Voce ai giovani

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Anno 38 - 13 Settembre 2014 - Numero 37

Settimanale indipendente di informazione

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Nel segno di scienza e cultura la “Notte Unical dei ricercatori” una iniziativa per rafforzare il rapporto tra ateneo e territorio A 500 ANNI DI DISTANZA

DALLA MAGNA GRAECIA A OGGI

VERTIGO ARTE

La Certosa “Effe” come di Serra San Bruno filosofi in Calabria porta del cielo Il dizionario del “pensiero”

Settembre al parco e note in armonia

Nel 1514 i certosini tornarono nel monastero di S. Stefano del Bosco

Dal Nord a Catanzaro

di Pietro De Leo

Da Walter Caligiuri, una piccola enciclopedia dei pensatori calabresi

di Luisa Parrelli


II

sabato 13 settembre 2014

Nel segno della scienza e della cultura Il 26 settembre all’Unical

La ricerca fa le ore piccole È stata presentata, nella sala riunioni del nuovo Rettorato, la “Notte dei ricercatori” Unical, in programma il prossimo 26 settembre. Ad illustrare l’iniziativa ai giornalisti - rappresentanti di ben 11 testate, media partner dell’evento -sono stati il rettore, Gino Mirocle Crisci, e il delegato alla Ricerca e al Trasferimento tecnologico, p Roberto Musmanno. «Sono lieto di questa bella iniziativa - ha detto tra l’altro il rettore Crisci - che va nella direzione di rafforzare costantemente il rapporto tra l’ateneo e il territorio e di favorire le più ampie ricadute della ricerca sulla vita dei cittadini calabresi. Non siamo e mai dovremo essere - ha concluso Crisci - una realtà autoreferenziale e sganciata dal contesto economico, sociale e civile della regione e, senza dubbio, la “Notte dei ricercatori” rafforza questo nostro convincimento e questa indiscutibile scelta strategica e culturale». È toccato, a questo punto, a Musmanno illustrare brevemente i diversi momenti della giornata, che inizierà alle 09,30 del mattino per concludersi alle prime luci del nuovo giorno: «Siamo fieri e orgogliosi - ha detto il docente - di cimentarci in questa sfida, sostenuta anche da Fincalabra. Tutti potranno toccare con mano che l’ateneo di Arcavacata non è solo un luogo qualificato e prestigioso, sotto il profilo della ricerca e della didattica, ma - ha concluso - il simbolo di una realtà in cui è possibile anche divertirsi e gioire nel segno della Scienza e della Cultura». È sta la volta, quindi, di Fabio Vincenzi, che ha illustrato brevemente il programma della manifestazione relativo agli spettacoli e agli eventi artistici. All’incontro, hanno portato il saluto gli assessori del Comune di Rende Vincenzo Pezzi e Vittorio Toscano, titolari rispettivamente delle deleghe ai Rapporti con l’Università e agli Eventi culturali, che hanno sottolineato il valore della Notte dei Ricercatori, appuntamento di punta del Settembre Rendese, giunto alla cinquantesima edizione e in programma dal 9 al 29 settembre. Alla conferenza stampa hanno partecipato, inoltre, l’imprenditore Giuseppe De Masi e l’orafo Gerardo Sacco, testimonial dell’Università della Calabria, che saranno tra i protagonisti della Notte dei ricercatori, rispettivamente con il progetto della “Safety Cell” - una struttura antisismica applicabile con facilità in ogni tipo di costruzione - e con una sfilata di gioielli ispirati alla cultura contadina e alle tradizioni popolari. Il programma dettagliato dell’evento è consultabile sul sito www.nottedeiricercatori.unical.it.

Il rettore Crisci: «Iniziativa che va nella direzione di rafforzare il rapporto tra l’ateneo e il territorio e di favorire le più ampie ricadute della ricerca sulla vita dei cittadini calabresi»


sabato 13 settembre 2014

Presenze al cubo L'Unical tra i protagonisti del 41° congresso della Società europea per gli organi artificiali

Il sacro Graal della sostituzione d’organi L’Università della Calabria avrà un ruolo molto importante nel 41° congresso della Società Europea per gli organi artificiali (Esao*) (www.esao.org) - in programma a Roma dal 17 al 20 settembre prossimi, presso il centro congressi Giovanni XXIII del policlinico Gemelli, prestigiosa struttura ospedaliera della quale quest’anno ricorre il cinquantenario della fondazione. Tra gli organizzatori del simposio scientifico, infatti, oltre al professor Celestino Pio Lombardi, direttore dell’unità di Chirurgia endocrina del Gemelli/CIC dell’Università Cattolica, c’è anche il professor Gerardo Catapano, ordinario di Bioingegneria industriale presso il dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio e Ingegneria Chimica dell’Unical. Il congresso - il cui presidente onorario è il professor Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina dell’Università Cattolica di Roma - propone come tema di riflessione e approfondimento: “La felicità del paziente: il Sacro Graal della sostituzione d’organo”, ed è riservato a medici, personale sanitario, biologi, biotecnologi, fisici, chimici e ingegneri che operano o sono interessati a sviluppare, ottimizzare o usare in modo efficiente organi e tessuti artificiali, bioartificiali o bioingegnerizzati. Attraverso 76 presentazioni, 116 presentazioni orali e 164 presentazioni di poster da parte di scienziati di tutto il mondo, i partecipanti al Congresso cercheranno di identificare i limiti delle tecnologie esistenti per il trattamento di gravi carenze di tessuto o organo, indicando la strada per lo sviluppo di nuovi trattamenti e dispositivi per la sostituzione di tessuti o organi che idealmente realizzino la felicità dei pazienti o che, nel breve tempo, ne migliorino la qualità della vita. In particolare, il Congresso si propone di: - discutere l’importanza degli aspetti tecnici, psicologici e etici per la felicità di pazienti con carenze serie di tessuto o organo; - ridefinire la strategia per progettare e operare dispositivi e trattamenti per assicurare la felicità del paziente; - superare difficoltà di comunicazione tra scienziati e clinici di diversa formazione e promuovere, o rinforzare, collaborazioni multidisciplinari per sfruttare al meglio le sinergie possibili; - fornire informazioni sulle tecnologie più innovative per il trattamento di gravi carenze di tessuto o organo. Il congresso è patrocinato dal ministero della Salute nonchè da primarie società scientifiche e ricercatori impegnati nello sviluppo di nuovi trattamenti basati su tessuti e organi artificiali, bioartificiali e bioingegnerizzati. Numerose anche le sponsorizzazioni da parte di importanti Aziende del settore, la cui missione è di sviluppare dispositivi per trattamenti innovativi di patologie e traumi caratterizzati da serie carenze di tessuto o organo, a cui vanno i nostri sentiti ringraziamenti. Gli atti del congresso saranno pubblicati sulla rivista scientifica internazionale the International Journal of Artificial Organs. *La ESAO (www.esao.org) è una società scientifica la cui missione è quella di promuovere l’incontro e lo scambio culturale tra scienziati, clinici e operatori sanitari per sviluppare, ottimizzare ed usare in clinica in modo efficiente trattamenti innovativi per patologie o traumi caratterizzati da gravi carenze di organi o tessuti basati sull’uso di sostituti di organi e tessuti che possono essere artificiali (ovvero realizzati dall’uomo per simulare la funzione corporea mancante), bioartificiali (ovvero realizzati accoppiando dispositivi artificiali e cellule in modo da simulare la funzione corporea mancante) e bioingegnerizzati (ovvero basati sull’uso di cellule per simulare non solo la funzione ma anche la struttura del tessuto o dell’organo mancante o mal funzionante).

Nel centro congressi del policlinico “Gemelli” di Roma dal 17 al 20 settembre

Parola del sindaco di Catanzaro Abramo

Il Centro prelievi del Mater Domini riaprirà «Il Centro prelievi dell’azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini riaprirà nella prossima settimana». Lo ha reso noto il sindaco Sergio Abramo che, recependo le proteste di alcuni cittadini, ha contattato il direttore generale dell’azienda, Antonio Belcastro. Abramo, che da Belcastro ha ricevuto precise rassicurazioni in merito al riavvio delle attività, ha sottolineato come «la riapertura del Centro prelievi di via Tommaso Campanella, garantirà nuovamente ai tanti cittadini, soprattutto anziani, per i quali da tempo il presidio sanitario è un punto di riferimento, un servizio essenziale per l’intero sistema di tutela della salute del Capoluogo di regione. Si tratta di un Centro - ha concluso - che per posizione e facilità d’accesso, rappresenta un riferimento sanitario per l’intero hinterland catanzarese».

