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Giuliano Frosini: «Un’energia che sprigiona amicizia»
Da attraente ad accogliente, al Meeting una mostra sulla città
Vi raccontiamo un itinerario tra sei mostre del Meeting 2023
Tutte le novità di quest’anno tra mostre, laboratori e spettacolo
interviste interviste mostre villaggio ragazzi sport
Bosio (CSI): «Proposte sportive pensate per la Generazione Z»
ristorazione fundraising
Da Pizzaut alla Taberna Spagnola dietro ogni ristorante c’è una storia
Ora che il Meeting è ETS più doni, meno tasse pagherai
A cura di: Direzione Commerciale e Dipartimento Comunicazione FONDAZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI via Flaminia 18/20, 47923 Rimini RN meeting@meetingrimini.org
Progetto Grafico Bruno Monaco comunicazione non convenzionale Rimini
Aprile 2023
Questo numero è stato chiuso in redazione il 13/04/2023
Un’energia che sprigiona amicizia
Intervista a Giuliano Frosini, direttore Relazioni esterne e istituzionali IGT
Ingegnere elettronico, Giuliano Frosini nel Gruppo De Agostini ed in IGT ha la responsabilità di curare le relazioni con le istituzioni. Precedentemente ha lavorato in Terna, l’operatore per la trasmissione dell’energia elettrica, dove ha ricoperto il ruolo di direttore public affairs e degli affari regolatori. È stato inoltre impegnato nella Pubblica Amministrazione, ricoprendo vari incarichi in uffici di diretta collaborazione di ministri, in enti locali e in Sviluppo Italia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.
In più, da qualche anno è uno dei più entusiasti propulsori di un gruppo di professionisti che si affiancano al Meeting per ragionare su vari temi, tra i quali soprattutto l’energia. Gli abbiamo chiesto di raccontarci questo contributo.
Ci vuole raccontare come è nato e come si sta evolvendo il gruppo di lavoro sull’energia?
Il gruppo è nato da un’intuizione del direttore del Meeting Emmanuele
Forlani assieme a un gruppo di amici, Volevamo aprire ancora di più il Meeting all’esterno, alla società civile e coloro che partecipano e frequentano la manifestazione. Ci piaceva l’idea di portare il Meeting in un campo più arioso, perché una manifestazione così grande è di tutti e tutti possono aggiungere valore al Meeting, per poi ritrovare il loro apporto quando vanno a visitarlo.
Tanto più che parliamo di contenuti ad alto valore aggiunto…
Io la definisco una decodifica, una ca-
pacità di interpretare il presente su un ventaglio ampio di temi, scelti tra i più attuali e caldi, da proporre alla redazione culturale del Meeting perché ne valuti la bontà e la corrispondenza al titolo della manifestazione. È un esperimento che facciamo da tre anni; e io dico un esperimento riuscito. Certamente l’idea di ritrovare ad
Quale è per te l’aspetto più interessante di questo lavoro?
agosto un po’ di quello che è maturato nel corso dell’anno, come oggetto di riflessioni, incontri, dialoghi insieme, è molto soddisfacente – gli anglofoni direbbero exciting – per chi ha partecipato a questo lavoro comune.
Secondo me proprio l’amicizia. In fondo è l’idea che muove il Meeting stesso: vale sempre la pena trovarsi in amicizia con persone e sviluppare relazioni personali anche nel piacere di far parte di una squadra. Per me è una suggestione quasi emotiva, si sente di far parte di qualcosa di più ampio. Direi proprio che di tanto lavoro insieme, dell’incontrarsi, del lavorare su tematiche di frontiera quello che alla fine resta nel setaccio è l’amicizia.
Più Meeting uguale più amicizia. Esattamente. E poi a questo aggiungerei che per me, ma mi sento di dire per tutti noi, si tratta di una fenomenale esperienza di networking, l’idea che invece di far vivere il Meeting solo una settimana, possa crearsi un Meeting tutto l’anno. Il fatto che alcuni amici del Meeting, uomini delle imprese e del mondo del lavoro, comincino a trovarsi riflettendo sui temi più significativi del momento credo possa fare bene alla manifestazione e a chi vi partecipa. Noi come team che lavora sull’energia ci definiamo “MIM”, Meeting in Meeting. Di anno in anno, coinvolgendo vari gruppi, apriamo una riflessione sui nuovi temi dell’energia. Una volta che veniamo a sapere quale sarà il titolo del Meeting successivo costituiamo il nuovo gruppo, individuando le persone che secondo noi possono dare un contributo di sostanza.
Sono stati individuati alcuni argomenti che verranno sviluppati in alcuni incontri al Meeting: ce li illustri?
L’esito del lavoro che ho descritto è chiaramente l’individuazione di contenuti e quindi di argomenti fino a suggerire possibili relatori. Sul tema dell’energia in particolare occorre tenere conto che abbiamo passato anni irti di difficoltà con esiti drammatici ma anche ricchi di novità, soprattutto direi sul piano culturale.
