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0,50 + 0,50 Voce ai giovani

numero 1 - Anno 13

Sabato 4 Gennaio 2014

settimanale d’informazione regionale

Voce ai giovani VeritĂ per Denis Bergamini www. mezzoeuro.it

Discarica di Battaglina, il report di Cinquestelle

www. mezzoeuro.it


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Sabato 4 Gennaio 2014

Il legno storto

Mezzoeuro

I votanti “esterni” delle Primarie di dicembre conteranno qualcosa?

Massimo D’Alema

Pigliamo la Calabria, è come se non ve ne fossero stati di non iscritti al PD che hanno votato nelle primarie: lo si terrà in un conto Mezzoeuro estremamente relativo, specialmente nella “anomala” Fondato da Franco Martelli Cosenza che non è stata favorevole a Renzi anche se da qui Ediratio a poco avrà sicuramente un numero di renziani oltre Direttore responsabile Domenico Martelli il prevedibile. Ma a parte questo esempio preso a caso Registrazione che tuttavia potrebbe anche confermare la regola, il PD è, Tribunale di Cosenza n°639 nell’idea dei più, e figuriamoci di un D’Alema, ma anche del 30/09/1999 nella sua vecchia identità, un Partito per soli iscritti, Redazione e amministrazione pur se in qualche periodo ha dato spazio ai cosiddetti via Strada Statale 19 bis, 72 87100 Cosenza “indipendenti”. Gli iscritti, i famosi “militanti”, hanno Responsabile settore economia sempre costituito, una volta anche numerosamente Oreste Parise attruppati, l’ossatura del Partito, la “base” in cui erano Progetto e realizzazione grafica inscritte le parole d’ordine, si conservava religiosamente Maurizio Noto la storia, ed avevano eco le indicazioni sacre dei Capi. telefono 0984.408063 fax 0984.408063 Poi si sono fatte avanti le vedute di un Partito “liquido” e-mail: ediratio@tiscali.it e su questo si sono avute tante dispute e contrasti, ma Stampa nel frattempo si inaridivano le basi elettorali ed il Partito Stabilimento tipografico De Rose, Montalto (Cs) ad ogni elezione perdeva sempre più voti, anche se restava Diffusione consistente la sua forza. Nel mutare della natura di Partito Media Service di Francesco Arcidiaco passato ad essere PD, la nomenclatura si è rivelata resistente telefono 0965.644464 fax 0965.630176 ed ha sempre potuto poggiare la sua egemonia sul bacino Internet relations N2B Rende degli iscritti, anzi è quella che si è conservata intatta Iscritto a: nel variare delle stagioni. Le varie anime interne hanno Unione Stampa Periodica Italiana sempre avuto il loro seguito tra gli iscritti ed è questo che le ha perpetuate nei posto di comando e nella rappresentanza ai vari livelli. La preoccupazione fondamentale è stata quella non di allargare le basi del consenso, bensì tenere ben stretti n. 12427 gli iscritti, quanti potevano garantire le posizioni dei capi editore

di Franco Crispini

Con le primarie, e la partecipazione di esterni pur fluttuanti nella loro vicinanza al Pd, il cerchio si è allargato, forse spezzato, sul Partito hanno cominciato ad essere attirate attenzioni ed aspettative che dall’interno, da parte di quanti avevano maggiore sensibilità ad un rinnovamento del Partito, venivano fatte sorgere, avendo proprio nelle primarie l’occasione di registrare inedite presenze. Il Pd aveva così modo di rinsanguarsi e la diffidenza di quelle aree del Partito verso una partecipazione di estranei, ostili a rompere il monolite degli iscritti, preoccupate di perdere il controllo della macchina, riceveva una battuta di arresto; al tempo stesso bisognava prendere atto che il Partito incontrava il favore della gente sebbene questo fosse poi da verificare sul piano elettorale. E appunto il passo successivo era inevitabilmente quello di capire, anche attraverso organismi interni in massima parte messi in vita dagli iscritti, che tipo di messaggio era contenuto nel voto dato nelle primarie a Renzi, per fermarci a questa ultima occasione di eccezionale significato. Rispetto al consenso ricevuto dagli iscritti, il quale per gli altri due concorrenti, Cuperlo e Civati, non è stato irrilevante, quello per Renzi si è avvalso sicuramente, per come è stato assai ampio, di una corrente di opinione maturata del tutto fuori del Partito, ed anche in polemica con i comportamenti di questi, il suo modo di praticare la politica, di avere rapporti con la gente, di scegliere le sue figure rappresentative, la sua povertà di slanci etici, la carenza di idee. Si potrebbe dire che uno spontaneo slancio civico è stato quello che ha portato moltissima gente ad andare a votare per Renzi, anche in zone inquinate ed a rischio dove la vita del Pd non conosce limiti nelle lacerazioni interne: si avvertiva che un vero scossone si stava producendo e che gli effetti potevano essere tali non solo da raddrizzare un Partito inaridito quanto da incidere sul quadro politico italiano che intanto sta per liberarsi di una piovra terribile. Sta ora a Renzi analizzare bene le componenti del suo enorme successo,sapere ricavare da quella fiducia ottenuta da un grande numero di non iscritti pronti a dare ancora credito al suo Partito, sicuri che riuscirà ad essere un interprete attento delle aspettative di cambiamento che sono state riposte, una energia necessaria a vincere gli arroccamenti tanto usuali nel Pd. Dovrebbe essere finita con Renzi quella continua autoreferenzialità che non ha portato bene al Pd: è proprio per tutto quello di cui è portatrice la presenza di tanti esterni nella primarie per la leadership,che può avere maggiore slancio il Partito di Renzi a sollevarsi dagli impantanamenti, a sottrarsi al vento gelido dell’antipolitica che spira così forte. Una iniziativa che senza altro il neosegretario del Pd dovrebbe promuovere a breve è appunto quella di un Forum degli “esterni”: ne verrebbero sicuramente altre idee per dare maggiore sostanza al cambiamento.



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Sabato 4 Gennaio 2014

Mezzoeuro Il meglio deve ancora venire

C’è l’ultima carta da sfilare... Dev’esserci qualcuno nel Pd che ha scambiato l’esito del congresso nazionale con un mazzo di carte da poker con cui giocare ogni sera al rialzo delle carriere. Con la posta che lievita, alla “napoletana” però cioè per finta. Non è detto che il mazzo sia truccato, non è questo il punto. È il gioco, e probabilmente chi dà il mazzo, che poggia la sceneggiata quotidiana sull’illusione che tutto nel Pd di Calabria si possa improvvisamente risolvere chiudendo un cerchio che va tra Diamante e Rende passando per la “peggio” Catanzaro planando poi definitivamente su una sponda di Reggio. Fosse così semplice (e così riduttivo) il travaglio del primo Pd dopo l’odissea del commissariamento si sarebbe già compiuto, anche nella sua impresentabile forma. Ma non è così che andrà perché non è più questo il tempo dei soli intrighi, delle meline, delle cariche da spartire. C’è qualcosa di inevitabilmente dirompente che è accaduto nelle schede del congresso nazionale e non tenerne conto somiglia un po’a quei contadini che provano a fermare il vento con le mani quando il mulino gira troppo forte. Renzi ha intercettato per tre milioni di volte in un unico giorno non tanto autografi per il suo looke o i suoi giubbotti di pelle ma perché, forse per l’ultima volta, si concede a un partito, a una sigla, l’onere del cambiamento assoluto. Moderato, responsabile, ma deciso e incisivo. Altre chances non ce ne saranno e stupisce che tra una portata di pesce lungo il Tirreno e un capicollo catanzarese consegnato a Firenze ci si illuda di fermare il “vento”, proprio come quei contadini. Ma ostinata, la restaurazione disperata di Calabria, va avanti lo stesso. Come i soldatini del Vietnam che hanno continuato a combattere a vent’anni dalla fine delle ostilità. È sulla trasversale di Diamante che indubbiamente si giocano le carte napoletane più ambizione. Non passa giorno che sulla stampa non venga fuori un progettino che sull’asse del Tirreno non tenga conto (fintamente) di tutti gli appetiti da sfamare. L’ultimo rendez-vous in ordine di tempo parla di un inedito spirito di collaborazione che sarebbe sorto proprio tra Ernesto Magorno e Demetrio Naccari Carlizzi, duellanti della stessa corrente fino all’altro ieri. L’uno metterebbe radici lungo lo Stretto, con l’accordo. E l’altro due piedi interi a capo del gruppo consiliare, prima magari di chissà cosa poi. Ora il punto è sempre lo stesso, ammesso che l’ammiccamento ci sia stato per davvero o che sia in procinto di andare in scena. Chi può fidarsi al giorno d’oggi di un gioco al rialzo alla “napoletana” delle carriere? Su un cofano di una macchina in ogni autogrill tra Salerno e Caserta c’è sempre qualcuno che, con un mazzo di carte spumeggiante tra le mani, ti dice che se ti avvicini quasi certamente poi te ne vai con più soldi di quanti ne avevi. Ovviamente non è così e chi ci prova se non riparte subito si trova presto in mutande. La trasversale di Diamante non c’è giorno che non faccia trapelare qualche nuovo accordo in procinto o in divenire ma la cosa più interessante sarebbe invece chiedere al diretto interessato, o alla diretta preda, cosa ne pensa in materia. Difficile che qualcuno si possa avvicinare in questo momento a “quel cofano” in au-

La sensazione forte in casa Pd è che il profilo veramente nuovo e "distensivo", per la segreteria regionale, deve ancora essere smascherato. E non è detto che questo non accadrà nelle prossime ore. Un nome, più che "renziano" in senso stretto e limitativo, soprattutto in linea con il vero credo del sindaco di Firenze: voltare pagina Questa incursione ci sarà, anche a costo di sfidare la "regnanza" con le primarie...

togrill. Carlizzi non di certo perché a dispetto del suo viso giovane ha frequentazioni reggine e con Falcomatà alle spalle per non farsi fottere dal primo giorno di primavera che passa il convento. Perché nessuno alla fin fine, oggi come oggi, è in grado di barattare o millantare accordi in assenza di una precisa e autorevole direttiva della segreteria nazionale. Che quando arriverà, più presto che tardi ormai, difficilmente si muoverà fuori dai binari già percorsi e sin da subito a Largo del Nazareno dove albergano da una decina di giorni ragazzi tra i trenta e i quarantanni e che non hanno avuto quasi mai incarichi di partito i istituzionali fin qui. Se poi Renzi s’è messo in testa di predicare bene (a Roma) e razzolare male (in periferia) vuol dire allora che ha deciso di costruire il suo edificio sulla sabbia. Dice di se stesso che gioca non benissimo a pallone ma non immaginiamo nemmeno che sia capace di farsi il più grande autogol della storia. Il partito è nelle sue mani ma lo è soprattutto l’appeal con la gente che è la cosa più dura da ottenere di questi tempi. Improbabile che deluda sul punto.


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Sabato 4 Gennaio 2014

Il meglio deve ancora venire

candidato alla segreteria quando poi il commissario non lo ha fatto celebrare il congresso figurarsi ora, si immaginava, che sulla scia avvolgente di Enrico Letta s’è posizionato tra i vincenti senza però rischiare di perdere. Tra i più si immaginava che avrebbe concorso alle nomination per la segreteria ma se tanto mi dà tanto, e se a Diamante non si va a pranzo per caso, dovrebbe accettare la leadership di Magorno. Gli va bene? Qual è il piano di riserva di Maiolo? Quando pensa di entrare in gioco e in che ruolo?

