Voce ai giovani

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Anno 38 - 12 Aprile 2014 - Numero 15

Settimanale indipendente di informazione

euro 0,50

di Francesco Fotia

Il volto umano della legge. A Cosenza il secondo dei tre appuntamenti riguardanti la nuova disciplina della filiazione NON SOLO PER TURISTI

IL LIBRO DI PANTALEONE SERGI

La formidabile rocca dei Ruffo e degli Spinelli

La storia della stampa italiana volata Oltreoceano

di Pietro De Leo

Un libro-guida di Franco Liguori, lente sul patrimonio storico di Cariati

Ricostruite le vicende di un sistema che ha svolto una funzione collante


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sabato 12 aprile 2014

Tra bilanci e prospettive Reggio Calabria, seminario su Citologia e Citogenetica dell’Ordine nazionale dei biologi

Biologia in continuo aggiornamento «Finalmente Reggio Calabria al centro del dibattito scientifico nazionale». È quanto dichiara il consigliere nazionale e delegato provinciale reggino dell’Ordine nazionale dei biologi Domenico Laurendi al termine del seminario di Citologia e Citogenetica “Aspettative e prospettive per un biologo” presso l’aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Un evento molto atteso dai biologi reggini che ha suscitato un grande interesse anche a livello nazionale per le importanti tematiche affrontate. «Siamo molto soddisfatti - ha spiegato il consigliere Laurendi - per l’attenzione riservata da parte dell’Ordine nazionale al territorio di Reggio Calabria. La numerosa platea del seminario, composta in larga maggioranza da giovani, dimostra il rinnovato interesse da parte dei biologi professionisti nei confronti delle attività organizzate dall’Ordine. Segno che i giovani colleghi reggini hanno compreso l’importanza della formazione e dell’aggiornamento continuo in ambito professionale». Al seminario, oltre il consigliere nazionale dell’Ordine Domenico Laurendi, erano presenti anche Carmelo Laganà, direttore del reparto di Genetica medica degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, Francesca Melasi, responsabile del servizio di Patologia clinica del policlinico “Madonna della Consolazione” di Reggio Calabria, Girolama Casile, dirigente biologo genetista degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria e responsabile del settore citogenetica di diagnosi prenatale e postnatale. Grande soddisfazione è stata espressa anche dal coordinatore della commissione nazionale “Citologia, istologia e citogenetica” dell’Ordine dei biologi Massimo Confortini. «La citologia ha rappresentato in questi anni un grande serbatoio di impiego per la professione del biologo - ha spiegato Confortini - e le prospettive future rimangono buone. È chiaro che dietro questo tipo di professione è necessario un grande impegno, un grande lavoro di formazione ed aggiornamento». Proseguono dunque le attività dell’Ordine nazionale dei biologi sul territorio di Reggio Calabria. Previsto per il prossimo 8 maggio il corso su autoimpiego e impresa per l’orientamento al lavoro e per il 27 maggio il convegno nazionale sulla genetica forense.

Screening gratuito a Germaneto

Giornata mondiale della voce

Un evento molto atteso dai biologi reggini che ha suscitato un grande interesse anche a livello nazionale per le importanti tematiche affrontate

L’Unità operativa di Otorinolaringoiatria della fondazione “Tommaso Campanella”, diretta dalla professoressa Eugenia Allegra, e la Scuola di specializzazione in Otorinolaringoiatria dell’Università Magna Graecia, hanno aderito alla Giornata mondiale della voce che si terrà mercoledì 16 aprile nei più importanti istituti di ricerca e cura delle patologie otorinolaringoiatriche, tra i quali appunto il Polo oncologico di Germaneto, a Catanzaro. Dalle ore 8 alle ore 13, medici e operatori sanitari del Centro oncologico effettueranno, quindi, uno screening gratuito della voce con indagini strumentali endoscopiche e citologiche del cavo orale. Per prenotarsi basterà telefonare sino al 14 aprile, al n. 0961.3647323. Sarà una buona occasione per capire in quali condizioni sono le proprie corde vocali. Gli specialisti del Polo Oncologico daranno pratici consigli sulla prevenzione delle patologie della voce, sulla possibilità di utilizzare al meglio le proprie risorse vocali nella vita sociale e professionale, nonché sulle strade da percorrere, dal punto di vista medico e riabilitativo, nei casi in cui fosse necessario ricorrere all’azione chirurgica. I consigli mirano ad informare i cittadini sull’importanza di avere una voce sana e ad adottare comportamenti corretti per preservare la salute e la funzionalità della propria voce. Gli esperti raccomandano, tra l’altro, di bere più di un litro di acqua al giorno per idratare le corde vocali, di limitare il consumo di bevande a base di caffeina che possono favorire la disidratazione e la diuresi, ma anche di non fumare e di dormire il giusto numero di ore. Non bisognerà, inoltre, alzare la voce per richiamare l’attenzione e bere molti alcolici. Insomma, per ridurre rischi seri alle nostre corde vocali, basterà un pizzico di attenzione in più durante la nostra attività quotidiana.


sabato 12 aprile 2014

Il volto umano della legge Se ne è discusso al Palazzo di Giustizia di Cosenza

Il minore prima di tutto di Francesco Fotia

È stato un incontro ricco di contenuti propositivi quello organizzato dalla Camera minorile “G. Mazzotta” di Cosenza, il 4 aprile. L’evento, secondo dei tre appuntamenti riguardanti la nuova disciplina della filiazione e i diritti del minore, ha visto alternarsi al tavolo dei relatori un parterre di notevole spessore. Dopo i saluti di Luca Muglia, past president nazionale dell’Unione delle Camere minorili, ha introdotto gli ospiti Antonio Pacillo, presidente della Camera minorile cosentina, che ha tenuto a ringraziare i presenti e a dare un caloroso benvenuto, o meglio un bentornato, a Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale dei Minori di Bologna, già presidente del Tribunale Penale di Lamezia Terme fino a poco più di un anno fa, e tra i relatore della giornata insieme a Mirko Stifano, giudice del medesimo tribunale, e Anna Pia Ungaro, mediatrice familiare presso il Tribunale di Lamezia Terme. L’ufficio di mediazione familiare all’interno del quale opera la psicologa psicoterapeuta era stato fortemente voluto proprio da Spadaro, ed era stato avviato come progetto pilota unico in Italia per salvaguardare il benessere psicofisico del minore nei casi di divorzio, o separazione, dei genitori. Anna Pia Ungaro ha sottolineato l’importanza dell’avvenuto cambiamento dalla nozione di potestà genitoriale con quella di “responsabilità genitoriale” che, ponendo l’accento sul diritto del minore a crescere in un ambiente sano, prevede il sostenimento non soltanto economico ma anche affettivo. L’ambiente familiare “sano”, ha specificato Ungaro, è quello che consente al minore di divenire un adulto altrettanto responsabile delle sue scelte e dei suoi doveri. Per un bambino, ha inoltre sottolineato la mediatrice familiare, sin dai primissimi anni di vita i concetti di “casa” e di famiglia sono quelli cui generalmente sono associati la serenità e le felicità. Ungaro ha osservato ancora quanto fondamentale sia il sostegno delle istituzioni per garantire questo tipo di prospettive, nonostante la continua mutazione della società ponga ogni giorno nuove sfide alla solidità della tradizione familiare, così come è stata rappresentata fino a pochi anni fa. L’incontro sui diritti dei minori alla biblioteca “M. Arnoni” è proseguito poi con gli attesi interventi del giudice Stifano e del presidente Spadaro, giudice relatore e fautore di una sentenza destinata a restare nella storia della giurisprudenza civile in Italia. Il Tribunale dei Minori di Bologna ha infatti assegnato ad una coppia omosessuale di mezza età l’affidamento momentaneo (48 mesi) di una bambina di tre anni, nonostante la procura minorile si fosse inizialmente opposta. La scelta del tribunale bolognese è stata possibile proprio in virtù delle “accertate” condizioni richieste dall’ordinamento per assegnare un affidamento: reddito idoneo a garantire i bisogni del minore, ambiente “stabile e affidabile” e un rapporto con la bambina affettivamente comprovato. Un’emanazione rivoluzionaria, ma emessa tenendo esclusivamente conto del benessere della piccola, la quale, prima della sentenza, viveva una situazione ambientale e familiare fortemente complicata. La decisione del tribunale minorile di Bologna, che tanto ha fatto discutere, è stata resa possibile dalle differenti disposizioni in materia di adozione e di affidamento: se nel primo caso, infatti, la legge parla di coppia sposata, nel secondo la giurisprudenza prevede l’affidamento anche a “comunità di tipo familiare”, all’interno della quale certamente rientrava la coppia che, vicina negli affetti alla bambina e fautrice di una condotta sociale limpida e in grado di assicurarle un’accoglienza adeguata, non poteva subire discriminazioni perché omosessuale. Un incontro di grande utilità e interesse per operatori del settore e non, come da tempo è ormai nelle corde delle Camera minorile cosentina.

