Mezzoeuro

Page 1

euro 1,00

Mezzoeuro numero 31 - Anno 13 - Sabato 2 Agosto 2014

0,50 + 0,50 Voce ai giovani

settimanale d’informazione del Mezzogiorno d’Europa

CALABRIA

Voce Mormanno, si trema ai giovani anche per la gioia www. mezzoeuro.it

Salute, i camminatori della Via Franchigena

www. mezzoeuro.it


2

Sabato 2 Agosto 2014

Mezzoeuro

Mezzoeuro

La selva oscura del potere

La selva oscura del potere

Sabato 2 Agosto 2014

I bronzi e la ‘ndrangheta E le elezioni dietro l’angolo... «Domani il ministro Dario Franceschini presenterà due progetti che riguardano anche la Lombardia, “Vento” e la “Via Francigena”, avrò l’occasione di parlargli anche della richiesta di avere i bronzi di Riace per l’Expo: è un’operazione difficile che va costruita». Sgarbi ha fatto un pò di pipì fuori dal vaso (colta, consapevole e funzionale). E Bobo Maroni, conversando coi giornalisti, mostra di saper fare gol con l’assist e la proposta per certi aspetti choc di Vittorio Sgarbi. Che di mestiere, oltre al critico d’arte, ha sempre fatto quello di andare a sfriculiare laddove c’è sale per sfriculiare. Non parla a caso Sgarbi, e quando semina veleno lo fa perché il terreno tutto sommato Mezzoeuro chiama tempesta. Ma quanta superfiFondato da Franco Martelli cialità va in scena se chiudiamo qui la partita, con un pò di deprimente amor conterraneo. Il problema è più comEdiratio editore plesso e andiamo un pò indietro per afferrare la posta in gioco. Direttore responsabile Domenico Martelli Cosa ha detto Sgarbi qualche giorno fa? Calabresi prestateci i bronzi di Riace. Registrazione Ci servono per l’Expo e poi ve li restiTribunale di Cosenza tuiamo. In cambio per lo stesso perion°639 do vi diamo un paio di Caravaggio, tandel 30/09/1999 to i bronzi se stanno lì da voi sono ostaggio della ‘ndrangheta, sono spreRedazione cati. Incassano poco perché il grande e amministrazione turismo ha paura di arrivare fino alle via Strada Statale 19 bis, 72 87100 Cosenza sedi fiscali delle cosche. Firmato Vittorio Sgarbi, controfirmato Responsabile da Bobo Maroni, il governatore della settore economia Lombardia e padrone di casa dell’Expo. Oreste Parise Non inganni il pulpito milanese della conversazione iniziale, tanto Sgarbi Progetto quanto soprattutto Maroni sanno bene e realizzazione grafica cos’è la ‘ndrangheta. Molto bene. Maurizio Noto Ma tant’è, la provocazione, tanto per far capire di che stiamo parlando, finitelefono 0984.408063 sce sul tavolo del ministro Franceschini fax 0984.408063 e non è detto che non prenda strade anche più organizzate da qui a poco. e-mail: ediratio@tiscali.it Niente è da escludere. Subito si è alzato il muro del contrappasso, il calabrotto Stampa e brontolone e falso orgoglio conterraStabilimento tipografico neo che difende mediaticamente il nulDe Rose, Montalto (Cs) la e si lascia ammazzare poi ogni giorno. Quel rumoroso, tardivo e controDiffusione producente vociferare di classe diriMedia Service gente che altro non poteva fare che indi Francesco Arcidiaco veire con Sgarbi e Maroni. Della serie, telefono 0965.644464 giù le mani dai bronzi. Sono i nostri, fax 0965.630176 non sono del mondo. Internet relations N2B Rende Già, i bronzi. Come fossero di chissà chi, come se indirettamente si desse raIscritto a: gione a Sgarbi che li considera ostagUnione Stampa Periodica gio della ‘ndrangheta. Che naturalItaliana mente, se potesse trattare direttamente con il governo oltre agli appalti anche le opere d’arte e i simboli li avrebbe già portati a Milano, i bronzi. Ancora una

n. 12427

La provocazione più o meno irriverente di Sgarbi e fatta propria da Bobo Maroni come metafora a tempo della 'ndrangheta che controlla e che è più avanti di tutti. E che sta scegliendo, se non lo ha già fatto, su chi puntare alle prossime regionali Deve solo trovare chi le dà più garanzie... volta, per l’ennesima volta viene da dire, il marketing al rovescio della medietà e mediocrità della classe dirigente calabrese ha fatto fare un figurone tanto al provocatorio critico d’arte, quanto alla ‘ndrangheta ovviamente che forse l’affare artistico l’ha un pò sottovalutato. ‘ndrangheta che dell’Expo ha già preso il miele, per intenderci. ‘ndrangheta che con una caramella in più o in meno non gli cambia l’appetito e Maroni queste cose le sa bene e sa che si può permettere di “avanzare” il prestito. Non commette oltraggio perché è buon padrone di casa per cose più serie. Perché una cosa è scientificamente sfuggita ai brontoloni della medietà, ai “nostri” della classe dirigente. I bronzi sono dell’eterno, pescati a Riace. La ‘ndrangheta è nostra invece, tutta nostra. Che fa il giro infettivo del mondo ma è nostra nel dna e qualcuno, scientemente, fa finta di dimenticarselo. Già, la ‘ndrangheta. Doveva pensarci Vittorio Sgarbi a rispedirla in prima pagina a due passi dal voto per il potere di Calabria, altro che bronzi. Non l’avesse fatto lui, con la scusa dei guerrieri greci, nessuno dei compaesani più o meno illuminati l’avrebbe fatto. E si capisce bene il perché. Vota, la ‘ndrangheta. Fa votare, sa chiedere e fa chiedere voti. Lo sa fare come nessuno. Ed è meglio tenersela buona di questi tempi. Tra adepti di prima mano, diciamo di giuramento, affiliati, correlati, amici, amici degli amici, simpatizzanti, avvocati, notai, commercialisti, imprenditori direttamente collusi o intranei più relativi dipendenti, medici, direttori e manager sanitari, azzardiamo pure qualche “colletto sporco” dei tribunali e delle procure stiamo parlando di una cifra umana che può non essere lontana complessivamente dal dieci per cento dell’elettorato calabrese. La capacità di penetrazione, di con-

Rosario Olivo

Expo grande occasione per promozione della Calabria

I bronzi io li darei Cafiero De Raho

Senza giudici inchieste a rilento

vincimento, l’aver tutti famiglia chi più chi meno fa il resto. È una macchina che non sta ferma e che può essere compatta quando serve e il fatto che sia di gran lunga la prima “azienda” della regione (la nostra Fiat, così s’è usato dire in passato) deve convincere anche i più scettici che è in campo la ‘ndrangheta prima del voto. Eccome se è in campo. E i “nostri” lo sanno bene questo. Deve vincere per forza del resto, quantomeno non perdere. Deve avere un presidente e una interlocuzione di governo come minimo non ostile, se non proprio compiacente. Oggi la cassa pubblica e regionale non è più come in passato la prima “tetta” da mungere per il crimine organizzato e stratificato. Per varie ragioni il rating della Regione è calato anche nei grafici della ‘ndrangheta ma un conto è dire questo, che non è una buona notizia in assoluto per definizione, altro è averla nemica la Regione. Peggio ancora indifferente. E allora la ‘ndrangheta con le sue famiglie si muove, scruta, incontra. Una sorta di talent show nelle case, nelle contee. Audizioni preliminari. Con tanto di politici in corsa ovviamente. Non è ancora chiaro se ha già scelto il suo “cavallo” da corsa per questa stagione. Nel 2005 Loiero ammise di aver stretto troppe mani in campagna elettorale, soprattutto sul lungomare di Locri. Se ne accorse con Fortugno steso per terra, disse che quel piombo era anche per lui. Come