III


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sabato 13 settembre 2014

1514-2014 Quinto Centenario del primo ripristino della Certosa di Serra San Bruno

La Certosa porta del cielo Ricorre quest’anno il quinto Centenario del primo ripristino della Certosa di Serra San Bruno. Nel 1514, infatti, nel monastero di Santo Stefano del Bosco, sulle Serre calabresi, tornarono i certosini, accolti al canto del Te Deum dai cistercensi che avevano preso il loro posto dopo un secolo dalla fondazione della Certosa, eretta lì da Bruno di Colonia. Il loro ritorno avvenne col consenso di papa Leone X che dopo il rinvenimento delle reliquie di San Bruno ne autorizzò il culto, nel luglio di quell’anno. Il monastero divenne nuovamente Certosa. Alla sua realizzazione contribuirono famosi artisti italiani e stranieri che disegnarono e costruirono una tra le più belle “porte del cielo e aula di Dio”

Le remote origini Sin da tempi remoti lungo mulattiere e sentieri delle Serre calabresi, si insediarono in grotte monaci ed eremiti, desiderosi di appartarsi dal mondo e sfuggire, quasi in una nuova Tebaide, alle sue seduzioni. Qui, in un’ampia conca lacustre, tra orti e foreste, a poco meno di 800 metri sul livello del mare, venne a impiantare tra il 1091 e 1092, la sua esperienza ascetica un personaggio assai noto: Bruno di Colonia, maestro nella cattedrale di Reims e lì precettore del futuro papa Urbano II. Fu, senza dubbio, una scelta occasionale frutto di un viaggio al seguito del pontefice, che aveva intimato all’antico maestro di coadiuvarlo nell’opera riformatrice, in un momento assai difficile per la Sede Apostolica. A tale scopo gli aveva ingiunto di abbandonare il primo cenobio che aveva fondato in Francia (nel Delfinato, sul versante occidentale delle Alpi, non lontano dall’odierna Grenoble) e di raggiungere Roma. Città che aveva presto dovuto lasciare in fretta insieme con il papa, quando, decisi a tutto, l’imperatore Enrico IV e l’antipapa Clemente III avevano invaso i territori pontifici tentando di realizzare un disegno in precedenza fallito. Come già il predecessore Gregorio VII, Urbano II chiese aiuto ai Normanni, che avevano ormai consolidato il loro dominio nell’Italia Meridionale e a tale scopo raggiunse in Calabria Ruggero di Altavilla fratello del defunto Roberto il Guiscardo, al quale era stato affidato il compito di riportare all’obbedienza del papa le diocesi già soggette al patriarca di Costantinopoli. In tale prospettiva acquista rilievo l’elezione a metropolita di Reggio Calabria di Bruno di Colonia, patrocinata da Urbano II. Ma la scelta contemplativa del magister di Colonia era ormai irreversibile, maturata com’era durante i forti contrasti che l’avevano opposto al suo arcivescovo, Manasse di Gournay, prelato avido e dissoluto. Bruno rifiutò l’elezione ma scelse di rimanere in Calabria, assecondato in ciò dal conte normanno che gli mise a disposizione un cospicuo territorio, in località Torre, nelle Serre, così come aveva fatto alcuni anni prima, quando aveva favorito a Bagnara, di fronte alla Sicilia, l’insediamento di alcuni religiosi francesi. Sull’altopiano calabrese si sviluppò l’esperienza ascetica di Bruno, che ebbe modo di conoscere da vicino la vita dei monaci calabro-greci, i quali alternavano momenti di assoluto eremitismo con forme di vita comune, detta appunto cenobitica. Il fondatore della “certosa” non dimenticò i suoi confratelli francesi, nè i suoi amici tedeschi. A questi ultimi rivolse l’invito di raggiungerlo nelle terre del gran conte Ruggero; con i primi si mantenne sempre in contatto, come dimostra la visita all’eremo di Santa Maria della Torre del suo discepolo Landuino, che gli era succeduto come magister nell’eremo della Grande-Chartreuse. Sviluppando la sua istituzione, Bruno fondò a circa due km da Santa Maria il monastero di Santo Stefano per i fratelli conversi, mentre, grato all’Altavilla per i favori ricevuti, seguiva da vicino la famiglia del conte, prodigo di consigli soprattutto in ordine al raggiungimento della perfezione cristiana.

Nel 1514, nel monastero di Santo Stefano del Bosco, sulle Serre calabresi, tornarono i certosini, accolti al canto del Te Deum dai cistercensi che avevano preso il loro posto

La nascita di Serra La presenza e l’opera di Bruno nell’altopiano determinò un nuovo assetto del territorio in cui confluirono progressivamente torme di villani, ponendo le premesse per la nascita stessa del comune di Serra. Bruno di Colonia morì a Santa Maria della Torre il 6 ottobre 1101 a pochi mesi di distanza dal conte Ruggero. Lì ricevette sepoltura venerato dai suoi discepoli, che in seguito ne traslarono i resti mortali nella chiesa dell’Eremo, fino a quando nel 1513 le ossa furono canonicamente riconosciute e poste in un grande reliquiario dove tuttora si conservano. Dalla morte del fondatore sino al 1193, rimase attiva nelle Serre calabresi l’esperienza certosina con modalità non del tutto coincidenti con quelle in pratica nella certosa francese e in quelle a quest’ultima aderenti.


sabato 13 settembre 2014

1514-2014

delle altre consorelle d’Europa visse allora nello splendore del culto e delle opere d’arte e attese al governo spirituale e temporale dei contadini e degli artigiani insediati nel feudo monastico, non rinnegando certo i valori della solitudine e della contemplazione, caratteristiche peculiari di un ordine, mai riformato, perché mai deformato.

IlA segnare violento terremoto profondamente il destino dell’eremo, interrompendo «il

La Certosa di Serra ebbe, infatti, piena autonomia e modulò i suoi statuti di vita monastica aperta anche ai bisogni temporali e spirituali di tanti contadini e operai che abitavano nei loro territori. Per ragioni assai complesse e non ancora del tutto chiarite alla fine del secolo XII la comunità monastica si adeguò alle consuetudini cistercensi, in un frangente in cui molti antichi monasteri benedettini della regione furono per così dire riformati con quel genere di osservanza portata in auge da Bernardo di Chiaravalle e diffusa nel Mezzogiorno d’Italia dopo la pacificazione di Innocenzo II con Ruggero II re di Sicilia. Nei tre secoli di vita monastica cistercense non fu vanificato il ricordo della presenza e dell’opera di san Bruno, così che quando maturarono le condizioni i Certosini tornarono a Serra nel 1514 con il favore di Leone X, il pontefice che approvò il culto pubblico del loro fondatore. Iniziava l’epoca più felice della Certosa, che al pari

Il loro ritorno avvenne col consenso di papa Leone X che dopo il rinvenimento delle reliquie di San Bruno ne autorizzò il culto, nel luglio di quell’anno

corso del suo placido lustro» - come nota Michele Sarconi - fu nel 1783 il tremendo terremoto che sconvolse la regione. «In breve alcune delle torri esteriori restarono o frante o lese. La nuova cupola, il campanile, i chiostri, le magnifiche foresterie, la ricca spezieria, le basse officine e tutte le opere cominciate dal principio del XVI secolo, e in progresso continuate, furono ove affatto ruinate, ove altamente magagnate, e ove discretamente lese». I religiosi dovettero abbandonare la certosa con i suoi imponenti ruderi e gran parte del patrimonio culturale e liturgico del monasterium andò disperso. L’applicazione in Italia del Codice napoleonico portò nel 1808 all’abolizione dei privilegi feudali e alla fine stessa della prelatura territoriale che passò alla diocesi di Gerace e poi dal 1852, eccezion fatta per Fabrizia, alla diocesi di Squillace. Nessun serrese poteva rassegnarsi a tale stato di cose: l’arciprete mons. Maria Tedeschi, più tardi arcivescovo di Rossano, mobilitò nel 1820 la popolazione per salvare i beni mobili della certosa e lo stesso comune nel 1826 acquistò dal demanio le fabbriche superstiti e la statua argentea del santo e i reliquiari. Dopo un fallito tentativo di recupero dell’antica osservanza ad opera del padre Stefano Franchet tra il 1840 e il 1844, un rescritto regio del 21 giugno 1856 a firma di Ferdinando II consentì ai religiosi di riappropriarsi dei chiostri. Si insediò quindi la comunità certosina guidata dal portoghese dom Vittorio Nabantino. Ma proprio quando si accendevano nuove speranze di rinascita spirituale, sopravvenne nel 1866 un’ulteriore abolizione degli ordini religiosi, in seguito all’unità politica d’Italia. Se non fosse intervenuta nel 1887 la Grande Chartreuse ad acquistare dal comune di Serra i ruderi della Certosa e ne avesse voluto tenacemente la ricostruzione, a proprie spese, il sogno non sarebbe divenuto realtà. Fu incaricato della ricostruzione materiale l’architetto Franchet che, avvalendosi di maestranze locali, ripristinò gli edifici, in cui confluirono alcune delle opere precedentemente disperse che i lavori di restauro hanno posto ulteriormente in evidenza. Il 13 novembre 1900 l’opera fu completata con la solenne consacrazione della chiesa. Da allora sino a oggi la vita claustrale è proseguita regolarmente nonostante le vicende dei due conflitti mondiali, la crisi delle vocazioni e gli immancabili problemi che la crescente secolarizzazione ha provocato. Nel 1985, alla vigilia della festa di san Bruno, Giovanni Paolo II visitando per la prima volta la regione sostò nella Certosa, a nove secoli dall’istituzione dell’Ordine. Ventisei anni dopo - il 9 novembre 2011 - fu la volta di Benedetto XVI che raggiunse la Certosa di San Bruno, dove celebrò i vespri con la comunità monastica, in una liturgia rigorosa e essenziale, Ricordò ai monaci il significato del silenzio, di fronte al «progresso tecnico che ha reso la vita dell’uomo più confortevole, ma anche più concitata, a volte convulsa» in «città quasi sempre rumorose». E aggiunse una riflessione sui media e sulla «virtualità che rischia di dominare sulla realtà»: «Alcune persone non sono più capaci di rimanere a lungo in silenzio e in solitudine». Invece il carisma specifico della Certosa, proprio quello della preghiera e del silenzio è «un dono prezioso per la Chiesa e per il mondo» e ai monaci alla fine dice: «Il vostro posto non è marginale, nessuna vocazione è marginale nel Popolo di Dio». La pubblicistica locale - e non solo locale - ha indicato l’eremo calabrese come luogo di spirituale rifugio per il fisico Ettore Maiorana e per il pilota americano che sganciò la prima bomba atomica a Hiroshima. A prescindere dalla attribuzione fantastica di tali presenze, è significativo che ciò sia stato scritto e pensato, in quanto anche dall’alone della leggenda si misura talora l’importanza effettiva di una istituzione sul piano dell’immaginario collettivo, come peraltro avvenne al momento delle inusuali dimissioni di Benedetto XVI, quando si pensò che il papa “tedesco” si potesse ritirarsi nel cenobio delle Serre.