Secondo dei tre appuntamenti riguardanti la nuova disciplina della filiazione e i diritti del minore

Giuseppe Spadaro e Anna Pia Ungaro Sopra, il tavolo dei relatori

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sabato 12 aprile 2014

Trofei verdi Consegna di riconoscimenti al personale del Corpo forestale dello Stato di Cosenza

Ambiente al sicuro Occasione per il comandante regionale Giuseppe Graziano di ricordare l’importante ruolo del Corpo forestale sul territorio regionale e ringraziare il personale per la quotidiana opera svolta nella salvaguardia ambientale Attestati di riconoscimento sono stati consegnati nei giorni scorsi al personale del Corpo forestale dello Stato di Cosenza che si è particolarmente distinto durante l’attività istituzionale. La cerimonia di consegna si è tenuta presso la sala riunioni dell’Ufficio territoriale della Biodiversità del Corpo forestale di Cosenza alla presenza del comandante regionale Giuseppe Graziano, di quello Provinciale Giuseppe Melfi dei coordinatori territoriali della Sila e del Pollino, commissario Angela Polillo e vice questore Vincenzo Perrone e del responsabile dell’Utb vice questore Gaetano Gorpia. È stata anche

l’occasione da parte del comandante regionale Giuseppe Graziano per ricordare l’importante ruolo del Corpo forestale sul territorio regionale e ringraziare il personale per la quotidiana opera svolta nella salvaguardia ambientale della Provincia di Cosenza nei diversi e svariati compiti istituzionali ormai affidati al Cfs. Per l’occasione è stata anche consegnata all’ispettore superiore Michele Valva l’onorificenza di “Cavaliere” conferita dal presidente della Repubblica. Subito dopo si è passati al conferimento degli attestati di benemerenza, lode e encomio al personale che si è distinto su tutto il territorio nazionale. LODE con la seguente motivazione: “Per l’impegno professionale, che va oltre il doveroso espletamento dei compiti istituzionali, dimostrato in occasione dell’evento sismico del 6 Aprile in Abruzzo, conseguendo apprezzabili risultati in un contsto operativo di emergenza a regime” a isp.supsc. Giancarlo Cordasco, isp sup. sc. Sergio Avolio, isp.sup. sc. Dario Falcone, isp. sup. Giuseppe Gencarelli, isp. sup. Giuseppe Morrone, isp. capo Cesare Garzi, v.isp. Fabrizio Maruca, v. isp. Massimo Rizzo, sovr. c. Antonio Cannata, sovr.te Massimo Avolio, sovr.te Giuseppe Fusaro, v. sovr. Angelo Audia, v.sovr. Nicola Garcea, ass.te c. Antonello Cicero, ass.te c. Luigi Gallo, ass.te c. Francesco Stezzi, ass. c. Orazio Lioi, ass.c. Alfredo Tucci Ciarlo, ass.te c. Giuseppe Caligiuri, ass.te Alberigo Alfano, ass.te Emilio Bozzo, ass.te Egidio Ciotti, ass.te Stefano Mangano, ass.te Vittorio Mastroianni, ass.te Roberto Iazzolino, ag.sc. Eugenio Abate, ag.sc. Pasquale Tiesi, ag.sc. Carmine Cipparrone, ag.sc. Francesco Marino, ag.sc. Roberto Collura. LODE: “Per l’applicazione e l’impegno professionale dimostrati partecipando attivamente alle operazioni di evacuazione delle persone presenti in un villaggio turistico minacciato dalle fiamme che stavano già interessando strutture in legno e muratura componenti il predetto complesso turistico residenziale” al sovr. capo Mariano Mancini ENCOMIO: “Per le spiccate qualità professionali nell’arginare, nonostante le esplosioni in atto, le fiamme di un incendio che stavano interessando strutture in legno e muratura componenti di un villaggio turistico, prima che le stesse potessero coinvolgere altri manufatti, scongiurando così ben più gravi conseguenze e pericoli per la pubblica incolumità, e partecipando attivamente alle operazioni di evacuazione delle persone presenti” al sov.te Massimo Avolio ENCOMIO SOLENNE: “Per le spiccate qualità professionali e per la non comune determinazione operativa, in termini di estemporaneità di intervento, spirito di iniziativa e capacità organizzative dimostrate in occasione del sisma in Abruzzo del 2009 quando ancora il piano operativo di emergenza, nella giornata del 6 aprile, era in fase di attivazione” al sovr. c Mariano Mancini, ass.te Francesco Magno, ag.sc. Ernesto lorello, ag.te Lorenzo Cribari, ag. Giovanni De Stefano e ag.te Pasquale Saullo.


sabato 12 aprile 2014

Preparazione al cubo Unical, assegnate le borse di studio Most per mobilità studenti verso Università extra Ue

Una finestra con vista Europa Nei giorni scorsi, nella sala stampa del Centro congressi “Beniamino Andreatta” dell’Università della Calabria, si è proceduto ad assegnare le borse di studio del bando Most (mobilità studenti extra UE) a.a. 2013-2014, ai 36 studenti dell’ateneo vincitori della selezione, su oltre 400 partecipanti. Grazie al fondo “Maria Pochy Rianò”, delle 36 borse in palio 6 sono state assegnate ad altrettante studentesse iscritte a corsi di studi afferenti ad aree scientifiche. Le borse di studio Most, ciascuna di importo pari a 600,00 euro mensili e di 800,00 euro mensili per quelle del fondo Pochy Rianò, favoriranno la mobilità internazionale degli studenti calabresi che, a partire dalle prossime settimane, trascorreranno un periodo di studio di 4 mesi presso una delle circa 180 Università extra Unione europea partner dell’UniCal. All’incontro nella sala stampa del Centro congressi, oltre agli studenti vincitori, hanno partecipato alcuni docenti in rappresentanza dei diversi corsi di studi: i professori Algieri Angelo, Di Renzo Alberto, Helzel Paola Barbara, Infante Davide, Marino Tiziana, Pugliese Rossella, Tocci Giovanni, Infante Gennaro. Presente anche lo staff dell’ufficio speciale Relazioni internazionali, con il suo responsabile, dottor Gianpiero Barbuto, la signora Paola Ciancio ed il dottor Alfio Covello. Durante l’incontro gli studenti vincitori hanno avuto la possibilità non solo di esprimere le loro preferenze, ma anche di ricevere le necessarie informazioni sulle università estere scelte, gli aspetti didattici e amministrativi del programma. Tutti gli intervenuti hanno evidenziato la grande opportunità offerta dall’Università della Calabria ai propri studenti di poter vivere un’esperienza all’estero altamente formativa e importante anche sul piano umano, che sarà certamente foriera di ulteriori sviluppi professionali. Inoltre si è sottolineata l’importanza di questo genere di iniziative che migliorano la visibilità del Campus e dell’intero territorio nel resto del mondo. Da parte degli organizzatori non si è esclusa la possibilità di ampliare il numero delle borse, data l’alta partecipazione al programma. Il bando Most, già alla quarta edizione, è stato ideato interamente dall’ufficio speciale Relazioni internazionali. Esso è finanziato interamente dall’Ateneo e può essere certamente considerato non solo un programma altamente innovativo, ma unico nel panorama universitario italiano. Diversi sono i Paesi dove è possibile recarsi in mobilità per studio, tra cui: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Cuba, Ecuador, Filippine, Giappone, India, Marocco, Messico, Palestina, Paraguay, Perù, Russia, Stati Uniti, Sudan, Taiwan, Tunisia.