La rubrica “Il legno storto” di Franco Crispini è temporaneamente sospesa

morto per interposta persona. Nel 2010 non accadde nulla, ma anche questo è a suo modo un accadimento. I cultori della materia, se lo vogliono, ne traggano le conseguenze. E ora? Cosa accadrà alla vigilia della stagione più difficile, quella con più incertezze complessive sullo sfondo? Chi sceglierà il summit del crimine organizzato? Qual è il volto più credibile, quello che dà più garanzie? Chi tra i concorrenti reali e potenziali è in grado allo stato di fornire più “tranquillità” gestionale alle famiglie d’onore? Ma soprattutto, è ancora capace la politica nel suo insieme di distribuire “forniture” certe alle cosche? Chi garantisce per la politica? E infine, le famiglie sono poi unite anche stavolta nel “trattare” con la regnanza o si percepiscono segnali di discrasie, di vedute diverse tra le contee, di desideri diversi, di ambizioni che non collimano? Non è dato sapere. Ma intanto si tratta, si cena, si stringono mani, tante mani. Da Reggio a Gioia Tauro, risalendo poi fino a Cetraro e riscendendo fino alla tappa ineludibile di Cirò Marina (proprio Cirò, dove qualche giorno fa è partita una strana lettera in cinque copie a esponenti del Pd a proposito delle primarie: avete mai letto della ‘ndrangheta che si infila in discorsi interni di partito? Che c’è davvero di sotto?) chiudendo il tour nella Locride, proprio quella dei bronzi. S’illude chi pensa che tutto questo sia esaltazione della dietrologia criminale. La ‘ndrangheta, come ha sempre fatto dall’istituzione delle Regioni, ha sempre concorso alla vittoria del cavallo da corsa. Non mancherà all’appuntamento neanche stavolta, sta cercando solo quello che le dà più garanzie...

«I ritardi sono conseguenti a un allarme che da questa Procura è stato dato ripetutamente». Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, nel corso della conferenza stampa odierna sull’operazione “Mauser”, rispondendo alle domande dei cronisti sui tempi dell’indagine, iniziata nel 2006 e conclusa oggi dopo otto anni. Il Procuratore si è vdilungato sulle carenze registrate negli organici, che lui stesso ha illustrato la settimana scorsa al ministro della Giustizia giunto a Reggio Calabria per un incontro coi vertici della magistratura e con l’avvocatura reggina. «I reati - ha proseguito Cafiero De Raho - vengono commessi in straordinaria abbondanza. Abbiamo incontrato il ministro della Giustizia per dire che gli organici sono vuoti per un terzo, un quarto o più. Dalla dda vanno via 3 magistrati di grande esperienza, altri due erano andati via circa un anno e mezzo fa, quindi tutta la Dda si rinnoverà del 50 per cento con magistrati anche molto giovani. Su Reggio Calabria non ci sono domande di magistrati anziani, i magistrati si formano a Reggio e poco dopo entrano alla Dda, unico caso rispetto al resto del Paese. Qui il numero di magistrati non è mai soddisfatto, mancano sempre tre e anche sei magistrati. Al ministro della Giustizia abbiamo fatto richiesta non solo del riempimento dell’organico del personale amministrativo, perché l’organico dei magistrati compete al Csm, ma abbiamo anche detto che un organico di 26 è insufficiente, e abbiamo chiesto e un aumento di almeno 5 unità. Questo - ha continuato il procuratore - è un esempio di come su determinati fatti su cui bisognerebbe intervenire con urgenza non c’è la possibilità di farlo». «In quegli stessi anni - ha puntualizzato il procuratore, il quale solo l’anno scorso è giunto a capo della Dda reggina - vi sono state indagini che hanno richiesto impegno eccezionale. Se la ‘ndrangheta come tutti dicono è l’emergenza sovranazionale, Reggio Calabria - ha concluso - dovrebbe essere dotata di un organico capace di operare. Pensate che il Tribunale è in una situazione ancora peggiore, da settembre comincerà a celebrare soltanto i maxiprocessi».

«Esprimo un’opinione favorevole al viaggio delle due statue come feci anche vent’anni addietro in qualità di assessore regionale alla Cultura in un analogo, appassionato dibattito riguardante la richiesta, da parte della Città di Los Angeles, di avere i Bronzi di Riace come simbolo della XXIII Olimpiade che si stava per svolgere in quella prestigiosa metropoli». È quanto dichiara Rpsario Olivo, ex presidente della regione Calabria ed ex sindaco di Catanzaro. «Rimango della medesima opinione poiché - spiega - ritengo che i Bronzi di Riace, autentici ambasciatori della millenaria civiltà mediterranea, possono assolvere al delicato compito di trasmettere i valori universali ed unificanti di cui sono espressione, più compiutamente in una prospettiva dinamica che comprenda, certo in occasioni eccezionali, anche il loro spostamento dal momento che, le moderne tecnologie possono offrire le necessarie garanzie sulla integrità dei due guerrieri, in condizione di indispensabile sicurezza. D’altra parte, - fa rilevare Olivo - altri celebri viaggi negli ultimi decenni hanno interessato i più importanti capolavori dell’arte di tutti i tempi, senza aver suscitato allarmi ingiustificati, ma raccogliendo apprezzamenti, consensi, maggiore attenzione e visibilità, con conseguenti ricadute positive, dal lato dell’incremento del turismo culturale, per le aree di appartenenza delle opere stesse. Rammento - dice - la Mostra del Rinascimento a Tokio, quella dei Gonzaga a Londra, del Settecento napoletano a Parigi, il prestito da parte della National Gallery di Londra della “Natività mistica” del Botticelli a Palazzo Strozzi di Firenze in occasione della mostra dedicata al grande pittore; ricordo ancora il giro del mondo compiuto da uno dei cavalli veneziani di San Marco e soprattutto, in occasione della mostra sui grandi Bronzi del Battistero di Firenze dedicata a Leonardo da Vinci, il prestito generoso, da parte del Louvre di Parigi, del San Giovanni Battista, databile al 1508-1513, e tanti altri casi degli ultimi anni, come lo splendido capolavoro di Vermeer, “La ragazza con l’orecchino di perla”, esposta presso il Palazzo Fava di Bologna fino allo scorso maggio, come parte del percorso museale “Genus Bononiae”. I milioni di visitatori dell’Expo di Milano, ma soprattutto le enormi masse di fruitori che si rivolgono ai mezzi mediatici globali, che in tutte le parti del mondo seguiranno l’evento nel corso dei sei mesi del suo svolgimento, potrebbero naturalmente conclude - associare l’immagine straordinaria dei Bronzi a quella della nostra Calabria, che merita di essere presentata non in modo distorto, ma come una delle regioni d’Italia più ricche di storia, cultura e civiltà».

3


4

Mezzoeuro

Sabato 2 Agosto 2014

La sberla della Corte dei Conti Nella relazione sul rendiconto la magistratura contabile evidenzia "proliferare della spesa", "partite di giro anomale" e "occultamento artificioso di consistenti passività" L'Argentina, a ben vedere, non è poi così lontana...

Palazzo Alemanni sede della Corte dei Conti

Il bilancio

balla il tango Una doccia fredda, diciamo più gelata che liquida. I più esperti del settore, quelli avanti con gli anni e che ci sanno fare con i numeri non hanno dubbi. La Calabria, il bilancio della Calabria, comincia a parlare argentino. Si rischia il default, il tango romantico e maledetto della depressione e degli zeri che non tornano più. Che non possono tornare più. Il primo (serio) diaframma lo offre la Corte dei conti nel suo consueto lavoro che fa annualmente tra le pulci dei conti di Calabria. Nel bilancio della Regione sono inseriti residui attivi che sono insussistenti, dice la Corte, sezione regionale di controllo, nel dispositivo letto nel corso dell’adunanza dedicata alla situazione contabile della Regione Calabria. Nello specifico, è stato posto in evidenza che risultano «residui attivi insussistenti per un importo di 136 milioni 195 mila e 183 euro» che portano «l’avanzo finanziario dell’esercizio 2013 a essere non superiore a 6 miliardi 292 milioni 462 mila 685 euro, con ogni conseguente effetto sul rendiconto 2013». È questo il passaggio cruciale del dispositivo. La magistratura contabile ha quindi emesso il dispositivo con il quale «parifica, nelle sue componenti del conto del bilanci e del conto del patrimonio, il rendiconto generale della Regione Calabria per l’esercizio 2013 di cui alla deliberazione delle giunta regionale n.163 del 29 aprile 2014, ad eccezione della situazione finanziaria». La lettura del dispositivo è stata effettuata dal presidente Roberto Tabbita a conclusione del giudizio di parificazione del documento finanziario dell’ente. In aula erano presenti il relatore, consigliere Giuseppe Ginestra, e i referendari Alessandro Verrico ed Elisabetta Usai, quindi è seguita la requisitoria del procuratore regionale Cristina Astraldi De Zorzi. Presenti anche il presidente del consiglio regionale Francesco Talarico, l’assessore regionale al Bilancio, Giacomo Mancini, e il presidente della Commissione regionale di Vigilanza, Aurelio Chizzoniti. I magistrati contabili hanno evidenziato che «situazione finanziaria riportata nel prospetto di cui all’art. 11 della proposta di legge di approvazione del rendiconto, che accerta un avanzo di amministrazione pari a sei miliardi 428 milioni 657 mila euro, senza tenere conto dei residui attivi insussistenti per un importo di 136 milioni 195 mila 183 euro (titolo 6 entrate per contabilità speciali). Pertanto, l’avanzo finanziario dell’esercizio 2013 risulta essere non superiore a 6 miliardi

