Diventare progettisti - Stefano Iacoponi

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DIVENTARE PROGETTISTI

UNA VITA COME SCUOLA DI VITA

MINERVA STEFANO IACOPONI
INDICE Glossario 9 Premessa 23 Vita da progettista 25 Il mio viaggio virtuale 28 L’ironia 32 Fortuna 35 La progettazione 37 Grandi progettisti 41 Enzo Ferrari 43 Carlo Abarth 49 Vittorio Ghidella 58 Dante Giacosa 61 Progettista si nasce o si diventa? 64 Determinazione e fortuna 67 La Ferrari 73
Gli inventori 76 Abarth&C. 79 A112 Abarth 83 Fiat, vivere in azienda 86 I “muri” 90 La scelta dello “stile” 95 La Riunione 97 Faber 101 Tableau de bord 109 Marentino 112 Romiti e la qualità 115 Le grandi svolte 117 La Fiat di Ghidella 121 Capi e maestri, colleghi, collaboratori 124 Cambiare lavoro 128 Fiat Auto Corse 157 Fare automobili 162 L’evoluzione dell’auto 166 La semplicità 168 L’idea forte 170
Le piattaforme 173 Il motore Fire 175 Il Common Rail 179 Sembra facile 187 Il futuro 190 Stimolare la creatività 196 Fare squadra 205 Collaborazione 207 Bravura, innovazione e creatività 210 Arte e sapienza nel progettare le cose 214 Cad e creatività 218 Il linguaggio del progettista 222 La conoscenza 226 Capita… 232 Sz, la delibera 234 Sz, il lancio al salone di Ginevra 237 Basta modifiche! 240 La nomina del papà 244 Da dipendente a imprenditore 245 Senza conclusioni 251

▶ ANIMA (NELLA FUSIONE): modello delle cavità che saranno presenti nel pezzo finito. Inserita nella forma nella quale sarà colato metallo fuso, consente di ottenere le cavità volute.

▶ ASSETTO: l’assetto di un veicolo da competizione consiste nell’insieme di una serie di regolazioni che possono essere apportate alla vettura al fine di migliorarne il rendimento nelle diverse condizioni che si possono trovare sulla pista. Le regolazioni riguardano in genere queste componenti:

• sospensioni

• ammortizzatori

• impianto frenante

• pneumatici

• elementi aerodinamici

▶ ATOMIUM: l’Atomium è un monumento che venne costruito in occasione dell’Esposizione universale organizzata nel 1958 a Bruxelles. È una costruzione in acciaio

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GLOSSARIO

che rappresenta i nove atomi di una cella unitaria di un cristallo di ferro ingrandita per 165 miliardi di volte. È alto 102 metri e le sfere hanno un diametro di 18 metri.

▶ AUTO DELL’ANNO: (Car of the year) è un riconoscimento europeo assegnato ogni anno al modello di autovettura che una giuria internazionale di esperti ha ritenuto aver evidenziato le migliori caratteristiche per quanto riguarda funzionalità, comfort, sicurezza, economicità d’esercizio, guidabilità, rispetto per l’ambiente e rapporto qualità/prezzo. Il premio, istituito nel 1964, è stato assegnato nove volte alla Fiat, due volte all’Alfa Romeo e una alla Lancia.

▶ BANCO DINAMOMETRICO: è un’attrezzatura di prova con la quale è possibile misurare le caratteristiche funzionali dei motori quali consumi e coppia motrice ai diversi regimi di funzionamento, ricavando il valore dei consumi specifici e della potenza. Tale funzionalità è realizzata tramite un sistema frenante regolabile, generalmente idraulico o elettrico, in grado di assorbire la coppia erogata dal motore.

▶ BOX: è il locale messo a disposizione di ciascun concorrente nelle gare motoristiche nel quale si svolgono le operazioni di preparazione del veicolo e che contiene i materiali e le attrezzature necessarie per l’assistenza durante la gara. Dalla “corsia dei Box”, nella quale passano i veicoli che lasciano o che entrano nella pista, si accede a un apposito spazio nel quale possono sostare i veicoli che

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devono eseguire riparazioni o rifornimenti posto di fronte al Box di un determinato concorrente.

