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numero 11 - Anno 13 Sabato 15 Marzo 2014

settimanale d’informazione regionale

Voce Il genere come ai giovani valore aggiunto www. mezzoeuro.it

Credito, ecco un motivo per non fuggire

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Sabato 15 Marzo 2014

Il legno storto

Quando la politica assomiglia alla strategia di una Matteo Renzi

Mezzoeuro Fondato da Franco Martelli

Ediratio editore

Direttore responsabile Domenico Martelli Registrazione Tribunale di Cosenza n°639 del 30/09/1999 Redazione e amministrazione via Strada Statale 19 bis, 72 87100 Cosenza Responsabile settore economia Oreste Parise Progetto e realizzazione grafica Maurizio Noto telefono 0984.408063 fax 0984.408063 e-mail: ediratio@tiscali.it Stampa Stabilimento tipografico De Rose, Montalto (Cs) Diffusione Media Service di Francesco Arcidiaco telefono 0965.644464 fax 0965.630176 Internet relations N2B Rende Iscritto a: Unione Stampa Periodica Italiana

n. 12427

impresa di successo

Con il giovane Premier, Matteo Renzi, attraverso tante interviste, conferenze stampa, dichiarazioni, stiamo vedendo come la politica in tanti dei suoi modi di essere tradizionali, sta rimanendo sullo sfondo e in primo piano è invece un suo surrogato come insieme di scelte tecniche per rendere possibile una ripresa economica del Paese. Per la verità l’idea di politica nelle azioni di Renzi ora come Capo del Governo, ha tante sfaccettature, come lettura dei sentimenti diffusi della gente, come interventi operativi sui problemi più urgenti, immediati, del Paese, come messa in atto di una manovra che deve portare al successo. L’immagine che in questi giorni in cui si vogliono esibire dei risultati tangibili - riforma elettorale per la sola Camera dei Deputati, fisco e lavoro -, più facilmente è stata offerta a chi seguiva l’impegnativa esposizione del Premier, è sicuramente quella di una politica che vuole non sottoporsi agli attacchi di una svalutazione di cui si è nutrita e si nutre ancora l’antipolitica, la messa in dubbio della capacità degli attori politici di concludere alcunché riguardo alle esigenze più pressanti del Paese. Portare al successo un programma di utilità sociale, indipendentemente dal gioco delle parti, fuori dalle estenuanti logiche che la politica ed i partiti sono soliti adoperare, immaginare un governo come una impresa che punta ai risultati, è appunto quello che più ha colpito nello sforzo che Renzi va facendo per dimostrare che è possibile sfuggire alle lentezze ed alle inconcludenze di un agire che rimanda sempre tutto

di Franco Crispini

Una vera raffica di provvedimenti a lungo e medio termine, un rosario di cifre per far sentire gli italiani meno poveri e abbandonati a stessi, una iniezione di fiducia non fatta di semplici parole, una pronta risposta ai tanti dubbi: c’è da chiedersi se è ancora il caso di restare in attesa, di veder meglio negli effetti che si potranno conseguire, oppure se il nutrito piano di Renzi e del suo governo (quale parte vi gioca il Ncd di Angelino Alfano?) dà già una garanzia che da una politica sfarfaleggiante, inidonea a raggiungere degli obiettivi di reale sviluppo e cambiamento, si sta passando ad un rientro della politica tra le arti di governo serio, avveduto, responsabile della società, riuscendo a spendersi per un progetto minimamente affidato a sue esclusive ragioni politico-ideologiche, lo si chiami post-politico, è certo che il disegno di Renzi sembra volersi muovere in un laboratorio, un opificio, più che non il solito pensatoio dove le questioni restano sempre dialetticamente tutte aperte. Non si vuol dire ovviamente che a Renzi manca tutto quello di cui è ancora imbevuto il Pd, che di fatto segue a stento e con difficoltà il suo segretario, e cioè l’esasperazione di quel che è politico, e tuttavia tante angolazioni del temperamento dell’antico militante sono andate perdute: dove il segretario tenta di portare il Pd è sulla sponda di una forza che si spende tutta per il cambiamento, anche scuotendo i propri assetti teorici e di prassi politica. Non importa se nel messaggio del premier vi è dello spot, oltre che dello shock, come fa notare l’articolista di la Repubblica, è sicuro che le tante spallate, gli scenari di reali cambi di passi in un immediato futuro, hanno una elevata seduzione politica e possono indurre a prendere sul serio le promesse: Renzi si gioca la faccia, così ripete, e anche quel superamento del bicameralismo con la riforma del Senato, senza cui se ne andrebbe a casa, suona come rafforzativo per fare riacquistare credibilità alla politica. Ma a parte tutto, c’è da dire che il terreno del fisco e del lavoro su cui Renzi ha scelto di mettersi alla prova (e in qualche modo testare il governo della “piccola intesa”) è stato da sempre, un letto di Procuste per i governi, e tuttavia proprio qui ha voluto far sentire un linguaggio di chiarezza e fermezza. Non meno importante la prova per fare approvare la Riforma elettorale: nasceranno anche da qui quegli effetti in base ai quali si potrà togliere argomenti alla incanzante sfida dell’antipolitica? Non pochi su questo sono meno ottimisti.


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Sabato 15 Marzo 2014

E nessuno parli di “guardie e ladri” Da sinistra: Nicola Gratteri Matteo Renzi e Graziano Delrio

di Domenico Martelli

Se in Colombia, Venezuela, Nicaragua. Ma ovviamente anche a Gioiosa, Gerace, Africo, Brancaleone, Locri chiedi di Nicola Gratteri nessuno ti dirà mai che potrebbe diventare il presidente della Regione Calabria. Cioè il presidente della regione che nutre in culla la ‘ndrangheta che poi sarebbe il suo unico, vero, inesauribile obiettivo della sua stessa vita. Nessuno. Perché se stai a trenta centimetri da Gratteri e lo guardi magari mentre parla fingendo di pensare altrove in realtà ti rendi conto che la parte dei suoi occhi attaccati all’anima una e una cosa soltanto sta inseguendo per davvero. La ‘ndrangheta appunto. Ma non nei convegni, nei salotti macroeconomici, nelle segreterie di partito, nei cortei delle associazioni.

Se arriva Nicola Gratteri Segue e vuole il “sangue” della ‘ndrangheta nelle sue movenze più intime, nei suoi umori, nei suoi atteggiamenti, nel suo infinito dna con la sua terra. Solo chi viene da Gerace e, parole sue, va a zappare l’orto appena può è in grado di nutrire sentimenti simili. Il profumo di quegli agrumi, delle olive, il colore di quelle albe frettolose e dei tramonti prematuri li conosce lui come la gente di quel posto lungo lo Jonio e chissà perché o si finisce col fare male nascendo lì, o del bene. Male assai e bene assai. Lui sta dentro quest’ultima parte e non ci può fare niente se insegue solo, ma non disconosce affatto, chi sta dall’altra. È per questo che i narcotrafficanti colombiani, venezuelani o i boss da quinta elementare che da Siderno o Africo fanno shopping nelle capitali del mondo così come a Roma o a Milano rimarrebbero interdetti (e forse contenti) se gli vai a dire che uno così finisce a palazzo Alemanni di Catanzaro tra una riunione di giunta e un convegno sul terzo settore. Con l’autista che si ferma al bar e il cellulare che squilla per un’interpartitica. Direbbero che il mondo s’è messo a girare al contrario, o che Gratteri s’è arreso, o che lo vogliono fregare, o che s’è messo in testa di fare il poliziotto dal Palazzo della Regione del male. In nessun caso sbaglierebbero ma stiano tranquilli i narcotrafficanti di mezzo mondo. Con quegli occhi Gratteri non potrebbe mai andare in congedo. E di questi occhi si sarebbe invaghito Graziano Delrio e prima di lui Matteo Renzi. Già, è storia nota. Doveva fare il ministro della Giustizia, l’ortolano di Gerace che, parole sempre sue, s’è messo a inseguire la perversione della sue terra per non perderla del tutto. È stato il primo a scoprire che con fiumi di soldi neri e sporchi la ‘ndrangheta sarebbe arrivata dappertutto, senza freni. Senza titoli d’origine avrebbe fatto studiare i figli e i figli dei figli. Avrebbe creato società su società. Corrotto, condizionato mercati, governi, eserciti. Avrebbe dato una cifra a tutto rendendo raggiungibile anche l’impossibile. Forte di un silenzio nel cuore, di una terra natìa virile e cocciuta, di un orgoglio che ne avrebbe fatto del resto la mafia più reticente ai pentimenti la ‘ndrangheta, questo diceva Gratteri quando ancora ci si chiedeva nelle università cosa fosse, aveva e ha tutto per diventare la più grande potenza del male del Paese e tra