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sabato 13 settembre 2014

A Rossano sinergie positive Il vice presidente del Consiglio comunale Antonelli lancia una nuova proposta: «Facciamo studiare il “Rossanensis” nelle scuole!»

L’anno del Codex Il 2015 sarà l’anno del Codex. Un anno che vedrà impegnati sinergicamente le istituzioni cittadine, la chiesa diocesana e le forze imprenditoriali operanti sul territorio, nel rilancio turistico-culturale di Rossano e del territorio. Nelle prossime settimane, appena insediato il neo arcivescovo eletto di Rossano-Cariati monsignor Giuseppe Satriano, sarà convocato un tavolo permanente di confronto per pianificare le strategie d’azione in vista del ritorno in città del Rossanensis e, quindi, tutte le iniziative necessarie ad attrarre e saper ospitare nuovi flussi turistici. Nel frattempo, però, urge iniziare a educare, da subito, gli stessi rossanesi sull’essenza del Codice Purpureo: cos’è e cosa, soprattutto, rappresenta ancora oggi nella storia d’Europa e della chiesa. Per questo serve coinvolgere in questo processo di formazione costante anche le scuole e le associazioni. Da qui la nuova proposta di Antonelli: Facciamo studiare il Codex ai nostri ragazzi! È quanto scaturito dal riuscito e partecipato confronto-dibattito “Rossano custode di Patrimoni universali: il 2015 sia l’anno del Codex” promosso dal vice presidente del Consiglio comunale Lorenzo Antonelli a Rossano. Imprenditori, clero e amministratori a confronto per dire sì ad un percorso univoco che possa portare ad una proficua e quanto più omogenea promozione del prezioso Evangelario custodito nel museo di Arte sacra, nel centro storico. Al dibattito, aperto da Lorenzo Antonelli, padrone di casa, e moderato dal giornalista Marco Lefosse, è intervenuto il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti. Che ha ribadito la necessità di avviare un confronto quanto più condiviso sulle prospettive di rilancio del Codex. Il potenziale turistico ed economico di questo territorio - ha ricordato il primo cittadino - passa dalla capacità di saper mettere in cantiere iniziative di sviluppo virtuose. Quella del Codex è un’occasione unica, che solo vedendoci agire in sinergia potrà garantire gli sperati risultati. Serve unione d’intenti e la volontà di consolidare il rapporto tra le diverse forze sociali che vivono ed operano in città. Noi ci crediamo e per questo

Un anno che vedrà impegnate istituzioni cittadine, Chiesa diocesana e forze imprenditoriali operanti sul territorio, nel rilancio turistico-culturale di Rossano e del territorio


sabato 13 settembre 2014

A Rossano sinergie positive

- ha annunciato Antoniotti - nelle prossime settimane, dopo l’insediamento di monsignor Satriano, mi farò promotore di convocare un tavolo permanente per discutere proprio di questo piano d’azione turistico-culturale che dovrà vederci impegnati ognuno per la sua parte. - Quello che ci aspettiamo - ha aggiunto l’assessore alla Cultura Stella Pizzuti - è una grande operazione di marketing che potrebbe essere supportata anche dai nuovi finanziamenti regionali, creati proprio per la promozione delle emergenze culturali e destinati alle imprese private che vogliano sviluppare e concretizzare nuove idee. Numerosi gli interventi, le idee e le provocazioni lanciate arricchito per l’occasione dagli splendidi manufatti in argento del maestro orafo crosiota Domenico Tordo, raffiguranti le tavole del Codice Purpureo. Suggestiva, pregna di nozioni e curiosità sulle origini del Manoscritto, che andrebbero maggiormente approfondite con iniziative culturali scientifiche già nei programmi dell’Università Popolare diretta dal Prof. Giovanni Sapia presente al dibattito, la lezione di Filippo Burgarella, ordinario di Storia bizantina presso l’Unical e direttore dell’Iraceb.

Sarà convocato un tavolo permanente di confronto per pianificare le strategie d’azione in vista del ritorno in città del documento Intanto però urge iniziare a educare da subito gli stessi rossanesi sull’essenza del Codice purpureo

Pieno sostegno all’iniziativa e soprattutto alle fasi programmatiche e attuative che scaturiranno per aprire l’anno del Codex è stato espresso da Mariella De Florio, amministratore delegato di Simet SpA. La valorizzazione di un brand così importante quanto strategico qual è Rossano città del Codex - ha detto - può diventare un’azione di marketing vincente se la si affronta facendo leva su una proficua cooperazione tra i diversi attori interessati. E la nostra azienda, da sempre impegnata nel far conoscere il volto positivo di una Calabria che sa fare impresa, non farà mancare il suo contributo per garantire una programmazione di qualità e di ampie vedute. - Investire in cultura fa girare l’economia dei luoghi, ecco perché - ha aggiunto Fortunato Amarelli, massimo rappresentante dell’omonima storica fabbrica di liquirizia e del Museo storico della liquirizia che anche quest’anno ha fatto registrare presenze record - è necessario che il mondo dell’impresa si interessi sempre di più dell’industria culturale offerta dai nostri centri storici e dai nostri parchi archeologici. declinare il turismo al plurale significa comprendere che più si arricchisce l’offerta identitaria, più si diversifica e destagionalizza la domanda e quindi il flusso e la permanenza dei visitatori. - Un’idea, questa, condivisa anche dagli operatori turistici. Per Enzo Lapietra, massimo esponente dei giovani di AnceConfindustria Cosenza ed editore del settimanale Eco dello Jonio, il rilancio delle aspettative turistiche e delle nuove migrazioni dei flussi turistici verso il nostro territorio passa da una visione globale e d’insieme del patrimonio artistico. È necessario - ha ribadito Lapietra - creare una rete culturale delle nostre emergenze artistiche. Promuovere e comunicare le nostre bellezze partendo proprio dal Codex, ma per far conoscere ai visitatori anche quelli che sono gli altri gioielli che arricchiscono il vasto comprensorio della Sibaritide e che rimangono ancora sconosciuti. Il riscatto economico di quest’area della Calabria passa, dunque, anche dalla necessità di fare squadra tra i territori. La diocesi di Rossano-Cariati, principale attore nel piano di rilancio del Codex, rappresentata per l’occasione da don Giuseppe Scigliano, direttore dell’ufficio per l’insegnamento della Religione cattolica, ha garantito la sua disponibilità ad interagire con le forze sociali della città per pianificare tutte le azioni necessarie alla promozione del prezioso libro custodito nel museo diocesano di arte sacra. Un monumento vivente - ha ricordato - che per troppi anni è stato abbandonato alla sua sorte e che grazie all’interessamento della chiesa è stato rigenerato. Ora serve il contributo di tutti per far conoscere questo inestimabile patrimonio e soprattutto per tutelarlo. Da qui la nuova proposta lanciata dal vice presidente del Consiglio comunale, Lorenzo Antonelli, a cui va il merito di aver riacceso i riflettori su questa importante risorsa della Città, affinché il Codex Purpureus Rossanensis venga insegnato anche nelle scuole. È del tutto paradossale - commenta soddisfatto Antonelli all’indomani del primo confronto-dibattito - come gli stessi rossanesi non conoscano le origini e la storia del nostro prezioso evangeliario, molti tra noi probabilmente non lo hanno mai nemmeno visto. Ecco perché è necessario, a partire proprio dai banchi di scuola, che si dia vita ad iniziative per istruire la cittadinanza sull’unicità di questo gioiello religioso, che appartiene alla nostra memoria. © Fonte Cmp agency Rossano

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Rombi di soddisfazione

Successo per la scuderia dell’Unical L'ateneo a Varano de' Melegari (Parma), con la vettura "Oneiron 2014"

Centro residenziale Unical, domenica 28

Questa volta c’è da essere davvero soddisfatti. Non era, infatti, una cosa scontata per il team dell’Unical reparto Corse tornare dalla Formula Sae Italy 2014, che si è svolta nei giorni scorsi sul circuito di Varano de’ Melegari (Parma), con un “bottino” d’assoluto prestigio. Per la prima volta l’Università della Calabria - che ha partecipato con la vettura “Oneiron 2014”, interamente progettata e realizzata dagli studenti di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (Dimeg) - ha completato tutte le prove previste centrando l’obiettivo individuato all’inizio della stagione sportiva: concludere la prova d’endurance ottenendo, al tempo stesso, il punteggio totale più alto della storia del team. La classifica finale ha visto la scuderia dell’Unical piazzarsi al 26mo posto (nella categoria a combustione) su 44 università provenienti da tutto il mondo (14 Germania,10 Italia, 3 Israele, 1 Grecia, 2 Repubblica Ceca, 1 Francia, 1 Austria, 1 Malta, 2 Russia, 2 Polonia, 4 India, 1 Turchia, 1 Serbia, 1 Croazia) e al 5° posto tra le università italiane. Analizzando i risultati delle singole prove, l’Unical reparto corse ha ottenuto l’ottavo posto nel Cost Event, (prima tra le università italiane), Il 17esimo posto su 44 nel Design Event (5° posto tra le università italiane). Buoni anche i risultati nelle prove dinamiche e di consumo carburante, risultate tra le migliori. Questo il team, coordinato da Giuseppe Muzzupappa, che ha partecipato alla competizione di Varano de’ Melegari: Gianluca Niccoli (Team Leader), Arcangelo Malivindi (pilota), Mario Giorla (Pilota), Giovanni Schipani (Pilota), Salvatore Maiorano (pilota), Leonardo Muscolino (pilota), Domenico Costanzo, Shadi Shweiki, Anna Paola Messina, Ilaria Borrello, Salvatore Maffei, Sonia Palermo, Carlo Piro, Francesco Pagnotta, Marco Caira, Antonella Ardito, Bruno Tundis, Guido Ciccarelli, Domenico Tornese. Soddisfazione per gli ottimi risultati conseguiti, è stata espressa dal direttore del dipartimento di Ingegneria meccanica, Energetica e Gestionale, Sergio Bova, e dal magnifico rettore, Gino Mirocle Crisci.