Difficile vedere un risvolto positivo in un quadro così drammatico...
Mi spiego: una volta prendendo l’autobus o la metro sentivi parlare di calcio, ora è un fatto comune che si possa sentir parlare di energia, un
po’ per il caro bollette, poi purtroppo per l’esperienza della terribile guerra in Ucraina, e quindi per la crisi degli approvvigionamenti energetici, soprattutto di gas. Il risvolto positivo in questo quadro a tinte fosche è che le persone cominciano a maturare un’esperienza energetica, sviluppano una sensibilità ad argomenti prima appannaggio degli addetti ai lavori, ragionano sulla diversificazione delle fonti energetiche, comprendono l’importanza della sostenibilità e di contribuire a una maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili. Un altro tema di cui discute sempre di più è quello che io definisco l’alloggiamento dell’energia, ovvero come trasportare l’energia all’interno di reti concepite in modo nuovo, che non rientrano in una fenomenologia energetica più tradizionale.
Quale la principale differenza rispetto alle fonti tradizionali?
Le fonti energetiche che conosciamo da sempre producono energia “a comando”, le fonti rinnovabili invece sono intermittenti, il sole e il vento ci sono quando ci sono, non lo decide l’uomo. Così occorre dotarsi di categorie e conoscenze nuove per capire come possano essere inserite all’interno del sistema energetico nazionale. Ebbene: tutti questi temi che fino a poco tempo fa erano di pochi se non pochissimi, oggi sono molto più condivisi.
A che punto siete giunti quindi con la vostra riflessione?
I temi sui quali vogliamo porre l’accento sono soprattutto tre. Il primo è quello che definisco “comunità ener-
getiche rinnovabili”. È un tema che risponde a un problema più ampio e sociale, la democratizzazione dell’energia, tema molto vicino a quello del Meeting di quest’anno: come mettere a disposizione di tutti l’energia, ridurre gli sprechi e le emissioni, aumentare la componente prodotta dalle fonti rinnovabili, incentivare l’energia pulita. Il secondo tema è un evergreen: il Pnrr, i suoi numeri chiave, il loro utilizzo, la possibilità che il nostro Paese ha di diventare un big spender per realizzare infrastrutture energetiche rinnovate. Infine abbiamo pensato di proporre un incontro sullo stato dell’arte del sistema energetico nazionale, per capire a che punto è il Paese e quindi di conseguenza quali passi e quali sfide ci attendono.
Quali i prossimi passi?
Una volta identificati i tre argomenti, si tratta di individuare i possibili panel e i relativi relatori. Noi ci mettiamo a servizio del Meeting, se le nostre proposte saranno ritenute utili, se i componenti del gruppo ad agosto ritroveranno qualche briciolo di una loro idea al Meeting, per noi sarà una grande soddisfazione. Ma certamente comunque più amici tra noi e più amici del Meeting.
La città il luogo delle relazioni
Ragionare sulla città, sulla sua nascita, sulla sua evoluzione, sugli interventi per migliorarne la vivibilità, ha a che fare qualcosa con il titolo del Meeting 2023? Cosa c’entra l’amicizia inesauribile con la riqualificazione urbana? Non stiamo mettendo insieme concetti, idee, mondi lontani anni luce?
Luigi Benatti, Senior Associate dello studio bolognese Teco+Partners, che su questo tema ha accettato la scommessa di realizzare una mostra al prossimo Meeting, è convinto del contrario. «È proprio la città il luogo dove si esprime con maggior frequenza e intensità una trama di relazioni umane che nella città stessa trovano il loro scenario. La città è il luogo delle relazioni».
Questo è l’aggancio con il tema del Meeting?
«Certamente. La relazione come luogo di amicizia, lì dove ognuno trova il significato della sua vita personale: questa secondo me è la chiave del tema della rigenerazione urbana. Perché se non partiamo da questo presupposto corriamo il rischio, che trova innumerevoli documentazioni in termini di insuccessi anche in tempi recenti, di costruire luoghi e spazi che non rigenerano nulla ma che anzi de-generano e provocano ulteriori problemi di convivenza e di socializzazione nelle nostre città. Per comprendere di nuovo la funzione della città occorre accettare di rimettere l’uomo al centro. Non l’economia, non il profitto, ma la persona e la sua creatività. Economia e profitto seguono ».
Dove sta l’errore?
«Sta proprio nel non partire da una dinamica relazionale, non partire dal desiderio che il vero motore della trasformazione sia l’uomo con i suoi interessi e con le sue dinamiche creative».
Quindi non è solo un problema di hardware, di muri da tirare su, ma di software, ovvero di chi tra quei muri ci abiterà.
«Anche noi pensando alla prossima mostra del Meeting inizialmente eravamo partiti solo dall’hardware, ma a un certo punto ci siamo trovati a capire che la cosa più importante era capire cosa fa funzionare un
Suona molto bene, ma come farete a documentarlo?