Il nome del più prestigioso magistrato antimafia torna alla ribalta per la presidenza della Regione in quota Pd. Nessuno sa se andrà veramente così e chi dice di saperlo mente Proviamo intanto a capire cosa significherebbe le più grandi del mondo. Ed è sempre stato il primo, Gratteri, a inseguirne i flussi finanziari attraverso i più sofisticati meccanismi di antiriciclaggio convinto com’era e com’è che solo colpendo la “tasca” della ‘ndrangheta il ferito comincia a sanguinare. I soldi, la “roba”, perdono la testa e s’incazzano per questo mica per altro, il motto di Gratteri. Che poi va nelle scuole, sempre da pioniere, a raccontare ai bambini che chi segue il male, il guadagno facile e sporco non è “ganzo”, non è trendy, non fa più colpo degli altri sulle ragazze e sugli amici. È solo un coglione codardo che s’è dato un appuntamento precoce con la galera. Quindi uno che non conviene invitare alle feste e uno a cui è meglio togliere il saluto che darlo, hai visto mai che ci si debba vergognare. Nicola Gratteri da Gerace questo s’è messo a insegnare nei ritagli di tempo. Negli altri ha arrestato i più grandi spacciatori del mondo, ha intercettato flussi finanziari da farne manovre governative per dieci anni, ha scovato finanche nella grande distribuzione alimentare calabrese i germogli del primo riciclaggio in grande stile. Non sbagliava. Graziano Delrio e Matteo Renzi lo volevano ministro perché Gratteri è da tempo che viaggia con un dossier sulla riforma della giustizia, i suoi costi inguardabili, i tempi biblici, le frontiere della digitalizzazione, le sofisticazioni e l’importanza delle indagini preliminari legate indis-

solubilmente all’alta tecnologia. Non è dato sapere chi s’è messo di traverso. Le prime cronache hanno raccontato di Napolitano, altre di una svista e leggerezza dello staff di Renzi, altre ancora di un gioco non proprio lineare del premier nei confronti del prestigioso magistrato di Gerace. Fatto sta che Gratteri per la pima volta s’era mostrato disponibile alla “cosa”, al servizio da prestare in nome di una giustizia macchinosa che si è spesso frapposta tra lui e le sue indagini. Ma tant’è, la grande manovra che doveva portare il più grande “poliziotto” nella stanza della più grande delle riforme è saltata. Ma il feeling, vero o falso o pompato che sia, tra Gratteri e il cerchio magico di Renzi non si è fermato lì. E insistenti sono rimaste le voci circa una sua diretta e micidiale investitura per la presidenza della Regione del dopo Scopelliti. Ovviamente in suo nome Renzi farebbe saltare primarie e riti satanici del Pd, sarebbe un oltraggio. E parallelamente farebbe iniziare una campagna di incoraggiamento e di ringraziamento popolare nei suoi confronti da autentico salvatore della patria, una sorta di liberatore dalle tenebre. Nessuno da dentro il partito, con “evidenza pubblica”, potrebbe dire niente sulla opportunità che Gratteri guidi la Regione che ha dato i natali alla ‘ndrangheta che a sua volta mangia miliardi di euro di nero all’anno a tutti. Calabresi per primi ovviamente. Ma nessuno sarebbe contento in cuor suo perché niente sarebbe più come prima nella stanza di Palazzo Alemanni, niente. Per nessuno. Appalti, corsi di formazione, impianti idraulici, società dell’informazione e via discorrendo. Niente sarebbe più scontato. Proveranno al massimo a non dire nulla, trincerandosi dietro il sostegno alle primarie. Ma niente di più. Non potrebbero. La partita, per chi spera che Gratteri rimanga al suo posto, è un’altra. Un magistrato di questa stazza infilato a palazzo Alemanni, con quegli occhi, che è nato e che coltiva l’orto a Gerace, è un “poliziotto” nella “tana” dei ladri? O e invece “il poliziotto” migliore che abbiamo chiamato a guidare la riscossa civica della gente attraverso la politica? O è del tutto uno che ha ben altro da fare e che finiamo per distrarre con “cose di questo mondo”? Ognuno scelga la soluzione che preferisce. Sono tutte buone.

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Sabato 15 Marzo 2014

Mezzoeuro La stagione del consenso

Ansia da urne Le europee, le amministrative nelle città importanti le regionali forse anticipate. C'è grande movimento Se la sentenza su Scopelliti non andrà oltre il 27 marzo, come promettono i cronisti di giudiziaria, prima della fine del mese conosceremo per forza il prossimo obiettivo del presidente Scopelliti. Nel caso di una condanna a più di due anni, è stato ribadito più volte, non potrà sfuggire all'applicazione della legge Severino e verrà considerato interdetto e per di più ineleggibile per 18 mesi. Significa non più presidente né aspirante anche se sulla prima ipotesi il suo staff ha fatto circolare voci circa una cattiva interpretazione della legge stessa. Ma non è così, pare invece che la norma sia abbastanza chiara in merito. Dunque un guaio serio per Scopelliti e per i suoi uomini di maggioranza e questo a prescindere poi dalle sorti politiche del governatore che legittimamente potrebbe scegliere di non uscire di scena candidandosi alle europee di maggio. Rimarrebbe in piedi il fatto che la Regione verrebbe affidata a un reggente, al vicepresidente (su cui c'è già una disputa sanguinaria non a caso) per un periodo non superiore ai sei mesi e poi si dovrebbe tornare al voto. A pochi mesi dalle europee e da un turno amministrativo strategico come nel caso delle città di Reggio e di Rende (con esiti incerti come mai in passato) la Calabria si troverebbe dunque con un voto regionale anticipato e drammaticamente fondamentale per il futuro della regione. Non è dato sapere oggi quale partito mostra di presentarsi più o meno pronto dell'altro all'eventuale traumatico appuntamento. Probabilmente nessuno ed è proprio questo il dato che preoccupa di più. Tanto il centrodestra quanto il centrosinistra. Non ingannino i soli sei mesi di differenza che separerebbero un turno anticipato da uno ordinario così come non ingannino i toni trionfalistici di chi, sulla carta, non vede l'ora di tornale al voto per la

Dall’alto: Peppe Scopelliti, Ernesto Magorno e Jole Santelli

Regione. Il dato vero è che non è pronto nessuno all'appuntamento e questo vale tanto per il Pd di fresca guida per Ernesto Magorno quanto per i berlusconiani capitanati da Jole Santelli quanto soprattutto per il partito stesso del governatore che verrebbe accompagnato alla porta da una sentenza e poi magari da un'elezione europea.

Il Pd ostenta tranquillità e fretta di riaprire le urne ma è gambe all'aria. Professa primarie a tutti i costi ma poi non è mica detto che il premier stesso non indichi un nome forte di sua diretta espressione, da eleggere senza bisogno di perdere tempo non esercizi di sterile democrazia applicata. Nel caso in cui invece lasceranno sbrigare la pratica ai conterranei si sa della voglia di correre di Mario Oliverio ma si sa anche che assai difficilmente lo stesso Magorno lo lascerà in solitudine o peggio con un concorrente di facciata. Comunque sarà battaglia vera, forse per la prima volta. Sei mesi in meno o in più per andare al voto non sono pochi. C'è da sciogliere pure il nodo del numero dei consiglieri e se viene confermata l'indicazione che ne vuole 30 saranno lacrime e sangue nei collegi per tutti, chi rimane male da queste parti per solito gioca un ruolo ambiguo del tutto indecifrabile. Nel Nuovo centrodestra se va a finire che Scopelliti deve lasciare anzitempo sarà una rogna provare a restare in piedi per la prossima presidenza. Qui le cose sono due, anzi tre. O si schiarisce il quadro giudiziario per Scopelliti nel frattempo, e si ricandida (ipotesi molto remota). O si getta nella mischia direttamente Tonino Gentile a dar seguito a quella sua espressione, dopo le dimissioni da sottosegretario, che lasciava intendere che si sarebbe occupato della sua regione. Con tutto quello che questo significa. Ci sarebbe una terza via nel centrodestra e cioè una remota possibilità di un patto di desistenza con Forza Italia con questi ultimi a donare il sangue in nome di altri e ben più importanti accordi nazionali. Una strada stretta questa, vista da qui. Più probabile sarebbe una corsa invece quasi solitaria ma in ogni caso virile proprio dei berlusconiani che potrebbero scegliere tra due vie già percorse in passato come schema. O un imprenditore o professionista di successo e di area, non di partito ma fortemente caratterizzato nel senso delle sue connotazioni liberali. Oppure un giovane e magari anche di fresca acquisizione azzurra. Non mancano buoni esempi tanto per un caso quanto per l'altro. Inutile far nomi adesso, chiunque dotato di buona fantasia può arrivarci da solo. Quel che è certo che Forza Italia non starà a guardare.

Posizionamento di truppe

Magorno riparte dai parlamentari

Il segretario del Pd regionale, Ernesto Magorno, ha incontrato il gruppo parlamentare del Pd alla presenza del ministro agli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Marco Minniti, del presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. In particolare hanno partecipato gli onorevoli Stefania Covello, Doris Lo Moro, Nico Stumpo, Bruno Censore, Nicodemo Oliverio, Demetrio Battaglia, Enza Bruno Bossio, Alfredo D’Attorre. «Dall’incontro - dichiara il segretario regionale - è emerso un palese spirito di coesione e di unità e la volontà di lavorare insieme ponendosi come interlocutori principali e diretti del governo Renzi. In tal senso, il gruppo chiederà a breve di incontrare il presidente del Consiglio per raccontare la Calabria, leggendone eccellenze e potenzialità nascoste, confrontandosi sulle emergenze e le criticità di una terra che sta scontando sulla propria pelle l’inettitudine di un politica regionale che si è rivelata totalmente incapace di governare . Da tutti, inoltre, è stata condivisa l’urgenza di fissare un incontro con il gruppo consiliare del Pd alla Regione, per discutere e progettare strategie comuni, finalizzate a mandare a casa la giunta Scopelliti e, comunque, a costruire una proposta politica che sia alternativa, credibile e vincente, all’intero centrodestra.

Sono sicuro che i parlamentari calabresi sapranno essere protagonisti attenti di un percorso unitario di crescita e di reale cambiamento nella nostra regione, in grado di dare voce ai calabresi e alla loro speranza in un futuro migliore e più

giusto». Magorno comunica anche i prossimi appuntamenti in Calabria: «Lunedì 17 marzo in mattinata ascolterò i segretari regionali Michele Gravano , Paolo Tramonti , Roberto Castagna rispettivamente di Cgil, Cisl, Uil e nel pomeriggio il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali». «Nella prospettiva di realizzare una alleanza civica e democratica, - aggiunge il segretario regionale - continuerò, quindi, il mio percorso di ascolto e di dialogo con i movimenti civici e con le altre componenti sociali ed economiche della società calabrese. Apriremo, sul sito del Pd, uno spazio di ascolto attraverso cui monitorare e censire i movimenti civici presenti nella nostra regione per mettere in rete energie e competenze che successivamente si confronteranno direttamente e sinergicamente con il Pd regionale». «È sempre più indispensabile - conclude Magorno - scrivere un progetto politico che parta dai veri bisogni dei calabresi. Entro maggio il Pd calabrese organizzerà una grande assemblea con tutti i sindaci di centrosinistra perché la Calabria reale è quella quotidianamente vissuta da loro».


