Mezzoeuro

Page 1

euro 1,00

Mezzoeuro numero 21 - Anno 13 - Sabato 24 Maggio 2014

0,50 + 0,50 Voce ai giovani

settimanale d’informazione del Mezzogiorno d’Europa

CALABRIA

Voce Stalking ai giovani un agguato mentale www. mezzoeuro.it

Salute, i colori delle sostanze antiossidanti

www. mezzoeuro.it


2

Mezzoeuro

Sabato 24 Maggio 2014

Lo “sbarco”

Un po’ di “legge” pure a Cosenza La notizia è di quelle buone perché è “pratica” e non fumosa e perché, in qualche modo e con il pieno rispetto dei tempi che corrono, comincia a coronare il piccolo grande sogno che manca alla dottrina di Cosenza: giurisprudenza. Corsi e master di primo e secondo livello in Legge, con abilitazione e conversione di esami e altri titoli, sono aperti alle iscrizioni per quanti vogliano parteciparvi e c’è anche dell’altro nel protocollo d’intesa sottoscritto nella biblioteca del Tribunale di Cosenza. Tre le firme in calce al progetto. La Fondazione scuola forense della provincia di Cosenza, l’Ordine degli avvocati della provincia di Cosenza, e l’università telematica Pegaso. Sulle ceneri e molti anni dopo l’intuizione del Crai, il primo consorzio per l’università a distanza, l’università telematica Pegaso è ormai un punto di riferimento assoluto nel panorama nazionale a colma con l’alta tecnologia e le competenze appropriate la distanze non solo logistiche. Ricco il panorama delle finalità del progetto e della convenzione e sei i punti salienti. Predisposizione di attività di alta formazione, istituzione di percorsi di aggiornamento professionale, definizione di progetti di ricerca congiunti, avviamenti di un progetto di job placament, creazione di un tavolo permanente di concertazione sul mondo del lavoro, attivazione di stage e tirocini. Previste agevolazioni economiche per gli iscritti all’Ordine degli avvocati di Cosenza ed estensione dei benefici anche a congiunti nonché il pagamento dilazionato dell’importo complessivo. Se non è insomma una vera e propria facoltà di Legge a Cosenza, il grande vecchio sogno degli

Corsi e master di primo e secondo livello in giurisprudenza anche nel cuore del centro storico della città Il vecchio sogno, a pezzetti, comincia a materializzarsi Convenzione tra la Fondazione scuola forense della provincia, l'Università telematica Pegaso e l'Ordine provinciale degli avvocati accademici e degli studenti cosentini, comincia a somigliargli abbastanza. Con i tempi che corrono, e con la velocità con cui corrono, le intuizioni della Fondazione e dell’Ordine degli avvocati non passeranno inosservate.

Il momento della firma della convenzione (uno stralcio a destra) e il tavolo dei ralatori (in alto) Tra i firmatari, al centro, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Cosenza, Oreste Morcavallo


Mezzoeuro

Sabato 24 Maggio 2014

L’incrocio senza semaforo

Grandi sorprese all’orizzonte L’affluenza sarà bassa comunque ma a differenza del passato chi non andrà a votare non lo farebbe neanche sotto tortura. Ha chiuso e basta con le urne, almeno per ora. Gli altri, quelli che ci andranno, sono il massimo che ci si può permettere di questi tempi. Ma non che si dica che il messaggio elettorale non è arrivato o che non si sia percepita l’adrenalina da voto, tutt’altro. Una volta le europee contavano come un referendum di Pannella nel cuore dell’estate, con i gazebo e le tende per ripararsi dal sole. I partiti ci piazzavano i pensionati o i pensionabili, le veline poco intelligenti o magari troppo, i personaggi scomodi ma non al punto da far paura. Il risultato serviva come messa a punto per le forze politiche, sondaggio gratuito offerto dal ministero, tagliando a un sottosegretario ma nulla di più. Voto umorale, quello europeo. D’opinione ma chic almeno fino all’altro ieri. Chi non ricorda il 40 e più per cento preso alle europee dal Pci quando il leader Berlinguer combatteva tra vita e morte all’ospedale di Padova, nel 1984. Altri tempi, e altri nomi. Oggi invece, a differenza del passato anche recente, le europee (ma non l’Europa) diventano ring micidiale per l’ultima e forse decisiva resa dei conti. Per tutto e per tutti e per tutte le latitudini. C’è persino chi si gioca un posto alle primarie (se mai si terranno) di un partito locale di una regione periferica come la Calabria in questo vo-

Bando della Camera di Commercio di Cosenza per diagnosi energetiche La Camera di Commercio di Cosenza cofinanzia, con bando consultabile sul sito www.cs.camcom.it, il 50% delle spese sostenute per audit energetici. La concessione avverrà mediante assegnazione di voucher a concorrere fino all'importo massimo di € 2.500 per azienda. L'iniziativa vuole incentivare politiche e investimenti in materia di efficientamento energetico e di sviluppo sostenibile per la valutazione del consumo e del risparmio di energia, oltre che per l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (come impianti fotovoltaici, pannelli solari e termici). Le imprese richiedenti dovranno possedere, al momento della presentazione della domandai seguenti requisiti: sede operativa presso la quale deve essere realizzato l'audit energetico nella provincia di Cosenza; iscrizione al Registro Imprese della Camera di Commercio di Cosenza con stato attivo ed essere in regola con il pagamento del diritto camerale; essere in regola con gli obblighi previdenziali ed assicurativi come attestato dal DURC, non avere in corso procedure concorsuali; essere in possesso di una casella di PEC aziendale, che sarà utilizzata sia dalla Camera di Commercio che dall'azienda richiedente per la domanda e per tutte le comunicazioni inerenti il procedimento amministrativo del bando; non operare in uno dei settori di attività economica per i quali non possono essere concessi aiuti in regime "de minimis". Ogni azienda potrà presentare domanda per un solo audit energetico. Il bando sarà illustrato nel corso di un apposito seminario, dal titolo "Diagnosi Energetiche e Sviluppo Sostenibile", che si terrà Lunedì 26 Maggio 2014, alle ore 15.30, presso la Sala Petraglia della Camera di Commercio di Cosenza.

Nessuno ha parlato di Europa, tutti della resa dei conti finale. Le urne delle prossime ore questo sono, una lotta selvaggia per la sopravvivenza. Ecco come potrebbe andare a finire

to che dovrebbe invece parlare di fondi strutturali, di ferrovie ad alta velocità, di Erasmus, di spread, di tassi d’interesse, di immigrazione, di Banca centrale che non è di ultima istanza, di pareggio di bilancio per Costituzione, di fiscal compact. Macché. In gioco c’è il primo giro di valzer di Matteo Renzi e del suo governo. Ci sono i riccioli bianchi e insidiosissimi di Grillo. C’è il primo Berlusconi da definitivamente condannato e ai servizi sociali presso Cesano Boscone. C’è il peso impalpabile perché mai palpato di Alfano, di Meloni da sola, di Salvini che fa finta di non aver mai conosciuto Bossi. Ma ci sono anche le ansie locali dei partiti che da Milano a Napoli, da Palermo a Reggio e fino a Bologna non sanno come uscire (o forse non vogliono uscire) dalla filigrana della corruzione e delle inchieste della magistratura. Malcostume, etica sotto i piedi, rotta-