292 milioni 462 mila 685 euro, con ogni conseguente effetto sul rendiconto 2013. Conseguentemente - è scritto nel dispositivo - il conto del patrimonio risultante dai prospetti di cui all’art. 12 della proposta di legge di approvazione del rendiconto stesso - prosegue il testo - deve essere modificato in coerenza alla rideterminazione del risultato, per come segue: totale attività da euro 10.583.472.830,41 a 10.447.277.646,82». Evidenziato anche il dato secondo il quale «sono stati rispettati i limiti delle previsioni di spesa di competenza e di cassa», così come sono «rispettati i limiti legali all’indebitamento ed i tetti di spesa del patto di stabilità interno». Il quadro complessivo lancia segnali desolanti, argentini appunto. Il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2013 evidenzia un «proliferare della spesa», «partite di giro anomale» e «occultamento artificioso di consistenti passività». È durissimo il giudizio della Corte nella relazione di parificazione al rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2013. Il relatore Giuseppe Ginestra ha evidenziato che la Regione Calabria «non solo non è dotata di strumenti e sistemi atti a garantire in termini di cassa il rispetto dei vincoli tra entrate e spese, ma non è oggettivamente nelle condizioni di conoscere le proprie disponibilità di cassa vincolata nel dell’ anno, né quelle per le quali occorrerebbe provvedere alla ricostituzione». La relazione della Ragioneria generale dello Stato ha evidenziato «numerose irregolarità sia nella determinazione del trattamento accessorio del personale dirigente e non, che nelle assunzioni e nel conferimento di incarichi dirigenziali, concludendosi spesso per l’illegittimità della spesa e con l’ invito all’ente al recupero delle somme indebitamente erogate». Forti critiche anche per la gestione degli incarichi e delle consulenze, oltre che per le gestioni commissariali attuate in Calabria in vari settori. Le conclusioni sono state affidate al procuratore regionale Cristina Astraldi De Zorzi che ha chiesto di dichiarare in ogni caso la regolarità del rendiconto, perché «formalmente corretto». Cioè sviluppato bene, in punta di diritto. Altro è poi chiedersi se dentro ci sono numeri che ballano il «tango». Questo è tutto un altro discorso...

Sanità, l’affondo di Occhiuto

Il governo vuole commissario compiacente? «Sarebbe gravissimo che alla base del ritardo nella nomina del commissario ad acta in Calabria, ci fosse il tentativo di trovare una persona compiacente alle articolazioni calabresi della maggioranza di governo». Lo ha denunciato, intervenendo nell’aula della Camera dei deputati, il parlamentare di Forza Italia, Roberto Occhiuto. «È inspiegabile - ha aggiunto - che non ci sia in Italia una persona che abbia un curriculum adeguato a governare e controllare la sanità. Il presidente Renzi sappia che i calaRoberto bresi pretendono riOcchiuto spetto ed attenzione più delle cabine di regia da lui annunciate. Sappia, anche, che non è più tempo di persone compiacenti alla guida della sanità perché le scelte della politica negli ultimi vent’anni hanno determinato una situazione disastrosa nella sanità pubblica regionale, dove oggi, nonostante gli sforzi degli operatori, per effetto dei tagli al turn over, negli ospedali si rischia di morire invece di essere curati».


Mezzoeuro

Sabato 2 Agosto 2014

Speranze e quattrini (europei) La programmazione del nuovo piano 2014/2020 è il primo concepito da centrodestra. In che cosa si distingue dai vecchi piani? In molte cose ma, ciò che mi preme evidenziare e che ci sarà ciò che ho indicato in precedenza e cioè la concentrazione delle risorse su un numero circoscritto di azioni ed interventi. E poi il fatto che oggi molti degli interventi non a titolarità regionale - e cioè quelli nei quali l’attuazione dipende da altre Istituzioni - hanno un grado di efficienza ed efficacia non sufficiente, è chiaro che vanno semplificate le procedure e irrobustite le azioni di affiancamento a chi poi nel concreto deve tradurre in opere i finanziamenti.

di Oreste Parise

Perché la Calabria non riesce a utilizzare le risorse messe a disposizione? Le ragioni sono molteplici e spesso interdipendenti; la Calabria è una Regione strutturalmente debole con ritardi la cui incidenza è nota a noi tutti. Strutturalmente debole non significa solo economia debole, gap infrastrutturale, livelli occupazionali bassi ma significa anche e soprattutto “sistema Calabria” non attrezzato a cogliere, affrontare e vincere le sfide che si hanno davanti. Quella dei fondi comunitari è una sfida che significa straordinarie opportunità ma anche capacità di programmazione e gestione associate a visioni lungimiranti e sostenibili. Di fondo il mancato o l’inefficace utilizzo delle risorse comunitarie trova certamente origine nella complessità di procedure spesso illogiche ma anche nel limite rappresentato dall’assenza di scelte politiche coerenti e coraggiose.

Stavolta il Por lo abbiamo azzeccato Le dico subito che fosse stato per me avrei limitato al massimo gli interventi diffusi e concentrato massicciamente le risorse su un limitato elenco di progetti strategici e non mi riferisco solo alla partita delle infrastrutture perché lì è semplice pensare ciò che sto dicendo; mi riferisco a tutti i settori dell’economia regionale. Le faccio qualche esempio: si sostiene l’agricoltura attraverso il Psr ed è giusto garantire interventi ampi ma poi con una massa finanziaria ingentissima vanno fatte scelte audaci e cioè si scegli euna filiera - magari con propensione all’export - e la si struttura con interventi finanziari corposi. Alla fine quella filiera sarà in grado di produrre risultati concreti e visibili. Stessa cosa dicasi per le attività produttive; pensi all’artigianato, si sostengano tutte le iniziative ma va da se che individuato un contesto di primaria importanza lì bisogna investire di più e velocemente. O ancora per il turismo, la domanda è: ha senso finanziare l’universo mondo? O forse non ha più senso definire - anche con l’ausilio delle organizzazioni di categoria - una serie di interventi diretti e potenzialmente in grado di invertire la tendenza di alcuni territori e dei numeri regionali? Insomma è un vero e proprio cambio di mentalità quello che ci sarebbe richiesto. Com’è la situazione attuale dei fondi 2007/2013? Quali sono le opere più significative realizzate? Guardi la situazione attuale - a mio giudizio -non è negativa ma certo non è quella ottimale e che servirebbe alla Calabria. In un programma operativo già impostato ed avviato da altri si è cercato di fare il possibile anche con scelte coraggiose. Penso ad esempio ai finanziamenti destinati ai grandi progetti nel settore dei trasporti, dalle metropolitane leggere al completamento di alcune importanti infrastrutture viarie, scelte intelligenti in parte seguite da procedure e fatti in parte destinate ad essere concretizzate con la nuova programmazione. Penso ancora a tutta la partita relativa alla progettazione integrata, Pisu e Pisl innanzitutto, che ha determinato un concreto coinvolgimento dei territori e delle istituzioni locali; è stato senz’altro un buon lavoro e staremo a vedere se poi nel concreto gli attori locali sapranno trasformare quei sostegni in occasioni di sviluppo. Poi gli investimenti per la banda ultra larga, per le zone franche urbane, il rifinanziamento della

Continua il “viaggio” di Mezzoeuro a caccia di risposte aurorevoli a proposito dell’accesso e del miglior utilizzo dei fondi comunitari Abbiamo rivolto alcune domande a Gianpaolo Chiappetta, capogruppo dell’Ncd in consiglio regionale. «La situazione attuale, checché se ne dica, non è negativa anche se occorre fare di più» cassa integrazione in deroga; interventi resi possibile da un concordato e radicale progetto di riprogrammazione di fondi la cui originaria destinazione era stata stabilita a fronte di un contesto economico e sociale profondamente diverso rispetto a quello attuale. Ma c’è poi anche il tema dei sostegni alle attività produttive, dell’efficienza energetica, gli investimenti sulle scuole, nel settore cultura ed infine la velocizzazione delle procedure; sotto quest’ultimo aspetto è naturale che le modifiche dovevano mantenersi entro un confine già circoscritto e con la nuova programmazione occorrerà tenerne conto.