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Sabato 15 Marzo 2014

Prenotarlo non costa molto Una volta quando arrivavano le elezioni Europee qualcuno si arrabbiava pure perché, questa era più o meno la tesi dei potenti di partito, ci si doveva distrarre per forza sconcentrandosi per un gioco tutto sommato inutile. Mettere in piedi una macchina elettorale a tutti i livelli per pensionare qualcuno di lusso o fare "svernare" i bollori a qualcun altro. Quando andava bene un sondaggio gratis sullo stato di salute del partito. Questo rappresentavano le elezioni europee fino a non molti anni fa quando Strasburgo e Bruxelles in fondo valevano una gita fuori stagione. Poi l'euro e quello che ha significato, lo spread, quel Parlamento comunitario con le cuffiette a più lingue che in pochi conoscono e così via via tra una risata e il "sangue" lasciato sul campo abbiamo imparato a conoscere il peso dell'Europa, "proprietaria" dei nostri destini senza che nessuno si preoccupasse di avvertire i naviganti. I partiti hanno impiegato poco a regolarsi di conseguenza. Le europee non si snobbano più, non conviene. Se a questo si aggiunge che c'è uno scudo garantista in più in Europa piuttosto che nel Parlamento italiano si capisce meglio perché ora è diventata una meta ambita più o meno per tutti.

Dall’alto e da sinistra a destra: Mario Maiolo, Mario Pirillo, Gianpaolo Chiappetta e Pino Galati

Un volo per l’Europa Tanto per capirci, per esempio, la legge Severino non vale a Bruxelles e bisogna essere condannati in via definitiva per fare le valigie. Così come per le richieste d'arresto, dove c'è un doppio voto a cui andare incontro nel Parlamento comunitario prima di dare via libera ai magistrati e si sa poi come va a finire tra una cuffia che non traduce bene e un collega magari finlandese che se n'è andato. Quella richiesta non passerà mai. Detto questo guai a pensare che chi vuole andare oggi in Europa lo fa perché deve scappare da guai giudiziari. Magari qualcuno ci pensa pure ma è indubbio che la partita è anche politica e se Grillo accusa Renzi di vendere pentole a 80 euro in busta paga solo per comprarsi un voto per il Pd alle Europee qualcosa vorrà pur dire. Il voto di maggio è il primo appuntamento che deve mettere ordine su tante cose. Deve misurare Renzi, il Pd di Renzi, le segreterie regionali sparse in giro targate Renzi. Ma anche il divorzio tra Berlusconi e Alfano, e quindi Berlusconi e Alfano ognuno per fatti propri, poi il respiro artificiale che tiene in vita Casini, Giorgia Meloni, la Lega di Salvini e via così. Ognuno e ognuna di queste partite si peserà a maggio e non a caso anche le elezioni regionali immediatamente dopo in scaletta non potranno che risentire di questo incrocio. Ma la Calabria, giusto per tornare a casa nostra, ha un problema in più rispetto a tante altre regioni. Ha pochi elettori e in ogni caso scarsamente sufficienti a garantire l'elezione certa di deputati conterranei nel gigantesco collegio meridionale che va dall'Abruzzo appunto fino a noi. Come dire che spargere sogni o "vendere" posti in Campania o in Puglia è meno difficile che in Calabria dove centomila voti, più o meno tanti ne servono a occhio per entrare, forse non li prendono tutti i partiti messi insieme. Ciò non toglie che il posticino è stato promesso a tanti dei nostri. A cominciare dal Pd naturalmente. L'uscente Mario Pirillo non si sente "uscito" e giura di riprovarci. Ufficialmente non gliel'ha chiesto nessuno, probabilmente lo considera un atto dovuto e ha riacceso la macchina del consenso e sappiamo bene che ci sa fare. Se qualcuno non lo

Ancora per un mese scarso si giocherà a individuare candidature per le Europee di maggio Tutti i partiti hanno preso in giro qualcuno galvanizzandolo in vista dell'appuntamento Ma il gioco sta per finire frena lui va avanti e in fondo l'ultima volta, grazie a un buon bottino di voti in Campania, ha fatto fessi a tutti. Ma purtroppo la promessa del posto è stata fatta anche a Mario Maiolo che ormai sono anni che individua ambizioni utili a quello che ritiene essere il proprio peso specifico ma poi sono altrettanti anni che non accade nulla a suo favore. Stavolta però sarà difficile continuare a bleffare con lui. Un pensierino ce lo sta facendo perché glielo hanno fatto fare e un altra "sola" non è semplice. Residuali altri nomi che circolano fuori dalla provincia di Cosenza in casa democratica. Per peso specifico, credibilità, attendibilità. Bastano e avanzano i giochi di prestigio cosentini nel Pd a dare la cifra dei casini in cui si cacciano sistematicamente. Non va dimenticato che un seggio "sicuro" è stato proposto pure a Mario Oliverio e lui più di tutti sa se per farlo fuori definitivamente dai giochi o per levarselo dai piedi in Calabria. In ogni caso non ha accettato, gli altri nomi sono venuti appresso. Nel centrodestra il blocco di Scopelliti è tenuto in ansia dai magistrati di Reggio, da una parte, e dalle strategia di Forza Italia dall'altra. Sappiamo tut-

to o quasi sulla sentenza che riguarda il governatore e che dovrebbe arrivare il 27 di questo mese e sappiamo altrettanto bene che se si mette male tra le prime opzioni del "capo" ci sarebbe quella di non uscire dal circo della politica aggirando la Severino. Come? Con l'Europa naturalmente. Il diretto interessato non lo dice in questi giorni neanche a se stesso nel senso che se ci sta pensando lo fa quando non c'è nei paraggi Gianpaolo Chiappetta che in verità, e con lealtà, è al lavoro da settimane per il seggio europeo che è già difficile di suo da conquistare sul campo (c'è uno sbarramento da superare e una donna di Quagliariello da contenere) figurarsi prima del campo. Il diligente capogruppo degli alfaniani è stato chiaro, se lo vuole Peppe quel posto è suo ma naturalmente non se lo augura anche perché significherebbe il "fuori tutta" dalla Regione. Ad ogni modo l'Ncd un posto crede di averlo opzionato ma se tocca ai magistrati di Reggio tutto sommato decidere indirettamente se Chiappetta o Scopelliti è invece nelle mani di Forza Italia l'altra partita politica, quella vera. Con un patto di desistenza nel centrodestra (cioè con un via libera dei berlusconiani agli alfaniani) Chiappetta per esempio potrebbe giocarsela ma non è questo lo scenario che va profilandosi. Ad una candidatura di rappresentanza che pareva certa pochi giorni fa Forza Italia ha fatto giungere in Calabria un altro messaggio. A prescindere dalla possibilità di farcela a guidare la truppa azzurra di Calabria deve essere un big di assoluto peso elettorale. Che magari si deve pure pesare e misurare anche per le altre partite future. In campo ci sarebbero Jole Santelli (che non vuole farla la gara per l'Europa) e Pino Galati (che invece scalpita). 0In ogni caso, con l'una o con l'altro, la sigla berlusconiana è chiamata a far convergere voti e ottimismo dietro le urne e lo scenario più probabile in circostanze del genere è che si impegneranno tutti, Chiappetta compreso, per non mandare in Europa nessuno. Con tanti saluti per Aldo Patriciello e, magari, Michele Emiliano. Potrebbero essere loro da Isernia e Bari, per destra e sinistra, a rappresentare la Calabria in Europa. Del resto siamo o non siamo tutti meridionali?

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Mezzoeuro Urne che si scaldano oltre il Cmpagnano

Le meditazioni di Principe L’armata poco corazzata del nuovo gruppo dirigente Pd rendese, galvanizzata dal renzismo, ha richiamato in servizio la vecchia classe dirigente designando in pochi giorni l’ex assessore Giuseppe Gagliardi nel direttivo regionale e l’ex sindaco Franco Casciaro a presidente della Commissione di garanzia della città. I mugugni però non mancano da entrambi le parti anche perché gli incarichi sono di basso profilo per un ex assessore provinciale e un ex sindaco di Rende e restano ancora evidenti le divisioni delle ultime primarie e le divergenze all’interno del Pd dove un nuovo gruppo dirigente, senza esperienza, idee, meriti o titoli acquisiti sul campo, vuole pensionare la vecchia classe dirigente. Il leader Sandro Principe che starebbe meditando il suo ritorno alla guida della città, dopo il disastro delle precedenti amministrazioni che hanno portato al commissariamento, da attento conoscitore della politica e dei suoi abitanti, sta lavorando per una più ampia ricomposizione del centrosinistra. Determinante per chiudere il cerchio risulteranno Mimmo Talarico da un lato e il gruppo del Pd in contrasto con la linea Principe dall’altro che poi sono quelli che hanno premiato Canale e Lo Polito alle recenti primarie. Per una partita così delicata come quella che si profila a Rende è questo un cerchio che più si chiude e meglio è, lo sanno tutti questo. L’attenzione di Principe potrebbe essere rivolta allora verso un professionista da scegliere al di fuori dei partiti, una figura in grado proprio di svolgere al meglio un ruolo del genere. Si parla di un suo stretto collaboratore. La designazione potrebbe ricadere sul professor Enrico Caterini, ordinario di Diritto privato presso l’Unical. Un nome apprezzato ma conosciuto però solo dagli addetti ai lavori, probabilmente il classico volto illuminato della baronia Unical che però mai, o raramente, s’è calato nella cruda realtà della vita amministrativa. Quelle classiche scelte più buone per la forma che per la sostanza, più facciata che altro. L’alternativa potrebbe essere il noto commercialista Salvatore Chianello, che rappresenta l’autentico candidato espressione di quel tanto accreditato radicamento rendese per la sua residenza nel vecchio borgo di Rende che il Pd da più anni ha abbandonato al suo inesorabile declino, ov-

