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Mezzoeuro numero 26 - Anno 13 - Sabato 28 Giugno 2014
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settimanale d’informazione del Mezzogiorno d’Europa
CALABRIA
Voce ai giovani Cassano Ionio e la festa di Francesco www. mezzoeuro.it
Turismo, dalla Russia con furore
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Sabato 28 Giugno 2014
Alla ricerca di una via d’uscita
Un piano Marshall per la Calabria di Oreste Parise
La Calabria vive un momento molto convulso alla ricerca di un possibile “uomo del destino” che possa risollevare le sue sorti, cadute molto in basso per la crisi economica prolungata che ha drasticamente ridotto il potere di acquisto di una larga fetta di popolazione. Ma il colpo più ferale gli è stato inferto da un governo regionale travolto da vicende giudiziarie e inefficienze gestionali che hanno avuto un tremendo impatto negativo. La regione è diventata l’emblema della criminalità organizzata, con una devastante conseguenza sotto il profilo del marketing territoriale. Ormai, in queste condizioni nessuno è più disposto ad investire, neanche se viene offerto gratuitamente l’intero capitale. Una dimostrazione palese di questo stato di cose si legge chiaramente dal trend di utilizzo delle risorse mesMezzoeuro se a disposizione dell’Unione europea, Fondato da Franco Martelli gran parte delle quali non hanno trovato alcuna opportunità di utilizzo.
Ediratio editore
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n. 12427
Trovare un personaggio rappresentativo diventa uno degli elementi fondamentali per tentare di risollevare le sorti di una regione in stato comatoso. La prima caratteristica che dovrebbe avere è di potersi presentare nelle sedi nazionali ed europee con un alto profilo etico e professionale. Non è sufficiente né una totale rottamazione, né un giovanilismo ultima maniera, ma è necessario un personaggio di alto profilo che coniughi equilibratamente competenze e capacità con integrità etico-morale. Una regione come la Calabria non ha la forza e la capacità di poter programmare da sola il proprio futuro, perché si ha bisogno di una risposta sistemica, di un intervento globale che mire ad eliminare le inefficienze che si sono create. Dai trasporti al digital divide, dall’agricoltura all’industria sono necessari grandi interventi strutturali che eliminino le esternalità negative che costituiscono un formidabile ostacolo allo sviluppo. La frantumazione delle competenze provocata dalla riforma del titolo V della Costituzione ha reso impossibile qualsiasi grande intervento infrastrutturale ed è necessario definire un livello più alto per eliminare questi ostacoli. Per uscire dalla crisi è necessario un grande piano di investimenti, che viene ostacolato per la confusione che si vuole mantenere tra la spese pubblica e gli investimenti in opere infrastrutturali che non costituiscono un costo improduttivo, ma servono a dotare l’Europa degli elementi necessari per riprendere il cammino della crescita economica. La stessa lungimiranza deve guidare la predisposizione di un nuovo Piano Marshall, che svolga la stessa funzione di stimolo allo sviluppo del
Matteo Renzi
Trovare un personaggio rappresentativo diventa uno degli elementi fondamentali per tentare di risollevare le sorti di una regione in stato comatoso. La prima caratteristica che dovrebbe avere è di potersi presentare nelle sedi nazionali ed europee con un alto profilo etico e professionale. Renzi dalle nostre parti ha la grande chance di poter sperimentare sul terreno le sue teorie di rinnovamento, dare un forte segnale di discontinuità rispetto alle logiche del passato che hanno sempre favorito clientelismo e inciuci continente. Continuare a distruggere il sistema industriale e produttivo europeo alla disperata ricerca di un equilibrio finanziario è una politica miope, sbagliata, perché lo scopo lo si raggiungerà quando gran parte dell’Europa sarà ridotta allo stremo ed incapace di sostenere lo sforzo necessario per confrontarsi con la concorrenza internazionali. Il problema dell’Europa non è quello di diminuire il suo debito pubblico complessivo, ma di sostenere la concorrenza internazionale, riuscire ad
essere competitiva nei confronti di realtà emergenti come la Cina, il Brasile o l’India. Il raggiungimento del pareggio di bilancio in un paese devastato dalla crisi ci rende solo più deboli e incapaci di risollevare le nostri sorti. Solo la crescita può fornire le risorse necessarie per ridurre il debito pubblico. Non bisogna sottovalutare la grande credibilità che avrebbe nel mondo, una Europa forte e realmente in grado di esprimere una politica unitaria. Sarebbe perfettamente in grado di emettere eurobond in misura tale da assorbire l’intero debito dei suoi stati membri a condizioni di favore, al di sotto dei titoli tedeschi. Altro che spread, si ricaverebbe uno spread negativo, vale a dire un guadagno in termini di servizio del debito in grado di finanziare gli investimenti in infrastrutture. Fermo restando che sarebbero i singoli stati ad assumersi l’onere di rimborsare gli eurobond per la propria quota. Il Fondo Salvastati ha rappresentato un piccolo assaggio ed è servito solo a dare una solidità alle banche, senza alimentare alcun processo di sviluppo. Il consolidamento dei debiti degli stati membri costerebbe molto di meno ed avrebbe un effetto propulsivo enormemente maggiore. Chi glielo dice ai tedeschi e agli scandinavi? Senza un governo europeo forte ed autorevole una simile misura non è neanche immaginabile e con Cameron e i suoi problemi interni è difficile immaginare che si possano fare passi da gigante nella costruzione della Europa “necessaria” per lo sviluppo. Quello che è assolutamente necessario è che in attesa di una rivoluzione europea, per altro alquanto improbabile nel breve, la Calabria ha bisogno urgentemente del suo piccolo Piano Marshall, perché bisogna ammettere che le politiche di incentivazione dell’imprenditoria privata sono state un totale fallimento. Ormai è ampiamente diffusa l’opinione che gli incentivi non sono andati a finanziere nuovi imprenditori, ma hanno creato la nuova figura dei prenditori di fondi pubblici “mordi e fuggi”, che hanno soltanto devastato il territorio con interventi insensati e non concorrenziali. A dispetto della retorica liberista è solo un deciso intervento pubblico che può realmente dar sollievo alla regione, poiché i nodi sono ormai strutturali e interconnessi. Basta l’esempio del Porto di Gioia Tauro, che continua a difendersi da solo, nella totale indifferenza della classe politica regionale che non ha mai inteso porlo al centro dell’agenda politica. Eppure si tratta di una delle poche realtà su cui fare affidamento per rilancio la crescita. Questo dovrà essere il compito del nuovo governatore che non è chiamato a scaldare una cadrega, ma a ridisegnare lo scenario economico della regione. Con la Calabria Renzi ha la grande chance di poter sperimentare sul terreno le sue teorie di rinnovamento, dare un forte segnale di discontinuità rispetto alle logiche del passato che hanno sempre favorito clientelismo e inciuci, una catena di omertà che ha sempre unito in un unico sodalizio la classe politica che si combatte in campagna elettorale per spartirsi potere e favori subito dopo. La disastrosa esperienza di Loiero ha insegnato che non basta cambiare timoniere, ma è necessario rompere il blocco di potere che in questi decenni ha impedito di programmare qualsiasi politica di sviluppo. Gli elettori hanno firmato una cambiale in bianco al premier, ora e qui è arrivato il momento di iniziare ad onerare il contratto con gli elettori con scelte coraggiose e di alto profilo.
