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Mezzoeuro numero 39 - Anno 13 - Sabato 27 Settembre 2014

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settimanale d’informazione del Mezzogiorno d’Europa

CALABRIA

Voce ai giovani Programma Stages della Regione Disperazione a tempo indeterminato www. mezzoeuro.it

Il centro regionale per la fibrosi cistica rischia di chiudere

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Sabato 27 Settembre 2014

Il legno storto

Voto regionale

La Calabria saprà dare il meglio di sé? Mezzoeuro di Franco Crispini

Fondato da Franco Martelli

Ediratio editore

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Così come è combinata, così poco percettiva dell’aggravarsi dei suoi mali, resa sempre più confusa e disorientata, sarà davvero una grande sorpresa se la Calabria ritroverà le energie necessarie per non trovarsi di nuovo per terra, peggio di prima. Un drammatico dubbio serpeggia sulla stampa nazionale e su quella parte dell’opinione pubblica regionale più vigile e attenta. Se, cioè, la Calabria saprà sottrarsi ai lacci di una politica che da anni la sta strangolando. È più di un dubbio, quando si consideri che lo sfilacciamento della forze politiche, un governo della regione impastoiato in mille intrallazzi, senza respiro e progetti, danno oramai il profilo netto di uno straripamento inarrestabile. È di tutti questi anni la dimostrata incapacità del centro destra, berlusconiano e paraberlusconiano, premiato tuttavia da un alto consenso, osannato nelle processioni cittadine (come a Cosenza), di fare una politica decente per la Calabria; è di questi anni la inidoneità dell’opposizione (un Pd incapace di elaborare idee e presentare volti nuovi) a rendersi credibile convogliando le migliori energie pure presenti nella regione

Si potrebbe quasi esser certi che per quello che sta avvenendo in vista delle prossime elezioni regionali, non vi sia scampo; a quell’appuntamento si presenterà una Calabria politica conciata assai male, alla quale i calabresi dovrebbero saper rispondere con un netto rifiuto, cercando anche, attraverso una forte tensione civica, di contrapporre raggruppamenti seri, rappresentanze giovanili decise ad impegnarsi su altre strade. In realtà finora si è fatto poco per far venire fuori una Calabria con una coscienza di sé ispirata a valori alti: non ci è sforzati di rappresentarla e narrarla per le cose veramente importanti e non soltanto per i processi degenerativi: non si è sforzati di indicare mete adatte alle sue vocazioni, aspirazione e tradizioni. In questo senso, sono mancate alla Calabria spinte veramente formatrici di una opinione pubblica capace di tenere a freno tutte le più sordide trame della politica, e appunto non certo dalla politica, andatasi via via dissolvendosi e svuotando di ragioni ideali e morali, ci si poteva aspettare aperture di spazi entro cui far crescere la Calabria migliore: la complicità con tutti quanti bloccano quella crescita è apparsa sempre più evidente. È solo una bella e avventata scommessa quella che questa volta i calabresi apriranno gli occhi: ma non vi sono già segnali sufficienti che purtroppo trovano un eco su di una stampa locale volte troppo compiacente, dello stato di manipolazioni crescenti, di manovre politiche per accaparramenti di ogni genere, per tener ben fermo il possesso dei territori? Ma se alla casta politica da una parte e dall’altra può riuscire il gioco di presentarsi come innovatori, di mostrare ricette tutte diverse e nuove per la crescita della Calabria, ciò vorrà dire che questa occasione per sbarrare il passo finalmente a quanti svuotano di significato una elezione democratica, potrebbe andare perduta. Non manca molto alla prova elettorale, ma non c’è da stare molto tranquilli: le bande sono in azione, i vecchi arnesi sono ancora lì, di quel si farà conquistato il governatorato regionale, si sa pressappoco niente. Lo si vedrà meglio dopo il voto, ma si può fin d’ora prevedere che la Calabria “migliore” resterà ancora una volta “al palo”, ai magrini, nessuno si sarò preoccupato di procurare consenso a quelle che da sempre sono le sue finalità. Lo si vede già, la corsa al posto in Consiglio regionale è sfrenata, i raggiri per aggiungere quell’obiettivo anche ora battono le strade delle falsificazioni, delle menzogne, delle improvvisate conoscenze della realtà regionale. È un grande spettacolo ospitato sulla stampa locale dove c’è uno scontro quotidiano tra tifoserie contrapposte, spesso filtrato male dai cronisti; in tale spettacolo non vi è l’ombra di un qualche progetto di sviluppo per la Calabria: la futura spartizione degli assessorati avverrà sulla base di “altri” criteri.


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Sabato 27 Settembre 2014

Il futuro in un euro Solo nelle ultime ore si sono appresi con più nettezza i contorni della verità “vera” che si nasconde abilmente dietro le note di convenzione. “Roma” non voleva farle fare le primarie del Pd di Calabria. Partito dilaniato, inquinato e inquinabile, da esporre poco e da mettere sulle schede private ancora meno. Un particolare non di poco conto ha sbloccato la partita, l’ha resa praticabile nel senso che s’è potuto dare il via libera alla conta nei gazebo di domenica 5 con la convinzione di limitare i danni e controllare soprattutto il risultato. L’esito del sondaggio di Swg che vede in netto vantaggio Gianluca Callipo su Mario Oliverio.

L’asta del Pd Sondaggio al quale evidentemente dà non poca importanza la segreteria nazionale, che del resto lo ha commissionato. Sondaggio rimasto blindato nel circuito esclusivo della segreteria (e di pochi altri) e solo successivamente divulgato al resto della compagnia. Più o meno tranquillizzati dall’esito indicato dal rilevamento statistico, fatte e rifatte le dovute correzioni di calcolo e di probabilità, la segreteria nazionale del Pd ha così concesso l’uso delle primarie di Calabria che non per questo, va detto, hanno smesso di mostrare insidie e incertezze. Dal fronte organizzativo a quello gestionale a finire all’esito stesso, sempre in Calabria stiamo inutile ricordarlo. Ora è chiaro che non è da questo particolare che si può apprendere che tutta la regnanza nazionale del Pd, tutta, è schierata a fianco di Gianluca Callipo per le primarie di domenica 5. È notizia conosciuta questa così come lo è un tantino meno quella che ogni deputato è stato in qualche modo richiamato a portare il risultato a casa lunedì 6. In altre parole la segreteria nazionale non ha mai smesso si considerare la partita di Calabria come rognosa e insidiosa, quasi quasi meglio a non farla che a giocarla. Ma siccome c’è, si deve vincere ma non a tutti i costi nel senso che non si può imbarcare di tutto. Da qui il richiamo alla pulizia delle liste e soprattutto al rinnovamento e da qui la “concessione” delle primarie con la forte convinzione però d’aver in tasca il risultato buono (la vittoria di Gianluca Callipo). Solo a queste condizioni, e con questi obiettivi in mente, è stato dato mandato a Ernesto Magorno di fare da cerimoniere delle primarie, per dirla con le parole di Oliverio “il segretario responsabile che ha mantenuto la promessa”. Non da marinaio, beninteso. Ma il “figurone” è suo nella misura in cui “Roma” ha avuto contezza che su Callipo i numeri stanno cominciando a girare sul serio a differenza di quanto in molti hanno sempre ritenuti sin dall’inizio. Immaginando una competizione da celebrare nel solo ventre dell’apparato la vulgata popolare degli abitanti del Pd un convincimento va ripetendo. Il tutto era fare le primarie, la strada poi per Oliverio è spianata. Mai come questa volta però rischia di essere questo un convincimento di plastica, persino una ostinazione controproducente nel senso che a un certo punto Oliverio poteva pure passare in assemblea (se si fosse messo ai voti rinunciando alle primarie). Oggi la strada per lui s’è fatta oggettivamente più difficile perché, sondaggio Swg a parte, il quadro nazionale e regionale della politica in movimento unito all’elettorato giovanile del partito portano verso un’unica direzione che non è quella auspicata dall’ex presidente della Provincia di Cosenza.

