Editoriale Editorial Marco Camplone
D
ue parole spesso sono poche per una descrizione. In casi particolari, ad esempio quando sarebbe meglio non parlare o non scrivere, diventano troppe. Di rado sono proprio quello che occorre. Per De Cecco, le parole alta e qualità rappresentano un autentico marchio di fabbrica, quasi un’estensione spontanea e naturale del nome dell’azienda. Non bisogna meravigliarsi, quindi, se nel numero 10 di Mondo, alta e qualità rimbalzino da un articolo all’altro, facendosi spazio anche nei titoli. La nostra Filiera del grano duro italiano, sempre più estesa, richiama il concetto del massimo livello della qualità, anche perché per una pasta superiore occorre una materia prima superiore. Del resto, De Cecco è un’azienda che, tra i confini nazionali come a livello internazionale, può vantare tutte le certificazioni più importanti. Ognuna equivale a una medaglia d’oro. Premio che merita di certo la linea Integrale, celebrata dall’Università di Milano, i cui studi hanno confermato quanto a noi ben chiaro: l’Integrale De Cecco contiene germe di grano ed è l’unica, tra quelle (tante) analizzate, a presentare tutti gli effetti positivi dell’essicazione a basse temperature e a conservare le qualità organolettiche e le caratteristiche nutritive della semola. Essere De Cecco significa immergersi nella storia preunitaria, con la visita del re Ferdinando II di Borbone a Fara San Martino, la cui sosta nell’area dove ora sorge il mosaico della donnina De Cecco riemerge dagli antichi e fascinosi fogli del Giornale del Regno delle Due Sicilie. Anno domini 1832. Dalla storia alla cultura il passo è breve e va fatto senza battere i tacchi, meglio ancora se in punta di piedi. Siamo stati a Milano, casa museo Boschi Di Stefano, per la mostra Merini-Casiraghy. La nostra è stata una presenza discreta, ma per certi versi determinante, al fianco dell’organizzatore dell’evento, l’entusiasta Tomasetig. Il successo della celebrazione del genio creativo della poetessa ha contribuito a far sì che le opere contenute nelle pubblicazioni Pulcinoelefante venissero acquisite dal comune meneghino per valorizzarle e consegnarle a imperitura memoria. Siamo stati a Milano, ma anche a Bratislava, dove l’esposizione di una parte della collezione Rapisarda ha rinnovato il successo del francobollo De Cecco 130 anni. Buona lettura. S
T
wo words are often few for a description. In particular cases, for example when it would be better not to speak or not to write, they become too many. They are rarely just what is needed. For De Cecco, high and quality represent an authentic trademark, almost a spontaneous and natural extension of the company name. No wonder, therefore, if in the 10th issue of Mondo, high and quality bounce from one article to another, taking space also in the titles. Our Italian durum wheat production chain, more and more extensive, recalls the concept of the highest level of quality, also because a superior raw material is needed for a superior pasta. After all, De Cecco is a company that, both nationally and internationally, can boast all the most important certifications. Each one of them is equivalent to a gold medal. It is an award deserved by the whole wheat line, celebrated by the University of Milan, whose studies have confirmed what it is clear to us: the “Integrale De Cecco” (whole wheat pasta) contains wheat germ and it is the only one (among many) analysed that presents all the positive effects of drying at low temperatures and to preserve the organoleptic qualities and the nutritional characteristics of the semolina. Being De Cecco means to be immersed in the pre-unification history, with the visit of King Ferdinand II of Bourbon to Fara San Martino, whose stop in the area where the mosaic of the little woman De Cecco now stands emerges from the ancient and fascinating sheets of the Giornale del Regno delle Due Sicilie. Anno domini 1832. From history to culture the step is short and must be done without striking heels, better still if