Progettata e realizzata dagli studenti di Ingegneria meccanica, energetica e gestionale (Dimeg), ha completato tutte le prove previste centrando l’obiettivo: concludere la prova d’endurance ottenendo, al tempo stesso, il punteggio totale più alto della storia del team

Aspettando il Cosenza ComiCs Lo staff del Cosenza ComiCs, in collaborazione con il Centro residenziale dell’Unical, organizza per domenica 28 la manifestazione ludico-culturale “Aspettando il Cosenza ComiCs”. L’evento inizierà alle 15:00 presso gli spazi del Centro residenziale Unical nei quali sarà allestita una partita a scacchi viventi a cui il pubblico sarà invitato a partecipare. Vi sarà inoltre una mostra di opere di fumettisti ed artisti locali. Successivamente si darà inizio al raduno e contest cosplay al quale parteciperanno come giurati Federico Formica, in rappresentate del Cosenza ComiCs; Dario Casella, due volte vincitore del premio miglior gruppo cosplay al Lucca Comics, vincitore del premio principe dei cosplay al Romics, vincitore del miglior cosplay maschile alla fiera del fumetto di Reggio Calabria, vincitore del premio miglior interpretazione al Lamezia Comics; Maria Francesca Focarelli, vincitrice del premio Retrò al Comicon di Napoli, vincitrice del premio miglior cosplay femminile al Lamezia Comics, vincitrice del premio creamy al Romics; Brunella Morelli, proprietaria di “Fumettomania Megastore”. I partecipanti al contest gareggeranno per aggiudicarsi il Premio come miglior Cosplay maschile, Premio come miglior Cosplay femminile, Premio come miglior esibizione, Premio come miglior gruppo Cosplay. Al termine del contest il pubblico potrà assistere al concerto dei Gops (Game over perss start), band calabro-lucana che rivisita le sigle dei cartoni animati più famosi, dei film e dei videogiochi, in chiave moderna. Sarà presente inoltre la Smack (Smile and Cosplay) di Catanzaro, un’associazione onlus di volontariato impegnatissima nel sociale che grazie al cosplay oltre ad aiutare bambini socialmente svantaggiati, in ambito ospedaliero e non, attua un programma di promozione e tutela del territorio calabrese. L’evento è sponsorizzato dalla fumetteria “Fumettomania megastore”. Per informazioni sull’evento e su come iscriversi al contest: https://it-it.facebook.com/CosenzaComiCs http://www.fumettomaniamegastore.it/ http://www.unical.it/portale/strutture/centri/residenziale/ Oscar Mari


sabato 13 settembre 2014

Dalla Magna Graecia a oggi “Dizionario dei filosofi calabresi", opera di Walter Caligiuri, Cosenza, Edizioni Orizzonti meridionali 2014

“Effe” come filosofi in Calabria Il Dizionario dei filosofi calabresi intende porsi come una vera e propria “piccola enciclopedia filosofica della Calabria”, in grado di offrire una sintesi del pensiero filosofico e scientifico sviluppatosi in Calabria dall’antichità in poi, riunendo, nel modo più ampio e comprensivo possibile i suoi esponenti, non solo maggiori e più noti, ma anche minori e meno noti - la cui riscoperta si configura come un ulteriore scopo dell’opera - attraverso un’esposizione essenziale e concisa ma, al tempo stesso, sistematica e rigorosa, della loro vita e del loro pensiero. Le voci, cinquantotto in tutto, si succedono in ordine alfabetico ed includono non solo filosofi in senso stretto ma anche scienziati che hanno comunque offerto un contributo significativo alla riflessione filosofica, operanti sia nel campo delle scienze della natura, come matematici, astronomi, medici, sia nel campo delle scienze dell’uomo, come sociologi, economisti e giuristi. Ogni voce comprende un profilo biografico ed uno dottrinale, ed è corredata da una rassegna bibliografica, contenente i più importanti studi e lavori attualmente disponibili sulla vita e sul pensiero dell’autore trattato. Nella introduzione al volume, l’autore sottolinea che «nello stendere le voci di questo Dizionario, ci si è tenuti lontani da ogni metodo espositivo che potesse, in un modo o nell’altro, indulgere ad una qualsiasi forma di nazionalismo o localismo filosofico che, giocoforza, è destinata a ricadere nell’enfatica esaltazione municipalistica e provincialistica di personalità e dottrine la cui qualità intellettuale finisce per essere elogiata sulla base della loro appartenenza nazionale, regionale o territoriale piuttosto che sulla base del loro intrinseco valore speculativo [...] Parlare, infatti, di una ricerca storica sul pensiero filosofico calabrese ha senso solo se ci riferiamo alla comprensione di come e quanto i pensatori provenienti dalla terra calabra, in un arco temporale che dalla Magna Grecia arriva fino ad oggi, abbiano saputo, con le loro teorie, intuizioni ed anticipazioni, partecipare incisivamente e fecondamente al moto universale delle idee filosofiche e scientifiche, inserendosi degnamente nella “grande filosofia”, non solo, come il lettore potrà constatare, recependola originalmente ma, addirittura, in alcuni casi, influenzandone e condizionandone lo sviluppo; basti pensare, in questo senso, ai Pitagorici, a Cassiodoro, a Gioacchino da Fiore e, ancora, a Telesio, Campanella e Galluppi». L’opera costituisce, così, uno strumento di consultazione, di studio e di ricerca tale da poter esser adoperato non solo in ambito accademico e/o scolastico, ma anche da parte di ogni lettore appassionato di filosofia in genere o desideroso di approfondire, in particolare, la conoscenza della cultura calabrese.m Walter Caligiuri (Cosenza, 1977), è docente di Filosofia e Storia nei licei ed è, inoltre, membro del Comitato scientifico del Rosmini-institute - Philosophical research center (partner del Centro internazionale di Studi rosminiani di Stresa) con sede a Varese. Si occupa di Filosofia teoretica e di Storia della Filosofia. Sulla cultura filosofica calabrese, con particolare riferimento alle relazioni di essa con il pensiero europeo, ha già pubblicato i seguenti lavori: Introduzione a F. A. Piro, Della origine del male, Soveria Mannelli, 2005, nella collana Classici della letteratura calabrese; Francesco Antonio Piro e la filosofia di Leibniz. Principio di ragion sufficiente e problema del male, con Presentazione di Pietro Addante, Cosenza, 2006; Galluppi e Rosmini tra modernità e tradizione. Dalla critica del soggettivismo ad una nuova filosofia della soggettività, Villasanta, 2013. Tra le altre sue pubblicazioni: Max Scheler e i “Tentativi per una filosofia della vita”, in Filosofia moderna dello Swif (Sito web italiano per la filosofia), anno II, n° 2, 2005, disponibile anche in edizione a stampa come estratto (Cosenza, 2012); L’idea di contingenza e il destino della filosofia, in Filosofia moderna dello Swif, anno X, n° 10, 2006, disponibile anche in edizione a stampa come estratto (Cosenza, 2012): Utopismo e utopia nel pensiero storico-politico di Rosmini, in AA.VV., Rosmini, Gioberti e Gustavo di Cavour. Cristianesimo, filosofia e politica nel Risorgimento, a cura di S. Spiri, 2 voll., Villasanta, 2012, vol.2.; Tra Cielo e Terra. Idee per una “terza via” tra assolutismo e relativismo filosofico, Villasanta, 2014.

Una vera e propria “piccola enciclopedia filosofica della Calabria” in grado di offrire una sintesi del pensiero filosofico e scientifico sviluppatosi in Calabria dall’antichità in poi

Walter Caligiuri

Un mese di Memoria - Ferramonti dal 14 settembre

La fotografia e l’arte oltre il muro di Auschwitz-Birkenau

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sabato 13 settembre 2014

Quando si parla di scuola Squilla la campana...

Si torna fra i banchi In Calabria si ricomincia lunedi 15 settembre La chiusura invece è prevista per l’11 giugno Comincia ufficialmente l’anno scolastico 2014-2015. I primi ad entrare in classe, sono stati gli studenti della provincia di Bolzano. I secondi in ordine di tempo sono stati invece gli studenti della provincia di Trento e del Molise, che hanno iniziato le lezioni il 10 settembre. Il giorno dopo è toccato invece agli studenti della Valle d’Aosta e dell’Abruzzo, mentre tutto il resto della Penisola posticiperà alla prossima settimana l’ingresso nelle scuole. Da lunedì 15 torneranno tra i banchi gli studenti di Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. Gli ultimi ad iniziare le lezioni saranno gli alun-

ni di Puglia e Sicilia, tra i banchi a partire da mercoledì 17 settembre. Il termine delle lezioni del prossimo giugno è concentrato nella settimana dal 6 al 13. I primi a chiudere saranno gli studenti dell’Emilia Romagna e del Molise, che lasceranno la scuola già il 6 giugno. Giorno 8 toccherà a Lazio e Lombardia, mentre il 9 suonerà l’ultima campanella a Trento e in Puglia. Il 10 chiuderanno Campania, Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto, mentre giorno 11 toccherà ad altre sei regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Valle d’Aosta). Ultimi a lasciare le aule saranno gli studenti della Sicilia (13 giugno) e della provincia di Bolzano (16 giugno). Il termine delle lezioni per i più piccoli, invece, varia a seconda delle regioni: la provincia di Bolzano termina il 16 giugno, il Friuli Venezia Giulia termina il 27 giugno. Tutte le altre regioni, invece, terminano il 30 giugno.