Mario Oliverio e Gianluca Callipo

Il solito, inevitabile, incrocio per i democratici Che questa volta vale per tutti. Domenica le primarie tra rischio brogli e infiltrazioni di ogni natura. Con una certezza: "Roma" ha consentito che si facessero solo dopo aver conosciuto il sondaggio che dà in netto vantaggio Gianluca Callipo... Ma si fa presto a dire che è possibile decodificare i preliminari della grande sfida di Calabria senza fare i conti con tutto quello che poi, a conti fatti, può cambiare le carte in tavola. A prescindere dal clima favorevole per qualcuno, dai sondaggi, dalle certezze della segreteria nazionale. Sono le insidie tipiche conterranee che diventano doppie poi quando si ha a che fare con il Pd. Primo rischio, manco a dirlo, i brogli. Immaginare aria pesante, clima teso, contestazioni, persino qualche “contatto” nei seggi non è difficile. Senza andare troppo indietro nel tempo come non ricordare parlamentarie e primarie per la segreteria regionale. Con dati paradossali tra schede e votanti. Qualcuno è ancora disposto a giurare che si entrava nei seggi con i pacchi di schede già compilate. Ora la posta in gioco è troppo alta, per tutti, e il rischio brogli non solo sta crescendo espo-

nenzialmente (attrezzandosi a sua volta alla sfida) quanto rischia di diventare essenziale, decisivo, per la determinazione del risultato finale. Augurare occhi aperti a responsabili è il minimo che si possa fare, immaginare che lo facciano è un altro discorso ma siamo certi che non sarà trascurato alcun dettaglio stavolta. Gli altri due rischi sono le due facce della stessa moneta da un euro che serve per poter votare. Una dichiarazione spontanea d’essere innamorati del Pd, l’obolo, e si vota. Se ha ragione Gratteri che i poteri criminali possono muovere in Calabria (se coalizzati) quasi 200mila voti va detto che per una buona riuscita delle primarie ne bastano meno della metà. Come dire che se la ‘ndrangheta (concepita però come corpo che si muove unitariamente) aveva e ha in mente di entrare nelle regionali del 23 novembre con le primarie del Pd (ampiamente favorito per la vittoria finale) risparmia soldi e tempo. Con qualche decina di migliaia di operai dell’urna, da reclutare con estrema facilità, sceglie il gran favorito per la vittoria finale. Non è poco, di questi tempi. Giri la moneta da un euro e trovi un altro rischio. Che a reclutare l’esercito del consenso sia il cosiddetto avversario, il centrodestra. Che può scegliersi (anche qui ovviamente se unito negli intenti o anche in ordine sparso) il miglior avversario o il peggiore, dipende dai punti di vista. O può scegliersi del tutto il presidente, poco importa se di un altro colore. Dalle nostre parti non si va molto per il sottile. Rischi da Pd. Rischi di Pd. L’asta del Pd. Che gioca con la democrazia applicata (quando non serve). E non gioca affatto quando c’è da confezionare un esito “su misura”. Ora la posta è troppo alta però, per tutti. L’euro da inserire nell’urna s’è fatto pesante. In condizioni simili forse il Pd avrebbe fatto meglio a non farle, le primarie. Ora che le deve fare, ora che deve persino dimostrare che è un partito, gli conviene non portare a Roma esiti “sconvenienti”. Poi davvero che sono cazzi amari.

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Sabato 27 Settembre 2014

Mezzoeuro Azzurre tentazioni

Un corteggiamento Il nome del piano non è molto edificante per i destinatari delle attenzioni, ma la sostanza c’è tutta e solo chi ama davvero i cuccioli di cane sa bene di che profondità sono capaci. “Piano lessie” si chiama il progettino di Silvio Berlusconi, l’indomito. Prende letteralmente genesi dal nome del famigerato cane di razza che non a caso, nel celebre telefilm e nelle canzoni dell’epoca, doveva “tornare a casa”. È proprio questo l’obiettivo del padre nobile di Forza Italia. Riportare nella cuccia i migliori che sono andati via nella notte frenetica delle ambizioni giovanili di Angelino Alfano. Dove per “migliori” si intende senatori e non deputati e si intende, soprattutto, capaci di catalizzare attorno a se potere e consenso. E altri senatori appresso naturalmente. L’obiettivo del Cavaliere comincia a delinearsi. Da un lato dare una mano a Renzi, fedelmente. Dall’altro prepararsi anche a rifilargli qualche ceffone non risolutivo però, uno di quelli che deve di tanto in tanto servire da promemoria. Del resto il quadro complessivo è in drammatica evoluzione. Può mettersi male tra Renzi e la minoranza Pd sull’articolo 18. In quel caso a Berlusconi servono più senatori per essere maggiormente decisivo nel dare una mano al premier. Così come si può mettere sempre meglio tra lo stesso Renzi e Alfano e al Cavaliere, come sopra, servono lo stesso più senatori per alzare la pressione e la “pistola alla tempia” del governo. Sullo sfondo il non impossibile ritorno alle urne anticipate (e inquietanti) di primavera e idem con patate, a Berlusconi urgono più ritorni a casa per organizzare la risalita. Fatte queste premesse diventa più comprensibile la tecnica del corteggiamento di Silvio Berlusconi nei confronti di alcuni senatori di peso dell’Ncd. Tra questi, manco a dirlo, c’è Tonino Gentile. Al “nostro” vengono più o meno esplicitamente riconosciute quote in netta risalita negli ultimi tempi. Da solo pare sia in grado di portarsi appresso sei senatori che diventano un numero gigante se si passano brutte nottate nel governo. Un ruolo di peso, un ruolo importante quello che va assumendo giorno dopo giorno il senatore Tonino Gentile. Figura che evidentemente negli ultimi tempi ha saputo imporsi nei salotti importanti della politica nazionale per Jole Santelli capacità di aggregazione, Sopra, Silvio Berlusconi di sintesi, di mediazione. e Tonino Gentile Non a caso è prima di tutto con lui che ha voluto fare quattro chiacchiere il coordinamento azzurro nazionale a proposito della candidatura per la presidenza della Regione, forse il principale nodo da sciogliere dal quale dipende più o meno tutto il resto. Ormai è chiaro che Forza Italia aspetterà l’esito delle primarie del Pd prima di indicare il nome e toccherà ai commentatori del giorno dopo stabilire se questa tecnica sarà tradotta nelle ur-

Gentile

Il senatore del Nuovo centrodestra è al centro delle "attenzioni" di Silvio Berlusconi. Si chiama "piano Lessie", il ritorno a casa dei cuccioli migliori Al Cavaliere servono i migliori senatori, quelli che catalizzano potere e seguito. E "Tonino" è tra questi nonostante le movenze di Jole Santelli complichino il quadro di riunificazione del centrodestra Anche se tra Pd e Ncd non potrà mai nascere un matrimonio. L'amore non c'è, la convenienza ancora meno... ne più come debolezza che come valore aggiunto. Ma tant’è, ormai per il nome giusto dei berlusconiani c’è da aspettare chi tra Oliverio e Callipo (Gianluca) la spunterà con tutto quello che questo significa in termini di possibili ingerenze del centrodestra nel voto “primario” del Pd. Il quartier generale nazionale ha scelto di aspettare e avrà avuto i suoi motivi ma la partita delle alleanze strategiche, nazionali e locali, non aspetta le primarie del 5 ottobre e va avanti incessantemente. Se Tonino Gentile si lascia ammaliare dal corteggiamento berlusconiano, tecnica affinata e collaudata del resto, la partita complessiva prende e prenderà una piega ben precisa. Se resisterà, invece, ne prenderà un’altra ma in questo caso rischia di avere vita e fiato corto chi ipotizza margini di “partitone” unico tra Pd e Ncd in prospettiva. A ben scrutare lo scenario nazionale, che è poi l’unico che conta, non v’è alcuna ragione di ritenere possibile un matrimonio dura-

turo tra Renzi e Alfano. Passata la “crociera” temporanea nel mare in tempesta non c’è spazio per le nozze vere. Manca l’amore, non c’è mai stato. E manca soprattutto la convenienza che spesso e volentieri sta alla base dei fiori d’arancio. Renzi perde consensi più che guadagnarli se un giorno si immagina in piazza con Alfano. È un selfie al negativo. E Angelino finirebbe per non ritrovare nemmeno se stesso se prefigura di prendere ordini un giorno da Guerini e Serracchiani, Renzi nemmeno si ci dedicherebbe. Il connubio attuale tra i due vale come la navigazione di due pescatori che si ritrovano sulla stessa barca nell’unico mare. Sono usciti per due pesche diverse, ma le onde ne hanno unito il viaggio. Una volta a riva si saluteranno da buoni (e inutili) amici. “Tonino” il nostro questo scenario lo ha ben impresso in mente, avveduto com’è, e per il momento si lascia scorrere il profumo di Berlusconi sul collo. Prova a resistere perché vuol ben capire che strada e che numeri avrà Ncd e soprattutto chi e come comanderà in Forza Italia dalle sue parti. In questo senso una mano al “ritorno” non l’ha certamente data la coordinatrice azzurra Jole Santelli. Potrà anche valere poco e mediaticamente ancora meno ma Ncd una cosina, un gesto, aveva chiesto al tavolo nazionale del centrodestra prima di discutere di cose più serie (il nome del candidato alla presidenza della Regione). Un occhio di riguardo per le Province, in particolar modo per la Provincia di Cosenza. Messaggio chiaro, che non è mai arrivato a destinazione però. Perché Jole Santelli, la coordinatrice azzurra di Calabria, spiana invece la strada alla candidatura di Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, per Piazza XV Marzo. Come dire, prendiamo tutto noi e per di più con i nomi che meno “aggregano” (la storia è nota e lo sanno tutti che dove c’è Gentile non può esserci Occhiuto e viceversa). Un po’ come uno schiaffo in pieno viso a Tonino la candidatura di Occhiuto alla Provincia, certo non il modo migliore per agevolare il ritorno in azzurro, così come invece vorrebbe Berlusconi. Il resto della contesa è storia nota, c’è Manna in campo e dietro di lui c’è chi non vuole Occhiuto. Se è per questo c’è pure chi nel Pd non vuole Papasso ma questa è un’altra partita ancora. Ma ormai il contrattempo, l’incidente se così possiamo dire, è cosa fatta. Altro è poi capire un giorno se adoperato con serialità o meno, con finalità. Certo non una mossa brillantissima di Santelli nell’ottica dell’unità da raccogliere a pezzi nel centrodestra di Calabria. Il classico momento “no” di Jole, che dopo l’aggressione delle “Iene” e dello stato islamico ha dovuto pure incassare il muro all’abuso femminile da parte dei vertici nazionali del partito. È andata a sponsorizzare Wanda Ferro, Jole Santelli. S’è sentita rispondere che due donne al potere assoluto sono troppe. Coordinamento e candidatura alla presidenza al femminile, un’esagerazione. Delle due l’una, allora. A meno che Jole non pensi che una donna sola possa fare tutte e due le cose... d.m.