In apertura, Matteo Renzi A seguire, dall’alto e da sinistra: Ernesto Magorno, Mario Maiolo, Mario Oliverio Sandro Principe, Roberto Castagna

Certo è però che se è vero che non ci sono più correnti (di fatto non è così però, perché si ragiona eccome ancora tra cordate, se non peggio) bisogna pur tenere conto di chi in qualche modo il congresso o la conta nazionale l’ha vinta, e chi l’ha persa. Ed è altrettanto vero che se “Diamante” esagera con l’accentramento delle pretese e delle ambizioni è anche vero però che chi ha avuto il coraggio e la lungimiranza di spendersi per Renzi in tempi non sospetti deve avere qualche titolo di credito in più da spendere sul tavolo delle trattative per la segreteria regionale. Se non è la prima mossa ai vincitori, siamo lì. Il punto non è questo è semmai perché però, quando si parla di renziani o come cavolo si devono chiamare ora che le correnti non ci sono più, perché si parla sempre e solo di Ernesto Magorno? Siamo veramente sicuri che non ci siano altri in grado di interloquire direttamente e con autorevolezza con la segreteria nazionale? Magari qualcuno lo sta già facendo, e non da oggi. Forse meglio di quanto non sia a conoscenza del grande pubblico. E poi, rimanendo tra i “commensali” delle pietanze del

Tirreno o tra i viaggiatori che hanno consegnato un capicollo a Renzi, che ne è delle pretese di ognuno? Che ne pensa Sandro Principe per esempio delle multiple e legittime aspirazioni di Magorno? Tra i due c’è sinergia di ferro, certo. Ma siamo sicuri che uno dei due non rischi di prendere troppo la gamba fuggendo imprendibile in solitudine al cospetto dell’altro? Quando uno dei due corridori scappa troppo avanti e anche se c’è stata una fuga iniziale insieme (chi pedala lo sa bene questo ) tutto si azzera, gli accordi di prima non valgono. Chi è avanti è avanti e ci vuole stare. Principe è pronto eventualmente a fare da gregario? E le avances di Roberto Castagna? Che fine hanno fatto? Erano buone solo per riempire strumentalmente le rotative di stampa? Ci può stare, ci mancherebbe altro. Ma lui ne è al corrente? E Franco Laratta, Mimmo Bevacqua? Ospiti gradevoli e godibili del pranzo di Natale a Diamante che ne pensano? Quando immaginano sia arrivato e in che ruolo il loro “giro”? Per non parlare poi di Mario Maiolo, anche lui presente lungo il Tirreno attorno a una tavola imbandita. Era già

A ragionare per correnti, o per cordate, non è semplice come è evidente. Può sembrarlo. Ma non lo è affatto. Ci sono pretese e ambizioni che covano e che si nascondono. Magari pranzano pure, ma non brindano. Certo è Magorno il leader del pranzo di Natale a Diamante con al centro del tavolo la distribuzione del potere immaginario, su questo non ci sono dubbi. Ma guai a fidarsi di chi sa solo dire sì. Può essere ingannevole. Come può essere ingannevole, con queste premesse, gettare ponti di camomilla verso l’altra sponda, l’altra cordata. Anche qui è quotidiana la ricerca di Magorno di stabilire un contatto con chi ha perso il congresso. Pare ci provi con tutti e insistentemente. Ma vale anche qui, come per Naccari, il cofano della macchina napoletana di cui sopra. In pochi sembrano disposti a credere che chi vuole tutto oggi sia pronto poi a cedere un pezzetto di torta domani. Quel gioco di carte non convince. La fame buona, e vorace, si vede dal mattino e basta e avanza lo scenario inquadrato fin qui. Chi ha preso tutto, e vuole tutto, continuerà a farlo. Se poi c’è qualcuno che “dall’altra parte” è disposto a trattare e a voler giocare su quel cofano, perché magari gli è più familiare, non solo ne risponderà in prima persona quanto, probabilmente, andrà via a piedi da quell’autogrill. A passaggi non se lo prenderà più nessuno poi. Perché tra ambizioni nascoste fra commensali, giochi di carte a cui nessuno crede e ponti di camomilla che in pochi se la sentono di raccogliere il vero dato è che non ha vinto il renzismo al congresso, se con questo intendiamo l’ultima moda del potere. Ma una nuova speranza. Non ha vinto la forma, la sagoma di un nuovo capo. Ma l’idea di un nuovo metodo. Non ha vinto la promessa di altri incarichi. Ma l’ambizione di cambiare tutto. Non tutto insieme, ma tutto però. Gradualmente. Renzi ha cominciato sin da subito con la sua segreteria, è altamente probabile che chieda alle periferie di fare altrettanto. Ogni nome fin qui fatto circolare per la segreteria del nuovo Pd dopo il commissariamento è un nome che digitando su google dà “pagine” di cronistoria. Alcune buone, altre meno. Altre ancora più adatte per riassunti di altra natura, non politica purtroppo. Renzi stesso direbbe nomi che hanno già dato, li conosciamo. Li ringraziamo, ne facciamo tesoro, ma passiamo avanti. È il tempo questo di chi deve completamente dimostrare di cosa è capace per il partito e la società. È il tempo di chi s’è già speso in silenzio per il progetto senza pretendere nulla in cambio. È il tempo forse di chi senza apparire ha sul cellulare registrati i numeri giusti, quelli che contano. Questo “profilo”, questo nome a cui affidare la guida del Pd di Calabria potrebbe persino godere della non ostilità dell’altro blocco se “partorito” con queste premesse. La sensazione che questo “ingresso” ci sarà in campo, molto presto. Con o senza il benestare di Diamante. Anche se dovesse toccare alle primarie stabilire chi ha più filo da tessere. L’esercizio popolare a volte risolve le situazioni più ingarbugliate... d.m.

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Mezzoeuro Con la scusa della politica...

I più esperti e maliziosi a Cosenza lo vanno ripetendo non da oggi. Quando si sposta e dove si sposta Ennio Morrone, uno dei tanti “re delle cliniche” private della sanità, c’è sempre qualcosa di buono sotto. Qualcosa di pesante da acchiappare. Difficile che si possa smentire una roba consolidata del genere. Figurarsi poi di questi tempi, ai confini del grande impero della politica agonizzante messa sotto da un clima di diffidenza generale che ormai è lì lì per sfociare in qualcosa d’altro. Se sbagli una mossa oggi come oggi, con i pomodori ormai dietro l’angolo, saltano voti, cliniche, affari e tutto il cucuzzaro. E lui, Ennio, il magnate della sanità accreditata e da accreditare, neanche stavolta ha trascurato il benché minimo dettaglio. Non appena il Cavaliere ha resuscitato la bandiera di Forza Italia da sotto il letto non ha perso un minuto di tempo per smarcarsi da Scopelliti andando ad abbracciare Pino Galati che probabilmente non aveva neanche conosciuto direttamente fino ad allora e che si gioca tutta un’altra partita finale. La sua partita finale. Ovviamente strumentale la posizione del Morrone padre che ha nel figlio il presidente del consiglio comunale di Cosenza targato Occhiuto. Neanche questo un dettaglio visto che insieme i fratelli ex Udc (Mario e Roberto) sono finiti con Jole Santelli sul divano di Arcore a conclusione di un percorso per niente improvvisato e che prevede lungo il Crati un’unica griffe da mettere sotto schiaffo.

L’attacco finale Tutto torna, il quadro d’insieme regge. Morrone con Jole e poi con Giacomo Mancini al tavolo della conferenza stampa di Forza Italia a Cosenza a precedere di pochi giorni poi il grande ingresso dei fratelli Occhiuto nel partito di Berlusconi. E prima ancora Morrone figlio in consiglio comunale a reggere l’urto insieme ai suoi della cacciata di Katya Gentile dalla poltrona che stava un gradino sotto a quella del sindaco Mario. Basta mettere insieme i pezzettini e il dipinto funziona. C’è un cognome, un potere di troppo che stona in questo puzzle a seguire le orme dei “progettisti”: quello dei Gentile. Prima Katya, la figlia di Pino dal carattere robusto e inconciliabile con quello del sindaco. Poi, roba di queste ore, l’attacco finale al regno della sanità, al palazzone dell’Asp di via Alimena. Dove si maneggia poco meno di un miliardo di euro di bilancio annuale con appalti annessi e connessi ivi incluso anche quello della vecchia sede già pagata e mai costruita, chissà che roba si nasconde di sotto. Ma sono spiccioli, dettagli. Il piatto grosso è l’attacco finale al più generoso degli “assessorati” che non si vedono ma che si toccano, quello della sanità di Cosenza appunto. Ennio Morrone è lì che punta e non ha faticato molto a trovare sulla sua strada convergenze parallele nei fratelli Occhiuto, in Jole Santelli, un po’ meno in Giacomo Mancini che vanta storicamente un sodalizio con quel cognome (la provenienza dell’idillio viene dal nonno) ma che va detto non aveva poi cattivi rapporti con i fratelli Gentile, in special modo con Pino. Ma l’attacco finale è questo e non inganni il valzer dei posizionamenti. È strumentale e valga per tutti quanto detto proprio da Morrone sin da subito. Va rivista la distribuzione del potere regionale, noi di Forza Italia siamo il gruppo

Nel mirino dei nuovi equilibri che si vanno formando nel centrodestra calabrese due "fortini": la sanità di Cosenza da sempre feudo del marchio Gentile e il regno dell'agricoltura nelle mani della griffe Trematerra Uno scontro frontale tra poter forti per davvero più robusto in consiglio regionale e di questo si deve tener conto anche in ambito sanitario. L’ha detto chiaro e tondo in conferenza stampa a

Cosenza ed è difficile non credergli. La verifica “politica” che Morrone chiede a Scopelliti poi questa è, in gran parte. Al di là del balletto di assessorati con pochi euro da reimpastare è il palazzone di via Alimena il piatto forte. Andavano d’accordo un tempo i Gentile con Morrone. Avevano nemici in comune, sembrava filasse il sodalizio. Poi qualcosa s’è rotto e facciamo fatica a pensare che si siano litigati per il numero dei rosari da portare in mano alla messa domenica. Dev’esserci qualcos’altro di sotto. Qualcosa che Scopelliti conosce bene, molto bene. E che tiene ben stretto per sé anche perché come si muove, il governatore, rischia di sbagliare. Su Cosenza e la sua sanità s’è sempre giocato un pezzo di futuro il lungo presidente di Reggio ma stavolta ha tutta la convenienza a non toccare le biglie. Anche lui fino a poco tempo fa avrebbe voluto rimuovere Scarpelli dall’Asp (che poi è quello che vuole Morrone sostanzialmente). Ma oggi non può. Se accontentasse gli agguerriti forzisti cosentini si metterebbe egli stesso in minoranza, ora come ora. Deve aspettare indicazioni diverse in materia, dritte nazionali da Angelino e poi bisogna vedere come si mette complessivamente con Forza Italia prima delle europee o prima del voto politico anticipato, se la situazione precipita. Nel frattempo Scopelliti, in materia di sanità, continuerà a far


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Con la scusa della politica...

Peppe Scopelliti, Pino Galati Ennio Morrone, Tonino Gentile, Michele Trematerra Sotto di loro, l’Asp di Cosenza

finta di niente e farà orecchie da mercante con Ennio Morrone. È da un mese almeno che il magnate delle cliniche ha chiesto la cosiddetta verifica regionale e il presidente non gli ha neanche risposto. Prima è andato all’estero. Poi ci sono state le feste. Ora ci saranno le sagre dei maiali e qualche emergenza maltempo da gestire. Se ci mettiamo in mezzo una vacanza sulla neve o a Dubai un rendez-vous tra Scopelliti e Morrone in materia di sanità non è in agenda prima di fine febbraio. Giusto il tempo per capire come si mette a Roma, che liste si fanno per le europee, con chi, per fare cosa. E poi se per caso si vota anche per il Parlamento o se magari Letta procede a un rimpasto con l’ingresso di Tonino Gentile tra i sottosegretari. Se accade questo sarà più difficile smuovere la sanità dal regno dei “fratelli” di Cosenza. Ma occorre tempo per capire e Scopelliti è abilissimo a far finta di niente e a traccheggiare a centrocampo. Più difficile sarà invece per lui non prendere atto che un altro “regno”, non meno generoso in fatto di voti ed euro, è a rischio serio. Quello dell’agricoltura, dei fondi, dei forestali dal numero variegato, dei danni da chiedere ogni mese. È nelle mani del marchio Trematerra tutto questo ma è assai difficile che lo si lasci com’è. Al padre

e figlio di Acri s’è sgretolato il partito nelle mani, non c’è più se non al massimo il codice fiscale. Per cui se da un lato non aspettavano altro che se ne andassero gli Occhiuto dall’Udc dall’altro non si aspettavano che di lì a poco sarebbe crollato tutto il palazzo (e non solo perché ormai è imminente pure l’ingresso di Gianluca Gallo in Forza Italia). Anche Casini pare sia disponibile a disfarsi dello Scudo figurarsi poi se si mette a non dormire la notte per il futuro della famiglia di Acri. Il guaio è però che nel frattempo, illo tempore, l’Udc aveva preso, per dirla con parole di Galati “più poltrone che voti” posizionandosi tra nomine dirette e indirette come baricentro per Scopelliti. Anche come scudo in una certa fase al punto che Trematerra padre amava ripetere che lui accordi con il Pdl non ne aveva mai presi mentre ne custodiva uno in tasca direttamente con il governatore. Ora però che la sigla di riferimento gli si è liquefatta (l’Udc) con quali argomenti Scopelliti arginerà le postazioni di comando dello Scudo? Lui vorrebbe certo, ma come può? Chi li terrà freno i forzisti che allo stato sono il maggior gruppo in consiglio regionale ma con un pugno di mosche in mano? Al momento gli azzurri berlusconiani contano solo sulla delega al Bilancio nelle mani di Giacomo Mancini (che peraltro è dato in partenza concor-

data per l’Europa, se ci riesce) per il resto niente. E se per la sanità di Cosenza che vorrebbe azzannare Ennio Morrone la faccenda è complessa e Scopelliti sa bene che se smuove le acque rischia di annegare pure lui per l’agricoltura di Trematerra i margini di tenuta del quadro sono ristrettissimi. Politici, strategici e personali. I “campi” sono a rischio, inutile girarci attorno. Nella grande resa dei conti del potere regionale l’attacco finale se non morde sulla sanità (almeno per ora) andrà certamente per campi. Il “regno” di Gino e Michele Trematerra è seriamente a rischio ed è pure tardi per loro a mettersi a cercare un altro partito. Potrebbero fuggire nel Nuovo centrodestra di Angelino e Scopelliti ma anche sull’Arca di Noè quando era il tempo di chiudere il portone prima di partire qualcuno spingeva per non far salire più nessuno. Troppo alte le onde da attraversare. Una volta le mamme di paese (e non solo) consigliavano alle figliole ci cercarsi “un buon partito” come marito. In questo modo si augurava loro un traghettamento sereno. Oggi non dicono nemmeno questo più. Non ci sono in giro più né mariti, né partiti. E qualcuno dei “nostri” sarà pure costretto a mettersi a lavorare prima o poi. Un’esperienza nuova può sempre far bene… d.m.