Ciascuna di 600 euro mensili e di 800 mensili per quelle del fondo Pochy Rianò, favoriranno gli studenti calabresi che passeranno un periodo di studio di 4 mesi presso una delle circa 180 Università fuori dell’Unione europea partner dell’ateneo

Istituto Todaro di Rende in campo

Il progetto per mangiare a km zero Si è svolto presso l’istituto superiore Todaro di Rende un convegno “Bio benessere” è il titolo dell’iniziativa patrocinata dal ministero della Pubblica istruzione portata avanti nell’ambito del progetto Impresa in azione. Il progetto che vede coinvolto l’Istituto superiore di Rende diretto da Paola Bisonni, nasce per incoraggiare lo spirito imprenditoriale nella scuola superiore, promuovendo la creatività, l’uso consapevole delle risorse, il coraggio e la responsabilità del rischio, proprio come i veri imprenditori sanno fare. Impresa in azione offre ogni anno a più di 7.000 studenti tra i 16 e i 19 anni in tutta Italia l’opportunità di prendere parte a una stimolante esperienza di formazione imprenditoriale a scuola riconosciuta dalla Commissione europea la più efficace strategia educativa di lungo periodo per la crescita e l’occupabilità dei giovani. Gli studenti dell’Istituto professionale Ipa-Ipsar si sono cimentati su un progetto d’impresa finalizzato alla produzione di liquori biologici, al termine dell’incontro si è potuto apprezzare il prodotto, molto gradito dal competente parterre. Il convegno moderato dall’ingegner Giuseppe Infusino ha visto la presenza dei relatori nelle persone di Nicola Penta dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Cosenza, di Rosanna Labonia dell’Asp, dell’autore di testi enogastronomici Curci e della dirigente dell’istituto Paola Bisonni. La dieta mediterranea, i prodotti tipici tradizionali e a Km 0 sono stati gli argomenti che hanno visto interessati i presenti e soprattutto gli allievi dell’istituto, ancora i temi della salubrità dei cibi, del valore dei prodotti di tradizione e di eccellenza sono stati più volte sottolineati dai relatori. L’intervento di Giorgio Durante presidente dell’Accademia delle tradizioni enogastronomiche di Calabria, ha concluso l’incontro sottolineando soprattutto le potenzialità dei prodotti di tradizione per il futuro sviluppo socio economico del territorio, che annovera tra l’altro decine di prodotti di eccellenza che tutto il mondo ci invidia, dal bergamotto, al cedro, alla liquerizia, alle clementine, allo straordinario olio Extravergine di oliva, al vino prodotto con vitigni autoctoni di secolare tradizione fino al finalmente recuperato e valorizzato Suino nero di Calabria, grazie al Consorzio di produttori “Nero di Calabria”, suino dal quale si producono ricercatissimi prosciutti e salumi dal gusto e dagli aromi unici. Un magnifico buffet preparato dai ragazzi con prodotti a Km 0 ha concluso i lavori.

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sabato 12 aprile 2014

Il passato a portata di città Cosenza, sempre più vicini a lanciare il brand sulla figura di Re Alarico

Storia all’avanguardia Rassegna d’arte a Corigliano

È nato prima l’Uovo... o la Rinascita?

Stampa raffigurante la sepoltura di Alarico

«Da una leggenda e dalle sue origini immerse nella Storia realmente accaduta si può trarre un brand che dia slancio allo sviluppo economico e turistico di un territorio». È su questa premessa che il sindaco Mario Occhiuto ritorna a parlare delle iniziative dell’amministrazione comunale che vedono al centro il re Alarico, figura legata alla città per il mito di quel tesoro misteriosamente scomparso nel Busento in seguito al sacco di Roma (così si narra) e mai trovato da chicchessia. «Dopo la firma del protocollo con l’Aterp per l’acquisizione dell’ex hotel Jolly finalizzato all’abbattimento e alla riqualificazione dell’alveo dei fiumi alla confluenza, con la realizzazione del museo di Alarico - aggiunge Occhiuto - stiamo per pubblicare una manifestazione di interesse che ha lo scopo di selezionare gli esperti che costituiranno un Comitato scientifico di prestigio che, oltre a definire gli aspetti specifici dal punto di vista degli studi, supporterà la nostra attività proprio nella promozione del brand». Il settore Cultura di palazzo dei Bruzi è al lavoro per riuscire a pubblicare il bando per la selezione già il prossimo lunedì. Negli obiettivi del primo cittadino e dell’assessorato al ramo, l’intento è quello di districare i fili di tutta la narrazione su Alarico, tra realtà e leggenda, tra identità e suggestione. «Così come a Verona o a Collodi a pochi chilometri da Pistoia, cavalcando la notorietà delle opere letterarie ‘Romeo e Giulietta’ e ‘Pinocchio’, si attraggono notevoli flussi turistici grazie al ‘balcone di Giulietta’ e al ‘Parco di Pinocchio’ - spiega il Sindaco - anche Cosenza utilizzerà un personaggio al limite della fantasia, da sempre ispiratore di credenze, per attirare visitatori e curiosità. Un marchio che coinciderà con un museo ma non solo, rilanciando la crescita del centro storico e della città. L’esecutivo punterà infatti al potenziamento di questo brand attraverso vari eventi - annuncia il Sindaco - Ad esempio, la prossima stagione teatrale sarà incentrata sul mito di Alarico, così come pure altre iniziative che stiamo programmando». Mario Occhiuto a tal proposito anticipa: «Istituiremo un concorso rivolto a romanzieri per la stesura di un racconto relativo appunto alla storia-leggenda dell’invasore barbaro. Stessa cosa per la realizzazione di cortometraggi coi quali si cercherà di coinvolgere il mondo dei videomaker. E, inoltre, nei prossimi mesi un regista americano farà un sopralluogo nella nostra città: in cantiere c’è addirittura un film di ambientazione esoterica che, sulla scia del ‘Codice da Vinci’, partirà dallo scenario contemporaneo di Cosenza per passare in rassegna fasi del passato che vanno da Carlo V a Hitler. Tutto ciò - conclude Occhiuto - per mettere in movimento una rete artistica quanto più ampia possibile attorno a un nome, quello di Alarico che per noi sarà, appunto, un brand di cultura e di sviluppo del territorio».

Il sindaco Occhiuto interviene sul Comitato scientifico a supporto del progetto dell’amministrazione e annuncia le novità, dal teatro a un film

Il 7 aprile presso la struttura “Centro di eccellenza” di Corigliano Calabro, una rassegna d’arte contemporanea dal titolo “Omne vivum ex ovo” con la presentazione del libro Canto d’amore di Lucia De Cicco nella prima parte della serata con la relazione del professore di Storia dell’arte Mario Vicino, deputazione di Storia patria per la Calabria. Era presente l’assessore alla Cultura della città, il professore Tommaso Mingrone; ha moderato Maria Credidio, artista e presidente Ucai, sezione di Corigliano, che ha organizzato la serata con annesso concorso artistico/letterario “L’uovo simbolo di vita e di rinascita” per gli alunni delle scuole secondarie di I grado della scuola “Erodoto” che hanno partecipato in diciotto ricevendo attestati e riconoscimenti. È stata inaugurata una mostra nella stessa giornata, dal titolo “Omne vivum ex ovo”, che potrà essere visitata fino al 30 aprile, da lunedì a venerdì dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 20,00, allestita nello spazio con Generazioni a confronto. Il percorso dell’arte contemporanea vuole essere un itinerario attorno ai protagonisti dell’arte “made in Calabria”, con nomi storici già attivi nei primi decenni del Novecento e le nuove proposte. La panoramica, per “exempla”, spazia dalla figurazione all’astrazione, all’informale, alle nuove ricerche e tecniche. Gli artisti che hanno partecipato: Isidoro Esposito Rosa Spina Lucia Paese Laura Patacchia Liliana Condemi Maria Romeo Rocco, Regina Federico Braile Salvino Volpe Nuncio, De Marco Giuseppina Groccia Giovanna Semerano Alla Dzhumaeva Anna Casolaro Teresa Galasso Tiziana Mitri Massimiliano Manca Carmine Tedesco Natale Saccoliti Daniela Torchia Angelo Barillari, Fernanda Marzullo, Rossella Falabella, Giuliana Aversente, Franco Gallina, Loredana Fiammetta Fernenda Marzullo Rossella Falabella Giuliana Aversente Franco Gallina Loredana Fiammetta Aino Andrea Gullo.