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Sabato 27 Settembre 2014

Azzurre confessioni Alla cena di gala organizzata da Berlusconi per autofinanziare il partito le cronache lo descrivono tra i più attivi, dinamici. Addirittura in grado di gestire in scioltezza un paio di tavoli. Un Pino Galati a “evidenza pubblica” quindi quello dell’altra sera tra pietanze e finanze da portare in dote al partito. Ma onorevole Galati che serata è stata, che momento è questo per Forza Italia? Penso sia stata un’occasione utile sia per un confronto all’interno di Forza Italia che per coinvolgere diverse espressioni della società civile, quali liberi professionisti o imprenditori, che hanno voluto spontaneamente dare un loro contributo all’attività del partito attraverso un’operazione di fund raising, tramite donazioni private, essendo superata la logica di ricorrere al finanziamento pubblico. A livello nazionale Forza Italia, come è nelle sue prerogative, vive momenti di intensa partecipazione democratica attraverso il contributo di tutti i suoi esponenti, sia di chi ricopre un ruolo istituzionale che di semplici militanti. Questo era un obiettivo preciso che il partito di Berlusconi ha voluto perseguire nel momento in cui la nuova Forza Italia è scesa in campo ed è questo modo di fare che ha determinato una linea precisa da seguire per costruire un partito liberale, democratico e solidale. Rientriamo “a casa”, si fa per dire. È d’accordo con me se le dico che nelle regionali che stanno arrivando i calabresi si giocano mezza generazione (l’ultima) di futuro possibile? Ogni volta, quando ci si avvicina al voto, si parla di ultima strada possibile, ma penso che ogni competizione elettorale sia importante per costruire un futuro migliore per la nostra terra ed i nostri figli. Certamente ci sono delle emergenze che in questo momento devono essere affrontate con maggiore risolutezza in quanto non più rinviabili in Calabria; mi riferisco in modo particolare al settore dell’occupazione, della sanità, dell’ambiente e delle infrastrutture. Quello a cui tengo maggiormente sono queste priorità che vanno affrontate e risolte con la giusta determinazione in quanto da esse dipende il futuro della Calabria. Poco importa se questa elezione è più strategica delle precedenti, anche per il fatto che il quadro politico è mutato con l’entrata di nuovi movimenti, come i cinque stelle o altre liste civiche. Ai cittadini interessa che si creino maggiori posti di lavoro, è questa la loro priorità e deve essere anche la nostra. E i concorrenti fin qui in campo, in tutti gli schieramenti, sono all’altezza secondo lei di questa posta in gioco? Se i candidati dei vari schieramenti siano in grado di interpretare bene le esigenze dei calabresi lo decideranno gli elettori con il voto del 23 novembre. Il mio auspicio è che un centrodestra compatto e concreto nella realizzazione della fase programmatica riesca a dare quelle risposte che oggi ci attendiamo e che tutti i calabresi si aspettano. Ognuno deve agire con coscienza ed è responsabile delle proprie azioni, mi auguro che questo modo di fare sia comune a tutti gli schieramenti. So che non ama mettere il naso nella casa degli altri ma che ne pensa delle primarie e dei “primari” del Pd? Non c’è il rischio di mettere al bando, con un euro, l’intera posta in gioco? Guardi io penso che le primarie di coalizione, nel loro reale significato, indichino un momento in cui democraticamente, ma sempre con spirito unitario, i cittadini di quell’area politica scelgono il loro candidato ideale, in questo caso alla carica di governatore della Regione. Reputo invece che, nel caso specifico, i contendenti del centrosinistra non abbiano nulla di questo spirito unitario e co-

Pino Galati conferma di non rivolgere alcun pensiero all'ambizione di essere lui il candidato alla presidenza della Regione. Però vuole giocare un ruolo, quello di tessere l'unità possibile del centrodestra

Non sono della partita Ma sarò nella partita... Ferro, Mancini o Raffa uguali sono per lui, almeno questo lascia intendere Unico vero ostacolo è Alfano, dice, «che con l'election day negato ha fornito una colorazione politica alla sua scelta Spero che l'Ncd di Calabria non lo segua...» struttivo. Basti guardare ai toni del dibattito con accuse pesanti, specie tra Callipo ed Oliverio, i quali si trovano addirittura nello stesso partito e quindi in ogni caso, nell’ipotesi di vittoria dell’uno o dell’altro, “costretti” a seguire un percorso comune. Mi domando: che garanzia di governabilità sarebbe questa? Tutto ciò conferma l’immagine di un Pd lacerato ed impossibilitato a governare a causa di profondi contrasti interni. Sul fatto che il Pd rischi di mettere in altre mani l’intera posta in gioco, il mio pensiero è che ciascuno debba conquistarsi le cose sul campo con la forza delle idee e non per le disgrazie altrui. Da voi però il cerchio non si chiude. Qual è la logica ispiratrice dell’attesa? Ho già avuto modo di affermare che Forza Italia ha al suo interno risorse e competenze in grado di aggregare tutto il centrodestra sulla base di programmi condivisi e soprattutto da realizzare concretamente, non vorrei ripetermi ma è questo quello che interessa ai calabresi. Lo spirito di protagonismo, al contrario di altri, lo utilizziamo sui programmi e sulle idee da mettere in campo. E’ giusto concertare al nostro interno su una di queste figure esistenti che incarni i desiderata della collettività, ma mi permetta di aggiungere una considerazione. Lei dice bene: non guardo mai in casa d’altri, ma mi chiedo come mai il centrosinistra che si diceva pronto e sollecitava da tempo la data delle elezioni abbia deciso di svolgere le primarie di coalizione il 5 ottobre e non prima.

Bisogna considerare che si tratta di primarie di coalizione e non istituzionali. Wanda Ferro, Giacomo Mancini o Peppe Raffa? Anche qui, qual è la logica ispiratrice della scelta? L’unica logica esistente è quella di intervenire a gamba tesa sui problemi del territorio che rischiano di incancrenirsi se non si agisce tempestivamente. Sia Wanda Ferro che Giacomo Mancini o Peppe Raffa sono dotati di questa capacità amministrativa e programmatica che reputo sia fondamentale per i prossimi cinque anni di governo calabrese. Rieccolo, come il pendolo, il tema che l’Ncd potrebbe andarsene a braccetto con il Pd... Nelle ultime ore i senatori del Ncd calabrese hanno espresso una valutazione diversa rispetto al ministro Alfano sulla interrogazione presentata dal sottoscritto e da Brunetta che chiedeva di far svolgere in Calabria l’election day, accorpando le Amministrative di Reggio Calabria alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale. Il diniego manifestato dal ministro Alfano, come ho già affermato, ha assunto una colorazione prettamente politica, ma resto fiducioso sul fatto che la presa di posizione sulla vicenda da parte del Ncd calabrese lasci ben sperare che alle prossime elezioni regionali si vada compatti in un’unica direzione. E se chiedessero a lei il “sacrificio” di mettere insieme i pezzi candidandosi alla presidenza della Regione? Si “offenderebbe”..? Partendo dalla premessa che quando si opera con spirito di sacrificio in un partito non ci si deve “offendere” per nessuna cosa nel momento in cui l’obiettivo è quello di lavorare a beneficio della collettività, tengo a ribadire un concetto già espresso in altre circostanze. Non sono interessato ad una candidatura alla presidenza della Regione Calabria, preferisco continuare la mia azione politica dove gli elettori mi hanno collocato per più legislature, cioè nelle aule parlamentari. Il mio mandato è ancora in corso essendo stato eletto nuovamente nel 2013 alla Camera dei deputati. Da qui continuerò a dare il mio contributo per il Paese e per far valere le esigenze del Mezzogiorno e della Calabria. Certamente, da non candidato alla presidenza, cercherò di contribuire a rendere la coalizione di centrodestra il più possibile omogenea e compatta alle prossime elezioni Regionali. Domenico Martelli

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Sabato 27 Settembre 2014

Mezzoeuro Ma Pippo Pippo non lo sa

di Oreste Parise

Se si volesse credere di vivere in un Paese civile e moderno abituato alla democrazia, bisognerebbe iniziare da una valutazione delle ultime consultazioni elettorali per giudicare le performance dei protagonisti di questa scellerata stagione politica.

