Mezzoeuro

Page 1

euro 1,00

Mezzoeuro numero 29 - Anno 13 - Sabato 19 Luglio 2014

0,50 + 0,50 Voce ai giovani

settimanale d’informazione del Mezzogiorno d’Europa

CALABRIA

Voce ai giovani Laboratorio di pensiero per creare l’Europa dei giovani www. mezzoeuro.it

Salute, il Meeting del Mare premia Neuromed

www. mezzoeuro.it


2

Mezzoeuro

Sabato 19 Luglio 2014

Compensi e scompensi alla Regione

Assalto alla diligenza di Oreste Parise

Arriviamo sempre buoni ultimi a scoprire delle verità lapalissiane. Senza la sollecitazione della stampa nazionale qui la polvere coprirebbe inesorabilmente ogni traccia delle nefandezze che ci hanno ridotto in uno stato comatoso. Da buon masochista, affetto dalla sindrome di Stoccolma, sono dell’avviso che bisogna ad ogni costo salvare questa nostra povera classe dirigente regionale che tanto si è prodigata per agire in maniera diametralmente contraria a qualsiasi consolidata prassi di buona amministrazione. Come si ricorderà quando alla fine della guerra quando a Stoccolma liberarono dei prigionieri che subivano torture quotidiane, questi si schierarono dalla parte dei loro aguzzini, che erano gli unici collegamenti che avevano con il mondo esterno ponendo un serio problema ai giudici, chiamati a giudicare i carcerieri per i crimini che avevano commesso. Noi ci troviamo nella medesima condizione, essendo venuti a conoscenza dei miMezzoeuro sfatti della nomenklatura con l’arrivo Fondato da Franco Martelli degli anglo-americani che hanno scoperto il pozzo di San Patrizio. In una regione piena di una popolazioEdiratio editore ne masochista abituata da secoli di abbrutimento feudale a subire angarie e Direttore responsabile parangarie, non si può togliere il briviDomenico Martelli do della sopraffazione quotidiana, l’abbrutimento sociale, la soggezione psiRegistrazione cologica che porta la maggioranza a Tribunale di Cosenza sopportare stoicamente le ingiustizie n°639 più odiose con spirito cristiano e gedel 30/09/1999 nuina indignazione. Queste truppe alleate hanno proprio rotto le scatole, Redazione scuotendoci da un sonno comatoso che e amministrazione ci consentiva uno stato di benessere invia Strada Statale 19 bis, 72 87100 Cosenza cosciente. Responsabile Ha cominciato Gianantonio Stella sul settore economia Corriere della Sera riprendendo una Oreste Parise relazione redatta da due fin troppo solerti ispettori del ministero Progetto dell’Economia, chiamati a spulciare tra e realizzazione grafica le segrete carte del nostro Kastello. Maurizio Noto Hanno scoperto l’iradiddio, una situazione incredibile che rischia di far piaztelefono 0984.408063 za pulita di una intera classe di sopraffax 0984.408063 fini manager. Basta scorrere l’elenco dei reprobi per trovare le migliori mene-mail: ediratio@tiscali.it ti partorite nel nostro territorio: fior di manager, esperti mondiali nelle disciStampa pline più varie, candidati a premi Nobel, Stabilimento tipografico chiarissimi professori che adesso venDe Rose, Montalto (Cs) gono accusati di aver percepito “illegittimamente” miseri compensi per le Diffusione loro preziose prestazioni. I servigi resi Media Service sono così evidenti che la regione ha sudi Francesco Arcidiaco bito un continuo arretramento da un telefono 0965.644464 fax 0965.630176 punto di vista economico, sociale, morale, etico, comportamentale. Insomma, Internet relations un trionfo. N2B Rende Prendiamo il caso del povero Francesco Iscritto a: Crupi, dirigente della Sanità che ha perUnione Stampa Periodica cepito “illegittimamente” solo 3,569 Italiana euro in quattro anni. Ci vuole una medaglia al valor civile, altro che sottoporlo al ludibrio della pubblica opinione.

n. 12427

Una proposta di "fund rising" per la dirigenza Due rompiscatole ministeriali hanno fatto le pulci ai conti mettendo in apprensione dirigenti e consulenti perché secondo loro hanno percepito illegittimamente delle piccole somme Un fatto inaudito Aiutiamoli a superare questo difficile momento, perché rischiamo di perdere una delle classi dirigenti più inefficienti d'Europa Sarebbe un vero peccato privarsi di un primato che ci invidiano persino in Sud America... Altrettanto degno di nota al merito con l’attribuzione del cavalierato del lavoro, Michelino Lanzo che ha vinto il “grattino” regionale che gli ha regalato sempre “illegittimamente” il misero importo di un milione e 136mila euro. Come Capo di Gabinetto doveva pur comprare la carta igienica. Non siamo mica a scuola che la facciamo pagare ai genitori degli alunni, qui mamma regione è pronta a prevedere le esigenze e le necessità più urgente. Forse c’è un equivoco semantico, ma il concetto è chiaro e trasparente. I grandi manager dediti al bene pubblico vanno adeguatamente sostenuti e incoraggiati con qualche premio, altrimenti non rendono quanto dovrebbero rendere. E nel caso in specie hanno reso proprio un bel servizio. Bisogna subito trovare una soluzione per questo increscioso inconveniente. Una delle ipotesi più semplice è un fund-raising, una colletta in internet per sistemare il passato e garantire il proseguimento dello scialo nel prossimo futuro. Per chi ha un po’ di dimestichezza con l’inglese, questo provocherebbe anche un “fun raising”, che non guasta certo in un momento di grigiore per la crisi profonda che stiamo attraversando. Un altro termine “anglitaliano” entrato nell’uso è embedded, che indica un dispositivo incorporato

in un altro per aumentarne l’efficienza. Il termine è diventato familiare quando le truppe americane che invasero l’Iraq per detronizzare Saddam Hussein utilizzarono giornalisti al seguito, “embedded” nell’esercito con lo scopo di facilitare il loro compito di cronisti di guerra, fornendogli tutte le facilitazioni logistiche. Tranne una. L’autonomia e l’indipendenza di giudizio, embedded anche esse, perché è molto raro il caso dello scrittore al servizio di un mecenate che scriva contro il suo benefattore. La conseguenza è che di quella guerra non si è capito niente, fino ad assistere attoniti alla vittoria dell’oscurantismo, dell’integralismo, del fanatismo. Vincono i nemici della libertà, della democrazia, dello sviluppo e del progresso e ci stiamo solo adesso interrogando perché. Chi sa cosa c’entra tutto questo con le spese illegittime della Regione Calabria! In quella lista vi sono numerosi “piccoli scrivani calabresi”, che liberamente e senza riserve mentali hanno raccontato la Calabria in questi anni, hanno rappresentato fedelmente la realtà politico-amministrativa, hanno illustrato i piani e le lungimiranti leggi prodotte dal nostro organo legislativo che hanno migliorato tangibilmente la nostra condizione di corregionali ossequiosi ed obbedienti. Nella regione non vi sono più quotidiani, e tanto meno quotidiani indipendenti (se mai ce ne sono stati). L’informazione è affidata a una troupe di giornalisti “embedded”, e una truppa di sfigati stressati e sottopagati giovani volenterosi e sfruttati. I membri della troupe tutti pagati profumatamente. E “illegittimamente”, ça va sans dire. Per non dire assolutamente nulla, in un titanico sforzo di non rappresentazione della reale condizione politica e sociale della regione. I membri della truppa costretti come Amleto a soffrire «the slings and arrows of outrageous fortune» e rinunciare alla loro voglia di verità e giustizia. Una rapida scorsa nell’elenco può fare qualche idea a coloro che vogliono riflettere sulle condizioni della nostra regione. That’s all, folk! Ma qualche interrogativo dietrologico sembra opportuno. Un po’ come si discute delle sentenze ad orologeria, che secondo la vulgata corrente anticipano i grandi eventi politici, le inchieste calabre sembrano preannunciare una strategia politica. Ci si può interrogare dei motivi che stanno dietro questo fervore inquisitorio, la scoperta dell’ovvio oggi e proprio in Calabria.