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Mezzoeuro Alla fine sorprende sempre lo stesso

Tutti lo sanno, ma ufficialmente non si dice. La Camera di commercio di Cosenza è stata commissariata, il presidente Scopelliti avrebbe firmato il provvedimento che verrà reso noto tra qualche giorno. Non sarà una grande sorpresa poiché negli ambienti che contano ormai lo sanno tutti. Sta quindi per giungere a conclusione questo lungo periodo di transizione verso la nuova governance dell’ente. Non senza qualche sorpresa. I giochi sembravano ormai fatti, con Klaus Algieri già pronto ad assumere il timone, e ora tutto è rimesso in discussione. Il nome del commissario è stato attentamente valutato poiché non si voleva aggiungere ulteriori elementi di disturbo in una vicenda che già di per sé si era molto intricata coinvolgendo organizzazioni di categoria in una disputa giuridica che ha messo duramente alle prove le capacità dei legali che si sono assunti il compito di difendere l’una o l’altra parte. Intanto, la nomina è a tempo determinato. Al commissario verranno concessi quattro mesi di tempo per mettere in atto tutte le procedure necessarie alla elezione del nuovo organismo. Nella scelta un peso decisivo è stato attribuito all’esperienza. Un ulteriore fattore positivo è il consenso delle categorie economiche in grave conflitto tra di loro e un elemento che possa rappresentare un coagulo di opposte esigenze sarebbe certamente favorito.

Il segreto di Pulcinella Il nome di Pino Gaglioti potrebbe essere proprio il coagulante tra interessi diversi e riuscire a superare l’impasse in cui è caduto l’ente, che non riesce più a svolgere pienamente la sua attività istituzionale. Nel corso della sua presidenza ha saputo guadagnare appoggio e simpatie da parte di una ampia maggioranza di associazioni di categoria, che in questo momento di grande conflittualità tra le stesse può essere un grande aiuto per la decisione finale. In un momento in cui spira un’aria moralizzatrice e di severa condanna delle pratiche spenderecce dei rappresentanti politici e degli amministratori degli enti e delle aziende pubbliche, un peso non secondario ha giocato anche la decisione di Gaglioti e della sua giunta di rinunciare agli emolumenti relativi alla carica che lo ha posto come un antesignano di quel rigore che ora si vuole generalizzare a tutti i livelli. Nessuno ha mosso obiezioni alla proposta del presidente uscente poiché non vi sono stati rilievi mossi alla sua azioni nel quinquennio di governo dell’ente. Al contrario vi è stata una valutazione positiva che aggiunta alla conoscenza delle procedure maturata nel frattempo ha fatto pendere la bilancia sul suo nome. Quali sono stati i motivi che hanno portato al commissariamento sono fin troppo noti, ma non troppo chiari, poiché il tutto si è svolto su di un piano di conflitto legale che ha posto in seconda piano il vero motivo del contendere. In in questa lunga crisi, anche il ruolo delle Camere di Commercio è stato ridimensionato, poiché il tessuto industriale della regione si è grandemente rimpicciolito, il commercio ha subito un ridimensionamento moto eccentuato e anche le società di servizi non hanno mostrato quella vitalità che negli anni passati ha consentito di raggiungere un trend crescente al numero delle aziende iscritte. Tuttavia, la perdita di peso specifico sotto il profilo numerico, non le ha reso meno importanti come soggetti attivi sul territorio, poiché le funzio-

Verso il commissariamento la Camera di commercio di Cosenza. Il decreto sembra che sia vicino alla firma (se non firmato del tutto) ma non ancora reso pubblico Il nuovo commissario (in molti si augurano) potrebbe essere in linea con la continuità, con poteri ordinari e straordinari poiché aggiunge ai suoi poteri quelli della giunta e del consiglio camerale Un riconoscimento del ruolo di mediazione svolto in questi anni Ma nulla è ancora certo

ni camerali sono aumentate e soprattutto quelle tradizionali meritano una rivalutazione poiché possono dare un contributo decisivo alla ripresa produttiva. Ai tradizionali servizi alle imprese, il più importante dei quali è certamente la tenuta del registro che costituisce lo strumento di controllo dell’attività delle aziende sotto il profilo tecnico-contabile, si sono aggiunte le funzioni nel campo della giustizia civile, con l’attivazione dell’arbitrato, e il controllo della buona fede nella contrattazione commerciale. In questo campo un valore particolare assume l’ufficio di metrologia, che ha avuto un ruolo fin qui molto secondario, e tale da non poter garantire il rispetto della normativa e il completo controllo di tutte le attività commerciali, dagli alimentari ai distributori di carburanti, che non assicurava l’equivalenza tra le quantità acquistate e le quantità vendute. Il nuovo ente camerale che dovrà sorgerà dopo questo interregno commissariale dovrà necessariamente garantire una maggiore sobrietà conseguenza di una decurtazione dei trasferimenti pubblici, della riduzione del numero degli iscritti e dell’aumento delle funzioni che richiedono adeguati investimenti per poter ottenere dei risultati apprezzabili. Una sfida del prossimo consiglio camerale è quella di guardare con più attenzione la realtà circostante, a considerare i portatori di interesse delle aziende, che non sono più e solo espressione dell’imprenditore, ma devono saper pesare il loro ruolo sociale, che non si limita all’aspetto occupazionale, ma deve anche includere la tutela dei consumatori, che devono essere i primi giudici dell’attività delle imprese locali. È necessario maturare la consapevolezza che la prima forza delle aziende è il loro radicamento sul territorio, poiché


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Sabato 4 Gennaio 2014

Alla fine sorprende sempre lo stesso no potuto godere in un così lungo arco di tempo. Chi ha alterato gli elenchi e a favore di chi e per quali scopi sarà la magistratura a dirlo e stabilire colpe, cause e reati eventuali. Resta però un senso di disorientamento, poiché gli iscritti nelle varie categorie produttive rappresentano nella loro totalità circa il 10% del totale degli iscritti all’ente camerale e non vi è alcuno strumento idoneo a verificare l’appartenenza di ciascuno di questi all’associazione scelta liberamente dalla stessa impresa. Ad un controllo ancora scarsamente incisivo, è emerso un quadro desolante del sistema imprenditoriale cittadino: persone iscritte a loro insaputa ad associazioni, anche lontane dalla loro naturale appartenenza, persone che pur avendo chiesto l’iscrizione si ritrovano in altre associazioni, dove sono più utili per il raggiungimento del quorum necessario per eleggere un loro rappresentante negli organi camerali. L’intervento della magistratura amministrativa ha fatto crollare il castello di carta predisposto per poter arrivare al controllo dell’ente e rimesso in discussione anche gli equilibri che si erano venuti a determinare. La scoperta di un gioco poco trasparente ha indebolito i giocatori che si sono visti classificare come bari e chiamati gentilmente ad abbandonare il tavolo e si è aperta la spasmodica ricerca di una soluzione accomodante e un traghettatore sicuro per un nuovo quinquennio di fondamentale importanza per gli equilibri del sistema economico locale. È presto per ipotizzare qualsiasi soluzione, ma certamente oggi vi è un pilota in pole position con tutte le premesse per arrivare al traguardo dopo una galoppata senza ostacoli e un motore in perfetta efficienza.

senza un mercato locale non saranno mai in grado di espandersi su altri terreni. Il nuovo ente camerale deve, pertanto, aprire un dibattito e un confronto con le associazioni dei consumatori, che possono svolgere una funzione di cerniere tra due mondi che appaiono contrapposti, ma che non possono vivere ciascuno senza il contributo determinante dell’altra parte. Le camere di commercio dovranno dimostrare di avere un ruolo importante e adeguato da svolgere se non vorranno essere travolte dalla scure dello spending review e considerati degli enti inutili da abbattere. Una operazione indispensabile è la pulitura degli elenchi di iscrizioni, favorendo la cancellazione delle aziende inattive, con l’abbuono dei contributi non incassati. Il costo di mantenimento di queste entità fantasma è talmente elevato che costituisce un incentivo all’esercizio illegale delle attività produttive e commerciali. Tra tasse di iscrizione, mantenimento dei registri vari previsti da innumerevoli disposizioni legislative e amministrative, adempimenti contabili e iscrizione nei vari registri, elenchi e altri adempimenti burocratici finiscono per scoraggiare soprattutto le giovani imprese a regolarizzarsi. Le stesse società a un euro, come si è voluto sbrigativamente classificarle, comportamento esorbitanti spese semplicemente per assicurarsi un numero di iscrizione. La scarsa trasparenza delle iscrizioni è una delle cause che ha provocato il guazzabuglio che oggi si cerca di risolvere con il commissariamento dell’ente. Dal caos non può che derivare una situazione caotica e questo è quanto si è verificato nella fattispecie. Il registro delle imprese riflette il caos esistente nella realtà, comprendendo aziende fantasma e inattive, che però risultano di grande utilità quan-

do si devono ponderare la rappresentatività delle categorie che a loro volto provocano la distribuzione degli incarichi negli enti camerali. Le varie cordate che si contendevano il governo dell’ente, hanno tentato di mostrare la propria rappresentatività amplificando il numero degli iscritti in ciascuna categoria, senza preoccuparsi, per ignoranza ma soprattutto per convenienza, qual’era la realtà che si nascondeva dietro quelle sigle. Mutatis mutandis, si è fatto un ampio ricorso alle iscrizioni funebri, come nei vecchi e cari partiti della prima repubblica, di imprese tenute in vita artificialmente per incrementare il numero degli elettori per scegliere la carica di presidente, con una presunzione di impunibilità giustificata dal prolungato stato di omertà di cui han-

Pino Gaglioti Sopra, la Camera di Commercio di Cosenza

L’interessato si è per ora chiuso in un giustificato riserbo, nascondendosi dietro la mancata ufficiliazzazione della sua nomina. È un atteggiamento comprensibile, ed in linea con il personaggio che ha giocato la sua partita con una dose di equilibrio tra la pubblicizzazione delle sue iniziative più salienti e una riservatezza necessaria a garantire un esercizio delle funzioni a tutti i componenti degli organi camerali. I quattro mesi concessi per la normalizzazione dell’ente potranno essere molto utili per definire un programma per l’ente in linea con le attese che sono nel frattempo maturate. La lunga crisi che sta vivendo l’intera regione ha messo in chiara evidenza alcune problematiche, già note da lungo tempo ma che oggi diventano cruciali per uscire dal tunnel: il rafforzamento patrimoniale delle imprese, l’internazionalizzazione dei canali di sbocco delle produzioni locali, il rilancio del turismo e dell’agricoltura, ma soprattutto il problema del credito. Nella passata stagione si è tentato di costruire uno strumento come la banca di garanzia, che si è risolta con un clamoroso tonfo e questo richiede una riflessione ma anche un rilancio di una politica creditizia. Il credit crunch costituisce un serio ostacolo alla ripresa e bisognerà fare i conti con la debolezza delle imprese e la situazione caotica degli consorzi fidi, che continuano a mantenere una dimensione lillipuziana, ma vogliono confrontarsi con i giganti del credito di Brobdingnag. Questa è una situazione intollerabile e richiede un intervento immediato e risolutivo, tralasciando le bagatelle che hanno portato a uno sperpero di denaro camerale con risultati risibili sul piano dei risultati. Gli sforzi andranno concentrati sulla organizzazione di servizi alle imprese, e l’abolizione delle attività di pura esibizione narcisistica. C’è una esigenza immediata, c’è un candidato pronto a coprirla e mettere a disposizione la sua esperienza per un programma fortemente innovativo per rilanciare l’ente. Ora si tratta solo di non perdere ulteriore tempo. o.p.

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Siamo alla frutta di Giuseppe Aprile

Il resto è materia ancora da chiarire perché, ovviamente, venne opposta opposizione a tale decisione tra l’altro unilaterale. Se si pensa che un reato del genere, sia determinante, per chi ha una coscienza e crede in certa politica leale ed eticamente ineccepibile, succede in Calabria, anche questo.

Il nostro Paese e la Calabria con tutto il Mezzogiorno, vivono una fase che sarà sicuramente chiarita fra non molti anni, quando i fenomeni negativi che la stanno facendo da padroni, avranno da fare i conti davvero con la storia e la pubblica opinione rinata. Per adesso troviamo oltremodo difficile fare i dovuti distingui tra tanti mali e tanti bene, perché si scambiano spesso gli uni con gli altri a causa della crisi che ha investito l’essere umano che sta perdendo il filo conduttore della sua normalità per avventurarsi in labirinti decisamente difficili a districarsi. In Calabria si vedono fenomeni di vera fattura equivoca. Recentemente, un cittadino ci ha raccontato quanto segue. Abita in una grande città della regione, da oltre venti anni, non ha mai usufruito di un goccio di acqua se non di quella salmastra e comunque inutilizzabile nemmeno per lavare i panni. S’è accorto, dopo qualche anno che ci abitava in questa città, che il suo stomaco stava male; molto male. Sulle prime non seppe a che santo votarsi perché tutto poteva pensare tranne che dai rubinetti della sua casa arrivasse acqua davvero brutta e sporca.