sabato 12 aprile 2014

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Non solo per turisti Un “libro guida” di Franco Liguori, lente d'ingrandimento sul grande patrimonio archeologico e storico-artistico di Cariati

Centro polivalente per i giovani di Catanzaro

Soffi di arte e cultura Condividere il sapere, partendo con la produzione culturale dal basso e mettendo in contatto mondi diversi per farli conoscere e dialogare, per stimolare la nascita di autori, creativi, ricercatori a cui offrire una via alternativa ai canali main stream di diffusione culturale ed editoriale. Al bivio utopico tra pensiero e innovazione ecco che il Centro polivalente per i giovani/Caffè delle Arti, interseca la sua missione con l’associazione culturale “Venti d’autore”, con l’incontro dal titolo “Tratti nella memoria 2014”, in programma sabato 11 aprile alle h. 20.30. Si aprono nuovamente le porte alla libera espressione dello spirito e dell’intelletto con uno spettacolo di musica, racconti e poesia ad opera di un gruppo di persone che ha scelto di dare il proprio contributo alla diffusione di una cultura libera, facendo in modo che nuove opere vedano la luce e per questo siamo a caccia di intelligenze e talenti, di opere inedite da valorizzare in ogni campo del sapere e delle arti. Nello statuto dell’associazione vi è l’adesione ai principi del copyleft e al sistema delle licenze Creative Commons, stipulando una sorta di “patto editoriale” con l’autore, all’insegna della trasparenza e della condivisione delle scelte. Pensiero e poesia ancora protagonisti per un fine settimana all’insegna dell’arte e del divertimento, con “Drama”; il nuovo spettacolo della Compagnia del Teatro di Mù, tratta dall’opera di Michail Bulgakov, per la regia di Salvatore Emilio Corea. Nella splendida cornice artigianale del Politeatro “Il Minore”, voci e volti della sacra rappresentazione in un affresco suggestivo che mette assieme i colori del medioevo e della modernità, offrendo squarci di contemporaneità sullo sfondo di una storia bimillenaria. Lo spettacolo previsto sempre per sabato 11 aprile, si terrà alle h. 18.00 e in replica domenica 12 aprile alle h. 20.30. Ancora arte e sapere per prepararci alle prossime festività di Pasqua.

La formidabile rocca dei Ruffo e degli Spinelli di Pietro De Leo

Come nota l’autore Franco Liguori, «scopo di questo ‘libro guida’ è quello di far conoscere ai turisti che ogni anno, sempre più numerosi, visitano Cariati, ma anche gli stessi cariatesi, il patrimonio archeologico e storico artistico della cittadina». Un intento ben riuscito, a differenza di altri tentativi portati avanti in questi anni persino da prestigiosi editori, sui quali si è giustamente riversata una pioggia di critiche per le inesattezze storiche e turistiche. La Guida di Cariati (Karyatis, 2013) ha, invece, come solida base una sequenza di attente ricerche e accurate pubblicazioni portate a termine dall’autore nell’ultimo trentennio, che si sono susseguite in particolare nella rivista Il Serratore. Egli, per così dire, prende per mano il lettore, gli fa assaporare le diverse tappe storiche della cittadina, dal passato al presente con tantissime illustrazioni ed essenziali riferimenti bibliografici Si parte, infatti, dalle antiche origini del paese e dal variegato toponimo Cariati; per passare ai siti e ritrovamenti archeologici, al centro storico e alla sua cinta muraria. Gradevole è il profilo della cittadina sede diocesana per molti secoli, che diede i natali a diversi personaggi illustri, e fu dominio feudale dei Ruffo e degli Spinelli, potenti feudatari del Regno di Napoli. Punto strategico sulle sponde del mar Jonio sin dall’età bizantina come si legge nel II capitolo - Cariati prima di essere conquistata dai Normanni nel sec. XI, resistette fortemente. Una volta conquistata, divenne il trampolino di lancio degli uomini del Nord, che avrebbero dato una svolta decisiva e salutare al nostro Mezzogiorno. L’autore passa quindi in rassegna gli eventi nodali dei secoli seguenti, soprattutto quando Cariati tra XVI e XVII secolo, fu dilaniata da diverse incursioni turchesche, Nel 1544 - come annota il Liguori - l’ammiraglio ottomano Khayr al-Dïn Barbarossa, mise a sacco la città, distrusse la cattedrale dedicata a S. Pietro, asportandone persino le campane, fece numerosi schiavi tra i quali anche il vescovo Giovanni Canuto, che morì in schiavitù. La rinascita iniziò alla fine del sec. XVI e Cariati vide gradualmente crescere a il patrimonio storico-architettonico civile e religioso, come ebbero poi a notare i tanti viaggiatori stranieri ed italiani, che visitarono la cittadina dello Jonio cosentino, accuratamente ricordati da Franco Liguori, che già nel 1981 insieme con il fratello Romano aveva dato alle stampe su Cariati nella storia. Dati che costituiscono la base di questo volume finemente illustrato, che si articola in 5 capitoli: punto essenziale di riferimento per quanti - abitanti o turisti - intendano conoscere questa zona meravigliosa zona della Sibaritide.

La Guida ha come solida base una sequenza di attente ricerche e accurate pubblicazioni portate a termine dall’autore nell’ultimo trentennio



sabato 12 aprile 2014

Quattro giorni di magia Rossano 178 anni di storia

La notte dei fuochi di San Marco

La memoria di un dramma divenuto, nei decenni, festa e tradizione. Una vera e propria cerimonia laica, l’unica incastonata in una vasta cornice folkloristica impregnata di rituali e richiami religiosi antichissimi e che da secoli caratterizzano la città di Rossano. Un evento che negli ultimi due anni, grazie al lavoro di promozione e valorizzazione voluto dall’amministrazione comunale - assessorato al Turismo, è sconfinato fuori dal perimetro del Centro storico, coinvolgendo il territorio della Sibaritide e attraendo gli interessi di visitatori e turisti. Quest’anno saranno quattro i giorni dedicati interamente alla tradizione. Da giovedì 24 fino a domenica 27 aprile, la città d’arte sarà un laboratorio di eventi che ruoteranno tutti attorno all’immagine del fuoco, della terra e della tradizione, con un’appendice artistica che avrà inizio già da martedì 15 aprile. Un programma ricco, studiato meticolosamente dallo staff dell’assessorato al Turismo, quello presentato nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno partecipato oltre all’assessore al turismo Guglielmo Caputo, il dirigente del settore Giuseppe Passavanti, e il funzionario comunale al ramo Benedetta De Vita e i diversi partner dell’evento.

Una festa dedicata interamente alla tradizione Da giovedì 24 fino a domenica 27 aprile la città sarà un laboratorio di eventi che ruoteranno attorno all’immagine del fuoco, della terra e della tradizione Il centro storico di Rossano Sopra, la conferenza stampa

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sabato 12 aprile 2014

Il racconto L'esasperazione della gente, per i problemi drammaticamente presenti nella realtà sociale ed economica nella zona di Gioia Tauro era elevata al massimo

di Giuseppe Aprile

Lo sciopero aveva avuto un inizio apparentemente poco agitato. L’esasperazione della gente, per i problemi drammaticamente presenti nella realtà sociale ed economica nella zona di Gioia Tauro, e che erano uguali ai problemi del Mezzogiorno d’Italia e delle sue aree depresse, era elevata al massimo. Ma si aveva la sensazione che lo sciopero fosse un momento di sfogo tale che potesse comportare un po’ di calma. Anche se, nelle assemblee fatte dai sindacati, era stato più volte ribadito che da quello sciopero non ci si poteva aspettare molto. Che anzi, era la voce di dominio pubblico, non si sarebbero potuto aspettare le solite promesse seguite dai soliti rinvì.

