Anno 37 - 14 Dicembre 2013 - Numero 50
Settimanale indipendente di informazione
euro 0,50
di Lucia De Cicco
Il canile di donnici versa in stato di abbandono. Abbiamo incontrato la consigliera comunale di Cosnza Maria Lucente UN AIUTO CONCRETO
NUMERI CHE FANNO PAURA
Banca di Credito cooperativo verso Lilt, sportelli che hanno un cuore
Bambini e povertà Per “Save the children” non è un gioco
Donata un’apparecchiatura che verrà usata dalla Lega tumori di Cosenza
Nella nostra regione quasi il 13% dei minori vive in stato di povertà
II
sabato 14 dicembre 2013
Notizie che fanno bene alla salute Per i medici in attesa del decreto ministeriale definitivo arriva finalmente la proroga ai contratti a tempo determinato e anche a quelli atipici a tutto il 31 dicembre del 2016
Ossigeno per i camici precari
Parlare della Sanità in Italia in questo periodo fra proteste e instabilità politica sembra azzardato ma rincuora sapere che per i medici precari, in attesa del decreto ministeriale definitivo arriva finalmente la proroga ai contratti a tempo determinato e anche a quelli atipici (co.co.co. co.co.pro e contratti a progetto) a tutto il 31 dicembre del 2016. A darne notizia è il vice presidente vicario della Cimo-Asmd (Confederazione italiana medici ospedalieri) Guido Quici che considera la notizia una vittoria per l’azione svolta presso il ministero della Salute. Questo provvedimento è solo l’inizio di un percorso di stabilizzazione dei circa 10 mila medici che ogni giorno garantiscono la continuità assistenziale nelle strutture sanitarie. Ma è anche l’occasione di rivedere il percorso professionale per il giovane medico che, oggi purtroppo si trova a dover scontare quel salto generazionale per politiche poco attente al sistema sanitario e per continue manovre economiche fatte solo da tagli lineari. Intanto è importante evidenziare che la bozza del decreto messa a punto dal ministero, che dovrà poi passare al vaglio delle Regioni, prevede in particolare che: gli enti del Ssn, entro il 31 dicembre 2016, possono bandire procedure concorsuali per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto sanità, compreso quello appartenente alle aree dirigenziali, medico veterinario, sanitario, professionale, tecnico, amministrativo. Procedure riservate al personale in servizio presso gli enti in possesso di specifici requisiti, ovvero che alla data del 30 ottobre 2013 abbiano maturato negli ultimi cinque anni almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso gli enti. Il personale medico in servizio continuativo da almeno 5 anni nei pronto soccorso delle Aziende sanitarie è ammesso a partecipare ai concorsi ancorché non in possesso del diploma di specializzazione. Il nodo, che sarà probabilmente emendato, è che alle procedure concorsuali potrà partecipare anche il personale dedicato alla ricerca in Sanità (dottorati di ricerca) che - incredibilmente - stando alla boz-
A darne notizia è il vice presidente vicario della Cimo-Asmd (Confederazi one italiana medici ospedalieri) Guido Quici che considera la notizia una vittoria per l’azione svolta presso il Ministero della Salute
za del decreto, diventa un titolo alternativo alla specializzazione. Dottorato che potrebbe guardare anche titoli di laurea oggi non previsti come biotecnologie e agraria. Sembra che tiri una nuova aria per i medici precari almeno fino al 2016 per poi stabilizzarsi definitivamente.
Lodi dalla rivista “Le Scienze” per un lavoro Unical
Fiorillo e la “sua” ricerca sotto un’unica bandiera Il dottor Marco Fiorillo, dottorando di ricerca in “Biochimica cellulare ed azione dei farmaci in oncologia” presso il dipartimento di Farmacia e Scienza della nutrizione e della Salute dell’Università della Calabria, si è classificato quarto nel concorso fotografico “La ricerca biomedica protagonista del tuo scatto”, promosso dal mensile Le Scienze, in collaborazione con il Corso di laurea in Comunicazione scientifica biomedica dell’Università “La Sapienza” di Roma e Abbott. Anche quest’anno il numero dei partecipanti all’iniziativa è stato consistente, ben 331, con proposte di significativo interesse tecnico-scientifico-culturale. L’immagine presentata dal dottor Fiorillo ed intitolata “La ricerca unisce le differenze sotto un’unica bandiera”, ha registrato una particolare sottolineatura da parte della Commissione valutatrice, che così si è espressa: «Al di là dei vincitori, vale la pena spendere due parole per un’immagine che ha colpito la giuria per ragioni diverse: la quarta classificata, che dall’Università della Calabria mostra con grande immediatezza (e con un sorriso) il respiro internazionale dei laboratori di ricerca e il continuo evolvere della nostra società».
sabato 14 dicembre 2013
Valore da proteggere La “coppia che scoppia: rappresentanti di centri di servizi per la famiglia pubblici e privati e docenti universitari forniscono precise indicazioni etiche e pedagogiche
Rimaniamo in famiglia Un riuscito convegno a Reggio Calabria sulla “coppia che scoppia”, nel corso del quale rappresentanti di centri di servizi per la famiglia pubblici e privati e docenti universitari hanno fornito precise indicazioni etiche e pedagogiche per ristabilire un sereno percorso di unione di vita; l’elezione a Vibo Valentia del presidente del Forum delle associazioni familiari provinciale cui aderiscono 10 sigle di area cattolica che hanno la famiglia al centro del loro impegno; la mobilitazione organizzativa a Crotone in vista della manifestazione di piazza del 12 dicembre per riaffermare il “Sì alla famiglia”, al quale aderiscono 20 sigle tra associazioni gruppi e movimenti: sono questi eventi avvenuti, che indicano una particolare ripresa di attività del Forum della famiglia in Calabria. «Segno dei tanti gesti concreti messi in campo dall’associazionismo cattolico calabrese - afferma il presidente del Forum famiglia Calabria, Antonino Leo - nella piena condivisione delle parole di papa Francesco che ha chiesto uno speciale impegno di “stare vicino a tutte le famiglie, in particolare di avere grande attenzione e affetto ai coniugi in crisi e a quelli ormai separati”». Il rappresentante del centro antiviolenza donne “Viva onlus”, Nicola Lo Torto, è il nuovo presidente del Forum delle associazioni familiari della provincia di Vibo Valentia, e viene affiancato dal vicepresidente provinciale Salvatore Di Giorgio dell’Associazione cooperatori salesiani, dal segretario Sabatino Falduto del Cad “Viva onlus” e da un consiglio direttivo composto da Ignazio Di Renzo (Famiglie nuove), Valentino Rita (Movimento per la vita) e Sandra Genco (Rinascita cristiana). I lavori si sono svolti nei locali della parrocchia Spirito Santo - Santa Maria la Nova, per l’ospitalità concessa da monsignor Vincenzo Varone, direttore dell’Ufficio di pastorale familiare della diocesi di Mileto, Tropea e Vibo Valentia. Presieduti dal presidente regionale Antonino Leo, nel suo intervento ha sottolineato «il forte impegno associativo della provincia di Vibo, mirato alla salvaguardia del valore della famiglia e dei suoi diritti, e al sostegno della partecipazione attiva e responsabile delle famiglie alle iniziative di creazione dei servizi alla persona, ed alla vita culturale, sociale e politica del territorio». Al convegno di Reggio Calabria, ha presenziato per un breve saluto, l’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini che ha espresso apprezzamento sull’impegno del laicato cattolico di mostrare grande attenzione alla famiglia, quale espressione tangibile dell’apostolato missionario così fortemente auspicato da papa Francesco per la Chiesa oggi. Dai lavori è emersa una realtà di diverse e ben attrezzate strutture pubbliche e private (soprattutto d’ispirazione cattolica), che sul territorio effettuano servizi di sostegno alle famiglie in difficoltà, dal punto di vista psico-sociologico e talvolta economico, puntando in particolar modo sui minori a rischio spesso frutto dello stato di crisi in cui versano le famiglie d’origine. Aperti dalle relazioni dei docenti dell’Università della Calabria, Rosaria Pupo, referente dell’osservatorio “Famiglia e mutamento sociale”, e Vincenzo Bova, ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, i lavori sono proseguiti con la tavola rotonda moderata dal presidente provinciale Achille Cilea. Durante la discussione, a fare il punto sui servizi svolti dai consultori familiari sono stati i mediatori familiari di due organismi nati sulla scìa degli insegnamenti del compianto monsignor Italo Calabrò, Vincenzo Flaviano del Centro per la famiglia di Calabria Etica e responsabile della cooperativa “Marzo 1978 - Agape”, e Gianni Trudu del Centro comunale servizi per la famiglia, rappresentante del centro giovanile “Monsingor Italo Calabrò”; Giovanna Guarna del consultorio familiare “Pasquale Raffa”; la referente dei consultori dell’Azienda sanitaria provinciale, Elisa Mottola; il condirettore “Ufficio famiglia” della diocesi di Reggio-Bova, Biagio Giumbo.s
Le iniziative del Forum famiglia a Reggio Calabria e Crotone sull’onda dell’invito di Papa Francesco a stare vicino ai coniugi in crisi e dire sì alla famiglia A Vibo Valentia costituito il Forum provinciale, presidente Nicola Lo Torto
Romanzo intenso e saldo
Le atmosfere evocative di Mariolina Venezia Intenso e saldo, già dal suo titolo Come piante tra i sassi, l’ultimo romanzo di Mariolina Venezia recupera in parte atmosfere evocative già presenti in precedenti suoi racconti, rappresentando l’aspra terra lucana come microcosmo di un meridione che lotta ma non si abbatte, o almeno tenta. Quello che seduce e intriga è però, soprattutto, l’indole della protagonista, personaggio attuale, volitivo e indipendente, che incarna in modo impeccabile la donna di oggi, nel complesso percorso diviso tra famiglia e lavoro, senza risparmiarsi. E poi è instancabile e ostinata come una pianta che insiste a radicarsi anche in terreni impervi e inospitali. Il libro racconta la storia di un Sostituto Procuratore, Imma Tataranni, impegnata ad indagare su due fidanzatini di Nova Siri, uno dei quali assassinato. Imma, accompagnata dal bellissimo appuntato dei Carabinieri Calogiuri, si sposta dalle stanze di una improbabile Procura della Repubblica di Matera alle campagne bellissime di Nova Siri, culla della Magna Grecia lucana, con la disinvoltura di una “pantera” che insegue la preda. Dà pertanto la dimensione dell’eroina che, pur dibattendosi tra le mille incombenze quotidiane, tra buste della spesa e bollette da pagare, tra le ansie di una figlia adolescente e di un marito che non ha fantasia ma che l’ama, si muove energicamente tra le ondulazioni di una terra che nasconde, anche nella realtà vera, una storia cupa e mai del tutto esplorata. La vicenda, con i suoi lati oscuri, si propone quasi come un giallo, pressoché un pretesto adottato opportunamente per scrivere un romanzo fosco ma affettuoso, ambientato nella sua terra, che l’autrice, identificata come la Garcìa Màrquez italiana, mostra di censurare e, tuttavia, di amare profondamente. Conosce troppo bene il suo ambiente e chi lo abita ed è per questo che scolpisce i personaggi con mano ferma a tutto tondo, pervenendo ad una scrittura godibile che stuzzica le parole e gioca con esse. “Come uno scalpellino dalla mano sensibile, che rispetta la materia che plasma”. I “cafoni contemporanei” prendono forma da immagini plastiche e sono descritti quali “emigranti accalcati nelle stive delle navi, o sulle banchine di un porto, o nello scompartimento di terza classe di un treno diretto verso il Nord, miserabili ma tenaci, poveri ma dignitosi”. Insopportabili, ostinati e rassegnati al contempo, incapaci di lamentarsi per qualsivoglia sopruso. Le descrizioni di vizi e virtù sono narrate in maniera briosa ma impietosa, con parola implacabile, ma che diverte, emoziona e non offende, con stile sobrio ma di efficace impatto. La storia densa, intrisa di un racconto puntuale con le sue espressioni e cadenze in vernacolo, affonda le radici nella realtà attuale, con tutte le tematiche interconnesse e, in particolare, sonda le tensioni emotive di una donna, non particolarmente dotata, se non per una quinta di reggiseno, e dei suoi carichi di pensieri quotidiani. Come piante tra i sassi romanzo di Mariolina Venezia Ed. Einaudi I Coralli - pag. 256 - euro 17,50 Giusy Cuceli
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sabato 14 dicembre 2013
Tornare in campo Kleos la prima squadra in carrozzina di Basket
Lo sport che rende liberi etti di Carmelita Brun
Lo sport che rende liberi e forti ridona la speranza e la voglia di vivere facendo addirittura dimenticare di essere un "diversamente abile" questi sono i sentimenti che animano la prima squadra in carrozzina di Basket si chiama KLEOS, del centro sportivo polifunzionale di Catanzaro, organizzata da un gruppo di giocatori calabresi di Catanzaro e Reggio. Mi racconta di questa grande passione uno degli organizzatori della partita il giovane Rosario Rispoli che mi scrive in una nostra conversazione su Facebook "questo Sport è la mia grande passione e spero che questo primo appunta-
Eletta la professoressa Unical, Angela Costabile
L’Associazione patologi italiani si allarga Angela Costabile, ordinario di Psicologia dello sviluppo all’Università della Calabria, è stata eletta membro del Comitato esecutivo dell’Associazione psicologi italiani (Aip), sezione di Sviluppo ed educazione. L’esecutivo è composto anche da Antonella Marchetti (Università Cattolica, Milano), Lavinia Barone (Università di Pavia), Annamaria Ajello (Università La SapienzaRoma) e Paola Perucchini (Università Roma Tre). L’Aip è l’associazione degli psicologi ricercatori (accademici e di centri di ricerca), articolata in cinque sezioni: Psicologia clinica e dinamica, Psicologia per le organizzazioni, Psicologia dello sviluppo e dell’Educazione, Psicologia sociale, Psicologia sperimentale. L’associazione, oltre alla promozione dell’attività di ricerca psicologica nazionale ed internazionale, si prefigge la diffusione di conoscenze e l’aggiornamento scientifico mediante congressi e seminari, nonchè il sostegno alla preparazione scientifica dei giovani ricercatori. Il prossimo convegno nazionale dell’Aip, (XXVII) si terrà a settembre all’Università della Calabria. Si tratta di un evento scientifico di alto livello che ogni anno coinvolge centinaia di studiosi. Il convegno, che sarà organizzato in più giornate all’interno delle quali gli esperti si confronteranno con tavole rotonde, workshop, sessioni tematiche, ospiterà studiosi di fama internazionale e nazionale. Sarà, inoltre, l’occasione per l’organizzazione e la programmazione di winter e summer school, che l’Aip annualmente organizza e patrocina, rivolte a giovani ricercatori, su temi specifici legati alla ricerca.
Una partita tutta da giocare che si tiene a Marina di Catanzaro presso la Piscina Poligiovino il 14 dicembre dalle 15,30 alle 18,30
mento possa essere un vero successo per farci partire verso i campionati di Serie B, inoltre con il libero contributo si può acquistare una carrozzina per questa disciplina". Una voce che nasce dall'esperienza di vita vissuta e gestita grazie all'uso della carrozzina. Inoltre questo tipo di carrozzina è costosa, ma di sicuro Rosario riuscirà a conquistarsi non solo la carrozzina ma anche belle partite e magari grandi vittorie. La sua e quella dei suoi amici della squadra Kleos sono una forza, hanno braccia molto forti e una buona elevazione; una squadra energica dunque che sicuramente batterà i loro avversari. Restiamo in attesa di vedere una partita tutta da giocare e con grandi risultati. La partita si tiene a Marina di Catanzaro presso la Piscina Poligiovino il 14 dicembre dalle 15,30 alle 18,30.