mazione virtuale da sinistra a destra e poteri forti che non sono poi così forti da menare la danza. È tutto in allarme, le geometrie sono così variabili che nessuno sa da lunedì a chi apparterrà, a quale coalizione e con quale riferimento, per fare cosa e quando. Reset, palla al centro. Si gioca tutto in questo voto strano di domenica e l’ansia che si respira nelle segreterie è di quelle che non si ricordano da tempo. Non c’è latitudine e non c’è partito che non si giochi una bella fetta di futuro in queste urne. Ma come andrà a finire? Spifferi molto interessanti di potere romano lasciano filtrare qualcosa, giusto rumors di sondaggi che non hanno nulla di ufficiale né potrebbero a poche ore dal voto. Matteo Renzi e il Pd potrebbero piazzarsi in una forbice che sarebbe vincente se si arrivasse al 33 ma sarebbe deludente se si fermasse al 30%. Di riflesso Grillo viene dato alla pari di due anni fa nella peggiore delle ipotesi (26%) ma assai vicino al 30 nelle migliori. Tutto è in gioco quindi. Berlusconi e la sua discesa in campo a tratti drammatica potrebbero essere sufficienti a far sfiorare il 20% a Forza Italia, ma non si esclude nemmeno un timido 17% che suonerebbe in altro modo. Male, malissimo Alfano a dar retta agli umori della capitale. Appena appena superato il quorum del 4%, risultato che se fosse confermato dalle urne ammazzerebbe sul nascere il progetto dell’Ncd. Addirittura meglio farebbe la Lega di Salvini se non addirittura Fratelli d’Italia di Meloni, vera sorpresa della tornata. Rumors, parole al vento, sensazioni. Poche ore e sapremo. Dopo di che sarà tutto un altro film. Domenico Martelli

3


4

Sabato 24 Maggio 2014

Mezzoeuro E non per la messa

L'accelerazione verso il voto regionale mette ancora più ansia al Pd di Calabria. Ora le primarie sono oggettivamente ancora più lontane e l'investitura diretta di un candidato preferito dalla segreteria nazionale rimane l'ipotesi più accreditata Bisogna ammettere che un ruolo per niente secondario nel cammino di avvicinamento verso il voto regionale lo ha giocato Maria Carmela Lanzetta, più o meno direttamente. Anzi prima molto direttamente, quando ha sollecitato la trasmissione degli atti in tempi che sono risultati addirittura più risoluti del normale e poi, magari, influenzando il suo dipartimento degli Affari regionali che ben prima di quello degli Interni ha fornito il parere richiesto dagli uffici del consiglio regionale. Cosa aveva fatto chiedere Franco Talarico dai suoi tecnocrati al governo è presto riesumato, un parere circa l’uomo Scopelliti se in grado di potersi dimettere da sospeso di lì a poco. Se cioè un presidente è sospeso anche se si dimette prima o è innanzitutto proprietario delle sue volontà a prescindere dai provvedimenti sulla carica che di lì a poco avrebbe dovuto riceve e che poi ha ricevuto. Più d’uno c’ha sperato che le cose andassero ancora al cazzeggio a centrocampo, diciamo pure tutto il consiglio con Franco Talarico compreso e buona parte degli assessori. Addirittura negli ultimi giorni i più ottimisti avevano iniziato a teorizzare che il governo non avrebbe mai messo lingua a ridosso del voto, poi non l’avrebbe fatto perché impegnato a leccarsi ben altre ferite e infine avrebbe lasciato che il consiglio portasse a termine in qualche modo la legislatura. Ma è toccato al ministero della Lanzetta rompere l’ibrido equilibrio fornendo un parere netto.

Aspettando il “papa” Scopelliti poteva dimettersi, lo può fare sempre perché la scelta attiene alla persona e non alla carica che deve svolgere, di per sé poi sospesa dalla Severino. Dunque tutti a casa, il tempo di ratificare la faccenda nel consiglio del 3 e scatta il rompete le righe, con buona pace di Talarico che sperava in ben altre procedure dilatorie a bagno maria. Ora si aprirà magari il dibattito se i 90 giorni che non possono essere superati per andare al voto decorrono dalla data effettiva delle dimissioni di Scopelliti (il 29 aprile). Se invece la clessidra scatta dal giorno in cui se ne prende atto in consiglio (il 3 giugno appunto). O se il tutto comincia a scorrere dal momento in cui la comunicazione arriva nelle mani del prefetto di Catanzaro.

Dall’alto: Marco Minniti, Maria Carmela Lanzetta, Ernesto Carbone, Mario Oliverio, Ernesto Magorno


Mezzoeuro

Sabato 24 Maggio 2014

E non per la messa

Urne di casa nostra

Rende e Montalto, la posta è alta Non deve ingannare il clima strano che si respira. L’attenzione mediatica dei network è per le grida nazionali, al massimo per il consiglio regionale che va a casa e per tutto quello che questo significa. Ma c’è un “preliminare” gustoso e con urne vere e amministrative che si gioca domenica e che può risultare strategico, indicativo assai, per il futuro. Il voto di Rende e quello di Montalto. Rende ritorna al voto dopo le vicissitudini che sappiamo. Inutile tornare alle incursioni della Dda prima e della commissione d’accesso poi. Un sindaco che si dimette senza dare spiegazioni, del resto, è forse la foto più plastica dell’accaduto. Recuperare il clima elettorale in queste condizioni non è stato facile e questo vale tanto per chi ha sempre governato a Rende quanto per chi, no si sa con quali reali intenzioni e animato da chissà quali forze, vuole andarci al governo. Sandro Principe, il dominus pluridecennale del circondario non è solo l’uomo forte e a tratti imbattibile della parte che sta a nord del fiume. È anche il capogruppo del Pd in consiglio regionale. Ed è anche il sodale più fidato di Ernesto Magorno nell’intifada finale con chi gli sta di fronte. Facile immaginare che così come è tanto forte ancora il suo appeal nella zona è parallelamente cresciuta l’ansia di chi non vede l’ora di batterlo in casa sua. Per farlo fuori, una volta per tutte. Far fuori lui e, magari, chi sta con lui. Ha pescato ancora una volta nel sociale impegnato, Principe. Questa volta nel cuore del centro storico. Il chirurgo Verre non è solo portatore del verbo del Principe ma si gioca una partita tutta sua fatta di personalità illuminata e stimata assai. L’operazione a Principe pareva preclusa e disperata fino all’ultimo ma gli è riuscita ancora una volta e bisogna dargliene atto. Le liste sono forti e Verre parte avanti ma non vincerà al primo turno, non può. Dall’altra parte il suo principale avversario (che potrebbe però arrivare terzo) è l’avvocato penalista Marcello Manna. Ha imbroccato l’esordio, pareva sfondare. Liste tutte civiche, motivazioni trasversali e impegnate, assoluta latitanza delle sigle di partito così da non procurargli guai. L’operazione nasce da un’intuizione (e da un esperimento) di Jole Santelli in probabile sintonia con qualcuno che dal Pd non vede l’ora di decapitare il Principe ma pian piano decelera, il gas non spinge più. I titoloni sui giornali di autorevoli esponenti tanto dell’Ncd quanto di Forza Italia, che rivendicano la candidatura e ne fanno il tifo, non giovano alla causa di Manna e sorge il