Che campiamo a fare... Ma c’è, da queste parti, oltre che l’esigenza dei posti di lavoro e di sviluppo economico e sociale, la necessità di far crescere e sviluppare la coscienza di lotta dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani, delle donne. La concentrazione della delegazione avveniva nella piazza più importante di Gioia Tauro. Si sarebbe, da lì, partiti tutti in corteo, per esprimere la volontà di cambiare la situazione di un ambiente attanagliato da tutta una serie di problemi che sconfinavano, irrimediabilmente, in un male profondo e tipico di queste realtà: l’emigrazione delle forze più attive verso le città del Nord Italia e all’estero. Striscioni amplissimi portavano scritte le frasi individuanti la tragica realtà calabrese e meridionale. «Non vogliamo più emigrare» diceva uno. «Il governo deve provvedere a restituirci i nostri andati lontano, molto lontano» era lo slogan etichettato su un grande foglio di compensato retto da una diecina di donne calabresi, dalle rughe che segnavano sui loro volti intristiti l’espressione di un dolore immenso. «Siamo madri di giovani partiti, lontani dai nostri cuori» ripetevano a chi le avvicinava. «Vogliamo giustizia, vogliamo la pace, la fratellanza. Vogliamo poter campare con il nostro sudore, ma insieme, tutti della famiglia, in una parte sola: la nostra casa, la nostra terra» dicevano. «Sapeste cosa scrive mio figlio!» mi diceva una donna da me avvicinata. «Pagherebbe chissà che cosa per poter vivere qui, con sua madre, con suo padre, nella sua terra. Nella terra che lo vide nascere, nella terra che ama e che, più lo vedrà lontano, più da lui sarà invocata. Vi tagliano il cuore. Ve lo spezzano. Anche a voi che siete un estraneo. Immaginate cosa prova il mio cuore a leggerle. Mio figlio, spinto dal desiderio di farmi sapere la verità, e da quel bravo e onesto ragazzo che è, mi scrive tutto. Mi confida i suoi pensieri. Quasi mi chiede un aiuto perché finisca la sua lontananza. Se sapesse, invece, cosa mi procura, facendomi leggere certe sue parole, forse mi nasconderebbe tante cose. Ma io preferisco saperle. Preferisco vivere i sentimenti di mio figlio. Il mio cuore reggerà di certo. Sono forte perché penso che ha bisogno di me. Tanto bisogno di me, ha mio figlio...» proseguiva. Altri cartelli erano appoggiati ai muri delle case, attorno alla piazza. « Lottiamo per il lavoro, lottiamo per la vita»; «Vogliamo il centro siderurgico, vogliamo lavoro sicuro». Molti esprimevano anche le richieste al governo in modo specifico. «Vogliamo il V centro siderurgico ed il porto a Gioia Tauro» «Vogliamo posti di lavoro nella scuola»; «Chiediamo corsi per formare gli operai specializzati e quelli qualificati»; «La Cassa per il Mezzogiorno è speculazione e spreco di denaro pubblico». Molti i gonfaloni dei comuni. I sindaci della zona, ovviamente i più impegnati, avevano aderito e partecipavano con i simboli dei loro comuni e con manifesti di solidarietà. I gonfaloni venivano portati dai vigili urbani. I sindaci, con la fascia tricolore, in corteo, esprimevano anch’essi la protesta per i mancati interventi governativi intesi a cambiare la situazione di queste zone misere e arretrate. Il corteo, d’un tratto, s’è fermato spontaneamente. In testa i sindacalisti

Si aveva la sensazione che lo sciopero fosse un momento di sfogo tale che potesse comportare un po’ di calma


sabato 12 aprile 2014

Il racconto Foto da: archiviofoto.unita.it

delle confermazioni Cisl-Cgil-Uil e della Federazione lavoratori costruzioni di Reggio Calabria. Quindi i sindaci in fila. Poi la grande massa di operai, di disoccupati, studenti, donne. Una grande massa sfilava per le vie di Gioia Tauro scandendo slogan ed invocando giustizia, libertà, democrazia reale. Davanti alla stazione ferroviaria si ebbero le prime avvisaglie d’un malessere che serpeggiava nell’animo della gente. Quel corteo era, tutto sommato, monotono. Si sarebbero poi tenuti i comizi in piazza e, forse, tutto sarebbe finito lì. Con ragione da vendere, molti avevano pensato questo. La stazione era piantonata da una ventina di carabinieri, in fila. «Ecco lo Stato assassino!» gridò uno. «No, i carabinieri non c’entrano» fece un altro con tutto il fiato che aveva in gola.«Vuol dire che si faranno da parte» fece eco un’altra voce che proveniva da dietro. «Suvvia, basta con i cortei, basta con le parole. Scontriamoci se è necessario. Occupiamo la ferrovia. Andiamo, basta con le chiacchiere». «Giusto. Dài, lotta, lotta dura. Lotta vera». È stato d’un tratto, un serpeggiare di slogan nuovi. Parole d’incitamento provenivano dalle retrovie. La gente intanto si ammassava alla stazione. «Guardate dove siamo costretti ad arrivare!». «Sono cose da pazzi! Uno deve chiedere lavoro, rischiando la propria vita». «Ma andiamo, dài, andiamo dentro. Se non ci fanno entrare i carabinieri, entriamo con la forza. Non si può più stare così!».

C’è, da queste parti, oltre che l’esigenza dei posti di lavoro e di sviluppo economico e sociale, la necessità di fare crescere e sviluppare la coscienza di lotta di lavoratori, disoccupati, giovani e donne

«Carica! Carica! Carica!» si sentì gridare dalla parte dei militari. Per la verità nessuno si mosse. Fu prodigioso. La coscienza dei militari, forse, si stava ribellando a un comando suicida. Era da capire; furono attimi di una tensione enorme, di un’esasperazione considerevole. Un sindacalista, fulmineamente, balzò su una camionetta della polizia e, microfono in mano, cominciò ad invitare alla calma. «Calma, calma compagni. I carabinieri non c’entrano. Loro sono qui perché obbligati. Sono figli di gente povera. Hanno un salario misero, sono comandati dai padroni. Non possiamo fare la guerra tra poveri. Calma, calma compagni. Cerchiamo di tenere i nervi a posto». Gridava a squarciagola. «E allora se ne vadano. Ci facciano entrare. Dobbiamo scioperare. Deve parlare la televisione, la radio, i giornali. Non vogliamo il comizio, non vogliamo parole nemmeno tra noi, nemmeno dai nostri dirigenti. O è lotta o è passeggiata. Tutti dentro!» si gridava. I sindacalisti tentarono, poi, accordi con i capi delle forze dell’ordine. D’un tratto, i militari si misero i caschi, pronti ad attaccare. Fu uno slogan: «Poliziotto sfruttato, fatti il sindacato» scandito prima da due, poi da cento, mille voci in coro, in perfetta armonia, che spinse ad aprire le porte della stazione a tutta la massa popolare. E si riversarono sui binari a simboleggiare la volontà di cambiare e la disponibilità a lottare. Poi, verso la fine, venne proclamato lo scioglimento dell’assemblea sui binari. Più tardi rimasero in pochi. Lo sciopero stava per terminare. Si provvedeva al ripristino della funzionalità della ferrovia. Dopo molte resistenze, anche i giovani più agguerriti, pur tra mille lamentele e accuse a coloro che avevano considerato giusto sospendere l’iniziativa di lotta, avevano abbandonato i binari. Infine, una decina di donne erano rimaste lì, sole, non disposte a tornare a casa. Dovevano passare i treni. I ferrovieri addetti alla stazione, avevano fatto mille tentativi per convincerle a spostarsi. Restavano lì, tutte, impassibili. Erano donne anziane, forse le più anziane del corteo. «Vedete che vi ammazza il treno, uscite dai binari!» invocava il capo con l’altoparlante. Esse sfidavano, evidentemente, la morte. Lo sciopero dei ferrovieri era cessato. Da lì a pochi minuti sarebbe passato qualche treno. Le donne non volevano andarsene. Volti pieni di rughe, occhi arrossati dal pianto, pensieri vistosamente lontani: Torino, Genova, Milano, Canberra, Francoforte, miniere del Belgio, America, Argentina... «Uscite, uscite per cortesia», gridò a squarciagola il capo, uscendo arrabbiato dalla sua stanza, da dove aveva annunciato l’arrivo imminente del treno su quel binario. Correva veloce verso quelle donne mute e immobili. Silenzio di tomba. Non parlavano, non rispondevano, non si muovevano. «Vedete che vi ammazza il treno. È in arrivo. Vi ammazza!» Loro tenevano alto uno striscione nuovo, fatto lì per lì, non suggerito da alcuno. Il capo alzò gli occhi. Lo lesse. Con caratteri arrangiati era scritto. “Che campiamo a fare, così!”.