Crotone, assistenza e attività ludico-creative
Anziani meno soli Il periodo delle festività natalizie è sicuramente quello in cui gli anziani avvertono la necessità di maggiore attenzione. L’assessore alle Politiche sociali Filippo Esposito ha promosso una serie di iniziative proprio per stare vicino, anche in questo periodo particolare, a chi rappresenta la memoria storica cittadina proponendo sia attività di carattere assistenziale che ludico - ricreative. Sono attualmente sette i centri per anziani che il Comune ha aperto su tutto il territorio cittadino a dimostrazione dell’attenzione che l’amministrazione Vallone riserva a questa importante fascia della popolazione. Attraverso un protocollo di intesa stipulato con l’Università Popolare Mediterranea, presieduta da Maurizio Mesoraca, è stato possibile realizzare, in termini di assoluta gratuità, una serie di incontri con professionalità del mondo medico finalizzati ad una azione di informazione e prevenzione. Centinaia di anziani della città hanno dunque potuto dialogare con Massimo Elia, primario dell’unità di Cardiochirurgia presso l’ospedale cittadino, che con grande attenzione ha approcciato gli anziani ai temi delle malattie cardiovascolari fornendo utili consigli in tema di prevenzione. Un altro incontro interessantissimo è stato quello con Domenico Voce, diabetologo, che ha illustrato le cause di una malattia molto diffusa nella terza età e di come un giusto equilibrio alimentare e psico - fisico contribuisca a debellare. Gli interventi dell’assessore alle Politiche sociali Filippo Esposito non solo di natura assistenziale. Nel centro “Torre d’Avorio” gli anziani sono impegnati in un corso di formazione per la conoscenza e l’uso del computer. Un altro corso che si sta svolgendo presso i centri gestiti dal Comune è quello del recupero della memoria storica. Sono gli anziani stessi che raccontano e “si raccontano” confrontandosi con le giovani generazioni proprio per rendere più solido il legame tra generazioni. «Non ci sorprende e siamo soddisfatti della partecipazione e dell’interesse suscitato. Da parte nostra c’è l’impegno a proseguire e mettere in campo altre azioni che possano essere altrettanto incisive e rendere centrale la figura dell’anziano nel contesto cittadino" dichiara l’assessore alle Politiche Sociali Filippo Esposito.
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sabato 14 dicembre 2013
Un aiuto concreto Dono della Banca di Credito cooperativo alla Lega italiana per la lotta contro i tumori di Cosenza
Sportelli che hanno un cuore C’era tanta gente a salutare la donazione che la Banca di Credito cooperativo ha destinato alla sezione di Cosenza della Lilt, Lega italiana per la lotta contro i tumori. La Banca ha donato una apparecchiatura per la misurazione della densitometria ossea che sarà usata dalla Lilt nei locali dell’ambulatorio di via Monte Grappa 45, nel centro cittadino di Cosenza. Alla firma della convenzione erano presenti il commissario della Lilt Cosenza, Gianfranco Filippelli; il presidente della Bcc Mediocrati, Nicola Paldino; l’assessore comunale alle politiche sociali, Manfredo Piazza. Il dottor Filippelli - dopo aver ringraziato la Bcc Mediocrati «sempre attenta, quando si parla di bisogni dei cittadini» - ha proseguito presentando la realtà della Lilt. «La sezione cosentina - ha detto - si sta radicando sempre più nel territorio provinciale. Oggi è una realtà con 30.000 associati ai quali vengono fornite prestazioni nelle sedi di Cosenza, San Lucido, Cassano Jonio e Cariati. Grazie ad un camper attrezzato, inoltre, la Lilt Cosenza effettua visite e campagne di screening in tutti i 155 comuni della vasta provincia cosentina. Ora, con il densitometro osseo - ha concluso Filippelli - potremo eseguire importanti attività per prevenire fratture nei soggetti affetti da osteoporosi». «La città di Cosenza è ricca di un terzo settore vitale e dinamico ha detto l’assessore Piazza - l’amministrazione comunale, nel dare sostegno a queste diverse realtà, utilizza ogni possibilità disponibile. Per promuovere le attività della Lilt, ad esempio, sono stati messi a disposizione i locali di via Monte Grappa. Attualmente, pur con risorse sempre più limitate, lavoriamo per dare corpo ad una rete tra tutte le associazioni esistenti, in modo da aumentare l’effetto dei servizi resi migliorandone i benefici per la cittadinanza». «Una Bcc è una banca di comunità, costruita sulla solidarietà mutualistica e per la sussidiarietà nei territori ha detto il presidente della Bcc Mediocrati, Nicola Paldino - quest’anno abbiamo ridotto il numero delle agende e dei calendari per aumentare gesti concreti come la donazione alla Lilt. Diamo corpo alla solidarietà nei confronti della comunità, concretizzando anche la sussidiarietà nei confronti della sanità pubblica, che è un bene di tutti. ‘Siamo una banca differente’ non è uno slogan - ha aggiunto Paldino - ma la giusta descrizione per chi dialoga con i tanti dottori Filippelli che arricchiscono la nostra provincia». In occasione della donazione del densitometro osseo, la Bcc Mediocrati e la Lilt Cosenza hanno anche firmato una convenzione per l’accesso gratuito dei soci Mediocrati agli esami che saranno effettuati con l’apparecchio appena donato e per una serie di agevolazioni ai Soci Mediocrati e ai loro familiari.
La Banca ha donato una apparecchiatura per la misurazione della densitometria ossea che sarà usata dalla Lilt nei locali dell’ambulatorio
Telethon, raccolta fondi in 51 centri calabresi
La solidarietà fa a gara Dicembre è il mese della ricerca Telethon con la campagna di raccolta fondi “Io Esisto” i cui protagonisti quest’anno sono i bambini, le famiglie e i ricercatori che la ricerca Telethon sostiene. Insieme alla maratona televisiva sulle reti Rai fino al 15 dicembre, quest’anno nei giorni di sabato 14 e domenica 15 dicembre Telethon sarà presente in oltre mille piazze d’Italia con i cuori di cioccolato. In Calabria sono 51 le città coinvolte. L’elenco delle piazze dove trovare i cuori di cioccolato sarà costantemente aggiornato su www.telethon.it/piazze I cuori, da 200 gr ciascuno, sono in cioccolato artigianale di alta qualità, disponibili nella versione fondente o a latte e saranno in distribuzione a fronte di una donazione minima di 10 euro, grazie a centinaia di volontari. “Io sostengo la ricerca con tutto il cuore” è il messaggio che si legge sulla confezione: il ricavato della raccolta fondi, infatti, servirà a sostenere la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare targata Telethon. Il cuore è anche il simbolo della campagna di reclutamento volontari per i banchetti di piazza “Cerchiamo persone con un cuore grande così” che proseguirà fino a metà dicembre. Dal 1990 Telethon ha investito in ricerca oltre 394 milioni di euro, finanziando 2470 progetti che hanno prodotto oltre 9350 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e permesso di avviare 27 diverse strategie terapeutiche in corso di sviluppo. In Calabria ad oggi Telethon ha finanziato 13 progetti di ricerca per un valore di 675.000 euro. Dal 1° al 18 dicembre sarà possibile donare 2 euro per ciascun sms inviato al 45506 da cellulari Tim, Vodafone, Wind, 3, Poste- Mobile, CoopVoce, Tiscali e No’verca; 2 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45506 da rete fissa (Teletu, Twt e Clouditalia) e di 5 o 10 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Infostrada, Fastweb e Tiscali.
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sabato 14 dicembre 2013
Cultura e volontariato Serata di beneficienza all'insegna del teatro quella organizzata dall'associazione di Castrolibero
“Solidarietà” apre le porte alla storia di Cosenza
Una serata di beneficienza all’insegna del Teatro quella organizzata dall’associazione “La Solidarietà” che ha previsto un aperitivo con cena presso uno dei locali più noti di Cosenza, ma che soprattutto aveva come finalità principale raccogliere fondi per sostenere alcuni assistiti che si appoggiano come utenza alla stessa, che ha sede presso Castrolibero, nel Cosentino. La serata organizzata è stata gratuitamente intrattenuta dall’attore e presidente del Parco “Tommaso Campanella” (con sede nel centro storico bruzio) William Gatto, che ha ripercorso passeggiando tra gli ospiti, le gesta eroiche e le vicende della Cosenza dei tempi andati. Attraversando i cenacoli culturali fino al trattato sulla natura del filosofo Telesio. Così come Telesio, lo stesso attore, ha trattato dal particolare come la biologia di una formica fino alla più grande ispirazione poetica che lascia incantati come per la filosofia di Tommaso Campanella. Il teatro, aggiunge l’attore, può essere ovunque e diciamo noi con la drammatizzazione storica di eventi importanti per ben più di ottantacinque invitati. Un riferimento al padre Cropalati dei Minimi di Paola del Santo patrono e che andò a edificare la chiesa proprio là dove la corruzione era dilagante. Passando tra i Briganti di Masaniello e Pietro Gerbasi, che tentavano di rivoltare l’ordine delle cose, che non riuscì per quelle tredici famiglie di nobili che governavano e che nel frattempo si imborghesivano tra notai e mercanti e che sul finire del 1700 con la Rivoluzione francese anche gli studenti cercano con le società segrete di attuare. Una nota importante per gli arbereshe che scappando dall’Albania ancora oggi vivono la loro fede nella chiesa del Santissimo Salvatore nel centro storico di Cosenza e continuano la loro religione, dove il rito che è in greco antico ancora vive nella città bruzia... La storia attraversa tante vicende cantate dal “menestrello” di occasione e bravissimo attore William Gatto, passando per i Fratelli Bandiera, il brigantaggio, fenomeno calabrese che divampa e ci pone in contrasto con il dominatore. Fino ai latifondi e al patrimonio boschivo della Sila ed è qui che si sviluppa un grande commercio. Gli agricoltori e contadini e le nostre piccole industrie confluiscono nelle Casse rurali favorite da don Carlo De Cardona, sacerdote, che si schiera dalla parte dei contadini favorendo con un tasso del 5% i loro depositi, e grazie al consenso dei Casali, Luzzi, Bisignano e Acri noi riusciamo a non andare nella crisi profonda. Inizia però il fenomeno dell’emigrazione verso le Americhe. Un riferimento dell’attore Gatto alle padrone di casa dell’associazione “La solidarietà”, presidente Tina Palazzo, con Lucia Ungaro, Alessandra Giudice e Daniela Garofalo, che permette attraverso la beneficienza l’aiuto dell’umile e del bisognoso e di colui che ha necessità del mutuo soccorso. Terminando la storia di Cosenza con la frase di un noto e grande uomo: «Se io muoio la mia diletta città può fare a meno di me, sono io che non posso fare a meno di essa, che mi scorre nelle vene come un fiume in piena e che amo profondamente» (Bernardino Telesio). LdC
La serata è stata intrattenuta dall’attore e presidente del Parco “Tommaso Campanella” William Gatto, che ha ripercorso passeggiando tra gli ospiti, le gesta eroiche e le vicende della Cosenza dei tempi andati
L’assessore Mungo aincontra i giovani a Catanzaro
Incontro tra sport e cultura
Un incontro informale, ma carico di proposte e idee quello tenuto al Centro polivalente per i giovani/caffè delle arti di Catanzaro e tra i volontari e l’assessore allo sport del Comune di Catanzaro, Giampaolo Mungo. Il foro della cultura e dell’arte si pone ancora una volta come punto di incontro tra l’assessorato alla Cultura e le Politiche giovanili del quale lo stesso Mungo ha la delega, per discutere di una serie di proposte innovative che possano legare le attività didattiche del Centro Polivalente e lo sport, avvicinando cultura e attività sportiva secondo un disegno preciso in seno alle politiche giovanili. Partendo dal percorso formativo, istituito nell’Istituto penitenziario minorile che, grazie alla partecipazione di diverse associazioni sportive, ha contribuito allo sviluppo di un percorso partecipativo dei giovani detenuti, volto ad un progressivo miglioramento della loro consapevolezza sociale e individuale, l’assessore Mungo ha chiesto al direttivo della struttura e ai suoi giovani volontari di pensare ad una serie di attività progettuali che permettano l’inserimento, la promozione e il coordinamento delle attività sportive da portare successivamente fuori da via Fontana Vecchia, negli istituti, nelle strutture comunali, dando così a Via Fontana Vecchia un ruolo cardine di collante tra la cittadinanza e le associazioni sportive. Una serie di proposte che possono avere molteplici valenze: far conoscere il Centro polivalente anche attraverso la dimensione fisica, oltre che culturale, anche grazie ai corsi già attivi al suo interno, quali Capoeira Angola, Break Dance, nonché in questi giorni Scherma teatrale e incentivare la pratica sportiva da parte dei giovani, stimolare e diffondere la conoscenza di sport considerati “minori” rispetto al calcio, come il Rugby, Taekwondo, Basket, Ping pong, ma che ormai stanno sviluppando un numero sempre più crescente di appassionati.
sabato 14 dicembre 2013
Numeri che fanno paura Dichiarazione di Gianni Romeo, responsabile del Coordinamento provinciale Servizi per minori
Bambini e povertà Non è un gioco I dati pubblicati nei giorni scorsi relativi al rapporto di Save the Children evidenziano che nella nostra regione il 12,9 per cento dei minori vive in stato di assoluta povertà. Particolarmente allarmante è il dato dei 77.619 minori che, nella “sola” Calabria, vivono in comuni in default o sull’orlo del fallimento. Sono numeri che fanno veramente rabbrividire. Possiamo assuefarci a tale realtà? Il diritto all’alimentazione è uno dei diritti universali fondamentali per il corretto sviluppo di ogni bambino. L’esperienza della fame, lo abbiamo appreso dai nostri genitori e dai nostri nonni, rimane per sempre, è un fatto che ti segna per tutta la vita. Mi raccontava una suorina di madre Teresa a Reggio Calabria, che l’altro giorno, andando a trovare delle famiglie, un bambino le ha detto: «Suora, anche oggi mi sono riempito la pancia di acqua». Come trattenere la commozione davanti a queste parole? Possiamo rimanere indifferenti e inermi di fronte a questa situazione? Dove sono le istituzioni pubbliche e private? Dov’è la Chiesa? Cosa - direbbe Jovanotti in una sua canzone famosissima - ognuno è disposto a perderci? Occorre, e siamo tutti d’accordo, uno slancio in più da parte di tutti. Noi ci siamo e, sebbene in condizioni difficili, grazie anche all’aiuto del Banco Alimentare, facciamo la nostra parte già da tempo. Sono oltre 12.000 in Calabria i bambini assistiti attualmente dal Banco. Ma se questo aiuto, come si prospetta, dovesse venir meno, chi penserebbe a quelle bocche da sfamare? Occorrono fatti non parole! Siamo convinti che il migliore investimento che uno Stato, una società civile degna di questo nome possa fare, sia quello sull’infanzia sotto ogni punto di vista: scolastico, sociale, culturale. Occorre superare le sterili lamentele e l’atavico piangersi addosso e rimboccarsi le maniche, darsi da fare per ridurre il gap che ci separa da altre realtà italiane e non solo. La nostra regione che, già risente del triste primato del tasso di natalità più basso, non può lasciare coloro che sono in difficoltà, i più indifesi,
I dati pubblicati nei giorni scorsi relativi al rapporto di Save the Children evidenziano che nella nostra regione il 12,9 per cento dei minori vive in stato di assoluta povertà
i bambini appunto, in questa situazione. Se lo facesse condannerebbe un’intera regione ad una mancanza di prospettiva veramente allarmante e desolante.