Rende verso il voto e verso un incrocio decisivo Il leader storico studia se scendere in campo o se indicare un nome "illuminato" che metta insieme l'intero centrosinistra più forze civiche. Il nome forte, ma solo a livello accademico, è quello di Caterini ma le perplessità non mancano viamente ci riferiamo al centro storico. Hanno chiuso la farmacia, la banca, il bar del corso, il ristorante Pantagruel, le scale mobili offrendo al vi-

Sandro Principe Sopra, il municipio di Rende

sitatore di turno l’immagine di un centro completamente isolato, se non agonizzante del tutto. Restano presenti come possibile utilizzo, ma nessuno parli di “panchina”, Raffaele De Rango e Giuseppe Gagliardi. Potrebbero essere in campo nel caso di primarie anche Francesco Mirabelli e l’ex commissario del Pd Franchino De Rango. La lista socialista sarà presente quasi sicuramente con l’ex assessore Pietro Ruffolo forte del suo consenso popolare e diciamo forte anche di una sorta di riabilitazione giudiziaria che qualcuno giura potrebbe arrivare per lui. Nel Nuovo centrodestra convergenza su Rosario Mirabelli, ma sta prendendo quota la candidatura dell’ex assessore della giunta Bernaudo, Mario Rausa; mentre Forza Italia pare abbia già un proprio candidato che potrebbe contare sull’appoggio dei Fratelli d’Italia. Quale il nome? Difficile scucirlo a chi ne sa qualcosa mentre potrebbe essere meno complesso ipotizzare che si tratterebbe comunque di un nome in grado di “sparigliare” per trattare, non certo per vincere. Sul versante dell’antagonismo più spinto e organizzato il giornalista Domenico Miceli del Movimento Cinquestelle sta lavorando sul territorio insieme al gruppo dei grillini evidenziando gli errori ed orrori delle precedenti amministrazioni. Ha il compito più facile di tutti in questo senso. Gli basta sparare sulla croce rossa del recente passato e il vento gli gira in poppa. Basterà anche in una città come Rende per smaccare i partiti? Difficile dirlo. Sostenuto da alcune liste del Centro moderato, giusto per tornare al “regime” dei partiti, Mario Toteda allarga i consensi anche grazie al sostegno di partiti della vecchia tradizione. Andrea Cuzzocrea ed Eraldo Rizzuti non hanno ancora ufficializzato le eventuali candidature né adesioni ai vari schieramenti. Quello di Orlandino Greco invece è presente con due liste e un proprio candidato a sindaco, tra i più accreditati al momento c’è l’ex assessore Luca Pizzini. Gridano al meridionalismo, risolverebbe tutto secondo loro. Ma i rendesi sono un popolo colto e smaliziato, ne hanno viste tante...


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Sabato 15 Marzo 2014

Le eccellenze per sperare

Dialogare con la scienza Studenti di Termoli tra i laboratori e la clinica Neuromed di Pozzilli (Isernia) Una giornata interamente dedicata all’approfondimento della ricerca scientifica, all’assistenza e la formazione di eccellenza nelle neuroscienze. Gli studenti del Liceo classico “G. Perrotta” di Termoli hanno trascorso così il venerdì di “studio” appena trascorso: affrontando, discutendone insieme ai ricercatori, tematiche legate all’attività scientifica dell’Irccs Neuromed e soprattutto legate alla loro quotidianità di adolescenti. Approfondito il tema delle droghe d’abuso con il dottor Giuseppe Battaglia dell’Unità di Neurofarmacologia; i modelli sperimentali e le tecnologie applicati alla ricerca biomedica grazie alla dottoressa Daniela Carnevale ricercatrice dell’unità di Fisiopatologia e neurocardiovascolare, il ruolo del ricercatore con la dottoressa Alba Di

Pardo del laboratorio di Neurogenetica e l’impatto della ricerca sulla società con il dottor Americo Bonanni giornalista scientifico. I ragazzi si sono dimostrati molto attenti ai temi sviluppati rivolgendo diverse domande ai relatori in fatto di droghe d’abuso, di metodo della ricerca, dell’approccio multidisciplinare della ricerca scientifica, del dialogo tra scienza e cittadini, il modello traslazionale della ricerca Neuromed. «Sono estremamente soddisfatto della visita - afferma il presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa - soprattutto per aver avuto l’opportunità di trasferire ai ragazzi, grazie ai nostri ricercatori, il clima di entusiasmo che si respira nei laboratori; questo è anche l’obiettivo di Neuromed. Trasferire la conoscenza e la consapevolezza del metodo scientifico che coincide con la democrazia. Un sapere che si trasferisce solo con queste visite, vale a dire con il contatto diretto». Un passaggio importante quello sul contrasto alla degenerazione di questi anni seguendo proprio un approccio che condivide i valori della scienza e della ricerca. «Dobbiamo contrastare il fenomeno degenerativo dell’invecchiamento cerebrale della nostra epoca con la conoscenza. Non pensate mai che il vostro destino dipenda dagli altri ha aggiunto Pietracupa rivolgendosi ai ragazzi ma puntate sempre verso gli stimoli migliori che la società può darvi e uno di questo è proprio la ricerca scientifica per la quale og-

gi dobbiamo promuovere un sistema virtuoso basato sulla qualità; c’è il bisogno oggi di sostenere la ricerca che produce risultati, che risolve problemi». Un incontro organizzato dalla Fondazione Neuromed insieme al liceo termolese in vista della Settimana mondiale del cervello (10-16 marzo) con la quale si intende divulgare l’importanza della ricerca e di quella legata proprio all’organo meno conosciuto del corpo umano, il cervello appunto, nonostante i numerosi passi avanti fatti dalla ricerca scientifica. Dopo il seminario un’approfondita visita nei laboratori del Centro Ricerche e nella clinica dove i ragazzi hanno toccato con mano le specialità dell’Istituto di Pozzilli. «Sono grato al Neuromed per aver dato questa importante opportunità ai miei ragazzi - ha affermato il professor Franzese, dirigente scolastico del Liceo classico “Perrotta” -; avere a portata di mano una eccellenza come quella Neuromed significa aiutarci ad aprire la mente dei nostri giovani ai quali diciamo sempre che il cervello è come un paracadute, funziona solo se aperto. Per questo la conoscenza, l’informazione, la consapevolezza è vitale per i giovani e per il loro futuro affinché siano in grado di fare scelte consapevoli».

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Le eccellenze per sperare

Dormire sonni più tranquilli si può Disturbi del sonno Al Neuromed di Pozzilli un centro specializzato Dormiamo per almeno un terzo della nostra vita. Il motivo: ricaricarci di energie ed essere efficienti il giorno successivo, ma anche mantenere in esercizio i nostri circuiti cerebrali e rinforzare la memoria. La Medicina del sonno si occupa di valutare i disturbi del sonno al fine di migliorarne la qualità e di evitare le conseguenze diurne di un cattivo sonno. L’Istituto Neuromed di Pozzilli vanta un Centro del Sonno con i migliori specialisti e attrezzature innovative al fine di inquadrare, diagnosticare e trattare le principali patologie legate alla medicina del sonno. Il centro è dotato di idonee strumentazioni quali esami dinamico-ambulatoriali con strumenti portatili (Actigrafia, Polisonnografia dinamica ambulatoriale, Monitoraggi ambulatoriali con parametri cardiorespiratori) e può servirsi di ambienti dedicati per l’esecuzione di esami polisonnografici diurni e notturni con video-monitoraggio. Inoltre L’approccio multidisciplinare del paziente nel suo percorso assistenziale è garantito anche da un servizio di Day hospital che permette un facile accesso a consulenze di tipo otorinolaringoiatrico, cardiologico e psichiatrico. Il 14 marzo è la Giornata mondiale del sonno e proprio per questa occasione il Neuromed, lunedì 17 marzo 2014, promuoverà una giornata di screening gratuito per problemi legati al sonno. Verranno svolte visite e valutazioni gratuite, con somministrazione di scale e questionari al fine di inquadrare meglio il disturbo. «L’insonnia è definita come una difficoltà ad addormentarsi, a mantenere o preservare il sonno, ma anche come un risveglio precoce - ci spiega il dr. Giuseppe Vitrani, specialista del Centro per la Diagnosi e cura dei disturbi del sonno Neuromed -. Non è una vera e propria malattia, ma può essere un sintomo di svariate condizioni patologiche, oppure secondaria a particolari situazioni familiari o ambientali. Ne soffre circa il 10-15% della popolazione generale e ne sono più colpite le donne rispetto agli uomini. Questo è legato sicuramente alla ciclicità ormonale, ma soprattutto al ruolo che oggi la donna riveste non solo nella vita di tutti i giorni, badare alla famiglia ed accudire i figli, ma anche nel mondo del lavoro, con notevoli responsabilità associate. Tutto questo si traduce in un maggiore tasso di stress che si ripercuote negativamente sulla qualità del sonno. A sua volta tale disturbo - continua a spiegarci il dr. Vitrani - può interferire con il benessere psicofisico della persona che ne è affetta con sintomi quali sonnolenza, stanchezza, difficoltà di concentrazione, ecc...». Fondamentale è non lasciare che un’insonnia transitoria diventi cronica, in quanto quest’ultima sicuramente più difficile da trattare.

Perché russare è un disturbo del sonno?