on tiptoe. We were in Milan, Boschi Di Stefano house museum, for the Merini-Casiraghy exhibition. Ours was a discreet presence, but in some ways decisive, alongside the organizer of the event, the enthusiastic Tomasetig. The success of the celebration of the creative genius of the poetess helped to ensure that the works contained in the PulcinoElefante publications were acquired by the Milanese municipality to enhance them and deliver them to everlasting memory. We were in Milan, but also in Bratislava, where the exposure of part of the Rapisarda collection renewed the success of the 130-year De Cecco stamp. Enjoy the reading. S MONDO DE CECCO 1
sommario contents 01
06
Editoriale Editorial
06
Integrale De Cecco una pasta da 110 e lode Integrale De Cecco, 110 with honours pasta
14
Filiera italiana, ventimila ettari di grano duro alta qualitĂ Italian production chain, twenty thousand hectares of high quality durum wheat
22
De Cecco prima azienda in Italia per crescita nel food De Cecco: the first Italian company for growth in food
26
Diciotto certificazioni garantiscono l’azienda a livello internazionale Eighteen certifications guarantee the company internationally
32
Merini e Casiraghy, geniali aforismi raccontano un raro sodalizio culturale Merini and Casiraghy, brilliant aphorisms tell a rare cultural friendship
14
49
Ragozzino, un artista che lascia il segno Ragozzino, an artist who leaves his mark
50
Bellezza e mito, Roccascalegna è un set cinematografico Beauty and myth, Roccascalegna is a film set
56
32 38
Il francobollo De Cecco 130 anni in mostra a Bratislava grazie alla collezione Rapisarda
Porcino mushroom and borlotti bean soup with Rombi De Cecco n° 121 58
A.d. 1832, sua maestà Ferdinando II attraversò l’Abruzzo Citra e fece una sosta a Fara San Martino
Furba e intelligente, la volpe è sempre più vicina agli uomini Cunning and intelligent, the fox is continuously getting closer to humans
64
The De Cecco 130 years stamp on show in Bratislava thanks to the Rapisarda collection 40
Zuppa di porcini e borlotti con Rombi De Cecco n°121
The Who, quando la ribellione diventò una band da leggenda The Who, when the rebellion became a legendary band
71
Pescati dalla rete From the web
In 1832, His Majesty Ferdinand II crossed Abruzzo Citra and stopped off at Fara San Martino 44
De Cecco e Banco Alimentare uniti nel nome della solidarietà De Cecco and Banco Alimentare together in the name of solidarity
50
MONDO DE CECCO 5
Integrale De Cecco, una Integrale De Cecco,
6 MONDO DE CECCO
pasta da 110 e lode a 110 with honours pasta
MONDO DE CECCO 7
L
G
aureata con 110 e lode e con un sapore da bacio accademico. Una ricerca dell’Università degli studi di Milano ha dimostrato che la pasta Integrale De Cecco contiene germe di grano ed è l’unica fra quelle analizzate a presentare tutti gli effetti positivi dell’essiccazione a basse temperature. Sulle base delle evidenze scientifiche, l’Integrale De Cecco risulta essere di qualità superiore perché è quella che preserva meglio le qualità organolettiche e le caratteristiche nutritive della semola, offrendo un profumo intenso, un sapore deciso ma senza gusto amaro. I ricercatori dell’Università meneghina – Dipartimento di Scienze per gli alimenti, la nutrizione e l’ambiente (DeFens) - hanno effettuato uno studio sulle dieci principali paste integrali presenti sugli scaffali italiani, di cui cinque biologiche. Un insieme che vale l’80 per cento del mercato domestico. Le paste sono state paragonate rispetto a indice di danno termico, modificazioni delle proteine, proprietà sensoriali e formazione di AGEs. Gli AGE, dall’inglese “Advanced Glycation End-products” sono dei composti derivati dallo zucchero creati nell’organismo. Fumare o mangiare alcuni cibi cotti ad alte temperature aumenta i depositi di AGE nelle arterie e ciò può portare all’insulino-resistenza o ad altri problemi di salute tutt’altro che trascurabili. Per produrre la pasta integrale, De Cecco pastifica una semola ottenuta da tutti i prodotti della macinazione, senza nulla togliere o aggiungere, compreso il ricercato germe del grano. La pasta integrale De Cecco è naturalmente ricca di fibre e fosforo ed è fonte di proteine, ferro, tiammina (vitamina B1), magnesio e zinco. Fosforo, ferro, vitamina B1 e magnesio con-