La rubrica “Il legno storto” di Franco Crispini è temporaneamente sospesa


Sabato 19 Luglio 2014

Mezzoeuro

3

Compensi e scompensi alla Regione L’aula del Consiglio regionale e, sotto, Palazzo Alemanni, sede della Giunta regionale

Compensi (al lordo delle ritenute) erogati illegittimamente ai dirigenti della Regione Calabria

cende calabresi, si sposta l’attenzione e si coglie l’occasione di imporre un “papa” nero, frutto di un conclave romano piuttosto che degli intrighi di una nuovo Caposuvero, la piccola Yalta regionale dove si cercano i compromessi per assicurare a tutti gli appartenenti della vecchia nomenklatura un adeguato posto nella nuovo equilibrio politico. Dietro i nomi si possono chiaramente leggere le scelte dei vari potenti che li hanno sponsorizzato, e questo crea non poca apprensione poiché potrebbe essere un forte momento di pressione. Poiché facendo una somma non stiamo parlando di piccoli importi, ma di cifre significative che possono mettere in difficoltà tutti, soprattutto a coloro che sono abituati a non avere preoccupazioni economiche potendo agevolmente ricorre alle abbondanti fonti regionali. Se qualcuno ha “illegittimamente” percepito delle somme, vi è qualcun altro che le ha “illegittimamente” erogate. A prescindere dall’aspetto penale, l’aspetto più spiacevole potrebbe essere proprio quello di dover essere chiamati a rispondere finanziariamente, un elemento che costituisce un potente mezzo di pressione. Si può stare tranquilli che come in tante altre occasioni tutto verrà sepolto sotto uno spesso strato di polvere, ma i tempi sono sufficientemente lunghi da consentire la maturazione di strategie politiche e il raggiungimento di nuovi equilibri.

L’allegro scialo va avanti da anni sotto le insegne del centrodestra e del centrosinistra e sarebbe stato semplice sfogliare il Burc, il bollettino ufficiale della Regione Calabria, che costituisce ancora una fonte inesauribile di notizie,se solo si avesse il tempo e la voglia di spulciarlo di tanto in tanto. Qualcuno ricorderà forse il maldestro tentativo di oscurare anche quella fonte di informazione ai tempi di Re Agazio, costretto a fare marcia indietro per una delle poche volte in cui l’opinione pubblica svolse una funzione di controllo dello scellerato operato della Giunta. Oggi sembra che qui si voglia applicare il patto del Nazareno, applicato alla rottamazione. Il tentativo sembra essere quello di azzerare un potere per sostituirlo con il giovanilismo renziano. Anche nel campo del centrodestra è forte la voglia di dare spazio a forze nuove, a punire le fronde che hanno osato staccarsi dal tronco principale, a trovare un nuovo equilibrio. L’Emilia e Romagna non poteva essere lasciata sola a mostrare le proprie ferite alla prassi di buona amministrazione. Accendendo il faro sulle vi-

Quello che è certo che il prossimo confronto elettorale sarà tutt’altro che tranquillo. Non sarà solo uno scontro tra gli schieramenti, perché sembrano saltati molte vecchie alleanze, e potrebbe essere realmente l’occasione di un vero rinnovamento del sistema di potere locale. Il che potrebbe non essere necessariamente positivo, poiché la storia recente costituisce un monito della validità del vecchio detto che al peggio non c’è mai fine. Sembra però che la manfrina di una regione che si scioglie e non si scioglie, che nonostante lo stato di precarietà istituzionale continua a macinare mostruosità giuridiche come la nuova legge elettorale, che dà il meglio di sé nella scelte delle nomine, che non si rassegna a cedere il passo nonostante il fallimento totale e la deriva in cui ha portato la regione ha veramente raggiunto un limite non più sopportabile. C’è la voglia di un “papa nero”, che almeno nell’immaginario collettivo possa svolgere imporre un rinnovamento nel profondo della politica regionale. Il “fund-raising” è realmente necessario per trovare le risorse finanziarie e le energie intellettuali per rinnovare nel profondo la rappresentanza e la dirigenza. That’s really all, folk. At the moment!

Dirigenti Giunta regionale Paolo Arilotta Francesco Tucci Raffaele Rio Anna Tavano Franco Zoccali Umberto Mazzeo Giorgio Margotta Valeria Fedele Alessandro Zanfino Giuseppe Nardi Antonio Monea Paolo Praticò Antonio Rizzo Alessandro Sarlo Nicola Durante Salvatore Boem Elena Scalfaro Sonia Munizzi Rosaria Amantea Antonio Baudi Michelino Lanzo Ottavio Gaetano Bruni Roberta Porcelli Domenico Carnevale Francesco Crupi Gianfranco Di Nino Francesco De Grano Andrea Guerzoni Pietrantonio Isola Antonio Martini Salvatore Orlando Giulio De Petra

563.557 449.630 414.029 535.988 735.570 269.966 288.817 297.463 262.467 269.966 47.945 37.945 87.831 452.882 485.675 158.449 508.263 143.834 446.173 484.164 1.136.771 52.162 135.087 92.400 3.569 7.314 14.274 87.991 21.414 54.856 103.504 35.291

Avvocatura Audit Turismo Programmazione Presidenza Presidenza Urbanistica Personale Agricoltura Lavoro Attività Produttive Programmazione Stazione Unica Appaltante Controlli Segreteria Generale Stazione Unica Appaltante Capo di Gabinetto Vicecapo di Gabinetto Urbanistica Avvocatura Capo di Gabinetto Capo di Gabinetto Vicecapo di Gabinetto Lavoro Tutela della salute Tutela della salute Attività produttive Tutela della salute Lavori pubblici Attività Produttive Programmazione Presidenza

Consiglio regionale Nicola Lopez Pasquale Crupi Valentina Chiné Giulio Carpentieri Giuseppe Strangio Maurizio Praticò

199.760 134.375 90.205 289.728 85.411 94.560

Direttore Generale Capo di Gabinetto Vicecapo di Gabinetto Direttore Generale Capo di Gabinetto Vicecapo di Gabinetto

Giornalisti negli anni 2008-2012 Consiglio regionale Silvio Mellara 114.583 Mario Vetere 135.104 Giuseppe Meduri 143.136 Giovanni Rondinelli 182.723 Natale Licordari 149.189 Massimo Calabrò 200.254 Rita Campanaro 27.563 Emilia Casciaro 27.586 Laura Cimino 28.009 Paola Nania 30.429 Marianna Russo 27.547 Giacomo Di Iasio 220.893 Francesco Ferrara 151.596 Patrizia Greto 270.461 Giovanni Merlo 217.390 Giunta regionale Maria Cristina Cortese Filippo Diano Luisa Lombardo Gianfranco Manfredi Romano Pitaro

433.371 450.730 447.284 1.081.367 997.818


4

Sabato 19 Luglio 2014

Mezzoeuro Ognun per sé e Dio per tutti

Giovanni Toti incastonato nel chiostro di San Domenico a Cosenza pare fatto apposta, suo malgrado, per tirare la volata al sindaco La pazza idea, ma non troppo, è quella di puntare alla presidenza della Regione (se però non c'è Oliverio dall'altra parte)...

Il progettino di Mario Occhiuto Giovanni Toti ha sempre la stessa faccia, non deve sorprendere il sorriso perché non è inedito né premonitore. È evangelico e basta e il portavoce politico di Silvio Berlusconi non ha fatto eccezione nemmeno a Cosenza, infilato con discreta afa e un'organizzazione, diciamo così, borderline nel mezzo del chiostro di San Domenico con Annagrazia Calabria e il fior fiore del partito azzurro conterraneo. Foto per tutti e didascalie da copia e incolla, siamo alla scuola estiva di partito del resto (l'invenzione di Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia e oggi da enfant prodige a, più o meno, disoccupato di lusso). Pacche sulle spalle, sorrisi, sudate ma ben nascoste. Ci sono tutti, i nostri. Chi in prima fila chi in retroguardia ma ci sono tutti. Toti sa bene che ogni suo sospiro può essere bene o male interpretato. Sa bene che deve dire qualcosa, qualcosa di "regionale". Ma sa altrettanto bene che può anche aprire bocca per non dire niente e così, più o meno, ha fatto. Salomoniche e universali aperture a tutti, senza escludere nessuno. Il modo migliore per non gettare benzina ma anche per non disperderne, servirà in seguito. La tensione però, al di là del clima afoso e allegrotto, era alta. Perché alta è la posta in gioco. E sarà il chiostro a due passi dal Comune. Saranno i complimenti all'amministrazione di Palazzo dei Bruzi. Sarà che anche l'incastonatura dell'evento è parsa non casuale fatto sta che il chiacchiericcio diffuso e stratificato nei corridoi lo stesso è suonato per tutti: s'è voluto dare un incoraggiamento alla corsa di Mario Occhiuto alla presidenza della Regione. E già, proprio così. Non una novità assoluta per i cultori della materia. Sin dal salotto invernale su cui Santelli ha fatto accomodare la Occhiuto family (quello del Cavaliere) s'era infondo sempre sussurrato che gli affanni di un'amministrazione comunale avrebbero ben presto sfinito le ardite tesi architettoniche del sindaco. Architettoniche, certo. Come lo è Mario Occhiuto, del resto. Figura sobria, elegante, che si fa ben vedere al di là dei colori di partito, ha squassato la città di lavori di prospettiva e lungimiranza ta-