La rubrica “Il legno storto” di Franco Crispini è temporaneamente sospesa
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Sabato 28 Giugno 2014
Alla ricerca di una via d’uscita
Fondi Ue Non vi serve uno sceriffo Con i fondi europei non si possono mettere a posto le fognature e non si può mettere mano ai servizi minimi di sopravvivenza, che competono agli enti locali come le Regioni (se ne sono capaci). E non c’è nessun mago che può da solo riordinare un Por sciagurato come quello della Calabria. Parole, e firma, di Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla coesione territoriale. Intervenendo alla presentazione del rapporto previsionale del Centro studi di Confindustria Delrio non ha usato giri di parole nel descrivere il tipo di missione che attende il governo a proposito di fondi comunitari e di Mezzogiorno soprattutto. «È una missione impossibile quella che ci attende. Abbiamo 21 miliardi da spendere da qui al 2015, 16 solo nel Sud, tecnicamente è una operazione disperata, non possiamo seguire l’iter ordinario ma dobbiamo attivare procedure straordinarie». Graziano Delrio ha posto un particolare accento sull’importanza di utilizzare appieno i fondi strutturali europei per far ripartire il Paese e il Mezzogiorno in particolare. «Abbiamo censito 8.400 interventi di cui 400 sono stati scelti come prioritari» ha detto tra l’altro il sottosegretario che ha annunciato la nomina nella prossima settimana del direttore della nuova agenzia per la coesione. «Dobbiamo entrare in una logica di programmazione dal basso e dire ai territori che debbono ragionare sulla base della loro specificità competitiva senza copiare il Nord, in un iter procedurale in cui ciascuno si assume le proprie responsabilità». «Assicurare i fattori minimi igienici è di competenza dello Stato e degli enti locali - ha aggiunto Delrio - non si possono spendere i fondi strutturali per realizzare le infrastrutture dignitose di base». «Non abbiamo bisogno di un dirigente che da solo scrive il Por della Calabria - ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega alle politiche di coesione - ma di una commissione che ragioni su tutto quello che serve, per esempio su come rafforzare i distretti industriali, capisco che fare una rete fognante è un investimento politico utile ma se investi nel turismo e poi in una delle località più belle del mondo, in piena stagione, dalle fogne esce di tutto, è chiaro che abbiamo commesso un grave errore». Poi l’affondo finale di Delrio: «Abbiamo bisogno che società e imprenditori chiedano piani di sviluppo su fattori locali e di lungo respiro con forme di controllo dal basso». Già, controllo e sviluppo dal basso. Chissà a cosa si riferisce in particolare l’uomo che è un po’ il braccio armato e operativo di Matteo Renzi. 16 miliardi di euro sono una bella cifretta per il Mezzogiorno, il premier non starà a guardare l’uso che se ne farà stavolta dei fondi comunitari. E la Calabria, alla quale secondo Delrio non serve un dirigente mago che scriva da solo il Por dopo i fallimenti del passato anche recente, è di sicuro osservata speciale in questa faccenda. Scendendo sul pratico vuol dire che il governo non avallerà mai la copertura di servizi minimi di civiltà con i fondi europei. Niente reti fognarie, niente strade essenziali, niente ripiano dei debiti pregressi, niente restyling della politica che ha fallito. Solo ossigeno per i veri distretti industriali, per di più dal basso.
Graziano Delrio
L’allarme di Confindustria
Più di 1 miliardo da spendere in 18 mesi Non ce la faremo Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio: «Il Sud ha 16 miliardi di euro da spendere fino al 2015, una "mission impossible". Nessun mago da solo può scrivere il (disgraziato) Por Calabria, serve una commissione che esalti lo sviluppo dal basso dei distretti industriali. E niente soldi per le fognature...» Sul piano poi più politico tutto questo vuol dire ancora di più. Serve un progetto per governare la Calabria dalle sue macerie. Una visione. Una missione. Da qui l’immagine dello sviluppo propulsivo e virtuoso dal basso e quindi l’intercettamento di fondi comunitari finalmente funzionali all’insieme. È la mission politica la più difficile. Questo Delrio non lo dice ma lo pensa, lo pensa. Rialzare una regione in ginocchio. I sondi ci sono in Europa. Ma stavolta il governo il timbro non lo mette in bianco alle regioni che non hanno un progetto e la Calabria rischia, per questo, ancora una volta più delle altre. Come sempre del resto.
"La riunione del Comitato di sorveglianza del Por Calabria ha aumentato la preoccupazione del sistema confindustriale calabrese circa le difficoltà di realizzazione della spesa entro i termini di scadenza previsti per dicembre 2015". È quanto si legge in una nota stampa di Confindustria. "Aldilà degli impegni di spesa che "coprirebbero" la dotazione finanziaria del programma - secondo Confindustria - la spesa effettiva è però appena sopra il 40%. Questo significa che in 18 mesi la Regione dovrà spendere oltre 1 miliardo e 100 milioni di euro, quasi il 60% del valore dell'intero programma". C'è molta apprensione nelle dichiarazioni del presidente regionale Giuseppe Speziali e dei presidenti territoriali, Natale Mazzuca, Andrea Cuzzocrea, Daniele Rossi, Antonio Gentile e Michele Lucente. "Dover spendere oltre la metà del programma in appena un anno e mezzo quando nei precedenti 6 anni si è speso quel che si è speso non ci fa stare tranquilli e ci obbliga a mettere in atto tutte le azioni necessarie a che la Calabria non rischi di perdere risorse alla fine del ciclo di programmazione 2007/2013. Da più tempo ed in più sedi avevamo espresso la necessità di dare una "scossa" per invertire una rotta che, aldilà di ogni altra considerazione, sembrava portare la Calabria sull'orlo di un possibile e significativo disimpegno delle risorse comunitarie. La riduzione della dotazione finanziaria del Por Fesr di oltre un terzo di quella iniziale ha prodotto, in automatico, un elevamento percentuale dei livelli di spesa che, però, continua non essere soddisfacente. Abbiamo, ad onor del vero, registrato una serie di miglioramenti tecnico procedurali (task force di sostegno agli enti locali, procedure, controlli) messi in campo dall'autorità di gestione che però non crediamo riescano da soli ad incidere sulla realizzazione del programma. Tanti e troppo complessi i progetti in itinere e numerosi ancora i bandi da dover emanare da parte della Regione per poter stare tranquilli".
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Sabato 28 Giugno 2014
La strada che porta al voto L’indomito
La fretta di Tonino Gentile «Subito il candidato o perdiamo, non ci sono santi». Tonino Gentile, l’indomito, ha fretta. Una fretta non priva di motivazioni, sia ben chiaro. Un po’ perché lui non porta un cognome che può accettare di perdere ancor prima di gareggiare. E un po’ perché va almeno stabilito, in quello che una volta si faceva chiamare centrodestra, cosa significa poi per ognuno dei colonnelli vincere o perdere. L’importante è che ci sia in fretta candidato, coalizione, squadra e possibilmente anche avversario (aggiungiamo noi) poi uno come Tonino Gentile si determina. Sceglie, e di conseguenza condiziona. È chiaro che siamo tra adulti e non è più questo il tempo di giocare con le finte sigle di partito. Non tutti i candidati di centrodestra fin qui circolati sarebbero ben visti da Gentile, non tutti sono e saranno “meritevoli” di un suo impegno diretto poi al momento delle scelte, del voto. Ma proprio per questo l’importante è che esca presto il nome che deve correre, questo il messaggio di Gentile. Intanto perché sennò se ne avvantaggia il Pd (cosa che a lui infondo può dispiacere solo tanto non quanto). E poi perché così ognuno è libero da quel momento in poi di prendere la strada che vuole. E chi ha orecchie per intendere, intenda.
«Agli amici di Forza Italia - dice Tonino Gentile - dico che entro il 15 luglio dovremo avere il candidato a presidente: loro hanno rivendicato la guida della coalizione ma a “grandi poteri conseguono grandi responsabilità”: io sono per l’armonia ma non ci sto a perdere anticipatamente le elezioni». «È evidente come l’opzione primarie stia per perdere la sua forza - continua Gentile - visto che mi pare arduo organizzare i seggi sulla battigia: noi però la rivendichiamo ma non arriveremo a settembre impreparati. Al Cdu e alle altre forze moderate; al Pri ai socialisti e ai liberali - continua Gentile - dico due cose, e cioè che per il Ncd la loro forza e dignità è pari a quella di ognuno è che noi non faremmo mai passare un candidato di plastica e senza un forte radicamento popolare. A queste forze laiche il mio invito a non confondersi con un centrosinistra che ha nel suo dna calabrese il senso dell’egemonia post comunista. Il centrodestra ha ragione di essere e di governare se riesce a coniugare esperienza e rinnovamento - continua Gentile - parlando con le realtà civiche del territorio. Aspettiamo comunicazioni da Forza Italia - conclude Gentile- consapevoli di avere dato al centrodestra una scossa positiva e di avere dimostrato maturità e senso profondo della coalizione». Non c’è che dire. Se c’è uno che nella palude e nella stagnazione del centrodestra calabrese gioca fino alla fine il suo ruolo forte e propulsore è lui, Tonino Gentile. Che se solo avesse alle spalle un partito con qualche decimale in più di voti a quest’ora non chiederebbe il permesso a nessuno e getterebbe lui un nome in pista. Se non lui stesso del tutto.