«In questo momento stiamo vagliando quali esempi di rigenerazione urbana prendere in considerazione per la mostra, c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Oltretutto il nostro interesse non è sviluppare un discorso compiuto, ma proporre un percorso di esperienze che possano ognuna raccontare un aspetto della vicenda, lanciare delle provocazioni, degli spunti che ognuno poi può ritrovare nella sua città. Spunti generativi di uno sguardo, che ciascuno può portarsi a casa e utilizzare per trasformare anche piccoli ambiti di vicinato, per una progressiva riappropriazione
mondo costruito di spazi e di edifici.
Ci interessa indagare il software cioè la rete di relazioni. Questo è il primo tema per capire la natura della città, cosa significa anche a livello sociale costruire una città».
creativa degli spazi di vita delle nostre città».
È una prospettiva che riformula completamente il lavoro dell’architetto e in generale dei professionisti
che si occupano della rigenerazione urbana.
«Certo, il tema è costruire un contenitore di relazioni che esistono già, a priori, che perciò non si devono adattare a un progetto che hai già in mente, ma devono essere accolte all’interno di un ambiente urbano che ne valorizza tutte le potenzialità. È il titolo del Meeting quello che spiega che cosa costruisce una città. Da qui dobbiamo partire se vogliamo rigenerare anziché creare nuovi problemi, rendendo paradossalmente le città meno vivibili. Questa dinamica di relazione si espande su tutti i temi più
di Firenze, che pone il tema della rigenerazione urbana come coscienza, un testo molto semplice e rapido da leggere ma anche profondo, che fa capire bene di cosa stiamo parlando e del punto di coscienza al quale è arrivato il mondo che si occupa di questi temi. Anche alcuni recenti interventi, come quello di Mario Botta su Il Giornale dell’Architettura, intitolato “L’uomo oggi non è più al centro” sono stati di ispirazione».
Quali sono gli aspetti più significativi delle Manifatture in ordine alla mostra che vedremo in agosto nella
importanti che generano un nucleo urbano: la relazione con l’ambiente, con l’energia, con gli elementi della natura».
Può farci qualche esempio di intervento urbano che presenterete?
«Uno che ci piacerebbe raccontare è il caso della Manifattura Tabacchi di Firenze (nella foto), anche per il contenuto di pensiero che questo intervento esprime. Un testo che ci ha ispirato è stato il Libro bianco “Progettare la rigenerazione urbana multistakeholder” dell’Agenzia Lama
Fiera di Rimini?
«Ho trovato molto interessante il modo con cui hanno curato il tema della temporaneità. Se vuoi che certi luoghi diventino luoghi di vita, devi curare anche un processo, che inizia nel momento in cui i luoghi sono ancora da rigenerare. Così, per fare un esempio, metti a posto la struttura semidistrutta quel poco che basta e poi inviti tutta la città a esprimersi su come si possa rivitalizzare quel luogo».
Come sarà strutturata la mostra?
«È ancora presto per una risposta de-
finitiva, mi piacerebbe aprire con una sezione in cui si possa dare a un pubblico non necessariamente composto da esperti, alcuni concetti, ma anche sensazioni ed emozioni attraverso video di grande impatto. Una seconda sezione invece presenterà alcuni interventi di riqualificazione urbana che ci sembrano significativi, ognuno per un aspetto particolare. Qui vorrei che le persone avessero modo di prendersi il loro tempo, leggere attentamente, approfondire, farsi un’idea. Infine la sezione conclusiva, senza peraltro voler tirare le fila di un discorso che rimane sempre molto aperto e complesso, ma per provocare, emozionare, suggerire spunti che poi possono essere anche oggetto di confronto con i curatori della mostra. Siamo consapevoli che si parla di un tema che è un mare magnum: più che un punto conclusivo quello che vorremmo rimanesse è un punto di partenza. Come orientarsi, da dove partire, qual è il punto di riferimento, la stella polare a cui guardare nei processi di rigenerazione urbana?»
Fra le tante mostre che verranno proposte quest’anno al Meeting, sei, in particolare, posizionate anche fisicamente vicine nei padiglioni A1/ A3/A5, possono essere “lette” con un unico filo rosso. Non un tema in comune, ma un passaggio quasi naturale dall’una all’altra per scoprire più a fondo la provocazione contenuta nel titolo della prossima edizione del Meeting.
Sei esposizioni Un unico percorso
Meeting 2023
il prossimo salto di qualità (anche se non risolutivo) a livello globale. Si tratta di una sfida formidabile dal punto di vista tecnico-scientifico: sarà descritto lo stato dell’arte di progetti quali ITER, che coinvolge Unione Europea, USA, Cina, Russia, India, Giappone, Corea (nella foto un modellino in scala 1:50, si noti per le proporzioni il tecnico in tuta in basso a destra), e gli scenari che si possono intravedere per le future generazioni. Questa prima esposizione apre ad un approfondimento del rapporto tra l’uomo e l’ambiente.