gliando esattamente a metà contenti e scontenti. Pare lo siano anche gli appaltanti, le aziende. Sempre a metà, la mela tagliata da Occhiuto. Come quando s'incazza con l'Ufficio del commissario al piano di rientro perché non dà seguito ad una sua ordinanza per assumere sette medici all'Annunziata, per motivi d'urgenza. Piace alla gente quando fa così, un po' meno a chi deve pagare. A metà, la mela del sindaco di Cosenza. Come il centrodestra che non lo ha mai amato del tutto e come la famiglia Gentile con la quale c'è odio giurato più o meno in eterno. Così a metà la mela del sindaco da aver diviso anche il centrosinistra in occasione delle elezioni comunali del 2011. Oliverio scelse di puntare su Paolini, Nicola Adamo (oggi nuovamente sodale con Oliverio) preferì invece far scorrere i suoi voti verso il centrodestra, su Mario Occhiuto appunto. Sindaco coraggioso, l'architetto. Un pioniere per certi aspetti. Suo il primo studio in Cina di un professionista local siamo ai tempi di Clini che spadroneggia in Oriente. E sua la mossa ardita di affidare un assessorato a Martina Hauser, compagna di Clini ma soprattutto professionalmente donna molto stimata dal sindaco. Quando s'è trattato di usare la sciabola ha fatto cose più di sinistra lui che Catizone e Perugini messi assieme (come nel caso del campo rom). Talmente di sinistra che, appunto, non ha mai del tutto sfondato dall'altra parte pur avendo aperto per primo un club di Forza Italia negli anni Novanta. Poi il grande amore "biancastro" con l'Udc, la casa del fratello oggi deputato però con Forza Italia. I più maligni sostengono che hanno cambiato casacca al momento giusto, prima della liquefazione di Casini. Se così è andata va detto che anche questa è una virtù di questi tempi, crearsi sempre nuove strade. Mai banale, anche provocatorio, aperto, il sindaco Occhiuto pare voglia puntare in alto. Toti non lo sapeva, probabilmente. Annagrazia Calabria nemmeno. Ma nel chiostro di questo s'è parlato. Altro discorso poi è capire quanto unisce e quando divide, Occhiuto. Ma è davvero troppo presto per parlare di questo ora.

Mario Occhiuto e Jole Santelli

L’annunciazione

Regionali, Talarico: elezioni a novembre Le elezioni regionali della Calabria si terranno a novembre prossimo. Lo ha ribadito più volte il presidente del consiglio regionale calabrese, Francesco Talarico, che a palazzo Campanella ha incontrato i giornalisti per una conferenza stampa nel corso della quale ha voluto fare chiarezza sui rilievi mossi dal governo alle ultime decisioni del consiglio. Il governo, infatti, ha chiesto di abbassare il quorum di sbarramento che la legge elettorale calabrese recentemente approvata ha innalzato al 15%. «Una scelta ponderata - così ha difeso Talarico il 15% - che abbiamo preso per garantire la governabilità, ben sapendo che il 15 % non penalizza nessuno degli schieramenti emersi dalle elezioni europee». Ciononostante Talarico si è detto disponibile a trovare una sintesi tra la proposta della maggioranza, di abbassare l’asticella al 12%, e quella della minoranza, che propone l’8%. Una “sintesi” che, dicono fonti di palazzo, potrebbe trovare un equilibrio al 10%. La Regione Calabria risponderà a muso duro, invece, alla richiesta del governo circa lo statuto del consiglio, che recentemente ha introdotto la figura del consigliere “supplente”. «Su questo punto ci rivolgeremo alla Corte Costituzionale - ha detto Talarico - perché siamo convintissimi della legittimità della nostra scelta, che del resto non comporta aggravio di spesa. Significa soltanto premiare chi ci mette la faccia, sancendo che il futuro presidente della giunta dovrà scegliere almeno 3 assessori tra i consiglieri eletti».


Mezzoeuro

Sabato 19 Luglio 2014

Casini (poco) democratici Mario Oliverio ed Ernesto Magorno

Uno tira la corda. L’altro si nasconde dall’altro capo e la fa tirare a “figuri” di circostanza, prima di farli sfilare. Uno si gonfia il petto di firme (da contare) e di virilità amministrativa (i conti veri si fanno alla fine di un ciclo). L’altro manovra e trama spacciandosi per l’altruista (che non è) e per il talent scout verso il cambiamento renziano (che non ha mai perseguito davvero). Mario Oliverio e Ernesto Magorno, sono loro per il momento l’alfa e l’omega del Pd di Calabria. Non li avesse dipinti la letteratura contemporanea come gli acerrimi nemici si stenterebbe a crederlo tanto sono funzionali l’uno per l’altro. Senza Magorno dietro la tenda d’avanspettacolo non ci sarebbe stato Mario Oliverio in campo e del resto senza il redivivo presidente non avrebbe senso il tanto manovrare del segretario.

Che se la

sbrighino loro Tant’è che se stringi stringi, alla fine, ognuno suo malgrado (più o meno) fa di tutto con il proprio incedere per legittimare la presenza e le ambizioni dell’altro. È un gioco sottile, viscido. Che si nutre in negativo nel senso che è autoalimentato da formule di negazione. È a perdere così come è a perdere anche il movimento delle rispettive cordate, o comitati di affari, che gli girano attorno. Ultimo degli obiettivi perseguibili è del resto la vittoria finale, la rivincita di Calabria. A quella non ci pensa nessuno perché non è detto che sia poi questa la cosa più importante. Forse è addirittura meglio perdere che rischiare di vincere con volti e profili, e soprattutto progetti e visioni, che possano dare un senso diverso al percorso regionale. Mario Oliverio e Ernesto Magorno. Nemici funzionali e funzionanti per la stampa ma indissolubili “compari” per l’esistenza della loro stessa partita. Certo ognuno segue la sua strada, anche di parvenza antitetica, ma il risultato alla fine è che sono due lati dello stesso ghiacciolo. Da non far squagliare. Oliverio ha circondato ogni perimetro possibile di partito, di brandelli di partito, come fanno i cagnolini con l’urina per segnare i confini. Gira in lungo e in largo la Calabria da mesi senza che nessuno abbia avuto l’ardire di fermarlo e a differenza del passato oggi pare mostrare meno scrupoli nel reclutamento di forze. Se risponde al vero quanto riportato dalla stampa Oliverio si sarebbe lasciato andare in formule da campagna acquisti assai borderline nel Crotonese con “l’ingaggio” del presidente dell’assemblea Peppino Vallone e con la figlia di Enzo Sculco. Ora è sacrosanto ribadire che non tocca ai figlioli pagare i guai (giudiziari) dei padri, ognuno è legittimato a prendere la propria strada. Ma il bacino di consensi che Sculco negli anni, anche con metodi poco ortodossi, ha continuato a coltivare non sarà dispiaciuto a Mario Oliverio che avrà pensato bene di non mandarli in dispersione. Se questo è il metodo della campagna d’autunno di Oliverio, e con tutto il rispetto che si deve per la progenie che non deve pagare le cambiali dei padri, diciamo che conosciamo un ritratto del presidente della Provincia di Cosenza piuttosto inedito al grande pubblico. Ma non si finisce mai di imparare, devono essere redivive compagnie che ha riscoperto da un po’ ad avergli aperto gli occhi su come si va all’at-

Il Pd di Calabria non esce dal guado, non potrebbe del resto. Mario Oliverio per un verso e Ernesto Magorno per un altro l'hanno trascinato in un tunnel perverso dal quale ora è difficile venirne fuori. Come la giri e come la volti la partita lascia scoperti dei "fianchi" pericolosi. Non resta che una strada allora: lo scontro frontale tra loro, evidente. Oppure una investitura del segretario e un passo indietro del presidente della Provincia di Cosenza Altre vie dignitose e credibili non ce ne sono tacco. Dice di avere nella tasca della giacca il 35% delle firme dell’assemblea e dice di averle anche ben prima che venisse stampata la modulistica appropriata. Saranno scritte su un foglio d’onore, non c’è che dire, poco più che pizzini pronti a trasformarsi in veri attestati formali di fiducia. Forte di questo recinto Oliverio (tutto sommato per la gioia di Magorno) non arretra di un millimetro e si preoccupa di affossare ogni alternativa che vie-