raduated with 110 with honours and with an academic kiss flavour. A research from the University of Milan demonstrated that the De Cecco wholemeal “Integrale” pasta contains wheat germ and it is the only one analysed to pre-set all the positive effects of drying at low temperatures. Based on scientific evidence, the Integrale De Cecco pasta turns out to be of superior quality because it is the one that best preserves the organoleptic qualities and the nutritional characteristics of the semolina, offering an intense aroma, a strong flavour but without a bitter taste. The researchers from the Milanese University Department of Food, Nutrition and Environment Sciences (DeFens) - carried out a study on the ten main wholemeal pastas on Italian shelves, including five biological ones. A set that is worth 80 percent of the domestic market. Pastas were compared with respect to thermal damage index, protein modifications, sensory properties and AGEs formation. AGEs, “Advanced Glycation End-products”, are compounds derived from sugar created in the organism. Smoking or eating certain foods cooked at high temperatures increases AGE deposits in the arteries and this can lead to insulin resistance or other health problems that are anything but negligible. To produce wholemeal pasta, De Cecco prepares a semolina obtained from all the products of the grinding, without removing or adding anything, including the refined wheat germ. The De Cecco wholemeal pasta is naturally rich in fibre and phosphorus and it is a source of protein, iron, thiamine (vitamin B1), magnesium and zinc. Phosphorus, iron, vitamin B1 and magnesium con-tribute to an individual’s normal
UNA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO DIMOSTRA CHE L’INTEGRALE DE CECCO CONTIENE GERME DI GRANO E TRA QUELLE ANALIZZATE È L’UNICA A PRESENTARE GLI EFFETTI POSITIVI DELL’ESSICCAZIONE A BASSE TEMPERATURE
A RESEARCH FROM THE UNIVERSITY OF MILAN SHOWS THAT THE DE CECCO WHOLE WHEAT PASTA CONTAINS WHEAT GERM AND AMONG THOSE ANALYZED IT IS THE ONLY ONE THAT PRESENTS THE POSITIVE EFFECTS OF DRYING AT LOW TEMPERATURES
8 MONDO DE CECCO
tribuiscono al normale metabolismo energetico di un individuo. De Cecco, forte di oltre un secolo di storia e di un metodo di lavorazione unico, presenta sugli scaffali 28 referenze di pasta integrale, di cui 9 integrale biologica. Una gamma ricca e scelta con cura, capace di soddisfare le richieste di una fascia di consumatori sempre più ampia e particolarmente competente. L’integrale è apprezzata in modo particolare dagli sportivi. La semola utilizzata viene prodotta direttamente nel nostro molino di Fara San Martino (Chieti). La trafilatura viene fatta al bronzo per garantire la porosità ottimale necessaria per catturare al meglio i condimenti. Nella bacheca De Cecco c’è anche il premio Nutrigold “Migliore comunicazione nutrizionale”, per l’impegno nel sensibilizzare a un consumo consapevole di pasta integrale, conseguito a NutriMI 2018, XII forum di nutrizione pratica. (m.c.)S
energy metabolism. With over a century of history and a unique processing method, De Cecco presents on the shelves 28 references of wholemeal pasta, 9 of which are organic wholemeal. A rich and carefully chosen range, capable of satisfying the requests of an ever wider and particularly competent consumer range. The whole wheat pasta is particularly appreciated by sporty people. The semolina used is produced directly in our mill in Fara San Martino (Chieti). The wire drawing is done with bronze to ensure the optimal porosity necessary to better capture the seasonings. In the De Cecco display case there is also the Nutrigold “Best nutritional communication” prize, for the commitment in raising awareness of the consumption of wholemeal pasta, achieved at NutriMI 2018, the XII forum of practical nutrition. (m.c.)S