L’associazione “Adamo” dona al convitto “Telesio” Ad Altomonte il 16 dicembre
Serata tutta per i nonni Anche quest’anno nell’ambito delle manifestazioni natalizie programmate dall’amministrazione comunale, si rinnova l’atteso appuntamento “Nonno Natale”, dedicato ai nonni di Altomonte sopra i 65 anni. L’iniziativa, si svolgerà il prossimo 16 dicembre, alle ore 18.00, presso l’hotel Barbieri di Altomonte. Quest’anno per festeggiare la 10.ma edizione dell’iniziativa, saranno presenti al servizio dei nonni le “autorità” del paese (sindaco, gli assessori, i sacerdoti, i medici, il i vigili urbani ecc.) e il master chef internazionale Francesco Mazzei (cittadino onorario di Altomonte), conosciuto per, il suo ristorante “L’Anima” nel centro di Londra e per la partecipazione in programmi televisivi come: Celebrity Master Chef, Market Kitchen e Saturday Kitchen. Mazzei, chef di origini calabresi (Cerchiara di Calabria), delizierà i nonni altomontesi e un gruppo di nonni della sua Cerchiara, invitati alla cena “del Nonno Natale” di Altomonte, con alcune delle sue ricette più conosciute. A fare da corollario alla gradita presenza dei nonni, come ogni anno saranno gli alunni dell’Istituto comprensivo di Altomonte, che si confronteranno in un concorso grafico e compositivo sul tema degli anziani. La manifestazione, come afferma l’assessore ai Servizi Sociali, Luigi Sparano, è un’ulteriore impegno concreto per stabilire un rapporto continuo con gli anziani, in quanto rappresentano per le comunità di un paese una ricchezza ed una risorsa di saggezza, memoria ed esperienza di vita.
Solidarietà tecnologica Sabato 14 dicembre alle ore 12,00 l’associazione “Massimiliano Adamo” onlus donerà quattro personal computer al Convitto nazionale “Bernardino Telesio” della città di Cosenza, un punto di riferimento culturale per l’intero quartiere del centro storico della città dei Bruzi, ubicato in una struttura dalle origini nobili ed antiche. I computer donati potranno essere utilizzati dai circa 80 studenti (di cui trenta con residenzialità) delle scuole primaria e secondaria di primo grado, annesse al Convitto. «Abbiamo privilegiato - anticipa il presidente dell’associazione Massimiliano Adamo Onlus Daniela Biondi - le caratteristiche di eterogeneità della struttura formativa e le diverse fasce di età e realtà sociali degli alunni che frequentano l’Istituto. Riteniamo che questi ragazzi debbano avere l’opportunità di imparare ad utilizzare le tecnologie che quotidianamente vengono impiegate per lavorare e per socializzare». Informazioni aggiuntive: La donazione rientra tra le finalità dell’Associazione, nata nel 2010 in ricordo del giovane Massimiliano Adamo, Funzionario di Confindustria Cosenza, venuto a mancare improvvisamente a trentacinque anni. Per chi volesse partecipare all’iniziativa si accedere al Convitto Nazionale “Telesio” dalla scalinata che dal Teatro Rendano porta agli Archi di Ciaccio (Salita Carmine Garofalo). Per informazioni: Monica Perri/vice presidente associazione Adamo/338.4846895
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sabato 14 dicembre 2013
Una vita spesa per chi non ha voce
Soli come cani Lo stato di abbandono in cui versa il canile di Donnici. Abbiamo incontrato la consigliera del Comune di Cosenza e vicepresidente della commissione Cultura, Maria Lucente di Lucia De Cicco
Abbiamo incontrato la consigliera del Comune di Cosenza e vicepresidente della commissione Cultura dello stesso, Maria Lucente per raccontare il suo impegno a favore di chi non ha voce. La sua attività la vede farsi carico di un problema che ormai da qualche tempo angustia il territorio di Donnici nel Cosentino. La struttura del canile che è molto buona, ristrutturata di recente. Il progetto all’inizio, ci dice la dottoressa Lucente, è stato arricchito anche dalla presenza di un veterinario dell’Asp, c’è un grande spazio attorno e l’idea era di portare anche dei giovani a visitare la zona per passeggiare e correre assieme a questi animali. Così concepito, diventava un luogo non di cattività, ma soprattutto di socializzazione. Un progetto splendido, che avvicinava gli amanti della natura e degli animali a tutto ciò che è il rispetto per il Creato. «Nel tempo - ci dice Maria Lucente - si è perduta completamente questa impostazione e qualche volta mi sono recata nel luogo, nel mio ultimo sopralluogo mi è apparso triste, gli animali erano chiusi nelle gabbie. Ho sollecitato il nostro sindaco e i dirigenti a prestare molta attenzione. Di recente ho saputo che il cibo è mancato per qualche giorno, anche se, è difficile stabilire con esattezza la situazione. Attraverso le volontarie della Lav che ho contattato ho voluto però verificare, e sono state proprio loro a confermarmi i problemi. Le volontarie della Lav, infatti, hanno portato di persona dei croccantini verificando che gli animali erano senza cibo e anche privi di acqua per mancanza del personale». Un problema questo che naturalmente non ha lasciato indifferente l’impegno della dottoressa Lucente, soprattutto a livello di autocritica, il controllo doveva essere vigile su una struttura comunale, sulla quale l’amministrazione e lo stesso sindaco avevano investito tanto. Il dirigente, l’ha informata della mancanza di fondi per cui ha proceduto a una protesta pacifica, ma incisiva, registrando grande sensibilità. La consigliera Lucente ci descrive ciò che può produrre avvicinarsi a questi problemi, sortendo in chi, come lei li sperimenta, una sorta di mutamento della vita stessa, cosa che invece può sfuggire e inconsapevolmente alimentare un sistema, che non tiene conto del bene più prezioso che è il Creato e le sue creature. Noi abbiamo deciso di contattarla a seguito di un post che la consigliera Lucente ha messo su Facebook sull’argomento e che ci ha spinti a capirne di più il post è risalente al 5 di dicembre. «Ieri, alle ore 8,30, (era il 4 di dicembre c.a.) mi sono recata al canile di Donnici. Ho trovato un solo dipendente e 140 cani che abbaiavano e saltavano in modo convulso nelle loro gabbie maleodoranti: avevano fame. Dopo un po’ è arrivato un altro dipendente comunale ed un operatore di una cooperativa con dei sacchi di croccantini. Finalmente i cani hanno incominciato a mangiare...il termine Voracità non rende l’idea. (...) Il tanfo era insopportabile anche all’interno degli uffici, dell’ambulatorio, incredibilmente sporchi e molto freddi (non c’è il riscaldamento da due anni circa). Intanto, era arrivato un bravo veterinario, che silenziosamente si è recato da solo in alcune gabbie con delle siringhe per dei cani in terapia (...). Due soli operatori presenti, senza una tuta che salvaguardasse i loro vestiti, senza guanti, senza stivali efficienti, uno di questi (...) era stato coperto da una busta di plastica verde, sono entrati nelle gabbie per pulirle con getti d’acqua molto fredda ghiacciata e quando ho chiesto perché non usassero della segatura o della sabbia, spe-
«Di recente ho saputo che il cibo è mancato per qualche giorno, anche se, è difficile stabilire con esattezza la situazione Attraverso le volontarie della Lav che ho contattato ho voluto però verificare, e sono state proprio loro a confermarmi i problemi»
Maria Lucente consigliera comunale comune di Cosenza e presidente Commissione Cultura
cialmente con queste temperature, mi hanno risposto che i tubi di scarico sono piccoli e s’intasano subito, creando un disagio ancora maggiore. Coperte, scialli ed altra roba di lana, che avevo già portato in precedenza per creare delle cucce di fortuna per quei cani infreddoliti, erano ovviamente stati buttati perché ormai sporchi. (...) I cani stanno rinchiusi in gabbie fredde, maleodoranti, dormono sul cemento freddo, sporco, senza potere correre... giocare, così come stabilito dal relativo progetto-programma, in spazi ampi, che pur esistono; hanno perduto la certezza che possano mangiare e anche bere tutti i giorni, che possano essere lavati... Se la loro esistenza dovesse procedere così, sarebbe più giusto; tra l’altro sono anche sterilizzati, che fossero liberati (...). Qualcuno può pensare che il mio resoconto sia carico di emotività e di forzate critiche. Allora è opportuno precisare che sono stata raggiunta al Canile dai Consiglieri Franco Caruso, Giovanni Cipparrone, Roberto Sacco ed era presente una giornalista, Maria Francesca Fortunato del Quotidiano, cui evidentemente non era sfuggito l’impegno che avevo assunto il giorno prima e cioè che mi sarei recata al canile per verificarne le condizioni e se avessi trovato i cani senza cibo, avrei dato vita ad una protesta plateale: sarei andata sul corso principale della mia città a chiedere aiuto ai cosentini per riuscire a comprare sufficiente cibo destinato ai circa 140 cani. (...) Finiranno, stante così le cose, per morire in gabbia senza avere dato affetto, senza averne ricevuto, senza essere stati utili e, anzi, loro malgrado, fatto paradossale, facendo soffrire tanta gente che li ama, come me, come altri, ma che si ritrovano a registrare una frustrante impotenza, quella di non riuscire a dar loro un po’ di gioia, o almeno condizioni di vita civili, avanzate. I cani amano il contatto, il gioco, la corsa all’aria aperta, le persone che si prendono cura di loro, da cui non vorrebbero mai separarsi ed, invece, noi li teniamo chiusi nelle gabbie senza neanche la certezza che tutti i giorni possano avere il cibo a sufficienza (...). Questa amministrazione era partita in modo soddisfacente: il canile nuovo, il personale sufficiente ed adeguato, la collaborazione con i volontari della Lav, i veterinari dell’Asp, l’adozione, la possibilità per i cani di potere quotidianamente correre e giocare negli ampi spa-
sabato 14 dicembre 2013
Una vita spesa per chi non ha voce
Presentato a Reggio Calabria il progetto zi circostanti, una amministrazione comunale che su questo problema sembrava molto motivata (...)». Maria Lucente con questo suo impegno non nuovo, iniziato già da qualche tempo con i bambini di altre etnie e i rom, intende rispettare non solo la diversità intesa tra gli uomini, ma anche quella biologica di ogni creatura per evitare di fare male gratuito e ci si deve sforzare per realizzare l’obiettivo afferma lei stessa. Il valore, che investe in questo impegno, è di tipo anche politico e etico, dunque, se si sceglie un’area politica, che si possa ritenere abbia un ideale di questo tipo, essa è tenuta a tutelare la propria inclinazione idealistica. Educare all’emotività e al valore del rispetto è inteso esteso a tutto ciò che ci circonda e non solo ma anche al rapporto interpersonale tra pari, tra uomo e donna. La cosa più importante è avere la possibilità di intercettare le proprie emozioni e poterle esprimere fin da ragazzini e canalizzarli in momenti di relazionalità con l’altro a partire fin dalla scuola, che dice la Lucente deve avere un grande ruolo e con la famiglia, che costituisce la base e deve essere tuttavia aiutata, ciò affinché ci si percepisca alla pari degli altri e cambiando il modo di autodeterminarsi abolendo una sottile disistima, che corre nelle relazioni, soprattutto, familiari e nei riguardi della donna principalmente e ciò aggiunge si vive anche nella politica. In politica la novità non è solo rappresentata dal giovane, ma anche dalle donne che appieno non hanno mai espresso il proprio ruolo fino in fondo e nei contesti di responsabilità alti, valorizzando l’impegno di ogni donna e così devono fare anche le altre donne con le proprie colleghe di partito in corsa elettiva, ma secondo un metodo di selezione che sia giusto e non discriminante come pare adesso. La consigliera Maria Lucente ci parla anche della commissione Cultura e affermando che le si è aperto un universo, un qualcosa di stravolgente per la conoscenza della città, tanto fermento culturale che poco è conosciuto, perché mancano momenti di visibilità. Non solo afferma Maria Lucente che è doveroso restituire alla città di Cosenza un patrimonio, che è importante, con competenze e informazioni e con un arricchimento, che non si sarebbe avuto in modo diverso. «La Commissione è molto viva, molto gratificante e nel contatto e nella crescita e per noi consiglieri comunali spero che possa essere mutuata in altre amministrazioni del territorio. Il titolo che era in origine di “Nemo propheta in Patria” nel tempo rappresenta solo una sezione del riconoscimento perché abbiamo scoperto delle eccellenze che si sono concretizzate all’esterno della città e nel mondo e che solo gli addetti ai lavori conoscevano. Quindi, l’iniziativa si è biforcata con i talenti ancora non esplosi, e con le eccellenze consolidate altrove».
Un libro per una nuova vita Un libro che parla di felicità e che vuole far acquisire l’abitudine alla lettura. E’ stato presentato presso i locali dell’Uoc di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Riuniti dall’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, il progetto Un libro per ogni nato. «Si tratta di una nuova iniziativa della Regione Calabria che con il suo governatore Giuseppe Scopelliti, ha investito su un progetto per aumentare la cultura della lettura e il numero dei lettori in Calabria premessa di ogni autentico sviluppo economico, civile e culturale - spiega l’assessore Caligiuri prima di consegnare il libro alle mamme ricoverate al nosocomio - A partire dal mese di settembre 2013 e fino a settembre 2014, tutti i nuovi nati in Calabria riceveranno il libro Quando arriva la felicità prodotto appositamente per loro. Speriamo che porti fortuna per il futuro dei nostri bambini e, crescendo, mi auguro che sia questo il primo libro che vedranno, toccheranno, leggeranno. La lettura e’ fondamentale e occorre cominciare fin da piccoli». Si tratta di 18.000 volumi, da personalizzare in base al nome del bimbo o della bimba, la cui pubblicazione è curata da “Coccole Books”, casa editrice calabrese specializzata per bambini. La storia è di Sandro Natalini mentre le illustrazioni sono curate da Maria Sole Macchia. Non celano il loro entusiasmo per questa «nuova operazione culturale» alla quale hanno dato la loro adesione i “Lions” della Calabria, le associazioni dei medici pediatri, i pediatri di base e i dirigenti generali delle aziende sanitarie e ospedaliere, il direttore generale del nosocomio reggino Carmelo Bellinvia che vede «il libro come l’inizio per quel percorso culturale indispensabile per ogni individuo», il direttore sanitario Enzo Sidari che invece spera «che questo sia il volano per la nuova generazione che deve fare della cultura il suo pane quotidiano» e il primario Giuseppina Timpani. «Fare nascere i bambini e le bambine della nostra Regione con un libro in mano è un gesto di speranza verso il futuro», ha concluso l’assessore regionale Caligiuri. «La cultura ha una premessa indispensabile perché se non si sa leggere non si può crescere. E insieme al nostro governatore abbiamo individuato nella lettura lo sviluppo delle nuove generazioni».