Un Callipo ci sarà di sicuro Ci sarebbe veramente da ridere, se i morsi della crisi non mordessero impietosamente una parte sempre più numerosa di famiglie. Nel gioco del birilli il palmo della vittoria arride a chi riesce a buttarne giù in numero maggiore. Un po’ quello che si sta verificando in questi giorni. Vi è una logica in questo comportamento. Perversa quanto si vuole, ma una logica ferrea. Se si dovesse volgere lo sguardo indietro, sarebbero guai per tutti, poiché il passato nasconde realtà imbarazzanti per tutti i protagonisti della nostra politica. La dimostrazione sta semplicemente nei fatti, nella constatazione che siamo arrivati ad essere gli ultimi e soltanto il Vangelo ci dà un po’ di consolazione con le sue massime rassicuranti. Riguardano l’aldilà, ma forse dovremmo iniziare ad accontentarci di quel poco di sollievo morale che ci può dare. Sarebbe logico aspettarsi che ciascuno faccia un passo indietro, che di fronte al disastro che ha provocato si dichiarasse disposto a cedere il testimone a qualcun altro, che almeno ci provi. Succede al contrario. I più blasonati pretendenti al trono nascono da una logica antica, che ha già dato una buona dose del peggio di cui sono depositari. Ma, secondo una massima mai dimenticata, al peggio non c’è mai fine. E così sia. Nel campo del centrosinistra si aggirano ancora in pole position tutti i carismatici personaggi che hanno militato sotto Agazio e vantano oggi capacità taumaturgiche di poter operare quei miracoli che ieri gli sono sfuggiti per un pelo. Pur nella diversità dei contendenti, dietro le quinte si aggirano i grandi “policy maker” (giusto per nobilitare in qualche modo il loro pernicioso ruolo, politicamente s’intende...). Non è certo sufficiente il dato anagrafico, ma la capacità di essere autonomi e provocare una rottura totale su un passato da dimenticare. Il 23 novembre è una data emblematica, perché ricorda l’ultimo grande sisma che ha colpito il Mezzogiorno. Si trattava dell’Irpinia in quel caso, ma i suoi effetti si sono sentiti anche a queste latitudini. Quando la natura si ribella, sa rimediare ai guasti di una scellerata azione dell’uomo e l’elettorato è una sorta di potere sovrano in grado di sottoporre il ceto politico all’ordalia elettorale e provocare una totale rottura dei consolidati equilibri consociativi, che hanno prodotto questa indecente classe politica a spartirsi il potere. Il Centrodestra dal canto suo cerca di galleggiare sulle macerie di una esperienza che definire fallimentare non dà compiutamente una corretta valutazione del disastro etico-morale in cui ha fatto precipitare la regione. Senza neanche soffermarsi sugli effetti economico-sociali. Quello che in questo momento appare assurdo, però, potrebbe anche diventare realtà. Questa impresentabile coalizione potrebbe diventare vincente, considerato gli immani sforzi del diretto concorrente a di-

Si cominciano a delineare gli scenari per il prossimo confronto elettorale pur tra le incertezze e i tentennamenti delle principali forze politiche in bilico tra rinnovamento e attaccamento spasmodico al passato Potrebbe cambiare gattopardescamente tutto per non cambiare niente Nel frattempo il "re del tonno", temendo che nelle primarie il Pd metta in mezzo il giovane Gianluca, scende in campo lo stesso assicurando il cognome per la finale di novembre Se si mette male può anche risultare decisivo per far perdere il centrosinistra laniarsi per dividersi un bottino di un fortino non ancora conquistato: un masochismo da manuale degno di essere analizzato sul lettino di uno psicanalista politico. Ma neanche le alternative dure e pure qui sanno essere convincenti. I Cinquestelle si crogiolano dietro le loro regionarie, che hanno visto la stra-

Pippo Callipo

biliante partecipazione di 210 elettori per scegliere i loro candidati, l’aspirante sovrano, e tutto l’apparato politico la cui principale caratteristica sembra voler essere la totale impreparazione a gestire il ruolo per il quale si propongono. Non riescono più neanche ad attrarre la protesta: l’elettorato deluso è tornato all’astensionismo duro e puro non avendo trovato uno straccio di risposte in un insieme di giovanotti adusi a chattare, ma non a confrontarsi con i problemi reali che affliggono i cittadini.

Resta Callipo.

Il Callipo vero, quello che ha sperimentato sulla sua pelle cosa vuol dire combattere gli apparati e tentare di rompere i vecchi equilibri. In una lunga dichiarazione rivendica il ruolo svolto per cercare di rompere il cerchio e denuncia la strumentalizzazione di voler utilizzare la sua popolarità per poter portare acqua al mulino avverso: se si dice Callipo in Calabria, si dice Pippo. Questo è quanto sostiene il vero detentore del marchio. Tuttavia, anche quell’esperimento ha lasciato solo macerie. In fondo si era trattato di un buon inizio, con una messe di voti non trascurabile, che non ha prodotto alcun effetto in consiglio in tutti questi anni. Gli eletti in consiglio regionale, sono rimasti in Calabria, ma a farsi gli affari propri ricercando una utile collocazione personale nella partitocrazia al potere. L’opposizione è mancata del tutto, di qualunque colore, e oggi tutti sono pronti a indicare con sicurezza il facitore di tanto disastro. La sua partecipazione oggi può solo avere una funzione di rottura, il tentativo di impedire che la vecchia guardia che si è nascosta dietro la figura di Mario Oliverio possa rappresentare il nuovo dopo essere stato il vecchio e aver prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La corazzata Potemkin non dovrebbe avere difficoltà a conquistare il Cremlino, e la presenza di una terza forza potrebbe avere la funzione di sbarrare il passo a questo tentativo. Come dire, sempre un Callipo in finale, capace anche di far perdere il Pd alla fine che poi è se vogliamo l’oboettivo vero di Pippo se mettono in mezzo Gianluca alle primarie. Un difficile gioco di equilibrio, poiché se si sbagliano i calcoli alla fine potrebbe spuntare la Gentile figura di qualcuno dall’altra parte. Hai visto mai. Se il gioco riesce però l’incursione di Pippo è una sicura garanzia, che nel bene e nel male, un Callipo per la corsa a Palazzo Alemanni ci sarà sempre. Non è poco.


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Sabato 27 Settembre 2014

Le eccellenze per sperare

L’epilessia passa dalla chirurgia Al Neuromed le tecnologie di Brain Computer Interface applicate, per la prima volta in Italia, nella terapia chirurgica dell'epilessia Una tecnica capace di "leggere" le funzioni cerebrali, riducendo gli effetti indesiderati delle metodiche precedenti e rendendo più breve l'iter chirurgico di Americo Bonanni

Un decisivo passo in avanti verso interventi neurochirurgici più sicuri e con minori effetti indesiderati è stato compiuto dal Centro per la Chirurgia dell’epilessia dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia) nell’ambito del Progetto Cyber-Brain nato dalla collaborazione tra Fondazione Neuromed, Fondazione Neurone, Albany Medical Center e Iemest. Per la prima volta in Italia è stata infatti applicata, su un paziente con epilessia, una metodica innovativa che si basa su tecnologie molto avanzate di “Brain Computer Interface”. Il concetto di interfaccia cervello-computer si basa sull’uso di rilevazioni elettroencefalografiche attraverso le quali far comunicare il sistema nervoso con un dispositivo informatizzato, permettendo quindi l’interpretazione dell’attività elettrica del cervello. L’intervento eseguito nell’istituto Neuromed ha usato questa tecnologia su una giovane paziente affetta da una grave forma di epilessia focale farmacoresistente, nella quale la lesione responsabile dell’epilessia era molto vicina alle aree del linguaggio. In questi casi l’intervento neurochirurgico, mirato all’asportazione del tessuto responsabile delle scariche epilettiche, deve essere eseguito in sicurezza, senza danneggiare regioni della corteccia cerebrale sedi di funzioni importanti, come appunto il linguaggio.