MONDO DE CECCO 9
Una gamma ricca di 28 referenze A rich range of 28 references INTEGRALE/WHOLEMEAL
INTEGRALE BIOLOGICO ORGANIC WHOLEMEAL
10 MONDO DE CECCO
FORMATO/SHAPE
PESO/SIZE
SPAGHETTI N° 12
500G
LINGUINE N° 7
500G
SPAGHETTONI QUADRATI N° 413
500G
PENNE RIGATE N° 41
500G
ORECCHIETTE N° 91
500G
MEZZE PENNE RIGATE N° 141
500G
FARFALLE N° 93
500G
FUSILLI N° 34
500G
FUSILLI GIGANTI N° 234
500G
MEZZI RIGATONI N° 26
500G
CONCHIGLIETTE PICCOLE N° 53
500G
MEZZI DITALI RIGATI N° 159
500G
PASTA MISTA N° 120
500G
PENNONI RIGATI N° 39
500G
GRATTATA N° 623
500G
STELLETTE N° 75
500G
STRANGOZZI N° 212
250G
TAGLIATELLE N° 203
250G
FORMATO/SHAPE
PESO/SIZE
SPAGHETTINI N° 11
500G
SPAGHETTONI QUADRATI N° 413
500G
FETTUCCELLE N° 6
500G
PENNE RIGATE N° 41
500G
PENNETTE RIGATE N° 241
500G
CASARECCIA N° 88
500G
FUSILLI N° 34
500G
MEZZE MANICHE RIGATE N° 136
500G
SAGNETTE ABRUZZESI N° 89
500G
TUBETTI RIGATI N° 64
500G FONTE FRATELLI DE CECCO / DE CECCO SOURCE
MONDO DE CECCO 11
12 MONDO DE CECCO
MONDO DE CECCO 13
Filiera italiana, ventimila ettari di grano duro alta qualità Italian production chain, twenty thousand hectares of high quality durum wheat Mario Aruffo
L
a Filiera italiana De Cecco del grano duro di alta qualità continua a crescere. Le previsioni per il 2020, contratti alla mano, parlano di 20mila ettari, 80mila tonnellate e 9 varietà di grano. Dieci le regioni interessate: Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Marche, Umbria, Lazio, Toscana, Campania e Sicilia. La Filiera italiana De Cecco non ha mai smesso di progredire e lo confermano i dati di partenza, o meglio quelli della campagna granaria 2016: 2.251 ettari e 6.819 tonnellate. Il segreto sta nel rapporto di collaborazione e di reciproca convenienza tra l’azienda, i produttori e gli stoccatori, che sono l’anello di collegamento tra i primi due protagonisti. Le condizioni economiche per il 2020, migliorative rispetto alle condizioni del mercato, prendono come riferimento la quotazione della Borsa merci di Foggia. E’ previsto un prezzo minimo garantito al produttore di 275 euro a tonnellata (euro/ton) per grano con contenuto proteico superiore a 14,50% e purezza varietale 90% minimo, qualora la quotazione del listino foggiano fosse inferiore a euro/ton 270. Nel caso di quotazione superiore a euro/ton 270, si considererà la media dei due prezzi (min e max) del mese di riferimento oltre a premi legati al contenuto proteico e ad altri parametri. Per la raccolta 2018, De Cecco ha liquidato tutto il grano di Filiera nazionale a un prezzo medio di euro/ton 293 al produttore contro un prezzo medio della Borsa Merci di Foggia di euro/ton 236 al grossista, che significa un prezzo al produttore di circa euro/ton 216. Nel 2019, la Filiera nazionale De Cecco sta esprimendo dati lusinghieri. Uno su tutti: 91,7 parti per miliardo (ppb) di Don (che è una micotossina) a fronte di 1.750 ppb che è il limite di legge (quindi, addirittura inferiore al limite max previsto
14 MONDO DE CECCO
T
he De Cecco Italian production chain of high-quality durum wheat continues to grow. Forecasts for 2020, contracts in hand, talk about 20,000 hectares, 80,000 tons and 9 varieties of wheat. Ten regions are involved: Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Marche, Umbria, Lazio, Tuscany, Campania and Sicily. The Italian De Cecco Production Chain has never stopped progressing and this is confirmed by the starting data, or rather those from the 2016 grain market: 2,251 hectares and 6,819 tons. The secret lies in the relationship of collaboration and mutual convenience among the company, the producers and the warehouses, who are the link between the first two protagonists. The economic conditions for 2020, better than market conditions, take as a reference the quotation of the Foggia commodity exchange. There is a guaranteed minimum price to the producer of 275 euros per tonne (euro/ton) for wheat with a protein content higher