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sabato 14 dicembre 2013
Crescita culturale e professionale Al via il progetto per la Scuola superiore di Alta formazione per il turismo
Iniziativa Fai Castrovillari
Madonna, che Castello
Nuove idee in cattedra
È stata sottoscritta, nella sala del Consiglio, al terzo piano del rettorato, la lettera d’intenti che, d’ora in avanti, vedrà impegnati l’Università della Calabria, l’ente Parco della Sila e l’Ècole hotelière de Genève, nella progettazione e realizzazione di una Scuola superiore di Alta formazione per il turismo e le attività collegate. Il documento è stato firmato dal rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, dal presidente dell’ente Parco Sila, Sonia Ferrari, e per l’Istituto ginevrino dal presidente Alain Brunier. Tra i presenti all’incontro anche Galileo Violini, delegato del rettore per l’internazionalizzazione, e Francois Xavier Nicoletti, presidente della associazione di calabresi “Heritage” di Ginevra, dalle cui valutazioni sui temi della formazione e della crescita culturale e professionale, è scaturita l’idea dell’iniziativa avviata. La lettera d’intenti segue la fase di verifica sulla fattibilità del progetto che nei mesi scorsi ha impegnato le parti, relativa sia al profilo della copertura finanziaria che della condivisione di contenuti scientifici ed obiettivi strategici. In particolare, il documento prevede che i soggetti coinvolti, nel rispetto dei propri ruoli istituzionali e dei propri ordinamenti, si impegneranno a costituire un autonomo soggetto giuridico che, in condizioni di autonomia ed autosufficienza finanziaria, provvederà alla realizzazione e alla gestione della suddetta Scuola. L’accordo, che avrà una durata di diciotto mesi e potrà essere rinnovato, prevede anche la partecipazione di soggetti pubblici e privati interessati al progetto e che intendono sostenerlo. La lettera d’intenti, infine, stabilisce che l’ente Parco assume la rappresentanza e il coordinamento dell’iniziativa, anche nei rapporti con le autorità, gli enti pubblici e privati nonché con gli organismi interessati con i quali si interagirà.
Lettera d’intenti che, d’ora in avanti, vedrà impegnati l’Università della Calabria, l’ente Parco della Sila e l’Ècole hotelière de Genève
Un pubblico numeroso ha partecipato, nel salone del circolo cittadino Fai a Castrovillari, alla presentazione della mostra iconografica della Madonna del Castello, organizzata dal Fai (Fondo ambiente italiano) delegazione del Pollino, ed illustrata attraverso numerosi dipinti, risalenti ai secoli dal XVI al XX, che Gianluigi Trombetti ha collazionato da varie proprietà. L’incontro, moderato e concluso da Franco Caruso, con particolare riferimento al significato religioso di questo straordinario patrimonio, si è aperto con il saluto del presidente del circolo, Angelo Giannoni, che ha ribadito la disponibilità ad ospitare iniziative di grande pregio. E’ poi intervenuto il presidente della commissione consiliare comunale Ambiente e Urbanistica, Armando Garofalo, che ha informato della rete di iniziative che l’amministrazione sta mettendo in campo per ripristinare l’accesso e la sicurezza del Santuario, messi in grave pericolo da un’enorme frana, non ancora fatta oggetto di interventi rilevanti, nonostante le promesse, ormai antiche, delle istituzioni sovracomunali. Il capo delegazione Fai, Donatella Laudadio introducendo la mostra, ha ribadito la volontà di continuare a tener desta l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni sul grave vulnus al territorio, non solo dal punto di vista strutturale ed idrogeologico, che la frana rappresenta, ma anche al patrimonio devozionale che in quel luogo si riconosce, e soprattutto all’eredità identitaria, una sorta di dna culturale, che si raccoglie nella memoria storica di ogni territorio, e che ogni collettività ha il dovere di trasmettere alle generazioni successive. Laudadio ha, poi, ricordato la grande complessità emotiva e concettuale dell’immagine di Maria, delicata figura femminile introdotta in una religione sostanzialmente maschile, nonostante la grande tenerezza che il Vangelo mostra verso le donne, a partire dalla scelta del Cristo di incarnarsi attraverso una donna. Questa donna riapre il circuito d’amore con Dio, interrotto da un’altra donna, Eva; ed attraverso i secoli, in virtù dell’elaborazione culturale che ha trasformato la figura della donna, l’immagine di Maria ha acquisito i connotati ora di Regina, ora di madre-nutrice, ora di Mater dolorosa per la morte del Figlio, ora di donna-angelo, ed intermediaria tra l’uomo e Dio, alla maniera dantesca. Trombetti ha poi illustrato, con la competenza e la passione che ne fanno uno dei nostri più illustri storici, le caratteristiche delle rappresentazioni pittoriche, reperite attraverso una ricerca paziente. Ha poi mostrato al pubblico le ricadute artistiche e le risposte emozionali che i vari elementi tecnici conferiscono al soggetto rappresentato attraverso le varie epoche, e sicuramente non sempre con la stessa qualità ed intensità artistica. Ed ha mostrato, con grande perizia tecnica, teorie grandemente interessanti sulla datazione e sui contributi e le influenze che ogni opera mostra, provando con elementi critici copiosi la veridicità delle sue asserzioni, e confutando puntualmente credenze e presunte valutazioni artistiche, anche consolidate in opere storiche, ormai facenti parte della tradizione. Infine, ha portato il saluto da parte del rettore del Santuario, Giovanni Donato, che ha ribadito la volontà di continuare a battersi, per il recupero di una così importante testimonianza devozionale.
sabato 14 dicembre 2013
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Paese unito per salvare il territorio Dalla Cittadella di Alessandria alla Cattolica di Stilo (Reggio Calabria), dal Faro di Ponza (Latina) al Colombarone-Cascina Leonardesca a Vigevano (Pavia)
Ci stanno a cuore i luoghi del Fai
Dalla Cittadella di Alessandria alla Cattolica di Stilo (Reggio Calabria), dal Faro di Ponza (Latina) al Colombarone-Cascina Leonardesca a Vigevano (Pavia): sono alcuni dei 19 “Luoghi del Cuore” scelti dal Fai in base al censimento fatto dagli italiani e destinatari di interventi di tutela per un totale di 400mila euro. L’iniziativa, promossa in collaborazione con IntesaSanPaolo, ha visto la partecipazione di un milione di persone, «unite nel nome di un’Italia - dice il Fai - da non dimenticare e da tutelare per le generazioni future». I 19 interventi interessano Piemonte, Puglia, Campania, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Calabria, Lombardia, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta ed Emilia Romagna. Per dare voce a questa “sorprendente” mobilitazione popolare e intervenire concretamente per il salvataggio di alcuni beni tra quelli segnalati, il Fai ha introdotto un meccanismo nuovo - rispetto alle passate edizioni del censimento - per la selezione degli interventi: sono infatti state stabilite le “Linee guida per la definizione degli interventi a favore dei Luoghi segnalati al censimento 2012” lanciate lo scorso luglio in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo. Oltre a intervenire sui tre luoghi che hanno avuto il maggior numero di segnalazioni - la Cittadella di Alessandria, la Chiesa di San Nicola a San Paolo di Civitate (Foggia) e l’Abbazia della Ss. Trinità di Monte Sacro a Mattinata (ancora nel foggiano) - per la prima volta è infatti stato chiesto a tutti i proprietari e ai portatori di interesse dei 128 beni che hanno ricevuto più di 1.000 segnalazioni di presentare una specifica domanda, a condizione che vi fossero un preciso programma di azione e certezze sui primi finanziamenti, per beneficiare di un intervento diretto del Fai e IntesaSanpaolo che si inserisse nelle cinque tipologie proposte. Le tipologie sono la presentazione di un progetto o di un lotto di progetto da co-finanziare, la richiesta di elaborare un progetto di restauro, la realizzazione di un’iniziativa di promozione/valorizzazione, la richiesta di un’istruttoria presso gli enti di tutela, la definizione di un progetto di gestione). L’appello ha avuto un riscontro che il Fai definisce «estremamente positivo» - sono pervenute 70
Sono alcuni dei luoghi scelti dal Fai in base al censimento fatto dagli italiani e destinatari di interventi di tutela per un totale di 400mila euro L’iniziativa promossa in collaborazione con Intesa San Paolo ha visto la partecipazione di un milione di persone
La Cattolica immersa nel paesaggio storico e naturalistico di Stilo (Rc)
richieste di intervento da 17 regioni - e ha visto il coinvolgimento di soprintendenze, Comuni, province, parrocchie, comitati, associazioni che si sono attivati unendo le forze e creando sinergie sul territorio per agire a favore di quei beni così amati dagli italiani. Alla scadenza indicata nelle linee guida una commissione composta da rappresentanti del Fai, in collaborazione con le direzioni regionali del Mibact, ha esaminato le domande ricevute valutando i parametri stabiliti nelle linee guida - numero di segnalazioni raccolte, qualità del progetto proposto, possibilità di effettuare un intervento significativo e duraturo, valenza storico-artistica o naturalistica, importanza per il territorio di riferimento e urgenza dell’intervento - e cercando di coinvolgere un alto numero di regioni italiane e ha scelto altri 16 luoghi - oltre ai primi tre classificati - su cui intervenire. I beni selezionati dovranno confermare formalmente l’accettazione del contributo, per poter dare avvio ai progetti accolti. In caso di rinunce, i contributi saranno assegnati ai beni che pur avendo i requisiti, non sono stati ammessi per esaurimento dei fondi a disposizione. Ecco l’elenco completo dei “Luoghi del Cuore”: la Cittadella di Alessandria; la Chiesa di San Nicola a San Paolo di Civitate (Foggia); l’Abbazia della Ss. Trinità di Monte Sacro a Mattinata (Foggia); il Museo di Totò nel Rione Sanità a Napoli; il Faro del Monte della Guardia sull’Isola di Ponza (Latina); il Parco del Castello di Miramare a Trieste; il Tempio della Congregazione Olandese Alemanna a Livorno; la Cattolica di Stilo (Reggio Calabria); la Chiesa di San Salvatore de’ Birecto ad Atrani (Salerno); il Colombarone-Cascina Leonardesca a Vigevano (Pavia); l’Oratorio del Sasso a Cursolo Orasso (Verbano-Cuneo-Ossola); il Monte Somma a Pollena Trocchia (Napoli); l’Edicola dei giornali di Piazza Vigo ad Acireale (Catania); la Basilica della Ss. Annunziata a Firenze; il Giardino del Monastero delle Orsoline a Calvi dell’Umbria (Terni); l’Alpe Cortlys - Sikken - Salzen a Gressoney La Trinitè (Aosta); il Giardino Nicola Calipari di Piazza Vittorio Emanuele II a Roma; la Pieve Romanica di Santa Maria ad Nives a Mirandola (Modena); il Parco di Villa Strozzi a Gonzaga (Mantova).
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sabato 14 dicembre 2013
Traguardi da ricordare L’Istituto di istruzione superiore "V. Bachelet" di Spezzano Albanese ha la sua palestra
Festa dello sport
di Anna Scola
Festa dello sport al Liceo Bachelet di Spezzano Albanese, studenti, docenti e tutto il personale dell’Istituto hanno assistito al taglio del nastro per la nuova palestra in una splendida giornata di sole. Alla cerimonia inaugurale erano presenti sindaci, amministratori e autorità locali e numerosi cittadini che hanno voluto esprimere la loro soddisfazione per una struttura che può dare un contributo formidabile alla formazione di una nuova classe di atleti del territorio. Alla cerimonia di inaugurazione, insieme al presidente Oliverio, hanno partecipato, la dirigente dell’Istituto Marietta Iusi, il sub-commissario prefettizio del comune di Spezzano Albanese, Nicola Penta Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Maria Francesca Corigliano, assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Cosenza. L’opera, la cui realizzazione è stata possibile a coronamento dell’impegno del dirigente scolastico oggi in pensione, Antonio Scalcione è stata portata a termine grazie all’entusiasmo e alla determinazione della dirigente Marietta Iusi, attuale capo d’istituto che, insieme all’amministrazione provinciale, ha permesso di consegnare al territorio un’opera maestosa. L’inaugurazione della nuova palestra segue di qualche anno, la consegna del nuovo edificio del liceo, e nel loro insieme costituiscono un patrimonio scolastico di rilevante valore per l’intera collettività spezzanese. Il tempo di attesa è stato lungo, ma ne è valsa la pena. Dopo il taglio del nastro che il presidente Oliverio ha voluto simbolicamente concedere alla dirigente Iusi e all’assessore Corigliano, tutti i presenti, si sono introdotti nella nuova struttura, e hanno subito avuto l’impressione di essere di fronte a un’opera monumentale. Si tratta di un investimento importante pari a 700mila euro, ma il risultato è davvero eccellente. Il corpo principale è una palestra polivalente, dove è possibile praticare ginnastica libera, corsa, atletica, e giochi di squadra dalla pallavolo al basket fino al calcio a cinque. Il tutto in un ambiente chiuso e confortevole di altezza tale da consentire di praticare le discipline sportive anche a livello professionistico. La dirigente Iusi, nel suo intervento augurale e inaugurale ha sottolineato l’importanza dell’opera e la grande possibilità concessa all’istituto, da lei diretta, di poter offrire agli studenti ed ai giovani della comunità spezzanese e dei paesi limitrofi, l’opportunità di svolgere attività sportiva attiva. Per perseguire tale obiettivo e rendere la palestre un patrimonio dell’intera collettività, inoltre, si cercherà una intesa con le amministrazioni comunali interessati per la promozione e il sostegno delle associazioni sportive del territorio. «Lo sport - ha affermato la Iusi - non è più un’attività da godere in televisione, ma i giovani dell’istituto possono ora avere l’opportunità di praticarlo in un ambiente moderno e attrezzato che consente di rafforzare la loro preparazione teorica». «L’amministrazione provinciale - ha sottolineato Oliverio - ha inteso concentrare i suoi sforzi nel miglioramento delle strutture scolastiche per consentire agli studenti di poter operare in ambienti sicu-
È una palestra polivalente dove è possibile praticare ginnastica libera, corsa, atletica e giochi di squadra dalla pallavolo al basket fino al calcio a cinque Il tutto in un ambiente chiuso e confortevole di altezza tale da consentire anche la pratica a livello professionistico
ri e confortevoli per una ottimizzazione della loro esperienza di formazione scolastica. Inoltre le strutture sportive devono essere messe a disposizione dell’intera collettività, poiché devono poter essere utilizzate anche fuori dal normale orario delle lezioni dalle associazioni sportive presenti sul territorio. Noi auspichiamo che in un prossimo futuro questa nuova struttura possa contribuite alla formazione culturale e sportiva di tutti i giovani del territorio e alla nascita di atleti di valore nazionale e internazionale, testimonial nel mondo di una Calabria diversa che vuol essere conosciuta per le imprese sportive dei suoi brillanti giovani, piuttosto che per le imprese criminali che hanno sempre deturpato l’immagine della regione».