C’è chi mangia

e c’è chi paga Decise di protestare ma dal comune non arrivavano mai risposte. Tutti i cittadini della sua zona da sempre non bevevano quell’acqua. Anch’egli dovette comprare l’acqua minerale. Pagò per anni ed anni sempre due tipi di acqua. Quella minerale che era l’acqua che utilizzavano nella sua casa e quella del comune che pur non utilizzata, si doveva pagare “per legge”. Si fece l’abitudine anche perché andando avanti si accorse che il problema dell’acqua di quella sua città era da sempre lamentato e nessuna amministrazione era andata al di là delle promesse elettorali. Dopo trent’anni circa di pagamento del doppio “canone” dell’acqua, una inutile per il comune e l’altro giusto per bere la minerale, cambiò casa. Ebbe la possibilità di comprarne una nuova. Bene, nelle more del suo trasferimento, non ancora abitante del nuovo appartamento, fece comunque il contratto con il comune per la nuova acqua. E diede all’impresario il contatore perché gli venisse installato anche perché al comune gli avevano detto che una volta fato il contratto, avrebbe avuto tempo un anno per l’installazione. Sono passati solo pochi giorni, qualche mese, forse, e si presentarono alla sua abitazione due persone che si dichiararono amici che dovevano controllare i contatori dell’acqua. Nessun rilievo venne fatto se non l’avviso che non risultava ancora inserito il contatore. Nulla di rilevante e tanti saluti per tutti buoni propositi. Dopo cinque anni circa, arrivò una sentenza del magistrato a questo malcapitato e gli venne notificata una condanna al pagamento di diverse migliaia di euro, per consumo di acqua abusiva. Trent’anni circa, con al massimo qualche ritardo nella installazione del contatore -ammesso che fosse vero - in presenza di un contratto già fatto e messo a disposizione, non si sa perché, gli venne di pagare circa tremila euro di “multa”. Il personaggio interessato mai ebbe a che fare con un reato o con qualche aula di Tribunale o di Pretura. Questa è la funzionalità di una struttura che deve pretendere, e giustamente, dai cittadini l’avere, ma anche del dare.

I mezzi per rinascere ci sarebbero e come Il nostro è un ambiente ricco di natura, di produzione agricola, di braccia, di gente seria e di intelligenze rare Ma non rinasce Della nostra condizione si parla a vita e siamo al punto che nessuno più ci crede. E intanto c'è chi continua a prendere risorse e tesori nostri, per battere cassa. Al cittadino calabrese spetta pagare e piangersi addosso

A Reggio, poi, siamo in una realtà assai equivoca dove la tasse le pagano i cittadini giusti e gli evasori la fanno da brilli e padroni. Il che comunque ha evitato il dissesto pur essendo dissestato economicamente, ma i suoi amministratori sono ancora a lottare perché non solo non si ritengono graziati rispetto al dissesto, ma non accettano nemmeno lo scioglimento del consiglio comunale per mafia; cosa avvenuta anche se non accettata, di fatto e contestata fino all’ultimo livello di giustizia. Ci sono consiglieri, politici che fanno scempio delle leggi, dei diritti e delle regole che non pagano mai ed altri che pur mantenendosi lindi e puliti, sono additati al contrario e mortificati da organismi istituzionali dove c’è spazio per tutti; anche per gente poco o per nulla onesta. Il Consiglio regionale della Calabria è pieno di gente su cui gravano indagini di grande rilevanza da parte della magistratura, consigli di amministrazione quotidianamente interessati a indagini degli organi dello stato, partiti diretti da persone che non hanno nè titoli, né capacità per farlo. La società è invasa da gente arricchitasi con la politica in quasi tutte le province. Famiglie che fanno incetta di poteri e di averi di parte pubblica e morti di fame che della miseria e della povertà hanno fatto ragione di vita e unica possibilità di starci. I cittadini hanno diritto di porre fine a fasi brutte della nostra storia. In passato è stata la magistratura a evidenziare le fasi della crisi irreversibile in cui si sono cacciati lo stato o suoi organi di centrale importanza. La magistratura ha fin’ora contribuito a chiarire le forme di degenerazione in cui erano caduti pezzi dello stato e organi suoi di primo piano. Ma non è determinante e decisiva. E non potrebbe esserlo con le strutture di cui dispone e le leggi vigenti. Ci sono questioni davvero inquietanti nella vita di questo paese dove è inevitabile un intervento che dia compiutezza alle forme di degenerazione che non sono più sopportabili. Prima li elenchiamo. Rappresentanti politici, nelle istituzioni, che sicuramente sono prive delle più elementari forme di garanzia di cui il cittadino ha diritto di usufruire. Il Parlamento è organismo assai lontano dai problemi reali e per nulla è ben voluto dagli elettori e dal paese. Lo Stato è privo di un organismo che possa e sappia operare per una forma di giustizia sociale e politica capace di far superare gli ostacoli che in atto vengono posti dall’apparato della magistratura e dalle leggi fatte in tempi assai passati e garanti di brutture e di storpiature. Non è possibile che si attenda il giudizio definitivo della magistratura per vedere fuori dalle responsabilità di rappresentanza istituzionale, deputati, consiglieri, amministratori la cui condizione sia a norma secondo le regole della costituzione e il buon senso che nessuno prende più nella giusta considerazione. Il nostro è un ambiente ricco di natura, di produzione agricola, di braccia, di gente seria e di intelligenze rare. Ma non rinasce. Della nostra condizione si parla a vita e siamo al punto che nessuno più di crede. Parliamoci chiaro. Occorrerebbe una grande struttura sotto il controllo popolare, anzi di emanazione e controllo popolare, oltre la magistratura e la politica, con competenze specifiche che non intralcino il lavoro dell’uno e dell’altro ma che garantiscano cittadini e società e siano il riferimento di grande valore ed interesse per avere una idea esatta del giusto e dell’errato, del sopportabile e dell’insopportabile. Un organismo nuovo, mai avutosi fin’ora. Che sia una stella polare per la buona società ed il buon andamento delle cose. In atto c’è troppa incertezza e moltissima ingenuità. La chiarezza è sempre una lontana parente della normalità.


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Mezzoeuro Le eccellenze per sperare

Continua a crescere

la nuova struttura Neuromed Con nuovi servizi, nuove attività di ricerca e nuovi investimenti si aprono anche nuove opportunità di lavoro Continuano alacremente i lavori alla nuova ala ospedaliera dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Is). L’Istituto, da oltre 30 anni sinonimo di ricerca e servizi clinico-sanitari altamente qualificati nel settore delle Neuroscienze, è al suo terzo step evolutivo all’insegna dell’avanguardia clinica e tecnologica. A ridosso del plesso esistente, sta rapidamente nascendo un nuovo edificio di quattro piani, su una superficie di circa 11.000 mq che favorirà un innalzamento qualitativo in termini di innovazione tecnologica e ricerca scientifica. Il progetto è infatti inserito nel più ampio contesto del contratto di sviluppo “Hospital and Health services - Servizi avanzati di diagnostica e oncogenomica”, presentato al Ministero dello Sviluppo economico e alle Regioni Molise e Campania in partenariato con altre strutture cliniche presenti in Campania. Diversi i centri ad alta specializzazione che dunque troveranno presto più spazio nella nuova ala, tra cui un Centro per lo studio e la cura del piede diabetico e un Centro sul coma per lo studio dei disturbi cognitivi e della coscienza. Grazie all’ampliamento della struttura sarà anche possibile l’acquisizione di nuove attrezzature all’avanguardia, che contribuiranno ulteriormente al lavoro d’integrazione tra attività assistenziali e di ricerca; non solo, sempre nell’ottica di una migliore assistenza al paziente e ai suoi familiari, saranno migliorate le attività già esistenti tramite, ad esempio, l’ottimizzazione degli spazi relativi al blocco operatorio, con la creazione di sale “ibride” innovative, e l’ampliamento delle palestre del reparto di riabilitazione. La costruenda ala è stata progettata riservando grande e particolare attenzione all’umanizzazione degli spazi tramite la realizzazione di ambienti ampi ed articolati, aperti alla comunicazione, che facilitano i contatti, i percorsi e la permanenza e creando, in definitiva, un ambiente confortevole ed accogliente, rassicurante e non ostile. Non mancheranno aree attrezzate a verde, che contribuiranno al benessere di pazienti e familiari. Il nuovo intervento sarà, infine, dal punto di vista dei materiali utilizzati e degli impianti installati, rispettoso dei criteri ambientali e paesaggistici e si avvarrà di nuovi sistemi costruttivi in grado di garantire elevati standard in termini di isolamento acustico, termico, di eco biocompatibilità e di antisismicità.


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Le eccellenze per sperare

In apertura di servizio, l’esterno della struttura Neuromed di Pozzilli Nelle altre immagini le elaborazioni di come si presenterà a lavori ultimati

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Il report dei grillini

Isola ecologica Battaglina

La seguente relazione ha per oggetto l’opera denominata "Isola Ecologia di Recupero e Smaltimento Rifiuti (centro di raccolta e smistamento con discarica per rifiuti non pericolosi ed inerti)". Essa è il risultato di consultazioni di documenti originali, atti amministrativi, decreti delle amministrazioni e dati oggettivi rilevati sul sito di realizzazione dell’opera in oggetto. SI FA NOTARE CHE LA PRESENTE RELAZIONE E’ IN CONTINUO AGGIORNAMENTO, in funzione del reperimento di ulteriore documentazione in merito alla vicenda. In calce viene indicata la data di aggiornamento della presente relazione.

Caso Battaglina La discarica a Cinquestelle 1. Fase Autorizzativa 07.11.2007 con delibera n. 52 il Comune di Borgia concede alla SIRIM s.r.l. l’uso di un terreno, ricadente amministrativamente nel Comune di S. Floro, per 40 anni + 40 (tacita proroga) al costo di 200.000 euro annui più una macchina operatrice "Terna". Catastalmente l’area è individuata dalle part.lle 1, 2, 7, 11, 37, 47, 72, 165, 166 foglio n. 1 del Comune di S. Floro, avente un’estensione totale di 120 ettari. La ditta SIRIM srl in data 26.11.2007 prot. 4400 presenta presso il Comune di S.Floro domanda di permessi di costruire allegando progetto, per l’esecuzione dei lavori di costruzione di un impianto integrato di recupero e smaltimento rifiuti (centro di raccolta e smistamento con discarica per rifiuti non pericolosi ed inerti) denominato "Isola Ecologica Battaglina" ricadente sull’area identificata al NCT Comune di S.Floro al foglio di mappa 1 p.lle 7 (porzione), 11(porzione) e 47 (porzione). Il Comune di S. Floro (in seguito a delibera autorizzativa del Consiglio Comunale n.27 del 17.12.2007) concede (20.000euro annui + 50.000 euro una tantum + conferimento gratuito per 10 anni per Comune e operatori con insediamenti produttivi nel territorio comunale di rifiuti autorizzati ad essere trattati nell’impianto, dopo 10 anni costo 50% rispetto al costo di mercato + assunzione addetti residenti in S.Floro) con convenzione del 10.07.2008 parere favorevole ed autorizza la realizzazione, la gestione e manutenzione dell’isola ecologica in oggetto secondo quanto riportato nel progetto esecutivo che verrà prodotto in seguito. La Ditta Sirim s.r.l. presenta al Dip.Ambiente della Regione Calabria il 6.10.2008 con prot. 15518 la domanda di avvio della procedura di VIA, richiedendo di fatto il pronunciamento della commissione VIA-VAS-IPPC in merito alla realizzazione dell’opera in oggetto per una estensione di circa 40 ha, in quanto ricade nella categoria progettuale di cui all’All.B parte IV del DLgs 152/2006 come "impianto di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi" mediante le operazione D1, D5, D9, D10 e D11 ed all’All.C lettera R1; e lettera p) "Discariche di rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessiva superiore a 100.00

La vicenda dell'"Isola Ecologica Battaglina" è ormai al centro dell'attenzione politica e mediatica delle ultime settimane coinvolgendo di fatto non solo la popolazione del comprensorio provinciale di Catanzaro ma l'intera Regione Calabria, viste le dimensioni di un opera che nel complesso sistema della gestione rifiuti calabrese potrebbe essere il più grande del meridione. Il meetup Movimento Cinque Stelle Catanzaro ha voluto approfondire fin da subito l'argomento attraverso la consultazione di documenti e atti relativi a quasi 21 anni di caotico quanto confuso iter burocratico autorizzativo. L'obbiettivo è stato fin da subito redigere un documento utile a cittadini e agli attivisti del M5S per comprendere la vicenda che fin da subito appare complessa e con numerosi lati oscuri. Il progetto iniziale comprendeva la realizzazione di un complesso impianto denominato "Isola Ecologica Battaglina" che comprendeva la relizzione di un Centro di Raccolta per Rifiuti Differenziati (CRRD) e una discarica di circa 13 ettari destinata al conferimento di inerti non pericolosi. Ad oggi però è in fase di realizzazione solo la discarica, essendo stato stralciato il CRRD dalle autorizzazioni della Regione Calabria. Attraverso la consultazione degli atti sono emersi una serie di aspetti poco chiari e mai risolti come l'esistenza di vicolo forestale e idrogeologico, un vincolo derivante da incendio che in passato ha interessato l'area e vincoli derivanti dall'esistenza di usi civici. Il meetup Movimento Cinque Stelle Catanzaro ha voluto ribadire la contrarietà alla realizzazione di questa opera elaborando questa relazione, esprimendo inoltre il disappunto nei confronti di una politica regionale scellerata in tema di rifiuti.