ne prospettata in nome della presunta “unità” in divenire verso il rinnovamento (ma qualcuno l’ha mai perseguita davvero l’unità? Qualcuno ha mai chiamato a Roma Oliverio per fargli un discorsetto serio serio?). Unità, rinnovamento. Chiacchiere, parole vuote. Oliverio non arretra e non avanza. Un iceberg in mezzo alla strada buono per non andare oltre lo sfondamento ma anche per non farci andare nessun altro. “L’ostacolo” ideale per uno come Ernesto Magorno. Che firmerebbe tutta la vita per averne così di ostacoli. Lui, il segretario, non ha mai smesso di puntare nemmeno per un secondo alla presidenza della Regione e le studia tutte per arrivarci. Il nemico giurato (vero stavolta) di Magorno è proprio il campo sgombro da Oliverio, la strada spianata dentro il partito verso il rinnovamento vero di nomi e sostanza, progetti e mentalità. Il reset, per farla breve. È questo il terreno insidioso che teme Magorno ma la presenza di Oliverio gli ha portato bene fin qui. Quando tutto manca, Magorno, punta ad un nome direttamente indicato dalla segreteria nazionale con lui a far da Cicerone in loco. Ne uscirebbe comunque forte lo stesso. Per il resto è a se stesso che pensa, solo a se stesso. Ma per arrivarci deve sistematicamente gettare in pista nomi che possono funzionare fino al punto da bruciarli poi, uno dopo l’altro. Così da ricreare il vuoto attorno. Ha giocato e fatto giocare con il “papa nero” prima e con la gioventù bruciata poi. Come nel caso di Canale. Tutto sommato ottima intuizione, ha per davvero sparigliato gli avversari e ha pure raccolto un numero di adesioni di rispetto. Da Minniti a D’Attorre a Lo Moro passando per la maggioranza dei consiglieri regionali e della deputazione calabrese. Hanno firmato tutti per Canale che non è certo il peggiore dei candidati “unitari”, per profilo e appartenenza geografica (ricompatta quantomeno il Reggino). Ma nel momento in cui Canale pareva prendere il sopravvento ecco il sondaggio più o meno “taroccato” pubblicato su “il Quotidiano”. A proposito. Chi lo ha commissionato? Sui siti autorizzati non c’è, chi lo ha materialmente richiesto alla Swg? Esiste questo sondaggio? Come è finito sulla scrivania de “il Quotidiano”? Fatto sta che l’unico dato che risalta di quel sondaggio (fantomatico) è proprio Canale che è ultimo, quindi non serve più. A primeggiare è tal Gianluca Callipo, volto sconosciuto, cognome conosciuto. Rimane un mistero cosa abbia prodotto fin qui il sindaco di Pizzo. Meno misterioso è il cognome che si porta appresso, nel male e nel bene. Oggi sembra che porti più bene. Domani chissà, tutto può accadere... Oggi c’è Callipo che fa al gioco di Magorno e anche della cordata Oliverio. Magorno punta a liquidare pure lui alla fine, il sindaco di Pizzo, deve ancora studiare la tecnica finale. L’obiettivo è sempre arrivare a se stesso ma stavolta il nipote del “tonno” gli può scappare di mano e potrebbero guerreggiare (per finta) Callipo e Oliverio. Ma è parvenza pure questa, gioco delle maschere. Un modo come un altro per sfuggire alla partita vera, quella che fa paura più o meno a tutti. La coperta così come è ridotta è talmente corta che non si potranno mai riscaldare tutti con queste “bassezze”. E chi rimane fuori, soprattutto chi non ha incarichi e prebende e si era messo a disposizione solo per il progetto finale, potrebbe non essere più a disposizione. Per nessuno, siano essi locali e nazionali. È il rischio che corra il Pd di questi tempi, del resto. Tiri la corda di qua e scatta la “libera uscita” di là. Ecco perché è giusto che se la sbrighino loro adesso. Sì, loro. Mario Oliverio e Ernesto Magorno. Sono loro ad aver trascinato il Pd in questo stallo, ne vengano a capo. Magorno getti la maschera e sfidi Oliverio. Oppure Oliverio, in presenza del segretario, si chiami fuori. Altre vie non ce ne sono.

5


6

Sabato 19 Luglio 2014

Mezzoeuro A urne chiuse, la resa dei conti

Dopo la caduta del “Principato” A Rende non è accaduto qualcosa di normale se si considera che ha perso il Centrosinistra per la prima volta. Dietro Manna, sulle cui doti professionali non si discute, si muove un gruppo avventuroso che vuole mettere le mani sulla città della famiglia Principe Una volta conquistato, si apre per il “principato” di Rende una fase nuova che non esclude, nel tempo, la “restaurazione” che non è certamente dietro l’angolo. Principe si deve essere convinto che l’errore di non candidarsi personalmente gli è costato la sconfitta. Non è detto che avrebbe vinto al primo turno ma per Marcello Manna la strada sarebbe stata tutta in salita. Il centrodestra, in termini politici, non ha vinto nulla non fosse altro per la discutibile messinscena di taroccare le denominazioni dei partiti (Forza Rende-Fratelli di Rende-Ncd rendese) per superare l’indisponibilitrà di Marcello Manna ad essere la sua candidatura espressione dei partiti. Una intuizione vincente che lo ha premiato perché, comunque la si voglia mettere, ha capitalizzato al meglio la sua non appartenenza alla “casta”. Su di lui poteva convergere il voto di chiunque, presentandosi al confronto senza colpe e senza “precedenti” e incontrando un sentimento diffuso metapartitico di novità e di cambiamento.

Il resto lo hanno fatto gli altri col “fuoco amico” ovvero favorendo Manna pur riconoscendosi, per appartenenza, nel centrosinistra. Manna sa di avere preso voti che non gli appartengono, frutto di un regolamento di conti, non del tutto politico, nel Pd e nel “principato”. Lo ammette lo stesso Massimiliano De Rose, consapevole che non aveva possibilità di vittoria, il quale riconosce che si è votato Manna per «scardinare il sistema rendese», senza spingersi a sostenere che Rende ci ha guadagnato. Eppure De Rose e chi ha ispirato la sua candidatura, unitamente a quelle frange del Pd che nel 2011 boicottarono a Cosenza Enzo Paolini e che hanno replicato l’operazione a Rende con Verre, si sono presi una grande responsabilità che ricade anche sui “talebani” del Movimento 5 stelle perché senza il loro “favoreggiamento” la vittoria di Manna era tutta da conquistare pur in presenza di un candidato antagonista del tutto al di sotto del ruolo cui veniva designato. Sandro Principe ha un carattere pessimo, gli difetta la disponibilità al confronto, vive delle sue certezze e ama circondarsi di amici e collaboratori compiacenti che non l’aiutano a cogliere tutti gli aspetti delle situazioni complesse come era questa consultazione elettorale a Rende. E lui ha finito per imparare a fare tutto da solo, forte anche di una solida cultura riformista di governo e di giurisprudenza amministrativa di cui si è avvalso negli anni che ha guidato il Comune. Detto questo, però, lasciati da parte i dati caratteriali che accompagnano ma non esauriscono la complessità di una personalità politica, è bene fare il punto sulla Rende che Manna prende in consegna con la conquista del “principato”. In termini economico-produttivi Rende rappresenta il punto forte dell’area urbana. Cosenza è il capoluogo impiegatizio degli uffici e degli enti istituzionali. Non ha un sistema eco-

nomico dinamico se non nel senso che il ceto impiegatizio esprime domanda di consumi. Ma non produce ricchezza,gestisce servizi. Rende ha una realtà industriale e commerciale molto più avanzata di Cosenza.La vita notturna, la movida giovanile, il fiorire continuo di ristoranti, birrerie, pub e locali di intrattenimento dove si riversano la sera i cosentini dicono molto di più della polemica politica. Il Viale Principe per qualità, praticabilità, arredo floreale e immagine d’insieme è certamente più attraente di Viale Mancini. E, infine, in nessun bar o gelateria di Cosenza, all’una di notte, è possibile incontrare gioiose compagnie di studenti universitari cui si addebita di creare qualche problema ai cittadini di Rende dal sonno leggero. Magari li avesse Cosenza. Questa è la Rende, nel bene e nel male, frutto della gestione “proprietaria” di Sandro Principe? Per certo c’è stata la sua influenza e la sua leadership politico-amministrativa ma molto risale a Francesco Principe, alle sue intuizioni, ai tecnici cui si è rivolto e affidato. Sandro Principe, da sindaco e da erede politicamente legittimo del “principato”, ha prodotto valore aggiunto ma non da solo. Non tutti hanno subito passivamente le sue direttive. Qualcuno le ha interpretate. Ne può testimoniare Mimmo Talarico, intrinseco alle vicende politiche rendesi,cui Sandro Principe ebbe ad affidargli l’assessorato all’urbanistica, che è quanto dire. Altri tempi. Ora la guida di Rende è passata di mano e c’è da sperare che siano le mani di Marcello Manna e non di chi ha cercato di mettere subito il cappello sulla conquista del “principato”. Occhi aperti allora e, soprattutto, attenzione a dove portano le decisioni della nuova amministrazione. La dichiarazioni fatte a urne ancora calde, sul destino del parco acquatico come pure l’autorizzazione rilasciata il 10 giugno, due giorni dopo il ballottaggio, per la costruzione di un palazzo a ciglio strada non fanno ben sperare. È pur vero che il sindaco Manna ha scelto, per la sua squadra di governo, tecnici del valore e dell’affidabilità come l’ingegnere Franco d’Ippolito ma sono le tutele politiche a preoccupare, pronte a dare in pasto il “principato” alle fameliche clientele del voto di scambio che tengono in piedi, trasversalmente, un ceto politico incapace, inadeguato, squalificato e diventato impresentabile persino sotto i simboli dei partiti di appartenenza.