sabato 14 dicembre 2013
Veicolo di salute e di benessere Avviato il ciclo di incontri sulle eccellenze produttive del territorio, organizzata dalla Provincia di Cosenza con la collaborazione delle organizzazioni dei produttori
Il buono e il bello delle clementine Una intera giornata dedicata alle clementine ha avviato il ciclo di incontri sulle eccellenze produttive del territorio, organizzata dalla Provincia con la collaborazione delle organizzazioni dei produttori, nell’ambito delle attività programmate per l’Enoteca regionale che nel palazzo di piazza XV marzo ha aperto i suoi battenti lo scorso 25 ottobre. Un’ampia ribalta per questo agrume simbolo della Calabria, potente alleato della salute, motore di crescita economica di un intero comprensorio cosentino, al centro di due differenziate occasioni di approfondimento. Nell’auditorium “Antonio Guarasci” del liceo Telesio, Elisabetta Bernardi, nutrizionista, una delle firme della trasmissione Superquark di Rai 1, ha spiegato, in un partecipato incontro, “Il buono e il bello delle clementine, motivando, con il supporto di dati che vengono dalla ricerca scientifica, come questo frutto abbia qualità tali da presentarsi come assoluto veicolo di salute e benessere. L’esperta ha sottolineato a bambini e ragazzi presenti come le clementine, che hanno un’alta capacità nutrizionale in poche calorie e contengono più di 150 sostanze protettive diverse per l’organismo, siano in grado di fornire, in una sola porzione (due o tre frutti), un apporto di vitamina C pari al fabbisogno giornaliero. Inoltre, questo frutto è particolarmente adatto ai più giovani, per il suo sapore estremamente gradevole e perché privo di semi, facile da sbucciare. Di taglio più propriamente tecnico, il forum tenuto nel pomeriggio nella sala ‘Nova’ dell’enoteca Regionale della Provincia di Cosenza, centrato su “Le produzioni agrumicole e la nuova politica agricola comunitaria 2014/2020”, con particolare riguardo alle Clementine che nella pianura di Sibari-Corigliano trovano le condizioni più idonee per una produzione di eccellenza sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Un areale di produzione che ha conquistato la maggior quota di prodotto nel Paese, con risultati rilevanti anche nei maggiori mercati esteri. Nel contempo, quello dell’agrumicoltura, in generale, e delle clementine, in particolare, si caratterizza come un settore particolarmente adatto all’innovazione dei processi produttivi, con impianti sempre più moderni e produzioni sempre più attente alla salute dell’uomo e alla tutela dell’ambiente. A discutere di scenari, problematiche, prospettive in relazione al te-
Un’ampia ribalta per questo agrume simbolo della Calabria potente alleato della salute motore di crescita economica dell’intero comprensorio cosentino, al centro di due differenziate occasioni di approfondimento
ma, sono stati Giovanni Soda, dirigente della Provincia, con il ruolo di moderatore, Antonio Schiavelli, vicepresidente del Consorzio Sibarit; ancora Elisabetta Bernardi nella sua qualità di membro dell’European Food Safety Authority; Flaminia Ventura dell’Università di Perugia; Stefano Franzero, direttore dell’Unione Produttori Ortofrutticoli e Agrumari. Nel chiudere i qualificati lavori, il presidente Mario Oliverio ha voluto mettere in evidenza come partano con le Clementine iniziative pensate per far crescere una cultura nuova ed una forte attenzione sulle produzioni agroalimentari. «Il cuore del sistema produttivo nel nostro territorio ed in Calabria - ha affermato Oliverio - è l’agroalimentare, il settore dell’economia sul quale va pensato e costruito lo sviluppo sostenibile. Attente ed efficaci politiche di crescita socio-economica e territoriale devono puntare a strumenti di politiche attive di sostegno alle attività produttive nel settore agroalimentare, nelle prospettive aperte dalla programmazione comunitaria, nazionale e regionale ed in ragione delle opportunità che vengono dal contesto degli scambi internazionali». «La programmazione 2014/2020 dovrà essere uno strumento da modulare tenendo conto delle realtà produttive per rafforzare la competizione sui mercati, partendo dal concorso attivo dei protagonisti del mondo delle produzioni, che dovranno essere necessariamente chiamati nel campo di questa importantissima partita» ha dunque affermato il presidente della Provincia di Cosenza che ha annunciato per le prime settimane del prossimo gennaio 2014 un appuntamento organizzato su questo tema. A concludere l’importante giornata, una degustazione a base di Clementine di Calabria Igp, preparate dall’Istituto alberghiero di Trebisacce. All’iniziativa della Provincia è stata inoltre legata un’azione solidale: confezioni di clementine sono state distribuite in Piazza XV marzo; il contributo volontario offerto dai cittadini per portarle a casa e consumarle andrà a sostenere i progetti a favore della Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale civile di Cosenza.
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Motore dello sviluppo economico È il tema scelto da Confindustria Cosenza per il convegno che si terrà lunedì 16 dicembre alle 15.45
Cibi e accoglienza: le tendenze in movimento «Si discuterà - anticipa il presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca - di produzioni agroalimentari di eccellenza e delle nuove tendenze nella ristorazione e, soprattutto, di come questi due fattori siano alla base della nuova cultura dell’accoglienza e siano diventati nel tempo importanti attrattori turistici e perciò motore di sviluppo economico per i territori». Dopo il saluto del presidente Natale Mazzuca e la relazione di Davide Paolini, seguiranno gli interventi dei presidenti della sezione Agroalimentare e della sezione Turismo di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli e Alfonso Cosentino, della Presidente del Consorzio di qualità della ristorazione calabrese Assapori Concetta Greco e del giornalista enogastronomico e collaboratore della Guida ai Ristoranti del Sole 24 Ore Gianfranco Manfredi. Coordinerà l’incontro il direttore di Confindustria Cosenza e del Consorzio Assapori Rosario Branda. «La nostra Associazione - continua il presidente Mazzuca - sta lavorando da settimane alla creazione di un Consorzio per l’internazionalizzazione e l’incontro sulle tendenze in atto nel settore alimentare e ricettivo sarà l’occasione per confrontarsi sulla necessità sempre più urgente di sviluppare e promuovere all’estero la cultura della qualità, della tipicità delle produzioni, del loro legame con la cultura e le tradizioni del territorio. Avere cognizione di come stiano cambiando i gusti dei consumatori, dell’attenzione che viene posta alla salubrità dei luoghi, agli aspetti biologici e naturali, alle preparazioni salutari, è fondamentale per chi opera in questi settori strategici». Uno spazio del convegno sarà, quindi, dedicato agli imprenditori aderenti all’Associazione degli Industriali che potranno illustrare le peculiarità delle loro produzioni agroalimentari.
Testimone privilegiato dell’incontro sarà Davide Paolini giornalista curatore della rubrica “Il Gastronauta” in onda ogni sabato su Radio 24 e curatore della Guida ai Ristoranti del Sole 24 Ore
Iniziativa Coldiretti Giovani imprese
Premio “Oscar green” È l’Istituto professionale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale di Rosarno ad aggiudicarsi il premio Oscar Green 2013, il Premio nazionale all’innovazione promosso da Coldiretti Giovani imprese per la categoria “Paese Amico”. L’importante riconoscimento, è giunto alla finale del concorso che si è svolto a palazzo Rospigliosi, Roma. “Non lasciamo sola Rosarno coltiviamo gli stessi interessi” è lo slogan che ha caratterizzato l’azione di Coldiretti Calabria sul territorio con una eco internazionale, poiché metteva insieme responsabilità e giustizia sociale, libertà di impresa e rispetto della dignità delle persone in particolare extracomunitarie. Significativo quindi il premio assegnato all’Istituto scolastico di Rosarno che è attrezzato con una azienda di 6 ettari ad uliveto, una serra e giardino didattico, cui si aggiungono i laboratori di lingua, informatica e chimica. Gli alunni, coadiuvati da un gruppo di docenti, di anno in anno mettono a frutto le conoscenze teoriche, trasformandole in competenze pratiche. Gli studenti sono stati indirizzati a creare una filiera corta olivicola, comprendente olio e prodotti cosmetici: essi stessi raccolgono le olive, trasformandole in olio extravergine d’oliva, che viene anche utilizzato per la produzione di creme viso, creme corpo, scrub corpo/viso e olio corpo profumato. Una iniziativa ha diversi punti di forza: il contatto dei ragazzi che frequentano la scuola, con il mondo del lavoro, in un momento di crisi; la messa in risalto della filiera corta che, adeguatamente strutturata, aiuta gli imprenditori agricoli ad abbassare i costi dei loro prodotti e a mantenere l’occupazione in un territorio prettamente agricolo; il forte legame tra produttore e consumatore senza intermediari, che assicura più facilmente la tracciabilità dei prodotti, puntando ad un ecosistema agroalimentare locale; la realizzazione di un cambio di tipologia di prodotto da agricolo in cosmetico e cosa altamente significativa, l’acquisizione del senso di protagonismo e responsabilità verso la società civile. A ritirare il premio, dal presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo, è stata la preside della scuola Mariarosaria Russo. «Un riconoscimento che premia la voglia di vincere della Calabria - ha affermato Pietro Molinaro - ed è altamente significativo che il premio sia andato ad una scuola di Rosarno a testimonianza del fondamentale ruolo che sempre di più dovrà assumere la formazione. Ci riempie di soddisfazione - ha continuato - anche il riconoscimento che e’ andato al Consorzio Agrario Green Calabria per la categoria “In Filiera” impegnato in un programma economico di valorizzazione delle produzioni calabresi». Il delegato regionale dei giovani Daniele Perrone, ha ringraziato tutte le imprese calabresi che hanno dato prova di straordinaria vitalità, impegno e voglia di fare.
sabato 14 dicembre 2013
XV
Le mostre del Centro “Capizzano-Maon” Arte in Calabria nelle collezioni private
Se non è Otto e Novecento Evento eccezionale al Maon di Rende dove dea qualche giorno è in corso la mostra “OttoNovecento / Arte in Calabria nelle collezioni private” a cura di Tonino Sicoli, prima mostra sull’arte in Calabria (1850 - 1950), che si tiene dopo cento anni dalla storica mostra di Alfonso Frangipane del 1912. Il progetto si inserisce fra le iniziative cofinanziate con fondi Por Calabria Fesr 2007/2013 - Asse V - Risorse naturali, Culturali e Turismo sostenibile, Progetto integrato di sviluppo regionale “Eventi culturali”, nell’ambito delle Mostre annuali del Centro Capizzano Maon, che sono da anni un atteso appuntamento con l’arte degli ultimi due secoli. La rassegna, che documenta una quarantina di artisti con oltre sessanta opere provenienti da collezioni private, è organizzata dal centro “A. Capizzano” con il partenariato del Comune di Rende, il corso di laurea magistrale in Storia dell’arte dell’Università della Calabria, il conservatorio musicale “S. Giacomantonio” di Cosenza, della società Dante Alighieri, del club Unesco “B. Telesio” e con il patrocinio della direzione Regione per i Beni culturali e paesaggistici della Calabria e della soprintendenza Bsae della Calabria. La mostra offre uno spaccato dell’arte in Calabria, attraverso una selezione di dipinti e sculture provenienti da collezioni private italiane. Si tratta in gran parte di opere inedite, che vengono presentate al pubblico per la prima volta come ad esempio la “ritrovata” insegna della mitica scuola di Cortale di Andrea Cefaly, istituita nel 1862. Oltre a Cefaly sono esposte opere di Vincenzo Morani, Giovanbattista Santoro, Giuseppe Benassai, Rubens Santoro, Giuseppe Cosenza, Salvatore Petruolo, dei fratelli Francesco, Vincenzo e Gaetano Jerace, di Achille Talarico, Eugenio Tano, Domenico Russo, Gaele Covelli, Antonio Migliaccio, Achille Martelli, Enrico Salfi, Rocco Milanesi, Giuseppe Renda, Domenico Colao, Andrea Alfano, Francis La Monaca, Maria Grandinetti Mancuso, Michele Guerrisi, Giusepeppe Rito, Achille Capizzano e tanti altri esponenti del panorama artistico calabrese. La mostra consente di effettuare una carrellata nell’Ottocento e nel Novecento con i nomi più significativi di una stagione di fermento artistico, attraverso movimenti, gruppi e tendenze. Sono rappresentati il Romanticismo, il Realismo, il Simbolismo, il Liberty, il Novecento Italiano. Riuscire a tracciare una linea di demarcazione fra i pittori della Calabria alla fine dell’Ottocento e quelli del primo Novecento non è cosa facile. La perifericità geografica e l’assidua persistenza di modelli culturali tradizionali, la distanza dai grandi centri culturali europei e l’influenza della Scuola napoletana sugli artisti calabresi, delineano una situazione di sostanziale continuità fra i due secoli. Gli ultimi decenni del XIX secolo e i primi del XX si legano tra loro e si caratterizzano per il forte realismo e colorismo che sintetizza egregiamente l’eredità romantico-verista e le contaminazioni impressioniste. In una Italia artistica connotata da una forte identità regionale, la condizione meridionale si presenta carica di temi: il sentimento della natura e il gusto paesaggistico e la quotidianità delle vicende umane. La complessità che caratterizza l’intero corso dell’Ottocento si propaga nel Novecento, che per tanti versi rappresenta la deflagrazione di tutte le contraddizioni accumulate nel secolo precedente, il compimento di una crisi salutare che apre alle istanze della piena modernità. Problematico e controverso l’Ottocento si era incamminato sulle note di una riscoperta classicità, si era adagiato sulle onde del sentimentalismo struggente e poi su quelle del realismo partecipato, aveva provato il fremito dei movimenti moderni conseguenti alla rivoluzione impressionista. Nel secondo Ottocento c’è spazio per le languidezze romantiche, per la precisione verista per le vibrazioni coloristiche di impressionisti, macchiaioli e divisionisti, per gli svolazzi decorativi del Liberty. L’Italia unita mantiene immutata la sua variegata identità regionale costruita dalla compostezza toscana e dall’esuberanza napoletana, dalla raffinatezza veneta e dal realismo romano. In tutto questo percorso, la Calabria di fine Ottocento avverte ancor
Incipit della mostra con un’opera di G. Renda (foto A. Onofrio)
Museo d’Arte dell'Otto e Novecento Palazzo Vitari - Rende (Cs) 26 ottobre 28 febbraio
più di altre realtà meridionali il disagio forte dell’emarginazione e della distanza dai grandi centri, fra gli artisti calabresi non manca chi guarda al vecchio secolo e chi al nuovo, tuttavia senza che questo schieramento passi necessariamente da una divisione generazionale. In questo intrecciarsi di poetiche e di posizioni culturali, la mostra, prima rassegna storica organica sull’arte in Calabria nell’Ottocento a nella prima metà del Novecento, si propone di tracciare e di offrire un contributo attraverso una carrellata dei nomi più significativi che hanno segnato una stagione artistica viva e stimolante, anche per una regione come la Calabria distante dai grandi centri dell’arte ma capace, attraverso i suoi artisti migliori, di tracciare una linea chiara, in una stagione di fermento artistico, attraverso movimenti, gruppi e tendenze. Nelle sale del Museo del Presente a partire dal 28 novembre è stata allestita come evento collaterale una mostra fotografica di Ottavio Alfano sulla vita quotidiana in Calabria ai primi del Novecento, con foto recuperate da Ottavio Cavalcanti, docente dell’Unical, e già oggetto di un pregevole volume edito da Rubbettino. Nel Museo del Presente è stata allestita anche la rassegna in loop “Il Cinema neorealista” curata da Rosanna Rago: a ciclo continuo saranno presentati film di Vittorio De Seta, Luchino Visconti, Roberto Rossellini e Renato Castellani. Si terranno anche due serate: una il 20 dicembre alle ore 18:00 con un concerto curato dal Conservatorio Musicale “S. Giacomantonio” di Cosenza con musiche Alfonso Rendano, Stanislao Giacomantonio, Francesco Cilea, Emilio Capizzano e altri musicisti calabresi ; l’altra il 27 dicembre alle ore 17:30 dedicata alla letteratura e al teatro con una conversazione tenuta da Giovanna Baglione sugli scrittori calabresi del periodo e il recital di Lindo Nudo “Calabria far dolore e speranza”, un viaggio tra i testi di Leonida Repaci, Lorenzo Calogero e Franco Costabile. Verranno programmate visite guidate e incontri con specialisti del settore. Verranno realizzati itinerari alla scoperta dei luoghi dell’Ottocento e del Primo Novecento in Calabria, per favorire la conoscenza del patrimonio storico artistico del territorio.