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Ciak, si gira La città diventa set cinematografico insieme al litorale jonico marino

Da Rossano ...in zattera verso la Grecia A darne notizia sono i cugini di Renato, Dorinda Ceraolo (artista del circo acquatico) e il fratello Euristeo Ceraolo, noto per le sue battaglie particolari come il ripristino degli intercity Milano-Crotone. Rossano, si legge in una nota, in questo mese di aprile si trasformerà in un set cinematografico per le riprese di un film che coinvolgerà più di 40 persone tra personaggi e comparse. La storia parla di due fratelli che si incontrano dopo tanti anni a Rossano e per festeggiare questo evento decidono di partire a bordo di una zattera con destinazione “Nikolaos” in Grecia. Avventure e disavventure in mezzo al mare con un finale che arriva direttamente al cuore. Sono in corso i sopralluoghi per individuare le “location” delle riprese, all’interno della cittadina Jonica. Saranno le vie del centro storico e dello Scalo di Rossano che faranno da cornice a diverse scene della pellicola diretta dal regista Angelo Rizzo; attore protagonista il rossanese Renato Converso, che interpreterà Rocco, e Norberto Midani nel ruolo di Geppino, con la partecipazione dell’attrice cubana July del Rey e l’attrice spagnola Deborah Sánz, organizzatore Giorgio Ciceroni, direttore fotografia operatore Roberto Riccitelli, costumista Maria Fernandez. Renato Converso, nato a Rossano Calabro la notte di San Lorenzo del 1952, “trapiantato” a Milano per lavoro, comico, attore, presentatore e scopritore di nuovi talenti, è autore di diversi libri di successo tra cui citiamo: Comici mica da ridere!, Vino e zucchero e la sua recente opera in un dvd Una storia così... tanto per ridere film documentario su “una delle ultime maschere della commedia dell’arte”, così come lo definì successivamente il Corriere della Sera. Per la televisione approda a Canale 5 nel programma “Raffaella Carrà show”, lavorando anche con artisti del calibro di Diego Abbatantuono, Massimo Boldi, Francesco Salvi, Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta, Gianni Cajafa, e molti altri. Nel 1984 crea, a Milano, il suo locale “La Corte dei miracoli”: cabaret che nel giro di pochi anni diventò tempio assoluto della risata. Dal suo locale sono passate più di 1 milione e 800mila persone, tra le quali vi sono artisti, personaggi dello spettacolo e dello sport; sono usciti nomi illustri come il poeta catartico Flavio Oreglio, ma anche il Mago Forrest, Giacomo Poretti e Marina Massironi (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), i Fichi D’India, Max Pisu, Max Pieriboni, Nando Timoteo, i Turbolenti, Marco Bazzoni e tanti altri ancora. Renato, “maestro” di molti comici lanciati da trasmissioni di successo come Zelig e Colorado cafè, si è spesso mostrato sensibile a tematiche sociali sostenendo anche l’iniziativa di Euristeo “precario-pendolare” che, con la richiesta di una foto con i Vip (acronimo dello slogan “Vincere il precariato”), ha mostrato solidarietà ai precari della scuola. Le comparse sul set, ragazzi e ragazze di vent’anni ma anche signori e signore di una certa età, sono tutte di Rossano e dintorni e vedono in queste riprese la possibilità di vivere “un’esperienza diversa dal solito”. La conferenza stampa è prevista per le 18 di domenica 13 aprile presso l’hotel Scigliano” di Rossano Scalo (Cs).

Al via le riprese del film del regista Angelo Rizzo, attore protagonista il rossanese Renato Converso La storia di due fratelli che si incontrano dopo anni e per festeggiare questo evento decidono di partire a bordo di una zattera verso “Nikolaos” in Grecia

Euristeo con Renato Converso a Rossano centro Sotto, Converso in una delle sue performance


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Un passato che guarda al futuro Presentato a Montevideo nella sede dall'Ambasciata d'Italia, il libro del giornalista e storico Pantaleone Sergi

La stampa italiana Oltreoceano Per iniziativa dell’ambasciatore d’Italia in Uruguay Vincenzo Palladino e del presidente della Fondazione Italia nelle Americhe Domenico Porpiglia, il giornalista e storico italiano Pantaleone Sergi il 10 aprile nella sede dell’Ambasciata ha presentato il volume Storia della stampa italiana in Uruguay pubblicato nella capitale uruguayana dalla Fondazione Italia nelle Americhe. Si tratta di un libro in cui Sergi, docente di Storia del giornalismo all’Università della Calabria e presidente dell’Icsaic-Centro di Ricerca sulle Migrazioni che ha sede nell’ateneo calabrese, ricostruisce la vicenda della stampa etnica italiana che all’estero ha svolto e, tra mille difficoltà, ancora svolge una funzione di coesione nazionale, e di tanti italiani impegnati a pubblicare giornali nella lingua di Dante a partire dal XIX secolo quando un’intensa corrente migratoria condusse migliaia di famiglie italiane nel piccolo Stato sudamericano. «È un libro che profuma di italianità, che ci ricorda il nostro passato, ma non ci relega al ricordo in quanto ci proietta verso il futuro», ha spiegato Porpiglia che a Montevideo dirige il quotidiano italiano La Gente d’Italia. Il nuovo libro di Pantaleone Sergi, il secondo dedicato alla stampa etnica italiana al Plata (è del 2012 il volume Patria di carta su un grande quotidiano coloniale e sulla stampa di comunità in Argentina) sarà distribuito con la collaborazione di un imprenditore italo-uruguaiano e il ricavato andrà in beneficenza. Sarà finanziata, infatti, la Celeste en Silla de Ruedas, un team di giovanissimi giocatori di calcio disabili che si sta allenando per la Copa América di Rio de Janeiro.