Da destra MArcello MAnna, Sandro Principe e Pasquale Verre Sotto, il municipio di Rende


Mezzoeuro

7


8

Sabato 19 Luglio 2014

Mezzoeuro Le eccellenze per sperare

Premiata la ricerca targata Neuromed che dona nuove e migliori opportunità ai giovani ricercatori Ennesimo riconoscimento, nella cornice crotonese del Parco archeologico di Capo Colonna, per i ricercatori Neuromed. Premiato ieri nel corso della XXVII edizione del Meeting del Mare il professor Ferdinando Nicoletti, responsabile dell’unità di ricerca di Neurofarmacologia del dipartimento di Patologia molecolare dell’Irccs. ‘Un mare di ricerca’ questo il titolo del riconoscimento vuole dare risalto all’attività scientifica italiana ed in particolare dei ricercatori che sostengono i giovani che decidono di intraprendere l’attività scientifica. A consegnare il riconoscimento il presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa.

Onda lunga Neuromed al Meeting del Mare «Credo che il riconoscimento dato al professor Nicoletti - commenta Pietracupa - non vada tanto a sottolineare la sua indubbia preparazione di farmacologo a livello internazionale quanto la capacità dell’uomo, che viene prima dello scienziato, di affiancare i giovani che si affacciano al mondo scientifico». Questo è il primo anno in cui la manifestazione crotonese dedica un riconoscimento al mondo della ricerca sottolineando in questo modo l’importanza di incentivare e sostenere un settore che può essere fonte di passione e di valori da condividere per le giovani generazioni. «Ricevo un premio per il quale ovviamente mi sento lusingato ma che credo debba essere esteso a tutti i giovani ricercatori, i quali quotidianamente fanno i conti con i limiti della ricerca, che in Italia può contare su poche risorse - commenta a caldo il professor Ferdinando Nicoletti -. Che il premio venga dato a me - conclude il professor Nicoletti - è assolutamente simbolico e dipende solo dal fatto che sono il più vecchio; il riconoscimento dovrebbe essere dato non alla persona bensì a chi crea posti di lavoro e dà la possibilità di fare ricerca, proprio come l’Istituto Neuromed». La manifestazione 2014 si è tenuta sabato 12 luglio nello scenario naturale del teatro del Parco archeologico “Hera Lacinia” di Capo Colonna a Crotone. L’Istituto Neurologico mediterraneo Neuromed è stato protagonista, nella XV edizione, del premio alla ricerca in campo neurologico e nella scorsa edizione ha presenziato l’evento per consegnare il riconoscimento per la carriera all’artista Patty Pravo. Quest’anno il meeting ha previsto un nuovo riconoscimento dedicato alla ricerca scientifica, ‘Un mare di ricerca’ per l’appunto, che ha inteso premiare un ricercatore che si è distinto nell’attività scientifica.

Quali sono le strade migliori da perseguire per fare ricerca?

Ferdinando Nicoletti: «Gli Irccs, come il Neuromed, sono un ottimo trampolino di lancio per i giovani ricercatori» In occasione del premio consegnato al professor Ferdinando Nicoletti ci siamo chiesti se oggi, oltre all’impegno di singoli Istituti, ci sia davvero la possibilità di promuovere ricerca in Italia e, in particolar modo, se vengano date le medsime opportunità ai ragazzi che vogliono intraprendere tale importante attività. Lo abbiamo chiesto al professor Nicoletti secondo il quale «sono tre, oggi, le strade perseguibili per un concreto sostegno ai progetti scientifici. La prima è rappresentata dalle Fondazioni private o dai fondi provenienti dall’industria. Per sfruttare tali risorse c’è bisogno però di una comunione d’intenti in quanto dobbiamo fare i conti con le situazioni delle industrie farmaceutiche e quindi con i problemi legati ai costi. La seconda possibilità rientra nei finanziamenti europei che però risultano essere di difficile accesso. È complicato ricevere risorse comunitarie per una serie di motivi: innanzitutto perché la Commissione europea ha creato un apparato burocratico che non è per niente duttile nonché di

difficile accesso. Diventa quasi obbligatorio, quindi, ricorrere ad agenzie che fanno da trait d’union per i centri di ricerca d’Europa o tra le Università e l’Europa. Seguendo tale strada si verrebbero a creare rapporti non diretti, che si disperdono. Inoltre dobbiamo affermare che gli italiani non sono troppo bravi a fare progetti, hanno grande difficoltà a costruire reti di ricerca. Accedere ai finanziamenti europei in realtà è dominio di pochi e spesso l’Europa funziona in virtù del virtuosismo dei ricercatori. Coloro che hanno già ricevuto finanziamenti sono poi facilitati ad averne altri, aspetto questo che va a limitare fortemente i giovani i quali di fatto non hanno un curriculum perché stanno appena iniziando la loro attività. La terza e ultima possibilità di approdare alla ricerca è rappresentata, di fatto, dalle Istituzioni che si collocano a metà strada tra il Ministero della Sanità e le Università, quali gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) ben rappresentati sul territorio nazionale, come il Neuromed, eccellenza nel Centro-Sud Italia. Parliamo di istituti che investono sulla qualità e sui giovani. Tra l’altro voglio segnalare che gli Irccs stanno creando negli ultimi tempi delle reti di ricerca al fine di agevolare i rapporti con l’Europa e con il Ministero, creando così una simbiosi con i due principali organismi di ricerca del paese quali il Cnr e l’Istituto superiore di sanità. Il Neuromed è un buon esempio di questa tipologia di approccio in quanto vanta un rapporto diretto che interessa sia la didattica che la ricerca. L’Irccs Neuromed è in collaborazione con la più


Mezzoeuro Le eccellenze per sperare

Il presidente della Fondazione Neuromed Mario Pietracupa e il professor Ferdinando Nicoletti A destra, alcuni momenti della premiazione

grande università d’Europa, la Sapienza di Roma, e nello stesso tempo ha un rapporto di collaborazione con il Cnr». Chiediamo, quindi, al professor Nicoletti quale possa essere la migliore strada che un giovane ricercatore debba intraprendere per perseguire i suoi obiettivi. «In questo momento - ci risponde - gli Irccs sono un ottimo trampolino di lancio per la ricerca biomedica, ed in questo Neuromed risulta essere uno dei migliori perché detiene una struttura di ricerca e una struttura clinica, paradigmi della ricerca traslazionale, la facoltà cioè di proiettare la ricerca di base nell’attività terapeutica eccellendo in entrambi i settori. Il Neuromed lo ha fatto anche con me offrendomi la possibilità di fare quello che ho cercato nella mia vita, e cioè ricerca in campo neurobiologico. Ed ha incoraggiato l’attività di tanti giovani. Molti di questi ragazzi, che attualmente lavorano al Neuromed, vanno all’estero e ritornano importando competenze di grande utilità per lo sviluppo di nuovi progetti scientifici nonché per la loro maturazione. Neuromed è inoltre aperto ad iniziative internazionali che non hanno riscontro in altre strutture, come l’istituzione del Laboratorio internazionale associato (Lia) in collaborazione con l’Università di Lille in Francia, primo laboratorio internazionale con lo scopo di sviluppare scambi tra ricercatori progetti congiunti, quote di cofinanziamento reciproche. L’Istituto di Pozzilli è proiettato a promuovere progetti similari anche con la Corea e con la Cina, territori questi ultimi interessati da una crescita esponenziale nel settore scientifico».

Sabato 19 Luglio 014

9


10

Mezzoeuro


Mezzoeuro

Sabato 19 Luglio 2014

Politica muta e sorda

Si raccoglie quello che si semina... Imprese agricole sul piede di guerra nei confronti della Regione che sembra aver dimenticato un settore fondamentale per la Calabria. Molinaro presidente Coldiretti Calabria tiene viva la querelle «Il Consiglio regionale continua imperterrito a non tenere conto del settore agricolo ed agroalimentare della regione e questo nonostante le richieste reiterate in occasione della nostra manifestazione del 29 aprile e le innumerevoli conferme arrivate anche direttamente ai vertici del Consiglio, ai capigruppo consiliari e alla Giunta regionale da parte di tantissimi sindaci della Calabria». Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria rilancia e tiene viva la querelle, forte anche degli incontri territoriali “l’agricoltura di chi vuole bene alla Calabria” che la Coldiretti sta tenendo su tutto il territorio regionale (ad oggi sono 12 incontri, ne sono previsti 25), che stanno avendo una ampia partecipazione di agricoltori, sindaci e rappresentanti istituzionali ad ogni livello di responsabilità, che ribadiscono la forte indignazione per l’insensibilità della classe politica regionale. Nel diramato ordine del giorno di convocazione del Consiglio regionale per il 21 luglio - chiarisce Molinaro - inopinatamente e senza alcuna spiegazione ufficiale non è inserito il punto riguardante l’approvazione del “P.d.L. 551/9 (collegato agricolo) ed i relativi emendamenti”; esso per la valenza normativa che ha, incide direttamente sulla Programmazione comunitaria del Psr 2014-2020, che rischierebbe, per alcuni comparti significativi, di essere posticipati nella realizzazione con grave danno per le imprese agricole pronte a fare investimenti, quindi a nostro parere - insiste - ha tutte le caratteristiche dell’indifferibilità e urgenza, come peraltro certificato con nota ufficiale dal dirigente generale del dipartimento agricoltura. Anche gli assestamenti al bilancio -conclude Molinaro non hanno portato niente all’agricoltura, anzi, hanno consolidato rendite che per la Calabria sono ormai inaccettabili. Ma le imprese agricole non resteranno certo a guardare». Intanto «I prezzi di mercato di pesche e nettarine sono precipitati sotto i costi di produzione per il calo dei consumi provocato dall’anomalo andamento stagionale e dalla sovrapposizione delle produzioni in tutta Europa. C’è bisogno di un provvedimento straordinario di ritiro dal mercato del prodotto in eccedenza che la Commissione europea deve adottare in tempi brevi. È necessario però che la Regione Calabria attivi provvedimenti mirati per dare una spinta ai consumi e invertire il trend e dal canto suo attivi interventi di ritiro del prodotto eccedente per destinarlo agli indigenti e alle istituzioni che si occupano di beneficienza! Per ciò è necessario un incontro urgente unitamente alle organizzazioni dei produttori con la Regione per affrontare il grave problema». È quanto si legge in una nota stampa congiunta delle segreterie generali Cgil e Flai Cgil.