Si stringe sempre più
minutio. A Reggio con Nino Foti. A Cosenza non con gli uomini azzurri ma con l’Ncd di Tonino Gentile.
su Wanda
«Va bene che sia di Forza Italia ma che sia un candidato che abbia amministrato con successo e per più anni, che abbia voti veri» diceva qualche settimana fa proprio il senatore Gentile. All’identikit, oltre al diniego preventivo per Jole Santelli e la famiglia Occhiuto, ci mancava che deve avere i capelli lunghi e ricci, deve essere donna e con la erre moscia. Strade aperte sul fronte gentiliano quindi per Wanda Ferro. Non tanto per un amore che non c’è per la semplice ragione che non ci può essere. Ma perché Ferro, per la dinastia Gentile in tempi di parentesi disgraziata, significa chiudere la porta in faccia ai suoi nemici giurati del momento che non sono a Catanzaro. Stanno a Reggio e a Cosenza, li conosciamo e li conosce lui soprattutto.
Pare che le ultime resistenze, quelle più insidiose, Wanda Ferro le abbia superate con slancio nel cosiddetto mondo della società produttiva di Calabria, la cosiddetta elite dell’economia. Il salotto buono, le fatture che contano tanto per intenderci. Che guarda caso in buona parte di questi tempi albergano anche e soprattutto dalle parti di Catanzaro, la sua città, il suo regno di pertinenza. Ma Catanzaro non basta mai per governare una regione, lo sanno tutti questo. Lo sapeva Chiaravalloti, l’ha saputo a sue spese (metaforiche, per carità) Agazio Loiero. L’ha capito strada facendo anche chi di Catanzaro non ha mai avuto nulla come Peppe Scopelliti. Se sei di Catanzaro finisci per scoprirti proprio nella culla pur di accontentare gli altri giardini. Se non ci sei, come Peppe, finisci invece per prenderla per il culo ingannandola dall’inizio alla fine. Strano e paradossale il destino del capoluogo con il potere nevralgico della regione. Devi passare da lì se vuoi vincere. Ma da solo non basta mai. E Wanda Ferro, l’amministratrice con la erre moscia e il fare gentile e che piace simmetricamente alle ali spontanee e genuine di tutti gli schieramenti, questo lo sa bene. E tesse la sua tela. E dove non ci arriva la fa tessere da altri. A Lamezia per esempio, casa di Pino Galati ma anche di Giannetto Speranza (proprio lui) con il quale ha un rapporto che definire ottimo è dire in di-
L'ex presidente della Provincia di Catanzaro pare stia superando anche le ultime resistenze verso la candidatura a governatore per il centrodestra Dal mondo dell'impresa alla politica, la sua nomination fa considerevoli passi in avanti
Se passa la linea che per i prossimi fondi Por deve arrivare la troika dell’Ue per programmarli si autodissolve nell’acido anche l’ultimo teorico avversario di Wanda, Giacomo Mancini. Il cognome non dispiace a Berlusconi, ma è la realtà che lo tiene sulle spine e un’esperienza in una giunta regionale come l’ultima che si sta chiudendo alla fine peserà più del piombo nel mare. Sarebbe stato meglio non esserci stato del tutto in Regione, ma ormai è andata. Detto che Galati (che ancora ci punta) rischia di significare per Forza Italia rinnovare come un disco di Al bano e Romina in discoteca e detto che Roberto Occhiuto s’è seduto a Roma (giustamente) e non ne vuole sapere fino al 2018 non resta che lei al momento, Wanda. Il cerchio si sta per chiudere, definitivamente. Con le ultime resistenze insidiose, dal fronte delle fatture sia ben chiaro, che si vanno ammorbidendo. Anche questo in una regione cannibalizzata dai posti di lavoro ha il suo peso. E Wanda, che dice più no che sì a chi bussa al portone, non piace proprio a tutti gli imprenditori. È questo l’incrocio più delicato.
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Sabato 28 Giugno 2014
La strada che porta al voto La salute prima di tutto
Sanità, nulli gli atti di Scopelliti Per certi aspetti è clamorosa la notizia. Per altri era nell’aria, se non proprio Se ne è occupato direttamente Francesco Bevere, direttore generale della proinevitabile. Secondo una comunicazione del ministero della Salute fatta re- grammazione sanitaria del ministero della Salute. Poche righe, pare, ma seccapitare negli uffici della giunta regionale e del dipartimento della Salute so- che al punto giusto da non lasciare spazio ad alcun dubbio. Gli atti che porno da considerare nulli tutti gli atti che Scopelliti ha firmatano la firma di Scopelliti in qualità di ex commissario al piato in materia di sanità (e non solo evidentemente) da quanno di rientro sanitario sono da ritenersi nulli, con giurisprudo ha rassegnato formalmente le sue dimissioni da goverdenza retroattiva se necessario. E proprio in questa insenatunatore, poi ratificate dal consiglio regionale. L’avvocatura ra si infila il dettaglio più succoso. E’ nullo anche il provveregionale nella mattinata di giovedì aveva fornito un parere dimento che ha silurato Gianfranco Scarpelli dal vertice interlocutorio circa la possibilità che Scopelliti firmasse o dell’Asp di Cosenza? Se lo ha firmato lui sì, certamente che meno un decreto, pare sia almeno il terzo in materia di saè nullo. Anche se è retrodatato rispetto al provvedimento del nità. Appresa l’ibrida notizia Scopelliti ha firmato il decreministero, è stato dato mandato di ragionare anche in termini to n° 60, dalle non meglio specificate caratteristiche tecniretroattivi. Se invece l’atto porta la firma di Antonella Stasi, che. Con tanto di firma in calce, in qualità di presidente e come più d’uno giura di aver visto, allora la furbata sarà difquindi di commissario al piano di rientro (carica che è de- Francesco Bevere ficile da smontare almeno in questa fase. Certo poi, in mancaduta assieme a quella di governatore). La comunicazione, direttore generale ministero Salute canza di un commissario al piano di rientro e stante la figura e l’anomalia, sono arrivate sul tavolo del ministero guidato di Stasi che non lo è a tutti gli effetti, il provvedimento su da Lorenzin che c’ha messo un giorno per far arrivare la determinazione suc- Scarpelli potrebbe essere giudicato non tanto nullo quanto inesistente, ma cessiva alla Regione. questo è un altro discorso. Materia per studi legali di lusso. Buona fortuna.
I quattro
senza ave maria Marco Minniti fa scrivere alle sue penne amiche, lasciandolo intuire, che lui la candidatura alla presidenza l’ha rifiutata. C’ha girato attorno, è stato insistente il pressing, ma l’ha rifiutata, con “garbo”. Non per questo però esce di scena, tutt’altro. E se coinvolto da spirito civico, all’occorrenza, preferisce menare la danza senza metterci la faccia. Determinare comunque la nomination, preferibilmente piazzandola lungo lo Stretto. Ora il punto è questo. Se la candidatura gli è stata offerta davvero (cosa che merita in ogni caso un approfondimento) perché ha rifiutato? E se invece non gli è stata offerta non è che in realtà il sottosegretario ai Servizi segreti la sta cercando con altri mezzi, diciamo chiudendo agli altri il campo, rendendola per così dire inevitabile? Nel frattempo trama, fa scrivere e mena la danza. Prima a Roma, di riflesso in Calabria. Di recente prende anche qualche sberla (mediatica e seria) ma fa parte della partita. C’è chi ha capito il suo progetto e lo segue a distanza. Minniti è dentro la finalissima del potere e ci vuole stare, non potrebbe essere diversamente. Glielo chiede “Reggio” e quando lo chiede è una città che lo sa chiedere, per solito. Di diritto o di rovescio (con Canale, sì proprio Canale) Minniti vuole determinare il finale di partita. A Mario Oliverio nessuno ha mai chiesto di fermarsi, di ragionare. A Roma per la verità qualcuno avrebbe anche potuto imporglielo (offrendogli qualcosa d’altro di dignitoso in cambio) ma non è avvenuto. Il risultato è che non s’è mai fermato e ora vallo a fermare. Poi c’è anche chi lo usa strumentalmente il suo nome per difendere una rendita in estinzione. E c’è chi lo attacca invece perché non potrebbe fare altrimenti, si chiama visibilità da emersione, un posto al sole tanto per capirci. Con o contro Oliverio, a più d’uno è tornato comodo dividere in due la lavagna ma è infedele lo schema. Oliverio s’è intestardito a volere la sigla di un partito che globalmente non lo vuole, quantomeno preso nelle sue ultime elaborazioni nazionali. E ha anche finito
Marco Minniti, Mario Oliverio, Ernesto Magorno, Demetrio Naccari Carlizzi Il Pd di Calabria sembra mettere in secondo piano la vittoria finale, quella che conta di più, la conquista della Regione e il convincimento di un popolo C'è da sistemare la partita interna del potere, innanzitutto. Anche a costo di saltare in aria con tutto il partito per chiudere l’intero incontro in un imbuto personalistico dal quale è difficile ora far uscire il vino buono. Ma la sua cavalcata virtuale, in assenza totale e diffusa di regole e di progetti, non è meno legittima delle aspirazioni di chi non le evidenzia ma le abbevera lo stesso con intrighi e sotterfugi. Una (l’ostinazione datata di Oliverio) vale quanto il buio che c’è attorno almeno sopra il tavolo. Chi non lo vuole è in maggioranza ma non ha la forza di mandare sul ring uno sfidante o meglio ancora un nome super partes e si continua così, nel nulla. Colpa di Oliverio certo, ma non ne ha di meno chi gli dice di no senza motivare “offerte” alternative, di ogni tipo.