▶ BRACCIO (DI SOSPENSIONE): la sospensione di un veicolo è costituita dall’insieme dei componenti che collegano le ruote al telaio del veicolo. I bracci della sospensione sono gli elementi principali che controllano i movimenti delle ruote rispetto al telaio.

▶ CAMMA: elemento meccanico con una forma a eccentrico utilizzato per trasformare un moto rotatorio in uno lineare.

▶ CAX: si intende l’insieme dei diversi sistemi elettronici di ausilio alla progettazione, Cad per il disegno, Cae per il calcolo, Cas per la modellazione, eccetera.

▶ CARBURATORE DOPPIO CORPO: il carburatore è un elemento meccanico il cui scopo è quello di “polverizzare” il carburante, affinché sia miscelabile con l’aria. Il carburatore è costituito da un condotto (due nel caso del “doppio corpo”) che mette in comunicazione la valvola di aspirazione del motore e l’aria esterna. In questo condotto è presente una valvola, la Farfalla, il cui compito è quello di regolare il flusso della miscela. Il carburante viene aspirato nel condotto per l’effetto “venturi” in quantità adeguata a un corretto rapporto aria/benzina da una vaschetta mantenuta a livello costante da un galleggiante. Questo livello può variare a causa delle forze che agiscono sul liquido e sul galleggiante in seguito alla accelerazione/decelerazione

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o curva a destra/sinistra effettuata dal veicolo, modificando la corretta dosatura del carburante. Pertanto la vaschetta deve essere posizionata rispetto al condotto in modo da essere insensibile all’effetto curva e tale da abbassare eventualmente il livello in frenata e modificarlo il meno possibile in accelerazione. In questo modo la dosatura e quindi il rendimento del motore vengono influenzate in modo favorevole alle prestazioni da erogare. Nel caso del carburatore doppio corpo la soluzione corretta è ancora più complessa in quanto si deve tenere conto del diverso effetto della posizione della vaschetta rispetto ai due condotti.

▶ COLLETTORE (DI SCARICO O DI ASPIRAZIONE): si tratta di un elemento di giunzione tra la “testa cilindri” e l’impianto di scarico o il dispositivo di alimentazione del motore. La loro importanza è dovuta al fatto che forma, lunghezza e diametro dei tubi di cui sono composti influenzano in maniera determinante le prestazioni del motore per effetto di fenomeni di risonanza.

▶ CONDOTTI: quella parte della “testa cilindri” costituita da una tubazione che partendo dalla sua superficie esterna arriva alla camera di combustione. Serve per far arrivare nella camera di combustione l’aria o la miscela, condotto di aspirazione, o per evacuare i gas di scarico, condotto di scarico.

▶ CYBER SECURITY: con cyber security si intende l’insieme delle procedure necessarie per proteggere i sistemi elettronici, le reti e i programmi dagli attacchi digitali.

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Questi attacchi informatici, se rivolti ai dispositivi presenti sulle auto, possono essere finalizzati all’accesso, alla trasformazione o alla distruzione di programmi, comandi e informazioni sensibili, tali da rendere pericoloso o impossibile l’uso del veicolo.

▶ EQUILIBRATURA: in un motore il movimento alternato del pistone e della biella genera forze e coppie di reazione fonte di vibrazioni che possono essere dannose per il motore stesso e per la struttura cui è applicato. Per ridurre questo effetto l’albero motore è dotato di contrappesi accuratamente dimensionati. Per questa operazione detta “equilibratura” è anche possibile, nei motori con più cilindri e a seconda del loro numero, ricorrere a una loro opportuna disposizione che, per effetto della somma delle forze generate, annulla in tutto o in parte le risultanti delle forze generate dal movimento dei pistoni. Per ottenere l’equilibratura sono anche utilizzati in particolari situazioni i cosiddetti “contralberi” dotati di calcolate masse non equilibrate, posti in una ben definita posizione e ruotanti in senso e velocità opportuni.

▶ FUSIONE: utilizzata sia nel significato di passaggio dallo stato solido a quello liquido, ma più frequentemente come l’oggetto grezzo ottenuto dopo la solidificazione del metallo fuso (la fusione del basamento del motore, della testa cilindri ecc.).