Va anche detto che i 90 giorni se è per questo sono il termine ultimo perché il prefetto potrebbe anche convocare il voto dal 45esimo giorno in poi. Ma è lana caprina questa ormai, per come si sono messe le cose. Che sia fine luglio (possibile), inizio settembre (che è la stessa cosa in termini politici) o più probabilmente ottobre la questione non cambia. Certo è che per arrivare ad ottobre deve intervenire un decreto del governo che allunga i tempi dell’interregno perché allo stato immaginare l’autunno per il voto sarebbe fuori legge, la Calabria rimarrebbe in territorio illegale per tutta l’estate se non viene coperta la vacatio con un intervento ad hoc. Ma, ripetiamo, ormai questi sono dettagli. La sostanza vera è che nelle forze politiche di maggioranza e di opposizione è il si salvi chi può. Nessuno si sente più al sicuro e la ricerca del profilo, della cordata, del progetto vincente è diventata frenetica tanto più questo nel Pd che sente di avere il calcio di rigore della vittoria a portata di piede. Un conto è il dischetto e la porta semivuota, però. Altro è fare goal. E l’uomo, o la donna, pronti a calciare non ci sono. Primarie sì ma non per forza e se dividono del tutto meglio lasciar stare hanno detto in giorni diversi e in forme simmetriche prima Matteo Renzi e poi Luca Lotti. Oggi che il voto s’avvicina ancora di più l’ipotesi della conta interna per selezionare il candidato perde di quota pericolosamente. Tra europee, riflessioni sulle europee, assemblea regiona-

dubbio che siano stati partoriti apposta per danneggiarlo. Manna ha in lista gente con palese provenienza di sinistra e del Pd e altra con estrazione opposta che però fa meno rumore. L’attacco al Principato pareva serio ma se la sensazione è un valore Manna sembrava molto più lanciato all’inizio. Si vedrà. Certo che in qualunque modo andrà a finire non resterà senza “prigionieri” l’ennesima sfida interna al Pd che si consuma Rende e non basta la visita di Lotti a garantire il massimo impegno di tutti. Anche Verre, se dovesse vincere, potrebbe finire per rimpiangere le sale operatorie. Dicevamo di Manna, forse, neanche secondo. Il giornalista Domenico Miceli del movimento Cinquestelle potrebbe giocare un brutto scherzo all’avvocato e andare lui al ballottaggio con il chirurgo. Sarebbe clamoroso, ma fino ad un certo punto però. Paradossalmente Verre e il Principato avrebbero più da temere da un ballottaggio con Miceli che con Manna. I grillini sono ingestibili e intrattabili per definizione e dalle parti di Rende queste due caratteristiche sono inedite. Quindi pericolose, assai pericolose. A Montalto forse si gioca la partita, in termini di soldini, più importante di tutte. C’è da lottizzare, c’è da passare immensi terreni agricoli in edificabili, c’è da far passare e costruire viali e con i viali gli espropri, c’è da capire se e quanti altri centri commerciali devono sorgere ancora. Chi abita nel cuore del centro storico non se ne accorge ma a valle i fiumi di euro nel cemento possono segnare il volto di questa città che si pone come capoluogo della media Valle del Crati. Il suo verde e i suoi spazi suggeriscono che potrebbe sorgere qui una nuova Rende ma c’è il partito del cemento coalizzato da monitorare con attenzione. Cinquestelle a parte, che candida Marcello Rugna con Molinari vero ispiratore alle spalle, la sfida è tra Franco Aceto e Pietro Caracciolo. Pd più misto e con Forza Italia il primo (unico caso di alleanza in circolazione). Misto con schegge di tutto e anche di Pd il secondo ma senza Forza Italia. Diciamo che non si capisce niente a Montalto, tanto più se si dà retta al Pd che nella sua versione ufficiale sta con Forza Italia. Si sa solo qual è l’immensa posta in gioco, quella del cemento. Da una parte la continuità delle lottizzazioni della stagione Gravina e dei costruttori (Franco Aceto). Dall’altra, così si pone e occorre prestargli credito, chi vuole discontinuità e cioè Pietro Caracciolo. In bocca al lupo, i milioni non mancano.

le, direzione nazionale e poi direzione regionale per metterle materialmente in piedi le primarie, intifada a parte, ci vuole luglio inoltrato e per quella data il Pd dovrà già essere in campagna elettorale per vincere la Regione e non per contarsi ancora una volta. Ipotesi primarie quindi in sincera discesa e per svariate ragioni, ultima in ordine di tempo l’accelerata impressa ancora dal ministero della Lanzetta. Già, Maria Carmela Lanzetta. Potrebbe essere questo il nome del “papa” (cioè calato dall’alto, come si suol dire) ma non “nero” (perché in qualche modo espressione del territorio, indigena diciamo). Sospetto il suo attivismo, sin da quando è stata nominata ministro. Oggi fa parte della cabina di regia che Renzi ha impiantato sulla Calabria e il parere fornito sul caso Scopelliti non l’ha diffuso senza il via libera di proprio del premier. Dirle poi di no e non farle trovare fiori da queste parti, tanto più che è donna, sarebbe una scortesia per i nostri. Altro “papa” per niente “nero” ma mai “bianco” potrebbe essere Marco Minniti che negli ultimi tempi s’è ulteriormente imposto sulla cena. Non è sfuggito a nessuno il viaggio di Renzi a Reggio con il sottosegretario assoluto padrone di casa e della scena. Renzi lo tiene molto in considerazione per il suo ruolo istituzionale che un po’ tutti gli riconoscono e non è affatto da escludere che si consegni ai consigli di Veltroni sula mate-

ria. C’è pure il cosentino d’origine Ernesto Carbone nella possibile griglia dei “papi” ma non “neri”, anche se nel suo caso per niente “bianchi”. S’era imposto per aver prestato la smart a Renzi nei primi giorni di Roma poi la scivolata, così raccontano le cronache, dell’inchiesta per calunnia che si contende con l’ex moglie. Una storia strana, che descrive un profilo strano dell’uomo. Così come sospetto è il metodo con cui è stata diffusa la notizia. È ancora in gioco nonostante tutto, Renzi è un garantista. Altro è poi capire se è pure autolesionista al punto di candidarlo per davvero. I “papi” non “neri” finiscono qui, altri nomi non ne circolano. Rimangono i “papi” e basta, cardinali del consenso che diventerebbero “papi” perché investiti senza le primarie, non c’è tempo. È un’ipotesi di scuola, ma è giusto citarla. Uno è Mario Oliverio, in campo in solitudine da tanto tempo ormai. L’altro è il suo principale nemico, Ernesto Magorno, il segretario, sarebbe una nomination per convenzione la sua. La partita è qui, ci pare. Un po’ più complesso è chiedersi poi chi tra questi è in grado effettivamente di risollevare le sorti della Calabria. Renzi a Roma sta faticando sudate del diavolo per fare la metà delle cose che pensava di fare. Ed è Renzi, col suo ritmo. Figurarsi in Calabria, con i calabresi, chi ci vorrebbe. In bocca al lupo a tutti, aspettando il “papa”. Amen.

5


6

Sabato 24 Maggio 2014

Mezzoeuro La neve si sta squagliando

Gianpaolo Chiappetta e Tonino Gentile

Ncd tira fuori la sciabola Te ne accorgi dai dettagli e dalla semantica che non è più l’aria di prima. E quando uno solitamente moderato assai come Gianpaolo Chiappetta comincia a smarcarsi dalle mosse del governo di Renzi con cui pure è alleato come Ncd qualcosa allora si sta davvero muovendo. Seriamente muovendo. Si è aperta ufficialmente la campagna elettorale per la Regione in Calabria e si è aperta anche con tempi che si vanno drammatizzando in prospettiva. Fin tanto che il tira e molla tra Ncd e Forza Italia valeva come pretattica ci poteva stare prima delle europee ma dopo la notizia che le dimissioni di Scopelliti sono valide a tutti gli effetti la tattica è mutata nell’Ncd di Calabria. Non ci sta nessuno a pesare il voto di domenica come semifinali, o se preferite primarie gratuite offerte dai soldi del ministero. E tantomeno non ci sta nessuno a subire gli umori di Forza Italia che può anche arrivare per prima in Calabria per una manciata di voti ma poco significativi se confrontati con una sconfitta certa che si profila come coalizione. Ncd sente il peso delle europee e del voto nazionale che potrebbe non brillare e in Calabria, dal pulpito del potere che ancora detiene e dall’alto del “torto” subito da Scopelliti, ora alza la voce. Intanto cominciando a non mandare più messaggi d’amore all’indirizzo di Renzi. «La tanto declamata cabina di regia istituita e resa operativa dal Governo per la Calabria è stata raccontata con toni che hanno il sapore della campagna elettorale, le scelte di questa regia ministeriale compiute ieri non hanno diversamente da come si dice il significato dell’attenzione e del decisionismo». Parole e firma di Gianpaolo Chiappetta, consigliere regionale e capogruppo del Ncd. «Sono stati sbloccati i fondi per gli ammortizzatori sociali - continua - in deroga ed è una notizia che accogliamo con favore ma è bene chiarire che si tratta solo di un impegno che fino ad ora -e per troppo tempo il governo aveva disatteso, la Regione su questo tema ed andando al di là delle sue competenze aveva già fatto scelte immediate e straordinarie dovendo poi attendere che con lentezza il governo procedesse in tal senso. Stessa cosa dicasi per l’altra iniziativa annunciata, si tratta di un impegno e verificheremo subito se alle parole, dopo il voto, seguiranno i fatti; se il governo avesse ritenuto opportuno com’era doveroso che fosse -