Ernesto Magorno fa finta di giocare per il partito, del resto fa il segretario di mestiere e a lui tocca sempre la prima mossa (che non coincide però per forza con quella vincente). Blatera di rinnovamento usandolo da parafulmine contro Oliverio (che pure ne avrebbe di argomenti da temere) ma di fatto si muove per ora con vecchi schemi. Più o meno consapevolmente sta facendo da un lato il gioco di Minniti proponendo Canale (che rimane il candidato ideale del sottosegretario) e dall’altro sta facendo scorrere inesorabilmente la clessidra verso un’assemblea che ammazzerà tutti di questo passo. Non si salverà nessuno e non si salverà soprattutto il Pd se ci si arriva così. Parte, cena, fuma, sbotta, incassa cazzotti anche lui mediatici, poi riparte e ricena. Parla con tutti ma non ne esce. Deve bloccare Oliverio, Magorno. E tutto sommato ci sta. Ma nel frattempo si sta facendo fottere da Minniti che non gli vuol più bene degli altri. Potrebbe sbloccare il tavolo con un colpo nuovo, di teatro ma non troppo. E con l’idea di un progetto che spiazzi gli altri. Ma non c’è né l’uno né l’altro per ora. Si sta incartando, Magorno. Se lo fa apposta è bene, almeno è seriale. Se ne è inconsapevole è peggio, molto peggio. Demetrio Naccari fa il renziano a Reggio come Minniti ma se potesse lo sotterrerebbe (politicamente, per carità). E’ in contatto costante con la cordata Oliverio e al di là delle denominazioni delle correnti (ridicole) gioca a fare le scarpe a Magorno. Che lo sa, ovviamente, e si comporta di conseguenza. Quelli della cordata Oliverio hanno messo nella squadra di Magorno un infiltrato, Naccari appunto. Che per di più essendosi etichettato come renziano ed essendo non vecchio deve essere fatto fuori da Magorno con una trovata, una furbata gentile. Che non arriva. Una sfida tra Naccari e Oliverio sarebbe per Magorno come una partita tra due squadre con la stessa maglietta, che non è la sua ovviamente. Quindi il segretario dirotta su Canale (consegnandosi alle trame di Minniti e di “Reggio”, più o meno consapevolmente). Ne uscirà mai con le ossa sane? O sta giocando pure lui, il segretario, a rendere inevitabile una sua discesa in campo? Un ingorgo pazzesco, un imbuto volgare e paradossale. Dentro c’è un partito, il partito chiamato a vincere. E dentro c’è una vittoria facile facile che si sta allontanando. Non sarebbe la prima volta. d.m.
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Sabato 28 Giugno 2014
Lavorare per credere La speranza è l’ultima a morire
Precariato, forse si apre una strada Per combattere la piaga della disoccupazione e del precariato, il governo nazionale, con legge n. 125 del 30.10.2013, aveva prorogato tutti i precari che prestano servizio, a vario titolo, presso la Pubblica amministrazione dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2016 avviando le procedure per la contrattualizzazione e per poter poi essere stabilizzati acquisendo i requisiti necessari stabiliti dalla normativa vigente. Per recepire gli indirizzi volti a favorire il superamento del precariato di cui al decreto 101 convertito in legge30.10.2013 n. 125, la Regione Calabria ha approvato la legge 13.1.2014 e ha avviato le procedure per la pubblicazione di una graduatoria che però rischiava di tenere fuori i lavoratori di cui all’art. 2, legge regionale 15/2008 che svolgono attività presso i Comuni di Acri,
Longobucco, Pedace, San Giovanni in Fiore, Aprigliano, Spezzano Sila, Spezzano Piccolo, Serra Pedace e nella provincia di Vibo Valentia, perché costretti ad avere semestralmente l’approvazione dei Piani di reinserimento occupazionale e il parere della competente commissione consiliare regionale causando, con ciò, non solo ritardi nei pagamenti ma anche il rischio concreto di non potere maturare i requisiti necessari previsti per la contrattualizzazione e la stabilizzazione dalla legge nazionale 125 del 2013. Con la decisione assunta dal Consiglio regionale si pone fine a questa vicenda e si apre la strada per l’inserimento stabile nel mercato del lavoro di oltre 2mila lavoratori.
Non si batte cassa Magorno lancia l’allarme
Dipendenti Sorical assetati Pagamenti che la Regione avrebbe dovuto sbloccare entro il 30 giugno Il Governo non sta a guardare... L’assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno rispondendo alla nota del direttore generale per le Politiche attive e passive del ministero del Lavoro, relativamente ad un particolare adempimento che la Regione avrebbe dovuto fare entro il 30 giugno prossimo, ha detto che «con il consueto spirito di reale vicinanza ai lavoratori e ben consapevoli dei drammatici effetti che la crisi globale ha dispiegato e continua a dispiegare soprattutto sulle aree disagiate, abbiamo provveduto a trasmettere all’Inps i decreti di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga a chiusura dell’annualità 2013. Ora spetta al governo provvedere alle risorse necessarie per i pagamenti facendosi carico della situazione per il presente e per il futuro». «Adesso - ha precisato il dirigente generale del dipartimento Lavoro Vincenzo Caserta - dovrà
provvedere l’Inps all’erogazione dei trattamenti, previa verifica delle risorse finanziarie disponibili, ivi compresi i quattrocento milioni di euro che il decreto interministeriale in fase di emanazione destina agli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013 per le regioni che presentano residui passivi». Va ricordato che le carenze finanziarie ed i conseguenti ritardi nei pagamenti dei sussidi, dovuti ai finora mancati trasferimenti da parte del governo, hanno creato gravi difficoltà ai lavoratori ed alle loro famiglie e che la Regione è più volte intervenuta, anche sacrificando risorse (per un totale di oltre cinquanta milioni di euro) originariamente destinate ad altre iniziative, pur di offrire una boccata d’ossigeno a quanti sono stati costretti a subire la perdita del posto di lavoro. «Finalmente - hanno detto Salerno e Caserta - si intravede una soluzione ad una questione dalla straordinaria rilevanza e dal grandissimo impatto sociale su cui siamo stati sempre vigili sapendo perfettamente come ogni differimento dei pagamenti amplifichi i problemi economici e di serenità familiare per chi vive in una regione che denuncia gap di sviluppo. L’obiettivo deve però essere non solo quello di gestire l’emergenza, ma quello di progettare il domani rendendo concrete le speranze di crescita economica e sociale anche riuscendo a favorire il reinserimento lavorativo ed il rilancio dei diversi settori produttivi».
«Esprimo preoccupazione per la situazione che stanno vivendo i lavoratori della Sorical che non vengono da tempo retribuiti», lo dichiara il segretario regionale e deputato del Pd, Ernesto Magorno, che prosegue: «Auspico, a tal proposito, che i vertici aziendali e le autorità preposte accolgano le richieste espresse dalle maestranze e dalle sigle sindacali che li tutelano: un incontro chiarificatore sulla situazione della società e il procedere nell’immediato a provvedimenti “tampone”, ossia del pagamento almeno di una parte delle spettanze dovute loro, a motivo delle gravi difficoltà che stanno vivendo i lavoratori e le loro famiglie». Prosegue Magorno: «Ritengo che la complessa vicenda della Sorical. vada seguita con attenzione, proprio perché interessa un settore di vitale importanza per tutti i cittadini calabresi, quello dell’erogazione dell’acqua potabile. In tal senso mi attiverò, sia presso il nostro gruppo regionale oltre che, se necessario, in sede parlamentare». Conclude il segretario Pd: «Ribadisco, il sostegno alle istanze dei lavoratori della Sorical e l’adesione alle loro iniziative. A tal proposito sono a loro disposizione per incontrarli e per valutare le azioni che si potranno intraprendere per giungere a un esito positivo di questa vicenda, che sta creando ai lavoratori e alle loro famiglie, gravi difficoltà in un momento già di per sé di generale sofferenza economica».