«La metodica classica per l’identificazione precisa (mappaggio funzionale) di queste aree “nobili” - dice il dottor Giancarlo Di Gennaro, responsabile del Centro per lo studio e la cura dell’epilessia del Neuromed - prevede l’esecuzione di test neurologici differenti a seconda della funzione che si vuole studiare e la contemporanea applicazione di stimoli elettrici su specifiche zone di corteccia cerebrale che vengono in questo modo disattivate per un breve periodo di tempo. Tale modalità, pur rappresentando oggi il “gold standard”, è però in grado di identificare le diverse aree solo in modo indiretto. Infatti se, ad esempio, il paziente non è più in grado di denominare degli oggetti o effettuare compiti motori durante la stimolazione elettrica, si può dedurre che le aree stimolate siano sede rispettivamente di aree linguistiche o con competenze di tipo motorio. Questo sistema, tuttavia, richiede spesso tempi lunghi di esecuzione e può di per sé favorire l’insorgenza di crisi epilettiche». Il nuovo metodo usato nel Neuromed, invece, si basa sulla registrazione e la decodifica di particolari frequenze del segnale elettroencefalografico proveniente dalla corteccia cerebrale durante la somministrazione di test cognitivi e motori, senza l’utilizzo di stimolazioni elettriche. «La metodica - dice ancora Di Gennaro - eseguita grazie alla collaborazione multidisciplinare tra neurologi epilettologi, neurochirurghi, neuropsicologi e bioingegneri, è risultata sicura, ben tollerata dalla paziente, di breve durata ed ha dato risultati paragonabili a quella classica. Al termine della procedura la paziente è stata operata con successo dal team neurochirurgico diretto dal professor Vincenzo Esposito, non ha riportato deficit neurologici o crisi epilettiche immediatamente dopo l’intervento». «Le tecnologie di Brain-computer interface - aggiunge il dottor Antonio Sparano, responsabile della Stroke Unit del Neuromed - potranno avere un ruolo sempre maggiore nel trattamento riabilitativo di alcune patologie neurologiche, pensiamo ai pazienti affetti da deficit neurologici di tipo linguistico o motorio quale risultato di un ictus cerebrale oppure a patologie di tipo degenerativo gravemente invalidanti, come ad esempio la sclerosi laterale amiotrofica».

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Sabato 27 Settembre 2014

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Tutto pronto per la Notte dei ricercatori

Ragazzi, famiglie, professionisti e curiosi di ogni età potranno vivere al Neuromed un contatto diretto con la ricerca Poco più di una settimana e l’Irccs Neuromed aprirà le porte del suo Parco tecnologico ai cittadini. Venerdì 26 settembre è andata in scena la Notte dei ricercatori. L’evento, che per la prima volta prende vita in Molise grazie all’impegno dell’Istituto neurologico Mediterraneo di Pozzilli con il patrocinio della Regione Molise, la Provincia di Isernia e il Comune di Pozzilli, è stato presentato presso la sala convegni del centro servizi Neuromed. Relatori della conferenza stampa il Presidente dell’Irccs Neuromed, professor Erberto Melaragno, il direttore sanitario della clinica, professor Edoardo Romoli, e il Presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa. Il presidente dell’Istituto Neurologico mediterraneo, professor Erberto Melaragno, ha posto l’accento sulla coralità dell’evento e sul contenuto molto articolato delle varie iniziative: come quella della mostra fotografica su Rita Levi Montalcini, il Premio Nobel che visitò l’Irccs Neuromed nel 2005, o quella della spiegazione scientifica degli effetti della Dieta Mediterranea. «Abbiamo spaziato - ha detto Melaragno - dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande: dallo studio dei geni e delle molecole, dentro di noi, allo sguardo verso i corpi più grandi e più lontani del cielo stellato. Genetica molecolare e astronomia - ha continuato - quella Notte cercheranno di coinvolgere tutti, nel nostro Parco Tecnologico, come pure non mancheranno: la documentazione storica e il coinvolgimento diretto e interattivo dei visitatori. Noi siamo orgogliosi di far toccare con mano la scienza, facendo scendere in campo

in prima persona i nostri ricercatori, per mostrare al mondo il fascino di un’attività così nobile e anche i tanti risvolti di quella che - in fondo - è pur sempre una professione». Neuromed fa ricerca con e per la clinica: quella che viene definita ricerca traslazionale. Una caratteristica che è stata ricordata dal dottor Edoardo Romoli, direttore sanitario della clinica che ha sottolineato: «Il Neuromed ha fortemente incoraggiato l’iniziativa Notte dei Ricercatori. Ricerca, clinica e didattica rappresentano i tre pilastri dell’Istituto tenuti insieme proprio dalla ricerca traslazionale. Grande l’entusiasmo dei ricercatori ma anche dei clinici che predisporranno stand tematici di forte interesse per i visitatori del Parco. Non esiste clinica senza ricerca - ha continuato Romoli - e la Notte dei Ricercatori intende sottolineare anche questo aspetto promuovendo altresì un progetto formativo moderno e interattivo. Oggi la sanità tende sempre più verso la multidisciplinarietà degli approcci; tante quindi le professionalità e le specialità che si intersecano e che portano al raggiungimento di importanti risultati. Per i ragazzi questo può rappresentare motivo di confronto e di interesse per il loro futuro».

Il direttore sanitario ha portato ad esempio l’ultima tecnologia messa a punto al Neuromed grazie all’approccio multidisciplinare: quella della Brain Computer Interface applicata, per la prima volta in Italia, nella terapia chirurgica dell’Epilessia. La cultura scientifica, dunque, deve essere sempre più sostenuta. Lo ha detto il presidente Mario Pietracupa che ha ringraziato i ricercatori del Neuromed per l’impegno quotidiano e per la dedizione, in particolare, con cui stanno preparando esperimenti interattivi per la Notte dei Ricercatori. «Esiste una ricerca reale rispetto a quello che spesso viene percepito. - ha detto Pietracupa - Esistono giovani validissimi che si impegnano ottenendo risultati eccellenti a beneficio della salute dei cittadini. È necessario che proprio i cittadini percepiscano questi segnali e vivano in qualche maniera il mondo della scienza spesso bistrattato e poco sostenuto. Noi intendiamo dare un riconoscimento alla nostra comunità scientifica partendo dal basso, insieme ai nostri ricercatori, non solo informando ma formando soprattutto i giovani. Noi siamo fieri di questi ragazzi - ha concluso Pietracupa rivolgendosi ai ricercatori presenti in sala - ed immagino che anche i molisani lo saranno».


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Sabato 27 Settembre 2014

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I protagonisti della Notte dei ricercatori In basso a sinistra, i relatori

Per saperne di più L’evento Notte europea dei Ricercatori è un’iniziativa promossa dalla Commissione europea fin dal 2005 e da anni porta la scienza tra i cittadini e soprattutto tra i giovani, coinvolgendo ogni anno migliaia di ricercatori e Istituzioni di ricerca in tutti i Paesi europei. Neuromed intende per la prima volta promuovere questa ‘festa della scienza’. L’obiettivo, attraverso eventi interattivi, esperimenti pratici, seminari e altre modalità di comunicazione, è di creare occasioni di incontro tra scienziati e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante. Diffondere la cultura scientifica non è solo un dovere per ogni ricercatore, ma è un elemento fondamentale in una società democratica. Come già nel 1939 affermò Robert Dewey, "La libertà di ricerca, la tolleranza di diversi punti di vista, la libertà di comunicazione, la distribuzione di quanto viene scoperto, sono parte sia del metodo scientifico che del metodo democratico". In linea con questo principio, il 26 settembre l’Irccs Neuromed ha aperto le porte agli studenti, alle famiglie, ai curiosi, agli appassionati del mondo della ricerca. Visite nei laboratori, esperimenti interattivi e, soprattutto, dialogo con i ricercatori e con i medici, che spiegheranno il loro lavoro, illustreranno come si sceglie questa carriera e accompagneranno i giovani in questo primo incontro con il mondo della ricerca.

da medici e ricercatori, che si esibirà in un concerto; - Country Music con il gruppo Howling Mutt; - Sipario Comico con Gennaro Calabrese. Il percorso ricercatore per un giorno si caratterizzerà in maniera articolata: oltre alle visite nei laboratori ci saranno numerose simulazioni di ricerca scientifica pensate per i visitatori ed elaborate insieme a loro. Alcuni degli esperimenti interattivi proposti ai ragazzi: - MEMORY BOX a cura del Laboratorio dei Disturbi del Movimento; - ESPERIMENTI DI CHIMICA QUOTIDIANA a cura del Laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare; - L’ASSASSINO COLPISCE a cura del Laboratorio di Genetica molecolare; - COSTRUIAMO IL DNA a cura del Laboratorio di Neurofarmacologia; - LA MOSTRA DELL’EVOLUZIONE DELLA RADIOLOGIA a cura dell’Unità di Diagnostica per Immagini Irccs Neuromed; - IMPARIAMO A GESTIRE LE CRISI EPILETTICHE a cura del Centro di Epilessia Irccs Neuromed; - SCOPRIAMO UN ECOCARDIOGRAMMA DI UN CUORE SANO a cura del Laboratorio di Angio-Cardio-Neurologia; - IL RUOLO DELLA LATTOFERRINA NEI TUMORI - LA COLORAZIONE DI UN VETRINO AL MICROSCOPIO Laboratorio di Neuropatologia; - IL GIOCO DELL’OCA DELL’ALIMENTAZIONE - QUESTIONARIO ALIMENTARE - STAND DEL PICCOLO MOLI-SANO a cura del Laboratorio di Epidemiologia.