Roncopatia, al Neuromed le soluzioni Russare è sempre stato oggetto di ilarità e scherno oltre che fonte di disturbo per chi dorme insieme alla persona che ha tale disturbo. Pochi sanno, però, che questa particolare forma di emissione sonora è una vera e propria patologia che può provocare serie conseguenze per la salute di chi ne soffre e costituisce il segnale d’allarme di due malattie importanti: la ‘roncopatia cronica’ e la più grave ‘sindrome delle apnee ostruttive del sonno’. Il Russamento è determinato da vibrazioni delle pareti faringee che producono una rumorosità connessa agli atti respiratori durante il sonno; non si realizza un’ostruzione completa e pertanto il ritmo del respiro non è interrotto da pause (apnee). La Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas) è caratterizzata da arresti del passaggio dell’aria (apnee) la cui durata dipende dalla gravità della ostruzione (fino ad alcune decine di secondi). È una patologia tanto più grave quanto maggiore è il numero di interruzioni del respiro nell’arco di un’ora di sonno. Dopo una serie di atti inspiratori senza passaggio di aria nelle vie respiratorie (apnea), si compie un’inspirazione tanto più profonda e rumorosa quanto più duratura è stata l’apnea. Durata e numero delle apnee condizionano una qualità di sonno via via più compromessa e a cui subentrano ulteriori problemi quali: sonno non ristoratore, possibili risvegli con senso di soffocamento; sonnolenza diurna (soprattutto post-prandiale) e conseguente pericolo soprattutto alla guida (è dimostrata una frequenza di incidenti automobilistici molto più importante nei pazienti Osas); disordini cardiovascolari (con maggior incidenza di ipertensione, aritmie cardiache, infarto cardiaco, ictus cerebrale); disturbi psico-comportamentali quali irritabilità, depressione, turbe della memoria; disturbi della sfera sessuale e, nel caso estremo, impotenza. La diagnosi in questi casi è garantita da un approccio multidisciplinare basata, non solo sullo studio del sonno da eseguirsi in un Centro per la Medicina del sonno, ma anche grazie a contributi specialistici (otorinolaringoiatria, cardiologia, pneumologia, dietologia, endocrinologia, etc.) Lo studio del sonno viene eseguito mediante semplici strumentazioni portatili fornite al paziente, perché le utilizzi durante la notte, in grado di monitorare diversi parametri quali il tempo di russamento, la durata e la frequenza delle apnee, l’entità delle riduzioni di ossigeno nel sangue (desaturazioni di ossigeno), le variazioni di frequenza cardiaca, la posizione del paziente, il flusso nasale, etc. La Fibrolaringoscopia è un esame indolore, eseguito mediante strumenti a fibre ottiche e flessibili che, percorrendo l’intero tratto respiratorio dal naso al laringe, consentono di individuare le sedi di ostruzione. La terapia può essere medica, strumentale o chirurgica ed è atta alla riduzione del russamento o alla risoluzione dei problemi ostruttivi che, nei casi di apnee del sonno sono garantiti solo dall’uso della Cpap. Per chi incappa in tali problematiche pochi ma buoni consigli possono servire per aiutare: evitare bevande alcoliche la sera; consumare una cena leggera; coricarsi a distanza di alcune ore dalla cena; trattare l’obesità e comunque contrastare l’eventuale sovrappeso con ogni mezzo possibile; garantire il naso sempre pulito e libero prima di dormire. La terapia medica non può curare tutti i pazienti roncopatici, ma sostanzialmente solo gli obesi e gli ipotiroidei, non può garantire una guarigione in tutti i pazienti trattati ma solo un miglioramento, consentirà risultati accettabili solo mantenendo un’adeguata terapia nel tempo; è di fondamentale supporto in tutte le patologie cardio-vascolari e respiratorie secondarie o concomitanti alle apnee del sonno.


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Le eccellenze per sperare

«Per quanto riguarda la Sindrome delle gambe senza riposo - ci spiega lo specialista Neuromed alla domanda sugli altri disturbi del sonno - può essere definita come quel disturbo caratterizzato da un bisogno irrefrenabile di muovere le gambe, a causa di una sensazione di fastidio, dolore e/o formicolio agli arti inferiori. I sintomi sono peggiorati dal riposo e si presentano prevalentemente nelle ore serali, quando il soggetto va a letto per dormire. Bisogna dire inoltre - continua Vitrani che spesso è presente una familiarità, a volte la sindrome invece è secondaria a determinate condizioni, quali la gravidanza, la carenza di ferro, l’insufficienza renale, il diabete, o la Malattia di Parkinson, ma nella maggioranza dei casi si tratta di un disturbo “idiopatico”, cioè non riconducibile ad una causa effettiva. Comunque da recenti studi sembra che la causa della malattia sia da ri-

Apnee notturne

Un disturbo da non sottovalutare Il Centro di Medicina del sonno dell’Irccs Neuromed ha lo scopo di inquadrare, diagnosticare e trattare quelle che sono le principali patologie della Medicina del Sonno. Tra queste bisogna sicuramente menzionare la Sindrome delle apnee ostruttive morfeiche, che colpisce dal 2% al 4% della popolazione generale. È caratterizzata da continue e ripetute pause respiratorie (apnee) che si verificano durante il sonno e che sono causate dal rilassamento di alcuni tessuti molli a livello dell’oro-faringe, il cui collasso porta ad un’ostruzione delle vie aeree superiori, che impedisce la normale respirazione. Chi soffre di questo disturbo lamenta in genere sintomi molto precisi che sono strettamente collegati alla cattiva qualità del riposo notturno: stanchezza cronica e sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione, mal di testa, calo del desiderio sessuale. Una Sindrome delle apnee ostruttive non trattata, può essere un importante fattore di rischio per patologie cardio e cerebrovascolari, con aumento del rischio di infarto ed ictus. Il cuore compie un importante sforzo per cercare di riportare il livello di sangue e quindi di ossigeno a livelli normali e compensare la situazione di ipossia celebrale che si verifica durante l’apnea. Il tutto termina con un aumento improvviso, turbolento ed impetuoso del flusso sanguigno ad ogni ripristino di fine apnea. La Sindrome delle apnee ostruttive può essere diagnosticata in centri specializzati, come quello attivo presso l’Irccs Neuromed, tramite un esame denominato ‘polisonnografia’. È un esame piuttosto complesso che analizza diversi parametri. Durante il test, infatti, vengono contestualmente eseguiti un elettroencefalogramma, per valutare l’attività cerebrale durante il sonno, il flusso respiratorio e il russamento, l’ossimetria per evidenziare eventuali desaturazioni di ossigeno e la concentrazione media di ossigeno nel sangue, un elettrocardiogramma, per la valutazione di eventi aritmici cardiaci, inoltre, allo stesso tempo si studiano i movimenti del torace e dell’addome. La polisonnografia consente di avere un quadro preciso del sonno del paziente e delle sue apnee, permettendo di poter scegliere la terapia più adatta.

cercare nell’alterazione del metabolismo di un particolare neurotrasmettitore, la dopamina, in alcune parti del Snc quali il tronco dell’encefalo o il midollo spinale». Altro frequente e comune disturbo è il russamento. Colpisce il 50% degli uomini ed il 30% delle donne fra i 40 ed i 60 anni. Ad ognuno di noi può capitare di russare di tanto in tanto, ma se il fenomeno si presenta di frequente, può influenzare la qualità del sonno, oltre che diventare un problema sociale e infastidire i propri familiari e/o compagni di stanza. Fattori che tendono a peggiorare tale disturbo sono il sovrappeso, la posizione supina, il fumo, l’alcool. Ma quando dobbiamo iniziare a preoccuparci? Il dr. Vitrani ci dice che «il russamento, associato a pause respiratorie durante il sonno, più o meno lunghe, potrebbe celare una Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, che va rapidamente diagnosticata e trattata e mai sottovalutata». Il sonnambulismo ha da sempre destato una certa curiosità. Fa parte dei disturbi del sonno classificati come parasonnie, del tutto benigno e a risoluzione generalmente spontanea. Colpisce prevalentemente i bambini (tra i 4 e i 12 anni), e generalmente tende a scomparire spontaneamente con la pubertà. «Chi ne soffre - ci spiega il dr. Vitrani - compie dei movimenti o comportamenti, a volte anche complessi, senza averne coscienza: in realtà sta continuando a dormire. Si siede sul letto con gli occhi aperti, oppure si alza, cammina, compie comportaIl dottor menti automatici come laGiuseppe Vitrani varsi o vestirsi, accendere la tv, aprire e chiudere porte e/o finestre, ecc... tutto ciò senza che al mattino ricordi nulla di quanto accaduto. Al termine di ogni episodio, di solito, il soggetto torna spontaneamente a letto a dormire. Una cosa importante è: non provare mai a svegliare un sonnambulo, poiché ciò potrebbe scatenare comportamenti aggressivi da parte dello stesso. Inoltre una soluzione per evitare spiacevoli inconvenienti è quella di proteggere gli ambienti in cui la persona dorme (basterà bloccare porte e finestre). Non è ancora perfettamente chiaro il meccanismo alla base del sonnambulismo, di certo è che si transita da un sonno molto profondo ad un’attività che somiglia a quella di veglia dal punto di vista elettroencefalografico. In sostanza il cervello dei sonnambuli è un cervello molto attivo». Le conseguenze di un cattivo sonno sono da ricercare proprio negli effetti da deprivazione cronica del sonno stesso e vanno dalla sonnolenza diurna e stanchezza, alla scarsa concentrazione e facile irritabilità, depressione, disturbi

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della memoria e dell’apprendimento con conseguente riduzione di tutte le performances cognitive. Non solo, a lungo andare dormire poco e male potrebbe favorire l’aumento di peso, il diabete di tipo II ed essere un fattore di rischio per malattie cardio e cerebro-vascolari. Quasi il 20% di tutte le lesioni gravi da incidenti d’auto, nella popolazione generale, sono associati proprio alla sonnolenza di chi guida, spesso conseguenza di un sonno poco ristoratore. Gli specialisti dell’Istituto Neuromed hanno pubblicato un importante studio che fa riferimento, come affermato dal dr. Vitrani, «ad un caso di Sindrome delle gambe senza riposo idiopatica, refrattaria alle comuni terapie, e migliorata dopo somministrazione di un farmaco comunemente utilizzato nella pratica clinica per smettere di fumare e mai impiegato prima per trattare disturbi del sonno. In sintesi l’azione del farmaco sembrerebbe aumentare il rilascio della dopamina, il cui metabolismo risulterebbe alterato nella sindrome delle gambe senza riposo e in patologie degenerative del Snc, come la Malattia di Parkinson. Un risultato molto importante in quanto il lavoro potrebbe aprire le porte ad ulteriori esplorazioni e studi riguardo un nuovo trattamento per questi disturbi».