mc, ad esclusione delle discariche per inerti con capacità complessiva sino a 100.00 mc. La ditta in questa sede dichiara che l’Isola ecologica non ricade neppure parzialmente all’interno di aree naturali protette e/o SIC o Natura 2000 e non ricade neppure parzialmente in fascia territoriale e/o fluviale sottoposta a tutela ai sensi del DLgs 42/2004 (PAI Calabria). Ribadisce infine che l’opera trattasi di centro di raccolta con attività di smaltimento delle frazioni non recuperabili (discarica per rifiuti non pericolosi ed inerti). Inoltre in data 10.10.2008 con prot.15956 la stessa società presenta allo sportello IPPC la domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale in relazione al predetto progetto. 27.05.2009 parere preliminare del Dip.Agricoltura Foreste e Forestazione prot. 24225 (vedi paragrafo accesso agli atti Dip. Agricoltura). Con Decreto n. 16278 del 08.09.2009 il Dip. Ambiente rilascia "Giudizio di Compatibilità ambientale ed autorizzazione integrata ambientale" per il progetto di smaltimento e recupero rifiuti denominato "Isola Ecologica Battaglina". Il Dip.Ambiente analizzati gli atti inerenti il procedimento istruttorio, in particolar modo: - il parere del Comune di S.Floro acquisito agli atti con prot. 4214 del 24.02.2009; - parere ASP Catanzaro acquisito agli atti con prot. n.4215 del 24.02.09; - parere della Provincia di Catanzaro acquisito agli atti con prot. n.5694 del 12.03.2009;

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Il report dei grillini

Planimetria d’insieme Isola Ecologica e Discarica Foto di Allegato progettuale originale acquisito in seguito a regolare accesso agli atti Dip. Agricoltura L’allegato in foto è in scala 1:1000 - Superfici soggette a deformazione (93% circa) dovute ad acquisizione attraverso macchina fotografica (1 cm sulla carta = 1000 cm = 10 m in realtà)

- il parere dell’ArpaCal acquisito agli atti con prot. n.10035 del 08.05.09; - parere Dip. Agricoltura Foreste e Forestazione n. 24225 del 27.05.09 acquisito agli atti con prot. 12 del 11.06.09; - il parere del Nucleo VIA-VAS-IPPC acquisito agli atti con prot. 16933 del 04.08.09; - i Verbali delle Conferenze dei Servizi del 25.02.09, 03.04.09, 11.06.09 (esiste altra CdS del 26.04.2010) decreta: giudizio favorevole e di rilasciare AIA per l’impianto in oggetto assegnando codice IPPC (All.I al DLgs 59/2005) 5.1 "Impianti per l’eliminazione o il recupero di rifiuti pericolosi, della lista di cui all’art. 1, par. 4 della direttiva 91/689/CEE quali definiti negli allegati IIA e IIB (operazioni R1, R5, R6, R8 e R9) della direttiva 75/442/CEE e del Consiglio del 16 giugno 1975, concernente l’eliminazione degli oli usati, con capacità 10 tonnellate al giorno". 5.4 "discariche che ricevono più di 10 tonnellate al giorno o con una capacità totale di oltre 25.000 tonnellate ad esclusione delle discariche per i rifiuti inerti"; - il rispetto delle condizioni, i valori limite di emissione e le prescrizioni gestionali riportate negli allegati al decreto; - ArpaCal ai sensi dell’art. 11 DLgs 59/2005 accerterà la conformità degli impianti alle condizioni dell’AIA, la regolarità dei controlli a carico del gestore, soprattutto in merito alla regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell’inquinamento e del ri- nota 1 spetto dei valori limite di emissione. probabile errore Prescrizioni Generali: Volume nominale Impianto per l’eliminazione o il recupero di rifiuti pericolosi (cod. IPPC 5.1): 456.022 mc Discarica (cod. IPPC 5.11): 2.482.188 mc

- Il gestore dovrà realizzare una superficie rimboschita pari a 45 ha quale compensazione alla trasformazione del bosco all’interno del medesimo bacino idrografico dell’intervento previsto, e per la cui realizzazione e manutenzione il gestore dovrà presentare apposito progetto, secondo le modalità di cui all’art. 7 delle P.M.P.F della Regione Calabria; Prescrizioni relative al Centro di raccolta (CRRD) - l’isola ecologica non potrà essere realizzata a meno di procedere con la variazioni urbanistica dell’area (...) nella stessa potranno essere conferiti semplicemente i rifiuti individuati dal DM 08.04.2008 [art.1 I centri di raccolta comunali o intercomunali disciplinati dal presente decreto sono costituiti da aree presidiate ed allestite ove si svolge unicamente attività di raccolta, mediante raggruppamento per frazioni omogenee per il trasporto agli impianti di recupero, trattamento e, per le frazioni non recuperabili, di smaltimento, dei rifiuti urbani e assimilati elenca ti in allegato I, paragrafo 4.2, conferiti in maniera differenziata rispettivamente dalle utenze domestiche e non domestiche anche attraverso il gestore del servizio pubblico, nonché dagli altri soggetti tenuti in base alle vigenti normative settoriali al ritiro di specifiche tipologie di rifiuti dalle utenze domestiche. ] - non potranno essere avviati a discarica rifiuti "recuperabili"; - dovrà essere prevista idonea area per i RAEE, per i quali è consentito il solo stoccaggio.

il codice assegnato è il 5.4 come risulta anche dall’incoerenza delle prescrizioni di seguito riportate, poiché il CRRD raccoglie i RAEE che sono di fatto rifiuti pericolosi e quindi per questo viene assegnato il codice 5.1

Prescrizioni relative alle discariche - non possono essere conferiti rifiuti pericolosi, trattandosi di discarica per rifiuti inerti e non pericolosi; - non potranno essere conferiti rifiuti urbani indifferenziati (CER 200301) se non a seguito di specifico affidamento da parte dei

soggetti deputati o inserimento nelle previsioni di pianificazione regionale e, comunque, tali rifiuti dovranno essere pretrattati prima del conferimento in discarica; - non potranno essere conferiti in discarica rifiuti da raccolta differenziata o ingombranti, e comunque tutti i rifiuti che possano essere sottoposti a recupero di materia; - dovrà essere mantenuta una distanza dall’alveo di piena del torrente a valle pari a 300 metri; - dovrà essere acquisita Autorizzazione Paesaggistica; - dovrà essere acquisito Nulla Osta Idrogeologico (Dip. Agricoltura Regione Calabria); - dovrà essere rispettata la L. 353/2000 "Leggequadro in materia di incendi boschivi" ove ne ricorrano le condizioni; - Il perimetro della discarica dovrà essere presidiato da strutture atte ad impedire l’ingresso delle acque meteoriche all’interno; - dovranno essere previste una serie di soluzioni tecniche per minimizzare al massimo il rischio di contaminazione delle matrici ambientali. In allegato al decreto e alle numerose prescrizioni il Dip. Ambiente della Regione Calabria impone l’integrazione del Piano di Monitoraggio e Controllo secondo le indicazioni suggerite. In particolare il Piano di monitoraggio redatto ai sensi del Dlgs 36/2003 ha lo scopo di definire le modalità operative con cui la discarica rifiuti non pericolosi ed inerti terrà sotto controllo i parametri d’interesse gestionale ed ambientale nell’attività della discarica secondo quanto previsto nell’allegato II al punto 5 del Dlgs 36/03. Il Piano definisce tute le misure necessarie per prevenire rischi accidentali causati dal funzionamento della discarica e per limitarne le conseguenze, sia in fase operativa che post-operativa, con particolare riferimento alle precauzioni adottate a tutela delle acque dall’inquinamento provocato da infiltrazioni di percolato nel terreno e alle altre misure di prevenzione e protezione contro qualsiasi


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Il report dei grillini Rifiuti conferibili danno all’ambiente. 17.03.2010 rilascio nulla osta idrogeologico per rimboschimento compensativo prot. 13403 (vedi paragrafo accesso agli atti Dip. Agricoltura). Il 05.07.2010 il Comune di S.Floro rilascia il Permesso di Costruire richiesto il 26.11.2007, citando come unici atti acquisiti per tale rilascio: - titolo di concessionario in seguito a deliberazione Comune di Borgia; - convenzione Comune di S.Floro- Sirim; - verbale conferenza dei servizi del 26.04.2010; - Giudizio di compatibilità ambientale e AIA del Dip.Ambiente. Ai sensi "delle restanti disposizioni di legge nazionali e regionali, i regolamenti e gli strumenti regolatori in materia di urbanistica, edilizia, igiene, polizia locale, sicurezza del lavoro, circolazione nonché dei beni paesistico ambientali e monumentali" e altre; "considerato che, in base alle vigenti norme urbanistiche ed edilizie, la destinazione d’uso compatibile per la progettata opera"; l’amministrazione comunale concede il permesso di costruire per i lavori di cui trattasi riportando in allegato una serie di prescrizioni del tutto generali e riportate integralmente le prescrizioni del Decreto 16278 del 08.09.2009. Il 15.07.2010 sequestro dell’area da parte del CFS (vedi sotto paragrafo 4). Il 26.10.2012 decreto archiviazione del procedimento (vedi sotto paragrafo 4). Il 14.09.2012 decreto restituzione di cose sequestrate (vedi sotto paragrafo 4). 22.07.2013 rilascio Nulla Osta idrogeologico Isola Ecologica Battaglina (vedi paragrafo accesso agli atti Dip. Agricoltura). 29.07.2013 prot. 2505515 Nulla Osta e proroga rimboschimento compensativo (vedi paragrafo accesso agli atti Dip. Agricoltura). 152/06 prevedono essenzialmente: Deposito (D15), Ricondizionamento (D14) e 2. Descrizione dell’opera2 - la proposta Raggruppamento (D13). progettuale e la fase di realizzazione La discarica avrà l’obiettivo di stoccare definitivamente materiali non riciclabili. L’estensione toPer come riportato negli elaborati progettuali (notale è di 12,60 ettari, prevede la realizzazione di vembre 2008) utilizzati per ottenere le autorizzadue vasche di raccolta, suddivise per tipologia di zioni si descrive brevemente l’opera.Si cita quanmateriale da stoccare: lotto A: vasca da 456.000 mc > 3,40 ha (racto riportato senza esprimere in tale paragrafo pacolta materiali contenenti amianto) reri e commenti. lotto B: vasca da 2.480.000 mc > 9,26 ha (rifiuti non pericolosi ed inerti) Gli obiettivi dell’impianto: La proposta di classificazione della discarica, è - attività volta al recupero dei rifiuti derivanti da quella di "discarica per rifiuti non pericolosi" per attività di costruzione e demolizione; come previsto dall’art. 4 del D.Lgs. N° 36 del - operare in tutto il bacino d’utenza ponendosi a 13/01/2003. servizio di tutti i soggetti pubblici (Comuni, Le attività di Smaltimento ai sensi dell All. B del Consorzi, ecc) e privati (aziende, centri commerD.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, sono in dettaglio: ciali) che hanno necessità di recuperare/smaltire - D14: Ricondizionamento preliminare prima di i propri rifiuti. una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13. Il progetto essenzialmente prevede la realizza(ad es. triturazione pneumatici); zione di aree da adibire a: - D1: Deposito sul o nel suolo. (ad es. fibre mi- Conferimento rifiuti differenziati (nel seguito nerali artificiali, materiali a base di gesso, mateCRRD) per materiali tipo carta, cartone, plastiriali edili contenenti amianto). che, ferro, alluminio provenienti dalle utenze; A circa 1 km passa una linea dell’acquedotto, ma - Discarica per lo stoccaggio definitivo dei matedagli atti ad oggi consultati pare non esistano operiali non differenziabili e non riciclabili; re di presa nella zona. - Percorsi didattici; Adeguate opere di prevenzione rischi soprattuto - Servizi afferenti (uffici, piazzali, strade ecc.). per ciò che riguarda la contaminazione terreno e Il CRRD (disciplinato dal DM 08.04.08 in attuadelle falde zione del art. 185 comma 1 DLgs 152/06), prepreviste adeguata impermeabilizzazione vede lo stoccaggio temporaneo dei materiali prodell’INTERAAREA venienti da raccolta differenziata (RD) . Un utenraccolta percolato (dovuto esclusivamente dalte conferisce al CRRD materiale già selezionato le acque meteoriche) si prevede per ciò la realiz(carta, alluminio, plastica ecc.) che temporaneazazione: fossa di decantazione sabbie, oli e solidi mente viene disposto in apposite vasche divise per > vasca raccolta finale (periodicamente svuotata tipologia di materiale. e conferito a impianto di depurazione). Nel CRRD si svolgeranno attività di solo ragPrevisti adeguati Sistemi di abbattimento emisgruppamento, nessun disassemblaggio ma esclusioni gassose in atmosfera e monitoraggio degli sivamente riduzione volumetrica sui rifiuti non stessi. pericolosi per ottimizzare il successivo I Terreni sono a vocazione agricola utitrasporto. I materiali successivamente nota 2 lizzati per impianto industriale esiste verranno inviati ai consorzi che prov- fonti: relazione per Autorizzazione quindi una difformità rispetto al PRG vederanno al recupero. Integrata Ambientale, Comunale. Tutto in regola secondo i Le attività svolte all’interno del CRRD allegati progettuali Piano Provinciali e Regionali per i quaai sensi dell’All. B parte IV DLgs. originali, audizione

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dirigenti Dip. Ambiente

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li l’area risulta essere tra i luoghi idonei per la realizzazione di un impianto simile. Gestione Biogas: Tutti i Rifiuti biodegradabili comportano produzione di metano (CH4) e diossido di Carbonio (CO2) insieme compongono il cosiddetto Biogas, e altri componenti organici reattivi e pericolosi Prevista l’estrazione e il riutilizzo attraverso generatore di energia elettrica utile all’impianto, il Biogas eccedente (superato il fabbisogno energetico) viene bruciato con una torcia. la produzione di Biogas avviane per circa 20/30 anni (in generale) pericolosità dovuta all’infiltrazione di aria attraverso il sistema di captazione > ossidazione metano > aumento percentuale di anidride carbonica non tutto il biogas prodotto può essere convogliato > flussi incontrollati in fase di coltivazione della discarica.