L'arcivescovo di Catanzaro, monsignor Vincenzo Bertolone, alla vigilia del nuovo anno scolastico si rivolge ai dirigenti e agli insegnanti

Per una visione alta della vita «Carissimi dirigenti scolastici e insegnanti, mi rivolgo a voi all’inizio di questo nuovo anno scolastico anzitutto per ringraziarvi di quello che fate, del delicato ministero che svolgete con dedizione». Così l’arcivescovo di Catanzaro, monsignor Vincenzo Bertolone, alla vigilia del nuovo anno scolastico, si rivolge ai dirigenti ed agli insegnanti. «Mi sono tornate in mente - aggiunge - le parole di Simone Weil che riecheggiano una parabola evangelica: “Gli studi scolastici sono come il campo che racchiude una perla: per averla, vale la pena di vendere tutti i propri beni, nessuno eccettuato, al fine di poter acquistare quel campo”. La filosofa francese, con la sua metafora, porta a guardare con un’ottica diversa l’anno scolastico incipiente perché ci ricorda semplicemente, l’importanza della scuola, in specie in un contesto culturale, quale quello presente, segnato da scetticismo e da individualismo che sgretolando i capisaldi dell’educazione riducendola a mera trasmissione di conoscenze e abilità tecniche, consegnando così il singolo alla assoluta autonomia senza riferimenti valoriali oggettivi che lo orientino sul piano etico e sociale, e confinandolo in sé, lo fanno prigioniero della propria libertà illimitata. Questo avviene in una società che per molto tempo e’ andata fiera del benessere raggiunto e dello sviluppo conseguito e per questa via è arrivata a pensarsi autonoma dalle sue radici, inclusi valori ed ideali. Forse anche per questo alle urgenze poste dalla nostra epoca per l’educazione e la formazione dei giovani non sembrano essere state date risposte concrete e convincenti. Anzi, la scuola da risorsa pare essere divenuta marginale, un problema addirittura, con gravi conseguenze dal punto di vista sociale. Ne sono prova la diminuzione degli investimenti e delle risorse destinate all’educazione e alla cultura e la contemporanea insorgenza di vari malesseri a livello dei docenti e la diffusione, a livello giovanile, di modelli facili di successo, per i quali può risultare superflua qualsiasi seria preparazione intellettuale e morale. Questo scenario va contrastato con un’educazione che offra una visione alta della vita e valorizzi tutte le dimensioni della persona, non solo gli aspetti tecnici e scientifici, né solo quelli emotivi, ma l’uomo considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e anima, cuore e coscienza, pensiero e volontà». «Per questo - evidenzia monsignor Bertolone - è fondamentale il vostro ruolo. C’è un bisogno estremo di maestri, di buoni maestri, di gente che non insegni solo per professione, ma che creda che quello che fa è una missione che deve far crescere allievi non servili, non interessati soltanto al nozionismo, ma anzitutto alla vita. Prendersi “cura” della scuola è un compito irrinunciabile: è ad essa che occorre guardare quale bene di tutti e di ciascuno, operando nella prospettiva della sua concreta valorizzazione, del suo progressivo e coerente rinnovamento, della piena attuazione della libertà di educazione e di istruzione. Ignorarlo significherebbe macchiarsi di un delitto, come preconizzato già nel 1959 da Jacques Maritain: “Tra i giovani si fa sentire il vuoto, il nulla completo di ogni valore asso-

«Gli studi scolastici sono come il campo che racchiude una perla: per averla, vale la pena di vendere tutti i propri beni, nessuno eccettuato, al fine di poter acquistare quel campo»

luto e di ogni fede nella verità nella quale la gioventù è posta dall’intellighenzia al potere e da una educazione scolastica e universitaria che in generale, malgrado molte eccezioni individuali, tradisce allegramente la sua missione essenziale. La gioventù contemporanea è stata sistematicamente privata di ogni ragione di vita. E questo e’ un crimine spirituale”. All’inizio del nuovo anno scolastico, allora - conclude il presule - rinnovo ad ognuno di voi l’augurio più sincero per il prezioso servizio prestato tra sacrifici, ed a volte privazioni, ed assicuro a tutti la mia preghiera e la benedizione, confidando di avere occasione di incontrarvi, insieme con i vostri alunni e con le famiglie, ed offrendo fin d’ora non solo vicinanza ed affetto, ma la disponibilità ad essere, se lo vorrete, vostro compagno di viaggio nella nuova missione che vi attende».


sabato 13 settembre 2014

Tra sipario e casa Presentata a Cosenza la sedicesima edizione

Famiglie a teatro

Fa venire in mente l’effetto matrjoska la nuova edizione di “Famiglie a teatro”, l’iniziativa ideata dal Centro Rat-Teatro dell’Acquario, che l’ha promossa per la prima volta sedici anni fa e che per il sesto anno consecutivo viene organizzata insieme al Comune di Cosenza. Il perché si spiega col fatto che il progetto iniziale, volto ad avvicinare al teatro le giovani generazioni, dalla scuola dell’infanzia alle scuole secondarie di primo grado, ne contiene dentro altri. Dalla tradizionale e consolidata rassegna teatrale della domenica pomeriggio al Teatro “Morelli”, che partirà il prossimo 26 ottobre, per concludersi il 12 aprile 2015, al festival GenerAzioni Giovani (col sostegno della Regione Calabria), dal 18 al 22 novembre, sempre al Teatro “Morelli”, alle matinèes per le scuole con la messa in scena, il lunedì mattina e ancora al “Morelli”, degli spettacoli rappresentati la domenica pomeriggio nell’ambito di “Famiglie a Teatro”. A questo si aggiunga poi il Progetto “Memoria”, dal 29 al 31 gennaio 2015, con la messa in scena, in occasione della giornata della memoria, dello spettacolo “La valigia dei destini incrociati”, produzione del Teatro “Bertolt Brecht” di Formia, con il quale il Centro Rat ha in piedi da tantissimi anni un solidissimo sodalizio. A far da corollario al Progetto “Memoria” anche una mostra fotografica di Michael Kenna, dal titolo “L’impossibile oblio” che documenta “gli ambienti del terrore” così com’erano e così come sono diventati, colti dall’obiettivo della reflex di Kenna tornato sui campi di sterminio. L’iniziativa “Famiglie a teatro” è stata presentata nella sala conferenze della sede comunale di “Io Cittadino”, in via San Martino, alla presenza dell’assessore alla Cultura, alla scuola e alla formazione della coscienza civica Geppino De Rose, dell’assessore al Teatro e allo spettacolo Rosaria Succurro, del direttore artistico del Centro Rat-Teatro dell’Acquario Antonello Antonante e di Dora Ricca, responsabile del progetto insieme a Marianna Bozzo. Nel rimarcare l’importanza dell’iniziativa, l’assessore Succurro, che ha aperto la conferenza stampa, ha sottolineato l’utilità del Progetto, sia per i ragazzi delle scuole che per le loro famiglie. «Il teatro - ha detto la Succurro - trasferisce dei valori significativi che non sono solo quelli racchiusi in un modo di agire diverso, ma che includono anche la vita reale portata in scena e l’interazione con il pubblico». Ad immaginare una proiezione di “Famiglie a teatro” nell’ottica della smart city è stato, invece, l’assessore alla Cultura e alla scuola Geppino De Rose. «Questo progetto di educazione teatrale, calato nell’ambito della smart city - ha detto De Rose in conferenza stampa - può dare nel tempo dei risultati stimolanti. Ciò accentua il nostro essere compli-

Per far avvicinare le giovani generazioni, dalla scuola dell’infanzia alle scuole secondarie di primo grado

ci e partecipi dell’attività posta in essere dal Centro Rat-Teatro dell’Acquario a fianco del quale ci siamo schierati anche nei momenti di difficoltà che tutti ricordano, quando venne messa in pericolo la sua sopravvivenza. L’amministrazione comunale guidata da Mario Occhiuto - ha proseguito De Rose - vuole rendere la città sempre più attenta alla fruizione di contenuti culturali. La sfida che abbiamo intrapreso è quella di fare di Cosenza un centro nel quale accumulare capitali cognitivi di cui questa vascolarizzazione del tessuto culturale della città è un segno importante». Ad entrare nel dettaglio del progetto sono stati poi Dora Ricca e Antonello Antonante. «Pur nella crisi che attanaglia il teatro in generale, forse noi - ha detto Dora Ricca - stiamo meglio di altre realtà nazionali, probabilmente perché più abituati a gestire l’emergenza. Obiettivo dei nostri progetti, che si aprono a tutta la regione e non solo alla città, è quello di reinventarci un pubblico e riconquistarlo, a cominciare dai bambini». Tra le attività collaterali di “Famiglie a teatro” c’è poi il Laboratorio “Scopriamo il teatro”, per le scuole di ogni ordine e grado. Un percorso didattico-teatrale di una o più giornate, da realizzare nelle scuole e finalizzato ad una performance finale. Il laboratorio, come ricordato dalla Ricca, è stato già sperimentato con successo lo scorso anno nella scuola dell’infanzia intitolata a Gianni Rodari. Gli spettacoli di “Famiglie a teatro” avranno un prezzo bloccato. Costo del biglietto, soltanto 5 euro. La novità quest’anno è data dalla possibilità di abbonarsi, a 50 euro, a tutti e 12 gli spettacoli. 30 biglietti a spettacolo saranno poi distribuiti gratuitamente ai bambini delle Case famiglia della città. Rinnovata anche la collaborazione con la casa editrice “Coccole Books” che consegnerà un libro gratuito ai bambini che frequenteranno più assiduamente la rassegna teatrale della domenica pomeriggio. Uno sconto del 15 per cento sull’acquisto dei libri sarà riservato dalla libreria Ubik a tutti i possessori del biglietto di “Famiglie a teatro”. Gli spettacoli di “Famiglie a Teatro” sono affidati ad alcune tra le compagnie nazionali e locali tra le più rappresentative del teatro per ragazzi, provenienti da Torino, Pisa, Genova, Porto S.Elpidio, Jesi, Chieti, Trieste, Formia e Firenze. Oltre al Centro Rat, da ricordare, tra le compagnie locali, “Rosso Simona” di Rende e “Dracma” di Vibo Valentia. Soddisfatto nel godersi il successo di “Famiglie a teatro” (16 mila gli spettatori totalizzati lo scorso anno tra bambini e genitori), Antonello Antonante chiude la conferenza stampa fiero della rinnovata collaborazione con il Comune di Cosenza e ribadendo quella che chiama «vocazione di servizio del Centro Rat che produce spettacoli, anche per ragazzi, dal 1976».