L'eccessivo tatticismo non può bastare, gli alfaniani di Calabria sentono forte il rischio di rimanere impantanati. Stretti tra il Pd a Roma e Forza Italia in loco provano a uscire dalla morsa. Chiappetta e Gentile suonano, o provano a farlo, la carica continua - coinvolgere la Regione avrebbe avuto molti argomenti sui quali ragionare e decidere sul serio, un elenco molto lungo e che racconta come tante delle difficoltà calabresi riguardano uno Stato che spesso e volentieri rispetto alle nostre legittime esigenze si volta dall’altra parte o fa finta di non sentire». Dopo il fioretto appuntito dietro le spalle di Renzi ecco il vero e proprio affondo in vista delle ormai vicinissime elezioni regionali. «La seconda questione cruciale - aggiunge Chiappetta - riguarda poi il parere giunto dai competenti ministeri in ordine all’efficacia delle dimissioni del presidente Scopelliti; siamo oggi di fronte ad un dato certo e rispetto al quale nel consiglio regionale del 3 giugno saremo certamente conseguenti e definitivi. La Calabria torna al voto e lo fa come tutti sappiamo sulla base di motivazioni che nulla hanno a che vedere con l’amministrazione regionale e la conduzione politicoamministrativa del centrodestra in questi ultimi quattro anni; nessuna crisi politica o incidente amministrativo ha segnato la fine di una consiliatura nella quale la maggioranza ha dimostrato unità sui presupposti, coesione nelle scelte, consapevolezza sui risultati previsti e possibili. Ora - per

tutte le ragioni che ben conosciamo - spetta al centrodestra una prova di estremo coraggio e determinazione, siamo maggioranza in Calabria ed abbiamo - con tutti i limiti di una situazione difficilissima - ben operato, proprio questa consapevolezza deve spingerci ad essere chiari e determinati nel percorso che ci porterà prestissimo alle urne. Il mio appello è rivolto a quanti in questi anni hanno condiviso la fatica del governo regionale e le difficoltà di una negativa congiuntura economica di proporzioni mai viste prime; ed è un appello a procedere con forza e linearità verso la costruzione di una proposta politica che incontri il consenso dei calabresi. Partiamo subito - dice ancora - e facciamolo nella maniera più inclusiva possibile, niente temporeggiamenti o discussioni formali, guardiamo alla sostanza delle cose che sono rimaste da fare ed alla forza politica che ci deriva dalle tante scelte che abbiamo saputo fare per risanare e modernizzare la Regione. Scegliamo subito conclude - il nostro candidato a presidente e facciamolo con l’unico strumento che può concretamente evitare i bizantinismi e le liturgie della politica, facciamo subito le primarie di coalizione e costruiamo il percorso che ci porterà assieme - ed a dispetto dei tanti soloni regionali e romani - a vincere nuovamente». Non passano molti minuti e a far eco con rumore alle parole di Gianpaolo Chiappetta arrivano quelle del senatore Tonino Gentile che però comincia chiarendo subito che di votare in estate non se ne può parlare. «Non si può votare prima di fine ottobre - dice perché altrimenti faremmo campagna elettorale sulle spiagge. In ogni caso noi dobbiamo farci trovare pronti e dopo i ballottaggi eventuali chiederò immediatamente ai segretari dei partiti moderati di convocare le primarie entro il 30 giugno o di mettere sul tavolo il nome migliore da condividere insieme: stavolta Roma dovrà starsene buona perché il candidato lo sceglieremo congiuntamente noi, in Calabria». «Ncd - conclude - non frena assolutamente nomi di alto livello ma dice subito no a candidature improponibili e perdenti». Roma stia al suo posto, dice Gentile. Di quale “Roma” stia parlando lo scopriremo da domenica notte...


Mezzoeuro

7


8

Sabato 24 Maggio 2014

Mezzoeuro Le eccellenze per sperare

Aggiungere colori alla vita Al Neuromed si studiano le antocianine, sostanze antiossidanti che danno il caratteristico colore rosso o viola ad alcuni frutti, e che potrebbero rappresentare una potente arma di prevenzione delle malattie Migliorare la salute, allungare la vita, attraverso l’alimentazione è un obiettivo che l’umanità insegue da millenni. E un ruolo chiave, secondo le ricerche scientifiche degli ultimi anni, potrebbero giocarlo le sostanze antiossidanti, capaci di contrastare la formazione nel nostro organismo dei cosiddetti radicali liberi, molecole o atomi particolarmente reattivi, capaci di attaccare altre molecole e danneggiare così le strutture cellulari. Tra i composti antiossidanti più attivi che la natura ha nel suo armamentario vi sono i flavonoidi. Se ne conoscono oltre 4.000, presenti in diversi alimenti. È a loro che si deve, in larga parte, il caratteristico colore di piante, fiori ed alcuni frutti. Solo come esempio, sono i flavonoidi che danno il tipico colore scuro alle more ed ai frutti di bosco in genere. Ora è a questi composti che la ricerca medica si sta rivolgendo, con la speranza di scoprire un nuovo strumento di prevenzione delle malattie. L’Irccs Neuromed di Pozzilli è impegnato anche su questo fronte, con il Progetto europeo Athena che vede una collaborazione internazionale tra isti-

tuti di ricerca molto diversi tra loro, ma tutti accomunati dallo studio di queste particolari sostanze disponibili in natura, con una particolare attenzione alle antocianine, uno specifico gruppo di flavonoidi. Si trovano in molti alimenti, ma soprattutto nelle arance rosse di Sicilia, nei mirtilli, nelle bacche di ribes, nei lamponi e nelle melanzane. Rosso e blu sono i colori che contraddistinguono i cibi ricchi di flavonoidi. Colori che la scienza indica come un potenziale aiuto per combattere le malattie croniche e degenerative. Finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del settimo programma quadro, Athena è la continuazione del precedente progetto “Flora”, svolto nell’ambito del sesto programma quadro, Maria Benedetta Donati responsabile dell’Unità Neuromed del progetto Athena


Mezzoeuro

Sabato 24 Maggio 2014

Le eccellenze per sperare

La lista della spesa

Una dieta rossa e blu La ricerca scientifica è al lavoro per capire a fondo le varie categorie di antiossidanti ed i loro effetti sulla salute. Ma possiamo già arricchire la nostra alimentazione di antocianine inserendo nella dieta gli alimenti che ne sono ricchi. A occhio, si potrebbero riconoscere questi alimenti per via del loro colore rosso scuro o blu, ma ecco un piccolo elenco di quelli particolarmente ricchi di antocianine:

Melanzane Arance More Lamponi Ciliegie Ribes Vino rosso Uva nera Pompelmi rossi che ha studiato la relazione tra consumo di flavonoidi e malattie croniche come quelle cardiovascolari e i tumori. Attraverso ricerche che hanno coinvolto dei volontari, Flora ha valutato gli effetti benefici di un consumo prolungato di flavonoidi su alcuni parametri di salute come quelli legati all’infiammazione e alla trombosi. Athena punta ora a fornire una conoscenza ancora più approfondita sul promettente legame che esiste tra le abitudini alimentari e l’insorgenza delle malattie croniche. I risultati aiuteranno a formulare accurate raccomandazioni alimentari e a disegnare valide strategie di salute. Il 28 e 29 maggio si terrà a Norwich, in Inghilterra, il terzo meeting di Athena, al quale parteciperanno i ricercatori del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione del Neuromed. Sarà l’occasione per fare il punto sull’avanzamento degli studi di un progetto che ha già portato risultati molto

promettenti, e che non ha dimenticato il profondo legame anche culturale tra l’alimentazione e la vita delle persone. «È una grande collaborazione internazionale - dice Maria Benedetta Donati responsabile della Unità Neuromed del progetto Athena - che vede la partecipazione di dodici gruppi di ricerca da Inghilterra, Germania, Olanda, Francia, Turchia e naturalmente Italia, che con ben sei gruppi fa la parte del leone. Tutti siamo impegnati nel conoscere a fondo queste molecole e gli effetti che possono avere sulla salute. C’è chi si occupa delle piante, sia dal punto di vista genetico che ambientale, alla ricerca di quei fattori che portano a sviluppare una maggiore o minore quantità di flavonoidi. C’è chi testa queste sostanze alimentari sugli animali. La nostra squadra qui al Neuromed è invece impegnata in una delle parti più affascinanti: dimostrare gli effetti protettivi dei flavonoidi negli esseri umani, nella loro vita reale». Tra i risultati che la collaborazione internazionale Athena ha già portato ce ne sono di estremamente interessanti, come la scoperta del gene responsabile dell’alto contenuto di antocianine delle arance rosse di Sicilia. Una combinazione tra questo particolare gene ed il clima caratteristico della Sicilia porta a creare frutti così colorati, ma soprattutto salutari, che crescono solo in quella specifica area del mondo. «Diversi studi - commenta Donati - hanno dimostrato che un consumo di succo di arance rosse riduce lo stress ossidativo nei pazienti diabetici, protegge il Dna dal danno ossidativo e può ridurre i fattori di rischio cardiovascolari nella stessa misura in cui avviene con altri cibi ricchi di antocianine. È chiaro quindi che le arance rosse rappresentano una risorsa importante per la salute e la prevenzione delle malattie. Una ricerca, quindi, attenta anche all’agricoltura ed alle tradizioni alimentari del Mediterraneo. Ma questo è solo un tassello della grande operazione scientifica nella quale è coinvolto il nostro gruppo. I passi successivi, che verranno discussi durante il meeting di Norwich, riguarderanno lo studio su volontari umani. E li faremo proprio qui. I volontari assumeranno cibi arricchiti di antocianine e poi saranno seguiti per valutare il loro stato di salute attraverso una serie di parametri capaci di dirci se

l’azione preventiva di quelle sostanze sta effettivamente funzionando». Di antiossidanti si sente parlare continuamente, nelle pubblicità, in trasmissioni televisive, su giornali di benessere, dappertutto insomma. Ciò che Athena, con la cruciale partecipazione del gruppo di ricercatori del Neuromed, vuole portare avanti è una maggiore comprensione dei loro meccanismi e della loro azione nel nostro organismo. Far uscire gli antiossidanti da quella che è un po’ moda e un po’ folklore. Farli entrare a pieno titolo nella scienza e, partendo da qui, stabilire i criteri attraverso i quali consigliare i cittadini su una corretta alimentazione. «Ricordiamo - dice ancora Donati - che la salute viene da un intero stile di vita, nel quale la dieta va vista come un insieme. Non esistono, e verosimilmente non esisteranno mai, pillole magiche contenenti questa o quella sostanza. Non è questo il nostro obiettivo. Ciò a cui lavoriamo è capire l’azione che gli antiossidanti hanno sul nostro organismo quando vengono assunte grazie a cibi che ne sono ricchi. Facciamo un esempio: si parla sempre degli Omega-3, sostanze antiossidanti che, in una corretta alimentazione, dovremmo ricevere consumando pesce. Ma le quantità di pesce che vengono mangiate nella civiltà occidentale sono più basse di quelle che servirebbero. E allora proprio le piante possono arrivare in nostro soccorso. Uno degli studi condotti nell’ambito del progetto Athena ha infatti dimostrato che gli omega-3 contenuti nei vegetali (diversi da quelli del pesce), vengono trasformati in omega-3 marini proprio dall’azione dei polifenoli contenuti nelle stesse piante». «Sono lavori di squadra come Athena - conclude Donati - che stanno facendo progredire le nostre conoscenze scientifiche. E questo progetto punta ad avere risultati rapidamente utilizzabili per migliorare la salute delle persone. Proprio nella filosofia in cui il Neuromed è immerso: una ricerca traslazionale, che dal laboratorio passi rapidamente ai cittadini».

9


10

Mezzoeuro


Mezzoeuro

Sabato 24 Maggio 2014

La telenovela con la toga

Gigi fuori Genchi dentro De Magistris assolto nell’inchiesta sulle intercettazioni illegittime adottate nel corso dell’indagine Why not, il consulente informatico condannato invece a un anno e mezzo Tra gli “ascoltati”, oltre a Prodi e Mastella, Marco Minniti e Tonino Gentile Assoluzione per l’ex pm di Catanzaro Luigi de Magistris, oggi sindaco di Napoli, e un anno e mezzo di reclusione per il consulente informatico Gioacchino Genchi. Sono le richieste avanzate al tribunale di Roma dal pm Roberto Felici nel processo che vede i due imputati di concorso in abuso d’ufficio per aver acquisito illegittimamente, nell’ambito dell’inchiesta calabrese ‘Why not’del 2007, tabulati telefonici riconducibili a parlamentari senza che fosse stata interpellata per la necessaria autorizzazione la Camera di appartenenza. Il pm Felici, pur premettendo di «non apprezzare i metodi di indagine seguiti all’epoca da de Magistris, che spesso per ansia o euforia investigativa ha ecceduto nell’uso di strumenti invasivi», ha precisato che dagli atti del dibattimento «non sono emersi elementi per sostenere che l’allora pm di Catanzaro fosse consapevole che all’interno di quegli elenchi vi fossero utenze di parlamentari». Il torto di de Magistris, secondo la procura di Roma, è stato quello di aver dato carta bianca a Genchi, il cui incarico era finalizzato a portare alla luce il giro di relazioni e rapporti desumibili dalla rubrica telefonica (contenente migliaia di numeri) riconducibile all’imprenditore