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L’interrogazione

Spese pazze in corsia Consiglio Regionale della Calabria Gruppo consiliare Pd Il consigliere regionale Al Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin Al Ministro per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta Al Sottosegretario al Ministero della Salute Vito De Filippo Francesco Massicci Responsabile Tavolo interministeriale per l'attuazione dei Piani di rientro dal debito sanitario Al Procuratore regionale della Corte dei Conti della Calabria Cristina Astraldi

Le cifre relative all’assistenza specialistica ambulatoriale sia del comparto pubblico che di quello privato, evidenziano una ripartizione per ogni cittadino calabrese alquanto strana... Altro che ridurre gli sprechi

Egregi, in data 13.02.2014 ho richiesto al dipartimento “Tutela della salute e sanità” della Regione Calabria i dati relativi all’assistenza specialistica ambulatoriale, sia del comparto pubblico che di quello privato accreditato, suddivisi per Asp e Ao relativi agli anni 2011/2012/2013. Le cifre che ufficialmente mi sono state trasmesse evidenziano il mancato rispetto del criterio stabilito nel D.P.G.R. 18/2010, in quanto la ripartizione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali non rispetta il parametro delle dodici prestazioni pro-capite per ogni cittadino calabrese. Il ministero della Salute, dipartimento della Programmazione sanitaria e dell’Ordinamento del Ssn, nel ripartire le risorse necessarie per la Regione Calabria, ha previsto lo stanziamento di euro 445.240.675,00 per la specialistica ambulatoriale. Non essendo stata utilizzata l’intera somma, una percentuale di essa viene impiegata per finalità diverse da quelle previste.

Emerge, inoltre, un quadro di evidente disparità di trattamento tra i territori delle diverse province calabresi. Secondo le elaborazioni dei dati forniti dalla Regione Calabria sulle prestazioni ambulatoriali specialistiche pubblico/privato negli anni 2011, 2012 e 2013, sono state erogate 9,7 prestazioni nella provincia di Cosenza, 12,5 in provincia di Crotone, 11,85 in provincia di Catanzaro, 7,83 in provincia di Vibo Valentia e 14 nella provincia di Reggio Calabria. Tutto ciò è avvenuto durante la gestione commissariale che è chiamata ad attuare il Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale. Alla luce di tutto ciò, si conviene che, invece di tagliare gli sprechi, razionalizzare ed ottimizzare la spesa sanitaria e, nel contempo, riqualificare i servizi, si sono prodotte nuove ed ulteriori distorsioni.

Non è tollerabile il fatto che la quota pro-capite per la specialistica ambulatoriale nella provincia di Cosenza nel 2013 sia pari a euro 98,77, per la provincia di Crotone a euro 119,26, per la provincia di Catanzaro a euro 144,85, per la provincia di Vibo a euro 95,51 e per la provincia di Reggio Calabria a euro 136,22. Tale evidente differenza di spesa non trova nessuna ragionevole e motivata giustificazione. L’analisi della spesa per l’acquisto delle prestazioni specialistiche ambulatoriali in Calabria in relazione al totale delle prestazioni acquistate dal privato nei tre anni di riferimento, circa il 50% della spesa regionale, è concentrata nella sola provincia di Reggio Calabria. Si chiede, pertanto, a codesto Ministero di intervenire con misure tempestive ed efficaci, sia per ristabilire parametri coerenti con la normativa vigente, sia per determinare un equilibrio tendente alla parità tra tutti i cittadini calabresi al diritto alla cura ed alla salute. Non appare affatto fuori luogo, inoltre, il ricorso all’attivazione dei poteri sostitutivi necessari per accertare le reali motivazioni di quanto sta accadendo attualmente nell’utilizzo della spesa in questo specifico ambito. Mi corre obbligo informarla, infine, che il dipartimento regionale ed il presidente della Giunta regionale nonchè commissario straordinario per l’attuazione del Piano di rientro dal debito sanitario, nel trincerarsi dietro il rispetto dell’art. 121 c° 1 del Regolamento del Consiglio regionale della Calabria, hanno finora opposto diniego a fornire ogni utile chiarimento in risposta agli atti istituzionali dei Consiglieri regionali di opposizione ed, ovviamente, contestualmente non hanno inteso operare per correggere gli evidenti e macroscopici fattori di cattiva amministrazione in violazione degli art. 97 e 117 della Costituzione. In attesa di positivo e urgente riscontro, si porgono cordiali saluti. Carlo Guccione consigliere regionale Pd-Calabria

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Mezzoeuro Il complicato mondo delle polizze

La sicurezza non è mai troppa Giovedì prossimo l’Aniass terrà un convegno sulla nuova formazione assicurativa Intervista al presidente dell’associazione che riunisce una parte significativa dergli agenti assicurativi, Franco Ferro Il prossimo giovedì l’Aniass terrà un convegno sulla nuova formazione assicurativa prevista dal Regolamento rilasciato dall’Ivass che entrerà in vigore il prossimo 1° giugno. Il presidente dell’associazione che riunisce una parte significativa degli agenti assicurativi, Franco Ferro, ha in merito rilasciato una intervista per mettere in rilievo alcuni aspetti significativi della nuova normativa. «Ritengo che sia importante illustrare agli agenti le novità introdotte dall’organo di vigilanza assicurativa poiché il tempo a disposizione per la loro entrata in vigore è molto limitato. Il settore assicurativo è molto specialistico e abbiamo sempre riservato una grande attenzione alla formazione e all’aggiornamento degli operatori del settore», afferma Franco Ferro. Siete soddisfatti della nuova disciplina del settore? Gli interventi normativi dell’organo di vigilanza sono sempre opportuni poiché dimostrano che vi è una attenzione all’evoluzione del mercato. Si tratta sempre di tentativi di adeguare la normativa ai bisogni e alle esigenze che emergono dalla realtà. Ma ci saremmo aspettati un maggiore incisività nella semplificazione. Quali sono gli aspetti che non sono soddisfacenti? Permane un eccesso di burocratizzazione nell’attività di formazione degli operatori, che in alcuni casi viene addirittura appesantita rispetto alla normativa in vigore. A cosa si riferisce in particolare? Il rapporto tra la formazione a distanza e quella in presenza è cambiato notevolmente, con una prevalenza del lavoro in aula. Questo è in netta controtendenza rispetto al resto della formazione, laddove si preferisce l’autoformazione attraverso l’utilizzo di strumenti informatici con una notevole semplificazione organizzativa, una economicità della formazione e una più stretta interazione tra i formatori e i partecipanti a questo tipo di corsi. Credo che questo aspetto poteva essere evitato. Inoltre, si è portato in aula anche l’effettuazione dei test di valutazione. Pur comprendendo che si è voluto dare una maggiore severità alle prove di

idoneità, si deve sottolineare che gli strumenti informatici consentono un controllo molto severo anche a distanza, per esempio con l’effettuazione delle prove in una stessa ora e tempi determinati di risposta. Il lavoro in presenza è certamente importante per creare dei gruppi omogenei e provocare una reattività alle sollecitazioni didattiche, ma ora si provocherà un ribaltamento della precedente situazione. Ritiene che le ore di formazione previste per gli operatori siano sufficienti a dare una preparazione adeguata? Più il numero delle ore, è molto importante la qualità dei corsi, la loro organizzazione, la disponibilità del materiale didattico, l’impegno dei formatori e la partecipazione attiva dei partecipanti. Tuttavia si deve segnalare alcune incongruenze. A cosa si riferisce? Al diverso trattamento riservato agli operatori assicurativi dei call center, che spesso si trovano a migliaia di chilometri di distanza tanto dal cliente che della stessa compagnia e nulla impedisce che siano all’estero. La loro opera è molto più complessa poiché operano a distanza e con una clientela anonima e molto differenziata, per cui ci si aspetterebbe che essi debbano avere una preparazione molto più approfondita e con una conoscenza di tutti gli aspetti contrattuali. Gli addetti nelle agenzie assicurative hanno un contatto diretto con il cliente, conoscono le sue esigenze e i suoi bisogni, possono consigliarlo sulla base della conoscenza del nucleo familiare, delle abitudini e delle condizioni professionali. Non sono dei semplici robot che devono rispondere a delle domande in maniera anonima. Appare alquanto strano che agli operatori dei call center siano riservati un numero di ore di formazione pari alla metà degli operatori di agenzia. Questa è una incongruenza che andrebbe eliminata. Cosa si propone l’Aniass con questo convegno? Vogliamo dare una informazione puntuale e tem-

pestiva delle novità normative introdotte e preparare il presentare il prossimo corso di formazione. Siamo convinti che la tecnologia informatica sia un grande ausilio anche nel campo assicurativo, ma riteniamo che un settore così specialistico abbia bisogno di uno stretto rapporto di consulenza. È vero che vi sono molte compagnie che offrono anche polizze on line eliminando il costo dell’intermediazione, ma l’utilità degli operatori emerge in maniera chiara quando si verificano complicazioni per qualche evento particolare, che sono tutt’altro che rari. Dobbiamo rafforzare gli sforzi per un aggiornamento continuo che è l’elemento più importante che giustifica il nostro lavoro. (OP)