Cosa impedisce di semplificare le procedure burocratiche, adottando ad esempio un bando unico di utilizzo e un unico centro decisionale? Le procedure burocratiche sono complesse e spesso illogiche per tante ragioni ma ce n’è una assolutamente risibile ed è quella secondo la quale un procedura complessa e con molti passaggi e valutazioni renderebbe più sicuro e lontano da condizionamenti e corruzioni il percorso. Nei fatti è vero il contrario, nelle lunghe procedure e nei tanti passaggi si annida il rischio di corruzione, inefficienza, inefficacia; se si adotta come criterio quello di una cornice di riferimento chiara con poi pochi passaggi ed un ferreo sistema di controlli preventivi allora è lecito attendersi maggiore velocità ed efficacia. Da questo punto di vista il tema non riguarda il fatto che vi sia uno o più bandi ma che siano chiari e veloci con le caratteristiche sopraindicate. Ritiene che la struttura burocratica esistente sia in grado di imporre un diverso metodo nella gestione dei fondi? Penso di si, cosi come penso che accanto alle professionalità di cui la Regione dispone sia opportuno - per la nuova programmazione - impegnare risorse per la creazione di una task-force con elementi esterni e con una fattiva partecipazione dello Stato; in Spagna o in Irlanda esistono esempi dai quali potremmo acquisire indicazioni interessanti. Ritiene che si possa concertare con gli organi comunitari un diverso modo di utilizzo dei fondi, con sistemi più automatici, con il credito d’imposta, il finanziamento delle grandi infrastrutture e politiche di sostegno al consumo? Penso di si e peraltro se vuole la mia personale opinione lo strumento del credito di imposta è uno degli strumenti più intelligenti, meno rischiosi e più graditi dalle imprese; convertire l’imposta in un’opportunità di investimento aiuta l’impresa e genera economia che a sua volta recupera l’imposta. Insomma è uno strumento formidabile. Persino la ‘ndrangheta rinuncia ad utilizzare questi fondi per la farraginosità delle procedure e la frantumazione delle competenze. Ritiene possibile attuare una grosse koalition per la gestione dei fondi superando le contrapposizione politiche degli interventi efficienti ed efficaci Non so se l’espressione grosse koalition renda bene l’idea; di certo - e sono assolutamente d’accordo - nella programmazione e nella gestione dei fondi comunitari il coinvolgimento dell’intero sistema politico regionale sarebbe un’ottima cosa; non penso ad una espressione vuota o di circostanza ma - per esempio - alla creazione di una commissione consiliare regionale a guida dell’opposizione e con la partecipazione delle migliori energie universitarie calabresi e di esponenti delle forze dell’ordine. Una sorta di war room che valuti l’andamento delle procedure, la validità dei percorsi, l’efficacia degli interventi attraverso una precisa assunzione di corresponsabilità; mi sembrerebbe un’inversione di tendenza incoraggiante per una Regione dove tutti e troppo spesso sono l’un contro l’altro armati.

5


6

Mezzoeuro

Sabato 2 Agosto 2014

Travagli democratici Nel nome del Signore

Quel patto tra Gentile e Maiolo In comune hanno, tra le altre cose, un magone nello stomaco. Il malcontento che ti rode dentro, quello che non basta il maloox. La percezione di una stagione da gestire, da addomesticare, alla peggio da ingoiare. Poi forse c’è anche molto altro in comune a partire, probabilmente, dalla stessa fede religiosa e dalla stessa ammirazione per le “opere di Dio” ma non c’è dubbio che in questo momento tra Tonino Gentile (e più complessivamente tra la griffe Gentile) e Mario Maiolo ci sia più che un feeling. Un’affinità, più eleggibile che elettiva. Una funzionalità. Un progetto in comune. Già, i Gentile, dominus dei residui del grande impero ma non al punto da gestirne il prossimo. Non basta più il curriculum. È successo qualcosa più a Roma che in Calabria e bisogna adeguarsi. Il bivio è in salita ma è chiaro. O fedeli alla linea del cen- Mario Maiolo trodestra ma per un turno subalterni, sia pure da pro- e Tonino Gentile tagonisti doc. O spazio a nuove avventure, come Quagliariello insegna e predica col rosario in mano. Se la “famiglia” sceglie la prima opzione c’è già il lodo “amatriciano”, l’accordo romano con Scopelliti per consegnarsi con dote agli azzurri, conservando una bella fetta di potere. Se si sceglie l’avventura invece bisogna rischiare, e pregare.

Il rischio è il Pd, il cruccio del coordinatore nazionale, lo statista di Acerra (Quagliariello). Con tutto quello che questo significa perché il Pd, oggi come oggi e da Roma a Catanzaro, è la striscia di Gaza con meno bombe ma più nemici. Nell’attesa i Gentile traccheggiano. Un giorno vogliono le primarie, il giorno dopo fanno finta di non sentire. Un giorno chiedono il candidato di coalizione al 15 luglio e senza perdere altro tempo. Il giorno appresso non rispondono al telefono. E intanto il tempo passa e non fa bene a nessuno. Il Pd resta la missione impossibile, il sogno proibito. Ma non con Oliverio, non si può, quantomeno in pubblico. C’è ancora una querela a cuore aperto nei tribunali. Non resta che la “preghiera”, allora. La via di mezzo, il medio infranto, quel nucleo di voto ecclesiastico che non si sente rappresentato. E che rimane la roccaforte di Maiolo, per esempio. Dunque la pensata, il progetto. Se scatta la “terza via”, il superamento per fede e non per progetto delle diatribe Pd, se scatta il si salvi chi può nell’intifada democratica, Mario Maiolo si farà avanti. Come ha sempre fatto fin qui. Con un alleato in più stavolta. Anzi, con una famiglia in più. Parola del Signore...

L’unica cosa certa nel Pd di Calabria è che, allo stato, si conteranno "morti e feriti" dopo le primarie del 21 settembre. Troppe divisioni e troppo alta la tensione E troppo vicino poi il voto "vero" Sempreché arrivino le idee...