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Come si evince dal Giudizio di Compatibilità Ambientale (vedi tab. a pagina 17), tra le prescrizioni dettate dal Dip. Ambiente l’opera in oggetto risulta parzialmente realizzabile, ovvero solo la discarica per inerti risulta formalmente autorizzata poiché per la realizzazione del CRRD le prescrizioni contenute nel Decreto n.16278 del 08.09.2009 è necessario procedere propedeuticamente con la variazione urbanistica dell’area. Inoltre è bene evidenziare un errore che potrebbe indurre maggiore confusione, il codice 5.1 assegnato si riferisce al CRRD poichè è autorizzato allo stoccaggio temporaneo dei RAEE che sono di fatto rifiuti pericolosi, il codice 5.4 invece si riferisce alla discarica. Alla data del 14.12.2013, in seguito a sopralluogo (regolarmente autorizzato dal proprietario Sig. Siracusa Stefano, eseguito insieme ai parlamentari Paolo Parentela e Sebastiano Barbanti), risulta in fase di realizzazione solo il lotto 4 che prevede porzione della vasca B e porzione della vasca A. Da rilievi d’area di scarsa precisione (dovuti a mancanza di strumenti di precisione) la vasca scavata sembrerebbe avere una superficie compresa tra i 2,00/2,50 ettari. Da allegati progettuali acquisiti attraverso accesso agli atti al Dip. Agricoltura della Regione Calabria, relativo a "Progetto di taglio e rimboschimento compensativo da eseguire nel Comune di S.Floro" (Dicembre 2009) si evince che : - la ditta Sirim s.r.l. per ottenere il nullaosta Idrogeologico è obbligata ad effettuare rimboschimento compensativo su una superficie pari a quella impegnata nella realizzazione del progetto ed ubicata nel medesimo bacino idrografico nel quale ricade l’intervento progettuale in oggetto; - l’intervento di realizzazione dell’ isola ecologica con annessa discarica con una superficie totale di circa 19 ettari (vedi immagine sotto), comporterà una superficie netta sottoposta a taglio di circa 20,00 ettari, ovviamente la maggiore consistenza è quella occupata dall’area destinata allo stoccaggio dei rifiuti: - si realizzerà un taglio raso realizzato gradualmente negli anni, all’inizio si interverrà per realizzare i fabbricati e le aree attrezzate ed il primo lotto (lotto 4) dell’area destinata allo stoccaggio; - una volta che il primo lotto sarà saturato si passerà alla realizzazione del secondo e così via; - i lotti hanno una superficie media di circa 3,50 ettari e dalle previsioni di massima effettuate si presume che il primo lotto possa saturarsi nel corso di 5 anni di attività dell’impianto. Ad oggi per il sito in oggetto, secondo la normativa regionale, non esiste la possibilità di conferire amianto non essendo all’interno del P.R.A.C. (Piano Regionale Amianto Calabria). (approfondimenti in merito in corso) [Legge regionale 27

Isola Ecologica non autorizzata Foto di Allegato progettuale originale acquisito in seguito a regolare accesso agli atti Dip. Agricoltura

Suddivisione in lotti da realizzare nel corso degli anni Foto di Allegato originale acquisito in seguito a regolare accesso agli atti Dip. Agricoltura

aprile 2011, n. 14 Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini: norme relative all’eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto.]

3. Procedura di accesso agli atti Fin da subito abbiamo avuto l’impressione che il progetto dell’impianto tecnologico fosse ineccepibile dal punto di visto puramente tecnico, a in seguito ai diversi accessi agli atti e il reperimento di documentazione progettuale ci è stata data conferma di quanto fin da subito ci era parso. Al contempo è sorto un dubbio sull’iter autorizzativo, perché in occasione dei diversi sopralluoghi effettuati in cantiere e all’esterno dello stesso la cosa che risalta immediatamente all’attenzione anche ai non esperti del settore, è l’elevatissimo valore naturalistico dell’area.

Ci siamo quindi impegnati fin da subito in un’ardua trafila burocratica per reperire tutta la documentazione possibile in merito alla regolarità delle autorizzazioni rilasciate per la realizzazione dell’opera. Si riportano di seguito i passaggi salienti dell’indagine svolta dal meetup Movimento Cinque Stelle Catanzaro. Atti del Corpo Forestale dello Stato In seguito a regolare istanza di accesso agli atti presentata al Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, il Comandante Provinciale Primo Dir. Dr. Spanò Salvatore autorizza il meetup a visionare e ricevere in copia una serie di documenti inerenti all’esistenza di un vincolo inibitorio idrogeologico e forestale e di un vincolo scaturito da incendio che nel 2007 ha interessato i terreni interessati nella realizzazione dell’impianto. Il vincolo idrogeologico e forestale: Intorno agli anni ‘50 e ‘60 era uso intervenire sui tutti quei territori soggetti a vincolo idrogeologi-


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co come previsto dal R.D.L del 30/12/1923 n. 3267, effettuando con spese STATALI rimboschimenti per un triplice scopo: accrescimento del valore naturalistico di aree semi deserte, mitigazione del rischio idrogeologico e per creare maggiori vincoli alla lottizzazione dell’area ai fini edilizi viste le speculazioni che nell’immediato dopoguerra regnavano sovrane sull’intera penisola. A tale scopo quindi anche molti terreni di proprietà privata vennero presi in gestione, generalmente dai Consorzi di Bonifica, che realizzavano vastissimi impianti silvocolturali con fondi pubblici. In seguito, effettuati i rimboschimenti i terreni rimanevano in gestione dei consorzi fino a che gli impianti non avessero raggiunto una maturazione tale da poter essere riconsegnati ai legittimi proprietari, che erano obbligati a manutenzionare e a mantenere la destinazione d’uso come previsto dai Piani di Coltura e di Conservazione. Nel caso specifico della località Battaglina i Consorzi di Bonifica Raggruppati eseguirono negli anni ‘60 un rimboschimento di circa 101 ettari, come risulta dal Verbale di Collaudo (http://goo.gl/vKzcCT ) redatto il 12 giugno 1996, dal quale si evince che il rimboschimento realizzato in agro del Comune di S.Floro contraddistinti in Catasto con il foglio 1 p.lle 7 e 11 di proprietà del Comune di Borgia in occupazione temporanea ai sensi della legge 3267/1923. In seguito a sopralluogo l’Ufficiale del CFS dell’epoca constata che: - al fine della sistemazione idraulico-forestale del Bacino del Fiume Amato nell’anno 1965, è stato effettuato un rimboschimento di area nuda; - che la superficie presentava al momento del sopralluogo una copertura arborea forestale sul 70% della sua estensione massima, mentre il restante 30% si presenta cespugliata; - l’area presenta numerose querce naturali, ed eucalipti.

Il rimboschimento pertanto è stato collaudato ed è stato possibile procedere alla riconsegna dei terreni al legittimo proprietario che era tenuto al rispetto delle norme contenute all’art.54 del RDL 3267/23 nonché al rispetto del Piano di Coltura e di Conservazione consegnato contestualmente con la restituzione del terreno. [REGIO DECRETO LEGISLATIVO 30 dicembre 1923, n. 3267 "Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani" Sezione I - Vincolo per scopi idrogeologici Art. 1: - Sono sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norme di cui agli articoli 7, 8 e 9 possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque. Art. 54. - Nei terreni rimboschiti per effetto del presente decreto non sarà mai permessa la cultura agraria. Il pascolo sara` in esso regolato in conformità delle norme contenute nell’art. 9. Il proprietario dei terreni rinsaldati e rimboschiti deve compiere le operazioni di governo boschivo in conformità al piano di coltura e di conservazione approvato dal ministero dell’economia nazionale. (...)] Il Piano di Coltura e di Conservazione oltre a descrivere l’ubicazione del fondo, una minuziosa (http://goo.gl/nSg3ul) descrizione dell’area e delle essenze arboree presenti, lo stato vegetativo e fitosanitario, il tipo di governo e trattamento del bosco, all’art.5 Manutenzione e Coltivazione si legge: "(...) è fatto obbligo al proprietario della sostituzione delle piante che per qualsiasi causa dovessero deperire o morire impiegando piante della stessa specie di quelle morte (..) Qualora per accertata colpa, incuria o negligenza grave da parte del proprietario, si dovesse verificare un in-

cendio che distrugge il bosco, il proprietario ha l’obbligo di ricostituirlo a proprie spese (...)". All’ art.9 Cambio di destinazione dello stesso Piano si legge "non sarà consentita la lottizzazione del nuovo bosco per ricavarne aree fabbricabili, i terreni di che trattasi rimarranno vincolati a termini dell’art. 1 della legge 30/12/1923 n.3267 Il 21.06.1996, 9 giorni dopo il verbale di riconsegna l’allora Ispettorato delle Foreste di Catanzaro, acquisito il parere del Comando Stazione Forestale locale, concede al Comune il nulla osta forestale per la realizzazione di una discarica comunale (che non ha nulla a che vedere con il progetto denominato "Isola Ecologica Battaglina") (vedi sotto). Il 12.01.1997 con Verbale di Consegna il Consorzio di Bonifica riconsegna al Comune di Borgia (http://goo.gl/pYDHkr) i terreni alle particelle 7 e 11 del foglio 1 del Comune di S.Floro oggetto del rimboschimento. Anche con questo documento si obbliga il proprietario "di conservare l’attuale destinazione colturale nel pieno rispetto delle norme contenute nel comma 1 e 2 dell’art.54 della legge 3267/1923 e del piano di coltura e di conservazione". Come quindi è evidente sulle particelle n. 7 e 11 (oggi n. 175, 176, 177, 178, 179, 180 in seguito a frazionamento del 19.01.2010) insiste vincolo idrogeologico e forestale. Il vincolo derivante da incendio: L’art. 10 comma 1 della legge-quadro in materia di incendi boschivi 21/11/2000 n. 353 recita : "Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente. In tutti gli atti di compra-

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vendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell’atto. È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. (...)" il comma 2 dello stesso articolo recita: "I comuni provvedono, entro novanta giorni dalla data di approvazione del piano regionale di cui al comma 1 dell’articolo 3, a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente. L’elenco dei predetti soprassuoli deve essere esposto per trenta giorni all’albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate ed approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E’ ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1". In località Battaglina il 07 agosto 2007 i terreni identificati al NCT p.lle 7, 11 e 47 sono state percorse dal fuoco per una superficie di 65,83 ettari (rilevamenti da foto aeree con sovrapposizione particelle catastali), in particolare la particella 7 al 41% della sua superficie, la particella 11 per il 99% della sua superficie e la 47 per il 73% della sua superficie, come risulta dalla scheda redatta dal Corpo Forestale dello Stato - Comando Stazione di Caraffa di Catanzaro (http://goo.gl/Por3FG). Il 26.3.2009 il Comune di S.Floro pubblica nell’Albo Pretorio di detta amministrazione il censimento dei terreni percorsi dal fuoco negli anni 2005-2006-2007-2008, andando contro al comma 2 dell’art. 10 della L 353/2000, che obbliga i comuni a pubblicare e aggiornare il catasto incendi annualmente. Quindi analizzando i fatti secondo il comma 1 dell’art.10 della L 353/2000 per i terreni percorsi dal fuoco non è possibile modificare la destinazione d’uso per almeno 15 anni, in tutti gli atti di compravendita o simili deve essere citato il vincolo pena la nullità dell’atto, è vietata per 10 anni la realizzazione di opere fatti salvi i casi in cui è stata rilasciata autorizzazione o concessione con data precedente all’incendio. Dai documenti in nostro possesso risulta che il primo atto ufficiale che da il via al procedimento autorizzativo dell’ "Isola Ecologica Battaglina" è la convenzione tra il Comune di Borgia e la ditta Sirim s.r.l. datata 07.11.2007 ben tre mesi dopo l’incendio. Inoltre il permesso di costruire rilasciato dal Comune di S.Floro è datato 26.11.2007, entrambi gli atti risultano quindi successivi alla data del 07.08.2007 giorno in cui si verifica il vasto incendio. Circa un mese dopo la pubblicazione nell’albo pretorio del Comune di S.Floro, precisamente il 20.04.2009 il Dip. n. 6 - Agricoltura e Foreste della Regione Calabria l’Arch. Caterina Loddo Dirigente di Servizio scrive ai Comuni di Borgia, di S.Floro e al Comando Provinciale del Corpo Forestale dello (http://goo.gl/0WQzQL) dello Stato chiedendo: - i dati relativi agli incendi verificatisi nelle particelle 7, 11 e 47 del foglio 1 del Comune di S.Floro per poter procedere "speditamente" alla definizione della pratica per " movimento terra per realizzazione opere costruttive ovvero: la trasforma-