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Mezzoeuro Le eccellenze per sperare
Passione, precisione e duro lavoro
Le parole chiave della Neurochirurgia Innovazione e attenzione al paziente per il Dipartimento di Neurochirurgia dell'Irccs Neuromed di Pozzilli È una neurochirurgia di altissimo livello quella che si fa all’Irccs Neuromed di Pozzilli (Is), paragonabile, e in molti casi superiore, a quella delle migliori strutture internazionali. Abbracciando tutti i campi neurochirurgici, sia a livello del cervello che del midollo spinale e del sistema nervoso periferico, Neuromed può vantare numeri impressionanti: oltre duemila interventi all’anno, nei quali va considerata una casistica di estrema precisione e difficoltà, come gli oltre trecento interventi per tumore, gli oltre trenta per la terapia chirurgica delle epilessie farmaco-resistenti ed un numero simile per quanto riguarda la chirurgia applicata al morbo di Parkinson. Alla base c’è una equipe affiatata e specializzata, sulla quale facciamo una panoramica con Giampaolo Cantore, direttore del Dipartimento di Neurochirurgia del Neuromed e professore emerito di Neurochirurgia dell’Università “La Sapienza” di Roma. 83 anni, è parte della sua routine alzarsi alle 5,30 per raggiungere il Neuromed in modo da essere in clinica per le riunioni del mattino. E poi andare avanti fino a tarda sera. «Siamo naturalmente orgogliosi dei numeri del nostro dipartimento (possiamo parlare di un record italiano) e soprattutto dei risultati che riusciamo ad ottenere. Tutto questo scaturisce da una grandissima esperienza del nostro gruppo, maturata già alla Sapienza, e poi da un lavoro che non esito a definire molto duro. Questa casistica, queste metodiche di avanguardia, i successi che otteniamo, hanno alle spalle un ritmo che a volte diventa massacrante. È una sfida continua per i nostri neurochirurghi, soprattutto per quelli giovani. A loro lavorare qui in Neuromed chiede molto in termini di impegno e di tempo. Ne ricevono in cambio un’esperienza che difficilmente potrebbero fare in molti altri centri. Qui, diciamolo, lontani dalle grandi città, la passione è tutto, la soddisfazione viene dal proprio lavoro e dai propri pazienti. Per chi è veramente interessato a diventare un bravo neurochirurgo, questi sacrifici, però, sono ripagati ampiamente». Esperienza e passione si trasferiscono naturalmente sui pazienti, che ricevono terapie ed assistenza di livello avanzato. A partire dai tumori cerebrali maligni, dove il punto fondamentale è una chirurgia capace di intervenire senza causare danni ai centri nervosi, danni che possono portare ad una perdita di funzione che influenzerebbe pesantemente la vita del malato. «L’intervento chirurgico per tumori vicini ad aree critiche - spiega il professor Cantore - permette di prolungare il benessere del paziente. Ma dobbiamo sapere con precisione dove stiamo operando, quali danni l’in-
Lo Staff della Neurochirurgia Sotto, l’apparecchiatura elettronica d’avanguardia del sistema Eos, operativo all’istituto Neuromed
tervento potrebbe fare, magari potremmo causare la perdita di una funzione cerebrale importante. Qui entra in campo un complesso lavoro di monitoraggio, che ci permette di conoscere con precisione le funzioni delle aree cerebrali sulle quali stiamo intervenendo. In questo modo sappiamo sempre, in tempo reale, cosa possiamo fare in un determinato punto, e dove possiamo spingerci nella rimozione del tumore». I monitoraggi neurofisiologici sono così un punto chiave della neurochirurgia dell’Irccs di Pozzilli. Non solo a livello cerebrale, ma anche per tumori che si siano sviluppati vicino ai nervi cranici o per quelli del midollo spinale. E va sottolineato come in Italia il Neuromed sia l’unico centro a poter effettuare due monitoraggi contemporaneamente. «È uno dei grandi vantaggi del Neuromed - commenta il direttore del Dipartimento di Neurochirurgia - Abbiamo la possibilità di operare in aree critiche con altissima precisione. Questo, dovuto non solo grazie alle risorse tecniche ma anche alla nostra grande esperienza nel campo, ci pone all’avanguardia per la chirurgia dei tumori cerebrali e di quelli intramidollari». Un altro settore in cui la neurochirurgia Neuromed è particolarmente avanzata è quello della chirurgia vascolare del cervello. «Anche qui - dice Cantore - partiamo da una base di grande esperienza che, partendo dalla Sapienza di Roma, continua a svilupparsi costantemente, soprattutto per quanto riguarda gli aneurismi complessi ed i cavernomi del tronco encefalico. Ed il nostro gruppo è stato tra i primi ad eseguire bypass tra arteria carotide e vasi cerebrali proprio per gli aneurismi complessi». Grande tradizione Neuromed, infine, anche per il trattamento delle patologie degenerative della colonna vertebrale. Anche qui, con interventi chirurgici in vicinanza del midollo spinale e delle radici nervose che si staccano dalla colonna, il monitoraggio neurofisiologico si rivela fondamentale per evitare la possibilità di causare danni ai fa-
Questione di collaborazione
Una molecola per il vasospasmo Seguendo l’impostazione generale dell’Irccs di Pozzilli, la ricerca scientifica cammina con la cura del paziente. Un esempio di questa stretta collaborazione: grazie all’interazione tra i neurochirurghi ed i ricercatori di base, sono in corso studi sulla possibilità di limitare i danni causati dal vasospasmo cerebrale. Si tratta di un fenomeno che può avvenire dopo un intervento chirurgico su un paziente colpito da emorragia cerebrale subaracnoidea (dovuta ad una rottura di un aneurisma o a un trauma). A seguito dell’intervento, si può presentare il vasospasmo, che causa la diminuzione del flusso sanguigno fino a provocare una vera e propria ischemia, quindi danni cerebrali con la morte nel 30% dei casi. I farmaci attualmente disponibili non prevengono tutti i casi di vasospasmo. Ecco perché ricercatori e neurochirurghi Neuromed sono impegnati nello studio di molecola, già usata in medicina per il trattamento della psoriasi, che appare molto promettente.
sci nervosi. Il “rinforzare” la colonna vertebrale nei casi di patologie degenerativi, inoltre, richiede che si installino sistemi di viti e barre, che devono essere posizionati con la massima accuratezza. Per questo Neuromed utilizza apparecchiature capaci di guidare il chirurgo, proprio come un navigatore satellitare ci guida lungo una strada. «È anche qursto - dice ancora Cantore - un campo in cui usiamo tecniche innovative, interventi mini-invasivi e, quando possibile, lavoria-
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Sabato 28 Giugno 2014
Le eccellenze per sperare
mo in endoscopia. Lo sforzo è sempre lo stesso: avere la massima efficacia evitando potenziali danni alle strutture nervose». In questo campo un ruolo importante lo gioca sistema Eos, un’apparecchiatura radiologica che permette di studiare la colonna vertebrale con la massima precisione e una dose di raggi inferiore del 90% rispetto ad una Tac e di 8 volte rispetto ad una radiografia tradizionale. «Eos, di cui oltre a noi è dotata solo un’altra struttura in Italia - spiega il direttore del Dipartimento - consente di studiare con precisione ed in modo non invasivo il bilanciamento della colonna vertebrale, permettendoci interventi più mirati e minimizzando i traumi». Questa panoramica molto semplificata è l’immagine di un dipartimento che si pone ai vertici della neurochirurgia, sia a livello italiano che internazionale. Un posto che non è facile conquistare e mantenere. «Questo centro - commenta Cantore - non è caratterizzato solo da neurochirurghi di alto livello e di grande dedizione. Professionalità, umanità e spirito di sacrificio sono caratteristiche di tutto il personale, sia infermieristico che tecnico e di segreteria. È un gruppo omogeneo ed in armonia. E pur essendo in numero insufficiente rispetto all’attività svolta, i risultati si ottengono anche in funzione del sacrificio dei medici più giovani». Tutti i nostri giovani neurochirurghi possono svolgere questa attività in mondo indipendente, a 360 gradi, prima dei 40 anni. E vorrei sottolineare anche che la nostra “quota rosa” è del 50%, ed è efficientissima. Io provo un profondo riconoscimento per l’attività del personale, in particolare per il professor Vincenzo Esposito, che ha introdotto tecniche all’avanguardia nella chirurgia cerebrale, e il professor Gualtiero Innocenzi, che ha portato tecniche innovative in questa nuova era di chirurgia spinale. Per tutti, indistintamente, è soprattutto la passione che ci tiene qui a lavorare». A.B.