than 14.50% and a minimum varietal purity of 90%, if the quotation of the Foggia price list is less than 270 euro/ton. In the case of a quotation above 270 euro/ton, the average of the two prices (min and max) of the reference month will be considered, as well as bonuses linked to the protein content and other parameters. For the 2018 collection, De Cecco liquidated all the wheat from the national production chain at an average price of 293 euro/ton to the producer against an average price of the Foggia Commodity Exchange of 236 euros to the wholesaler, which means a price to the producer of around 216 euro/ton. In 2019, the national De Cecco Production Chain is expressing gratifying data. One out of all: 91.7 parts per billion (ppb) of Don (which is a mycotoxin) com-
Condizioni economiche contratto 2020 Economic conditions 2020 contract
FONTE FRATELLI DE CECCO / DE CECCO SOURCE MONDO DE CECCO 15
16 MONDO DE CECCO
MONDO DE CECCO 17
per il “Baby Food” che è di 200 ppb). Ottimi anche le proteine e la purezza varietale ben oltre i limiti minimi di contratto. In Abruzzo, dove saranno piantate 6 varietà di grano più una in prova, la stima per il 2020 è di 4.650 ettari interessati e 18.600 tonnellate di raccolto. In questo caso, si può parlare di un risultato eccezionale perché la Filiera dal 2016 al 2020 è praticamente raddoppiata. S
18 MONDO DE CECCO
pared to 1,750 ppb which is the legal limit (therefore, even lower than the maximum limit set for the “Baby Food” which is 200 ppb). Proteins and varietal purity are also excellent, well beyond the minimum contract limits. In Abruzzo, where 6 varieties of wheat will be planted plus one under test, the estimate for 2020 is 4,650 hectares concerned and 18,600 tons of harvest. In this case, we can talk about an exceptional result because the Production Chain from 2016 to 2020 has practically doubled. S
La filiera italiana De Cecco 2020 Italian De Cecco chain 2020
ETTARI/HECTARES
4.430 MARCHE
ETTARI/HECTARES
5.000
ETTARI/HECTARES
80
ABRUZZO
TOSCANA
ETTARI/HECTARES ETTARI/HECTARES
410
UMBRIA
1.170 MOLISE
5.000
ETTARI/HECTARES
PUGLIE
280 LAZIO
ETTARI/HECTARES
ETTARI/HECTARES
HA. 300 CAMPANIA
ETTARI/HECTARES
2.390
TOTALE ETTARI TOTAL HECTARES: 20.060 TOTALE REGIONI TOTAL REGIONS: N.10 TOTALE STOCCATORI TOTAL STORING OPERATORS: N. 36 TOTALE ORGANIZZAZIONE DI PRODUTTORI: N.1 (CON N.14 STOCCATORI ADERENTI) TOTAL ORGANIZATION OF MANUFACTURERS: N.1 (WITH N.14 ADHERENT WAREHOUSES)
19 MONDO DE CECCO
BASILICATA
ETTARI/HECTARES
1.000 SICILIA
FONTE FRATELLI DE CECCO / DE CECCO SOURCE
MONDO DE CECCO 19
Filiera De Cecco superfici e volumi Italia Confronto raccolto 2016-2019 e stima 2020 De Cecco Production chain – surfaces and volumes Comparison 2016-2019 harvest and estimate for 2020
20 MONDO DE CECCO
FONTE FRATELLI DE CECCO / DE CECCO SOURCE
MONDO DE CECCO 21
De Cecco, prima azienda in Italia per crescita nel food De Cecco, the first Italian company for growth in food
D
e Cecco chiude il 2019 con risultati record. É medaglia d’oro nella speciale classifica “Nielsen Top 75 Manufacturer”*, che analizza le prime 75 aziende italiane per fatturato Retail Grocery (largo consumo confezionato). De Cecco, con la grande offerta di pasta, farine, olio, rossi, sughi e bakery, è al primo posto nazionale per la miglior crescita percentuale a Valore (+12%). Inoltre, sale sul terzo gradino del podio anche nella classifica per crescita assoluta, vendite a Valore (+20 milioni di euro). Il tutto in un mercato Italia caratterizzato da un calo dei consumi della pasta di semola che, nel 2019, ha toccato -1,4% (-10.751 tonnellate). De Cecco, dunque, è in controtendenza rispetto al trend negativo del mercato e di molti altri pastifici. Nel canale della Distribuzione Moderna le performance nella pasta di De Cecco sono decisamente premium: • +94.640 q.li (quintali) venduti a sell-out (consumatore finale) (+16,2%. 1° per crescita per volumi assoluti del mercato) corrispondenti a +17% €/ mio (+15,7%, 1° per crescita per fatturato totale del mercato), rispetto al leader di mercato (Barilla) che invece fa registrare -166.289 q.li (-8,3%); • +1,9 punti quota valore (+14,2%), consolidando la 2° posizione del mercato al 15,0%. La crescita è trasversale a tutte le Aree Nielsen, tutte le Regioni, tutti i canali di distribuzione; • +1,5 referenze medie presenti sugli scaffali pari ad un +10,3% (da un portafoglio medio di 14,0 a 16,1 referenze medie), con un significativo miglioramento dell’offerta di formati disponibili per i consumatori presso i punti di vendita; • +0,05 €/kg di prezzo medio “no promo” di 22 MONDO DE CECCO