zione della destinazione dei terreni vincolati non boscati, qualunque sia la destinazione attuale degli stessi, attuata con la realizzazione di opere costruttive - Isola Ecologica di recupero e smaltimento rifiuti" presentata dalla Ditta Siracusa Stefano in data 23.10.2008 (vedi Verbale accertamento istruttorio per movimento terra); - ed eventuali infrazioni alle vigenti norme ambientali e di polizia forestale verificatesi negli ultimi anni per le stesse particelle. Prontamente il Comune di Borgia risponde 2 giorni dopo riferendo che le notizie sugli incendi vanno richieste al Comune di S.Floro e che le notizie di reato possono essere reperite presso il competente Comando Forestale. Il 03.12.2009 il Comando Provinciale del C.F.S. di Catanzaro scrive al Dip. 6 - Agricoltura e Foreste della Regione Calabria e per conoscenza al Comune di S.Floro comunicando che le particelle in oggetto, in data 07.08.2007, sono state interamente percorse da incendio come risulta da regolare Comunicazione di Notizia di Reato e che nel 2008 è stata inoltrata altra notizia di Reato a carico di persona nota per fatti commessi sulla stessa superficie, in violazione all’art.142 lett. "g", 146 e 181 Dlgs n. 42/2004, art. 31 e 44 DRP 380/2001, ed art. 10 L. 353/2000 per la costruzione abusiva di strade sterrate. [Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" Articolo 142 Aree tutelate per legge: Fino all’approvazione del piano paesaggistico ai sensi dell’articolo 156, sono comunque sottoposti alle disposizioni di questo Titolo per il loro interesse paesaggistico: g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; Articolo 146 Autorizzazione: 1. I proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili e aree oggetto degli atti e dei provvedimenti elencati all’articolo 157, oggetto di proposta formulata ai sensi degli articoli 138 e 141, tutelati ai sensi dell’articolo 142, ovvero sottoposti a tutela dalle disposizioni del piano paesaggistico, non possono distruggerli, ne’introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione. (...) Articolo 181 Opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa: 1. Chiunque, senza la prescritta autorizzazione o in difformità di essa, esegue lavori di qualsiasi genere su beni paesaggistici e’ punito con le pene previste dall’articolo 20 della legge 28 febbraio 1985, n. 47. 2. Con la sentenza di condanna viene ordinata la rimessione in pristino dello stato dei luoghi a spese del condannato. Copia della sentenza e’ trasmessa alla regione ed al comune nel cui territorio e’stata commessa la violazione. DPR 6 giugno 2001, n. 380 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Art. 31 Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire in totale difformità o con variazioni essenziali] Atti del Dip. n. 6 Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione Calabria In seguito a regolare istanza di accesso agli atti presentata al Settore n. 5 Foreste e forestazione, politiche della montagna, Difesa del suolo e bonifica è stato possibile consultare il fascicolo in possesso del Dipartimento che da subito e sembrato poco consistente vista la trafila burocratica a cui l’opera in oggetto dovrebbe essere assoggettata. Si fa notare comunque che che nell’istanza presentata presso il Dip. Agricoltura si richiedevano esplicitamente i seguenti documenti:

- parere del Dip. Agricoltura n. 24225 del 27/05/09; - nulla osta idrogeologico relativo all’opera in oggetto; - nulla osta per assenza di vincolo boschivo-forestale. Il giorno seguente giungono attraverso Pec alcuni dei documenti richiesti accompagnati da lettera prot. 397203 del 19/12/2013. I documenti allegati alla Pec sono: - il parere n. 24225 del 27.05.2009; - il nulla osta idrogeologico del rimboschimento compensativo e non dell’Isola ecologica Battaglina; e del nulla osta per assenza di vincolo boschivo-forestale neanche l’ombra. Nonostante le comunicazioni inviate dal Comando Provinciale alla Regione Calabria, sembra, dagli atti consultati che la pratica di taglio e di realizzazione dell’opera in oggetto e il rilascio dei relativi nulla osta non abbiano trovato alcun ostacolo all’interno del Dip. Agricoltura della Regione Calabria. Il Verbale di accertamento istruttorio, non datato, del Dip. n.6 della Regione Calabria redatto in (http://goo.gl/voDfLK) seguito a istanza prodotta dalla ditta prot. 28520 del 23.10.2008 per " movimento terra per realizzazione opere costruttive ovvero: la trasformazione della destinazione dei terreni vincolati non boscati, qualunque sia la destinazione attuale degli stessi, attuata con la realizzazione di opere costruttive - Isola Ecologica di recupero e smaltimento rifiuti", riporta: - Che l’area territoriale visti gli atti di vincolo l’area interessata ricade nella Zona Unica - Vincolo Idrogeologico e Forestale; - che visto dalla visualizzazione SIM che l’area di intervento è stata percorsa dal fuoco nell’anno 2007 e pertanto risulta essere sottoposta a quanto prescritto dalla L. 353/2000; pertanto si rileva che allo stato attuale non esistono i requisiti per poter procedere alla istruttoria della istanza, come risulta anche dal verbale di sopralluogo del 22.04.2009 allegato. Stranamente, dacché in premessa parrebbero non esistere i requisiti per procedere con l’istanza il verbale di sopralluogo chiede una serie di allegati integrativi come se si volesse procedere ugualmente con la pratica nonostante le conclusioni appena citate. In particolare si richiede progetto inerente la misura compensativa e relativo parere ai sensi dell’art. 4 del Dlgs 227/2001 che prevede la trasformazione del bosco, quindi cambio di destinazione d’uso, in cambio di rimboschimento compensativo da effettuare all’interno dello stesso bacino. Il 27.05.2009 con prot. 24225 si trasmette al Dip. Politiche dell’Ambiente parere preliminare (http://goo.gl/27NqXq) favorevole, nonostante un mese prima si chiedevano al CFS notizie sugli incendi verificatisi e notizie di reato e con verbale di accertamento istruttorio si confermava la mancanza dei requisiti per procedere con la pratica, il tutto si risolve con l’unica prescrizione di realizzare una superficie rimboschita pari a 45 ettari quale compensazione alla trasformazione del bosco. Si riservava comunque di esprimere valutazione di compatibilità nei confronti della conservazione della biodiversità, della tutela del paesaggio e dell’igiene ambientale locale in sede di conferenza dei servizi. Non viene fatto alcun riferimento al vincolo derivante dalla provenienza del bosco e da attività di rimboschimento con fondi pubblici. In data 18.12.2009 prot. 58386 la ditta Sirim srl avanza istanza per autorizzazioni al taglio del bosco (http://goo.gl/E9SPgW) ceduo di Eucaliptus (80% Eucaliptus, 15% Querce, 5% Erica) in discreto stato, di 30 anni per una superficie complessiva di 18 ettari ricadente all’interno delle particelle 7 e 11 foglio n. 1 del comune di S.Floro. All’interno della stessa istanza si dichiara che gli interventi non comportano modificazione alcuna del sito e della biodiversità esistente (...).


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Il 17 marzo 2010 con prot. n. 13403 il Dirigente del Settore n.5 del Dip Agricoltura Foreste e (http://goo.gl/kZpsHh) Forestazione, visti esclusivamente il parere preliminare favorevole n.24225 del 27/05/2009, il progetto di taglio, il parere istruttorio favorevole rilasciato ad Giancarlo Olivito, rilascia parere favorevole alla realizzazione e quindi nulla osta idrogeologico di un rimboschimento compensativo in terreno riportato al NCT al foglio di mappa n.6 p.lle 59-63-64-89-90-95-97-117 del Comune di S.Floro. Con questo parere si da automatica autorizzazione al taglio bosco sopra citato. Tale nulla osta idrogeologico non ha nulla a che vedere con il nulla osta idrogeologico dell’Isola Ecologica Battaglina, che avrebbe dovuto rilasciare il Dipartimento n.6, poiché trattasi di intervento diverso da realizzarsi su terreni diversi riportati a particelle e fogli di mappa diversi. Nonostante tutto in seguito, fino a decreto di archiviazione del 26.10.2012 è l’unico nulla osta idrogeologico citato negli incartamenti consultati. Il 15.07.2010 sequestro dell’area da parte del CFS (vedi sotto). Il 26.10.2012 decreto archiviazione del procedimento (vedi sotto). Il 14.09.2012 decreto restituzione di cose sequestrate (vedi sotto). Il 05.11.2012 la ditta Sirim srl inoltra al Dip. Agricoltura della Regione Calabria la lettera di notifica del provvedimento di dissequestro e comunica contestualmente l’inizio dei lavori di taglio per la realizzazione dell’Isola Ecologica Battaglina avendo acquisito Giudizio di compatibilità ambientale ed AIA, parere preliminare favorevole n. 24225 del 27/05/2009, parere favorevole al rimboschimento compensativo, permesso di costruire del Comune di S.Floro. In data 12.06.2013 Sirim srl chiede proroga delle autorizzazioni concesse fino al novembre 2013.

Il 22.07.2013 il Dip. Agricoltura risponde comunicando "che per la pratica di cui in oggetto nulla è dovuto da parte di questo Servizio; infatti lo stesso intervento risulta autorizzato con decreto del Dip. Politiche dell’Ambiente emesso a seguito di conferenza de servizi". Il 29.07.2013 il Dip. Agricoltura rilascia nullaosta alla ripresa del rimboschimento compensativo. Da che inizialmente il Dip. Agricoltura aveva espresso perplessità in merito alla realizzazione dell’opera in quella determinata area, in seguito a archiviazione del procedimento penale sembra che tutte le autorizzazione e i nulla osta che fino a quel momento sembravano tardare ad arrivare sono piovuti contemparaneamente in una manciata di giorni.

4. Il sequestro penale e l’archiviazione. 15.07.2010: Il Corpo Forestale dello Stato NIPAF di Catanzaro provvede al sequestro di materiale legnoso e di superficie boscata in agro del Comune di San Floro, area evidenziata catastalmente al fogli di mappa n. 1, particelle 7 e 11. Il sequestro viene effettuato per la violazione contestata dei reati di cui agli art. 110, 81 e 734 CP, art 44 DPR 380/2001, art. 10, 4° comma, legge 353/2000; 16.09.2010 - Avverso il provvedimento di sequestro e la sua convalida viene proposto ricorso al Tribunale del Riesame che, con ordinanza del 16.09.2010, ha rigettato il ricorso e confermato il sequestro; 30.03.2011 - La Corte di Cassazione, III sezione penale con sentenza n. 16592, (reperibile qui: http://goo.gl/oNVVco) ha confermato l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Catanzaro sollevando numerosi rilievi in ordine alla procedura

autorizzativa del complesso dell’Isola Ecologica "Battaglina"; 14.09.2012 - con Decreto di pari data, il PM di Catanzaro dispone il dissequestro e la restituzione dei beni sequestrati in data 15.07.2010, chiedendo, nel contempo, l’archiviazione dell’azione penale (reperibile qui: http://goo.gl/wCgcos); 26.10.2012 - con decreto di archiviazione il GIP di Catanzaro ha concesso l’archiviazione del procedimento penale n. 3681/2010 RGNR (reperibile qui: http://goo.gl/J31diZ). Le motivazioni che sottendono il provvedimento sono riassumibili in una condotta pregressa del Comune di Borgia (proprietario del terreno su cui insiste l’opera) il quale, con nota n. 4665 del 1992, ha chiesto nulla osta forestale per la realizzazione di una discarica sulle particelle 7 e 11 del foglio di mappa 1 del Comune di San Floro (documento in fase di reperimento). In data 09.06.1996, il Corpo Forestale dello Stato, con verbale di collaudo ai sensi dell’art. 53 del RD 3627/1923, consegnava al Comune di Borgia l’area oggi interessata dalle installazioni (reperibile qui: http://goo.gl/cC3nUe ) , secondo le prescrizioni offerte dal Piano Coltura e Conservazione (reperibile qui: http://goo.gl/A062HL ) in cui il Comune di Borgia si impegnava a non variare la destinazione d’uso ed il regime vincolistico (art. 9), nonché al rimboschimento in conseguenza di taglio o incendio (art. 5). In data 21.06.1996, l’Ispettorato delle Foreste di Catanzaro (documento in fase di reperimento) ha concesso il nulla osta forestale al Comune di Borgia per l’impianto di una discarica nella località Battaglina di San Floro. In data 07.08.2007, l’area in oggetto viene interessata da un esteso incendio (reperibile qui: http://goo.gl/igcLrl). Secondo la ricostruzione del GIP, al momento dell’incendio l’area non ricadeva sotto vincolo boschivo per effetto del nulla osta richiesto dal Comune di Borgia nel 1992 e con-

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cesso dall’Ispettorato delle Foreste nel 1996, per cui non vi sarebbe violazione della legge 353/2000 che fa salva la possibilità che un terreno incendiato non sia soggetto a vincolo se prima dell’incendio ne sia stata richiesta la variazione della destinazione d’uso. La rinuncia implicita del Comune, inoltre, farebbe anche rivivere il vincolo previsto dall’art. 10 della legge 353/2000, ovvero l’inedificabilità decennale dei boschi incendiati, vincolo che si dispone per il solo fatto dell’incendio e non necessita di alcun provvedimento esplicito di riconoscimento da parte dell’autorità comunale (secondo Corte di Cassazione Sez. V, 27 giugno 2003, sentenza n. 27799 - CONSIGLIO DI STATO Sez. IV, 1 luglio 2005, (C.C.18/03/2005), Sentenza n. 3674). Pertanto, sull’area pare insistano tanto il vincolo boschivo quanto il vincolo derivante da "incendio". Ovviamente, il Comune di Borgia si è ben guardato dal rinunciare alla variazione di destinazione dell’area boschiva. Di certo, la convenzione stipulata con Sirim (reperibile qui: http://goo.gl/G8q5qa) è segno della volontà dell’Ente a perseguire la via della discarica fuori dai confini comunali con lauto rientro di 200.000 euro annui per 40 anni!

