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Daniele Rossi
Caccia al carbonio
Confagricoltura
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e Federlegno insieme nel progetto Life C-FARMs per tracciare e promuovere le buone pratiche
agricole
di Daniele Rossi C onfagricoltura ha presentato a Roma, a Palazzo Valle, lo scorso 20 dicembre 2021, il progetto Life “C-FARMs” per promuovere le pratiche di Carbon Farming in agricoltura attraverso un sistema di conoscenza più avanzato ed una proposta di quadro normativo per la certificazione delle rimozioni di carbonio basato sulla contabilità dell’elemento solido e trasparente in connessione con l’inventario nazionale dei gas serra. Il progetto è stato studiato insieme a Federlegno Arredo, Crea, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), Rete Clima, TerraSystem Srl, Programme for the Endorsement of Forest Certification Schemes (Pefc) e Università della Tuscia. L’iniziativa di Confagri fa seguito alla comunicazione della Commissione Europea dello scorso 15 dicembre sulle misure per favorire il sequestro di CO2 e sugli incentivi al “carbon farming” per mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Gli obiettivi europei del progetto C-Farms sono la realizzazione di un quadro metodologico universalmente applicabile per consentire una più ampia diffusione delle pratiche carbon farming; la creazione di un sistema informativo geospaziale dimostrativo ad alta risoluzione (Gis-FARMs), che identificherà il potenziale di mitigazione del settore agricolo; lo
Il gruppo di lavoro del progetto Life C-FARMs
sviluppo di un quadro normativo per un sistema di certificazione del carbonio in collaborazione con gli attori e le istituzioni pertinenti; la progettazione e l’implementazione di pagamenti mirati per l’applicazione delle pratiche di carbon farming. Per raggiungere questi obiettivi, C-FARMs - in 18 mesi di durata - coinvolgerà istituzioni pubbliche, università, centri di ricerca, aziende private ed agricoltori, industrie del legno che lavorano specificatamente su temi legati al settore LULUCF. Inoltre, il progetto coinvolgerà anche le istituzioni con la responsabilità ufficiale dell’inventario dei gas serra, gli uffici delle autorità regionali che si occupano di tematiche agricole (es. pagamenti Pac) e gli enti di certificazione. Il progetto C-FARMs sarà condotto in Italia e nello specifico nella regione Lombardia come caso di studio. Il coinvolgimento delle autorità regionali e di tutte le istituzioni che si occupano di inventario Ghg (Ispra e Ismea) e di temi legati al settore agricolo consentirà di identificare, condividere e massimizzare il potenziale della conoscenza esistente da utilizzare per la creazione dello strumento Gis-FARMs. Il progetto vuole promuovere anche la digitalizzazione e l’impiego di servizi prodotti dall’Ue, come quelli di osservazione della terra di Copernicus e il database Lucas. Infine, le C-FARMs che Confagricoltura individuerà, creeranno le basi per perseguire una maggiore ambizione climatica nell’ambito della futura Pac, nel senso che i criteri della condizionalità di base diventerebbero espliciti, consentendo così ulteriori azioni per il clima (ad esempio tramite azioni di Carbon Farming qualificanti come eco-schemi). C-FARMs è costituito da una serie di azioni, delle quali, la prima identificherà le diverse fonti di dati necessari per caratterizzare quantitativamente e qualitativamente le aziende agricole della regione Lombardia in Italia e per costruire un sistema di informazione geografica ad alta risoluzione. La seconda identificherà, selezionerà e quantificherà le pratiche Carbon Farming per i principali sistemi colturali e zootecnici esistenti nella regione Lombardia, mentre la terza caratterizzerà le diverse piantagioni di alberi nella regione, compresa un’analisi completa dell’uso corrente dei prodotti in legno raccolto (HWP) nell’area.
Il caso studio del progetto verrà condotto sulle aziende agricole lombarde
La quarta azione integrerà tutti i dati geospaziali nel sistema informativo geografico ad alta risoluzione (GIS-FARM), consentendo di valutare le dinamiche dei processi di gestione dell’azienda agricola nelle tre aree di interesse del progetto: gestione dei terreni coltivati, allevamenti e piantagioni di alberi. La quinta azione progetterà e implementerà un regime di pagamenti mirato per l’agricoltura del carbonio, con un focus sulle seguenti attività: valutazione dei benefici dovuti all’applicazione delle pratiche carbon farming, definizione dell’assetto istituzionale per il sistema di certificazione, nonché un possibile quadro per la raccolta dei dati ed infine l’impostazione di un’interfaccia con il sistema di inventario nazionale dei gas serra.
