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Anna Gagliardi

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Gabriella Bechi

Gabriella Bechi

Contro un mondo a due velocità

Giansanti al festival di Cl: “Infrastrutture,

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delle conoscenze e aree rurali per un’agricoltura attenta ai più deboli”

di Anna Gagliardi

Con 800mila presenze il “Meeting di Rimini per l’amicizia fra i popoli” ha archiviato la 43esima edizione come una delle meglio riuscite. Complice il prossimo appuntamento elettorale di settembre, il Meeting è stato, dal 20 al 25 agosto, il palcoscenico privilegiato di politici e opinion leader chiamati a confrontarsi su argomenti di attualità accomunati dal tema di quest’anno: “Una passione per l’uomo”. Da sempre il festival richiama personalità di spicco dello scenario economico, politico e sociale internazionale, ma quest’anno ha registrato un rinnovato interesse, anche mediatico. È per questo che Confagricoltura ha voluto essere presente sia con il presidente Giansanti ad uno degli incontri più seguiti della manifestazione, sia con una partecipazione di immagine ai principali eventi. I numeri Cuore della manifestazione sono stati i 3.000 volontari che mettono in luce lo spirito e l’identità del Meeting. Oltre 80mila le presenze ai convegni, più di 100mila le visite alle 14 mostre; 10mila le presenze under 12 al Villaggio Ragazzi Generali. Sul fronte sportivo, 90 i camp (15 al giorno) e oltre 5.000 persone registrate. Sono stati 15 gli spettacoli, molti sold out. Il potenziamento della dimensione digitale del Meeting ha permesso la fruizione del festival a 250mila spettatori online sul sito e sul canale Youtube. L’intervento del premier Draghi L’appuntamento clou è stato il 24 agosto con il premier Mario Draghi, a cui la platea ha dedicato una lunga standing ovation. Il suo discorso si è indirizzato in particolare ai giovani, definiti “la speranza della politica”, in particolare in un “passaggio storico drammatico, che deve essere affrontato con profondità di analisi e coraggio di azione”. “Le decisioni che prendiamo oggi - ha ribadito - sono destinate a segnare a lungo il futuro dell’Italia”. E sulle elezioni ha aggiunto: “Mi auguro che chiunque avrà il privilegio di guidare

Foto Giulia Palmigiani

Contro un mondo a due velocità

Da sx: Emmanuele Forlani (direttore Fondazione Meeting); Massimiliano Giansanti (presidente Confagricoltura); Francesco Mutti (presidente Centromarca); Roberto Garofoli (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri

il Paese, saprà preservare lo spirito repubblicano che ha animato dall’inizio il nostro Esecutivo. Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili, come le abbiamo superate noi l’anno scorso. L’Italia ce la farà, anche questa volta”. Il presidente Giansanti al Meeting “Nell’attuale situazione di instabilità abbiamo due certezze: l’aumento della popolazione e del PIL mondiale a fronte della diminuzione della superficie agricola e la necessità di tutelare le risorse naturali. Una sfida da affrontare immediatamente dando risposte efficaci, anche alla luce degli shock esterni prodotti da pandemia, guerra e cambiamenti climatici”. Questo il messaggio del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al Meeting di Rimini, nell’incontro “Favorire la crescita e sostenere i più deboli”, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Garofoli, il presidente di Centromarca, Francesco Mutti, l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace, e Simone Bemporad, direttore della comunicazione e degli affari istituzionali di Generali, moderati da Emmanuele Forlani, direttore della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Pandemia, inflazione, guerra in Ucraina e instabilità politica allargano ancora di più la forbice tra ricchi e poveri, facendo aumentare le disuguaglianze. Ma se i più deboli, i più indifesi, gli emarginati, vengono lasciati da parte - è stato ribadito - il rischio è che crolli l’intero sistema Paese. Ecco perché servono politiche che favoriscano la crescita e risorse da redistribuire affinché ci sia un effetto sul mondo del lavoro. “L’agricoltura è strategica per il mondo intero - ha detto Giansanti -. I cittadini stanno pagando un prezzo elevato degli alimenti e allo stesso tempo parte della popolazione mondiale non ha accesso al cibo. Gli strumenti per scongiurare un mondo a due velocità sono investimenti infrastrutturali, condivisione delle conoscenze e sviluppo delle aree rurali. Per questo serve una strategia globale di politica agricola, ma anche della nutrizione, dell’alimentazione e dell’energia. Nel mondo 870 milioni di persone soffrono la fame, ma aumenta il numero delle persone sovrappeso nei Paesi sviluppati (1,7 miliardi) e lo spreco alimentare, pari a 74 chili di cibo pro-capite”. L’aumento dei prezzi del cibo è strettamente legato a quello dei costi energetici. Il settore primario può dare un ulteriore contributo in questo ambito, ma deve essere messo nelle condizioni di farlo. Non solo con le risorse del PNRR, ma anche con una reale semplificazione delle procedure burocratiche. È arrivato il momento delle scelte e il prossimo governo - ha concluso Giansanti - dovrà realizzare gli obiettivi strategici del Paese. Avremo un ottobre molto difficile: l’instabilità dei mercati continuerà a spingere la crescita dei prezzi, e dunque le famiglie a rivedere la loro politica di acquisto dei generi alimentari. Già oggi un sondaggio di Agronetwork e Format Research descrive così la propensione agli acquisti: 13% non sa se cambierà; il 27% sceglierà giorno per giorno; il 28% spenderà la stessa cifra ma con minor potere d’acquisto; il restante 31% sa che spenderà di più. Non c’è più tempo da perdere”. L’edizione 2023 Confagricoltura ha confermato che sarà presente anche alla 44esima edizione del Meeting di Rimini, che si terrà dal 20 al 25 agosto 2023 e avrà come titolo: “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”. nnn