I
t is a gold medal in the special “Nielsen Top 75 Manufacturer”* ranking, that analyses the top 75 Italian companies by Retail Grocery sales volume (packaged mass consumption goods). De Cecco, with its large offer of pasta, flours, oil, tomato products, sauces and bakery, is in the first place in Italy for the best percentage growth in Value (+12%). Moreover, it also climbs the third step of the podium in the ranking for absolute growth, Value sales (+20 million euros). All in an Italian market characterized by a decrease in semolina pasta consumption which, in 2019, reached -1.4% (-10,751 tons). Therefore, De Cecco goes against the negative trend of the market and of many other pasta factories. In the Modern Distribution channel, the De Cecco’s pasta performances are decidedly premium: • +94,640 quintals sold at sell-out (final consumer) (+16.2%. 1st for growth in absolute market volumes) corresponding to +17% €/million (+15.7%, 1° for growth in total market sales volume), compared to the market leader (Barilla) which instead has recorded - 166,289 quintals (-8.3%); • +1.9 points of value share (+ 14.2%), consolidating the 2nd position on the market at 15.0%. The growth is transversal to all the Nielsen Areas, all the Regions, all the distribution channels; • +1.5 average references on the shelves equal to + 10.3% (from an average portfolio of 14.0 to 16.1 average references), with a significant improvement in the offer of formats available to consumers at the points of sale; • +0.05 € / kg of “no promo” average price of May / December 2019 in the core business segment of durum wheat semolina pasta, traditional
maggio/dicembre 2019 nel segmento core business della pasta di semola di grano duro, formati tradizionali 500g, rafforzando il posizionamento premium del brand; • Tutto ciò suggellato da un ulteriore risultato eclatante rappresentato dall’incremento, nel 2019, pari a +997.000 famiglie italiane acquirenti la pasta di Semola De Cecco, che hanno consentito il raggiungimento di un parco acquirenti totale di 11,5 milioni di famiglie. Il 47,3% delle famiglie italiane consuma pasta di semola De Cecco, con un contestuale incremento dall’acquisto medio (+0,3 kg/famiglia = +4,6%). Nel 2019 le performance De Cecco non sono targate solo pasta di semola bensì trasversali ad altri segmenti: • Pasta Integrale: +4.056 q.li +16,1%, raggiungendo la quota storica a valore del 10,5% con +1,4 p.ti quota); • Pasta di Kamut: 1° crescita del mercato con +1.140 q.li +25%; • Pasta di Farro Bio Integrale: 1° crescita del mercato con +560 q.li +125%; • Paste speciali (Paccheri, Nidi e da Forno): 1° crescita del mercato con +2.540 q.li +20%; • Pasta all’Uovo: +280 q.li +2,6%; • Semola Rimacinata: +608 q.li +3,2%; • Gnocchi di Patate: +724 q.li +44,4%; • Olio Extravergine di Oliva: +11,5% a volumi con Il Classico 1 lt terza referenza del mercato a volumi. Questi risultati rappresentano cuore e carattere di questa azienda che in un complesso momento di mercato e reduce da un recente cambio di governance ha saputo far quadrato intorno al presidente Filippo Antonio De Cecco e muovere tutte le leve necessarie per percorrere una precisa rotta di successo. L’efficace comunicazione televisiva realizzata per fornire alle persone le ragioni della qualità De Cecco; la partnership con Juventus, team sportivo che condivide con noi i risultati, ma anche la rigorosità del metodo e la determinazione nel cercarli; la