È il focus della seconda mostra, curata da Fondazione Lombardia per l’Ambiente (FLA), che trova una chia-
Il percorso parte dalla domanda: che cos’è l’energia? L’energia ci è data, non si può produrre, ma solo trasformare e custodire. Ci sono vari modi con cui l’energia si mostra in natura: dalla fusione stellare alla fotosintesi solare. All’uomo il compito di renderla una risorsa. Un accento particolare in questa prima mostra, curata dall’Associazione Euresis, verrà posto sulla fusione nucleare, oggetto di un enorme sforzo scientifico a livello internazionale, che promette nell’arco di qualche decennio
ve di lettura nel Cantico delle Creature di san Francesco, per cui tutta la natura viene descritta come un rapporto di amicizia originaria con il suo Creatore e tra le creature stesse. Di qui la capacità di leggere una serie di processi dell’oggi: l’azione sulle fonti e la produzione di energia per intervenire sul cambiamento climatico, l’attenzione alla qualità dell’aria per proteggere la salute, l’uso attento dell’acqua necessario all’agricoltura e all’alimentazione, la cura della biodiversità per conservare il paesaggio, l’economia circolare che permette di realizzare la sostenibilità.
Un rapporto costruttivo con l’ambiente è ben rappresentato dal percorso della terza mostra, promossa da Cdo Agroalimentare. Anche qui il richiamo alla storia, nella fattispecie l’esperienza altomedievale dei monaci benedettini, diventa un criterio per leggere questioni contemporanee su temi scottanti. «Attraversiamo», spiegano infatti i curatori, «un periodo di grande incertezza. L’economia è scossa da eventi mondiali quali la pandemia, l’emergenza climatica, i conflitti militari, la crisi energetica. I valori delle cose si dematerializzano, come i rapporti fra le persone. Si lavora per consumare, si cerca la libertà fuori dal lavoro. La frattura del rapporto fra realtà e spirito, fra sé e il senso del tutto ha reso la realtà indecifrabile, l’io è frantumato e solo, facilmente preda del potere economico, ed è bloccato dall’incertezza del domani». I curatori propongono un percorso non per dare soluzioni pret-a-porter ma per aprire nuove domande: quali sono, dentro la crisi, i fattori costitutivi di una personalità individuale e collettiva capace di forza generativa? E cosa può innescare nell’uomo uno sguardo capace di costruire, restando saldamente ancorati alla realtà, esperienze di novità e di bene comune? La mostra sarà impostata secondo metodologie immersive e coinvolgenti, per trasmettere conoscenza attraverso l’emozione.
La dignità dell’uomo, il lavoro, la responsabilità sono tra gli ingredienti che comporranno anche la quarta mostra, dedicata al senso del lavoro. A tirare le fila dell’equipe che la sta realizzando è Francesco Seghezzi,
Dall’energia alla condizione giovanile, vi suggeriamo un itinerario tra sei mostre del
presidente della Fondazione Adapt: porterà il suo contributo anche la Fondazione per la Sussidiarietà, con il supporto di Team Service. Il lavoro, inteso come possibilità per il compimento di sé e non come puro guadagno o performance, unito al costruire insieme, diventano fattori di crescita e di sviluppo evitando doverismo e perdita di senso. «I contesti lavorativi complessi e i modelli organizzativi», scrive infatti Seghezzi, «tendono ad isolare le persone e
partire un progetto di ripensamento della città stessa? La rigenerazione urbana è un metodo imprescindibile per cambiare e riqualificare in modo sostenibile le nostre città. Cosa rende possibile la convivenza fra gli uomini per la costruzione di un luogo? Il ripensamento e la ristrutturazione di una città sono processi complessi che coinvolgono molteplici soggetti che collaborano nel progettare e talvolta nel ripensare un ambito sociale. «Non dobbiamo dimenticare»,
più giovani, alla fascia di età dell’adolescenza, dove si concentrano anche fenomeni sempre più diffusi come il drop-out ed il disagio giovanile. Attraverso l’umanità ferita dei ragazzi emerge quello di cui loro, come ogni uomo, hanno veramente bisogno: uno sguardo di bene che permetta di rialzarsi sempre e di guardare la realtà e gli spazi comuni come un’ipotesi positiva di percorso umano. Per questo porteremo al Meeting l’esperienza di alcune “opere” che in modalità differenti accompagnano il percorso di crescita di tanti ragazzi, anche quando questo percorso purtroppo non porta a un lieto fine. È il caso di Portofranco per l’aiuto allo studio, di Piazza dei Mestieri per la formazione professionale e insegnamento dei “mestieri” e di Kayros che si occupa di minori, comunità e famiglie, cercando di cogliere sempre il “momento opportuno” (questo significa in greco Kayros), perché «vivere il Kayrós vuol dire lasciarsi educare dagli avvenimenti, rinunciando alla tentazione di istruire Dio sul come dovrebbero andare le cose».
il lavoro rischia di perdere la dimensione di centralità nella vita come fonte di dignità, di soddisfazione, di sentirsi parte di una comunità, di cittadinanza, persino di democrazia». La mostra vuole approfondire questi aspetti cercando di capire come una dimensione di relazione, di rapporto, di amicizia possa esprimersi nel lavoro così da poter aprire spazi che rendano di nuovo il lavoro interessante, desiderabile e utile al mondo.