Tre i programmi delle attività: Aspettando... la Notte dei Ricercatori apertura del Parco tecnologico alle scuole di ogni ordine e grado - dalle ore 9:30 alle ore 12:30 spazio dedicato ai bambini delle scuole Primarie e Secondarie di primo grado (elementari e medie); - dalle ore 15:00 alle ore 17:30 spazio dedicato ai ragazzi degli Istituti Secondari di secondo grado (superiori); La Notte dei Ricercatori al Neuromed dalle ore 18:30 alle ore 24:00 apertura alle famiglie alle ore 21:30 la musica protagonista al Neuromed - scopriremo il Neurolook insieme alla NEUROBAND, composta

Oltre a tutto questo, lo spazio la ricerca si mostra - stand con immagini e foto a cura dei laboratori di ricerca - e una mostra in ricordo di Rita Levi Montalcini. Una colazione e un aperitivo al microscopio saranno il break dei ragazzi curata dal Laboratorio di Epidemiologia e seguendo i dettami della Dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’Unesco. Per gli amanti delle stelle sarà possibile l’osservazione della volta celeste con telescopi a cura del Gruppo Astrofili Frentani. Questo è solo un assaggio. Tante altre le attività in programma al Neuromed, tutte social e innovative per far trascorrere a tutti coloro che arriveranno a Pozzilli una giornata all’insegna della ricerca.

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Sabato 27 Settembre 2014

Indifferenza cronica

La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa nel mondo occidentale. Ci accompagna ogni giorno, fin dalla nascita, insieme alla tosse e all’aerosol e alla fisioterapia respiratoria, ai problemi digestivi e alle numerose compresse da prendere per nutrirci - solo per citare alcuni problemi - alle preoccupazioni per una malattia che ancora non ha una cura definitiva. La fibrosi cistica ci costringe ad andare spesso in ospedale e a ricoverarci più volte all’anno per molti giorni. Abbiamo, quindi, bisogno di strutture adeguate e di personale medico che non si limiti a prescriverci farmaci, ma conosca a fondo questa patologia, ci stia vicino e condivida il nostro percorso. Per una malattia cronica come la fibrosi cistica, infatti, la relazione, l’ascolto e l’empatia di medici, infermieri, psicologa e fisioterapista sono fondamentali. Li vediamo e li sentiamo quasi ogni giorno: diventano come persone di famiglia che ci accompagnano per la vita. Ad aprile, presso l’ospedale di Lamezia Terme, è stato inaugurato il nuovo Centro regionale fibrosi cistica, prima ospitato presso il reparto di Pediatria dell’ospedale di Soverato. Il centro, diretto dal dottore Giuseppe Tuccio, è ora autonomo e centrale ed è dotato di strutture nuove. Da circa un anno sono arrivate tre nuove dottoresse (borsiste), Rosa Fasano, Elisa Madarena e Barbara Vonella. Sono preparate, motivate e si sono formate e si stanno formando in modo specifico come richiede questa patologia. In un anno hanno imparato a conoscere noi, il nostro quadro clinico, le nostre famiglie (coinvolte nella cura). Oltre alla professionalità e all’aggiornamento continuo, hanno mostrato di tenere a noi: sono empatiche, lavorano con entusiasmo e spesso si fermano oltre l’orario di lavoro. La loro borsa, però, è scaduta o sta per scadere, ma non è stata rinnovata: una di loro, nonostante il contratto sia scaduto, sta continuando a lavorare nel centro per amore di noi pazienti e del suo lavoro, per non spezzare quel legame di fiducia e affetto instaurato con noi; per le altre due dottoresse, il contratto scadrà a breve. I fondi sono stati stanziati, ma tutto tace. Dobbiamo pensare che rischiamo di non essere più curati dalle tre dottoresse che ci conoscono, si aggiornano e studiano ogni giorno e ci danno sicurezza e conforto? Dopo un anno di formazione e costruzione di relazioni di fiducia e affetto con le tre dottoresse, sarebbe ragionevole chiamare altre persone che non conoscono le nostre difficoltà e che non hanno una formazione specifica? O dobbiamo addirittura temere che il centro sarà chiuso? Infatti, come può continuare a funzionare se vengono meno le persone che ci lavorano? Ha senso aver investito sulle strutture inaugurate qualche mese fa e sulla formazione delle tre dottoresse se non viene garantita la continuità delle cure e delle risorse umane? Di preoccupazioni ne abbiamo tante ogni giorno: forse travolti da balletti elettorali, vuoti di potere e danze di nomine, dobbiamo preoccuparci di problemi che si dovrebbero porre e risolvere politici e dirigenti attenti alle esigenze dei cittadini? Queste domande le rivolgiamo alle istituzioni e all’opinione pubblica. Noi, almeno queste risposte, le abbiamo già. Vogliamo continuare a curarci, al meglio, in Calabria, con chi si sta formando e conosce noi e la nostra patologia: chiediamo troppo? Un gruppo di pazienti affetti da fibrosi cistica e i loro familiari

Ma che colpa abbiamo noi Il Centro regionale fibrosi cistica di Lamezia rischia di perdere elementi validi o peggio ancora rischia di chiudere La toccante lettera di un gruppo di pazienti

Le preziose attrezzature nel Centro regionale fibrosi cistica di Lamezia Terme

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Sabato 27 Settembre 2014

Non resta che oltrepassare il confine

Dove c’è crisi c’è impresa 60 imprenditori calabresi si sono dati appuntamento per partecipare al percorso formativo "Export management: come affrontare i mercati internazionali", organizzato dall'Ice e Confindustria Cosenza, in considerazione del momento di crescente difficoltà per famiglie ed imprese diventa importante poter conoscere nuovi mercati Contributi Fesr sospesi: guerra “stellare”

La sberla europea Bruxelles - «A causa di irregolarità relative alla gestione e al controllo del programma, il pagamento dei contributi Fesr è attualmente sospeso. L’erogazione non riprenderà fino a che la Commissione non avrà ricevuto conferma del corretto funzionamento del sistema di gestione e di controllo del programma e dell’avvenuta applicazione delle indispensabili rettifiche finanziarie relative alle irregolarità». Così sancisce la Commissione europea in risposta ad una interrogazione presentata dalla europarlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara. L’ottimismo e la soddisfazione, tanto sbandierata nel mese di aprile, quando si dichiarava di «aver dimostrato che la Calabria ha impresso un percorso virtuoso anche in materia di controlli degli interventi finanziati con i fondi messi a disposizione dall’Unione europea», non sembra aver sortito gli effetti sperati. L’interrogazione presentata dell’europarlamentare calabrese era finalizzata ad ottenere informazioni sull’utilizzo dei fondi europei destinati a finanziare gli impianti di depurazione e del trattamento di acque reflue e chiedeva alla Commissione se intendesse adoperarsi al fine di accertare che i fondi europei fossero stati correttamente destinati agli scopi per i quali erano stati stanziati. La commissione, nella risposta, ha reso noto che «per i periodi 2000-2006 e 2007-2013 i programmi regionali della Calabria, cofinanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), hanno stanziato 197 milioni di euro per progetti relativi al trattamento delle acque reflue in Calabria, (...) per il periodo 2007-2013, per la gestione integrata delle risorse idriche in Calabria sono stati stanziati 96 milioni di euro, con un contributo del 75 % a carico del Fesr. Con tali finanziamenti sono stati costruiti 31 nuovi impianti di trattamento delle acque reflue e 94 impianti esistenti sono stati ristrutturati», ma come detto, anche questi fondi sono ancora sospesi. «Qui ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità - commenta Laura Ferrara - la Regione Calabria ha il dovere di chiarire, evitando l’ottimismo da campagna elettorale che è già stato smentito, ahimè, dalle affermazioni della Commissione europea. In ogni caso, la nostra azione non si ferma qui, ci riserviamo di approfondire il quadro per fare luce sulla vicenda, sia in relazione al settore specifico della depurazione, sia riguardo la gestione dei fondi europei nel complesso e valuteremo le consequenziali azioni da intraprendere, fermo restando che ci serviremo di tutti mezzi che la legge mette a nostra disposizione. Nessuno escluso!». Anche le criticità del periodo 2000-2006 non sono ancora state risolte. La Commissione europea ha precisato che, nella relazione di attuazione finale di tale periodo, «si è provveduto all’adeguamento, all’ammodernamento o alla ristrutturazione di 107 impianti di trattamento delle acque reflue in Calabria, per un costo totale di 101 milioni di euro, il 50% dei quali a carico del Fesr. Nella fase di chiusura di tale programma la Commissione ha chiesto alla regione Calabria di apportare rettifiche finanziarie per tenere conto di certe irregolarità nell’esecuzione dei progetti in questione, in relazione anche ad un certo numero di casi nei quali i progetti non erano stati completati o messi in opera».