▶ GHIGLIOTTINA: è un dispositivo che serve per regolare la quantità di aria che arriva nei cilindri del motore nella fase di aspirazione e che nelle condizioni di massima

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apertura lascia completamente libero il condotto. Può assumere varie forme e nei motori pluricilindrici a iniezione da competizione è costituito da una piattina con tanti fori quanti sono i condotti di aspirazione. La ghigliottina, scorrendo in un apposito fodero realizzato nel collettore, riduce nella maniera desiderata la sezione di passaggio dell’aria.

▶ HANDLING: si definisce handling il comportamento dinamico di un’automobile, cioè l’insieme delle risposte dinamiche che il veicolo attua sulla base delle azioni eseguite dal guidatore con sterzo, freni, acceleratore, ecc.

▶ IBRIDO: un veicolo ibrido è un veicolo dotato generalmente sia di un motore elettrico che di uno termico che possono essere utilizzati sia contemporaneamente sia singolarmente. Nel 1997 Toyota commercializzò la Prius, prima vettura moderna a propulsione ibrida. L’ibrido ha una lunga storia, poiché nel 1896 negli Stati Uniti fu costruita come singolo prototipo la Armstrong Phaeton “ibrida” e nel 1901, da Porsche, la Lohner-Porsche “Mixte” (“Semper Vivus”).

▶ IDROFORMATURA: l’idroformatura è un’operazione di formatura del metallo efficiente ed economica. Tale tecnica utilizza un fluido idraulico portato a elevatissima pressione per deformare la lamiera o un tubo inseriti in uno stampo dalla forma desiderata. La spinta del fluido porta il metallo ad aderire alle pareti dello stampo. Nell’idroformatura i tubi vengono espansi dall’interno verso l’esterno in uno stampo chiuso, realizzando parti cave di forma esterna complessa o con variazioni di sezione. Nel

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caso della lamiera lo stampo è costituito dalla sola matrice in quanto il foglio di lamiera viene portato ad aderire alla sua superficie dalla pressione del fluido presente nella camera chiusa realizzata sull’altro lato della lamiera.

▶ MECCANISMO DI DOSATURA (POMPA

LUCAS): all’interno della cosiddetta pompa Lucas, che in realtà costituisce il dispositivo attraverso il quale viene distribuito ai vari iniettori il carburante messo in pressione da una pompa esterna, si trova un cilindro allungato all’interno del quale scorre un piccolo componente di forma a sua volta cilindrica che costituisce l’elemento che dosa la quantità di benzina da inviare a ciascun iniettore. Questo cilindretto scorre nella sua sede alternativamente tra due riscontri con una corsa variabile in funzione della posizione di una camma collegata all’acceleratore. Ad ogni corsa corrisponde un determinato volume di liquido inviato all’iniettore.

▶ NOURICE: è un piccolo serbatoio addizionale generalmente utilizzato come compensazione per mantenere pieno un circuito contenente un liquido, assorbendo le variazioni di livello dovute alle possibili variazioni di volume del liquido o del contenitore. Può essere utilizzato anche per mantenere costante l’alimentazione di un circuito in presenza di irregolarità nella fornitura.

▶ QUALITÀ TOTALE: per Qualità Totale o Tqm

(Total Quality Management) si intende una metodologia di gestione aziendale per la quale le tecniche del controllo qualità (quali il Six Sigma, Lean Thinking, Pdca…) ven-

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gono applicate a tutti i processi aziendali con l’obiettivo di raggiungere l’eccellenza nella qualità del prodotto e quindi nella soddisfazione del cliente.

▶ SALA PROVA MOTORI: è un locale suddiviso in “celle” ognuna delle quali è adibita alla prova funzionale di un motore. La cella moderna è un locale perfettamente insonorizzato e a temperatura e pressione controllate nella quale si trova il freno dinamometrico e l’apparecchiatura di misura. A seconda delle sue caratteristiche è possibile rilevare non solo potenza e consumi ma anche rumorosità, emissioni ecc. A suo tempo la Sala Prova Motori dell’Abarth&C. era molto diversa e consentiva di rilevare solo potenza e consumi con l’operatore che si proteggeva dal rumore con delle cuffie insonorizzanti.