Siglata un’intesa tra l’Inps di Cosenza, la sezione edile Ance di Confindustria Cosenza, la Cassa edile cosentina e le organizzazioni sindacali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil per prevenire i rischi di possibili distorsioni del mercato ed i fenomeni di concorrenza sleale. Il settore dell’edilizia riveste un ruolo determinante nell’intero panorama economico nazionale e rappresenta, a livello locale, uno dei settori a più alta intensità occupazionale e a maggiore creazione di valore. I due enti coinvolti, Inps e Cassa edile, organismo paritetico facente capo ad Ance e alle organizzazioni sindacali, attraverso l’intesa intendono favorire lo sviluppo di azioni sinergiche in particolare attraverso l’ottimizzazione delle procedure relative al rilascio del Documento unico di regolarità contributiva (Durc). Il protocollo è stato firmato per l’Inps di Cosenza dal direttore Pasquale Scortecci, dal presidente di Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante, assistito dal responsabile dell’Area Relazioni indu-


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Si accende una luce per i giovani esperimento del genere messo in atto da alcuni anni, ma un restyling che, tenuto conto dell’esperienza acquisita, ha introdotto alcune innovazioni nella procedura, come l’intervento dell’Unionfidi, il cui presidente Renato Pastore, ha volentieri aderito all’invito del presidente della Mediocrati Nicola Paldino, di sostenere gli sforzi di creazione delle nuove iniziative giovanili con una garanzia fideiussoria. L’intervento dell’Unionfidi non è finalizzato a minimizzare il rischio della concessione, poiché per quanto detto i giovani sono ben intenzionati a difendere le loro iniziative e mantenere fede agli impegni. La maggiore garanzia consente alla banca di avere una maggiore capacità operativa, poiché i crediti garantiti incidono in misura minore sulla valutazione del portafoglio crediti e consentono quindi una maggiore capacità operativa e un aumento dell’importo massimo di ciascuna operazione.

Un motivo per restare

Un invito ai giovani per cercare opportunità di impiego con la riscoperta della voglia di impresa trovando nella banca un concreto sostegno, piccolo ma indispensabile nella fase iniziale quando il margine di rischio è ancora molto elevato

La Bcc Mediocrati è una delle poche banche locali che in Italia può vantare una concreta esperienza nel microcredito. Dopo una esperienza considerata molto positiva tanto per la capacità di creare occasioni di occupazione per i giovani, quanto per la buona riuscita del finanziamento. In un momento così delicato, quando incagli e sofferenza sono lievitate in maniera paurosa tanto da mettere a rischio la patrimonialità delle banche, le operazioni di microcredito si sono rivelate le meno vulnerabili perché la garanzia non è affidata ai valori immobiliari, ma dalla bontà dell’iniziativa e dall’impegno di onore dei giovani. Tutti i rapporti bancari creati con il microcredito hanno un andamento soddisfacentemente regolare tanto che la stessa Mediocrati ha deciso di rilanciare con il programma “Voglio restare 2.1”, che non è un semplice rifinanziamento del primo

Accordo contro distorsioni del mercato e concorrenza sleale

Il mattone non è fesso striali Pierpaolo Mottola, dal presidente Santo Alessio della Cassa edile cosentina e dalla Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, rispettivamente rappresentante da Umberto Calabrone, Antonio Di Franco, Mauro Venulejo e Bruno Marte. Inps e Cassa edile, in quanto soggetti deputati ad elaborare ed emettere il Durc, attueranno una fase di pre-istruttoria per effettuare le opportune verifiche preventive, avvalendosi di una forma di comunicazione diretta tra gli enti, analizzando dati quali la consistenza numerica della forza lavoro delle aziende interessate dal Durc, al fine di migliorare il processo amministrativo di elaborazione ed emissione del documento. Il protocollo è un primo passo basato sulla reciproca disponibilità ad implementare ulteriori forme di

comunicazione e interscambio di informazioni al fine di rispondere sempre al meglio agli interessi della rispettiva utenza. «Attraverso questa intesa - hanno dichiarato i sottoscrittori dell’intesa - ricerchiamo momenti di confronto permanente tra i nostri enti bilaterali e la pubblica amministrazione, per favorire le strategie tese ad affrontare con efficacia le cause che frenano lo sviluppo, riducono la libera concorrenza, alterano le regole del mercato e mettono in crisi il sistema delle imprese con seri rischi per la loro sopravvivenza». Ance Cosenza - Inps di Cosenza - Cassa edile cosentina Fillea Cgil - Filca Cisl - Feneal Uil

Il successo del microcredito nasce dal fatto che è un vestito su misura per i giovani e coloro che vogliano cimentarsi con i rischi imprenditoriali mantenendo il controllo della propria attività. I numerosi studi condotti sui fallimenti degli investimenti agevolati hanno dimostrato che la maggioranza di queste operazioni sono fallite per l’incapacità di gestire processi complessi senza la dovuta esperienza e la difficoltà di trovare un mercato adeguato per raggiungere il break-even point. Entrambe queste difficoltà sono legate alla dimensione dei progetti che finiscono per sconvolgere i piani finanziari costruiti su ipotesi irrealistiche. Il microcredito cerca di superare entrambe queste difficoltà poiché costringe i giovani a costruire una propria ipotesi con un investimento limitato che consente di mantenere il controllo di tutto il ciclo di produzione e cercare di iniziare collocando i prodotti e servizi nel mercato locale, rimandando a un momento successivo l’espansione, quando gli stessi avranno consolidata l’esperienza imprenditoriale e la conoscenza del mercato di sbocco. Il rilancio del microcredito è una buona notizia per i giovani calabresi che non si rassegnano all’idea di dover abbandonare la propria terra per andare a vivere altrove. Bcc Mediocrati e Unionfidi Calabria rilanciano con l’obiettivo di irrobustire uno strumento utile ai giovani che vogliono creare qui il loro futuro. “Voglio Restare” è un programma di microcredito che presenta tutte le caratteristiche previste all’art. 111 nel nuovo Testo unico bancario, comprese le attività di consulenza e tutoraggio. Ai soggetti finanziati, con il supporto di Unionfidi, la Bcc Mediocrati concederà i prestiti senza richiedere garanzie e applicando un tasso agevolato. Questo consente ai giovani di avere un completo controllo della propria azienda e di programmare l’espansione calibrando la dimensione dell’azienda all’evoluzione economica, che presenta degli spiragli di miglioramento che vanno sostenuti ed alimentati. La stessa banca ha individuato i settori che presentano delle interessanti prospettive di crescita e trovano un humus adeguato nella regione. I progetti devono riguardare attività nei seguenti settori: agricoltura, artigianato d’eccellenza, information technology e turismo. Le iniziative dovranno essere localizzate in uno dei comuni di operatività della Bcc Mediocrati, nei quali i soggetti richiedenti il prestito devono risultare residenti al 1° gennaio 2014. Le linee guida del progetto saranno presentate alla stampa mercoledì 19 marzo alle ore 10,00 presso la sala “De Cardona” del centro direzionale in via Alfieri a Rende, alla presenza del presidente della Bcc Mediocrati Nicola Paldino e del presidente di Unionfidi Calabria, Renato Pastore.

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Si accende una luce per i giovani esperimento del genere messo in atto da alcuni anni, ma un restyling che, tenuto conto dell’esperienza acquisita, ha introdotto alcune innovazioni nella procedura, come l’intervento dell’Unionfidi, il cui presidente Renato Pastore, ha volentieri aderito all’invito del presidente della Mediocrati Nicola Paldino, di sostenere gli sforzi di creazione delle nuove iniziative giovanili con una garanzia fideiussoria. L’intervento dell’Unionfidi non è finalizzato a minimizzare il rischio della concessione, poiché per quanto detto i giovani sono ben intenzionati a difendere le loro iniziative e mantenere fede agli impegni. La maggiore garanzia consente alla banca di avere una maggiore capacità operativa, poiché i crediti garantiti incidono in misura minore sulla valutazione del portafoglio crediti e consentono quindi una maggiore capacità operativa e un aumento dell’importo massimo di ciascuna operazione.

Un motivo per restare

Un invito ai giovani per cercare opportunità di impiego con la riscoperta della voglia di impresa trovando nella banca un concreto sostegno, piccolo ma indispensabile nella fase iniziale quando il margine di rischio è ancora molto elevato

La Bcc Mediocrati è una delle poche banche locali che in Italia può vantare una concreta esperienza nel microcredito. Dopo una esperienza considerata molto positiva tanto per la capacità di creare occasioni di occupazione per i giovani, quanto per la buona riuscita del finanziamento. In un momento così delicato, quando incagli e sofferenza sono lievitate in maniera paurosa tanto da mettere a rischio la patrimonialità delle banche, le operazioni di microcredito si sono rivelate le meno vulnerabili perché la garanzia non è affidata ai valori immobiliari, ma dalla bontà dell’iniziativa e dall’impegno di onore dei giovani. Tutti i rapporti bancari creati con il microcredito hanno un andamento soddisfacentemente regolare tanto che la stessa Mediocrati ha deciso di rilanciare con il programma “Voglio restare 2.1”, che non è un semplice rifinanziamento del primo

Accordo contro distorsioni del mercato e concorrenza sleale

Il mattone non è fesso striali Pierpaolo Mottola, dal presidente Santo Alessio della Cassa edile cosentina e dalla Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, rispettivamente rappresentante da Umberto Calabrone, Antonio Di Franco, Mauro Venulejo e Bruno Marte. Inps e Cassa edile, in quanto soggetti deputati ad elaborare ed emettere il Durc, attueranno una fase di pre-istruttoria per effettuare le opportune verifiche preventive, avvalendosi di una forma di comunicazione diretta tra gli enti, analizzando dati quali la consistenza numerica della forza lavoro delle aziende interessate dal Durc, al fine di migliorare il processo amministrativo di elaborazione ed emissione del documento. Il protocollo è un primo passo basato sulla reciproca disponibilità ad implementare ulteriori forme di

comunicazione e interscambio di informazioni al fine di rispondere sempre al meglio agli interessi della rispettiva utenza. «Attraverso questa intesa - hanno dichiarato i sottoscrittori dell’intesa - ricerchiamo momenti di confronto permanente tra i nostri enti bilaterali e la pubblica amministrazione, per favorire le strategie tese ad affrontare con efficacia le cause che frenano lo sviluppo, riducono la libera concorrenza, alterano le regole del mercato e mettono in crisi il sistema delle imprese con seri rischi per la loro sopravvivenza». Ance Cosenza - Inps di Cosenza - Cassa edile cosentina Fillea Cgil - Filca Cisl - Feneal Uil