Natale Mazzuca presidente Confindustria Cosenza

Sessanta imprenditori calabresi si sono dati appuntamento per partecipare al percorso formativo “Export management: come affrontare i mercati internazionali”, organizzato dall’Ice e Confindustria Cosenza nell’ambito del Piano Export Sud dell’Agenzia per la promozione all’estero. In considerazione del momento di crescente difficoltà per famiglie ed imprese diventa importante poter conoscere nuovi mercati, creare altri rapporti di collaborazione ed individuare spazi per nuovi business in paesi stranieri. La lunga crisi sta dimostrando che le aziende che esportano sono quelle che meno risentono degli effetti negativi della recessione e che, anzi, stanno facendo registrare performance in crescita. In questa direzione si è mossa Confindustria Cosenza che sta proseguendo nell’azione di accompagnamento delle imprese alla conoscenza di nuovi mercati ed ha studiato un momento di approfondimenti focalizzato sulle metodologie più adeguate per strutturare i processi di internazionalizzazione, sugli scenari attuali e sulle prospettive future del commercio internazionale, sugli aspetti tecnici, logistici e commerciali delle operazioni con l’estero che vanno dall’accordo contrattuale all’incasso della fornitura. Gli imprenditori che hanno partecipato al seminario, provenienti da tutta la Calabria ed operanti nei diversi settori dell’agroalimentare, energia, ricerca ed alta tecnologia, dispositivi medici, costruzioni e consulenza hanno, inoltre, avuto l’opportunità di svolgere dei colloqui individuali di verifica delle potenzialità di export rispetto ai prodotti e servizi offerti dalle proprie aziende. «Il seminario e gli incontri BtoB - sottolinea il presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca - sono risultati molto utili per focalizzare i mercati di sbocco di tanti colleghi imprenditori che hanno in animo di oltrepassare i confini nazionali e penetrare nuovi mercati ma incontrano difficoltà operative e spesso sono alla ricerca di partner e di sostegno ai progetti. Oltre alla formazione sul marketing internazionale e sulle tecniche delle operazioni commerciali con l’estero, risulta fondamentale per l’imprenditore conoscere più da vicino i paesi in cui poter realizzare nuovi business e poter entrare in contatto con partner con cui accedere ai mercati transnazionali in forma aggregata». Il percorso formativo, curato dall’esperto di internazionalizzazione della Faculty dell’Ice Domenico Del Sorbo, è stato concluso dal presidente della sezione Agroalimentare di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli, anche nella sua veste di presidente del Consorzio Kalos per l’internazionalizzazione delle aziende agroalimentari calabresi.


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Sabato 27 Settembre 2014

Si comincia con l’amaro in bocca Nella piana di Gioia Tauro incomincia anche quest’anno, il flusso di lavoratori migranti per la raccolta delle arance e dei mandarini, secondo le previsioni saranno oltre 2000. La Cgil torna a riproporre la questione dell’accoglienza dei lavoratori

Forze da spremere

Se Maometto non va alla montagna..

Aspromonte, l’unione fa la forza Si è concluso con la firma di una dichiarazione di intenti tra ente Parco, Università Mediterranea, associazioni, imprese e soprattutto cittadini al fine di favorire uno sviluppo socioeconomico sostenibile all’interno del Parco dell’Aspromonte, il primo workshop internazionale “Ecoturismo e governance”, svoltosi nell’Aula Quistelli dell’ateno e promosso dal DArTe-dipartimento Architettura e Territorio e dall’ ente Parco, con la collaborazione della Ong Ecotrans - Rete europea per uno sviluppo turistico sostenibile di Saarbrucken (Germania). «Due giorni intensi e partecipati, caratterizzati - spiega una nota dell’ente parco - dalla forte e condivisa volontà di costruire un “mosaico” della sostenibilità turistica aspromontana, tenendo presente il forte legame tra qualità e sostenibilità, orientando la destinazione del Parco nazionale dell’Aspromonte nel giusto equilibrio tra istanze del territorio ed esigenze dei visitatori». Temi trattati dal workshop, attraverso il coordinamento della professoressa Flavia Martinelli coordinatore scientifico della ricerca Ecogov e del presidente dell’ente Parco dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino sono stati : ecoturismo, governance, certificazione di qualità ecoturistica, gestione delle destinazioni. Con la firma della dichiarazione d’intenti "Aspromonte 2020" "si vuole imprimere un punto di partenza collettivo e collegiale per lo sviluppo della nostra montagna, perseguendo alcuni obiettivi fondamentali quali la conservazione della diversità biologica attraverso la protezione delle specie minacciate di estinzione, la promozione dell’allevamento e delle colture tradizionali dell’area e la promozione dell’agricoltura biologica; ma anche puntando sull’uso di energie rinnovabili, in particolare la produzione di energia elettrica da fotovoltaico e biomasse e salvaguardando le risorse idriche, garantendo la riproduzione delle riserve, la qualità dell’acqua potabile e il trattamento ecologico delle acque reflue, non tralasciando una gestione responsabile dei rifiuti, favorendone la riduzione, il riciclo e il corretto smaltimento. Aspetti fondamentali per il rilancio ecoturistico dell’Aspromonte che si legano in forma imprescindibile alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale».

Qualche anno fa la rivolta degli immigrati a Rosarno. La Cgil torna a riproporre la questione dell’accoglienza dei lavoratori chiamati per la raccolta degli agrumi ed attesi in centinaia, almeno 2.000 secondo le stime del sindacato. «Domenica pomeriggio - annunciano Nino Costantino segretario generale della Cgil della Piana di Gioia Tauro e Celeste Logiacco, segretaria generale della Flai comprensoriale- incontreremo una nutrita delegazione di migranti che come ogni anno, torna nella piana di Gioia Tauro per la raccolta delle arance e dei mandarini. Incomincia così, anche quest’anno, il flusso di lavoratori migranti che secondo le previsioni saranno oltre 2000. Gran parte di questi lavoratori,

Dai campi alla rete

Finanziamenti alla luce del sole Michele Trematerra, assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione, ha fissato, per martedì 7 ottobre alle ore 11, al dipartimento Agricoltura, un incontro con i beneficiari delle Misure 124 e 214 az. 6, rispettivamente “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e in quello forestale” e “Pagamenti agro - ambientali /Progetti comprensoriali per la salvaguardia del patrimonio genetico regionale”, del Psr Calabria 2007/2013. «L’idea dell’incontro - recita una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale - nasce con lo scopo di dare la massima diffusione ai progetti finanziati e realizzati attraverso il contributo del Psr Calabria 2007/2013. L’assessore Trematerra, infatti, intende realizzare un catalogo multimediale ed una piattaforma online sul sito www.calabriapsr.it, che raccolgano i contributi scientifici frutto di queste attività. Tutto ciò in modo che gli studi effettuati diventino di patrimonio pubblico e collettivo. All’incontro saranno presenti, insieme all’assessore Trematerra, il dirigente generale del dipartimento Agricoltura Giuseppe Zimbalatti e l’Autorità di gestione del Psr Calabria Alessandro Zanfino».