Il lavoro, gli affetti, la socialità, le relazioni coesistono in un ambito, quello della città. Ma da dove può
spiega il curatore Luigi Benatti, «che è sempre una vita che si appropria degli spazi e quindi sono le relazioni socio-economiche che possono generare un disegno, non un progetto perfetto pensato a tavolino». A partire da questo punto fermo assieme a Benatti sta lavorando una squadra composta da vari professionisti che proporrà vari esempi di interventi sulla città, soprattutto nel nostro Paese, ricchi di spunti e suggestioni per il futuro.
All’interno della città vi sono poi spazi di vita e di aggregazione dedicati ai
E questa ultima nota, al di là della contiguità tematica che lega ognuna delle sei mostre alla successiva, pare essere il vero fil rouge tra di loro: non proporre risposte preconfezionate, ma mostrare un lavoro e un cammino in atto, che guarda senza pregiudizi ai segnali che giungono dalla realtà, con la voglia di condividere con altri i grandi interrogativi che toccano tutti noi, oggi.
PID CYBER CHECK
Test on line che restituisce automaticamente al termine del questionario un report sintetico con il posizionamento digitale dell’impresa rispetto ai processi produttivi oggetto di indagine.
Assessment sul campo condotto dal personale della propria Camera di commercio e che si conclude con la predisposizione di un report più dettagliato, con suggerimenti operativi per migliorare il livello di digitalizzazione.
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Test rapido che consente un’autovalutazione del livello di rischio di un attacco informatico al quale le imprese sono esposte. Sulla base delle risposte fornite verrà automaticamente inviato un report nel quale è inclusa anche una quantificazione delle possibili perdite economiche derivanti da un attacco informatico.
Viaggia con noi nel Villaggio Ragazzi
Tante novità nell’edizione 2023, tra
Il Villaggio ragazzi del Meeting è da sempre uno scrigno pieno di sorprese e non sarà certo l’edizione 2023 a fare eccezione. Anzi, quello che si annuncia per il prossimo Meeting è un Villaggio ricchissimo di proposte, che già oggi cominciano a chiarirsi. «Il 2022 è stato un anno molto importante per noi», spiega Cecilia Torchiana che coordina l’equipe che lungo tutto l’anno progetta le iniziative per gli under-14 al Meeting, «per la prima volta si sono coinvolte molte giovani famiglie, sia riminesi sia milanesi, che hanno cominciato a lavorare insieme. Il risultato è stato un Villaggio ricchissimo di proposte. Quest’anno vogliamo ripartire da qui per fare ancora meglio»
Sono in cantiere già alcune mostre (top secret per ora il contenuto), che metteranno a tema l’amicizia in alcune sue forme storiche e artistiche, ma anche mostre che rileggono in una chiave inedita figure dell’immaginario giovanile come Peter Pan. «Per quanto riguarda il teatro e gli spettacoli», spiega Cecilia, «allestiremo come nel 2022 un’area polifunzionale. Abbiamo molte idee e stiamo già coinvolgendo compagnie, artisti, cabarettisti e cantanti». Durante la giornata lo spazio diverrà area per laboratori di gioco, motricità e giochi liberi con i volontari, luogo per incontri, area per canti o altre attività. Torneranno certamente anche i laboratori manuali, artistici, musicali, scientifici e gli incontri con personaggi sempre diversi: geologi, falegnami, pittori… Naturalmente poi verranno confermate tutte le proposte che nel 2022 hanno incontrato l’apprezzamento del pubblico. Tra queste l’area letture, la libreria dei ragazzi, l’area giochi
da tavolo, l’Enjoy Square per i ragazzi delle medie, l’area famiglie, la papperia, i laboratori di giocomotricità per i bambini della scuola dell’infanzia, il Baby Club gestito sempre da Service Web e infine – ma non certamente ultima per importanza – “La carezza del villaggio” gestita della cooperativa sociale Cura e Riabilitazione. Giunto alla sua terza edizione dopo
e spettacolo
e presidente di Altisensi, «ovvero un processo intellettuale flessibile e aperto che denota una particolare sensibilità a problemi concreti o astratti, reali o immaginari, con capacità di produrre e connettere idee e originalità nell’ideare ipotesi, progetti e soluzioni utili, ma anche di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze». Niente
il 2018 e il 2019, il progetto vuole rispondere al bisogno delle persone con disabilità e delle loro famiglie di essere accompagnate all’interno del Meeting attraverso un appuntamento dedicato.