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La magia delle vette Vinicio Capossela in concerto per il “Demone meridiano”

Musica ad alta quota Domenica 21 settembre, in una sola giornata, musica di qualità e riscoperta del territorio. Lo scenario è magico: Monte Curcio (1788 metri s.l.m), vetta che domina il villaggio di Camigliatello, incastonato come punta di diamante all’interno del massiccio silano. Si parte alle ore 12.30 con interventi e spettacoli musicali e si prosegue fino alle 14.30 con live acustici e degustazioni a cura del Gal Sila Autentica. Alle 15.00 in punto - a tingere di magia le vette del monte Curcio - sarà Vinicio Capossela con un concerto unico e originale studiato per l’occasione dal titolo “Concerto per il demone Meridiano”. Coniugare sapientemente la valorizzazione dei beni naturali del territorio calabrese attraverso la promozione culturale, è questo l’obiettivo che gli organizzatori della manifestazione si sono posti con questo primo evento. Bee? Il verso “caprino” che dà il nome alla prima edizione di “La Sila suona Bee”, ideato e diretto da Archimedia Produzioni e PianoB, rappresenta null’altro se non la forte volontà di un ritorno alle radici e all’essenza dei nostri luoghi: il tentativo di rivalutare aree importanti della nostra Regione, utilizzando l’arte e la musica come linguaggio attrattivo, che doni ulteriore profondità e spessore al contesto in itinere. Un modo originale per tenere vive le tradizioni, provare le prelibatezze enogastronomiche tipiche del posto e creare un indotto economico che incrementi il potenziale turistico. Sulle vette del monte dove si terrà il concerto si arriverà attraverso gli impianti di risalita, godendo di uno scenario davvero unico e suggestivo. Un appuntamento imperdibile dunque, alla scoperta dei paesaggi e dell’autenticità del nostro patrimonio naturale attraverso il potere comunicativo della musica. Nei prossimi giorni si terrà una conferenza stampa per presentare in dettaglio il programma della manifestazione, prodotto finale di un’attenta ed importante sinergia tra l’organizzazione e gli enti pubblici partecipanti.

Il 21 settembre a Monte Curcio, Camigliatello Silano

Vinicio Capossela

La passione della cantautrice Raffaella Scarpelli

La vita... in Musica Un’estate di tante belle novità, per la cantautrice più vera e verace del nostro territorio, Raffaella Scarpelli, con un altro asso della musica, parola narrante di molte pubblicità e promo della Tv digitale Teletebe, e giornalista del settore cultura, arte e musica, della stessa emittente. Abbiamo sentito Raffaella Scarpelli e David Formoso. La passione della cantautrice Raffella Scarpelli inizia alle scuole medie presso la scuola cattolica delle Canussiane di Cosenza (ordine religioso, che ormai non c’è più nella città bruzia) e ci racconta si divertiva stando sempre vicino al piano a imitare la cantante in auge in quel momento, che era Patty Pravo. Ha sempre scritto da piccola, testi poetici e poi anche di canzoni pian piano che cresceva, fino all’esperienza radiofonica, ha fatto la prima presentazione del mio primo Cd a Roma con un buon riscontro nella città. Tanta gavetta con lo scopo, entrambi, di entrare nell’anima delle persone con emozioni dell’anima, protetti da uno scudo, una sfera magica che emoziona. Quest’anno è stato un anno molto entusiasmate per entrambi, l’anno della riscossa? Un anno di certo, ci dicono, in cui si è lavorato duramente tra serate in locali all’avanguardia, e sulla costa ed entroterra cosentino, con una puntata di ferragosto a Ischia e il Venezuela per sei mesi per la Scarpelli. Ci parlano del loro progetto come se fosse «il cassetto dei ricordi», così lo definisce la Scarpelli, «ci si diverte tra rispetto stima e amicizia reciproca». Il giusto stimolo tra i due artisti è nato grazie all’approvazione del pubblico e dal fatto che tra i due non c’è alcuna rivalità. Che cosa dire auguriamo a questi due bravissimi e umani artisti una lunga e bellissima carriera e senza scordare la lealtà che li contraddistingue con la consapevolezza di proteggere il loro sogno principale... la vita in Musica. Lucia De Cicco

Raffaella Scarpelli e David Formoso Sopra, l’esibizione dei due artisti


sabato 13 settembre 2014

Gambe e fiato Vertigo arte - Il mio settembre al parco

Prima maratona di mountain bike nel Parco nazionale della Sila

Lettera dal profondo Nord Sono una ragazza del “profondo nord”. Quando mi alzo al mattino ho davanti il monte Rosa e il dialetto calabrese mi è sconosciuto quanto l’arabo: però considero Catanzaro la mia seconda casa. È finita l’ottava edizione di Settembre al Parco e, dopo otto anni, è giunto il momento di “uscire allo scoperto” e raccontare la mia esperienza di agente e professionista nella realizzazione di questa avventura di musica e cultura. Chi mi conosce sa che non amo apparire perché metto sempre davanti il risultato del mio lavoro, tuttavia, essendo una fase che con la riforma delle Province potrebbe causare la fine delle iniziative promosse da questo ente, devo dire qualcosa. La musica è sempre stata la mia passione e la tenacia del mio carattere mi ha permesso di fare della mia passione il mio lavoro. Quando ho iniziato a far parte della squadra di Settembre al Parco ho ritrovato la stessa la passione in tutti coloro che vi sono coinvolti: la scelta degli artisti è una lunga caccia al tesoro tra le gemme della storia della musica, l’allestimento una scommessa con il tempo così mutevole a fine estate, la qualità dell’ospitalità, della strumentazione e dell’accoglienza un’ossessione. Ci impegniamo al massimo affinché chi arriva a Catanzaro per Settembre al Parco, sopra o sotto il palco, torni a casa felice e con un bagaglio di umanità in più. Quando il mio partner in questa avventura, Giacinto Lucchino di Ecsdance, mi parlò di un progetto della provincia in un bellissimo parco a Catanzaro, non pensavo che sarebbe nato un sodalizio di otto anni senza un’incomprensione, nonostante ogni edizione ci abbia messo a dura prova. Allo stesso modo, quando ho parlato la prima volta con Wanda Ferro ed i suoi collaboratori non ho sentito di avere di fronte dei clienti, ma persone che erano lì per qualcosa in cui credevano davvero. Il mio mestiere mi porta a collaborare con tanti amministratori pubblici e purtroppo spesso i criteri di scelta di uno spettacolo vanno dal prezzo, al numero di persone che riesce ad attrarre, alla visibilità che produce. Nessuno di questi criteri è mai stato alla base di Settembre al Parco. Ovviamente si è cercato ogni anno di ottimizzare le risorse ma le scelte sono state fatte sempre e soltanto puntando alla qualità. Sapevamo, all’inizio, che alcuni artisti non avrebbero pagato subito in termini di pubblico, ma abbiamo deciso di scavare in un terreno fertile e coltivarlo anno dopo anno, abbiamo pensato ad una rivoluzione culturale. La cultura non è immediata, né facile, non sempre è di tutti, ma è per tutti; ed il primo traguardo di un evento “culturale” deve essere un’occasione per partecipare e crescere. Questo traguardo Settembre al Parco l’ha raggiunto, con presenze sempre maggiori ed una bellissima cultura dell’ascolto. Ho la presunzione di credere che alcuni ragazzi di Catanzaro si siano avvicinati allo studio di uno strumento musicale, oppure abbiamo speso dei soldi per comprare un disco, dopo aver assistito ad uno degli straordinari concerti nell’anfiteatro del parco, o dopo aver conosciuto e chiacchierato con qualcuno degli artisti. Ed anche che abbiano avuto l’occasione di associare un volto ed un’epoca a brani musicali rubati da un film o da uno spot pubblicitario, comprendendo cosa c’è dietro quel grandissimo movimento di cui la musica non è che una declinazione. Ho infine la presunzione di credere, per le decine di messaggi di ringraziamento ricevuti, che tutti i nostri artisti siano tornati a casa più “colti”, a loro volta, per aver scoperto una terra bellissima e ricca di storia, forse mai troppo pubblicizzata. Allora devo ringraziare chi ha dato fiducia a questa ragazza del “profondo nord”, oltre all’occasione di crescere umanamente e professionalmente. Dall’amico Giacinto, professionale, serio e sempre ironico, a Wanda, donna dalla rara virtù di saper coniugare testa e cuore, pragmatismo e sensibilità, sempre nel rispetto assoluto del lavoro di ciascuno; e poi tutti gli amici, da Rino con la sua cultura e passione musicale sconfinate, a Piergiorgio, Antonio, Peppe, Pino, Giovanni; e poi Bruno e il suo staff irrinunciabile, Tonino "il bravo presentatore", Giacomo ed il servizio d’accoglienza, gli addetti al parco, i tanti bravi giornalisti e tutti gli altri che non menziono ma ho ritrovato ogni anno in prima fila ed a disposizione, prima, durante e dopo il festival. Spero di rivedervi presto! Con affetto.