Il successo del microcredito nasce dal fatto che è un vestito su misura per i giovani e coloro che vogliano cimentarsi con i rischi imprenditoriali mantenendo il controllo della propria attività. I numerosi studi condotti sui fallimenti degli investimenti agevolati hanno dimostrato che la maggioranza di queste operazioni sono fallite per l’incapacità di gestire processi complessi senza la dovuta esperienza e la difficoltà di trovare un mercato adeguato per raggiungere il break-even point. Entrambe queste difficoltà sono legate alla dimensione dei progetti che finiscono per sconvolgere i piani finanziari costruiti su ipotesi irrealistiche. Il microcredito cerca di superare entrambe queste difficoltà poiché costringe i giovani a costruire una propria ipotesi con un investimento limitato che consente di mantenere il controllo di tutto il ciclo di produzione e cercare di iniziare collocando i prodotti e servizi nel mercato locale, rimandando a un momento successivo l’espansione, quando gli stessi avranno consolidata l’esperienza imprenditoriale e la conoscenza del mercato di sbocco. Il rilancio del microcredito è una buona notizia per i giovani calabresi che non si rassegnano all’idea di dover abbandonare la propria terra per andare a vivere altrove. Bcc Mediocrati e Unionfidi Calabria rilanciano con l’obiettivo di irrobustire uno strumento utile ai giovani che vogliono creare qui il loro futuro. “Voglio Restare” è un programma di microcredito che presenta tutte le caratteristiche previste all’art. 111 nel nuovo Testo unico bancario, comprese le attività di consulenza e tutoraggio. Ai soggetti finanziati, con il supporto di Unionfidi, la Bcc Mediocrati concederà i prestiti senza richiedere garanzie e applicando un tasso agevolato. Questo consente ai giovani di avere un completo controllo della propria azienda e di programmare l’espansione calibrando la dimensione dell’azienda all’evoluzione economica, che presenta degli spiragli di miglioramento che vanno sostenuti ed alimentati. La stessa banca ha individuato i settori che presentano delle interessanti prospettive di crescita e trovano un humus adeguato nella regione. I progetti devono riguardare attività nei seguenti settori: agricoltura, artigianato d’eccellenza, information technology e turismo. Le iniziative dovranno essere localizzate in uno dei comuni di operatività della Bcc Mediocrati, nei quali i soggetti richiedenti il prestito devono risultare residenti al 1° gennaio 2014. Le linee guida del progetto saranno presentate alla stampa mercoledì 19 marzo alle ore 10,00 presso la sala “De Cardona” del centro direzionale in via Alfieri a Rende, alla presenza del presidente della Bcc Mediocrati Nicola Paldino e del presidente di Unionfidi Calabria, Renato Pastore.

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Mezzoeuro

Sabato 15 Marzo 2014

Agricoltura sostenibile di Giovanni Perri

Oltre mezzo secolo fa, nella Piana di Sibari in agro di Cassano Ionio, pochi coraggiosi imprenditori agricoli si avventuravano a coltivare il riso, cereale di massima importanza nell’agricoltura mondiale ed europea, di notevole rilevanza universale per l’alimentazione di una buona parte della popolazione mondiale. Questo prezioso cereale, infatti, oggi abbastanza coltivato nei terreni bonificati della Sibaritide, trova largo impiego nelle ricette alimentari con gli arancini, insalate, bolliti, soffritti e diverse altre pietanze, come unicum della gastronomia integrale. La sua coltivazione in tutto il mondo occupa, sia per estensione che come fonte alimentare, il secondo posto dopo il frumento; la popolazione che si alimenta a base di riso è difatti più numerosa di quella che si sostiene a base di frumento.

Ride ben chi ha... riso Il clima e il terreno sono aspetti fondamentali di questa coltura specializzata, perché a differenza di altri cereali, può essere attuata in terreni bonificati e sommersi di acqua con elevati valori di umidità nella fase di crescita, nonché di elevate temperature durante la fase della maturazione delle spighe e per l’ottenimento di un buon prodotto. Dopo iniziali tentativi, la coltivazione del riso si è ampliata ed estesa successivamente in diverse contrade della Sibaritide (Fornara, Stombi, Terre dei Preti, Thurio, Casoni ecc), riscuotendo significativi successi, sia per quanto riguarda gli aspetti qualitativi, oltre che per rese unitarie ad ettaro e per i significativi riscontri registrati a livello commerciale negli ultimi decenni. Grazie alle nuove tecniche produttive e alla meccanizzazione delle colture, la risicoltura italiana ha occupato e occupa tutt’ora, nello scenario mondiale ed europeo un punto di riferimento significativo, soprattutto in Piemonte, nella Lombardia e nella Pianura padana in generale, sia per superficie coltivata che per la eccellente qualità e quantità prodotte. Le prime coltivazioni risalgono ad epoche remote in Asia, Cina, India, Indocina, Giappone, nell’estremo Oriente, mentre in Italia è stato introdotto nella seconda metà del secolo XV, per aver (allora) individuato e verificato condizioni favorevoli, utilizzando inizialmente terreni paludosi, argillosi, compatti e impermeabili e, successivamente, a causa del miglioramento genetico, delle varietà e soprattutto delle tecniche colturali, sempre più innovative, si è passati alla specializzazione intensiva con il preciso obiettivo di conseguire maggiore redditività economica e produttiva. La coltivazione del riso si è affermata ed evoluta lentamente affrontando e risolvendo una serie di problematiche particolari, tanto da richiedere determinati assetti produttivi specializzati che nel corso degli anni si sono perfezionati con sempre maggiore attenzione ed accorgimenti agronomici ed ambientali. Il significato delle problematiche sociali ed economiche che imperavano allora e ruotavano intorno al lavoro delle risaie ed in generale della cultura degli anni cinquanta, è stato reso famoso dal celebre film Riso amaro, diretto da Giuseppe De Santis e sceneggiato dal calabrese Corrado Alvaro. Il celebre film-documentario è stato interpretato da attori che hanno rappresentato per diverse generazioni, la storia del cinema italiano degli anni cinquanta, quali la bellissima Silvana Mangano,

La coltivazione della piantina nella Piana di Sibari è diffusa nei terreni una volta paludosi opportunamente bonificati nel ruolo della celebre mondina,Vittorio Gasmann, Raf Vallone, Doris Dowling e Maria Capuzzo. Questa raffigurazione storica della cinematografia italiana e mondiale, richiama alla mente le questione le argomentazioni della risaia piemontese ed in modo particolare di quella vercellese ed in generale della pianura padana, terreni molto adatti per la produzione del riso. Il film, girato nel 1949, e improntato al realismo allora imperante, riproduce fedelmente il contesto cui venivano eseguite le operazioni manuali delle mondine per il trapianto delle giovani piantine ed in generale delle operazioni colturali per la produzione del riso. Mentre avveniva tutto ciò, in Calabria, e più specificatamente nella Piana di Sibari, qualche imprenditore all’avanguardia metteva alla prova le prime esperienze, esperimenti e tecniche colturali per meglio sfruttare i terreni salmastri, caratterizzati dalla salsedine con la coltivazione del riso. In tal modo una parte del territorio della Sibaritide, essenzialmente i terreni pianeggianti compatti, argillosi e salmastri, nell’arco temporale di qualche decennio è riuscita a occupare e guadagnare, nell’ambito dello scenario europeo e nazionale, consistenti quote di mercato, sia per le rese unitarie, sia per la qualità, tanto da diventare, oggi, un punto di riferimento dell’orizzonte produttivo per la coltivazione e l’ottenimento delle eccellenti produzioni risicole coltivate in Italia e non solo.

In Italia, negli Anni cinquanta, ha trovato e trova tutt’ora il suo epicentro produttivo nella Pianura padana, emiliana e veneta, mentre in Calabria alle problematiche riguardanti la coltivazione del riso non veniva data la minima attenzione, pur presentando i terreni, paludosi, argillosi e compatti della piana di Sibari, notevoli potenzialità produttive in considerazione del buon clima e dei terreni di medio impasto, tendenti all’argilloso, al compatto, all’impermeabilità tutte caratteristiche ideali per la coltivazione di questo importante piante erbacea di origine tropicale. La coltivazione del riso nella piana di Sibari, funziona anche perché compatibile con le esigenze agronomiche ed ambientali della salinità dei terreni che, diversamente, non consentirebbero scelte produttive e investimenti colturali di maggiore redditività quali frutteti specializzati: agrumeti, pescheti, oliveti ecc. Le risaie altamente specializzate, come quelle della Sibaritide, tra le altre specificità richiedono un parco macchine specifico per effettuare la meccanizzazione delle operazioni colturali, quali la preparazione, l’aratura ed il livellamento del terreno, la ricostituzione e la sistemazione degli argini annuali e permanenti, le operazioni di raccolta e preparazione dei prodotti finiti e commerciali. Per chi si sente stuzzicato e incuriosito dalle particolarità di questa coltura per essere ulteriormente informati sulla tecnica colturale e quant’altro, può recarsi a visitare l’azienda agricola specializzata “Masseria Fornara”, nella piana di Sibari in agro di Cassano allo Ionio, dove la coltura del riso, con le varietà Carnaroli, Balilla, Roma, Gange, si è significativamente affermata in sintonia con le politiche della sostenibilità agronomica, ambientale e con la sostenibilità nutritiva ed alimentare dei consumatori, oltre che discrete occasioni di sostegno a livello occupazionale che non vanno per niente trascurate,semmai incentivate da parte della Regione Calabria nell’ambito della futura prossima programmazione dei fondi comunitari del Psr del prossimo settennio 2014-2020. agronomogperri@virgilio.it

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