Nel prossimo Meeting News contiamo di entrare nel merito dei contenuti con titoli, temi e protagonisti, ma una piccola anticipazione ve la diamo fin da ora. Al Villaggio quest’anno ci sarà Altisensi (www.altisensi.it), un’impresa sociale di Milano fondata da Paola Maria Sala, che educa il pensiero creativo promuovendo progetti per valorizzare le naturali propensioni del bambino: comunicazione, socialità, affettività, gioco, stupore, curiosità, ricerca, esplorazione… Per il Meeting hanno pensato a uno spazio intitolato “Il Potenziale Creativo” i cui destinatari sono bambini dai 5 ai 10 anni. In sostanza saranno quattro i laboratori mirati «ad allenare il pensiero divergente», dice la fondatrice
mostre, laboratori, giochi
CSI, proposte sportive per la Generazione Z
Sport al Meeting, parla Vittorio Bosio, presidente del Centro Sportivo Italiano
L’attività sportiva è spesso fortemente paradigmatica della dinamica agonistica della vita, così come è anche (soprattutto) portatrice di valori. Cosa ispira la vostra azione educativa?
Spesso, lo sport è usato come metafora, ma, sotto il profilo educativo e nel nostro modo di immaginarlo, è prima di tutto esperienza. Il corpo nel tempo e nello spazio della pratica sportiva; lo spirito di squadra; il sacrificio e l’abnegazione dell’allenamento; la tensione agonistica come sguardo che cerca gli orizzonti e risultati migliori… Sono molte le dimensioni che si possono scoprire attraverso lo sport. Per il Centro Sportivo Italiano APS, emergono nelle relazioni tra atleti, allenatori, dirigenti e giudici di gara nella comunità sensibile e accogliente che si chiama società sportiva.
La digitalizzazione ha modificato sostanzialmente la socialità dei giovani. Come l’associazionismo sportivo può innovarsi per andare incontro alle nuove esigenze della Generazione Z?
La generazione Z è la protagonista di attenzioni specifiche da parte del CSI, incluso un progetto co-finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Dobbiamo imparare a pensare che vita reale e vita digitale coesistono. Come è stato detto, Oggi non c’è più la dimensione On-Line.
C’è quella On-Life. Ma il segreto per vivere bene questa condizione è saper unire il bello della vita reale con il bello del digitale. Lo sport è ancora esperienza reale, ma deve integrarsi, nell’uso di APP, nelle formule di gioco, nelle innovazioni dei regolamenti, nella proposta di discipline non convenzionali, con le esigenze di una generazione che fruisce dello sport
prio per comprendere le nuove logiche che devono animare la proposta sportiva non futura, ma attuale. Saremo vincenti se sapremo accogliere tutti i giovani, rinnovando lo sport nelle formule, ma anche attingendo a discipline sportive meno convenzionali, come, ad esempio, quelle “urban”, oppure le tante esperienze sportive miste, che si vivono sempre con maggiore coinvolgimento.
Lo sport può essere volano di sviluppo dei territori. Qual è il compito delle società sportive in fatto politiche sociali e promozione di benessere, socialità, integrazione, inclusione? Uno dei nostri obiettivi è passare dalle politiche sportive alle politiche
in maniera diversa da quella precedente. La generazione Z è abituata a manipolare contenuti, dalla sostenibilità ai diritti umani, dagli highlights al menu di scelte. Tutto ciò interroga l’associazionismo sportivo. Come CSI abbiamo istituito un osservatorio, insieme ad istituti accademici, pro-
attraverso lo sport. Sui territori, le società sono proprio questo: strumenti di politiche di accoglienza, educative, scolastiche, culturali, occupazionali, ecc., attraverso lo sport. Si pensi alla nuova fase di gestione sociale degli impianti, come alla capacità inclusiva dello sport. Ma non solo. Nelle
società sportive, lo sport diviene strumento che produce benessere di comunità, perché favorisce una rete di relazioni fra singoli, associazioni, istituzioni. E le relazioni sono il migliore antidoto alla solitudine. E così, mentre si garantisce il benessere di tutti si ottiene un altro risultato, che è il valore aggiunto del benessere di comunità, del welfare locale e del
Quali progetti il CSI mette in campo per sostenere l’azione delle società presenti in maniera capillare sin nelle periferie del Paese?