oltre 1000, - sottolineano - saranno costretti a vivere in una tendopoli a San Ferdinando (che a mala pena ne potrebbe ospitare solo 400), circa 300 nel campo containers allestito a Rosarno e gli altri sparsi nelle campagne e nei casolari di tutta il territorio. Negli ultimi 12 mesi - ricordano - abbiamo, come Cgil e Flai della Piana e della Calabria, più volte chiesto interventi per affrontare le emergenze che ogni anno si verificano e per risolvere strutturalmente il problema. Abbiamo fatto iniziative a San Ferdinando, incontri con l’assessore regionale al Lavoro, fatto richieste di intervento al Ministero degli Interni e al Dipartimento della protezione Civile, celebrato il primo maggio con i migranti a Rosarno, chiesto incontri ad enti ed istituzioni: da qualcuno abbiamo ricevuto risposte formali e da altri solo silenzio. A noi, però, non basta aver protestato energicamente contro questa situazione, non interessa lavarci la coscienza. Vogliamo che il problema venga affrontato e risolto. Va affrontato - spiegano - per garantire accoglienza a persone che svolgono un lavoro duro e poco remunerato, sfruttato e ai limiti dello sfinimento fisico, che difficilmente a queste condizioni sarebbe svolto dai lavoratori italiani». Secondo i due sindacalisti «occorre garantire una dignitosa accoglienza ai migranti per la raccolta delle arance e dei mandarini che altrimenti rimarrebbero non colti sugli alberi con grave danno alla già debole economia della Piana. Riproponiamo per intero alle istituzioni (ministero Interni, dipartimento Protezione civile, Giunta regionale) le nostre preoccupazioni costatando, però, amaramente che ormai, anche per quest’anno, si può affrontare solo l’emergenza. Ma la domanda che poniamo con forza a questo punto è questa: l’emergenza, almeno quest’anno, le istituzioni la vogliono affrontare o si intende lasciare i campi nelle stesse condizioni degli altri anni? Tutte le istituzioni a cui ci siamo rivolti si laveranno le mani come ha fatto il dipartimento della Protezione civile oppure finalmente si prenderà atto di un problema che sta scoppiando? La Regione Calabria troverà le risorse necessarie? Sono domande che aspettano una risposta. Ma non una risposta aleatoria e formale. Tanto dalla prossima settimana - concludono - i campi cominceranno a riempirsi e quest’anno noi saremo lì non solo per prestare assistenza sindacale ma anche e soprattutto per difendere la loro dignità di persone e di lavoratori».

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Sabato 27 Settembre 2014

Carta canta

Calabria istruzioni per l’uso L’assessore regionale all’Urbanistica, Alfonso Dattolo, ha introdotto i lavori del workshop che si è tenuto nella sala conferenze della Fondazione Terina, a Lamezia Terme, in cui sono stati forniti ai sindaci della Calabria i dati geografici afferenti alla “Carta dei luoghi” della Calabria. Dattolo riporta una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale - ha sottolineato la portata del progetto che ha evidenti ricadute in termini di conoscenza del territorio: «Abbiamo inteso offrire ai 409 Comuni della Calabria - ha sottolineato - un ulteriore dato geografico di conoscenza dell’uso del suolo, dei vincoli e degli usi civici. Un importante contributo ai sindaci quale supporto alla pianificazione territoriale. È questo un approccio che va nella direzione dell’ “open data” e testimonia sia la valenza scientifica che quella turistico-culturale del progetto». L’assessore Dattolo, che ha proseguito ringraziando gli intervenuti al Workshop (oltre 250 persone tra sindaci, amministratori locali e professionisti), i quali hanno gremito la sala conferenze di Fondazione Terina, ha concluso i lavori ricordando come «il dato territoriale distribuito nell’occasione ai Comuni della Calabria contribuisce a qualificare le scelte dell’uso del territorio». Dopo l’assessore regionale all’Urbanistica è intervenuto Peppino Vallone, sindaco di Crotone, in veste anche di rappresentante dell’Anci Calabria. Vallone ha dato atto all’assessore Dattolo «di aver voluto trasferire ai Comuni della Calabria un ingente patrimonio di progetti digitali che consente alle amministrazioni comunali di risparmiare da un lato consistenti risorse finanziarie, ma anche di semplificare i processi tecnico-amministrativi. Secondo Saverio Putortì, dirigente generale del dipartimento Urbanistica, «la massiccia presenza all’evento oggi testimonia quanto sia stato prezioso il lavoro di confronto che abbiamo voluto realizzare come Dipartimento con gli Enti locali. Sull’informazione territoriale - ha aggiunto - abbiamo tracciato un percorso che permette a tutti di avere a disposizione in formato digitale i dati territoriali del proprio Comune». A seguire sono intervenuti Domenico Modaffari, dirigente del settore 2 del dipartimento Urbanistica e rup del progetto “carta dei luoghi”, Rita Laurenzano, esperta di livello nazionale di usi civici e Ruggero Palumbo che si è soffermato, invece, sull’uso del suolo. «Il progetto - ha sottolineato Modafferi - è stato realizzato dall’assessorato regionale all’Urbanistica con lo scopo di dare ai Comuni un esatto quadro conoscitivo dell’uso del territorio. La carta consiste di un database relativo a tutti i dati di pericolosità di frana esistenti e contenuti negli strumenti urbanistici vigenti (Prg, varianti ai Prg, Piani particolareggiati, Piani territoriali di coordinamento provinciali). Tra i dati rilevati - ha proseguito - anche quelli relativi al Repertorio regionale dei vincoli (Sirv) e degli Usi civici, mediante la realizzazione di servizi di consultazione delle banche dati cartografiche e alfanumeriche in funzione della profilatura degli utenti, e che andranno ad integrarsi nel portale dell’attuale Sistema cartografico regionale. Le banche dati comprendono vincoli d’interesse storico, artistico, archeologico».

Presentati a Lamezia i dati geografici afferenti alla "Carta dei luoghi", in pratica è stato offerto a 409 Comuni calabresi un ulteriore dato geografico di conoscenza dell'uso del suolo, dei vincoli e degli usi civici. Un importante contributo per i sindaci come supporto alla pianificazione territoriale Santagati vicepresidente AssoArpa

L’asso nella manica dell’Arpacal Riconoscimento nazionale per l’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) dall’assemblea delle agenzie provinciali e regionali per la protezione dell’ambiente che aderiscono ad AssoArpa. Il direttore generale dell’Arpacal, Sabrina Santagati, è stata eletta vicepresidente dell’importante associazione che ha lo scopo di realizzare elevati livelli di integrazione e di sviluppo, e quindi di continuo miglioramento, delle politiche delle Agenzie ambientali regionali e provinciali in diversi ambiti di competenza, con particolare attenzione ai sistemi di finanziamento, all’organizzazione del lavoro, allo sviluppo delle risorse umane, alla gestione dei rapporti di lavoro e delle relazioni sindacali. «Già nel precedente consiglio direttivo, presieduto dal professor Giorgio Assennato, presidente di Arpa Puglia, Santagati - sliega un comunicato - era componente dell’ufficio di presidenza. Con il nuovo direttivo eletto ieri, che vede presidente Stefano Tibaldi, direttore generale Arpa Emilia Romagna, la vicepresidenza del direttore generale di Arpacal conferma la qualità del lavoro svolto ed il ruolo che l’agenzia ambientale calabrese ha definitivamente conquistato nello scenario nazionale».

Sistema informativo

Il patrimonio dei centri storici è on-line L’assessorato regionale all’Urbanistica ha realizzato, a seguito di un protocollo d’intesa tra il ministero per i Beni e le Attività culturali e la Regione Calabria, il sistema informativo “centri storici e ambiti di contesto”. L’importante attività di catalogazione sul territorio regionale sarà presentata durante una conferenza stampa a palazzo Alemanni, mercoledì prossimo, 1° ottobre, alle ore 11. L’attività - informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale - ha prodotto l’implementazione di un sistema informativo realizzato in conformità con le normative nazionali e con gli standard di trasferimento dei dati catalografici e dei relativi allegati multimediali e riferimenti territoriali, e con il sistema Informativo Sito (Sistema informativo territoriale e osservatorio delle trasformazioni urbane). La catalogazione del patrimonio culturale ed ambientale costituisce lo strumento conoscitivo basilare per il corretto ed efficace espletamento delle funzioni legate al perseguimento degli obiettivi di tutela e conservazione ed è, al contempo, strumento essenziale di supporto per la gestione e la valorizzazione del patrimonio, immobile e mobile, nel territorio nazionale e regionale, nonché per la promozione e la realizzazione di attività di carattere didattico, divulgativo e di ricerca. Il Sistema Informativo costituirà il punto di riferimento in ambito regionale per le attività di catalogazione e documentazione dei centri storici della Regione, attraverso l’integrazione dei dati raccolti in un unico ambito informativo, rendendo reciprocamente disponibili i dati raccolti per gli obiettivi istituzionali di rispettiva competenza dei soggetti coinvolti riferiti alla tutela, alla gestione, alla valorizzazione, alla promozione del patrimonio regionale. L’attività di catalogazione è stata conclusa per 280 centri storici ed ha interessato tutto il territorio regionale.

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