Il giornalista ricostruisce la vicenda della stampa etnica italiana che all’estero ha svolto e ancora svolge una funzione di coesione nazionale Il libro sarà distribuito con la collaborazione di un imprenditore italo-uruguaiano e il ricavato andrà in beneficenza

Raduno testimoni di Geova a Francavilla Angitola

La Parola che solleva al di là delle retoriche Nel fine settimana del 12 e 13 aprile ci sarà il raduno dei testimoni di Geova dal tema "La Parola di Dio è utile per insegnare" presso la Sala delle assemblee di Francavilla Angitola (Vv). Il programma dell'assemblea, mediante lezioni bibliche, esperienze e interviste, mostrerà come avvicinarsi all'ispirata Parola di Dio, la Bibbia, può migliorare la vita dei cristiani e, di conseguenza, recare beneficio alla comunità nella quale vivono. Fra i momenti principali dell'assemblea, ci sarà il battesimo dei nuovi studenti della Bibbia che diverranno ministri ordinati dei testimoni di Geova. Il discorso descriverà come nelle prime comunità cristiane venivano battezzati non i neonati ma le persone adulte, cioè persone in grado di capire il passo che stavano per compiere, come fecero Gesù e gli apostoli. Il programma spiegherà che grazie alla sapienza divina, i testimoni di Geova, godono di una straordinaria unità e pace, senza aver bisogno di trattati internazionali, di campagne umanitarie e soprattutto di falsa retorica sulla guerra. Ciò che sembra utopistico per gli altri, è già avvenuto per i milioni di testimoni di Geova che in tutto il mondo gustano la pace e la serenità che deriva dall'aver fatto una scelta di pace reale ed evidente. I testimoni di Geova, al di là della loro opera missionaria ed evangelica, promuovono programmi di assistenza e recupero, anche in circostanze particolari come i detenuti nelle case circondariali. Secondo recenti statistiche, i testimoni di Geova in Italia hanno aiutato più di 2.600 persone a liberarsi dell'alcolismo, più di 2.000 persone sono state aiutate ad uscire dal tunnel della droga e più di 1.700 sono state recuperate da problemi con la giustizia. In tutto il mondo ci sono più di sei milioni di testimoni di Geova attivi in 236 Paesi e oltre nove milioni di simpatizzanti. In Italia gli associati ai testimoni di Geova sono oltre 450.000, di cui circa 240.000 evangelizzatori, distribuiti in oltre 3.200 comunità presenti in tutte le regioni italiane. Ogni anno nel nostro paese si convertono ai testimoni di Geova oltre 5.000 italiani.

Donazione per il Carcere minorile di Catanzaro

Oltre le sbarre Tra le tante iniziative svolte dall’ associazione “Universo Minori”, la presidente Rita Tulelli ed il vice- presidente Vittorio Miceli, hanno donato al direttore delle Carceri minorili di Catanzaro dottor Francesco Pellegrino molti libri, di vario genere per i giovani detenuti. Presente all’ incontro anche il dottor Nunzio Lacquaniti e la studentessa Mariachiara Chiodo, laureanda in Giurisprudenza , da sempre attenti alle tematiche sociali. L’Associazione ci tiene ad affermare che i ragazzi vengono arrestati perché hanno commesso azioni criminali e punibili dalla legge, ma ascoltandoli è facile capire che hanno alle spalle situazioni difficili, di abbandono, di violenza fisica e psicologica, di sfruttamento e soprattutto provengono da ambienti in cui regna la microcriminalità. Nelle carceri minorili i ragazzi reclusi studiano, per questo la nostra volontà di donare libri, che spaziano dalla storia, alla geografia, alla Bibbia per ragazzi, ai romanzi, alla letteratura, ai pensieri di Fabio Volo autore che i giovani apprezzano in particolar modo. Siamo dell’opinione che entrare in un libro vuol dire intraprendere un viaggio nella memoria proiettata al futuro, dove la realtà diviene meno vivida e concreta, ma più soffusa e particolareggiata, tanto da stimolare l’attenzione del lettore e permettergli di uscire dai suoi luoghi comuni e conosciuti e di liberarsi verso altri pensieri. Ci auguriamo che una volta scontata la pena i ragazzi vengano reintegrati nel tessuto sociale e che abbiano dei valori in cui credere.

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Note da notare

È il momento degli Hedaema La band passa le selezioni del Videofestival live All’esordio con il loro primo album Man in the mirror gli Hedaema, formati da Massimiliano Palermo (voce chitarra armonica) e David Formoso al basso e chitarre, con l’aiuto agli arrangiamenti di Mauro Godino alle chitarre soliste e Guda Mollo alle tastiere e archi, hanno presentato il loro brano I Remember per le selezioni della XVII edizione del “Video Festival Live” riuscendo a passare nelle semifinali, che si terranno il 12 maggio 2014 a Cattolica in Emilia Romagna. La realizzazione del casting calabrese è stata affidata dall’ideatore e produttore del festival Gianni Lardera, all’esperienza manageriale e musicale del pianista cosentino maestro Giuseppe Donato, con il coordinamento della dottoressa, Mariateresa Ciardullo, per la segreteria artistica. La trasparenza con cui il Videofestival live seleziona i suoi finalisti ha reso il festival privilegiato dagli addetti ai lavori nel settore della discografia e del management musicale, seguito con interesse dalle agenzie di casting della Rai Tv e Mediaset. Già dalle ultime quattro edizioni la presidenza di giuria del gala finale è affidata a Mara Maionchi. Il festival gode inoltre della partnership del prestigioso Mas (Music art & show academy) di Enrico Ruggeri e della partecipazione di artisti come Alexia, Silvia Mezzanotte, Paolino di Radio 102.5 con interessanti stages gratuiti offerti ai partecipanti già dalla semifinale. Gli Hedaema desiderano ringraziare Fiorentino Sarro di Talento Calabria (musica.talentocalabria.com) per il suo aiuto e costante partecipazione al progetto. Noi li abbiamo incontrati per farci raccontare l’emozione e l’intraprendenza dei nostri artisti del cosentino, David Formoso e Massimiliano Palermo. David ci comunica la bellezza del fare musica: «Per me la musica è vita e la massima espressione della felicità come per tanti che fanno questa attività. Perché la natura canta, anche se fastidioso il caotico traffico delle automobili, che con i loro clacson cantano. Il nostro gruppo ha una lunga storia nasce nel 1996 e in questo percorso ci accompagna la voce e compositore Massimiliano Palermo. Si è cominciato a lavorare sull’album che è composto di dieci brani dal titolo Man in the mirror e il brano con cui abbiamo partecipato al festival è I Remember, brano cui siamo molto legati». Ma quali sono state le prove e le gioie maggiori? «Dietro questa bella esperienza ci sono tanti sacrifici e tante prove, serate davanti al pc a decidere l’arrangiamento più adatto. Arrivati alle audizioni con un bagaglio di emozioni ci hanno regalato tanti momenti di condivisioni con altri musicisti, si cresce confrontandoci». La voce del gruppo ci racconta di come nasce l’album che è la storia di un giovane che guardandosi allo specchio non s’identifica pienamente con un mondo al contrario. L’esperienza - dice - è stata emozionante: non credendo, come spesso avviene, nella vittoria, alla fine ricevono i complimenti per gli arrangiamenti dalla produzione. Ma come si stanno preparando all’evento di Cattolica? «Stiamo pensando anche a un momento di spettacolo da appoggiare alla performance. Ci supporterà anche un fonico professionista per gli arrangiamenti dei brani. Cercheremo di presentarci nel modo professionalmente più adatto». Lucia De Cicco

Passano alle semifinali che si terranno il 12 maggio a Cattolica Il casting calabrese è stato affidato all’esperienza manageriale e musicale del pianista cosentino maestro Giuseppe Donato