Antonio Saladino al centro dell’inchiesta ‘Why not’. «In questo modo, de Magistris si è di fatto consegnato allo stesso Genchi al punto che il consulente tecnico è andato oltre il suo ruolo e si è trasformato in investigatore (essendo pure un funzionario della polizia di Stato), disponendo i decreti di acquisizione di atti che il pm firmava con non troppa attenzione. Genchi, che da 15 anni faceva questo lavoro, non poteva non sapere che occorresse un via libera del Parlamento per indagare sulle utenze di politici, come Romano Prodi, Clemente Mastella, Francesco Rutelli, Marco Minniti e Antonio Gentile». Secondo il pm Felici, «Gioacchino Genchi, negli anni, si era costruito un database pieno di informazioni, creando un bagaglio di conoscenze enorme, sapeva vita, morte e miracoli dei politici, le loro abitudini. Ma al di là di quell’agenda telefonica di Saladino - ha ribadito il pm - non c’era alcun altro indizio che giustificasse il coinvolgimento di parlamentari». La conclusione, per il rappresentante della pubblica accusa, è una sola: «Tutta l’operazione di acquisizione illecita dei tabulati è stata condotta e gestita da Genchi, complice anche la scarsa attenzione del pm, perché era lui l’effettivo ‘dominus dell’indagine’, era lui a raccogliere dati e informazioni, era lui a selezionare e a valutare ciò che poteva essere utile all’inchiesta Why not. De Magistris, probabilmente, non sapeva del coinvolgimento di parlamentari né era consapevole che il suo consulente ci stesse lavorando sopra: lo prova anche il fatto che il 22 maggio 2007 fu il magistrato ad avvertire Genchi che un’utenza, su cui erano in corso accertamenti, era riconducibile a Sandro Gozzi, da poco parlamentare e personaggio certamente non conosciuto da tutti». Per il pm Felici, «De Magistris in cuor suo magari sperava di tirare fuori qualche nome di peso dall’agenda di Saladino, ma il dato da solo non è sufficiente per sostenere che avesse l’intenzione di prendere di mira un parlamentare». Da qui la richiesta di assoluzione per l’attuale sindaco di Napoli «perché il fatto non costituisce reato».

Luigi De Magistris

Gioacchino Genchi

Presunte truffe

Sospesi quattro dirigenti della Regione Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Fabio Regolo, ha disposto l’applicazione della misura interdittiva dalla professione per la durata di 2 mesi nei confronti di quattro indagati dell’inchiesta “Bis in Idem”, scattata martedì scorso con 9 arresti e sequestri per 30 milioni di euro. Le sospensione dal servizio dei quattro dirigenti regionali è stata decisa dal gip dopo gli interrogatori di garanzia terminati ieri. Per Bruno Calvetta, 54 anni, di Vibo, direttore generale del dipartimento Lavoro della Regione, l’accusa di truffa aggravata fa riferimento alla presunta falsa attestazione di avvenuti controlli in ordine ai requisiti di ammissibilità della ditta Eurocoop - addetta alla raccolta dei rifiuti a Vibo - ai finanziamenti regionali. L’Eurocoop, attraverso tali presunte false attestazioni, avrebbe percepito oltre un milione di euro. Mario Nicolino, 44 anni, di Pizzo, componente del Nucleo di valutazione della Regione, avrebbe invece ammesso a finanziamento il progetto della Eurocoop «in assenza delle condizioni di ammissibilità», mentre i funzionari regionali Salvatore Zappulla, 51 anni, e Antonio Franco, 53 anni, entrambi di Reggio Calabria, avrebbero sottoscritto i verbali per l’erogazione della Cassa integrazione ai lavoratori dell’Eurocoop sul presunto falso presupposto di una crisi aziendale.

11


12

Sabato 24 Maggio 2014

Mezzoeuro Alle origini del potere

Speziali, intrigo internazionale Il caso Matacena non finisce di stupire. Per i rilevanti interessi economici in gioco, per il degrado morale che mostra con estrema crudezza, per il coinvolgimento di personaggi come Claudio Scaloja, che ha avuto un ruolo di primo piano nei governi passati, di Vincenzo Speziali senior, il cui ruolo «nella vicenda è da considerare di particolare spessore, svolgendo il compito di intermediario tra l’ex-ministro, Chiara Rizzo (moglie di Amedeo Matacena) ed il referente libanese che dovrebbe garantire la vicenda del Matacena in quel territorio», come si legge negli atti. A puro titolo informativo si deve ricordare che «Vincenzo Speziali, nato a Bovalino (Rc) il 04.07.1931, noto imprenditore al vertice del più importante gruppo industriale calabrese risulta indagato nell’ambito del proc. pen. della Procura della Repubblica di Crotone, unitamente ad altre persone, in ordine ai delitti di concussione, millantato credito ed estorsione in danno della Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone; è coniugato con la cittadina libanese Rizk Joumana».

«Già dirigente dell’Eni,

ha avviato la sua attività imprenditoriale con la costituzione di una industria di laterizi e poi successivamente con altre iniziative imprenditoriali che formano il “Gruppo Speziali”. Il 2 giugno 1992 viene nominato Cavaliere del lavoro. Dal 2001 al 2006 è presidente della «Sacal, la società di gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme, membro del consiglio di reggenza della Banca d’Italia e vicepresidente della Banca Popolare di Crotone. Già presidente regionale di Confindustria in Calabria. Nel 2008 intraprende l’attività politica all’interno del progetto del Popolo della Libertà e viene eletto senatore». Questo è il profilo che emerge nella documentazione relativa all’inchiesta, dove si legge altresì che: «La consultazione di alcune fonti aperte, inoltre, consentiva di accertare che in data 9 maggio 2013, Speziali Vincenzo, cl. 1974, ha accompagnato Amin Gemayel (Beirut -Libano- 12 gennaio 1942, noto esponente politico, già Presidente del Governo libanese dal 1982 al 1988, a capo delle “Falangi libanesi”, organizzazione politica di riferimento del mondo cristiano maronita) a far visita alla tomba del defunto statista Giulio Andreotti. L’articolo della testata AdnKronos, poneva in risalto che il politico libanese era stata accompagnato sul sepolcro da Vincenzo Speziali, ultimo delegato nazionale del movimento giovanile della Dc, marito di una nipote del Gemayel. Sempre il 3 marzo 2012, un articolo stampa on line. dava notizia che il Gemayel si era recato anche in Calabria ed era stato ricevuto dall’allora Senatore Pdl Vincenzo Speziali cl. 1931 e dal Presidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Talarico, con i quali si era soffermato in una conferenza stampa organizzata presso la Sacal (società di gestione dell’Aeroporto di Lamezia Terme). Ulteriore articolo apparso in quella stessa data, sulla testata on line Rtv, riportava che il Gemayel si era recato presso l’abitazione di Sellia Marina di Vincenzo Speziali cl. 1931, al quale risultava legato da rapporti di amicizia personale. Che lo Speziali fosse particolarmente coinvolto nella vicenda, pressato da Scajola che aveva necessità di dare risposte sul possibile trasferimento di Matacena, lo dimostra la conversazione ... (omissis) dove appare impaziente quando afferma: Si, ma io lì non so più cosa dire, capisci, perché piuttosto gli dico che non c’è niente da fare, capito?».

L’inquietante caso Scajola non può che riaccendere i riflettori sulla vicenda di Matacena e sulle connivenze che negli anni hanno fatto parecchi proseliti in giro Dall’ordinanza di applicazione di misura cautelare e sequestro preventivo dell’ex deputato emerge un vero e proprio risiko tra amicizie potenti e straniere Il marchio dell’imprenditore catanzarese emerge con vigore dalle carte con un profilo tutto da scoprire... I complessi intrecci tra affari, politica e criminalità sono analizzati attraverso le dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia in precedenti procedimenti e dibattimenti che hanno portato alla condanna di Amedeo Matacena.