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Assemblea della Federazione delle Bcc di Oreste Parise
Sabato 28 giugno si riunisce il gotha del credito cooperativo regionale, per l’approvazione del bilancio annuale della federazione. All’assemblea parteciperà anche il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi e il direttore generale, Sergio Gatti, nonché amministratori e sindaci delle12 Banche di credito cooperativo calabrese (la tredicesima è attualmente in amministrazione controllata), con i relativi direttori generali.
Eppur si muove Una novità assoluta è la partecipazione per la prima volta dei rappresentanti dei club Giovani soci costituiti all’interno delle Bcc calabresi per rilanciare lo spirito cooperativistico e consentire ai giovani di poter conoscere ed incontrare il mondo del credito con un contatto diretto con gli istituti. L’incontro è utile per una valutazione di sintesi di un anno vissuto pericolosamente. Su tutto il sistema del credito cooperativo si è risentito degli effetti di una crisi che dura ormai da molti anni e sta debilitando l’intera economia regionale. Rispetto allo scorso anno il numero delle banche è diminuito di una unità per la fusione della Bcc Alto Ionio di Albidona con Mediocrati. I tredici istituti sono interessati ancora a operazioni di consolidamento della loro attività per rafforzare il loro patrimonio e poter concretamente dare una mano alla crescita per superare questa congiuntura sfavorevole. Vi sono istituti, come la Banca Brutia, che hanno mostrato nei bilanci i segni di un affanno che li costringe a trovare a breve un partner, altri resistono ancora, ma non possono sperare di poter arrivare alla fine del ciclo senza una soluzione alle loro debolezze, come ad esempio la Bcc dei Due Mari che ancora naviga in acque agitate e deve uscire al più presto dalla condizione di commissariamento che ne limita attività e sviluppo. Gli stessi dati forniti nei comunicati diramati dalla Federazione denunciano lo stato di difficoltà attraversato dalle Bcc. «Tredici istituti operanti in Calabria (uno in meno rispetto al 2012) con 86 sportelli, 564 dipendenti e quasi 22.000 soci; un dato aggregato in negativo (- 2,5 mln) a causa dell’incremento delle rettifiche di valore per deterioramento crediti, divenute la maggiore voce di costo; una raccolta pari a 1.922.101.000 euro (+0,03%), impieghi pari a 1.424.223.000 (-7,61%) euro». Il dato più rilevante e significativo è costituito dal patrimonio aggregato che soffre per gli effetti della crisi e impedisce alle stesse banche di svolgere adeguatamente il ruolo di stimolo che è assolutamente necessario in questo momento. Il credit crunch (vale a dire la politica di restringimento del del credito) è una conseguenza del momento di difficoltà. Nonostante gli appelli e le sollecitazioni, le banche locali si trovano oggi nell’impossibilità di sostenere adeguatamente le imprese nel loro sforzo di trovare i finanziamenti indispensabili per gli investimenti. In una nota stampa diramata dalla stessa federazione si legge che: «L’assemblea di FederCalabria cade in un momento di profonda crisi per l’economia calabrese, come impietosamente ratificato dal Rapporto annuale di Banca d’Italia. Il Pil regionale continua a ridursi, in una dinamica negativa che si ripercuote sull’intero territorio. La debolezza della domanda condiziona anche il settore bancario, già duramente provato dall’elevato rischio di credito con il conseguente aumento delle sofferenze».
Grandi manovre nel sistema del credito cooperativo Il 2013 è stato un anno di crisi che si ripercuote sui bilanci degli sportelli locali Gli accantonamenti prudenziali e le restrizioni creditizie non hanno impedito una diminuzione del patrimonio complessivo degli istituti. Un mondo in pieno movimento alla ricerca di un nuovo equilibrio che porterà a una drastica riduzione del numero delle banche attuata con una politica di aggregazione per assorbire le difficoltà già emerse e prepararsi a contrastare i contraccolpi di una crisi che mostra solo un piccolo lumicino alla fine di un interminabile tunnel Si fa inoltre rilevare che il 2013 «è stato, per FederCalabria, un anno denso non solo di attività ma anche di cambiamenti. L’avvicendamento alla presidenza ha accelerato il processo di aggregazione e rafforzamento tra le Bcc calabresi. Dopo la prima aggregazione, tra Bcc dello Jonio e
Mediocrati, sono state poste le basi per due fusioni, già autorizzate da Banca d’Italia e approvate dalle assemblee delle Bcc: Crotonese e Scandale; Maierato e San Calogero. Una quarta fusione è in itinere tra la Bcc della Sila Piccola e quella del Lametino, mentre sono allo studio altre possibili fusioni per aumentare le dimensioni delle Bcc più piccole». «Oltre alle attività istituzionali il 2013 ha visto anche l’approvazione di un vero e proprio ‘Piano d’azione per la Calabria’, approntato con la collaborazione di Federcasse e il sostegno di Iccrea holding». Guardando alle quote di mercato, le Bcc calabresi pesano a dicembre 2013 per il 5,85% sulla raccolta regionale, mentre la quota di mercato sugli impieghi è decisamente superiore, attestandosi al 6,90% degli impieghi bancari in Calabria. «La lettura dei dati dimostra che, pur in presenza di una riduzione fisiologica degli impieghi, il credito cooperativo conferma il proprio ruolo a sostegno delle famiglie e delle imprese calabresi. Naturalmente, questo sforzo ha portato anche ad un consapevole aumento delle sofferenze, che le Bcc hanno affrontato facendosi carico delle difficoltà dei territori in questi momenti di crisi». Il dato aggregato delle Bcc calabresi riguardo al rapporto sofferenze/impieghi è pari al 21,70% con un aumento del 4,56% rispetto all’anno precedente. «Per meglio attrezzarsi nel fronteggiare la situazione, le Bcc calabresi hanno alzato la percentuale di copertura sulle sofferenze (con esclusione degli interessi di mora) al 63,1% (a fronte del 45,6% delle Bcc nazionali e del 55% del sistema bancario nazionale). Sono stati rafforzati anche i coefficienti patrimoniali di Basilea 2, i cosiddetti Total Capital Ratio e Tier 1 Capital ratio, portati rispettivamente al 23,3% e al 19,8% contro il 13,8% e 11,1% del sistema bancario nazionale?5. «Per ritrovare difficoltà analoghe a quelle che stiamo vivendo - ha detto il presidente della Federazione calabrese delle Bcc, Nicola Paldino - dovremmo tornare con la memoria al periodo fra le due guerre mondiali. Come in quegli anni, anche oggi c’è urgente necessità di affrontare i problemi con lucidità strategica, accortezza responsabile e coerenza di comportamenti. L’autonomia di ogni Bcc è un valore grande e incommensurabile, a cui nessuno di noi intende rinunciare. Proprio per questo, al fine di non indebolire la cooperazione di credito, dovremo essere saldi nei comportamenti collettivi. Sarà indispensabile - conclude Paldino - non vacillare nel perseguimento degli obiettivi comuni».