▶ SCOCCA: l’insieme di telaio e carrozzeria di una vettura.

▶ SIMULTANEOUS ENGINEERING: è un approccio sistemico all’attuazione delle attività relative allo sviluppo di un prodotto in modo che le diverse competenze si sovrappongano, cooperando in processi interattivi dall’idea iniziale alla realizzazione finale. Questo approccio permette di ridurre drasticamente i tempi di sviluppo e i costi connessi, ottimizzando la qualità del risultato. Un elemento fondamentale è la parallelizzazione delle attività per partecipare congiuntamente all’esame degli elementi che attengono alle competenze di vari settori. Ad esempio: nel definire le forme di una carrozzeria di una nuova auto è

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opportuno anche tenere conto di come con varie tecnologie sia possibile ottenere la fattibilità dei diversi particolari.

▶ SLICK: gli pneumatici Slick sono gomme da competizione caratterizzati dalla totale assenza di scanalature nel battistrada, e sono destinati a un utilizzo su fondo completamente asciutto. Per questa loro caratteristica assicurano la maggior superficie d’aderenza possibile massimizzando le forze longitudinali e trasversali espresse dallo pneumatico.

▶ SMERIGLIARE: è un’operazione riferita particolarmente alle valvole di un motore a scoppio con la quale si ottiene una perfetta tenuta tra il fungo (la parte espansa) della valvola e la sua sede, utilizzando una pasta abrasiva a base di smeriglio (varietà di corindone) e con un movimento rotatorio particolare nelle due direzioni esercitando una pressione variabile.

▶ SQUISH: è un vocabolo inglese onomatopeico derivato dall’effetto che produce il pistone quando sale e arriva vicino alla testata comprimendo la miscela tra le due superfici. Quando il pistone è al Punto Morto Superiore, la miscela compressa tra le due facce parallele che distano tra loro pochi decimi di millimetro genera un getto verso il centro della camera di combustione che produce una forte turbolenza ottimizzando le caratteristiche della miscela e in particolare evitando la presenza di zone con una dosatura non corretta che possono essere fonte di un’accensione non controllata come la detonazione.

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▶ STAMPAGGIO DELLA LAMIERA: è una lavorazione meccanica nella quale il metallo viene deformato a freddo passando da elemento piano a elemento sagomato mediante l’applicazione di forze esterne di allungamento e ricalcatura. La deformazione avviene per mezzo di apposite macchine, le presse, utilizzando un utensile detto stampo, costituito da due elementi, punzone e matrice. Il foglio di lamiera da stampare, inserito tra matrice e punzone, viene pressato e deformato fino ad avere la forma del pezzo finale desiderato.

▶ TECNIGRAFO: il tecnigrafo è uno strumento che veniva utilizzato per il disegno tecnico prima della diffusione del Cad. Un sistema di bracci a parallelogramma o, più modernamente, due guide di scorrimento ortogonali, controllano il movimento di una coppia di righelli che riportano l’indicazione di centimetri e millimetri, vincolati ortogonalmente tra di loro. Il gruppo può ruotare angolarmente perché montato su di un dispositivo detto goniometro che ne consente la rotazione attorno a un punto fisso in qualsiasi posizione si trovi sul tavolo da disegno. Questo è costituito da un piano di lavoro regolabile per inclinazione e altezza. Con “tecnigrafo” si intende generalmente il complesso del dispositivo meccanico e del tavolo sul quale è applicato.

▶ TESTA CILINDRI-TESTATA: è l’elemento che chiude i cilindri nella parte superiore. Realizzata in alluminio o, in alcuni casi, in ghisa, la testata ospita il cielo della camera di combustione, la candela e/o l’iniettore, le valvole

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di aspirazione e di scarico con i relativi condotti, gli organi della distribuzione (meccanismi di azionamento, richiamo e regolazione del gioco delle valvole e gli alberi a camme). Inoltre attorno ai condotti e alla camera di combustione sono realizzati i passaggi per il liquido di raffreddamento.

▶ VERTICALIZZARE (LA PRODUZIONE): si dice che un’azienda automobilistica tende a verticalizzare la propria produzione quando inizia a realizzare direttamente alcuni componenti la cui produzione era affidata a fornitori esterni all’azienda. Questo processo non ha generalmente ragioni economiche, ma ha l’obiettivo di garantire costanza di qualità e sicurezza nella fornitura del componente interessato.