5. Conclusioni Per fare maggiore chiarezza si esprimono per i diversi aspetti le conclusioni derivanti dall’approfondito studio degli atti e dei documenti da noi consultati e ci si riserva comunque di integrare la presente relazione non appena reperiremo i documenti a noi ancora ignoti citati nel paragrafo 4. Come si è potuto comprendere, l’area denominata Battaglina sulla quale è in corso la realizzazione del progetto denominato "Isola Ecologica Battaglina" risulta essere soggetta a almeno 4 tipi di vincoli: - Usi civici; - Vincolo paesaggistico ambientale; - Vincolo idrogeologico e forestale; - Vincolo derivante da incendio. Usi Civici e Vincolo paesaggistico ambientale Ad oggi dagli atti consultati non risulta essere stata presa in considerazione da alcun ente amministrativamente competente la sussistenza di diritti di uso civico, per quanto vengano accennati in altri atti e documenti relativi alla redazione di un Piano di Gestione Forestale (documento in fase di reperimento) redatto in seguito a incarico dell’ente proprietario. Tale aspetto non risulta essere stato preso in alcun modo in considerazione ne dal punto di vista della normativa specifica, ne in quanto soggetto alla specifica tutela paesaggistica secondo l’art.142 del Dlgs 42/04. Da quel che risulta nonostante sia stato acquisito in sede di conferenza di servizi (26.04.10) il nulla osta paesaggistico ambientale, non risulta ad oggi agli atti (documenti in fase di reperimento) alcun parere o provvedimento della Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici di Cosenza, evidenziando quindi la probabilità che la normativa in materia di conferenza di servizi, non si applichi alle amministrazioni preposte alla tutela dei vincoli ambientali quali la Soprintendenza ai beni Architettonici e Paesaggistici. Vincolo idrogeologico e forestale Come si può evincere dai fatti descritti la vicenda appare fin da subito contorta e non limpida come un qualsiasi iter procedurale autorizzativo dovrebbe essere. Dalla consultazione degli atti è evidente che almeno fino al procedimento di archi-

viazione del GIP, ampiamente discusso nel paragrafo precedente, si intuisce una timidissima posizione da parte del Dip. n. 6 Agricoltura, Foreste e Forestazione dell Regione Calabria, volta a cautelarsi nell’esprimere in maniera chiara e netta un parere in merito alla vicenda "Battaglina". Nella consultazione degli atti viene richiamato più e più volte un parere che nella sua descrizione viene definito PRELIMINARE (prot. 24225 del 27/5/09), senza in verità trovare traccia che confermi una chiara autorizzazione a procedere senza troppi giri di parole. Si nota più volte come viene "confuso" un nulla osta idrogeologico per un rimboschimento compensativo con il nulla osta idrogeologico dell’impianto "Isola Ecologica Battaglina", che tra le altre cose è riferito tutt’altre particelle e tutt’altro foglio di mappa catastale, eludendo di fatto il vero senso del rilascio di nulla osta idrogeologico per l’impianto da realizzarsi. A questo punto ci si chiede perché si è rilasciato solo il parere idrogeologico del rimboschimento e non del complesso di interventi per la realizzazione dell’impianto? Forse perché in fase di istruttoria della pratica il Dip. Agricoltura era obbligato ad accertarsi se sul terreno insistessero vincoli inibitori come il vincolo forestale? Quest’ultima domanda però sembra essere in contrapposizione con le reali conoscenze dei Dirigenti dell’epoca in merito alla questione vincolistica. Nel Verbale di Accertamento Istruttorio in seguito a istanza per movimento terra del Dip. Agricoltura, precedente al parere preliminare appena citato, si rileva che non esistono in quella data i requisiti per procedere all’istruttoria della pratica poiché sulle particelle in oggetto insistono sia il vincolo idrogeologico e forestale e sia il vincolo derivante da incendio, ma misteriosamente all’interno della relazione di sopralluogo allegata si

richiedono una serie di integrazioni progettuali come se bastassero a risolvere i problemi vincolistici. Solo dopo il sequestro e la successiva archiviazione del procedimento da parte del GIP, viene formalmente rilasciato da parte del Servizio 12 del Dip. Agricoltura, un documento che a chiare lettere dichiara "che per l’opera in oggetto (Isola Ecologica Battaglina) nulla è dovuto da parte di questo servizio; infatti lo stesso intervento risulta autorizzato con il Giudizio di Compatibilità Ambientale (n.16278 del 08.09.2009)", come se gli aspetti da valutare fossero identici sia per il Dip.Ambiente che per il Dip. Agricoltura e Foreste e come se il Giudice avesse eliminato un pesantissimo fardello che fino al 22.07.2013 gravava sulle spalle di dirigenti e funzionari del Dip.n.6 Agricoltura e Foreste della Regione Calabria. Quindi per ciò che concerne la sussistenza dell vincolo idrogeologico, nodo principale della vicenda, che per il relativo nulla osta l’unico ente amministrativamente competente è la Regione Calabria attraverso il Dip.Agricoltura che nel caso specifico è vincolo di natura inibitoria, fino alla data del 22.07.2013 gli atti redatti sembrano essere inefficaci e tali da far sorgere molta confusione, finalizzati probabilmente da un lato a evitare o cercare di ridurre il più possibile l’assunzione di responsabilità da parte dell’ente preposto alla gestione del vincolo e dall’altra a dimostrare ai avere acqusito il nulla osta idrogeologico nei riguardi di altri enti competenti al rilascio di altri nulla osta e autorizzazioni. Il tutto però purtroppo si infrange contro un grosso ostacolo quando il GIP emette decreto di archiviazione con le motivazioni ampiamente discusse nel paragrafo precedente. Risulta evidente quindi che il permesso di costruire viene rilasciato il 05.07.2010 senza di fatto aver


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acquisito un chiaro documento che confermasse il nulla osta idrogeologico e quindi forestale dell’opera "Isola Ecologica Battaglina". Vincolo derivante da incendio Anche per ciò che riguarda la questione vincolistica imposta dalla L.353/00 la vicenda non risulta essere limpida come dovrebbe. L’incendio, come ampiamente descritto in precedenza, è avvenuto il 07.08.07, la normativa in merito è abbastanza chiara: "non è consentita per almeno 10 anni alcuna realizzazione sui soprassuoli boscati o destinati a pascolo percorsi dal fuoco, fatti salvi i casi in cui l’autorizzazione non sia stata rilasciata in data precedente all’incendio". Il primo atto autorizzativo esplicitamente connesso alla "Isola Ecologica Battaglina" è del 07.11.2007 ben 3 mesi dopo l’incendio, pare quindi evidente che la realtà dei fatti va contro quello previsto dalla normativa appena citata. La confusione è scaturita dal fatto che per ufficializzare l’incendio il Comune di S.Floro ha aspettato il 2009 per pubblicare nell’albo pretorio l’elenco dei terreni percorsi dal fuoco dal 2005, ma senza aver mai costituito un vero e proprio catasto incendi, contravvenendo di fatto al comma 2 dell’art.10 che impone la costituzione del catasto incendi e l’aggiornamento annuale dello stesso. In effetti il Comune di S.Floro era già in possesso di ogni atto utile e necessario per portare a termine la formalizzazione dell’istituzione del catasto incendi, comprensivo anche di quello, di notevole entità e portata, verificatosi nell’estate del 2007, soprattutto per il fatto che il Corpo Forestale dello Stato fornisce periodicamente tutti i dati utili ai Comuni che, senza alcuna elaborazione ulteriore, possono pubblicare ufficialmente i dati sugli incendi. Purtroppo anche in questo caso il decreto di archiviazione pone un deciso ostacolo alla questio-

ne vincolo derivante da incendio, poiché il nulla osta del 1996, di fatto, secondo il giudice fa decadere il vincolo, essendo quello un atto precedente alla data d’incendio. Inoltre l’ultimo punto del decreto di archiviazione dice che non è mai stata accertata l’esatta coincidenza tra le zone percorse dal fuoco e quelle sulle quali è stata prevista la realizzazione della discarica. Ci si chiede come sia possibile che non sia stata mai effettuata una così semplice verifica, visti gli ormai comunissimi strumenti informatici basati sulla georeferenziazione. Noi stessi con un semplice accesso agli atti siamo riusciti a reperire i documenti che attestano l’avvenuto rilievo attraverso GPS dell’area percorsa dal fuoco da parte del personale del CFS, dati che sono stati prontamente sovrapposti alle planimetrie catastali e quindi a disposizione di chiunque abbia voluto effettuare gli opportuni controlli. Considerazioni finali Con questa relazione abbiamo voluto oltre che riassumere e raccogliere i fatti e i documenti utili alla valutazione della vicenda, che come abbiamo visto ha inizio ben 21 anni fa, anche evidenziare come le amministrazioni locali e gli uffici regionali abbiano complicato notevolmente il già caotico iter burocratico autorizzativo, per motivi che ancora non ci risultano chiari. Superficialità? Scarsa conoscenza? O scarso senso del dovere da parte di quei dirigenti che di fatto dovrebbero assumersi le responsabilità delle autorizzazioni rilasciate? Quel che è evidente della vicenda dell’opera denominata "Isola Ecologica Battaglina" è la mancanza di una adeguata pianificazione a breve, medio e lungo termine in tema di rifiuti, che di fatto ha concesso le autorizzazioni per realizzare un opera di questo tipo in un luogo sicuramente non

adeguato ad ospitare un impianto di queste dimensioni. Purtroppo le lacune dell’attuale Piano Rifiuti Calabria sono enormi, l’Isola Ecologica Battaglina essendo un impianto di iniziativa privata non deve necessariamente essere coerente con i dati dimensionali imposti dalla normativa vigente, non deve necessariamente far riferimento a una pianificazione del fabbisogno di discariche a livello regionale, tant’è che pur non essendo prevista la realizzazione di un impianto in quell’area è stata regolarmente autorizzata. Il Piano Regionale nel 2007 aveva previsto una percentuale raggiungibile di RD pari al 65% nel 2012. Non ci siamo neanche lontanamente avvicinati a tale percentuale, questo perché lo stesso Piano Rifiuti non è redatto per raggiungere tali obbiettivi. Quello che ci fa rabbia è dover ammettere che ad oggi, per le condizioni in cui verte la Calabria dal punto di vista della programmazione è necessario prevedere e quindi realizzare aree di stoccaggio permanenti di materiali e purtroppo anche di RSU. Quello che ci preoccupa di più è la possibilità da parte della Regione di poter autorizzare il conferimento in fase emergenziale in discariche di questo tipo di rifiuti "tal quale", senza quindi aver subito un trattamento preliminare. Inoltre sebbene le prescrizioni contenute nel Giudizio di Compatibilità Ambientale dettate dalla Regione Calabria, vietino il conferimento di RSU, esiste tale possibilità se tale conferimento e la relativa gestione siano affidati a soggetti deputati o nel caso in cui verrà inserito l’impianto in oggetto nelle future pianificazioni regionali. Alla luce di tutto ciò è necessario quindi invertire totalmente il senso di marcia, la strada della riduzione del riuso e del riciclo sono l’unica via percorribile affinché in futuro si eviti di parlare di discariche per inerti o RSU che siano. Ci rendiamo conto purtroppo che l’obbiettivo "Zero Waste" è un obiettivo raggiungibile a medio lungo termine, e sicuramente impossibile da raggiungere fino a che la Regione Calabria redigerà Piani Rifiuti che prevedono incenerimento e che di fatto vanno contro i principi fondamentali della Raccolta Differenziata e non colmano le carenze dovute alla mancanza di strutture a supporto della RD stessa e fino a che all’interno del Governo Regionale orbiteranno soggetti che non hanno la più pallida idea di cosa significhi ridurre i rifiuti. Purtroppo fino a che non si avrà a regime una gestione sostenibile e virtuosa dei materiali di scarto avremo sempre bisogno di discariche. Paradossalmente abbiamo visto come il progetto denominato "Isola Ecologica Battaglina" sia stato privato proprio dalla Regione stessa, per i motivi discussi in precedenza, della stessa Isola Ecologica, rendendo di fatto l’impianto una vera e propria discarica di rifiuti non pericolosi, ma pur sempre discarica. Ad oggi ci viene da pensare che pur di non vedere discariche abusive che costeggiano i sentieri di montagna, accumuli di eternit nei fossi per la raccolta delle acque, cumuli di detriti da demolizione ai bordi delle stradine di campagna semi abbandonate, preferiamo vederli confinati in luoghi controllati, magari capillarmente distribuiti sul territorio evitando quindi di prevedere un unico impianto calabrese per giunta realizzato in un territorio con una valenza paesaggistica incommensurabile, fino a che magari un Governo Regionale a 5 stelle non imposti una politica diversa, rispetto alla scellerata gestione attuale in tema di rifiuti. Ribadiamo quindi a gran voce che il meetup Movimento Cinque Stelle Catanzaro in linea con al politica nazionale del Movimento è contrario alla politica della programmazione delle discariche, nonostante ad oggi non esistano di fatto soluzioni alternative attive. meetup Movimento Cinque Stelle Catanzaro meetupcatanzaro@gmail.com

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