la realtà dei fatti e ha definito il 2013 come un anno «tra i più pesanti e inquieti che l’Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica», sottolineando come la pesantezza sia riferita soprattutto alla dimensione sociale del Paese, mentre l’inquietudine ha afflitto in particolar modo l’aspetto politico e istituzionale. «Le parole del Capo dello Stato - è il commento di Denis Nesci, presidente nazionale del patronato Epas - illustrano con lucidità e realismo come l’anno appena terminato sia stato caratterizzato da numerose e innegabili difficoltà di diversa natura. Temi quali il lavoro e il rapporto fra cittadini e istituzioni rappresentano ancora nodi importanti da sciogliere - aggiunge Nesci - e anche per il 2014 saranno proprio questi i principali argomenti su cui sarà necessario lavorare e trovare soluzioni adeguate». Nel suo messaggio di fine anno il Presidente Giorgio Napolitano ha fatto cenno ad alcune lettere ricevute da cittadini di tutta Italia, proprio allo scopo di dare la giusta rilevanza a sentimenti, preoccupazioni e problemi della gente comune: si tratta di disoccupati di tutte le età, di esodati, di persone in grande difficoltà nel fronteggiare tasse e spese di ogni giorno. Prendendo spunto da queste realtà il Capo dello Stato ha invitato tutti a concentrarsi sul presente e sulle esigenze ineludibili a cui dare risposte in maniera efficace e celere, ribadendo come la priorità assoluta per il 2014 sia ancora la crescita economica ed occupazionale. «Le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica rappresentano un invito che non può più essere trascurato - afferma Denis Nesci - poiché i livelli di disoccupazione hanno raggiunto percentuali ormai insostenibili. La sfida a cui il Paese è chiamato nell’anno appena iniziato è difficile ma assolutamente necessaria - conclude il presidente Epas - ed ognuno deve contribuire a far sì che l’Italia torni ad essere un Paese capace di garantire ai propri cittadini un’esistenza serena».
PATRONATO SEDE PROVINCIALE COSENZA
SEDE TERRITORIALE ALTOMONTE
Il 7 febbraio 2014 scade il termine di presentazione delle domande di cessazione dal servizio per il personale della scuola dal 1° settembre 2014. Per i dirigenti scolastici il termine è il 28 febbraio 2014. Coloro che sono interessati, per verificare il diritto, per il calcolo e per la trasmissione telematica della pensione, possono telefonare per un appuntamento ai numeri telefonici indicati nella tabella a fianco AFFRETTATEVI !!!!!
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