▶ VUOTO AL CENTRO: la sensazione per la quale, quando la vettura procede in rettilineo, sembra che piccoli movimenti del volante non influenzino la traiettoria. È la sensazione contraria di quella che viene definita “guida precisa”, che può divenire altrettanto sgradevole se eccessiva.

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VITA felice*

DA PROGETTISTA

*FELICE

Dal greco φύω (fyo)

= produco, realizzo, genero

Dal latino felix

= felice, fecondo, fertile, soddisfatto, appagato, gioioso

PREMESSA

TUTTO COMINCIÒ IL PRIMO DI SETTEMBRE DEL 1965…

Quando, il primo settembre 1965, mi sono presentato all’ingresso della Ferrari in via Abetone a Maranello, dopo la visita medica e la consueta burocrazia, pensavo di essere accompagnato a Modena, sede dell’Assistenza Tecnica dove mi aspettavo di essere assegnato a un ufficio con un bel po’ di manuali sulla scrivania.

Ero un po’ stordito mentre seguivo chi mi accompagnava, passando attraverso il Reparto Corse: mi guardavo attorno senza capire bene cosa mi stesse accadendo, forse stavo facendo un giro per prendere conoscenza dell’azienda.

Ho attraversato la zona dove venivano preparate le F1 e i prototipi e poi il reparto di montaggio dei motori, infine ho salito i tre gradini che separavano l’officina dall’ufficio tecnico del Reparto Corse e sono stato presentato a due signori che, sulla destra, occupavano la prima fila dei tavoli dei progettisti. Franco Rocchi e Walter Salvarani.

Rocchi si rivolse a tutti i componenti dell’ufficio tecnico che mi guardavano con curiosità: «Vi presento l’ing. Iacoponi, da oggi viene con noi», poi mi accompagnò a un

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tecnigrafo libero e, indicando il mio vicino di scrivania, disse: «Le presento Marchetti, segua le sue indicazioni».

Il capo del personale mi aveva accompagnato, senza dirmi nulla, nell’ufficio tecnico della Gestione Sportiva!

Ero così frastornato che incominciai a capire qualcosa quando mi ritrovai seduto di fronte al tecnigrafo, a fianco di Angiolino Marchetti, in seconda fila dietro alla prima costituita dai personaggi mitici della Formula 1: Forghieri, Rocchi, De Angelis e Salvarani, i signori che conoscevo per nome dalla lettura di “Auto Italiana” e dalle discussioni con i miei amici, che rappresentavano lo stereotipo ideale di corse, telaio, motore, calcoli e cambio.

Non conoscevo il nome di Marchetti, ma fu grande fortuna essere al suo fianco. Da lui ho imparato, anzi, mi ha insegnato, tutto quello che si può sul disegno dei motori e non solo.

Ho passato quattro anni intensi alla Ferrari, intensi per i progetti, i viaggi, le gare. Ho conosciuto tecnici, aziende, piloti. Ho conosciuto Ferrari. Da tutti ho imparato qualcosa, perché Ferrari mi ha dato la possibilità di fare di tutto.

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Ho avuto una vita felice. Sicuramente è stata la Fortuna, la dea bendata del caso e del destino, ma forse anche la fortuna di aver potuto affrontare momenti difficili e decisioni complesse, situazioni piacevoli e obiettivi raggiunti, delusioni e grandi dolori con realismo e ironia, e con creatività, fantasia e ottimismo, con gli strumenti di un progettista.

Tutti noi, nel corso dell’avventura della nostra vita, abbiamo preso decisioni e abbiamo tenuto comportamenti che hanno influito su come si è svolta. Le decisioni e i comportamenti possono essere stati adottati sulla base di un movimento istintivo o di un ragionamento che ha tenuto conto delle possibili conseguenze.

Quanto più questo ragionamento è stato creativo, immaginando diverse azioni con le loro conseguenze e possibili sviluppi, tanto più si è operato come un progettista.