Da destra Mario Oliverio, Ernesto Magorno e Gianluca Callipo

Il Pd e le macerie di settembre In attesa del progetto... Mario Oliverio, nella prova di muscoli in palestra, ha finito per andare oltre il box. Anche troppo oltre e non è detto che questa sia poi una buona notizia per il commissario della Provincia di Cosenza. Generalmente quando si sorride troppo in giro poi bisogna dare conto in qualche modo ed è al tempo delle scelte e della squadra che i nodi vengono al pettine. Qualcuno rimane sempre scontento e se la prende ma fa parte del gioco, il gioco dei muscoli nel Pd. È andato talmente oltre Mario Oliverio con i muscoli da mettere in minoranza il pallottoliere di Ernesto Magorno. Non che questo possa significare poi qualcosa in termini di quoziente elettorale, quello vero, quello delle primarie (se svolte correttamente). Ma in assemblea mettere con le firme in minoranza il segretario che solo qualche mese fa aveva più numeri qualcosa vuol dire. E più che un attacco a Gianluca Callipo poi, con le sue firme che “eccedono”, Mario Oliverio lo sferra alla segreteria di Ernesto Magorno. Niente di che, niente di formalmente degno di nota. Ma il dato politico, o per meglio dire la minaccia, c’è. Toccherà al giovane Gianluca Callipo porvi rimedio perché un concorrente renziano senza un segretario autorevole e autorizzato a comandare alle spalle non va poi molto lontano. Toccherà al giovane di Pizzo colmare altrove il gap che vede l’assemblea renziana di prima

andare sotto oggi come oggi al cospetto di Oliverio. Non un bello spot da raccontare a Renzi, quando verrà. Ma tempo per rimediare, non tantissimo, Callipo ne ha anche se non è più l’assemblea (con le sue firme) che va conquistata. Ma i voti veri, magari in parte dedotti dai colonnelli dell’assemblea, ma voti veri sono. Ed è qui che entrano in gioco progetti e mani libere. Partiamo da queste ultime. Nel Pd con i suoi concorrenti che non discute della rivincita di Calabria (se non rispolverando vecchi slogan che si ha avuto tutto il tempo di applicare sin qui) la raccolta spasmodica di firme e transfughi e timorati ha finito per costruire due cordate ansimanti di potere e incarichi futuri. A cui dar conto, per forza. Se la sentono Oliverio e Callipo di indicare sin da ora, senza conoscere il risultato, la squadra di governo? Nei sistemi democratici più avanzati si fa così, giusto per non creare equivoci così chi ci deve rimare male lo sa prima. Ma non avverrà, come nel più classico dei copioni. Tutti sulla corda fino alla fine, con un crescendo di apprensioni e aspettattive che finiranno per trasformare le primarie del 21 settembre in uno scontro all’arma bianca solo per il potere. Un Pd simmetricamente spaccato in due da due blocchi di aspirazioni rispettive, un Pd che non è difficile im-

maginare non più ricomponibile al 22 di settembre. Quando mancheranno meno di due settimane alla presentazione delle candidature per il consiglio regionale il Pd di Calabria conoscerà l’esito della sua intifada e la cordata perdente dovrà poi impegnarsi per far vincere chi l’ha accoltellata fino al giorno prima. Se qualcuno è disposto a credere a uno scenario del genere, fatto di allucinazioni democratiche, faccia pure. Il realismo invece porta altrove e porta a una contesa con “morti e feriti” lasciati sul campo al 22 di settembre, senza contare che è tutta da valutare anche numericamente la indisponibilità di Speranza a correre per le primarie se il tavolo dovesse saltare a Roma. Altra benzina ancora, questa. Altre incognite. E altri “feriti” da lasciare inevitabilmente sul campo. Il perché è presto deducibile, anche aridamente. Se costruisci due cordate solo per vincere, finisce di questi tempi che forse vinci ma sicuramente non governi. Se poi perdi, e viene a mancare il collante del potere da acchiappare, è l’anarchia. Il fuggi fuggi verso altri lidi. Questa è la “foto” del Pd che va al mare con il salvagente e il coltello a pelo d’acqua. Nella Calabria dei calabrotti che s’indignano per i bronzi, ma non scendono in strada se Svimez e Istat la mettono l’ultima in Europa in termini di occupazione e investimenti, servirebbe altro per costruire il “grattacielo” della speranza. Servirebbe il progetto, l’ambizione. La condivisione dell’idea. E servirebbe una squadra vera.


8

Sabato 2 Agosto 2014

Mezzoeuro

Mezzoeuro

Le eccellenze per sperare

Le eccellenze per sperare

Due passi con i camminatori della Via Francigena Quando la Storia diventa promozione del territorio e della sue peculiarità L’accoglienza della Fondazione Neuromed Una delle prime soste molisane dei camminatori della Via Francigena del Sud ha visto protagonista Fondazione Neuromed in un progetto che non vuole essere solo di cultura e di fede bensì di promozione del territorio. Tanti sono gli indirizzi dell’attività della Fondazione, costola dell’Irccs Neuromed, persegue. Oltre alla divulgazione dei risultati della ricerca, alla formazione professionale e alla promozione di progetti scientifici di respiro internazionale, c’è anche un obiettivo che tocca direttamente il locale e cioè il sostegno allo sviluppo del territorio. «Abbiamo risposto, con l’entusiasmo di sempre, all’invito rivoltoci dall’associazione delle Vie Francigene del Sud in quanto condividiamo il senso e l’obiettivo implicito dell’iniziativa; - ha detto Pietracupa - condividiamo la volontà di riscoprire un percorso storico e di fede che porta con sé la valorizzazione del territorio, dell’arte, della cultura e dell’ambiente molisano. La Fondazione Neuromed è vicina al suo territorio di riferimento e per questo sosterrà sempre tutte quelle iniziative che possano portare novità e crescita. Il pellegrinaggio è in questo senso una scoperta, o meglio una riscoperta, delle nostre ricchezze da far conoscere soprattutto ai nostri figli affinché possano trovare nella loro terra la voglia di programmare il futuro». Dopo la partenza da Cassino i camminatori, Michele Del Giudice accompagnato da Walter Di Paola, Federico Croce e Maurizio Varriano, sono arrivati lo scorso 22 luglio a Pozzilli, nel piazzale della clinica dell’Irccs Neuromed accolti dai rappresentanti istituzionali e dai vertici della Fondazione. Presenti il Presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa, il consigliere regionale Vincenzo Cotugno, il vice-sindaco di Pozzilli Michele Rongione e il parroco di Pozzilli, Padre Rino. Scambio di doni tra la Fondazione Neuromed ed i camminatori i quali alla consegna dei gadgets, utili al prosieguo del cammino, hanno ricambiato donando un testo sul senso del pellegrinaggio. Parole di accoglienza sono state espresse dal vice-sindaco di Pozzilli, Michele Rongione e dal consigliere regionale Vincenzo Cotugno ai quali è andato il ringraziamento dei camminatori per l’interesse delle Istituzioni alla promozione dell’antico cammino di fede il cui tracciato passa per il Molise.

«Un progetto che nasce nel 2007 - ha detto Maurizio Varriano componenete dell’associazione Vie Francigene del Sud - e che a distanza di quattordici anni prende vita grazie all’impegno di persone come Mario Pietracupa che ha creduto in noi e nel nostro amore per il Molise. Il senso di questo cammino è proprio quello di vivere un connubio tra il territorio e noi stessi, passando per l’accoglienza, la storia e la cultura delle nostre terre». Dopo la colazione offerta dall’Istituto Neuromed i camminatori sono ripartiti alla volta di Isernia passando per i paesi interni della provincia. Meta finale la città di Benevento, dove sono arrivati in cento. Numerosi infatti i pellegrini aggregatisi nel corso del cammino. «La filosofia della vita è racchiusa proprio nel cammino che in questi giorni stiamo compiendo - ci dice Michele Del Giudice, camminatore per vocazione che ha percorso migliaia di chilometri sui più importanti tracciati del mondo - vale a dire arrivare verso la nostra meta. La meta è rappresentata dalla tappa successiva, è un territorio da raggiungere, è una montagna da scalare. Camminando nei territori si cammina anche dentro se stessi, si cammina nella storia, si seguono le orme di chi ci ha preceduto, si va incontro al dolore, alla fatica, però si va avanti. Ogni cammino ha una sua caratteristica ma allo stesso tempo è uguale all’altro. È il camminatore che fa il cammino ed è il cammino che plasma il camminatore».