Ruote verso l’alto Domenica 14 settembre a Villaggio Mancuso Taverna (Catanzaro) la prima edizione organizzata dall’Asd Explorers Catanzaro, sotto l’egida delle federciclismo

Si svolgerà domenica 14 settembre a Villaggio Mancuso - Taverna (Catanzaro) la prima edizione della “Marathon del Parco nazionale della Sila”, una gara di mountain bike organizzata dall’Asd Explorers Catanzaro, sotto l’egida delle federciclismo. La macchina organizzativa è impegnata a pieno regime per le ultime rifiniture dei preparativi e per garantire la massima sicurezza a tutti i partecipanti e alle loro bici. In tale operazione sono impegnati dei volontari Explorers in collaborazione con gli addetti del Corpo forestale dello Stato, coordinati dall’Utb di Catanzaro, diretta dall’ingegnere Cucci, e dall’A2A, coordinata dall’ingegnere Farilla. Ci sarà, inoltre, una squadra di circa 80 volontari per assistenza sul percorso con mezzi fuoristrada che seguiranno i bikers per l’intero tragitto, forniti dall’Associazione Nazionale Polizia di Stato, dai Comuni di Taverna e Zagarise, dall’Avis Presila, dalla Protezione civile Sorbo San Basile, dalla Proloco di Taverna e Corpo Forestale dello Stato. Un ulteriore supporto viene fornito poi dalle moto del gruppo bikers Tassitano; mentre i punti di assistenza sanitaria vengono garantiti dal personale medico dell’Avis Presila e dalla Croce rossa italiana. Il tracciato prevede la partenza da Villaggio Mancuso per dirigersi verso la diga del lago Passante e costeggiarlo fino ad imboccare la salita “Posino”, al cui scollina mento i partecipanti avranno modo di raggiungere il villaggio rurale Ciricilla, dal quale attraversando la strada che porta a Spineto, ci si immetterà nel sentiero che conduce alla nota Valle del Tacina, con diversi tratti pianeggianti e brevi tratti in salita. Raggiunto il laghetto del Tacina, al 23° km il giro svolterà a sinistra per dirigersi, dopo la seconda salita impegnativa al 31° km verso Torre Rinosi, quota 1620 m., da dove si ritornerà verso la valle del Tacina per dirigersi verso la località Mazzaforte con salita di media difficoltà di circa 7 km. Arrivati al secondo attraversamento stradale (strada per Buturo) la strada inizierà a scendere velocemente per 6 km circa, prima della salita finale, passando dal fiume Simeri in località Roncino, che conduce verso Villaggio Mancuso. La gara sarà valida come prova del Trofeo “Raccogli i Fiori del Parco”, che rientra nel prestigioso circuito del trofeo dei Parchi naturali. Per tutti i bikers partecipanti, agonisti ed escursionisti è previsto il servizio di cronometraggio, fornito da Hot laps di Michele Carella. Attività per gli accompagnatori dei bikers sono previste con l’accompagnamento di guide del Corpo Forestale dello Stato, che avranno modo di visitare il “Centro Visite A. Garcea” all’interno della Riserva Naturale Biomedica “Poverella-Villaggio Mancuso”, nonché i musei tematici “Le Foreste della Sila” e “Le Foreste e l’Uomo”. Il programma prevede pure una visita al Museo Civico di Taverna per ammirare le opere di Mattia Preti. «La gara sarà un importante evento - ha dichiarato Antonio Astorino, responsabile organizzativo dell’evento - in quanto è coinvolto tutto il territorio silano catanzarese dei comuni di Taverna, Sorbo San Basile e Zagarise. Vogliamo offrire il massimo dell’accoglienza e dell’ospitalità ai partecipanti, coinvolgendo le istituzioni locali e gli operatori del Villaggio Mancuso per far riuscire al meglio l’iniziativa». L’evento ha già registrato l’iscrizione di un buon numero di appassionati bikers e loro accompagnatori ed altri provvederanno ad iscriversi nei prossimi giorni. Si invitano, pertanto, gli interessati a consultare il regolamento attraverso il sito www.mtbonline.it (sezione calendario eventi) e sulla pagina facebook Asd Explorers Catanzaro; o tramite E mail: mtbcz@libero.it ; tel. 347/7032078.

Luisa Parrelli - www.vertigomusic.it Franco Bartucci

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Dalle mani alla rete "Made in Italy: eccellenze in digitale", il progetto promosso da Google in collaborazione con Unioncamere

Due reggini, Andrea Andidero, 26 anni, laureando in Informatica all’Università di Messina, e Mariarosa Curatola, 27 anni, laurea in Marketing management all’Università “Bocconi” di Milano, sono i due selezionati da UnionCamere per favorire la digitalizzazione delle imprese dei settori agroalimentare e sistema casa all’interno del territorio della Camera di Commercio di Reggio Calabria

L’agroalimentare che naviga Diffondere la cultura dell’innovazione digitale e accrescere la consapevolezza dei vantaggi derivanti da un utilizzo più avanzato del Web per il made in Italy. Valorizzare lo scambio di competenze tra le piccole imprese e i giovani nella transizione al digitale per valorizzare anche all’estero le eccellenze produttive italiane a partire dall’agroalimentare e dall’artigianato. Questi gli obiettivi del progetto “Made in Italy: Eccellenze in digitale”, promosso da Google in collaborazione con Unioncamere. Il compito di supportare le imprese nel percorso di digitalizzazione è stato affidato a 107 giovani, formati da Google e Unioncamere, che per 6 mesi saranno ospitati in 52 Camere di Commercio in tutta Italia. Affiancati da un tutor dedicato all’interno della Camera di Commercio, i giovani digitalizzatori svolgeranno attività di sensibilizzazione e supporto alle imprese del territorio per aiutarle a creare o sviluppare la propria presenza online, sfruttando così le opportunità offerte da Internet per far conoscere in tutto il mondo le eccellenze del made in Italy. L’iniziativa si inserisce all’interno della campagna e-Skills for jobs della Commissione europea e ha il patrocinio del ministero dello Sviluppo economico. Andrea Andidero, reggino 26 anni, laureando in Informatica all’Università di Messina, e Mariarosa Curatola, anche lei reggina, 27 anni, con una laurea in Marketing Management all’Università “L. Bocconi” di Milano, sono i due giovani selezionati da UnionCamere per favorire la digitalizzazione delle imprese dei settori agro-alimentare e sistema casa all’interno del territorio della Camera di Commercio di Reggio Calabria. «La Camera di Commercio di Reggio Calabria - ha dichiarato il presidente Lucio Dattola - sostiene con convinzione il progetto “made in Italy: Eccellenze in digitale”, che rappresenta una qualificata opportunità di diffusione e promozione della cultura dell’innovazione digitale a supporto delle imprese reggine e che, nel contempo, è in grado di favorire e valorizzare un prezioso scambio di competenze ed esperienze tra i giovani digitalizzatori e le imprese del territorio». Andrea e Mariarosa fin da ora si occuperanno di analizzare il livello di digitalizzazione delle imprese dei settori agro-alimentare e sistema casa di riferimento residenti nel territorio di Reggio Calabria, promuovendo le opportunità offerte alle imprese. Una volta raccolte le manifestazioni di interesse, la Camera di Commercio di Reggio Calabria individuerà e selezionerà le imprese beneficiarie del progetto, implementando e condividendo con esse un programma di lavoro per la loro digitalizzazione. Grazie a Internet, infatti, aziende di ogni settore e dimensione possono far conoscere i propri prodotti, anche di nicchia, oltre i confini nazionali raggiungendo nuovi mercati e nuovi clienti in tutto il mondo. Recenti studi dimostrano che, al crescere del livello di maturità digitale, aumenta la percentuale di imprese che fanno export. Maturita’ digitale ed export hanno un impatto diretto sul fatturato delle imprese: fino al 39% del fatturato da export delle imprese di medie dimensioni che sono attive online è realizzato grazie a Internet. Sebbene tra il 2012 e il 2013 le ricerche globali su Google legate al made in Italy siano aumentate del 12%, esiste ancora un forte gap tra le nostre produzioni di qualità e loro presenza online. Anche perché solo una quota minima delle nostre imprese sfrutta tutte le potenzialità di Internet per accrescere il proprio fatturato. Tra le Pmi manifatturiere , la stragrande maggioranza ha un proprio sito web ma solo il 16% fa attività di e-commerce. È dunque evidente quali siano le opportunità che si aprono per le eccellenze italiane.