Portare lo sport nelle piazze, nelle carceri e al servizio delle persone con disabilità, è quanto il CSI fa dalla sua fondazione nel 1944. I progetti che mettiamo in campo sul territorio, attraverso i nostri 154 comitati territo-
business sociale: si sconfigge la solitudine. Lo sport stesso diviene dono e bene comune, ovvero bene relazionale. In questo ambito si realizza il welfare delle società sportive, già esse un dono speciale, già esse bene prezioso. E i beni producono bene, valore aggiunto… beneficio sociale, economico, ambientale, educativo. Gerarchicamente, è la parola educazione che, avvicinandosi alla parola sport, acquisisce un primato che si traduce in azione. L’opera educativa pone al centro del suo agire la carità. Infatti, non è possibile aiutare lo sviluppo di nessun uomo, se non lo si guarda a partire dall’insieme di esigenze ed evidenze fondamentali che lo costituiscono. Solo così è possibile condividere il suo vero bisogno, senza ridurlo a un progetto ideologico. Lo sport è, allora, bene comune, bene relazionale, strumento di sussidiarietà relazionale.
riali e regionali, sono davvero tantissimi e hanno l’obiettivo di sostenere l’attività delle oltre 12mila società sportive affiliate. Le tematiche di intervento spaziano dai minori, all’inclusione, dalla disabilità ai progetti nelle carceri. Dai comitati alle società sportive di base, c’è un esercito di persone che con tanti piccoli gesti aiutano ragazzi, giovani e adulti a vivere meglio. Chi si fa carico della vita di una società sportiva per promuovere l’attività educativa e formativa, che è caratteristica del CSI, si trova sempre immerso nella realtà sociale, nel contatto con le famiglie, con i
ragazzi, con i problemi da risolvere. Ecco allora che lo sport è generatore di valore sociale, di prevenzione sanitaria, contrasto a malattie del nostro tempo che spesso fanno soffrire i nostri ragazzi e le loro famiglie.
Può anticipare qualcosa della presenza del CSI al Meeting 2023?
Il padiglione sport sarà come sempre un grande “centro sportivo”: un luogo di incontro e aggregazione per bambini, ragazzi, giovani ma non solo, insomma, un’attenzione a tutte le fasce d’età perché come ci ricorda il titolo del Meeting 2023, l’intera esistenza umana è un’amicizia inesauribile. Oltre alla possibilità di provare tante discipline sportive, tutte da scoprire, stiamo collaborando alla realizzazione di un convegno sui valori dello sport a servizio della crescita dell’uomo.
La ristorazione che fa... il Meeting
Da Pizzaut alla Taberna spagnola, tante storie dietro i ristoranti dell’edizione 2023
La ristorazione è da sempre uno dei punti nevralgici di ogni edizione del Meeting, un luogo dove incontrarsi, conoscersi e conoscere storie di volontari e ristoratori che hanno deciso di sostenere la costruzione del Meeting fornendo un servizio indispensabile. Perché non c’è un angolo del Meeting che non racconti una storia: e dietro ognuno di questi punti ristorativi, dal fast food meno impegnativo al ristorante di classe ci sono storie di amicizia, sia tra cui li ha fondati e portati al Meeting, sia con il Meeting stesso.
E così, grazie anche ai consigli che ci ha dato il nostro pubblico attraverso un’indagine conoscitiva che abbiamo promosso al Meeting 2022, la Ristorazione Meeting della nuova edizione potrà contare su circa 2.000 posti in più a sedere e su delle new entry che vi presentiamo. Siete pronti? Avete già l’acquolina in bocca? Bene, andiamo a cominciare.
Pollo & Friends, punto di riferimento ormai inevitabile in Romagna, sarà per la prima volta presente al Meeting all’interno del Padiglione A3 con le proprie specialità e la propria offerta rivolta alle famiglie. Come spiegano loro stessi, troverete «il pollo di una volta, impreziosito da piccole cose: un trito di erbe aromatiche, un pizzico di peperoncino e una cottura a legna», all’insegna del pollo semplice, sano e genuino.
Pizzaut, pizzeria con servizio al tavolo all’interno del padiglione A4 e al taglio sulle piscine Ovest porterà la propria esperienza fatta da ragazzi autistici e da volontari. Di loro stessi dicono: «Siamo un gruppo di ragazzi autistici
che insieme a Nico Acampora, fondatore di PizzAut e papà di un bimbo autistico, sta costruendo un grande progetto di inclusione, una grande opportunità per noi ma anche per te». Il 19 novembre 2017 questo gruppo di sognatori – inizialmente informale e formato dai genitori dei ragazzi autistici – si è trasformato nell’associazione PizzAut Onlus con l’obiettivo di
Last but not least il Ristorante Romagnolo – come potrebbe mancare? –con servizio al tavolo nel padiglione C1 con il meglio delle tipicità romagnole.
Confermatissimi, visto l’apprezzamento degli ultimi anni, la Birreria & Street Food sulla Piscina Ovest per degustare ottimi Hamburger e sorseggiare una birra o uno spritz durante i con-
sensibilizzare le Istituzioni e la società civile sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche. E proprio domenica 2 aprile PizzAut ha aperto i battenti. Taglio del nastro della pizzeria gestita dai ragazzi autistici alla presenza del presidente Mattarella.