Nelle foto il gruppo della Via Francigena davanti alla sede Neuromed; inizia il cammino insieme mentre in precedenza era stata donata la maglietta della fondazione Neuromed

Sabato 2 Agosto 014

9


Mezzoeuro

Sabato 2 Agosto 2014

Il piano va in porto

La vita è fatta di scali Il piano operativo triennale 2015-2017 è stato approvato all’unanimità dal Comitato portuale che si è riunito nella sede dell’Autorità portuale di Gioia Tauro e della Calabria. Ad animare il nuovo programma di opere infrastrutturali, seguendo un unico filo conduttore, - spiega un comunicato - l’esigenza di affrontare e accogliere le nuove sfide che il mercato impone agli scali portuali che ricadono nella propria circoscrizione (Gioia Tauro - Crotone - Corigliano Calabro - Palmi e Villa San Giovanni). Alla base della futura panificazione, tracciata dall’ufficio tecnico diretto dall’ingegner Saverio Spatafora, per il porto di Gioia Tauro, leader nazionale del transhipment, vi è - si fa rilevare - la volontà di mantenere alta la competitività dello scalo, già capace di accogliere navi di ultima generazione. Grazie agli interventi programmati, si punta a consolidare e ampliare la sua posizione centrale per continuare ad essere punto di riferimento all’interno del circuito internazionale dei traffici marittimi, animati, sempre più, dal fenomeno del gigantismo navale. Tra i diversi interventi delineati nel Piano, è esattamente in questa ottica che si inquadrano i lavori di approfondimento e consolidamento del canale portuale lungo la parte centrale della banchina di levante. Per un importo complessivo di 50 milioni di euro, si punta ad ottenere, anche per quest’altra porzione di canale, una profondità dei fondali pari a 18 metri che andrà, così, ad aggiungersi a quella già esistente. Sarà inoltre garantita la stabilizzazione dei fondali, necessaria a ridurre la formazione continua di dune sottomarine, create principalmente dalle eliche delle navi portacontainer nel corso delle manovre di entrata e uscita in porto. Al fine di potenziare l’efficienza dello scalo, anche in termini di capacità di piazzali, sarà realizzato, per un valore di 6 milioni di euro, un impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, collegato ad un sistema di distribuzione energetico da indirizzare alle banchine. Stessa attenzione è stata rivolta all’intera area portuale di Gioia Tauro che vedrà l’installazione di una sottostazione elettrica At-Mt, al servizio del porto e dei suoi dintorni, programmata per eliminare i buchi di tensione generati dalla bassa impedenza del collegamento fra la cabina primaria dell’Enel e il punto di consegna dell’energia al Terminal portuale. I lavori saranno finanziati con il bilancio dell’ente per un valore pari a 6,5 milioni di euro. Per meglio garantire il collegamento tra il porto e l’entroterra sarà completato il sistema viario dell’area con la costruzione di una tangenziale che connetterà direttamente l’autostrada A3, provenienza Sud, al porto attraverso un anello stradale che servirà ad alleggerire, dal traffico dei mezzi pesanti, la città di Gioia Tauro. Eguale attenzione - si legge - è stata rivolta al centro abitato di San Ferdinando che sarà reso libero dal passaggio di automezzi grazie alla creazione di un diretto collegamento tra il varco doganale di San Ferdinando e lo scalo portuale. Di strategica rilevanza per l’attività crocierista del porto di Crotone, nel Piano trovano posizione specifica i lavori di fornitura e posa in opera di un Terminal passeggeri. Si tratta di una tensostruttura realizzata in legno lamellare, già in fase di esecuzione, destinata all’accoglienza in porto del flusso crocieristico e finanziata con fondi propri dell’Autorità portuale.

Il comitato portuale approva all'unanimità il piano operativo triennale 2015-2017. Nasce dunque l'esigenza di affrontare e accogliere le nuove sfide che il mercato impone agli scali portuali che ricadono nella propria circoscrizione: Gioia Tauro, Crotone, Corigliano Calabro, Palmi e Villa San Giovanni

Il porto di Corigliano Calabro, inserito in un articolato piano crocieristico, sarà interessato da interventi infrastrutturali che punteranno a rendere lo scalo più adeguato alle richieste di settore. Nello specifico, tra i diversi interventi programmati, per un importo di 8 milioni di euro, è stata pianificata la costruzione della banchina nord, con relativo raccordo alla Stazione Marittima, e il piazzale retrostante da destinare all’accosto delle navi da crociera. Al fine di migliorare la capacità complessiva di tutti i suoi piazzali, ma anche per rispondere ad esigenze di incolumità pubblica, saranno avviati lavori di rifacimento della pavimentazione in asfalto che, allo stato, risultano totalmente sconnessi.

Tra gli interventi programmati, saranno avviati i lavori di rifiorimento e consolidamento della mantellata dei moli di sottoflutto e foranea del Porto Nuovo. Per un valore di 7 milioni di euro, il progetto prevede la ricostruzione della berma, posta al piede della struttura di difesa, e la ricarica della mantellata esterna con massi artificiali che serviranno a ricostruire la scarpata danneggiata dalle mareggiate. Considerate, altresì, le attività industriali che gravitano intorno al porto, sarà realizzato, per un valore di 28 milioni di euro, il secondo lotto di completamento delle banchine portuali, fino al molo foraneo, con annesso dragaggio e costruzione dei piazzali retrostanti. L’obiettivo è quello di ampliare la disponibilità degli accosti da destinare alle attività commerciali e, di conseguenza, la possibilità di utilizzo di più ampi piazzali.

A concludere la programmazione dell’ente gli interventi destinati al porto di Villa San Giovanni che rispondono a un’esigenza complessiva di adeguamento tecnico ma anche funzionale e di sicurezza dello scalo. Si tratta di un’operazione articolata, organizzata in azioni del valore economico di 15 milioni, che prevede principalmente la costruzione di un nuovo assetto viario da destinare, in forma distinta e separata, al traffico veicolare dei mezzi, da una parte, e a quello pedonale dall’altra. Sarà, inoltre, realizzato un nuovo Terminal passeggeri da destinare alla sosta, per assicurare una efficace gestione dell’area portuale e, soprattutto, per garantire una maggiore incolumità pubblica. Con l’obiettivo, inoltre, di equilibrare operativamente la banchina ai canoni di funzionalità corrispondenti ai traffici dello scalo, saranno avviati specifici lavori di adeguamento tecnico.

Per rendere pienamente funzionale il porto di Palmi, grazie ad una maggiore capacità operativa della sua banchina di riva, nel Piano sono stati predisposti i lavori di completamento del suo primo lotto, per un valore di 2,5 milioni di euro, e di un secondo lotto, per un importo di 5 milioni di euro, che trovano totale copertura finanziaria nel bilancio dell’Autorità portuale. L’obiettivo è quello di rendere operativo lo scalo grazie, anche, alla disponibilità dei suoi piazzali necessari ad offrire una maggiore organizzazione delle diverse attività che interessano lo scalo turistico e peschereccio.

11


12

Mezzoeuro

Sabato 2 Agosto 2014

La puzza aumenta Isola ecologica Battaglina, la Regione revoca il decreto

Autorizzazioni da cestinare L'assessore regionale all'Ambiente, Francesco Pugliano, comunica, tramite un comunicato dell'ufficio stampa della Giunta, che è stato annullato il decreto per lo smaltimento e recupero rifiuti nel sito di Battaglina nel comune di San Floro. Il 25 luglio scorso, infatti la Regione, dipartimento ambiente, ha annullato il decreto n.16278 dell'8 settembre 2009 riguardante "giudizio di compatibilità ambientale ed autorizzazione integrata ambientale" per il progetto di smaltimento e recupero rifiuti, denominato "Isola ecologica Battaglina". "Il decreto regionale di annullamento dell'autorizzazione - spiega l'assessore Pugliano - è motivato anche dalle intervenute delibere del comune di Borgia, con le quali si annullano la convenzione ed il contratto di concessione dell'area, nonché dalla determina della Provincia di Catanzaro che annulla, in autotutela, il parere paesaggistico.

Il decreto - sottolinea infine Pugliano - dispone, fra l'altro, il completo ripristino dello stato dei luoghi e la messa in sicurezza dell'area". Nello specifico, l'atto di annullamento - si fa rilevare nella nota - fa seguito ai decreti di sospensione della stessa autorizzazione, per le verifiche e gli approfondimenti necessari sulla sussistenza del vincolo degli usi civici, sull'aerea interessata dai lavori autorizzati. Tali verifiche hanno accertato la sussistenza degli usi civici sull'area che, quindi, non può essere utilizzata per fini diversi da quelli propri degli usi civici, se non prima formalmente sdemanializzata. La mancata procedura di sdemanializzazione fa mancare il presupposto perché si possa autorizzare l'utilizzo dell'area in questione. Né la stessa procedura, se postuma e non preventiva, perfeziona gli atti adottati che, pertanto, a parere della Regione, sono da ritenere radicalmente nulli.