collaborazione con l’Università di Milano che con ricerche scientifiche ha dimostrato le caratteristiche superiori della pasta integrale sono solo alcuni degli ingredienti di un cocktail che ha sovvertito le regole di un settore maturo e consolidato. Un successo che si conferma anche nella comunicazione delle caratteristiche del prodotto e del metodo di lavorazione. Le eccellenze della pasta De Cecco, infatti, non si possono trovare in una sola varietà di grano e De Cecco seleziona attentamente i migliori raccolti di Italia, Arizona e California. Il grano italiano contribuisce in maniera determinante al sapore; quelli dell’Arizona e della California alla quantità e alla qualità delle proteine che sono determinanti per la famosa tenuta in cottura di De Cecco. Per quan-
formats 500g, strengthening the brand’s premium positioning; • All this sealed by a further impressive result represented by the increase, in 2019, of +997,000 Italian families purchasing De Cecco semolina pasta, which allowed the achievement of a total buyer board of 11.5 million families. 47.3% of Italian families consume De Cecco semolina pasta, with a concomitant increase of the average purchase (+0.3 kg / family = + 4.6%). In 2019 the De Cecco performances are not only targeting semolina pasta but are transversal to other products: • Whole Wheat pasta: +4,056 quintals +16.1%, reaching the historical share at a value of 10.5% with +1.4 shares point); • Kamut pasta: 1st market growth with +1,140 quintals + 25%; • Organic Whole Spelt Pasta: 1st market growth with +560 quintals + 125%; • Special pasta (Paccheri, Nidi and Forno): 1st market growth with +2.540 quintals +20%; • Egg pasta: +280 quintals +2.6%; • Reground semolina: +608 quintals +3.2%; • Potato Gnocchi: +724 quintals +44.4%; • Extra virgin olive oil: +11.5% in volumes with Il Classico 1 lt third reference in the market in volumes. These results represent the heart and character of this company which, in a difficult market moment and just after a recent change of governance, has been able to join forces around the president Filippo Antonio De Cecco and move all the levers necessary to follow a precise successful route. The effective television communication made to provide people with the reasons for the De Cecco quality; the partnership with Juventus, a sport team that shares the results with us, but also the rigor of the method and the determination to seek them; the collaboration with the University of Milan that, with scientific research, has demonstrated the superior characteristics of whole wheat pasta, are just some of the ingredients of a cocktail that has subverted the rules of a mature and consolidated sector. A success that is also confirmed in the communication of the product characteristics and the processing method. The excellences of De Cecco pasta, in fact, cannot be found in a single variety of wheat and De Cecco carefully selects the best harvests from Italy, Arizona and California. Italian wheat contributes significantly to the flavour; those of Arizona and California to the quantity and quality of proteins that are decisive for the famous cooking endurance of De Cecco. As far as the production process, it is also important the initiative to highlight the uniqueness of the De Cecco Method, “the slow drying at low temper-
MONDO DE CECCO 23
to riguarda il processo produttivo è altrettanto rilevante l’iniziativa di evidenziazione della uniqueness del Metodo De Cecco, “la lenta essiccazione a bassa temperatura per una pasta di qualità superiore” ulteriormente valorizzata grazie al nuovo pack lanciato in aprile 2019. Alle iniziative di marketing mix, ha fatto seguito una intensa attività di analisi dei principali driver di mercato, che ha consentito di affiancare le imprese della distribuzione mediante progetti di category management finalizzati all’ottimizzazione assortimentale, alla massimizzazione dell’efficienza promozionale per il miglioramento dell’intera supply chain. Questo rilevantissimo