Particolare interesse

riveste la testimonianza di Pasquale Nucera, che, secondo quanto si legge negli atti, «riferisce di una riunione di ‘ndrangheta in cui si dibatteva un progetto dell’organizzazione criminale di individuare un nuovo partito politico da cui ottenere appoggi e protezioni: A.D.R. Nei miei precedenti interrogatori ho riferito di una riunione che si svolse tra l’agosto e il settembre 1991 nel Santuario di Polsi nel comune di San Luca». «Ho già parlato dell’oggetto di questa riunione nel corso della quale si parlò di un progetto politico da me esposto», continua il Nucera. «Il colletto bianco che aveva una parlata italiana con accenti inglesi o americani si chiama Giovanni Di Stefano. È un italiano, amico di Milosevic, leader militare della Serbia. È un personaggio molto importante che gestisce il traffico di scorie radioattive e la fornitura di anni militari a paesi sottoposti ad embargo, principalmente la Libia. Di Stefano disse che bisognava appoggiare il nuovo “partito degli uomini” che doveva sostituire la Dc in quanto questo ultimo partito non garantiva gli appoggi e le protezioni del passato. Alla predetta riunione erano presenti tutti i vari esponenti dei locali della “ndrangheta”. Tra gli altri erano presenti Pasquale e Giovanni Tegano, Santo Araniti, uno dei Mazzaferro di Taurianova e uno dei Mazzaferro di Gioiosa Ionica, che abitava vicino il cimitero, Marcello Pesce, uno dei Versace di Polistena. uno dei Versace di Africo. parente di un certo Giulio Versace, Antonino Malè. il cui cugino fa lo spazzino, due dei Piromalli, Antonino Mammoliti ed altri. Era presente, seppure defilato, Matacena junior “il pelato”, appartato con Antonino Mammoliti di Castellace».

Intrecci tra affari,

‘ndrangheta e politica, che riemergono dal passato e riaffiorano ancora una volta, sotto diverse forme tanto che la criminalità calabrese è diventata la più potente d’Italia. I reati contestati agli imputati sono giustificati dall’aver agito «consapevolmente al fine di proteggere economicamente uno dei più potenti ed in-


Mezzoeuro

Sabato 24 Maggio 2014

Alle origini del potere Claudio Scajola Nel riquadro, Vincenzo speziali

forza del quale l’uomo politico, non partecipe del sodalizio criminale, si era impegnato, a fronte dell’appoggio richiesto all’associazione mafiosa in vista di una competizione elettorale, a favorire gli interessi dei gruppo. Circostanza emersa incontrovertibilmente e ribadita dai giudici della Corte di Assise di Reggio Calabria è che il MATACENA ha beneficiato dell’appoggio elettorale della famiglia mafiosa dei Rosmini, sia direttamente da parte di costoro che a mezzo di Aquila Giuseppe, il quale è stato il trait-d’union tra l’imprenditorepolitico ed i gruppi mafiosi (rectius gli interessi dei gruppi mafiosi» facenti capo ai Rosmini ed ai Serraino.

fluenti concorrenti esterni della ‘ndrangheta reggina, visto il rilevantissimo ruolo politico ed imprenditoriale rivestito dal Matacena e, per questa 1’Ù1, agevolare il complesso sistema criminale, politico ed economico, riferibile alla ‘ndrangheta reggina, interessata a mantenere inalterata la piena operatività del primo e della galassia imprenditoriale a lui riferibile, costituita da molteplici società ed aziende utilizzate per schermare la vera natura delle relazioni politiche, istituzionali ed imprenditoriali dal predetto garantite a livello regionale e nazionale». «Si contesta anche allo Scajola Claudio la condotta del reato di procurata inosservanza di pena in connessione con l’omologa intenzione palesata da Matacena Amedeo, cui si da conto nella odierna richiesta cautelare. In linea generale, la condotta del reato in contestazione consiste in un’attività volontaria specificamente diretta ad eludere l’esecuzione della pena, che concorre con quella del condannato ricercato».

La gravità del fatto

emerge chiaramente da quanto si legge nel provvedimento giudiziario, dove si legge: «La sentenza emessa in diverso procedimento, cui sopra si è accennato (Passanisi+altri), dimostra che già da tempo Matacena aveva cercato di mettere al riparo l’importante attività imprenditoriale mascherando la sua presenza quale titolare di fatto delle società Ulisse e Amadeus spa, formalmente amministrate, rispettivamente, dall’ingegnere Pratticò (il quale prima di assumere la carica sociale di presidente ha svolto l’incarico di amministratore delegato) e dall’avvocato Rijli. Il Matacena, da tempo, dapprima indagato, poi imputato per il grave delitto per cui oggi ha riportato condanna definitiva, ha curato i suoi interessi attraverso un apparente distacco dalle società, attuando un collaudato modus operandi, che ha visto nel tempo impegnati in questo turbillion di trasformazioni societarie, cessione di quote e girandole di incarichi sociali, la madre, De Carolis Raffaella, l’immancabile Politi Martino che comunica ogni sua conoscenza a quest’ultima,

Chillemi Antonio, indi Rizzo Chiara, divenuta moglie del primo, personaggi indispensabili nel programma simulatorio di intestazione fittizia delle quote societarie delle società di capitale Solemar srl, Amadeus spa, Amju International Tanker Ltd, e Athoschia, International Tanker Ltd, queste ultime due costituite ed esistenti secondo le leggi della Repubblica di Liberia». «La creazione, da una originaria società, di ulteriori e nuove società fittizie, così come pure le plurime intestazioni fittizie di quote di società o i cambi dei vertici societari, possono realizzare attraverso un reticolo di operazioni simulate, un assetto che rende oltremodo difficile se non impossibile l’individuazione della reale proprietà dei beni in questione, agevolandone la sottrazione alle legittime pretese dello Stato». «Circa il livello di coinvolgimento di Chiara Rizzo, Scajola Claudio, Politi Martino e De Carolis Raffaella, le intercettazioni in atti, sopra riportate da cui si evince il frenetico scambio di informazioni, il coinvolgimento di una rete di soggetti e l’esistenza di un sistema di comunicazioni di grande ed immediata efficacia, danno conto della condotta posta in essere - in parte in Italia, in parte all’estero - integrante il paradigma di cui agli art. 6 comma 2 e 390 c.p., aggravato ex art. 61 n. 2 c.p., dalla finalità di consentire al beneficiato di eseguire od occultare il delitto di cui al capo A): spostamenti di somme per garantire la latitanza del MATACENA, attività dirette a rendere attuabile il pianificato spostamento del Matacena dall’Emirato di Dubai alla Repubblica del Libano, luogo individuato dallo Scajola sfruttando le proprie relazioni personali (tra le quali quella con SPEZIALI Vincenzo)». «Invero, quella sentenza (di definitiva condanna di Amedeo Matacena) ha definitivamente accertato l’esistenza di “indizi gravi, precisi e concordanti della serietà e concretezza degli impegni assunti dall’imputato (Matacena ndr) nei confronti del sodalizio criminale (Rosmini ndr) per ottenere la sua elezione alla Camera dei Deputati nelle elezioni politiche dell’anno 1994”, dunque, ha ritenuto acclarato lo scambio politico-mafioso, in