Sacchetti e politica da buttare Stiamo per entrare in una fase critica della gestione dei rifiuti senza precedenti e i consiglieri regionali continuano a prendere in giro i calabresi I cittadini aspettano da 20 anni con calma e pazienza che i vari commissari, magistrati, generali, prefetti, governatori e assessori, riportino alla normalità il servizio dei rifiuti in Calabria Siamo al paradosso, quando con le dimissioni del presidente è terminata la legislatura regionale, l’assessore Pugliano minaccia di andarsene... Ma fino ad oggi cosa ha fatto? Stiamo per entrare in una fase critica della gestione dei rifiuti senza precedenti e i consiglieri regionali continuano a prendere in giro i calabresi. Siamo stanchi ormai di leggere ogni giorno dichiarazioni che sono al di fuori della realtà che vogliono illudere i cittadini che aspettano da 20 anni con calma e pazienza che i vari commissari:

magistrati, generali, prefetti, governatori e assessori, riportino alla normalità il servizio dei rifiuti in Calabria. Vorrei aggiungere nel leggere le dichiarazioni che anche in questa estate si sprecano, che dopo la relazione della Commissione parlamentare di inchiesta del 2011 si è continuato a fare poco o niente. In questo totale fallimento del governo e della classe politica regionale e nel continuo spreco di denaro pubblico, non si è stati in grado nemmeno di gestire l’emergenze. Sappiamo benissimo tutti che il problema dei rifiuti non si risolve solo con la raccolta differenziata, con la raccolta porta a porta, con l’inceneritore e tantomeno solo con le discariche. Quello che è mancato e manca è una programmazione seria a medio e lungo termine che affronta il problema in modo globale tenendo conto di tutta la filiera dei rifiuti. La raccolta e il trasporto sono a carico delle amministrazioni locali, ma a che serve una efficace raccolta se poi il conferimento regolamentato dalla Regione, non è in grado predisporre un organico piano di smaltimento poiché tutti i rifiuti vengono conferiti in discariche che non offrono nemmeno garanzie di funzionalità e sicurezza? Se poi le discariche distano centinaia di kilometri dal luogo della raccolta, ci rendiamo conto che

il trasporto incide in maniera rilevante sul costo del servizio che è a totale carico dei cittadini. Il problema dei rifiuti si risolverà nel momento in cui siamo capaci di parlare di meno e agire di più. Se mi trovo in un bosco e cerco una via d’uscita, non devo girare su me stesso, ma devo scegliere una direzione e seguirla, solo così sono sicuro che prima o poi uscirò fuori; quindi meno giri di parole e più fatti, meno spreco di denaro dei cittadini che pagano il servizio e più rispetto per il denaro pubblico. Cosa dobbiamo fare? innanzitutto dobbiamo produrre meno rifiuti attraverso una campagna di educazione ambientale dove tutti i cittadini collaborano in modo attivo per l’efficienza del servizio di raccolta dei rifiuti. Pensate che solo Rende mediamente raccoglie 60 tonnellate di rifiuti al giorno, quasi due chilogrammi per ogni cittadino residente. Incentivare la raccolta differenziata e/o il porta a porta per zone omogenee e in relazione ai costi che non devono lievitare eccessivamente; se la raccolta porta a porta o differenziata ha costi eccessivi si opta per un altro sistema più economico. Bisogna individuare siti per impianti di recupero dei rifiuti differenziati, e la costruzione di nuove vere discariche a norma di legge che possono servire anche di supporto per eventuali impianti di smaltimento di nuova generazione a basso impatto ambientale, che non siano dannosi per la salute dei cittadini. Bisogna ridurre i costi di trasporto dei rifiuti da riciclare, perchè non è possibile che sia più conveniente riciclare il ferro, la carta o il vetro in Cina e non in Italia. Predisporre nel più breve tempo possibile un piano dei rifiuti a lungo periodo a livello provinciale con un monitoraggio continuo e serio che segua in modo fermo e deciso la sua attuazione. Non si può più tollerare che la politica dello smaltimento dei rifiuti abbia come riferimento le sole discariche e aspettare che qualche sindaco, spinto dalla necessità di reperire risorse economiche, si dichiari disponibile a far realizzare nuove discariche nel proprio comune. Il problema va affrontato in modo globale e senza pregiudizi, non si può accettare di risolvere il problema con le solite due o tre discariche disponibili a livello regionale perché quando sarà terminata la loro coltivazione, il problema si riproporrà sempre e con più drammaticità, e sì vivrà così nell’eterna emergenza con la paura di essere sommersi sempre di più dai rifiuti. Eraldo Rizzuti circolo culturale “G. La Pira” Rende - Cosenza Democrazia cristiana Calabria


Mezzoeuro

Sabato 2 Agosto 2014

Passiamo al dolce Graduatoria per il sostegno ambientale rurale on-line

Agricoltura, il terreno è fertile

Sul sito www.calabriapsr.it è stata pubblicata la graduatoria definitiva della Misura 227 “Sostegno agli investimenti non produttivi” - Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale”, annualità 2013, del Psr Calabria 2007/2013. Con risorse pari a 4.727.227, 29 euro - spiega una nota dell’ufficio stampa della giunta - verranno finanziati trentadue progetti di imprenditori singoli o associati e di enti pubblici e privati, conduttori di aziende forestali.

«Fermo restando - precisa l’assessore all’agricoltura, foreste e forestazione Michele Trematerra - che eventuali risorse aggiuntive potranno essere utilizzate per lo scorrimento della graduatoria. Comunque, con questa notevole cifra stanziata abbiamo l’opportunità di favorire una serie di progetti

legati alla realizzazione di opere di pubblica utilità, non vantaggiose da un punto di vista economico privato, ma che mirano ad una gestione migliorativa del territorio ed una migliore fruibilità dello stesso. La tutela e la valorizzazione dell’ambiente - evidenzia ancora l’esponente della Giunta - insieme alla conservazione della biodiversità, sono una priorità assoluta sia per la Comunità europea che per l’assessorato che ho l’onore di guidare. Pertanto, a breve, grazie al sostegno economico della Misura 227 del Psr Calabria, insieme ad imprenditori ed aziende agricole e forestali, saranno supportate quattordici amministrazioni comunali, i parchi naturali del Pollino, della Sila e delle Serre, il Consorzio di bonifica dello Jonio Cosentino e due importanti associazioni impegnate nella salvaguardia dell’ambiente e nella conservazione del territorio».

Morsi europei Si è svolta alla Camera di commercio di Reggio Calabria una conferenza stampa sul conseguimento della certificazione Igp del torrone di Bagnara. «Con l’Igp, il Torrone di Bagnara, il primo in Italia ad ottenere il bollino dell’Ue, accresce definitivamente la propria riconoscibilità a livello nazionale ed internazionale e, al tempo stesso, il consumatore potrà contare sulla massima garanzia di qualità del prodotto che acquista» ha dichiarato il presidente dell’ente camerale, Lucio Dattola. Hanno partecipato alla conferenza stampa il dirigente generale del dipartimento agricoltura della Regione Calabria, Giuseppe Zimbalatti, l’assessore Agricoltura e Forestazione della provincia di Reggio Calabria Gaetano Rao, il vice sindaco del Comune di Bagnara Calabra, Giuseppe Spoleti. In rappresentanza dei produttori, il presidente dell’Associazione tra i produttori di Torrone di Bagnara, Francesco Cardone e Maurizio Gramuglia. Il progetto, è stato detto, è stato avviato nel 2004 con la costituzione della “Associazione tra i produttori di torrone”. Inizialmente le imprese avevano proposto la tutela per tre differenti tipologie di prodotto: Martiniana, torrefatto glassato, bianco glassato. Il ministero, però, non ha valutato positivamente la possibilità di fare rientrare differenti tipologie. Il prodotto deve essere unico. Gli attori di questo progetto quindi si sono attivati per riscrivere tutta la documentazione richiesta (disciplinare, relazioni tecniche, economiche, storiche che comprovino il legame del prodotto con il territorio, la valenza economica del prodotto, la tipicità che contraddistingue quel torrone da qualsiasi altro torrone prodotto in Italia ed all’estero), proponendo un prodotto “unico” declinabile in due varianti (martiniana e torrefatto). Nel novembre del 2012 si è svolta la pubblica audizione alla quale hanno fatto seguito la tutela provvisoria del prodotto (con un decreto del dicembre 2013) e quindi la conclusione dell’iter amministrativo per l’apposizione del bollino Igp. «Il lavoro di squadra e l’unità di intenti hanno consentito di ottenere un risultato che è una vittoria per l’intero territorio provinciale», ha continuato Dattola, ricordando l’impegno dell’amministrazione comunale di Bagnara, dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria e della stessa Regione Calabria, «che hanno collaborato con i produttori per il conseguimento del riconoscimento».