La vendemmia più scarsa dal 1950

Una pessima annata Con un taglio di oltre il 15% rispetto allo scorso anno la vendemmia 2014 rischia di classificarsi come la più scarsa dal 1950, con una produzione di vino che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri anche se molto dipenderà dalle condizioni climatiche delle prossime settimane. È quanto stima la Coldiretti nell’evidenziare che a condizionare i risultati sono stati gli effetti del maltempo che ha colpito gran parte del vigneto italiano. Nonostante l’ampia forbice delle previsioni in questa fase, è ormai certo che l’Italia perderà quest’anno il primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia dove - sottolinea la Coldiretti le stime per il 2014 danno una produzione di 47 milioni di ettolitri, secondo l’istituto del ministero dell’Agricoltura d’oltralpe. I tagli produttivi maggiori - precisa la Coldiretti - si dovrebbero verificare nelle Regioni del Sud ed in particolare in Puglia e Sicilia dove si stimano cali fino al 30 mentre le regioni del Centro sono le uniche a far registrare un aumento produttivo, stimato attorno al 10 per cento, e il raccolto è invece in calo in tutte le regioni del Nord. Le stime saranno però progressivamente definite perché molto dipenderà dalle prossime settimane perché restano ancora da raccogliere le uve nell’80 per cento del vigneto italiano, con la vendemmia che quest’anno sarà tardiva e non dovrebbe completarsi prima di novembre. Dal punto di vista qualitativo la stagione è stata fortemente influenzata dalla piovosità che ha alimentato incertezza e impegnato notevolmente gli agricoltori nella difesa dei grappoli, ma se non ci saranno sconvolgimenti - continua la Coldiretti - si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola. La vendemmia in Italia - sottolinea la Coldiretti - coinvolge 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole dalle quali si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino, realizzato per oltre la metà all’estero. Una ricaduta occupazionale stimata complessivamente in 1,25 milioni di persone che riguarda - precisa la Coldiretti - sia quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro Nei primi sei mesi del 2013 gli acquisti delle famiglie italiane di vino e spumanti sono risultati in valore pressoché stabili rispetto allo scorso anno (-0,1 per cento) in un quadro di calo complessivo dei consumi alimentari, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, mentre le esportazioni sono aumentate del 3 per cento nel primo quadrimestre e se il trend sarà confermato a fine anno sarà abbondantemente superato il record di 5 miliardi di euro.


sabato 13 settembre 2014

Pillole di fede Il poeta Francesco Fucile ci racconta la sua storia. Lo abbiamo incontrato in occasione del reading poetico Fiori chiari - Fiori scuri tenutosi a Bisignano

Una suora per amica di Lucia De Cicco

Francesco Fucile lo abbiamo incontrato in occasione del reading poetico Fiori Chiari- Fiori scuri tenutosi a Bisignano lo scorso 5 settembre nella piazza adiacente alla parrocchia di San Tommaso apostolo, voluta dall’associazione “La locomotiva”, con la collaborazione della Parrocchia e della casa editrice Apollo. Poeta del luogo ha intrattenuto una serie di performance molto interessanti, spaziando dall’amore alla spiritualità, alla difficile condizione, che vive la donna in tutto il mondo, raccolta che presto vedrà la luce in una pubblicazione di prossima uscita. Toccante i versi che inneggiano alla pace, alle donne lapidate, alle donne screditate, alle “prodigiose maschere di Dio” di cui ci fingiamo nella babele che è dentro noi, inseguendo successi e bramosie. Una poesia d’amore sottile e delicata, quella di Fucile, che attraversa la donna amata come un vento, per accarezzarla dolcemente ed essere sempre presente. Segue la storia di un bambino, con la sua catechista, suor Vincenzina, delle figlie di Maria Ausiliatrice: «Religiosa buona dallo sguardo gentile e il sorriso dolce e rassicurante (...) volto pallido, gote bianche. Una riflessione colpisce nel racconto: la lettura del Vangelo di Giovanni, in cui l’autore fa un’acuta osservazione: Mi resi conto che i Vangeli (...) non danno un resoconto dettagliato (...)». C’è, infatti, un buco nella storia, che fece Gesù negli anni prima di arrivare alla sua Passione, morte e resurrezione? «Gesù, declama l’autore, ha fatto tante altre cose (...) molti altri discorsi e tante sue parole sono state perse». Inoltre l’autore nel suo dir narrante, fa una giusta osservazione di come il Vangelo, soprattutto in Giovanni, ci esorta a una vita di valori, trafitti da una invece frenetica, rischiamo di perderci di vista le cose importanti, l’essere Cristiani. Forse anche certezze? Secondo l’autore è possibile che una persona possa amarci, che la vita se solo volessimo potrebbe essere meravigliosa. Ma come arrivarci? Per Francesco Fucile sarà la musica... «I canti degli schiavi afro-americani si chiamano Gospel, che significa, Vangelo». Cerchiamo di conoscerlo meglio: «Oggi frequento la parrocchia, dice Francesco, svolgendo un servizio preciso, animo la corale con

La storia di un bambino con la sua catechista suor Vincenzina delle figlie di Maria Ausiliatrice

Ricordi in rima, primo reading di poesia per Bisignano

Fiori chiari, fiori scuri Lo scrittore e poeta Stanislao Donadio ha dato l’opportunità a Bisignano di riscoprire la poesia. proponendo l’iniziativa del reading di poesia e musica a don Armando, il quale è stato disponibile a fornire location e collaborazione. «Poesia e musica - dice Donadio - sono arti talmente nobili da cui in nessun momento della nostra vita può prescindere». “Fiori chiari-Fiori scuri” il titolo della serata che ha visto la presenza di poeti provenienti da ogni parte del territorio cosentino: Luca Rota, Maria Romeo, Francesco M.T. Tarantino, Francesco Tenuta, lo stesso Donadio, Lucia De Cicco; ha coordinato Giovanna Massaro; assente per gravissimi motivi di famiglia il poeta Mario Iaquinta. Hanno collaborato all’organizzazione: l’associazione culturale “la Locomotiva”, la parrocchia di San Tommaso, Apollo edizioni. Musiche di Giuseppe Donadio. Il reading è stato dedicato alla memoria di Giorgio Lo Cascio. «Un ragazzo che sapeva scrivere e soprattutto cantare i suoi sentimenti e le sue sensazioni. Giovanissimo cantautore romano che iniziò la sua carriera presso il Folkstudio a Roma insieme all’altrettanto giovanissimo Francesco de Gregori, Antonello Venditti, Ernesto Bassignano, Renzo Zenobi. ln principio traduceva e cantava pezzi della famosa tradizione folk americana, Bob Dylan e Leonard Cohen, poi diede vita a un sodalizio con Francesco De Gregori che durò pochissimo. Lo Cascio, a mio modo di vedere, aveva un dono: sapeva dire le cose in modo semplice e diretto. Negli Anni ‘70 incise tre album, che ebbero un discreto successo fra le generazioni del tempo, poi si smarrì. Ci ha lasciato a quarantanove anni nel 2001 per un male incurabile. “Fiori chiari e Fiori scuri” è tratto dall’album Cento anni ancora, del 1977, e pone l’accento sull’eterna diatriba fra il mondo giovanile e il mondo degli adulti, nella società così come nella famiglia di ogni tempo e di ogni luogo». (Stanislao Donadio).

Francesco Fucile

un gruppo di giovani e mi dedico alle iniziative come la Passione vivente o altre che si svolgono in parrocchia per cui dono il mio contributo». Ma per Francesco Fucile che cosa ha rappresentato la piccola Vincenzina? «Donna di grande capacità, riusciva ad avvicinare i giovani con una didattica davvero splendida, riuscendo a dire e raccontare la vita di Gesù, in un modo che ci accattivava, soprattutto me e altri che faticavamo ad avvicinarci per via della pesantezza dei racconti dottrinari. Era un ascolto piacevole, brava didattica, brava persona e buona. A differenza di oggi, la parrocchia era molto piena di forme di associazionismo, come l’Azione Cattolica, ci vuole più capacità nei rapporti umani, sia da parte degli animatori sia dei catechisti e non rendere l’ora di religione solo un momento di studio, ma dovrebbe essere un momento di scoperta religiosa. Poi i catechisti dovrebbero essere più presenti nelle attività parrocchiali, questa è una delle lacune che ci portiamo dietro. Mancano i testimoni, che impattano con i giovani e che abbiano un carisma particolare per avvicinare. Tutto questo è venuto meno, oggi. Ecco il perché di questo racconto, di questa straordinaria figura di suora». «Orsù ragazzi! (...) Non dovete avere alcun timore di frequentare il catechismo, perché non ci sarà alcuna interrogazione!» (suor Vincenzina - tratto dal racconto di Francesco Fucile).

I poeti Luca Rota, laureato in Lingue e Letterature straniere, si occupa di giornalismo, letteratura e musica. Nel 2011 pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo Il silenzio assordante edita da Orizzonti Meridionali. Per Apollo edizioni, nel 2014, dà alle stampe il suo nuovo libro Dentro nell’ordine sparso. Maria Romeo è nata a Scala Coeli nel 1966, vive e lavora a Corigliano Calabro dal 2003. Spazia dalla poesia al decollages, esegue la tendenza ultima di inserire la grafica quale variabile in uno spazio creativo che ammette più espressività. Francesco Fucile coltiva l’interesse per le lettere; passione iniziata attraverso la poesia nel 1989, quando ha partecipato, a Ragusa, a un concorso letterario per poeti italiani contemporanei indetto dalla casa editrice "Cultura duemila", risultando tra gli autori vincitori. Stanislao Donadio nella sua poetica è molto spesso influenzato dalla tradizione surrealista europea e lega di sovente momenti di vita vissuta ad una dimensione imprecisata perdendosi in labirinti di parole, che s’inseguono fra rime ed assonanze, utopie leggere, iperboli. Buone notizie dal vento è stato presente alla Fiera Internazionale del Libro di Torino edizione 2014. Francesco M. T. Tarantino nasce e vive a Mormanno. Si laurea in filosofia presso l’Università degli studi di Firenze nel 1980. Nel 1978 è autore dei testi dell’album Carpineta. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, tutte risultate vincitrici di concorsi nazionali e internazionali. Frequenta a Roma la facoltà valdese di Teologia. Insegna Lingua italiana nelle scuole Penny Wirton di Eraldo Affinati con il professore Marco Gatto. È redattore della rivista online Faronotizie, dove cura anche la rubrica di poesia. Bella la poesia di Maria Romeo, tratta dal suo ultimo lavoro, un mini-libro del duale maschile-femminile, un dialogo interiore ed esteriore, che inebria l’anima e la carica di scariche d’infinito eccitamento dei sensi. Poesia impegnata e religiosa quella di Donadio e Fucile; profonda, piena di pathos e di sensualità sublimata e dolente la poesia di Francesco M. T. Tarantino.

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