Divenuto ormai diversamente giovane ho ritenuto che la narrazione di alcuni episodi della mia vita, mescolando aneddoti, esempi e consigli, potesse essere uno strumento non pedante per illustrare le caratteristiche personali, i comportamenti e le competenze che aiutano a essere un

25 VITA DA PROGETTISTA

buon progettista, cercando di rendere la lettura istruttiva senza essere didascalica.

Se ci limitiamo al campo della tecnica si può definire progettista chi è capace di rappresentare un oggetto o un sistema, che prima del suo pensiero e della sua azione creativa non esisteva, in modo che possa essere realizzato, oppure perché, con le sue doti di competenza e creatività, può far divenire un oggetto o sistema più leggero, più economico, più efficiente, più bello o perché semplicemente quell’oggetto viene concepito in modo tecnologicamente fattibile per svolgere la funzione richiesta.

La progettazione, una volta concepito l’obiettivo da raggiungere, si esplica attraverso la risoluzione di problemi successivi ognuno dei quali richiede la decisione sulla scelta di una soluzione che avverrà tra le molte possibili immaginate, tanto più numerose e diverse tra di loro quanto maggiori sono la competenza, l’esperienza e la creatività del progettista.

Io ho avuto l’opportunità e la fortuna di avere un percorso professionale che ha fatto di me un progettista e ho concepito questo racconto con l’obiettivo di far sì che, chi vuole, possa trovarvi dei suggerimenti per poter più facilmente cimentarsi nella progettazione, superando la fase del “disegnatore” cioè di chi produce la documentazione o utilizza degli strumenti per realizzare una qualsiasi cosa senza partecipazione, contributo o consapevolezza delle motivazioni che hanno portato a quella soluzione.

Il mestiere del progettista è un mestiere impegnativo e coinvolgente, richiede dedizione, studio e passione ma è un mestiere generoso che, se vissuto correttamente, re-

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stituisce soddisfazione per i risultati raggiunti, entusiasmo per l’attività da svolgere e, sempre, il piacere di vivere in un ambiente che guarda al futuro.

Naturalmente, come dicevo all’inizio, la figura del progettista può essere attribuita non solo a chi opera con il “mestiere”, ma si può allargare a tutte le attività che compiamo quotidianamente. Sono convinto che una forma di progettazione preceda qualsiasi altra attività e quindi al concetto di progettista può essere attribuito un significato ampio, perché anche colui che definiamo “manager”, un gestore di uomini o di situazioni, un utilizzatore di opportunità, è in realtà un progettista.

La mia vita da progettista è passata attraverso un periodo molto intenso di evoluzione tecnica dell’automobile alla quale ho partecipato e contribuito dandomi così la possibilità di avere una parte attiva in molti avvenimenti e di entrare in relazione con personaggi che sulla progettazione hanno avuto una grande influenza.

Per lungo tempo Fiat, direttamente o indirettamente, ha rappresentato l’automobile in Italia e io ho vissuto la mia storia aziendale dentro o molto vicino a essa. Parlerò quindi anche di Fiat e di alcuni uomini del suo vertice con i quali ho avuto contatti diretti, ma senza entrare nel mondo della gestione del Gruppo dal punto di vista delle strategie globali, sia finanziare che industriali, ammesso che quest’ultime ci siano state. Questo mondo, che mi ha sfiorato ma non coinvolto, si trova ben descritto, a mio avviso, nel libro di Giorgio Garuzzo Fiat: I segreti di un’epoca.

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IL MIO VIAGGIO VIRTUALE

Io amo viaggiare, in macchina, in moto, in barca e a piedi, viaggi abbastanza non convenzionali perché per me il piacere sta nel viaggio stesso e non arrivare alla meta che ritengo essere solo un’altra tappa. Viaggiare è, in un certo senso, un modo di progettare: occorre liberare la fantasia immaginando di arrivare in luoghi mai visti, e poi definire la meta, elaborare il percorso per arrivarci raffigurando la più adeguata tra le varie strade possibili, prevedere gli eventuali inconvenienti o errori ed essere preparati a porvi rimedio.