XVI
sabato 14 dicembre 2013
Arte e poesia dei giorni nostri Calendario di Arte e Poesia 2014 dell'Accademia dei Bronzi
Un dialogo mai interrotto
Promuovere l'arte e la poesia dei nostri giorni: è l'obiettivo del quarto "Calendario di arte e poesia" realizzato dall'Accademia dei Bronzi di Catanzaro, presieduta da Vincenzo Ursini, che sarà presentato sabato 14 dicembre, alle ore 17, nei Saloni del Circolo Unione. ‹‹È assodato, come ha scritto a suo tempo Paul Bourget, che "il pensiero sta alla letteratura come la luce alla pittura" e che "l'arte non è niente senza anima". La dimostrazione sta nel fatto - dice Ursini -
Sabato 14 al Circolo Unione di Catanzaro la presentazione ufficiale L’Accademia ha inteso promuovere tutto questo allo scopo di attivare l’interesse per l’arte in quanti amano veramente e non guardare un quadro o leggere una poesia
che il dialogo tra pittura e poesia, in questo caso, è evidente in quanto dai quadri del calendario emerge una luce che trascende la realtà e dalle poesie si alza un alone di bellezza che tende a catturare quella parte di infinito che vive in ognuno di noi››. L'Accademia dei Bronzi ha quindi inteso promuovere tutto questo e lo sta facendo da tempo allo scopo di attivare e di tonificare l'interesse per l'arte in quanti amano veramente, e non in maniera superficiale od occasionale, guardare un quadro o leggere una poesia. ‹‹Tutto ciò - continua Ursini - nella convinzione che in ciascuno di noi esiste una latente tensione emotiva ed un inspiegabile, ma autentico desiderio di luce››. "I 12 pittori selezionati, uno per ciascun mese, (Grazia Calabrò, Silvio Fortebraccio, Giuseppe Galati, Mimma Gallelli, Marcello La Neve, Alfredo Leonardo, Pasquale Macrì, Rita Mantuano, Antonella Oriolo, Caterina Rizzo, Massimiliano Soriente, Domenico Virdò), più i 3 segnalati (Anna Leone, Francesca Loricchio, Angelina Russo) e i 32 poeti prescelti (Bernardina Agresta, Anna Alfano, Salvatore Annunziata, Tiziana Battista, Graziella Benatti, Mariella Bernio, Carmen Biella, Francesco Saverio Capria, Maria Pompea Carrabba, Marianeve Casciello, Antonella Chiaravalloti, Antonio Ciervo, Francesca Dono, Maria Bertilla Franchetti, Maria Pia Furina, Donata Fusar Poli, Marise Gallo, Maria Concetta Giorgi, Elena Leica, Nicolina Macari, Diana Mayer Grego, Sina Mazzei, Rocco Pedatella, Alessandra Peveraro, Pasquale Pipicelli, Giovanni Pistoia, Antonietta Pullano, Anna Rachele Ranieri, Flavia Risalvato, Iole Testa, Carolina Turroni e Paola Vigilante), presentano indubbiamente tecniche e stili diversi, dimostrano di avere anche sensibilità diverse e di interpretare un angolo di città, un panorama, una figura, l'amore, il ricordo, la natura, le proprie più intime pulsioni in maniera diversa, ma sempre nel segno di una ispirazione brillante, soffusa e altamente dialogante. ‹‹In questo nostro calendario - conclude Ursini - tutte le opere e le poesie pubblicate riescono a parlare al cuore, a prendere consistenza ed a trasferire un lirismo coloristico e armonioso, incorniciato dentro una raccolta geografica di immagini, di aggettivazioni, di organiche proiezioni che vanno ben oltre la quotidianità, troppo spesso anonima e priva di valori ››. Potrà un calendario suscitare tutto questo? Contribuire così a vivacizzare l'ambiente culturale e artistico di oggi, aprire un nuovo ventaglio di luce e d'amore per i pittori e i poeti che si alternano con le loro opere sulle pagine mensili del 2014? L'Accademia dei Bronzi ne è convinta e si augura che il suo già riconosciuto e trentennale apporto alla letteratura e alla pittura, possa incontrare quei consensi che anche gli autori presentati si aspettano. Comunque sia, il calendario del sodalizio culturale catanzarese rappresenta una bella pagina di promozione culturale che si aggiunge alle tante altre promosse in questi anni da Vincenzo Ursini.
Alla galleria d’arte “Le Muse” la mostra di Michele Cara
La matita che diventa arte Michele Cara "Il Matitismo" - La matita che diventa arte Galleria d'Arte Le Muse Cosenza, Piazza Santa Teresa 8 Presentazione: Myriam Peluso Inaugurazione: sabato 14 dicembre 2013-12-13 ore 18 Chiusura mostra: sabato 28 dicembre 2013 Orari: lunedì-sabato 10-13/17-20 domenica: 11-13 Michele Cara per la prima volta in Calabria esporrà le sue opere nella galleria “Le Muse” di Cosenza. La Terra di Sardegna ricca di storia e di tradizioni ha dato i natali al nostro artista. Nelle sue opere creative il filo conduttore che lo rende riconoscibile è l'utilizzo pittorico della matita come pretesto per poter estrinsecare il suo universo pittorico. I suoi lavori guardano alle società del passato e sono anche proiettati nel futuro e mettono in discussione il presente. Interessante come l'artista utilizza i colori che permettono buona fruibilità ai visitatori che ne restano colpiti. Io stessa ne sono rimasta colpita in un mio recente viaggio in Sardegna per cui l'ho invitato ad esporre nel mio spazio d'arte. Confido nella buona riuscita della esposizione delle opere. Un benvenuto al nostro artista isolano per un felice connubio tra la Sardegna e la Calabria. Le opere saranno in visione fino al 28 dicembre. Myriam Peluso
sabato 14 dicembre 2013
Emozioni e sentimenti in versi Fresca di stampa la raccolta poetica di Vincenzo Napolillo apre il suo animo all'introspezione e al racconto di sé
Un amore nuovo raccontato in poesia o di Angela Costanz
Un’altra raccolta poetica è da poco apparsa nel panorama editoriale calabrese, Poesie d’amore nuovo, di Vincenzo Napolillo, stillante emozioni e sentimenti da parte di un animo avvezzo all’introspezione e alla scrittura sia personalistica che storico - letteraria. Conosciamo ampiamente Napolillo come autore di saggi storici: ricordiamo i suoi studi ed i volumi sulla storia di Cosenza, sull’Unità d’Italia, su Bernardino Telesio, su San Francesco di Paola, su Gioacchino da Fiore. Meno noto forse è come autore poetico, seppur una sottile e limpida musa lirica lo contraddistingua. Citiamo, a tal riguardo, le sue sillogi: Nelle rocce del cuore, Subbuglio nell’anima, Poesie e occasioni. E lirico è appunto Napolillo, se per lirica intendiamo l’espressione di stati e pensieri interiori, di effusione dell’anima pura e semplice. Intuizione lirica pura è quindi questa poesia, utilizzando un’abusata espressione crociana, moto del cuore che si lascia andare con trasporto e slancio a raccontare, a raccontarci quella che è la passione d’amore più autentica. «Temi attraenti», scrive Napolillo in Lirica, «passioni nascoste, emozioni in versi liberi, ... poesia che scruta l’anima, che diletta e seduce, folgorante, che arriva al cuore (e dal cuore) con slancio gioioso»: questo è poesia per Napolillo, questa è appunto lirica, nel senso proprio novecentesco del termine. Ecco allora Poesie d’un amore nuovo, nuovo, credo, nel senso di rivelazione e svelamento di un sentire celato, da sempre tenuto in riserbo ed ora confessato con sincerità, forse con qualche rimpianto. Nuovo, poi, perché trattasi, l’amore, di un moto che è sempre fresco ed energico come il primo giorno, soggetto a immaginazioni e suggestioni continue, a bilanci di vita, a speranze sempre accese. L’amore di Napolillo è quindi un cercarsi continuamente, un ricordarsi che non scema mai, un guardarsi, un osservarsi da vicino e da lontano, alla luce del sole ma anche nella notturna luce della luna e delle stelle. L’elemento naturale è presente, se non addirittura centrale nell’immaginario dell’autore: tanto profumo di verde, di alberi e di fiori, s’avverte, tanto paesaggio e tanto cielo. Ed anche l’elemento animale concorre ad arricchire i quadri volta per volta delineati, quasi che la forza del sentimento raggiunga ogni elemento del creato, animato o inanimato che sia. «Resta con me ora che il sole tramonta e l’odore delle ginestre di giallo dorato sale da luoghi rocciosi, silenti, rapinosi», leggiamo in Resta con me, oppure «Qua il vento spira forte sugli oliveti e non dà né tregua né pace», scrive in Cercarsi, o ancora, in Come vorrei: «Nella sera allietata da lucciole e canti di grilli vorrei stringerti a me sotto il cielo estivo addormentato. Una stella di rara bellezza hai acceso nel mio petto che oblia la girandola degli anni. Ah come la fresca brezza del mare risana e riscuote il cuore dolorante!». Acqua e mare ricorrono spesso nelle liriche: un accento odissiaco connota il tutto, accento che tende a fare dell’acqua un elemento chiave, simbolo di vita e di morte, come il critico Getto sostiene in tanti suoi saggi, simbolo di stasi e cambiamento al contempo, di allontanamento ma anche di ritorno, come appunto la vicenda di Odisseo per prima insegna. In Mare cristallino Napolillo dice all’amata: «Sei come le stelle in cielo: brillano la notte e spariscono al mattino. Voglio inondarmi di luce dei tuoi occhi, immergermi di continuo in un mare cristallino di ricordi». In Magia del creato l’amata osserva attonita le onde marine che traboccano sugli scogli mentre i granelli di sabbia e i profumi dei prati in fiore sono infiniti. Non manca poi una latente vena malinconica che, come un filo rosso, è più o meno intuibile tra i testi. Vena dolceamara direi, citando un’espressione della poetessa Saffo: perché l’amore in fondo è questo, è un gioire ma è anche un soffrire, un sorridere ma anche un piangere. Amare chi non ama è un leitmotiv ricorrente nella vita come nella letteratura di tutti i tempi: i latini parlavano di catena amoris (A ama B che ama C che ama D, etc.). Così, in Un vero tesoro leggiamo «non è mio il suo giuramento d’amore, non sono a me consacrati i suoi ideali, gli aneliti e il tepore». Al massimo potrà rubare all’amata una perla di felicità. E l’amore è dolceamaro anche perché è spesso prerogativa della giovanile età, quasi che l’età adul-
Quotidianità e sentimento s’intrecciano in un modo lirico puro e autentico, una penna dall’animo avvezzo alla introspezione e alla scrittura sia personalistica che storico-letteraria
ta sia riservata alla raccolta dei cocci rotti, alla riflessione e al ricordo di qualcosa che è oramai trascorso e che non potrà più ritornare. Triste bilancio è la memoria del tempo che fu, la memoria dell’ardore e della passione, di cui non resta che un lontano anelito. «Amara realtà» definisce l’autore questo momento poiché «giovanile tenerezza e declinante età non vanno insieme», poiché «sfiorisce nel cuore l’amore... sabbia che sfugge tra le dita...». L’età più bella è allora un vaso destinato inesorabilmente a rompersi, mentre «il tempo rapido trascorre e ciò che s’è visto e goduto è memoria o sogno svanito», come scrive in Melodie. Ma l’amore non è solo tormento, solo Sturm und Drang. L’amore è anche la dolcezza e la tranquillità di un matrimonio felice e sereno, di una donna che sa accogliere e ristorare con la presenza e con la mano sempre tesa. Delicatissima è allora è la lirica che Napolillo dedica alla moglie Anna Maria Petrone, dagli occhi teneri e miti: «sposa leale» la appella, «specchio terso ove si riflette il mio desiderio d’amore...». Un “io” poetico quanto mai vario e multiforme è dunque quello di Vincenzo Napolillo, perché di “io poetico” mi piace parlare, al di là di sterili ed inutili querelles sul dubbio di una scrittura autobiografica o meno. Come la lirica di tutti i tempi ci ha insegnato, da Saffo a Catullo, a Tibullo, da Dante a Petrarca, a Montale, a Saba (solo per citarne alcuni), la donna e l’amore sono da sempre ispirazioni per la musa poetica e oggetto di trasfigurazione artistica e soggettiva. Il dilemma esistenza/fantasia lascia, a mio avviso, il tempo che trova. In fondo, «in poesia», come scrive Ejchenbaum, «la faccia dell’autore è una maschera»: è pertanto un falso problema quello del rapporto tra scrittura poetica e verità storica, tra l’io narrato e l’io narrante, presente in tanta letteratura ed acuito da un certo atteggiamento romantico che troppo mira a creare miti biografici a partire dai testi. Quello che noi dobbiamo assaporare e gustare è il mondo poetico, i suoi umori ed i suoi palpiti: che poi l’autore sia suggestionato da esperienze reali è certamente credibile ma non determinante ai fini della lettura delle liriche. Un altro mito che colgo l’occasione di sfatare in questo consesso è l’idea che una poesia, per dirsi tale, debba essere ardua alla lettura ed ermetica, quasi che la facile leggibilità e cantabilità sminuiscano il valore di un testo. Per essere considerato poetico, sembra che un testo debba risultare poco leggibile o impossibile da leggere: se un testo non si riesce a capire cosa sia, allora vorrà dire che forse è poetico. Questo imbarazzante ma tenace pregiudizio, nato dai rebus teorici delle neoavanguardie di mezzo secolo fa, ancora ingombra e copre di nebbia i territori della poesia. Sebbene i poeti che hanno preso altre strade non siano pochi, i professori di poesia guardano con diffidenza chi scrive versi che non hanno bisogno di spiegazioni per essere letti. In tal modo si snobbano poeti quali Saba, Penna, Bertolucci, Giudici, Caproni mentre sull’oscurità di Ungaretti, Montale, Zanzotto e Sanguineti sono state prodotte montagne di istruzioni per l’ uso! Personalmente colloco Napolillo tra i poeti narrativi e leggibili e, oggi che si legge poco o nulla e che la poesia sembra sparita dall’orizzonte, consiglio a tutti un incontro intimo con il suo mondo lirico, alieno da astrusità intellettualistiche, ma ricco di sentito trasporto e di innata passione. Il tutto espresso con perizia e umanità, dimensioni solo apparentemente discordi ma che nel testo di Napolillo appaiono più che mai concilianti.
