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Tavoli di approfondimento

Dodici gruppi su altrettanti temi decisivi, per delineare nuovi scenari e strategie

di Gaetano Menna

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Al termine della plenaria della prima giornata dei lavori, si sono avviati i lavori dei dodici tavoli di approfondimento sui temi decisivi per il settore agricolo. All’indomani sono stati Franco Postorino (direttore generale di Confagricoltura) e Roberto Arditti (presidente di Kratesis, società specializzata nello studio dello scenario politico-economico italiano e internazionale) a tirare le somme. Digitale - l’applicazione del digitale nel settore agricolo deve essere accompagnata da un’adeguata formazione fornita sia dalle imprese che producono la tecnologia, sia da scuole, università e centri di formazione professionali. Massima attenzione al tema della sicurezza dei dati. Clima - va sviluppata una strategia nazionale per l’agricoltura rispetto al cambiamento climatico in termini di mitigazione e adattamento, a cui far seguire un piano di azione per accompagnare l’agricoltura in questa transizione. Credito - attenzione alle nuove forme di investimento effettuate da soggetti di

versi da quelli che operano nei mercati ordinari, come venture capital, bond, private equity, crowdfunding. Europa - serve reciprocità dei vincoli produttivi negli accordi internazionali. Bisogna far sì che gli obblighi produttivi imposti dall’Unione europea diventino un valore aggiunto a favore del prodotto. Filiere - le imprese agricole vanno accompagnate nei processi di aggregazione produttiva e commerciale. Bisogna attivare migliori relazioni e superare le conflittualità. Formazione - serve una mappatura delle competenze richieste dagli imprenditori; si pensa ad un approccio bottom up, attraverso appositi questionari, per individuare le esigenze per poi sviluppare nuovi percorsi di formazione. Innovazione - c’è consapevolezza della necessità di innovazione, che richiede una preparazione adeguata degli imprenditori e degli addetti. L’istruzione professionale deve essere al passo con i tempi. Fondamentale il trasferimento tecnologico tra agricoltura-impresa-università. Lavoro - il lavoro agricolo sta radicalmente cambiando, con un’evoluzione delle figure pro fessionali per aziende sempre più multifunzionali e innova tive. A fronte di cambiamenti radicali e repentini, l’attuale quadro normativo è inade guato. Avviare il registro dei controlli per evitare duplica zioni da parte dei vari enti della pubblica amministrazione. Made in Italy ed export - si devono valorizzare le iniziative di aggregazione delle imprese già presenti rafforzandone le finalità legate all’export (logi stica, marketing, ecc); stimolare collaborazioni mirate per il comparto agricolo con le isti tuzioni preposte (formazione e promozione); contrastare l’ita lian sounding. Semplificazione - l’insieme delle norme è una giungla che deve essere ripulita; maggiore efficienza della pubblica amministrazio ne attraverso la digitalizzazione. Sostenibilità - forte presidio a Bruxelles, promuovendo un modello di agricoltura ita liano; vanno individuati meccanismi di accompagnamento, incentivo e sostegno alle imprese che investono in quest’ottica. Territorio e paesaggio - comunicare, divulgare e raccontare il valore della bellezza del territorio e del ruolo dell’agricoltura quale ge neratrice di paesaggio. Investire in infrastrutture adeguate a “produrre paesaggio”. nnn Dodici tavoli per tematiche decisive per il settore primario

“I l valore dell’Italia è dato da qualità, creatività, tradizione e cultura, caratteristiche non ci potranno mai copiare”, ha sottolineato Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, nel suo intervento che ha chiuso la sessione plenaria del primo giorno a Villa Blanc. Meloni condivide totalmente i concetti di identità e futuro: “Le due gambe - ha detto - sulle quali l’Italia dovrebbe camminare”. A parere della presidente di Fratelli d’Italia l’identità di un Paese “è ciò che ci definisce ed è il patrimonio più prezioso che abbiamo. Soprattutto nell’epoca della globalizzazione, dove il valore e il ruolo dell’Italia non consistono nella quantità delle produzioni, ma nella qualità”. “L’identità però serve solo - avverte - se la utilizzeremo per aggredire il futuro. L’agricoltura incarna questo valore se accompagnata da una visione di medio lungo periodo e dalla capacità di fare sistema, che oggi mancano”. Proprio per questo la politica deve confrontarsi con gli attori interni ed esterni dell’economia e difendere gli interessi nazionali. “Dobbiamo puntare - ha concluso - ad avere meno burocrazia, anche in Europa. Per questo presenteremo una mozione in Parlamento, che parte dal tema del “nutriscore” (brevetto di una agenzia del governo francese), ma che è aperta anche ad altre istanze del comparto agroalimentare in difesa del made in Italy”. (E.T.) nnn Aggredire il futuro

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