Quello che ha ulteriormente precisato la Corte d’Assise con l’ultima ed irrevocabile decisione è il rapporto Matacena-cosche reggine, mettendo in risalto la serietà e concretezza degli impegni assunti dall’imputato, che così si è espressa sul punto: «Consegue da quanto sopra un proficuo impegno profuso dalla cosca Rosmini per l’elezione alla Camera dei Deputati del Matacena, correlato ai buoni uffici che l’uomo politico, assurto alla titolarità di cariche elettive nazionali, avrebbe potuto esercitare in favore della cosca medesima, che, dunque, lo aveva individuato come soggetto funzionale e/o utile alla consorteria». Già a questo punto dell’esposizione non può omettersi di richiamare il principio affermato in Cassazione penale sez. V, 6 febbraio 2007, nr. 21648, laddove, in motivazione, è stato considerato che «è appena ovvio l’aumento di prestigio che l’associazione malavitosa acquisiva per il solo fatto di poter vantare un referente politico “vicino”, costituendo ragionevolmente tale circostanza agli occhi dei consociati in qualche misura una sorta di (obliqua) legittimazione, a prescindere da vantaggi economici più concreti e contingenti, che tuttavia era ragionevole pensare che avrebbero fatto seguito alla acquisita maggiore contiguità con il potere politico. Per altro verso lo stesso accedere ad un rapporto sinallagmatico che contempla la promessa di voti in cambio della disponibilità a futuri favori, integra per il politico che ne sia parte la fattispecie di concorso esterno in associazione mafioso, ave si consideri la volontarietà e consapevolezza dell’accordo e dei suoi effetti. Si tratta di puntuale applicazione del principio di diritto già affermato da questa stessa Corte con la sentenza Frasca del 16.3.2000 (n. 4893 RV 215964), ... , secondo il quale basta il mero scambio delle promesse tra esponente mafioso e politico per integrare il sinallagma significativo del concorso esterno, e non sono necessarie verifiche in concreto in ordine al rispetto da parte del politico degli impegni assunti ave vi sia prova certa, come nella specie, della conclusione dell’accordo, perché è lo stesso accordo che di per sé avvicina l’associazione mafiosa alla politica, facendola in qualche misura arbitro anche delle sue vicende elettorali, e rendendo/a altresì consapevole della possibilità di influenzare perfino l’esercizio della sovranità popolare, e cioè del suo potere». «Le plurime, univoche e convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno provato che il Matacena era uomo politico, la cui elezione era stata attivamente sostenuta dai Rosmini. perché Matacena è una persona che ci può aiutare. Conclusivamente, la cosca Rosmini aveva individuato nel Matacena il politico che aveva manifestato disponibilità a favorire gli interessi della cosca». op.

13


Mezzoeuro

Sabato 24 Maggio 2014

Competitività per il successo

Come ottenere credito in tempo di crisi Confindustria e Banca Carime parlano di legami e monitoraggi a Villa Rendano a Cosenza Il rating, le forme alternative di investimento come i minibond, il sostegno alle aziende o ai consorzi di imprese nell’internazionalizzazione. Queste le tematiche trattate nel corso del seminario “Come ottenere credito in tempo di crisi”, organizzato da Confindustria Cosenza e Banca Carime presso Villa Rendano, nel centro storico di Cosenza. I lavori, introdotti dal presidente Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, hanno registrato gli interventi, per Banca Carime, del direttore territoriale Calabria Nord Vittorio De Sio, del direttore dell’Area crediti di Banca Carime, Nunzio Berti e del responsabile Global transaction e Operations del Gruppo Ubi Banca, Sergio Passoni. Ha moderato il seminario il direttore di Confindustria Cosenza, Rosario Branda. Per il presidente degli Industriali cosentini Natale Mazzuca «la possibilità di ottenere credito da parte delle imprese è da sempre uno dei fattori di competitività per ogni strategia di successo. In tempo di crisi perdurante aumenta di peso, importanza e valenza. Le banche hanno le loro ragioni ma ancora di più le hanno le imprese che producono e generano ricchezza ed occupazione! Come Confindustria siamo impegnati nella composizione degli interessi perché possa ripartire l’economia, motore trainante dello sviluppo in senso ampio». «L’obiettivo dell’incontro - ha spiegato il direttore territoriale Calabria Nord di Banca Carime,

Da sinistra De Sio, Passoni, Berti, Mazzuca e Branda

Vittorio De Sio, - è la creazione di nuovi legami di collaborazione tra i soggetti in prima linea nell’economia del Mezzogiorno, in modo da sviluppare sinergie volte a concrete possibilità di sviluppo e crescita territoriale. In questo periodo è fondamentale tracciare nuove strade, risollevarci dalla pressione che il difficile contesto economico mondiale sta imponendo, avere spirito di cooperazione al fine di riaccendere la forza motrice del fare impresa competitiva». «Il monitoraggio e la qualità del credito, inteso come porta d’accesso per l’impresa nel fare sviluppo e generare ricchezza sul territorio - ha sottolineato il direttore dell’Area crediti di Banca Carime Nunzio Berti - non può prescindere dal generare nuove sinergie tra i soggetti che poi rappresentano le economie locali, coloro che hanno il vero polso della situazione. Per uscire dalla crisi e tornare a crescere, sostenere le aziende diventa uno degli obiettivi primari anche per le banche, in quanto il legame tra credito e sviluppo è troppo forte e rilevante per non essere incentivato con nuove forme di collaborazione». «Il Gruppo Ubi Banca - ha dichiarato il responsabile Global transaction e Operations del Gruppo Ubi Banca, Sergio Passoni - da tempo sostiene le iniziative finalizzate a realizzare incontri di business mirati tra imprese, con il supporto e la consulenza finanziaria del Gruppo e con l’obiettivo comune di mettere a disposizione degli imprenditori partecipanti la più completa offerta di servizi e consulenze necessari al processo di internazionalizzazione d’impresa. La consolidata sinergia tra il Gruppo Ubi Banca e Confindustria Cosenza ha già generato benefici per le imprese, partendo dalla condivisione nell’individuazione dei mercati più interessanti sui quali concentrare gli sforzi, per arrivare alla ricerca mirata di fruttuosi partner, alla completa organizzazione logistica e assistenza nella definizione di nuove opportunità commerciali».

Soldi che pesano

Riunito il tavolo tecnico per il Decreto Reggio Proseguono a Palazzo San Giorgio, sede del Comune di Reggio Calabria, gli incontri, calendarizzati la scorsa settimana e presieduti dal prefetto Gaetano Chiusolo, tra l’amministrazione comunale, rappresentata dalla commissione straordinaria, i dirigenti di riferimento, e i rappresentanti di Confindustria, Ance e sigle sindacali. «Il tavolo tecnico permanente, partendo dalla disamina delle criticità esistenti nelle opere pubbliche gestite dal Comune di Reggio Calabria e, in particolare, nell’ambito delle opere finanziate con i fondi Pisu e con il Decreto Reggio, vuole rappresentare - si legge in una nota - un modello che consenta di creare fattive sinergie in ordine alle opportunità di sviluppo del territorio. Una discussione aperta che parte dalla trattazione di temi tecnici, ma finalizzata a promuovere il percorso programmatico e le linee di governo dell’amministrazione cittadina. La novità emersa nel corso dell’incontro di ieri riguarda la cosiddetta “Operazione trasparenza”, annunciata dal funzionario delegato al Decreto Reggio, Piero Emilio. Sarà istituito a breve, infatti, un albo pretorio online dedicato, con funzionigramma e relativi responsabili degli uffici e dei servizi, attraverso il quale sarà possibile monitorare, accedendo con password autorizzata, lo stato dei procedimenti e tutto il ciclo di vita delle opere pubbliche. Saranno, inoltre, pubblicati - continua la nota - tutti gli atti amministrativi adottati dall’Ente, estendendo, quindi, anche al Decreto Reggio gli effetti e gli strumenti previsti dal “Piano comunale anticorruzione e trasparenza”». «Attraverso questo strumento - ha dichiarato il commissario Chiusolo - sarà possibile conoscere in tempo reale lo stato effettivo dell’opera pubblica d’interesse ed individuare, al contempo, il responsabile tecnico ed amministrativo a cui far riferimento. Proseguire in un serrato confronto con le associazioni di categoria è segno di responsabilità ed impegno da parte nostra. Intendiamo continuare a farci carico dei problemi esistenti, mantenendo un costante confronto con il territorio e la comunità di abitanti, imprese e associazioni». Gli incontri proseguiranno sistematicamente, con cadenza settimanale, per la definizione delle linee programmatiche e la verifica del programma e della tempistica.

15



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.