Dati Movimprese

Imprese: vita, morte e soprattutto miracoli Note positive e qualche campanello di allarme dall’anagrafe delle imprese nel secondo trimestre del 2014. Tra aprile e giugno i registri delle Camere di Commercio hanno ricevuto quasi 97mila domande di iscrizione, dato più basso tra quelli registrati nel secondo trimestre degli ultimi 10 anni, a fronte di poco più di 61mila richieste di cancellazione da parte di imprese esistenti (solo nel 2010 le chiusure furono inferiori). Il saldo del secondo trimestre del 2014 è pertanto positivo per 35.704 unità, 9.619 in più (il 37%) rispetto al secondo trimestre del 2013. È quanto emerge dalla rilevazione sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre dell’anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere. In termini percentuali, tra aprile e giugno lo stock delle imprese registrate ai registri delle Camere di commercio è cresciuto complessivamente dello 0,59% (contro lo 0,43% del secondo trimestre 2013), attestandosi, al 30 giugno, al valore di 6.039.837 unità, di cui 1.390.774 artigiane. Il saldo maggiore, in termini assoluti, si registra al Sud (12.106 imprese in più), quello in termini relativi al Centro (+0,70%). In tutte le regioni, il trimestre si è chiuso comunque con segno positivo: dalla Lombardia (5.861 imprese in più all’appello), alla Valle d’Aosta (87). Anche a livello settoriale, tutte le principali attività fanno registrare un’espansione della base imprenditoriale: 10.813 in più nel commercio, 6.055 nella ristorazione e alloggio, 3.523 nei servizi alle imprese. In ripresa anche le costruzioni (+2.875 unità) e le attività manifatturiere (+1.155). Guardando alla forma giuridica delle imprese, il secondo trimestre del 2014 vede un ritorno significativo delle imprese individuali, cui si deve il 45,1% dell’intero saldo (16.103 imprese, a fronte delle 6.805 dello scorso anno). Da segnalare come, di queste imprese, oltre il 50% (8.160) siano di italiani e solo il 44% (7.079) di cittadini extra-comunitari. Sempre elevato, e in crescita rispetto al 2013, il contributo al saldo delle imprese costituite in forma di società di capitali: 15.940 in più nel trimestre (+1,1% contro il +0,95 dello scorso anno). Da segnalare come poco più del 5% dell’incremento della base imprenditoriale rilevato nel periodo (quasi 2mila unità) sia frutto del recupero delle imprese artigiane che fanno registrare un incremento dello stock pari allo 0,14% (rispetto alla stagnazione del corrispondente trimestre del 2013), un risultato determinato principalmente da una significativa riduzione delle cessazioni. Quanto alle crisi d’impresa, tra aprile e giugno di quest’anno si registra un aumento del 15,5% delle aperture di procedure fallimentari rispetto allo stesso periodo del 2013: la scorsa primavera, dunque, 4.044 imprese hanno portato i libri in tribunale, 44 imprese al giorno sabato e domenica inclusi. «La crisi pesa ancora sulla vitalità del sistema produttivo italiano ma, seppur con fatica, il tessuto imprenditoriale reagisce e torna a crescere» ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. «Siamo in momento estremamente delicato - ha aggiunto - in cui deve essere prestata la massima attenzione alle politiche che possono aiutare o penalizzare i progetti di vita di migliaia di italiani che credono nell’impresa e che hanno bisogno di essere accompagnati, sostenuti, favoriti. Perché solo in questo modo si può ridare lavoro a chi lo ha perso o una chance ai giovani che lo cercano. Il Governo è alle prese con la grande sfida delle riforme per rimettere in moto il Paese - ha detto ancora il presidente di Unioncamere - e ha la responsabilità di fare le scelte giuste per lo sviluppo. Tra queste, c’èsenz’altro la riforma delle Camere di commercio, di cui le imprese hanno un estremo bisogno perché, spesso, sono l’unico riferimento sul territorio capace di interpretarne le esigenze e dare risposte concrete ed efficaci. In molti lo stanno testimoniando in questi giorni con messaggi indirizzati all’esecutivo e al Parlamento e io mi auguro che la riforma della pubblica amministrazione saprà fare tesoro di questi contributi per ridare slancio alle nostre istituzioni, aiutandoci a renderle ancora più efficienti».

11


12

Sabato 19 Luglio 2014

Mezzoeuro Calabria a un punto di non ritorno

di Franco A. Alimena

La classe politica calabrese ha avuto troppo. Ha avuto moltissimo senza nulla dare in cambio attese le condizioni socio-economiche-imprenditive-occupazionali in cui si trova questa terra baciata, benevolmente, da Dio all’atto della sua creazione. È ora che tutti, indistintamente, tornino fra le mura domestiche e se hanno un “pezzo” di terra, o meglio l’orto si mettano a coltivarlo, così almeno si rendono utili, una volta per tutte verso la Calabria ed i calabresi. Lo spettacolo, indecoroso, che stanno offrendo per la scelta della persona che dovrebbe guidare la regione Calabria è il “top” dell’insipienza della classe politica-dirigente: si parla solo di nomi e non di un programma condiviso o di una parvenza di programmazione economica regionale, atta a porre fine ai record negativi di cui godiamo. Ha avuto troppo senza nulla dare, questa classe politica che continua a lottare per se stessa e non per i cittadini ed il bene comune.

Politici

andate a lavorare Abbiamo distrutto il feudalesimo, facendo affermare la democrazia, ma siamo tornati al feudo tanto da assistere all’ignobile spettacolo della successione fra padre e figlio, fra fratelli e fratelli, fra moglie e marito nelle Istituzioni legislative. Tutto questo nasce dallo stato di necessità, che volutamente si tiene in vita affinché il suddito rimane tale e non diviene mai cittadino. Il voto di scambio in Calabria ha creato questo, maledetto, stato di cose, tale da far emergere “le famiglie” e non coloro i quali si possono impegnare per il raggiungimento del bene comune. L’emigrazione è ripresa alla grande, il precariato ha raggiunto un punto di non ritorno; la formazione professionale è divenuta la fonte di guadagni illeciti, senza puntare sulla ricerca, ad esempio, ma alle solite ed obsolete materie che non trovano più adeguato impiego nella società che stiamo vivendo. Finanziare corsi di “veline” è la negazione dello sviluppo, mentre con una corretta e sana indagine sul territorio, sia locale che nazionale delle professionalità che mancano e li che si deve dar vita alla formazione. Molti giovani si portano fuori, Emilia e Romagna e Molise, ad esempio, per acquisire l’attesto di formazione di Oss.; i fondi europei per lo sviluppo sono impiegati malamente o non sono del tutto sfruttati. I fondi per i servizi sociali di sollievo alla disoccupazione ed alla formazione di operatori nel campo della terza età sono bloccati al ministero e Roma, proprio per la insipienza e la cattiva gestione che se ne è fatta degli stessi; l’agricoltura segna un punto di non ritorno, se non si interviene subito. Questa nostra terra ha avuto, per grazia ricevuta, le pianure, le colline, l’altopiano e la montagna, un bene non da poco, eppure non sono state sfruttate, specialmente nel capo agricolo e in quello della trasformazione dei prodotti fornitici dalla terra. L’Italia si sa è il migliore paese per la trasformazione dei prodotti. Questa scelta non è stata fatta a caso: la trasformazione dei prodotti porta “un guadagno” superiore alle attese; in considerazione della poca sicurezza dei nostri centri abitati, sottoporre al governo italiano tale problema, e far inserire nei Por, una direttiva per la salvaguardia e la messa in sicurezza di tutti i centri