Grandi novità, non è vero? Allora sentite questa, direttamente dalla Penisola iberica: al Meeting ci sarà la Taberna Spagnola, un grande ritorno degli amici spagnoli a cavallo dei padiglioni A5 e C5 con la loro Paella e le loro Tapas unite a dell’ottima Sangria e birra Spagnola.
certi serali, il Bar Sport nel padiglione A7/C7 con gelateria, Creperia e prodotti senza glutine, il Bar Alcamo in A1 con le tipicità siciliane e la sua storia e il Risto Ligure con la sua offerta di Trofie al Pesto e Granite al Basilico.
Non mancherà poi Sfoglia Matta nel padiglione B1 con servizio al tavolo di primi piatti di qualità e il grande Fast Food in B3 con tutte le offerte street food e la grande Gelateria Froneri. Infine, visto il grande successo del 2022, torna Meet & Drink sulle Piscine Est per aperitivi al tramonto in uno spazio più ampio e con più sedute.
Cosa ne dite? Non è il Meeting più invitante da un bel po’ di anni a questa parte? Allora vi aspettiamo dal 20 al 25 agosto, visitate il Meeting e fatevi raccontare le storie che ci sono dietro queste proposte di ristorazione!
Meeting ETS: più doni meno tasse pagherai
Sono solo tre lettere che si aggiungono, ma sono molto importanti. E danno vantaggi concreti. Da circa un anno la Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli è diventata ETS, cioè Ente del Terzo Settore, ed è iscritta nel Registro unico nazionale del terzo settore (Runts) a cui le realtà che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale senza scopo di lucro possono iscriversi.
Tre lettere, dicevamo, che hanno un risvolto molto pratico riguardante le erogazioni liberali effettuate a favore del Meeting da persone fisiche, per le quali sarà possibile, a differenza del passato, la deduzione dal reddito o – alternativamente –la detrazione dall’imposta, con modalità e a condizioni differenti.
Nulla cambia invece per le erogazioni effettuate da enti e società,
Due importanti novità per le tue donazioni
Sostenere concretamente il Meeting è sempre più facile: da oggi è possibile donare alla Fondazione Meeting anche con Satispay, la popolare applicazione che consente agli utenti di effettuare pagamenti senza necessità di avere una carta di credito o debito, direttamente dal sito sostienici.meetingrimini.org.
Un’altra importante novità riguarda PayPal. Inserendo sul tuo account PayPal la Fondazione Meeting come “Ente benefico preferito”, ogni volta che farai un acquisto, in fase di check-out, avrai la possibilità di donare 1 euro al Meeting.
Vuoi sapere come si fa? Bastano pochi e semplici passaggi. Dopo essere entrato nell’app di Paypal vai su “Pagamenti”, clicca su “Donazioni”, cerca la causa a cui donare inserendo la parola Meeting e seleziona la Fondazione Meeting. A questo punto clicca il cuore per salvare il Meeting come ente benefico preferito: da questo momento ogni volta che farai un acquisto potrai scegliere di donare 1 euro al Meeting, ti basterà mettere il flag vicino al logo verde con la colomba e confermare l’acquisto.
per i quali è prevista la possibilità di deduzione dal reddito imponibile, nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato
Da quando il Meeting è ETS, quindi, donare è più conveniente: più doni meno tasse pagherai.
I nostri fumetti lo raccontano in modo semplice e intuitivo: enjoy it!
Ti ricordiamo inoltre che anche le donazioni attraverso Satispay e Paypal danno diritto ad usufruire dei benefici fiscali. E quindi dona ora… anche con Satispay e Paypal! Vai su sostienici.meetingrimini.org
UNA CIVILTÀ NON CRESCE SENZA CULTURA
DIALOGO E BELLEZZA NE SONO LA LINFA VITALE
DONA IL TUO 5x1000 AL MEETING
COSTRUIAMO INSIEME QUESTA GRANDE STORIA
Anche tu, con il tuo 5x1000 puoi contribuire ogni anno a far crescere la grande storia del Meeting che da più di 40 anni è luogo di amicizia, incontro, dialogo, libertà, cultura, condivisione.
DONA IL TUO AL MEETING
Donare il tuo 5x1000 è semplicissimo: basta mettere una firma ed inserire il codice fiscale della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS 01254380403 nella sezione che si trova nei modelli per la dichiarazione dei redditi. Puoi scegliere di destinare il tuo 5x1000 anche in caso tu non sia tenuto a fare la dichiarazione dei redditi, semplicemente utilizzando la scheda fornita insieme al CU. Scopri tutto su www.meetingrimini.org
lavoro
Il ProgrammaGiovani e Lavoro del Gruppo Intesa Sanpaolo in collaborazione con Generation Italy offre a chi ha tra i 18 e i 29 anni la possibilità di candidarsi a corsi di formazione intensivi e gratuiti nei settori Hi-Tech, Industria meccanica di precisione, Vendite, Alberghiero, Ristorazione e Cybersecurity.