XVII
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sabato 14 dicembre 2013
Festival cinematografico della Calabria Fiore all’occhiello della VII edizione, la mostra multimediale “La Visione dello sguardo - Il cinema di Michelangelo Antonioni”
Le pellicole che fanno Primavera Giovedì 19 dicembre alle ore 20 nel Foyer del Cinema Citrigno di Cosenza, la inaugurazione della mostra fotografica a cura di Michele Pingitore, allestita da Francesco De Rose
Un evento in collaborazione con l’Associazione “Michelangelo Antonioni” (Ferrara) Motion Picture, il cui taglio del nastro sarà affidato ad Elisabetta Antonioni, nipote del regista e presidente dell’associazione “Michelangelo Antonioni”. Dal 19 dicembre al 20 gennaio, negli spazi del Cinema Citrigno di Cosenza, un allestimento che esplora il cinema di Michelangelo Antonioni. Un itinerario nella sua filmografia tra manifesti, locandine, foto di scena e fotografie dai set. Materiale estrapolato dai suoi dieci capolavori: Cronaca di un amore (1950), L’avventura (1960), Deserto Rosso(1964), Blow up (1966), Zabriskie Point (1970), Professione reporter (1974). Un’indagine sul rapporto tra spazio, luoghi e architettura del regista ferrarese. Il suo sguardo sui territori, sui luoghi dove i suoi personaggi attraversano interiormente itinerari esistenziali impossibili. Ma anche i volti che invadono i paesaggi e gli ambienti. Volti di indimenticabili interpreti: Lucia Bosé, Monica Vitti, Alain Delon, Marcello Mastroianni e Jack Nicholson. In scaletta, da venerdì 13 dicembre una lunga maratona di proiezioni di film e incontri con i protagonisti del nuovo cinema italiano. Dal 13 al 20 dicembre, attori e registi di fama nazionale e internazionale popoleranno le nove giornate, tra proiezioni di film, incontri- dibattiti, presentazioni di libri, concerti ed eventi glamour. Una full immersion nelle nuove tendenze del grande schermo. Cosenza sarà lo scenario di una kermesse che si distingue per la sua originalità nel panorama nazionale: un festival con su due comode scarpe da tennis! L’inconfondibile logo che lancia un evento fuori dagli schemi e che promuove i nuovi talenti del cinema italiano, questa volta sotto il sole del Sud. Ad ideare la manifestazione l’Associazione culturale “Le Pleiadi”, il suo Presidente, Giuseppe Citrigno e il direttore artistico, Alessandro Russo. Organizzato dalla Fondazione Calabria Film Commission all’interno del Primo Festival cinematografico della Calabria. Realizzato a valere sui fondi dei nuovi eventi culturali innovativi- Por Calabria- FESR 2007/2013 Asse V - linea di intervento 5.2.3.1. Le sette pellicole in concorso, proiettate al Cinema Citrigno e al Cinema San Nicola, sono tra le novità più interessanti del panorama nazionale. - “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino; - “Il comandante e la cicogna” di Silvio Soldini; - “Che strano chiamarsi Federico” di Ettore Scola; - “L’intrepido” di Gianni Amelio; - “Un giorno devi andare” di Giorgio Diritti; - “Anni felici” di Daniele Lucchetti; - “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante. Tutti potranno vedere i film in concorso nelle sale, durante le nove giornate del festival, al prezzo simbolico di un euro. A giudicare le pellicole e a decretare il vincitore dell’edizione 2013, anche quest’anno sarà il pubblico in sala, compilando apposite schede di gradimento. La kermesse prevede, inoltre, la proiezione di altri film fuori concorso: “Viaggio sola” di Maria Sole Tognazzi; “Aspromonte” di Hedy Krissane; “Anna bello
sguardo” di Vito Palmieri,”Un mondo meglio che niente “ di Cobol Pongide e Marco Santarelli; “Mamas” di Isabella Rossellini; “Anija - La nave” di Roland Sejko; “Fedele alla linea” di Germano Maccioni; “Fiabeschi torna a casa” di Max Mazzotta; “Miele” di Valeria Golino; “L’arte della felicità” di Alessandro Rak; “Razza Bastarda” di Alessandro Gassman; “con il fiato sospeso” di Costanza Quatriglio; “Il pasticciere” di Luigi Sardiello; “La città ideale” di Luigi Lo Cascio; “Cous cous island” di Francesco Amato, Stefano Scarafia; “L’arbitro” di Paolo Zucca; “Sei sull’autobus” di S. Antonelli, G.Bisordi, R. De Donato, I. Di Lelio, A. Ligas, E. Russo; “Giovanna Cau diversamente giovane” di Marco Spagnoli; “Ricordando Fellini” di Francesca Fabbri Fellini; “L’ultima tempesta” di Peter Greenaway. Un festival che non dimentica la solidarietà. 1 euro, il costo simbolico del biglietto. L’intero incasso sarà devoluto in beneficenza. La serata conclusiva del festival si svolgerà sul palco del Teatro Rendano, con il tradizionale red carpet e la passerella di star ospiti della cerimonia di consegna del Premio Federico II.
Francesca Neri In alto Michelangelo Antonioni
sabato 14 dicembre 2013
Festival cinematografico della Calabria
Programma
1° Festival cinematografico della Calabria “La primavera del cinema italiano - Premio Federico II” Sabato 14 dicembre Cinema San Nicola - ore 16,30 Film in concorso L'intrepido (104)' Regia di Gianni Amelio Cinema San Nicola - ore 18,30 Film in concorso Che strano chiamarsi Federico (90') Regia di Ettore Scola Cinema San Nicola - ore 20,15 Film in concorso La grande bellezza (150') Regia di Paolo Sorrentino Cinema Citrigno - Sala 2 - ore 22,30 Set italiani Viaggio sola (85') Regia di Maria Sole Tognazzi Domenica 15 dicembre Cinema San Nicola - ore 18,00 Proiezioni speciali Aspromonte (90') Regia Hedy Krissane - Incontro col cast Cinema San Nicola - ore 20,30 Back stage - Omaggio a Lucio Dalla Anna bello sguardo (15') Regia di Vito Palmieri a seguire Film in concorso Via Castellana Bandiera (94') Regia di Emma Dante Cinema San Nicola - ore 22,45 Back stage Un mondo meglio che niente (49') Regia Cobol Pongide e Marco Santarelli Lunedì 16 dicembre Cinema San Nicola - ore 16,30 Film in concorso Anni felici (100') Regia di Daniele Luchetti Cinema San Nicola - ore 18,30 Panorami doc. Fedele alla linea (74') Regia di Germano Maccioni Cinema San Nicola - ore 20,00 Set Italiani Miele (96') Regia di Valeria Golino Supercinema Modernissimo - ore 20,30 Set Italiani Fiabeschi torna a casa (90') Regia di Max Mazzotta Cinema Citrigno - Sala 2 - ore 22,30 Primavera Indipendente L'arte della Felicità (84') Regia di Alessandro Rak Martedì 17 dicembre Cinema San Nicola - ore 17,30 Set italiani Razzabastarda (106') Regia di Alessandro Gassman a seguire Set italiani Con il fiato sospeso (35') Regia di Costanza Quatriglio Cinema San Nicola - ore 20,30 Set Italiani/ Proiezione speciale Il pasticciere (97') Regia di Luigi Sardiello Incontro con il regista e il cast
Cinema San Nicola - ore 22,30 Set italiani La Citta' Ideale (105') Regia di Luigi Lo Cascio Mercoledì 18 dicembre Cinema San Nicola - ore 17,00 Panorami doc Cous cous island (28') Regia Francesco Amato, Stefano Scarafia a seguire Set italiani L'arbitro (90') Regia di Paolo Zucca Cinema San Nicola - ore 19,15 Panorami doc Anija - La nave (90') Regia di Roland Sejko Cinema Citrigno - Sala 2 - ore 20,30 Primavera Off/Corti Di Primavera Il giardino dei talenti Sei sull'autobus Regia Simone Antonelli, Giacomo Bisordi, Rita De Donato, Irene Di Lelio, Antonio Ligas, Emiliano Russo Incontro con gli autori Giovedì 19 dicembre Cinema San Nicola - ore 18,30 Panorami doc. Giovanna Cau - diversamente giovane (70') Regia Marco Spagnoli - Incontro col regista a seguire Ricordando Fellini (54') Regia Francesca Fabbri Fellini Cinema Citrigno - ore 20,00 La visione dello sguardo - Il cinema di Michelangelo Antonioni Mostra Fotografica in collaborazione con l’associazione 'Michelangelo Antonioni' e la Motion Picture a cura di Michele Pingitore a seguire Omaggio a Michelangelo Antonioni Z.i.b.s.i.r.k.a.e. Regia di Orazio Garofalo Cinema San Nicola - ore 21,30 Film in concorso Un giorno devi andare (110') Regia di Giorgio Diritti Venerdì 20 dicembre Confindustria Cosenza - ore 11,00 Cinema e letteratura/ Parole di Celluloide Conversazione con Mimmo Calopresti e Alessandro Rak Cinema Citrigno - Sala 2 - ore 16,00 Una finestra sull'Europa L'ultima tempesta Regia di Peter Greenaway Teatro Rendano - ore 20,30 Frequenze Evento/ Cinema e musica Nicola Piovani e il Quintetto a seguire Consegna Premio Federico II Premi speciali Agis /Anec
V
XXI
sabato 14 dicembre 2013
Il racconto Peppino Spagnolo credeva che fossero autentiche fantasie che durante la notte svegliavano la mente e si presentavano con un significato preciso
L’interprete dei sogni di Giuseppe Aprile
Peppino Spagnolo credeva che i sogni fossero autentiche fantasie che durante la notte svegliavano la mente e si presentavano con un significato preciso. Lo diceva a tutti e si era creato la fama di interprete dei sogni. Questi avevano un rapporto con la quotidianità della vita. Da tutti si faceva raccontare il sogno e lui si prodigava a dare la sua interpretazione con l’intenzione di far capire precisi segreti. Diceva sempre che i sogni vanno ricordati e tenuti sempre presenti. Mai si sarebbero verificati senza un significato che avesse avuto a che fare con la vita reale. Diceva che ci sono tanti che sognano e già, al primo mattino, non ricordano più niente. I sogni dimenticati sicuramente non avevano a che fare con la vita del sognante. Si trattava di cose senza valore. Ma molti avevano un significato assai serio e profondo. Peppino riusciva, attraverso l’interpretazione dei sogni che ognuno faceva, a individuare destini e significati da varia natura per la vita di chi gli raccontava i contenuti. Tutti gli volevano bene apposta. Se lo tenevano amico e gli facevano regali, perché non voleva pagato anche se si era fatta la fama, nel paese, di addivenire, attraverso l’interpretazione di un sogno, a destini che si impadronivano della vita. Era, un po’ come coloro che leggevano il destino leggendo la palma di una mano. Diceva di non sbagliarsi e che il sogno fosse assai più eloquente di quanto fosse la mano. Anche i ragazzi andavano da lui sollecitati dai propri genitori desiderosi di sapere tutto sui propri figli. Peppino abitava in una campagna, alle periferia del paese. Quando si sentiva chiamare, capiva subito che si trattava di persone che avevano fatto un sogno e volevano sapere di che si trattasse. Tutti tentavano di sapere il futuro, quanto li aspettava nei successivi giorni, se avessero dovuto attendersi qualche sorpresa, se avessero dovuto guardarsi da un male, da una malattia, da cattive compagnie. In tanti, dopo un sogno, si ponevano nell’attesa per capire cosa ci fosse attorno alla loro giornata o nell’imminente furto. Molti, in verità, del sogno non avevano alcuna considerazione. Dicevano che si trattava di cose normali che non avrebbero avuto significati speciali. Peppino, con il passare degli anni, si era fatta una grande esperienza e si era pure convinto che le sue interpretazioni avessero una importanza di grande importanze. Incitava la gente a stare attenta al verificarsi di un sogno che spesso avrebbe rivelato fatti di grande significato per la propria vita. Narrava poi il sogno di tanti e quanto lui aveva capito dalla loro narrazione. Gli venivano raccontati di cotte e di crude. I sogni più disparati, ma nessuno senza significati da tenere in considerazione. E ricordava che un giorno una donna gli aveva raccontato di avere visto, in sogno, la Madonna che le diceva di non assentarsi dalla chiesa, di pregare il più possibile, di dire preghiere ogni sera, di essere fedele al Signore, di fare offerte ai poveri, di non trascurare gli ammalati e di fare quanto fosse a lei possibile per opere di bene ed per aiutare il prossimo; anche eventuali nemici. Questa donna, la stessa mattina del sogno, appena svegliatasi, andò a trovarlo dicendogli che era rimasta molto impressionata dalla vista della Madonna e da quanto le aveva detto. Maruzza, così si chiamava la donna, aveva quasi le lacrime agli occhi per la commozione. Gli ha raccontato che solitamente non faceva sogni e questo l’aveva maggiormente impressionata. E domandò: «perché questo sogno così lungo, bello, con la meravigliosa Madonna, cara mia, che mi parlava come se parlasse ad una amica, ad un vicina di casa, con tanto confidenza fino a farla interloquire con molta naturalezza?». «Io dopo ho capito» continuò, «che quella signora meravigliosa, cara mia, era la Madonna. Mentre mi parlava non sembrava altro che una mia amica, una donna che era apparsa ai miei occhi, uscendo dai rami di un albero dove sembrava, parlando, esposta come in una vetrina, e parlava con me facendosi ascoltare senza che mi rendessi conto di quanto stavo vedendo e sentendo. Poi, alla sua scomparsa, mi sono resa conto che si trattava della Madonna. Tra l’altro che non avevo mai vista prima se non in chiesa dove ci sono tante immagini della Madonna».
Da tutti si faceva raccontare il sogno e lui si prodigava a dare la sua interpretazione con l’intenzione di far capire precisi segreti
Diceva che ci sono tanti che sognano e già al primo mattino, non ricordano più niente I sogni dimenticati sicuramente non avevano a che fare con la vita del sognante Si trattava di cose senza valore
«Maruzza venne a casa mia un po’ spaventata ed un po’ compiaciuta» raccontava Peppino. «Sapete che cosa è avvenuto poi?» disse Peppino. «Sono cose dell’altro mondo, allucinanti, non sembrano vere. Cose che sono uno che di sogni se ne deve intendere per capire. Io non le ho detto niente, lì per lì. Anche io rimasi allibito, sapendo che Maruzza non andava in chiesa a pregare e che, quando lo faceva, non era per una convinzione ed una credenza vera, sentita. Ci andava per la gente, per dimostrare di essere una fedele, ma sostanzialmente non era una vera e propria convinta cristiana. Ho capito subito che la cosa non era normale, non era da catalogare tra le cose da lasciar passare. Leggeva in quel raccontare qualcosa di strano che stava dentro il cuore di Maruzza, tanto che ho cercato di approfondire come e che situazioni stava vivendo» continuava. Poi, «dopo avere acquisito tanta emozione strana e dopo essermi reso conto che Maruzza era in preda di uno stato stranissimo di emozione e di incredulità, la feci parlare ancora e dire di sé, della figlia, della sua intera famiglia. Trovavo che si trattava di un sogno assai curioso e strano, Non mi diceva grandi cose il fatto che aveva narrato. L’apparizione della Madonna o di uno dei santi, dello stesso Signore, magari tra raggi di sole sfavillanti o lampeggiare di colori da arcobaleno, si era verificato altre volte. Ma una madonna semplice, amichevole, pronta lì a parlare come fosse una amica, suggeritrice di cose che la stessa Maruzza non seppe più tanto ricordare bene, proprio non mi diceva granchè e immaginavo con vigore quanto avrei potuto o dovuto capire da quello episodio che, ripeto, in se mi diceva poco o niente. Ma una cosa mi veniva da pensare e l’avvisai. Ci sarebbe stato da stare attenti, che quella visione della madonna non era sicuramente una inutile apparizione; che avrebbe dovuto attendersi qualcosa di molto importante e strano. Le dissi che, tutto sommato, vedevo che la Madonna che avrebbe dimostrato la sua essenzialità e avrebbe espresso un amore che l’avrebbe colpita».
sabato 14 dicembre 2013
Il racconto
duto di irrecuperabile. Maruzza, alle lunghe, aveva preso coscienza di quel sogno della madonna e di quanto le era capitato di sentire e capire all’incontro con Peppino. «Avrei potuto fare tanti soldi» diceva sempre Peppino. E aggiungeva: «Tutti erano convinti che io capissi i sogni davvero. Ed io stesso ero convinto, sognavo di potere aiutare la mia gente a prevedere la sua vita ed a capire che il destino che, per il resto era solamente ignorato, ovviamente, poteva capirsi attraverso la fede e il sentirsi limitati più che sufficienti.