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Proviamo a varcare il confine Da sinistra: Amarelli, Vitti, Mazzuca, Zurlo, Perrone e Branda
“Sostegno all’internazionalizzazione Gli strumenti per le imprese”, seminario di Unindustria Calabria con Banca popolare del Mezzogiorno e Sace, svoltosi nella sede cosentina di Confindustria “Sostegno all’internazionalizzazione. Gli strumenti per le imprese” è il tema del seminario organizzato da Unindustria Calabria con Banca popolare del Mezzogiorno e Sace che si è svolto in Confindustria Cosenza. Moderati dal direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda, i lavori sono stati introdotti dal presidente degli Industriali cosentini Natale Mazzuca che ha ribadito come «occorre fare sistema superando le barriere ideologiche dell’individualismo. Il commercio con l’estero rappresenta un elemento fondamentale per la crescita delle imprese e dell’occupazione. Molti fattori ne limitano lo sviluppo, ad iniziare dalle dimensioni aziendali, dalla distribuzione geografica dell’export che è prevalentemente concentrata su mercati tradizionali e, soprattutto, dalle azioni di supporto all’internazionalizzazione che risultano poco efficaci e non supportate da strategie puntuali e mirate. Abbiamo prodotti eccellenti che possono diventare ambasciatori del nostro territorio e far sviluppare turismo. Chiediamo, quindi, al sistema bancario ed istituzionale, di supportate nei
processi di internazionalizzazione le nostre imprese, soprattutto quelle piccole». Per il direttore generale della Banca popolare del Mezzogiorno Roberto Vitti «in anni recenti il nostro Gruppo bancario è stato in grado di finanziare importanti progetti delle aziende industriali anche laddove il capitale di rischio, degli azionisti, risultava scarso e ciò ha permesso a tanta parte del sistema industriale nazionale di aggredire nuovi mercati esteri e di svilupparsi anche al di là di ciò che avrebbero permesso le sole dotazioni iniziali dell’imprenditore-fondatore. Grazie alla nostra natura di banca “popolare” e “locale”, insieme alla collaborazione con la società pubblica Sace e alla forza di un grande gruppo bancario quale è il gruppo Bper, siamo riusciti ad essere a fianco delle imprese anche in un momento congiunturale che tutti sappiamo essere stato estremamente difficile e complicato. Mi auguro, inoltre, che l’incontro organizzato insieme ad Unindustria Calabria ed a Sace, abbia fatto conoscere a tante imprese le opportunità che possono derivare dall’utilizzo di strumenti finanziari dedicati». L’illustrazione degli strumenti finanziari è stata curata dal responsabile Mercato corporate - sezione sistemi di pagamento ed estero della Banca popolare del Mezzogiorno Enzo Perrone e dall’Account per il Sud Italia della Sace Rossella Zurlo. Il principale prodotto è il Finprogex Sace, finziamento a medio lungo termine che beneficia di una garanzia sull’operazione rilasciata dalla Sace. Esso ha la finalità di rafforzare quella spinta all’internazionalizzazione che è la principale strada che potrà permettere all’economia di ritrovare il cammino di crescita del Pil. L’ente garante, in forza di una specifico accordo in convenzione con il gruppo Bper, è la Sace Spa (società italiana di assicurazione dei crediti all’esportazione), che per la specifica operazione Finprogex concede, per quelle aziende giudicate di proprio gradimento, una garanzia di un’entità compresa tra il 50% ed il 70% del finanziamento. Il valore
complessivo del plafond per queste operazioni è attualmente pari ad euro 200 milioni. Testimonianze interessanti dal mondo imprenditoriale sono state offerte dai rappresentanti di aziende con presenze significative delle produzioni calabresi all’estero. Fortunato Amarelli, presidente della sezione Agroalimentare di Confindustria Cosenza, ha illustrato gli obiettivi che si prefigge di realizzare il Consorzio agroalimentare per l’internazionalizzazione delle imprese calabresi denominato “Kalos”, che presiede. «Andare all’estero è relativamente facile ma molto costoso sottlinea Fortunato Amarelli - Accedere ai mercati transnazionali in forma aggregata diventa quindi necessario e conveniente per tutti. Il consorzio regionale nasce per questo scopo: formare gli imprenditori e progettare e svolgere attività inerenti l’internazionalizzazione delle imprese. In questo il supporto del sistema bancario ed istituzionale può fare molto¤. Franco Attinà dell’azienda Attinà & Forti, Mario Brogna dell’oleificio Gabro, Nicodemo Librandi delle Cantine Librandi e Daniele Rossi della Caffè Gugliemo e presidente di Confindustria Catanzaro hanno raccontato le loro esperienze nei mercati esteri, tracciandone i tratti più esaltanti ma anche le criticità riscontrate. «Occorre supportare i processi di internazionalizzazione - ha sottolineato il presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi - sostenere la competitività delle imprese, non lasciarle sole nella gestione delle complessità che incontrano. Le nostre esperienze ci confermano che c’è molto spazio ed attenzione verso i prodotti calabresi di qualità». Il presidente regionale della Piccola industria Confindustria Aldo Ferrara, nell’approfondire il tema dell’importanza dei confidi per l’accesso al credito da parte delle imprese, ha dato appuntamento ai convenuti all’interessante convegno che si svolgerà a Copanello il 28 giugno dal tema “Una nuova finanza è possibile. Strategie per le Pmi”.
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Sabato 28 Giugno 2014
Qualcuno ci osserva...
L'assessore regionale all'internazionalizzazione Luigi Fedele ha aperto i lavori della missione di operatori russi in Calabria nella sede di Unioncamere a Lamezia Collegamneti Stretto in ginocchio
Traghettare? Una parola L’assessore regionale ai Trasporti, Luigi Fedele, interviene, con una nota dell’ufficio stampa della Giunta, in merito alle problematiche connesse al trasporto marittimo veloce di passeggeri nello Stretto di Messina. «In relazione all’avviso pubblicato presso le biglietterie del servizio di collegamento Metromare, a Reggio e Messina, in cui si annuncia un’improvvisa interruzione del collegamento da Reggio Calabria per Messina e viceversa a partire dal prossimo 1° luglio, tengo a precisare - afferma - che abbiamo investito tempestivamente il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti della questione, a seguito anche delle rassicurazioni ricevute nell’ultima riunione a Roma proprio con i vertici ministeriali. In quell’occasione, infatti, era stata proposta alle Società che espletano i collegamenti nello Stretto una proroga dell’assegnazione dei servizi per altri sei mesi prima di bandire una nuova gara per l’affidamento del servizio a lunga scadenza per far sì che venga garantito il diritto di mobilità agli utenti che quotidianamente usufruiscono di un collegamento indispensabile per il trasporto passeggeri tra la Calabria e la Sicilia. Sto mettendo in atto pressioni importanti, anche d’intesa con l’assessore siciliano Domenico Torrisi, - continua - per far sì che il ministero trovi la giusta quadra al problema, permettendo al servizio di continuare senza intoppi fino alla fine dell’anno prima di un nuovo bando. Di certo, le compagnie che si occupano attualmente dell’espletamento dei collegamenti tra le due sponde - sostiene Fedele - devono fare la propria parte, accentando con grande senso di responsabilità la proposta di proroga del Ministero. Esiste, infatti, una trattativa in corso tra ministero e compagnie e mi auguro che si possa giungere al più presto ad una soluzione che soddisfi l’esigenza di mobilita’ dei numerosi utenti che utilizzano un cosi’ prezioso servizio».
Dalla Russia con furore L’assessore regionale all’Internazionalizzazione, Luigi Fedele, ha aperto i lavori della missione di operatori russi in Calabria, nell’ambito del progetto “Eductor Russia turismo enogastronomia”, che si è svolta nella sede di Unioncamere Calabria a Lamezia. «Al fine di promuovere il sistema Calabria, incrementando il flusso turistico verso la regione calabrese e l’esportazione dei prodotti eno-gastronomici regionali verso la Russia, la Regione Calabria - spiega una nota dell’ufficio stampa insieme all’Unioncamere Calabria per le Camere di Commercio calabresi ha messo a punto il progetto “Eductor Russia” che prevede, appunto, l’organizzazione di una missione di incoming di buyer russi del settore agroalimentare e turistico interessati ai prodotti offerti dalla Regione Calabria». «La Russia - ha dichiarato l’assessore Fedele rappresenta uno dei principali mercati emergenti e si prevede che nei prossimi anni registrerà un incremento a due cifre sia del traffico turistico out-
Mercoledì il trasbordo a Gioia Tauro
Armi siriane: mani in alto Sarà effettuato mercoledì prossimo il trasbordo delle armi chimiche consegnate dal regime siriano dal cargo danese Ark Futura alla nave americana Cap Ray. Lo hanno confermato fonti della Farnesina interpellate dall'Agi. Durante le operazioni nel porto calabrese, suo malgrado non potrà essere presente il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, impegnata quel giorno a Strasburgo per la presentazione del programma del semestre di presidenza italiana dell'Ue. Ci sarà invece il direttore generale dell'Opac, Ahmet Uzumcu. Il cargo Ark Futura è in viaggio verso la Calabria con a bordo 570 tonnellate di agenti chimici - tra cui gas mostarda e agenti chimici per la produzione del sarin - che poi saranno distrutti in acque internazionali, con un processo di idrolisi eseguito a bordo della Cap Ray. Come ha osservato la titolare della Farnesina, la distruzione dell'arsenale chimico di Bashar al-Assad «può aprire ulteriori scenari di disarmo e non proliferazione nella regione».
going, sia dell’importazioni di prodotti agroalimentari. Secondo i dati Eurostat, infatti, nel 2013 l’interscambio tra Italia e Federazione Russa è stato pari 30,8 miliardi di euro, di cui 20 di importazioni e 10,8 di nostre esportazioni verso la Russia. L’Italia - ha fatto rilevare - è il quarto partner commerciale a livello mondiale (secondo cliente e quinto fornitore della Federazione) e secondo in Europa (dopo la Germania). Il pubblico russo guarda con estremo favore anche alla peculiarità del prodotto calabrese». Il programma, dopo il saluto di benvenuto da parte dell’assessore Fedele, ha previsto la realizzazione d’incontri ‘one to one’ con le imprese partecipanti al progetto e a seguire visite aziendali nelle aziende selezionate.