Massimiliano Palermo e David Formoso Sopra, impegnati durante le audizioni

Prete e Manfredi al Rendano di Cosenza

Romanticismo in “camera” L’associazione Icams informa che lunedì 14 aprile alle ore 20 presso la Sala Quintieri del Teatro “Rendano” di Cosenza si esibiranno i maestri Eugenio Prete, violino e Paolo Manfredi, pianoforte, in un concerto dal titolo “Il Romanticismo cameristico”. Verranno eseguiti due capolavori del romanticismo in musica: la Sonata n° 1 op 78 di J. Brahms e la Sonata in la maggiore di C. Franck. Ingresso libero. I maestri dopo il successo alla stagione concertistica "La città della musica di Rossano" si esibiscono lunedì nel teatro della loro città natale e proseguono il loto tour giovedì 17 e venerdì 18 aprile con due concerti a Milano per la cooperativa “Ferruccio Degradi” e Serate musicali. Eugenio Prete (Cosenza 1975) si è diplomato in violino presso il conservatorio della propria città per proseguire gli studi con i maestri Georg Moench, Mauro Tortorelli e Cristiano Burato. Ha frequentato il corso di alta specializzazione nella professione d’orchestra presso il teatro “Alla Scala” organizzato dalla “Associazione Filarmonica della Scala” e suonato nell’orchestra Accademia filarmonica della Scala sotto la direzione di Riccardo Muti, Yuri Temirkanov, Giuseppe Sinopoli, Diego Fasolis, Gianluigi Gelmetti. Ha collaborato con l’orchestra Philarmonia Mediterranea. Ha suonato in importanti stagioni concertistiche e sale italiane (Teatro Rendano di Cosenza, Sala dei Notari di Perugia, Società dei Concerti Aretina, Teatro del Sogno di Roma, Teatro Masciari di Catanzaro, Cams, Associazione Quintieri, Associazione Jonica, ecc.). Ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Unical e la specializzazione in Musicoterapia presso l’Università di Padova. Attualmente insegna violino nella scuola media a indirizzo musicale. Paolo Manfredi si diploma in pianoforte a diciannove anni presso il conservatorio “Giacomantonio” di Cosenza. Significativi per la sua formazione gli incontri artistici con i maestri Sergio Perticaroli, Francois Joel Thiollier e Cristiano Burato. Sin da piccolo vince numerosissimi concorsi pianistici. Si è messo in luce inoltre nei concorsi pianistici internazionali “A. Scriabin” di Grosseto, “Ama Calabria” di Lamezia Terme, “Maria Canals” di Barcellona (Spagna), “Camillo Togni” di Gussago, “Premio Napolitano” di Vietri sul Mare, “R. Schumann” di Lamporecchio. L’ampiezza del repertorio gli permette di svolgere una intensa attività concertistica che lo ha visto esibirsi in numerosissimi recitals, in concerti di musica da camera e con orchestre, per importanti festival e rassegne concertistiche. È docente di ruolo presso la scuola media a indirizzo musicale di Cerisano. Attualmente insegna pianoforte principale presso il Conservatorio di Musica “A. Corelli” di Messina. È direttore artistico del concorso pianistico internazionale “Luciano Luciani” di Cosenza. È inoltre laureato in Dams presso l’Unical.


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Pillole di fede Nella Cattedrale di Cosenza

Via Crucis in musica di Lucia De Cicco

Il “Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia” sezione di Cosenza, ha celebrato la proclamazione a Beata di Maria Cristina di Savoia, che si è tenuta in Santa Chiara a Napoli lo scorso 25 gennaio, con la rappresentazione di Una Via Crucis in tutte le stazioni, nella Cattedrale di Cosenza e con l’intento di riservare in questa Quaresima, anche attraverso la drammatizzazione e il bel canto con la giusta musica, momenti di crescita religiosa, artistica e musicale, nonché di gioia, perché Cristo è gioia. Ha introdotto Angela Gatto, la presidente della sezione Cosentina, e don Giacomo Tuoto, rettore della Cattedrale, alla presenza dell’assistente spirituale della Associazione monsignor Merenda ed è seguita la relazione sulla beata dello scrittore e storico, Coriolano Martirano. Il momento celebrativo verso le 17,30 di domenica 6 aprile come ringraziamento a Dio di questa nuova beata. Verso le 19,00 si è vissuto il momento concertistico e di drammatizzazione dell’opera letteraria: Via Crucis Meditationes Passione Jesu Christi. Una riflessione intensa e lunga che la vede come la seconda realizzata nei tempi, sostenuta anche dalle realizzazioni pittoriche sulla meditazione delle Stazioni ed esposte dalla direttrice della Biennale di Treviso, Liana Calzavara Bottiglieri, che resteranno in dono alla Cattedrale, che provvederà a trovare una locazione adatta nella Diocesi. La Via Crucis è stata musicata dal maestro Francesco Perri con armonia ancor più esaltata nella sua bellezza dai testi di Francesco Terrone, testo redatto con la presentazione di monsignore Agostino, scomparso da poco lo scorso 24 marzo scorso, arricchito dalle opere dell’artista Calzavara con le voci splendide e tonanti nell’altezza delle capriate del Duomo, risuonanti tra le colonne e i graffiti dello stesso, del soprano Sarah Baratta e del tenore Federico Veltri. La celebrazione è stata intermezzata dalle poetiche musiche del dolore della passione, dalla Brutium Chamber Orchestra diretta da Francesco Mazzei e cantate dal coro della Cattedrale, diretto da don Serafino Bianco, con esecuzione all’organo del M Francesco Perri, Live Electronics di Tommaso Aiello, voci recitanti di Francesco Bossio, Vincenzo Capocasale, Luigi Caputo, Rossella Gaudio, Giovanni Turco. Il maestro Francesco Perri così ci dice: «Un progetto che è nato nel 2012, allorché il poeta Terrone, campano, compose la Via Crucis, così l’idea di affiancargli un oratorio, cosa difficile perché poteva diventare ripetitivo da un certo punto di vista, e nonostante la variegata possibilità strumentale oggi a disposizione. Un lavoro, tuttavia, che mi ha convinto, realizzato in circa sette mesi e come novità ho pensato di inserire l’elemento del live elettronico, mi serviva per dare il valore all’ascoltatore di una scena di drammatizzazione in uno spazio virtuale, che non esiste. Si ascolta la folla, la pioggia, il tutto in una sorta di spettacolo cinematografico. È stato

Con l’intento di riservare in questa Quaresima, anche attraverso la drammatizzazione e il bel canto, momenti di crescita religiosa, artistica e musicale, nonché di gioia: perché Cristo è gioia

presentato anche al Cardinale Ravasi, cui è piaciuto moltissimo, perché elemento di novità rispetto a un oratorio classico. Questa è la seconda Via Crucis, cosa che ho scoperto solo dopo essermene occupato, della storia della musica, la prima è stata composta da Franz Liszt alla fine dell’Ottocento». L’organico è stato ridotto per quanto riguarda l’orchestra, che presenta sessanta elementi più il coro e i solisti, per via dello spazio non era possibile portarli tutti, ma c’è anche il fattore economico, essendo stato realizzato a costo zero si è tenuto conto di un organico orchestrale più contenuto al fare da camera, con il coro imponente e con l’ausilio dell’organo. Aggiunge Perri: «La cosa che voglio sottolineare è che Cosenza ha bisogno di nuova cultura musicale, che per i musicisti rappresenta motivo di patimento, c’è un completo e abbandono da parte delle Istituzioni, di qualsiasi natura esse siano. Mi sento da musicista, che continua a vivere in questa città, ma che produce altrove, di dire che un teatro di tradizione è chiuso da due anni. Eppure gli elementi ci sono, dai tecnici agli artisti, ma ci si ritrova sempre le porte sbarrate, ma non solo per avere dei fondi ma per il realizzare le idee. Questa serata mi ha riempito di contentezza e anche se a costo zero l’ho fatto per la Cattedrale, luogo che merita, e per il suo rettore, don Giacomo che è persona squisita. Ma una imponente opera come questa ha un organico che vive della sua musica e non è pensabile ripeterla in queste condizioni». Abbiamo anche chiesto alla realizzatrice delle opere esposte, Liana Calzavara Bottiglieri, di raccontarci il percorso realizzativo delle stesse, le quali sono racchiuse nel testo del poeta Terrone. E di Come è nato questo lungo cammino di calvario. Ci ha risposto che dietro c’è una sofferenza, un dolore che ha il volto del marito, morto anni addietro e che attraverso i volti di questa via Crucis abbraccia la sofferenza del Cristiano e dell’uomo. Le sue opere sono arrivate in duomo e con l’ausilio del convegno di Cultura delle Cristine, grazie all’incontro fortunato del Rettore della Cattedrale, che ha accettato l’opera con grande piacere, lo stesso don Giacomo Tuoto ci conferma della sua volontà di far rimanere le opere come gradito dono alla Diocesi cosentina.

Da sinistra: Francesco Perri; la presidente e alcuni partecipanti alla serata tra cui il maestro di orchestra e il maestro Perri e don Giacomo Tuoto; l’artista Liana Calzavara Bottiglieri Sopra, il coro e l’orchestra



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