Draghi: “Affrontiamo questo passaggio storico con profondità di analisi e coraggio”

Il latte di cammello e di capra fa bene al clima

S ostituire in parte il latte vaccino con quello di capra e cammello nelle aree aride dell’Africa aiuterebbe a combattere i cambiamenti climatici. Lo ha rivelato uno studio pubblicato su Nature. Gli esperti hanno dimostrato che, negli anni, le condizioni ambientali sono peggiorate in circa il 17% dell’Africa sub-sahariana settentrionale. La produzione di latte è aumentata notevolmente negli ultimi 40 anni, con il 65% del totale proveniente da bovini, il 25% da piccoli ruminanti e il 10% da cammelli. La produzione in Africa sub-sahariana, per i ricercatori, ha le più alte emissioni di gas serra per chilogrammo di latte rispetto ad altre parti del mondo. Una diminuzione della popolazione bovina del 24% (5,9 milioni di capi) e un aumento di quella di capre e cammelli, rispettivamente del 14 e del 10%, costituirebbe una composizione ideale della mandria. Con 7,7 milioni di capre e 1,2 milioni di cammelli si otterrebbe un leggero aumento della produzione aggregata di latte, ma soprattutto si raggiungerebbe un’efficace riduzione dell’acqua e del consumo di mangimi, nonché delle emissioni di gas serra.

AGRICOLTURA GREEN, LASCOZIAPUNTA ALLA LEADERSHIP

In Scozia è aperta la consultazione popolare sul prossimo disegno di legge sull’Agricoltura, che si chiuderà il 21 novembre. La “Vision for Agriculture” mira a collocare la Scozia come leader globale nell’agricoltura sostenibile e rigenerativa. “Stiamo supportando i nostri agricoltori nella produzione di cibo sostenibile e di qualità per garantire un sistema alimentare più resiliente - ha affermato il segretario agli Affari rurali Mairi Gougeon (in foto) - per gestire le crisi gemelle del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità”. Manca la senape di Digione, la salsa più amata dai francesi. Oltre il 70% dei semi che compongono il famoso condimento viene importato dal Canada, dove l’ondata di caldo ha abbattuto la produzione, e solo il 30% è di provenienza nazionale. Tra le alternative, il rafano, soprannominato la “senape dei tedeschi”. Ma doversi orientare alla salsa teutonica anziché alla propria colpisce l’orgoglio culinario francese, tanto quanto il rendersi conto che gran parte della produzione dei semi viene dall’estero e che questa crisi non terminerà presto.

IN FRANCIA È FINITA LA SENAPE (DI DIGIONE)

Zootecnia, Paesi Bassi verso il taglio del 70% di emissioni di azoto

Il settore lattierocaseario e quello della produzione di carne sono stati, per anni, il fiore all’occhiello dell’economia dei Paesi Bassi. Non cessano le proteste degli agricoltori per la decisione del governo di ridurre del 70% i livelli di azoto per la tutela degli habitat naturali, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende nelle dodici province interessate. Un intervento radicale, necessario per rispettare le norme dell’Ue sull’inquinamento da azoto. Tra seminativi e bestiame, l’agricoltura sarebbe responsabile di circa il 41% dell’inquinamento da azoto negli habitat protetti dalla legislazione europea, come i siti Natura 2000. Il governo ha precisato obiettivi, aree interessate e percentuali di riduzioni, innescando forti reazioni. Per alcune province basterà una riduzione del 12% entro il 2030, ma nelle aree più vulnerabili sul piano naturalistico, l’abbattimento dovrà raggiungere punte di gran lunga maggiori, con un’azione molto più drastica. Il governo ha stanziato 25 miliardi per la transizione ecologica, con molti fondi per disincentivare le produzioni agricole più inquinanti.

GUERRA, ANCHE GLI USA AUMENTANO LA PRODUZIONE

Gli Stati Uniti sono ricchi di terre agricole e da quando l’invasione russa dell’Ucraina ha suscitato forti preoccupazioni sul pericolo di una mancanza di cibo e di mangimi, si è subito mosso il dipartimento dell’Agricoltura. Questa estate sono state istituite nuove politiche per incentivare gli agricoltori ad un secondo raccolto, cambiando le regole assicurative. L’USDA spera di aumentare significativamente la quantità di grano e cereali prodotti, diminuendo la dipendenza dai grandi produttori, come l’Ucraina e la Russia.

LA CINA PUNISCE TAIWAN BLOCCANDO L’IMPORT DI POMELO

Dopo la visita della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, le tensioni e le ritorsioni cinesi contro Taiwan non si sono fatte attendere. Tra queste, l’annullamento degli ordini di pomelo. Il Paese coltiva più frutta di quanta ne possa consumare e l’export continua a rimanere fortemente dipendente dalla Cina. C’è grande preoccupazione per il futuro a causa della difficoltà di diversificare velocemente l’export di frutta tropicale, per i costi significativi della logistica e dello stoccaggio, e per riuscire a identificare nuovi partner commerciali.

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