Certificato eccellenza per il Parco
“Trip advisor” ok sulla Sila TripAdvisor ha assegnato al Parco nazionale della Sila il Certificato di eccellenza 2014, che dimostra il costante giudizio positivo sul Parco silano espresso dai viaggiatori di TripAdvisor, il sito di recensioni di viaggio più grande del mondo che aiuta i viaggiatori a pianificare e a trascorrere la vacanza perfetta per le loro esigenze. «Questo prestigioso riconoscimento spiega un comunicato - è stato attribuito al Parco in base alla qualità delle opinioni e delle recensioni pubblicate su TripAdvisor nel corso dell'anno passato. È davvero un bel risultato per il Parco, se si pensa che TripAdvisor Media Network attrae circa 47 milioni di visitatori ogni mese e i siti collegati al suo marchio costituiscono la più grande comunità di viaggiatori al mondo, con più di 35 milioni di visitatori al mese, più di 15 milioni di iscritti e oltre 35 milioni di recensioni e opinioni. Pubblicando i consigli di veri viaggiatori, TripAdvisor - si legge - permette, dunque, anche al Parco della Sila di essere conosciuto negli Stati Uniti, Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Italia, Spagna, India, Giappone, Portogallo e Brasile, Svezia, Paesi Bassi, Canada, Danimarca, Turchia, Messico, Norvegia, Polonia e Australia».
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Sabato 28 Giugno 2014
Insediato comitato scientifico
Un secolo di Dulbecco diventa scuola Il comitato avvierà una serie di iniziative di alto profilo scientifico-culturale che permetteranno ai giovani studenti di università e scuole calabresi di conoscere l'opera di un grande uomo di Calabria, in grado di incidere notevolmente sulla ricerca medica, grazie ai suoi studi sul genoma umano Si è insediato il Comitato scientifico costituito per i 100 anni della nascita di Renato Dulbecco, premio nobel, nato a Catanzaro. Il comitato avvierà una serie di iniziative di alto profilo scientificoculturale che permetteranno ai giovani studenti delle università e delle scuole calabresi di conoscere l’opera di un grande uomo di Calabria, in grado di incidere notevolmente sulla ricerca medica, grazie ai suoi studi sul genoma umano. Alla conferenza erano presenti, con l’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, inoltre, il Presidente del comitato scientifico, Giuseppe Nisticò, il rettore dell’Università Magna Grecia di Catanzaro Aldo Quattrone, il rettore dell’Unical di Arcavacata di Rende Gino Crisci e Amalia Bruni direttrice del Centro regionale di neurogenetica. «Ricordare Renato Dulbecco, premio Nobel, nato in Calabria - ha dichiarato l’assessore Caligiuri - significa sottolineare il valore dell’esempio, l’importanza del sapere scientifico e della visione della cultura come valore si sviluppo sociale ed economico. Il comitato scientifico che abbiamo istituito per i cento anni dalla sua nascita e presieduto da Giuseppe Nisticò che lo ha conosciuto personalmente, vede coinvolti anche i rettori delle tre università di Catanzaro, Quattrone, di Cosenza, Crisci e di Reggio Calabria Catanoso e dalla brillante ricercatrice Amalia Bruni apprezzata in tutta Europa. È doveroso da parte nostra, come fatto anche per altri illustri conterranei, ricordare l’unico premio Nobel al quale la Calabria ha dato i natali». «Celebrare Renato Dulbecco è di fondamentale importanza soprattutto per i giovani - ha dichiarato Nisticò - in quanto rappresenta un modello ideale a cui devono ispirarsi per le loro attività. Cioè la vita di un uomo che non ha avuto confini, che ha lasciato il nostro paese vivendo sviluppando le proprie ricerche in California, per poi tornare in Europa, con una visione del lavoro internazionale e senza confini. I nostri giovani devono prendere spunto. Dulbecco rappresenta l’espressione massima della nostra intelligenza, dell’originalità e del genio, caratteristiche che lo hanno portato a scoperte fondamentali per l’uomo.
www.conoscenzacalabria.it
Penso alla comprensione di come i geni si alterano diventando oncogeni e quindi cancro. Lui è il padre anche della decodificazione del genoma umano. Questa iniziativa quindi è molto importante per la Calabria perché consentirà, grazie all’opera dell’assessore Caligiuri e della Giunta regionale, di diffondere il nome e il lavoro di Dulbecco ai giovani delle scuole e delle università. Sarebbe bello ad esempio che ad un’iniziativa fosse invitata sua moglie che lo ha affiancato per tutta la vita, accompagnandolo ovunque». «Ritengo che tutto quello che ruota attorno ad eventi positivi in Calabria vada sostenuto e supportato nel migliore dei modi - ha dichiarato il rettore dell’Unical Crisci - iniziare il nuovo anno accademico affiancandolo al ricordo di Dulbecco sia molto importante e produttivo, perché fa emergere il meglio del lato scientifico che questa regione ha offerto al mondo. Dobbiamo sfruttare al massimo questa occasione». «Per noi saranno delle giornate della memoria importanti - ha dichiarato il rettore della Università Magna Grecia Quattrone - per ricordare i grandi valori che le persone come Dulbecco sono riusciti a trasmettere fino ai nostri giorni. Promuovere lo sviluppo e l’innovazione ci offre una grande occasione per far parlare della nostra regioni in termini positivi. La sua vita è sempre stata spesa per lo studio e la ricerca, un grande esempio che spero rimanga impresso nelle menti dei nostri giovani. Per l’occasione ho intenzione di proporre l’intitolazione dell’auditorium del nostro campus universitario al ricordo di Renato Dulbecco». «Mi piace ricordare Dulbecco - ha dichiarato Bruni - associandolo anche alla figura di Rita Levi Montalcini, due persone straordinarie che ho avuto il piacere di conoscere. Il senso di ricordare Dulbecco è legato alla speranza per il futuro della ricerca in Calabria e in Italia anche perché, in un periodo storico lontano, ma comunque molto simile a quello attuale, in condizioni difficili si possono ottenere grandi risultati se l’impegno e la costanza rimangono alti».
La scuola in un click L’assessore regionale alla Cultura e Ricerca, Mario Caligiuri, ha presentato il sito internet con l’offerta formativa regionale delle scuole superiori calabresi. Si tratta di portale internet al quale si può accedere da questi indirizzi: www.conoscenzacalabria.it e www.offertaformativa.conoscenzacalabria.it, pensati e sviluppati dal dipartimento Cultura al cui interno si trovano tutti i riferimenti e gli indirizzi di studio di tutti istituti scolastici superiori, i poli tecnici professionali e gli istituti tecnici superiori. L’obiettivo concreto - ha spiegato Caligiuri - è quello di mettere in rete l’offerta formativa delle scuole calabresi, in grado di offrire un servizio concreto alle famiglie e agli studenti proprio nel momento della scelta dell’istituto scolastico. Sono 342 le scuole superiori recensite, alle quali vanno aggiunti i 10 poli tecnici professionali e i quattro istituti tecnici superiori, per un totale di oltre 102.633 studenti. Numeri che rendono indispensabile il portale dell’offerta formativa, sviluppato da Andrea Perrotta, project manager del sito, presente alla conferenza stampa e che ha illustrato anche le particolarità innovative grazie all’utilizzo delle più moderne applicazioni. «La scelta scolastica e universitaria è fondamentale per l’esistenza di ognuno di noi - ha dichiarato l’assessore Caligiuri - Mettere a disposizione delle famiglie e degli studenti calabresi un sistema completo ed articolato come questo portale che abbiamo predisposto come Regione Calabria è certamente un’occasione per poter scegliere in modo più consapevole. Nel corso di questi quattro anni abbiamo pensato e creato una serie di strumenti tecnologici che riguardano i musei, gli eventi culturali, le biblioteche, i teatri, le fondazioni, si tratta di strumenti che migliorano l’offerta culturale, portandola più vicina all’attenzione dei territori per una migliore valorizzazione degli stessi».
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