La sesta azione esaminerà e analizzerà tutti gli strumenti informatici esistenti disponibili ai fini dell’applicazione dello sviluppo delle pratiche di Carbon Farming, sviluppando un prototipo informatico dimostrativo web oriented per la gestione delle pratiche di Carbon Farming, sia a livello di azienda agricola, sia a livello regionale, in grado di analizzare i dati di input grazie ad algoritmi preimpostati. La ultima e settima azione identificherà ed effettuerà una dimostrazione su scala regionale, con lo scopo di testare i servizi/prodotti creati durante il progetto, in modo da favorire un’ampia adozione delle pratiche di Carbon Farming. Tutte le azioni successive riguarderanno la diffusione dei risultati del progetto e la comunicazione il più possibile pervasiva presso gli stakeholders, compiti questi prevalentemente, affidati a Confagricoltura. nnn
Berlaymont, sede della Commissione Europea
Madrid, in 6mila in piazza per le riforme
(fonte Facebook: Alcarria TV)
Gli agricoltori spagnoli hanno protestato nel centro di Madrid con Alma Rural (Associazione per lo sviluppo e la difesa del mondo rurale) per chiedere un’agricoltura redditizia e sostenibile. Nonostante la mancata adesione ufficiale delle organizzazioni agricole Asaja, Coag e Upa (che hanno fissato un’altra mobilitazione per il prossimo 20 marzo), vi hanno partecipato 6.000 manifestanti, provenienti da tutta la Spagna, oltre 50 trattori, 50 cavalli e 15 carri trainati dai buoi. Tra le richieste della piazza: provvedimenti contro i rincari record; l’autosufficienza alimentare dell’Ue; una giusta remunerazione per gli agricoltori; norme di etichettatura chiare sull’origine dei prodotti; l’abolizione degli ostacoli allo sviluppo e al mantenimento di un settore chiave per l’economia. Il segretario generale di Rural Soul, Carlos Bueno, ha sottolineato che l’obiettivo principale della protesta è quello di riuscire a influenzare la politica per evitare che vengano approvate leggi contro l’ambiente. Il corteo ha seguito un percorso di quattro chilometri fino ad arrivare alle sedi dei ministeri interessati, quello alla Transizione, quelli ai Consumi e all’Agricoltura.
L’agricoltura del futuro sarà senza manodopera? Le società hi-tech stanno investendo su un’agricoltura altamente meccanizzata, con risvolti inevitabili anche sulla forza lavoro umana. Droni fertilizzanti, trattori senza guidatore, robot tagliaerba e raccoglitori automatici di fragole sono solo alcuni esempi. La Tevel Aerobotics di Tel Aviv ha prodotto un drone che usa braccia meccaniche per raccogliere frutta. A San Diego (CA) è stato sviluppato un Lettuce Thinner in grado di rimpiazzare 50 lavoratori e si sta lavorando anche ad un robotrattore capace d’identificare e rimuovere le infestanti.
EXPORT INDIANO DA RECORD
Le esportazioni agricole indiane dovrebbero toccare, nel 2022, la cifra record di 50 miliardi di dollari. Nel 2021 il valore complessivo si attestava a 41,25 miliardi di dollari, con una crescita del 17% rispetto ai 35,16 miliardi di dollari del 2019-20. L’export di riso, in particolare, potrebbe salire a 9,5 miliardi di dollari, in valore, costituendo quasi la metà dell’intero mercato mondiale. Aumentano anche le esportazioni di prodotti ittici, che potrebbero raggiungere gli 8 miliardi di dollari; per il caffè la crescita potrebbe essere del 45%, mentre per i cereali del 66%.
SEMPRE PIÙ ROBOT IN AGRICOLTURA
Francia, il deficit dell’ortofrutta è ai massimi
Il deficit della bilancia commerciale francese nella frutta fresca è esploso del +374% in quindici anni, secondo FranceAgriMer. Negli ortaggi è più che raddoppiato. In entrambi i casi è il deterioramento del commercio con i Paesi europei che lo spiega. Nonostante le campagne di comunicazione che consigliano cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, il consumo non decolla, dopo una stabilità durata quindici anni. Il deficit commerciale del settore è cresciuto tanto che le possibilità di delocalizzare la produzione non sono più un’ipotesi, nonostante l’appello del governo alla sostenibilità alimentare. Che si tratti di frutta o ortaggi, la perdita di terreno è stata negli scambi con i Paesi europei. La produzione nazionale è diminuita e con lei l’export. Ciò è dovuto all’eterna mancanza di competitività legata al costo del lavoro e alla categoria degli oneri più pesanti: quelli fiscali. A ciò si aggiunge l’incoerente recepimento di alcune direttive europee nel diritto interno che producono distorsioni delle regole sulla concorrenza. Senza considerare i cambiamenti climatici e l’invasione dei nuovi agguerriti concorrenti del sud-est asiatico.
FICHI D’INDIA DA RECORD IN TUNISIA
La Tunisia, con 600.000 ettari di fichi d’India, è al 5° posto al mondo per superficie coltivata e tra i primi tre Paesi in termini di produzione. Un settore in pieno sviluppo e promettente anche dal punto di vista del profitto. Il fico d’India non necessita di molti mezzi, è un efficace frangivento e si può seminare in terreni irregolari. Anni fa le aziende si potevano contare sulle dita di una mano, oggi il settore vive uno slancio che gli ha permesso di rivolgersi a mercati di nicchia con prodotti innovativi e di alta qualità, come l’olio di semi di fico d’India, considerato la punta di diamante dei nuovi cosmetici tunisini.
OMICRON PESA SULL’AGROALIMENTARE USA
L’agroalimentare è alle prese con la variante Omicron anche negli Usa. Le assenze tra i lavoratori si sono aggiunte alle continue interruzioni delle forniture e dei trasporti, creando penuria di alcuni alimenti. Il Dipartimento dell’Agricoltura ha comunicato che la macellazione e la produzione di carne bovina sono diminuite in una settimana del 5% rispetto all’anno precedente; la macellazione di carne suina registra un calo del 9% e la lavorazione del pollo del 4%. La carenza di manodopera, secondo l’Usda, sta colpendo anche la produzione del latte e di formaggio.