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Gabriella Bechi

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Andrea Bonzagni

Andrea Bonzagni

Nuovo decreto flussi

Dei 69mila ingressi extra Ue autorizzati, 42mila andranno ad agricoltura e turismo. Di questi, 14.000 sono riservati alle richieste delle associazioni datoriali

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di Gabriella Bechi I l 17 gennaio scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto flussi, che autorizza l’ingresso in Italia per motivi di lavoro di 69.700 cittadini extracomunitari. Un provvedimento importante, più volte sollecitato da Confagricoltura, per salvare i raccolti e garantire l’approvvigionamento alimentare in un settore fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri. Ventisettemila e 700 ingressi sono autorizzati per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo. Di questi, 20.000 sono destinati ai settori turistico-alberghiero, edile e dell’autotrasporto merci per conto terzi. Altre 4.400 unità riguardano la conversione dei permessi di soggiorno stagionali in permessi di soggiorno per lavoro subordinato. I restanti 42.000 ingressi per motivi di lavoro subordinato stagionale sono destinati ai settori agricolo e turisticoalberghiero (di cui 1.000 unità per nullaosta pluriennale) e sono riservati esclusivamente a cittadini provenienti da Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica Di Corea), Costa D’avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica Di Macedonia Del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina).

Nuovo decreto flussi

Anche quest’anno (dopo la sperimentazione del 2020), nell’ambito delle 42.000 unità per motivi di lavoro stagionale, è riservata una specifica quota - pari a 14.000 unità - alle istanze presentate, in nome e per conto dei datori di lavoro, dalle organizzazioni professionali, che saranno identificate sul sistema informatico e riconoscibili dagli Ispettorati territoriali del Lavoro. La quota sarà ripartita dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e comunicata agli Ispettorati territoriali del Lavoro, sulla base dei dati del ministero dell’Interno relativi alle istanze inviate in ordine cronologico dalle associazioni (cosiddetto Click day) e gli invii plurimi verranno gestiti come singole posizioni, in base all’ordine di compilazione. Le associazioni di categoria dovranno “sovraintendere alla conclusione del procedimento, fino alla sottoscrizione del contratto di soggiorno e alla comunicazione di assunzione agli enti competenti”. Per quanto riguarda i termini di presentazione delle domande, le istanze di nulla osta per lavoro non stagionale ed autonomo (comprese le conversioni) potevano essere inviate dalle ore 9 del 27 gennaio 2022 e verranno accettate fino al 17 marzo 2022. Le istanze relative ai nulla osta per lavoro stagionale sono, invece, partite dalle ore 9 del 1° febbraio 2022 e proseguiranno fino al 17 marzo 2022. nnn

Giansanti: “Misura importante, ma occorre un inquadramento europeo”

di Gabriella Bechi

Vaccini, arriva l’obbligo

Gli effetti positivi del decreto flussi rischiano di essere compromessi dalle problematiche insorte con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per i lavoratori ultracinquantenni. A decorrere dal 15 febbraio 2022, per accedere ai luoghi di lavoro, chiunque svolga un’attività lavorativa ed abbia compiuto 50 anni di età dovrà possedere ed esibire su richiesta una delle certificazioni verdi Covid-19 di avvenuta vaccinazione anti-SarsCov-2 o di avvenuta guarigione da Covid-19. Il cosiddetto supergreen pass. “Un provvedimento importante per arginare il Covid - ha commentato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - ma che deve essere analizzato in un contesto più ampio per garantire gli equilibri utili all’avvio della prossima stagione dei raccolti”. In Italia, quasi il 35% della manodopera in agricoltura ha più di 50 anni. Stando ai dati Inps, l’obbligo vaccinale disposto dal governo riguarda infatti 356.070 operai su un totale di 1.049.336. Circa un terzo degli addetti (390mila) è straniero, di cui il 60% di provenienza extracomunitaria. Molti hanno ricevuto vaccini non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee e altri non sono proprio vaccinati. “Tra poche settimane si avvierà la stagione dei primi raccolti - aggiunge Giansanti - e le aziende agricole attendono l’arrivo di lavoratori extracomunitari, ma sono ancora molte le questioni aperte che, a nostro avviso, devono trovare un equilibrio in ambito internazionale. Il super green pass per gli over 50 è una di queste, così come il riconoscimento dei diversi vaccini somministrati extra Ue. Bene ha fatto il governo italiano a mettere in atto tutti i provvedimenti per contrastare la nuova ondata di Covid - precisa Giansanti - ma due anni di pandemia hanno palesato evidenti difficoltà nel trovare soluzioni condivise dagli Stati per garantire il flusso e la permanenza dei lavoratori stranieri nel settore primario”. L’appello di Confagricoltura è, quindi, di mettere in atto tutte le soluzioni possibili per risolvere i problemi pratici ed evitare che le giuste misure per contrastare l’emergenza sanitaria impattino con le necessità delle imprese agricole di garantire continuità produttiva e pertanto alimenti per tutta la popolazione. nnn

g GREEN PASS, NUOVE REGOLE PER I DIPENDENTI

Il dl 127/2021 ha introdotto l’obbligo di possedere e di esibire su richiesta la certificazione verde Covid-19, per chiunque, superati i 50 anni, svolga un’attività lavorativa nel settore privato. In sede di conversione, la legge n.165/2021 - accogliendo un maxiemendamento governativo - ha introdotto alcune importanti modifiche rispetto al testo originario, prevedendo la possibilità che i dipendenti consegnino volontariamente copia della certificazione verde al datore di lavoro, risultando in tal modo esonerati da ulteriori controlli per l’intero periodo di validità del green pass. Sono state, inoltre, modificate e integrate le norme che riconoscono al datore di lavoro con meno di 15 dipendenti la facoltà di sospendere un lavoratore assente per mancanza di certificazione verde e di sostituirlo con un altro soggetto: i 10 giorni di sospensione devono intendersi come lavorativi ed è stata riconosciuta la possibilità di rinnovare più volte il contratto di sostituzione, entro la fine dell’anno in corso. É stato inoltre precisato che se la certificazione verde scade durante l’orario di lavoro: il lavoratore può continuare la sua attività fino al termine del turno e non si applica a suo carico la sanzione amministrativa da 600 a 1.500 euro in caso di controllo. Premesso che il datore di lavoro non può pretendere dal lavoratore la consegna del green pass, Confagricoltura suggerisce che i datori di lavoro interessati forniscano ai lavoratori apposita informativa della facoltà di consegna del green pass e delle modalità per avvalersene, evidenziando l’obbligo di segnalare tempestivamente qualsiasi variazione della validità del certificato e di effettuare controlli una tantum (mediante la App VerificaC19) per accertarsi della sua validità. (g.b.)

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