«È ora che tutti tornino fra le mura domestiche e se hanno un "pezzo" di terra, si mettano a coltivarlo, così almeno si rendono utili, una volta per tutte verso la Calabria ed i calabresi Lo spettacolo, indecoroso che stanno offrendo per la scelta della persona che dovrebbe guidare la Regione è il "top" dell'insipienza della classe politica-dirigente» storici con l’utilizzo consequenziale delle abitazioni, da destinare alle giovani coppie. In parole povere riprendere a finanziare, anche, la legge 487/77, con il triplice scopo di riprendere il lavoro nel campo dell’edilizia; dare ai giovani una abitazione; non assassinare più il territorio con nuove costruzioni. Così facendo si riprenderà sicuramente a crescere. Il problema della Calabria è demografico. Un milione novecentomila abitanti è una parte di un quartiere periferico di una grande città e non possono essere tenuti in considerazioni da chiunque opera nel campo imprenditivo. Bisogna invertire questa tendenza. Creare le possibilità di attrazione verso la nostra regione. Da sempre ci bat-

tiamo per un “modello Californiano”, date le condizioni generali del clima e della lunghezza delle nostre coste, creando delle condizioni ideali per le persone della terza età che vivono in città più fredde e caotiche della nostra nazione e se vogliamo dell’intera Europa. Ci siamo battuti fin dai primi momenti per la istituzione delle Regioni, proprio perché credevamo che conoscendo i problemi, gli stessi si potevano affrontare e porvi rimedio. Oggi siamo dei pentiti di quelle nostre battaglie per la istituzione delle regioni, dato il vergognoso spettacolo che hanno offerto. Le regioni, alla fine, specialmente quella calabrese, è stata un “pensionificio”, per persone che nella vita meglio non hanno trovato che “buttarsi” in politica, pensando solo a se stessi e non agli amministrati. È ora che il segretario del Pd, così come gli altri segretari politici nazionali, pongano fine a questa triste passerella di “ignobili figuri” che hanno pensato solo a loro stessi ed alle loro famiglie. Per quanto attiene il Pd, dopo aver “perso” la competizione elettorale in due comuni importanti come Rende e Montalto Uffugo, non ho sentito, alcuna voce che ha chiesto le dimissione del segretario regionale e dell’intera segreteria, anche perché a fronte della percentuale nazionale di questo partito del 40,8% in Calabria lo stesso ha conseguito solo il 35%, uno dei dati più bassi d’Italia e questo grazie alla spinta Renzi, altrimenti sarebbe rimasta al solito 25%. Analogo discorso può essere fatto per le altre formazioni politiche. Nella destra il “personale”che gestisce il tutto è adusato e non credibile. Non avendo una quadro vero e reale introno allo sviluppo della regione, naviga a vista. Non può, alla fine, meravigliare, il dato conseguito dal Ncd, li, si trova la cartina al tornasole del voto di scambio e dello stato di sofferenza delle famiglie calabresi. Questo dato è materia per gli antropologhi. Renzi, comincia “rottamare”, anche qui l’attuale classe politica e si guardi attorno. Cervelli, menti, buoni operatori politici ve ne sono. Stanno alla finestra perché non possono parlare con coloro i quali hanno fatto della politica l’arma del ricatto e delle agevolazioni personali.


Mezzoeuro

Sabato 19 Luglio 2014

Che accoglienza sia Una Guida sull’assistenza sanitaria degli immigrati

La salute vien pensando a tutti

Si è tenuto, all’Università della Calabria, il tavolo tecnico relativo alla stesura della Guida “accesso degli immigrati al servizio sanitario. Linee guida per una corretta applicazione della normativa”, al quale hanno partecipato per l’Asp di Catanzaro il direttore generale, Gerardo Mancuso, e il responsabile del Centro medicina del viaggiatore e delle migrazioni di Lamezia Terme, dottore Lorenzo Surace. All’incontro - secondo una nota dell’Asp - erano inoltre presenti il magnifico rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci, il direttore medico dell’Asp di Cosenza Maria Concetta Piazzolla, il direttore sanitario aziendale Asp di Crotone Francesco Paravati, il direttore generale dell’Asp di Vibo Florindo Antoniozzi, la delegata della Prefettura di Catanzaro Angela Pulvirenti (Nucleo operativo tossicodipendenza), Stefania Mattetti (funzionario amministrativo dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà), Isabella Morandi (economista dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), Giuseppina Morandi (direzione generale della prevenzione presso il Ministero della Salute), il delegato della Prefettura di Crotone Luigi

Guerrieri (dirigente dell’area: Diritti civili, Cittadinanza, Condizione giuridica dello Straniero, Immigrazione e Diritto d’asilo), Saladino (dottore di ricerca presso l’Università della Calabria), Pietro Iaquinta docente di “Demografia Giuridica” dell’Università della Calabria e Rita Carravetta. I lavori hanno preso inizio con i saluti del Magnifico Rettore che ha affermato che la Guida deve rappresentare un compendio per gli operatori sociosanitari, per i mediatori linguistico-culturali, per i volontari impegnati nella tutela dei diritti delle persone migranti, ed anche per le persone straniere che si trovano in difficoltà nell’accedere ai servizi sociosanitari della nostra Regione. Il direttore dell’Asp di Catanzaro Mancuso, che ha firmato il Protocollo d’intesa con il magnifico rettore, ha affermato che il progetto della Guida «è utile poiché aderisce perfettamente all’esigenza territoriale, la nostra Asp si è sempre occupata dell’assistenza sanitaria degli immigrati avendo due punti di spiaggiamento (sull’Ionio e sul Tirreno). Esiste una grande confusione sul tema dell’assistenza sanitaria degli immigrati quindi è opportuno avere una Guida».

Caro Salvini venga nel mio paese di Giovanni Manoccio*

Dal vangelo Matteo (...e disse Gesù prima di morire in terra straniera): 25,35 «Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste»; (...Giuda buttò nel Tempio i 30 denari sporchi di sangue e andò ad impiccarsi; i capi Sacerdoti presero quel danaro): 27,7 «E, tenuto consiglio, comprarono con quel denaro il campo del vasaio perché servisse per la sepoltura degli stranieri». Non sono tempi facili, la feroce critica politica sta snaturando il dibattito sull’immigrazione, le frasi shock di Matteo Salvini, “hanno le mani sporche di sangue”, non aiuta a comprendere la fenomenologia della fuga, dell’essere profugo, dell’attraversare il mediterraneo nelle condizioni che ogni giorno si vedono dalle Tv. Matteo Renzi e il suo governo non hanno le mani sporche di sangue come Lei ha dichiarato qualche giorno fa e neppure nella sua recentissima visita a Mineo,dove ha fatto trapelare l’idea che gli immigrati siano ospitati in hotel a 5 stelle.Vada Lei a vivere 24 ore in un “Cara” e vedrà le vere condizioni degli immigrati.Questo governo ha invece ribaltato la cultura dei respingimenti, tanto cari alla Lega, in quelli dell’umanità diffusa, ha altresì invertito una pratica diffusa di chi vede l’immigrazione solo ed esclusivamente come momento legato alla sicurezza Nazionale, in una cultura che mira a salvare i profughi e a dare accoglienza ai richiedenti asilo, tutte pratiche sancite dalla Costituzione Italiana e dai Trattati Internazionali. Ed anche la critica del Cardinale Bagnasco di queste ultimi giorni, sull’assenza dell’Europa e le critiche che lo stesso premier ha fatto sull’ immigrazione al Parlamento Europeo, dimostrano come manchi una strategia Europea complessiva che programmi i flussi che crescono a dismisura stante le condizioni economiche dei paesi sub saha-

«Da anni ho praticato da sindaco del mio paese la politica dell’accoglienza Oggi ci sono tra i mille abitanti di Acquaformosa, oltre 50 cittadini del mondo...» riani, ed i conflitti spesso generati dal “primo mondo” per la gestione delle risorse nel continente africano. Da anni ho praticato, da sindaco nel mio paese, la politica dell’accoglienza; oggi sono presenti ad Acquaformosa, paese di 1.000 abitanti, oltre 50 cittadini del mondo, hanno trovato attraverso i progetti Sprar la dignità e la serenità per iniziare ad affrontare una nuova vita, ben 10 sono le nazionalità, molte le religioni, nessuno di loro ha nel corso degli anni infastidito la normale vita del paese, vivono autonomamente in appartamenti, frequentano i corsi d’italiano, partecipano agli avvenimenti sportivi e ludici del paese, ad Acquaformosa non si avverte il pericolo delle invasioni, si convive assieme cercando di capire il dramma umano di persone più sfortunate di noi. Egregio dott. Salvini Matteo, ha mai parlato con un migrante che ha attraversato il deserto del Sahara, con temperature che variano dai 50 gradi di giorno ai -15 della notte? Lei