Il mio primo vero viaggio è stato nel 1958, avevo sedici anni e sono andato fino a Bruxelles per visitare l’Esposizione Universale attratto dall’immagine dell’Atomium, con una Vespa 125 prestatami da mio zio in compagnia di due amici che avevano una Isomoto. È stato un viaggio bellissimo, attraverso Austria, Germania, Belgio e Francia, fatto nella massima economia, utilizzando ostelli e tenda, mangiando spesso pane, würstel e crema di marroni (dopo attenta analisi era stato valutato essere il cibo con il miglior rapporto calorie/prezzo e con i nu-

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trienti indispensabili), conoscendo persone, visitando città e musei ma, soprattutto, viaggiando. Ricordo nitidamente l’impegno nelle curve del passo della Futa, la via che collega Firenze a Bologna, il rumore ritmico fatto sui lastroni di cemento delle autostrade tedesche con il pericolosissimo (per la Vespa) bordino rialzato che delimitava la carreggiata, Aquisgrana con ancora evidenti i segni della guerra, la cattedrale di Reims e i lunghi rettilinei prima di Digione…

Ho traversato Amazzonia e Mato Grosso e il Canada da Vancouver fino a Tuktoyaktuk sulla costa del mar Glaciale Artico con una Panda 4x4; sempre in automobile, ho conosciuto Argentina e Australia, Malesia, Thailandia, Cina e naturalmente Europa. In moto, una Harley, ho percorso da nord a sud e da est a ovest gli Stati Uniti, in barca a vela ho traversato l’Atlantico, passato Capo Horn, navigato tra le isole Fiji, nei Caraibi e naturalmente nel Mediterraneo. Ho poi scoperto, dopo i settant’anni, il piacere di camminare, percorrendo tre diversi cammini che portano a Santiago di Compostela, per un totale di circa duemila chilometri, senza nessuna motivazione religiosa. È noto che la fatica stimola le endorfine che generano una sensazione di benessere fisico, ma a questo si aggiunge un inconsueto senso di libertà e di benessere psicologico legato alla particolare condizione di chi, pur avendo una meta, ogni mattino ha di fronte a sé l’incognita della strada da percorrere assieme al sottile piacere di avanzare, solo con se stesso, costruendosi il futuro passo dopo passo, con il vago interesse di scoprire se e dove potrà mangiare, riposarsi, dormire.

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Sono sensazioni indimenticabili di intensa spiritualità quelle che ho provato entrando, sia pure con un atteggiamento agnostico e dopo la fatica della lunga tappa in salita, nella penombra silenziosa della chiesetta preromanica del passo di O Cebreiro e l’inconsueta estraniante percezione di avere raggiunto la meta, ma di voler continuare il cammino che mi ha preso nella piccola cappella, illuminata dalle candele, a sinistra dell’altare nella Cattedrale di Santiago.

È stato quindi come intraprendere un viaggio quando, non essendo mai stato un grande amante dell’ordine, sono stato preso dal desiderio di sistemare le molte carte del mio ufficio sparse abbastanza disordinatamente. Sapevo da dove partivo, ma il cammino e la meta li avrei scoperti pagina dopo pagina. Ho quindi iniziato a fare quello che mi ero proposto di fare da tempo, come raccogliere e sistemare gli scritti preparati per le conferenze fatte nelle Università per conto dell’Ata, di cui sono stato un volenteroso sostenitore fino a quando è stata attiva; ho anche ricercato e organizzato le lezioni fatte per i corsi di formazione e di specializzazione per i progettisti trovando vecchie foto, disegni, riviste conservati per le mie interviste e tutte le agende della mia vita lavorativa. Come capita spesso riguardando vecchie cose, sono stato portato a ricordare con piacere molti episodi del mio passato. Come in un cammino ho rivissuto l’impegno totale delle salite dure e faticose, le riflessioni e i sogni dei lunghi percorsi monotoni, il rincrescimento per gli errori di percorso commessi o per non aver esaminato meglio altre alternative, ma anche i tanti attimi di felicità di cui

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ho potuto godere. Sono gli attimi del hic et nunc, come può capitare passando in un sentiero ombroso di pioppi, immergendosi nel tappeto formato dai loro fiocchi, bianco come neve e leggero come una nuvola, o ascoltando un coro gospel in una fresca sera d’autunno. Così, raccogliendo e riportando quanto ho trovato di più significativo, è nato questo racconto, il viaggio virtuale nella vita di un progettista.

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