Conseguimento per il torrone di Bagnara della certificazione Igp, il primo in Italia ad ottenere il bollino dell'Ue Si aprono le porte dunque a mercati diversi e più ampi, con l'opportunità di fare conoscere il grande patrimonio culturale del territorio con particolare riguardo alla tradizione agricola, artigianale e commerciale La produzione del torrone, pur essendo fortemente concentrata nel periodo natalizio, si rivela dal punto di vista economico, una fonte di reddito im-

portante. Complessivamente coinvolge poco più di una decina tra laboratori di pasticceria e piccole attività a carattere “industriale”, con una occupazione significativa per l’economia locale, particolarmente concentrata nel periodo prenatalizio. Dal punto di vista commerciale, buona parte del prodotto è destinata al mercato locale, tuttavia è crescente il quantitativo di torrone destinato alle città del Centro e Nord Italia, nonché ai mercati esteri, soprattutto dove è forte la presenza di emigrati calabresi, in Europa, Stati Uniti e Canada. La vitalità del settore è testimoniata anche dal fatto che la produzione assume spesso caratteri innovativi, con sperimentazioni di nuove tipologie di prodotto, delle quali, a volte, viene richiesta la tutela brevettuale. Adesso l’impegno dei produttori dovrà essere quello di continuare nel percorso intrapreso producendo, tra gli altri prodotti, anche il tipico “Torrone di Bagnara” e chiedendone la certificazione secondo le procedure previste dalla normativa vigente. Solo in questo modo - è stato evidenziato - il progetto di valorizzazione e riconoscimento Igp del “Torrone di Bagnara”, oltre a salvaguardare una consolidata tradizione, potrà favorire un’apertura a mercati diversi e più ampi, potrà favorire un processo di rivitalizzazione e sviluppo dell’indotto che, nel tempo, è andato perduto, ma soprattutto, potrà consentire di fare conoscere una significativa espressione di un grande patrimonio culturale del territorio, con particolare riguardo alla testimonianza della tradizione agricola, artigianale, commerciale.

13


Mezzoeuro

Sabato 2 Agosto 2014

Dieta di mantenimento

La sopravvivenza è assicurata L’assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno ha illustrato, in una conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro, a palazzo Alemanni, sede della presidenza della Giunta, l’avviso pubblico per il mantenimento dell’occupazione in Calabria attraverso il Fondo rotativo. All’incontro con la stampa - informa una nota dell’ufficio stampa della giunta - erano presenti anche il direttore generale Vincenzo Caserta, il dirigente del settore lavoro Cosimo Cuomo e il funzionario del dipartimento Giuseppe Mancini. «Si tratta - ha dichiarato Salerno - di un bando straordinario, snello e flessibile, unico in Italia. Praticamente - ha spiegato l’assessore al lavoro attraverso un Fondo di rotazione, in un momento in cui le banche non concedono credito, la Regione concede liquidità ai titolari di partita Iva che si impegnano a non licenziare per almeno 36 mesi. Inoltre, anche con il contributo della Fondazione Calabria etica, abbiamo snellito e velocizzato le procedure: sono sufficienti, infatti, 30- 45 giorni dalla presentazione delle domande per l’erogazione di un finanziamento a tasso agevolato, della durata massima di 60 mesi a decorrere dalla data di sottoscrizione del contratto, alle micro, piccole e medie imprese, ai lavoratori autonomi, alle società partecipate dagli enti locali e degli organismi in house». Il tasso applicato ai finanziamenti concessi è in misura fissa pari all’1%. Le risorse finanziarie messe a disposizione dell’intervento ammontano a 20 milioni di euro. Il finanziamento massimo ammissibile per singola impresa è pari a 500 mila euro. L’importo del finanziamento teorico è determinato in base alla categoria di appartenenza delle imprese moltiplicato il numero dei dipendenti. Importo massimo per dipendente: micro impresa 15 mila euro; piccola impresa 12.500,00; media impresa, lavoratori autonomi, società partecipate da enti locali ed organismi in house 10 mila euro. «L’avviso pubblico - ha evidenziato ancora l’assessore Salerno - è a sportello ed ha validità, in una prima fase, fino ad esaurimento delle richieste presentate. Successivamente, comunque, l’effetto rotazione consentirà di finanziarie le altre imprese sulla base dell’ordine cronologico di presentazione delle domande. Questo bando - ha infine rimarcato l’esponente della Giunta regionale - ci da la possibilità di guardare avanti, anche perché, messo insieme agli altri strumenti già avviati, forma un pacchetto che può contribuire a far uscire la Calabria dalla crisi».

L'assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno ha presentato a Catanzaro un bando straordinario per il mantenimento dell'occupazione in Calabria con il Fondo rotativo. In pratica la Regione concede liquidità ai titolari di partita Iva che si impegnano a non licenziare per almeno 36 mesi Il dirigente Caserta ha parlato dell’importanza di procedere su tre filiere: il non superamento dei 26 mila lavoratori percettori di ammortizzatori sociali, la prevenzione dei disagi e il rilancio della programmazione futura. I soggetti beneficiari alla data di presentazione della domanda, devono avere come codice Ateco 2007 di attività primaria una delle seguenti macroaree: agricoltura; silvicoltura e pesca; estrazione di minerali da cave e miniere; attività manifatturiere; fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata; fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti, risanamento; costruzioni commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli; trasporto e magazzinaggio; attività di servizi di alloggio e di ristorazione; servizi di informazione e comunicazione; attività finanziarie e assicurative, immobiliari, professionali, scientifiche e tecniche; noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese; istruzione sanità e assistenza sociale; attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento. Il bando è stato pubblicato ieri sul Burc. I progetti potranno, quindi, essere presentati da oggi in plico chiuso tramite raccomandata a/r. Farà fede il timbro e l’orario di accettazione dell’ufficio postale di provenienza.

Ennesima mazzata dallo Svimez

Gli ultimi saranno i primi? «Dall’ultimo rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2014 arriva l’ennesima conferma di quanto già si sa sulla Calabria, ultima regione su tutti i fronti per gli indici di disoccupazione, inoccupazione, pil, reddito procapite, povertà. In Calabria la priorità è rappresentata dal lavoro con l’attivazione di un piano straordinario per l’occupazione basato su alcune priorità: nuova occupazione, mediante l’avvio di vere politiche attive». Lo afferma il segretario generale della Cisl Calabria, Paolo Tramonti. «In questo senso aggiunge - occorre accelerare al massimo le procedure per la definizione anche nella nostra regione del programma “garanzia giovani” che può rappresentare una grande opportunità, a condizione che tutti i soggetti interessati vengano coinvolti e resi partecipi ai fini della piena riuscita dell’iniziativa. Allo stesso modo vanno definitivamente rimossi tutti gli ostacoli e i ritardi per consentire l’immediato sblocco delle risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga, in un contesto di un ulteriore aggravamento come dimostra l’alto numero di vertenze aperte: da Calabria It, alla Fondazione Campanella, a Infocontact, a Sorical. Per la Cisl è arrivato il momento che si prenda finalmente consapevolezza del quadro di difficoltà, di quasi non ritorno in cui versa la Calabria, richiamando a raccolta tutti i soggetti politici, istituzionali, economici, sociali (a partire dalle forze politiche in campo per la prossima consultazione elettorale), per definire un organico e strutturale piano di sviluppo individuando settori, comparti e filiere su cui investire per avviare realmente un nuovo corso. Per questi motivi - conclude Tramonti - il prossimo ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020, unitamente all’attuale 20072013, ancora non pienamente utilizzato, rappresenta un’occasione irripetibile, forse l’ultima, per bloccare l’attuale tendenza e favorire il rilancio economico, sociale e produttivo della Calabria».

15


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.