è a conoscenza dei trattamenti riservati dalla polizia Libica ai cittadini dell’Africa sub-sahariana? Lei sa che appena i profughi salgono nelle carrette della morte, pregano rivolgendosi al cielo, sapendo che le probabilità di riuscita sono abbastanza ridotte? Questo a me umile amministratore di Calabria raccontano questi “dannati della terra” e Lei invece di considerare i drammi di tutte queste storie fa solo pessima propaganda politica. Il governo non ha le mani macchiate di sangue, il governo sta attuando politiche di buon senso, che tentano di garantire i diritti dei migranti, senza l’aiuto dell’Europa, forse dovremmo essere tutti fieri, invece la propaganda becera la fa da padrone. Venga Signor Salvini nel mio paese troverà un tabellone all’inizio del paese con la scritta “Paese deleghistizzato” apposto dal sottoscritto nel 2009: contestava gli atteggiamenti xenofobi del suo movimento nei confronti delle culture del Sud, in questa stagione politica Lei ha fatto di più ha accusato ingiustamente, un governo che tenta di salvare le persone come se fosse il mandante e l’assassino dei tanti disperati che tentano di fuggire da guerre da fame e da oppressioni. Forse tutto ciò le porterà in dote qualche voto, ma pensi agli occhi tristi di quei bambini che sono letteralmente buttati, nei barconi dalle proprie mamme, certamente è più comodo parlare nella sala di un parlamento o nelle comode poltrone di una Tv, che capire questi drammi umani. Sicuramente Matteo l’evangelista non sarebbe fiero di Lei. * già sindaco - assessore all’Immigrazione e Accoglienza Comune di Acquaformosa

13


Mezzoeuro

Sabato 19 Luglio 2014

A tu per tu con i libri

Si apre il sipario sul Premio Tropea L’evento letterario che da otto anni contribuisce a far coincidere la capitale del turismo calabrese con un centro culturale multiforme di eccellente fattura. Appuntamento il 26 e il 27 luglio nella cornice del teatro del porto di Tropea Fondi che vanno a fondo

Beni culturali che aspettano Dopo ripetute sollecitazioni scritte e verbali, l’assessorato alla Cultura della Regione Calabria ha avviato il definanziamento dei seguenti progetti relativi ai completamenti dei beni culturali: Soverato antica (250.000 euro), Castello dei Conti d’Aquino Di Belcastro (300.000), Castello di Palizzi (300.000), Terme Romane di Acconia di Curinga (700.000), chiesa di San Domenico di Badolato (350.000), per un totale di 1 milione e 850 mila euro. Il finanziamento di questi progetti era stato comunicato il 17 ottobre 2013, chiedendo i progetti esecutivi. Ad oggi, 35 progetti sono stati trasmessi e 5 ancora no, ritardo che ha indotto i competenti uffici dell’assessorato regionale alla Cultura ad avviare la procedura di definanziamento delle opere con il conseguente scorrimento del piano regionale dei beni culturali. L’assessore Caligiuri ha dichiarato che «occorre utilizzare al meglio e rapidamente le ingenti risorse che la Regione Calabria ha programmato anche nello strategico settore dei beni culturali e appunto per questo c’e’ bisogno di un impegno responsabile da parte di tutte le istituzioni pubbliche coinvolte».

Nella sede dell’assessorato al Turismo del comune di Tropea, nell’Antico Sedile dei Nobili, la conferenza stampa di presentazione dell’VIII edizione del Premio letterario “Città di Tropea” ha segnato l’avvio ufficiale di questo rinnovato appuntamento, che da otto anni contribuisce a far coincidere la capitale del turismo calabrese con un centro culturale multiforme di eccellente fattura. A fare gli onori di casa il sindaco della cittadina tirrenica Giuseppe Rodolico, l’assessore alla Cultura Maria Stella Vinci, il consigliere comunale Caterina Strano, Pasqualino Pandullo, presidente dell’Accademia degli affaticati (associazione ideatrice del Premio), Gilberto Floriani, presidente Sistema bibliotecario vibonese, Maria Teresa Marzano, organizzatrice di questa edizione, il giornalista Francesco Barritta per l’ufficio stampa. Il Premio Tropea quest’anno tornerà nella suggestiva cornice del teatro del porto; il 26 e 27 luglio in riva al mar Tirreno e con lo spettacolo del sole che tramonterà ad un passo dallo Stromboli, la kermesse culturale prenderà forma e sostanza nella certezza di far riconfermare il Premio Tropea ai massimi livelli del panorama letterario italiano. «La Cultura è per noi uno strumento fondamentale di sviluppo e crescita - ha detto il sindaco Rodolico - abbracciamo le politiche europee che in questo momento sopperiscono in parte a carenze finanziarie nazionali, favorendo un paradigma di sviluppo sostenibile che possa fare da leva alla cultura come volano di sviluppo economico e riscoperta di identità culturali e storiche locali. Abbiamo istituzionalizzato questa manifestazione proprio perché crediamo nell’importanza della lettura come ricerca per capire bene il mondo, gli altri e se stessi alla riscoperta dell’identità di ognuno». Grande soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore alla Cultura Maria Stella Vinci, che quest’anno per la prima volta darà con la sua giovane attività amministrativa un forte contributo alla buona riuscita del Premio Tropea. Anche il presidente del Sistema bibliotecario vibonese non si è lasciato sfuggire l’occasione per ricordare l’importanza della lettura e della cultura in generale, in una terra che ancora si propone come una tra le regioni in coda alle classifiche nazionali: «Dobbiamo fare di tutto per far crescere la nostra società da un punto di vista culturale, puntando ad esempio all’ampliamento delle biblioteche, alla presenza di centri per la lettura; speriamo di far rientrare Tropea in un progetto più ampio, nazionale, che si sta sviluppando chiamato Le città del libro e che prevede l’individuazione di alcune città come centri in cui organizzare momenti e manifestazioni culturali importanti. Costruire una cittadina innovativa e moderna che affonda le sue radici nella storia e nella cultura è quello che ci auguriamo».

Si è anche ricordato che il Premio è inserito da tre anni in un progetto più ampio, il “Tropea Festival - Leggere&Scrivere”, cofinanziato dalla Regione Calabria e dal Sistema bibliotecario Vibonese. Il Premio Tropea, da questa edizione, dopo il settennato di presidenza della scrittrice giornalista Isabella Bossi Fedrigotti, si fregerà di un’altra autorevole presidenza, quella di Gian Arturo Ferrari, illustre esperto di editoria europea, il quale è alla guida della giuria tecnico-scientifica. Le serate finali sono attesissime per conoscere il vincitore di questa VIII edizione - scelto da una giuria popolare composta da 450 giurati tra cui i 409 sindaci calabresi, 25 persone di estrazione diversa e 16 soci fondatori dell’Accademia degli Affaticati - e si connatureranno come un talk show culturale che offrirà al pubblico l’opportunità di interagire con gli autori e con gli ospiti convenuti; la terna finalista, scelta già nel mese di maggio, vedrà al centro del salotto letterario, coordinato dalla bravissima giornalista Rai Livia Blasi, tre autori di notevole bravura: Antonio Moresco, La lucina (Mondadori 2013), Sandra Petrignani, Marguerite (Neri Pozza 2014), Chiara Valerio, Almanacco del giorno prima (Einaudi 2013). Tanti gli appuntamenti e gli ospiti previsti nella due giorni culturale, che sarà anche scandita da momenti di intrattenimento musicale e teatrale: tra i musicisti Peppe Fonte, cantautore, Francesca Prestia, cantastorie, Saverio Vallone, attore; la prima serata sarà accompagnata dal sottofondo musicale di Giovanni De Sossi Quartett, mentre nella seconda il connubio tra musica e libri sarà affidato al raffinato duo Madera balza, composto dal Nata’lio Mangalavite al pianoforte e Monica de Muru. Tra gli ospiti Carmine Donzelli editore, Ercole Jap Parini, sociologo, Enzo Ciconte, saggista. Domenico Dara, giovane scrittore catanzarese vincitore dell’ “Italo Calvino giovani” con Breve trattato sulle coincidenze, Nicola Fiorita, scrittore, che parlerà del suo libro Oplà. Cristalli di parole, l’estrema vergogna e il modo (Città del sole). Poi ancora Santo Gioffré, vincitore del premio Calabria con il libro, Leonzio Pilato. Non mancheranno i tre calabresi vincitori del premio: Mimmo Gangemi, Vito Teti, Carmine Abate. Ancora tra gli ospiti Massimo Mauro, noto commentatore sportivo, Gabriella La Rovere, medico, sceneggiatrice e scrittrice, che si occupa di tematiche legate alla medicina narrativa e la sensibilizzazione verso i soggetti svantaggiati. In una delle due serate sarà certa la presenza del ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, che da ex sindaco di Monasterace, ha sempre seguito con molto interesse il Premio letterario Tropea, e Mario Caligiuri, assessore alla Cultura della Regione Calabria. L’appuntamento è dunque per sabato 26 e domenica 27 luglio 2014 con la Tropea bella, letteraria, culturale e turistica.

15



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.