Più il là avvenne che la nave dove viaggiavano suo marito e suo figlio per emigrare nelle lontane terre di America, venne colpita da una nave più piccola ma potente che l’ha sfondata e la fece sprofondare nell’oceano. Erra stato il famoso affondamento dell’Andrea Doria, la nave ammiraglia del nostro Paese, affondata nelle acque dell’oceano facendoci perdere diversi nostri paesani. Suo marito e suo figlio, dispersisi per diversi giorni nel trambusto di quella disgrazia, si salvarono ed allo sbarco dei superstiti salvati da una nave di soccorso, si sono ritrovati all’arrivo in questa terra straniera, sani e salvi e potettero riabbracciarsi dopo essersi pensati morti reciprocamente. Il sogno di Maruzza nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa fosse e perché. A distanza di tempo anche lo stesso Peppino Spagnolo fece di quello episodio, forse, la ragione che lo fece tanto pensare che si immaginò dotato di quell’istinto naturale che qualcuno gli avrebbe donato per farlo diventare esperto futuro nella interpretazione dei sogni. Dopo tanto e tanto tempo Peppino, a poco alla volta, non certo per decisione immediata e senza significati, cominciò a rendersi conto che quando qualcuno gli raccontava sogni sentiva di capire il perché ed il significato di essi. Anche Maruzza, alla lontana, superate la fasi della tragica questione, a marito e figlio recuperati, fece voce in giro facendo diventare Peppino un vero e proprio miracoloso che le aveva fato capire quanto, nel suo immediato futuro, le sarebbe capitato. Ogni tanto, poi, andava da Peppino per ricordargli il colloquio che avevano avuto dopo il sogno e voleva precisare che anche nei momenti più tragici, quando la sua casa era piena di gente che le faceva visita di cortesia e per augurare che l’investimento della nave avrebbe potuto non essere determinante per la via dei suoi cari. Tutti la incoraggiavano dicendole che da altre disgrazie annunciate, tanti erano usciti poi prendendo atto che nulla era acca-
Nel paese c’erano, come accennavo prima, coloro che leggevano la mano, soprattutto gli zingari, in verità. C’erano le Sanpaulare: donne che andavano alle porte di una casa in cerca di elemosina ma che dicevano per portare fortuna e si presentavano con dentro una sacca legata al proprio cinto dentro cui avevano una serpe nera che tiravano fuori dopo avere osservato che non ci fossero bambini che si sarebbero spaventati. Queste donne erano dotate di bottiglie dentro cui versavano olio che veniva loro offerto, o una cesta di canna per metterci altra roba di mangiare che ricevevano come offerta “per sampaolo”. La serpe la cacciavano solamente quando capivano di trovarsi di fronte a donne mature, che credevano a quella credenza popolare secondo cui la serpe era simbolo di pace, stava quieta solo perché con essa si identificava che essa stessa avrebbe gradito l’elemosina per chi la portava e le dava da vivere - solitamente grano macinato -. C’erano tanti tipi di esperti nelle varie branche della vita perché allora la scienza non era conosciuta. Nei paesi solo qualche medico, solitamente figlio di un padre che aveva esercitato lo stesso ruolo ed aveva imparato più per tradizione che per capacità e preparazione scientifica. Si diceva, infatti, di tanti medici che all’impatto con la realtà dimostravano la propria ignoranza, che si tratta va di “maiulinari” più che di medici meritevoli di una laurea e di essere usciti dall’università». E, poi, per essi si diceva pure «sono medici per eredità e capiscono solo che l’acqua disseta e l’olio condisce. Niente di scientifico nel loro fare e nel loro valutare. Un medico che sa solo ordinare acqua fresca per ogni volta che viene chiamato». Peppino Spagnolo era il più stimato tra gli anziani che venivano interpellati quando uno aveva qualcosa di serio da capire. Per i sogni s’era fatta la fama di interprete, ma anche per tante altre cose era sempre un esperto che sapeva di erbe medicinali contro i dolori di pancia, dell’aceto e di acqua e sale per fare sciacqui per li dolore dei denti, di acqua calda da ministrare come crastere quando si abusava dei fichi d’india, di premuta di limone per le maggiori occasioni quando si lamentavano malori e dolori di pancia. Al naturale la gente doveva arrangiarsi quando ancora la natura non era dotata di scienza e di tecnica per curare della salute e capire di più nella vita. Ma, si dice, si viveva meglio e più sani.
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asabato 14 dicembre 2013
Pillole di fede Federanziani anche nella nostra regione grazie all'attività di Maria Brunella Stancato
Non lasciamoli soli di Lucia De Cicco
L’attività associativa di Maria Brunella Stancato inizia dal 2006 con un coinvolgimento attivo nell’associazionismo che è partito proprio fin dal suo territorio di riferimento, contrada Macchialonga di Rende nel Cosentino, della parrocchia di Santa Maria della Consolazione. Nata per un’esigenza del quartiere perché sembra ricco, ma in realtà è solo affollato e molto popolare. Il tutto parte quindi nel cuore della Parrocchia, quando incominciò un processo di scissione tra la Parrocchia che è quella menzionata sopra e quella di Gesù misericordioso, che è sorta nella zona di Santo Stefano dedicata alla Divina misericordia e in cui sono custodite anche le reliquie di Santa Faustina Kowalska, unica parrocchia che custodisce tale tesoro nella Provincia Cosentina. Brunella Stancato nasce come referente di contrada della sua parrocchia. Quale era l’esigenza che l’ha mossa? In collaborazione con il sacerdote l’esigenza era di vedere e valutare il bisogno del quartiere. Io divento così un’interfaccia con il territorio, che è tuttora in espansione e l’Amministrazione comunale. Un gruppo di persone di cui divento la presidente e su cui ho tanto lavorato per poterlo formare. Dal 2007 è attiva la convenzione con il Banco Alimentare Calabria e oggi assistiamo 82 famiglie. Si occupa anche di segretariato sociale all’interno del quartiere, sostituendo il ruolo della Caritas, che non esiste nella parrocchia. Dal punto di vista economico abbiamo grandi difficoltà non è una parrocchia con grandi possibilità economiche e ha un solo sacerdote, don Michele Bucceri, che deve assistere anche i deoniani. Lei è anche in collaborazione con la Banca del tempo... Sì, collaboro per la Banca del tempo come operatore di segretariato sociale, che in questo momento perdendo la sede e di conseguenza anche chi vi lavorava dentro non passa momenti tranquilli come del resto è nel contesto tutto di crisi generale.
Brunella Stancato al Congresso di Rimini Sopra, l’assemblea del Congresso della Corte di Giustizia di Federanziani
E adesso a che cosa si sta dedicando? Ad una attività di promozione sociale con i fondi europei 2007/2013 con il Programma cultura, dopo la formazione fatta come mediatrice per i gemellaggi. La mia attività principale però rimane quella solidaristica ed è così che m’imbatto non molto tempo fa nell’Associazione “Federanziani”, che si occupa di salute, sanità e difesa della terza età. Quindi, ho cominciato a interloquire con la sede nazionale, organizzando dei micro-convegni tematici all’interno dei centri di aggregazione loro destinati. Sono cresciuta nella consapevolezza di ciò che è la mission dell’Associazione e nel giugno 2012, ho potuto organizzare la prima convention regionale, che mi ha destinato all’elezione come presidente regionale, alla presenza di 1050 delegati, membri di centri di aggregazione sia autonomi che comunali e come sogno ho di destinarli sotto un unico logo anche se l’associazione non richiede iscrizioni e tesseramenti. Possono affiliarsi cit-
L’attività associativa inizia nel 2006 con un coinvolgimento attivo che è partito proprio dal suo territorio di riferimento, la parrocchia di Santa Maria della Consolazione di Rende
tadini singoli, gruppi consolidati: associazioni e centri di aggregazione. Il rapporto con le istituzioni... Abbiamo avviato un discorso con il Comune di Cosenza che ha diramato l’anno scorso un bando per l’animazione di aiuto agli anziani nei centri di aggregazione del territorio bruzio e io ho concorso nell’ottica della rete con l’Anteas provinciale, Benito Rocca e con Radio 180. Un progetto con varie proposte di animazione. Federanziani ha stipulato una convenzione con la Vodafone per coprire il gap tecnologico tra la terza età e le nuove frontiere tecnologiche. Tutto nasce perché molti patronati hanno investito là dove l’INPS manca ormai nell’invio del famoso modello Cud a casa, se l’anziano non tiene conto di ciò, può subire una multa. Molte persone scaltre hanno preteso un pagamento l’anno scorso per la sola stampa del modello, pretendendo anche di più sulla quota fissata ai 3euro postali (notizia che devo dire non ho visto girare molto nelle cronache giornalistiche). Abbiamo allora pensato che rendendoli autonomi potranno evitare tante inutili spese. In questo periodo prenatalizio ha fatto tappa a Rimini... Rimini dal 29 all’1 dicembre è stata la sede congressuale dell’assemblea della Corte costituzionale europea per il diritto alla salute. La delegazione era formata da sette pulman, 300 persone di cui anche un centro anziani che proveniva dalla Romania, con cui ho contatti per alcuni scambi culturali per la crescita della Comunità Europea, collaborando con l’associazione Meet, referente nazionale Marco Laganà, che ha proposto il primo referendum propositivo per l’Anno europeo del Cittadino. Ritornando alla Corte è nata l’anno scorso ed è una costala di Federanziani. Essa è formata da avvocati, giuristi, medici e presidi di varie Facoltà Italiane. Presidente della Corte per questa edizione è il preside Pecorelli dell’Università di Brescia. La Corte non si occupa di singoli casi ma cerca di dare un suggerimento al Governo per indirizzare la spesa al servizio nazionale oppure per difendere i cittadini ove ce ne fosse necessità per esempio in Campania si era verificato che una delibera della Giunta vietasse ai cittadini di curarsi liberamente altrove. La corte è intervenuta e la delibera è stata annullata. Ogni gruppo di Federanziani regionale poteva portare un numero illimitato di utenti e la partecipazione era gratuita vitto e alloggio, che sono a carico della Federanziani, l’utente ha supportato solo le spese di trasporto, ma si sta cercando di provvedere anche a questo. La Corte è stata organizzata in ventuno aule tematiche e in queste sono state analizzate, come in una sorta di Congresso medico, le varie criticità del sistema Nazionale sanitario per le varie patologie. Io ho rappresentato i miei cittadini nell’aula delle patologie oncologiche, riferendo il parere da parte dei cittadini e mettendo in evidenza di come spesso essi si ritrovano soli ad affrontare il problema. Loro devono essere aiutati a capire la problematica, ma anche i familiari devono essere aiutati in ciò. Cercare quindi di invitare i medici a essere più umani nella loro cura e a sensibilizzare la famiglia.
sabato 14 dicembre 2013
Energie nuove a beneficio di tutti A Castrovillari il luogo sacro restituito ai fedeli dopo i lavori di restauro protrattisi per sei anni
La chiesa dei Sacri Cuori riapre le porte
Crotone, chiude l’iniziativa con la figlia di Tortora
Insieme per un uomo per bene In attesa di incontrare Gaia Tortora, figlia di Enzo indimenticato giornalista, uomo di televisione e politico, che sarà a Crotone martedì 17 dicembre per concludere il percorso “Insieme per un uomo perbene” dedicato dal Comune di Crotone all’approfondimento della figura di Enzo Tortora cominciano ad arrivare all’amministrazione comunale i primi contributi degli alunni crotonesi che hanno partecipato all’iniziativa. Il percorso promosso dall’assessore alla Pubblica istruzione Anna Curatola prevedeva incontri periodici nella Casa Comunale con gli alunni delle scuole crotonesi nei quali si è parlato della figura di Enzo Tortora e, nel corso dei quali, si sono approfonditi, attraverso l’ausilio di esperti, temi come la legalità, la giustizia, il giornalismo, la televisione. Gaia Tortora, oggi popolare giornalista televisiva, ha accettato l’invito del Comune di Crotone ed il prossimo 17 dicembre sarà ospite della città per incontrare i ragazzi che presenteranno, nella sala consiliare, i propri elaborati sulla figura dell’indimenticato Enzo. Sono stati oltre seicento gli alunni che nel corso di queste settimane si sono alternati tra i banchi dell’aula consiliare per conoscere una figura anagraficamente lontana da loro ma che esprime valori universali ed attuali che i ragazzi hanno apprezzato e compreso. Un sentimento condiviso da tutti sintetizzato dagli “auguri” inviati a Gaia Tortora da un gruppo di alunni lo scorso 30 novembre, data di nascita di Enzo Tortora. «Molti sentimenti hanno pervaso il nostro animo, dall’iniziale curiosità, siamo passati all’incredulità, all’ammirazione ed anche al divertimento. Nonostante la nostra giovane età nutriamo per lui una profonda gratitudine, principalmente per ciò che ci ha insegnato sulla verità» hanno scritto gli alunni A loro ed a tutti gli altri che hanno partecipato all’iniziativa promossa dal Comune di Crotone Gaia Tortora ha dato appuntamento al prossimo 17 dicembre.
Monsignor Galantino: «Rimettiamo in circolo nuove energie e nuove speranze di fede»
«Gioisci, rallegrati, sii felice». Queste le parole riecheggiate nella chiesa dei Sacri Cuori, riaperta al culto nel giorno dell’Immacolata Concezione, al termine di lavori di restauro protrattisi per sei anni. A pronunciarle, il vescovo della diocesi di Cassano all’Jonio, monsignor Nunzio Galantino, davanti a centinaia di fedeli in festa, attenti ed incuriositi. Ma la curiosità, ha sottolineato il presule nella sua omelia, «non deve essere una tentazione, non deve spingere a guardare solo il tempio e le belle pietre che lo adornano. La riapertura al culto di questa casa di Dio può rimettere in circolazione energie nuove a beneficio di tutti, soprattutto dei più bisognosi e di quanti fanno fatica ad avere un punto di riferimento». Il vescovo ha quindi fatto proprio e rilanciato l’invito di papa Francesco «a lavorare per edificare una chiesa viva, che non sia un inguardabile carrozzone di iniziative. Questo può avvenire soltanto trasformando la lode in impegno». Immensa gioia è stata espressa anche dal parroco della chiesa castrovillarese, don Carmine De Franco, che ha dedicato un affettuoso pensiero a monsignor Raffaele Barbieri, vescovo della diocesi cassanese tra il 1937 ed il 1968, «colui che ha voluto la costruzione di questo mastodontico tempio, crogiolo di vita cristiana e di cultura. Questa "Casa grande" è luogo di preghiera, di contemplazione, di ascolto della Parola, di celebrazione dei divini Misteri, per alimentare e sostenere la fede della Comunità, chiamata a testimoniarla quando dalla chiesa ritorna lungo le strade». La solenne liturgia è culminata nella deposizione all’altare delle reliquie di san Biagio, san Vincenzo Ferrer, santa Agnese e del beato Domenico Lentini da Lauria e nell’unzione dello stesso da parte di monsignor Galantino, che ha versato il Crisma al centro e ai quattro angoli. Sull’altare è stato poi posto un braciere con il fuoco vivo e la funzione è proseguita con il vescovo che ha versato l’incenso nel turibolo per incensare la mensa e tutta l’assemblea. «Questa chiesa, come ogni chiesa, deve essere luogo di sosta e di passaggio. Dopo questa tappa festosa dobbiamo riprendere il nostro cammino", ha concluso monsignor Galantino, esortando ad intraprendere un percorso lungo il quale "sostenersi a vicenda per essere uomini e donne felici di osare il nuovo che viene dal Vangelo». I lavori di completamento e ristrutturazione della chiesa dei Sacri Cuori sono stati finanziati dalla diocesi di Cassano all’Jonio attraverso i fondi dell’8xmille concessi dalla Cei.
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