paniere di iniziative verrà ulteriormente potenziato grazie a un rinnovato progetto di In Store Marketing, che prevede una struttura sell-out dedicata di 23 risorse con il compito di presidiare e valorizzare il brand sui principali punti vendita italiani. Pianificati importanti investimenti in comunicazione per il primo semestre 2020, con l’obiettivo di intercettare i nuovi emergenti bisogni dei consumatori, si appresta a lanciare una nuova gamma di paste gluten free. Ricette esclusive con 4 varietà di farine, di soli cereali, naturalmente senza glutine per raggiungere l’equilibrio perfetto di gusto, colore e ruvidità e ottenere così la classica cottura “al dente”. • Senza Glutine con riso, mais, sorgo e teff 6 referenze: : spaghetti, linguine, penne rigate, fusilli, tortiglioni, ditali rigati + gnocchi di patate • Senza Glutine con piselli, mais, riso, grano saraceno, ceci e quinoa. 3 referenze: spaghetti, mezze penne rigate, fusilli • Senza Glutine con lenticchie rosse mais, riso, grano saraceno, ceci e quinoa. 3 referenze: spaghetti, sedanini, fusilli Questo progetto rappresenta l’impegno di De Cecco nel garantire a tutti il piacere unico e irrinunciabile di un buon piatto di pasta. Per De Cecco, le soddisfazioni arrivano anche dal resto del mondo, che segue i trend nazionali con un lusinghiero +5% di crescita in fatturato. Gli incrementi maggiori arrivano da Germania, Olanda, Belgio e Canada. S
24 MONDO DE CECCO
ature for a superior quality pasta”, further enhanced thanks to the new pack launched in April 2019. The marketing mix initiatives were followed by an intense analysis of the main market drivers, which made it possible to support distribution companies through category management projects aimed at optimizing the assortment, maximizing the promotional efficiency for the improvement of the entire supply chain. This very important box of initiatives will be further enhanced thanks to a renewed In Store Marketing project, which provides for a dedicated sell-out structure of 23 resources with the task of supervising and enhancing the brand on the main Italian points of sale. Once planned important investments in communication for the first half of 2020, with the aim of intercepting the emerging new needs of consumers, it is preparing to launch a new range of gluten free pasta. Exclusive recipes with 4 varieties of flour, only cereals, naturally gluten-free, to reach the perfect balance of taste, colour and roughness and thus obtain the classic “al dente” cooking. • Gluten Free with rice, corn, sorghum and teff 6 references: spaghetti, linguine, penne rigate, fusilli, tortiglioni, ditali rigati + potato gnocchi • Gluten Free with peas, corn, rice, buckwheat, chickpeas and quinoa. 3 references: spaghetti, mezze penne rigate, fusilli • Gluten Free with red lentils, corn, rice, buckwheat, chickpeas and quinoa. 3 references: spaghetti, sedanini, fusilli This project represents De Cecco’s commitment to guaranteeing everyone the unique and indispensable pleasure of a good pasta dish. For De Cecco, the satisfactions also come from the rest of the world, which follows national trends with a flattering +5% growth in sales volume. The biggest increases come from Germany, Holland, Belgium and Canada. S
De Cecco leader della classifica Nielsen Top 75 Manufacturer De Cecco leader of the Nielsen Top 75 Manufacturer ranking 1° CRESCITA % A VALORE DEL LARGO CONSUMO CONFEZIONATO 1ST GROWTH IN VALUE OF THE PACKAGED MASS CONSUMPTION VARIAZIONE % A VALORE SULL’ ANNO PRECEDENTE CHANGE IN VALUE ON THE PREVIOUS YEAR
3° CRESCITA FATTURATO IN VALORE ASSOLUTO DROGHERIA ALIMENTARE 3RD GROWTH SALES VOLUME IN ABSOLUTE VALUE OF FOOD GROWING
VARIAZIONE A VALORE SU ANNO PRECEDENTE IN MILIONI DI EURO
VARIAZIONE % A VALORE SULL’ ANNO PRECEDENTE
CHANGE IN VALUE ON THE PREVIOUS YEAR IN MILLIONS OF EUROS
VARIAZIONE A VALORE SU ANNO PRECEDENTE IN MILIONI DI EURO
CHANGE IN VALUE ON THE PREVIOUS YEAR
CHANGE IN VALUE ON THE PREVIOUS YEAR IN MILLIONS OF EUROS
DE CECCO
12
20
FERRERO
3
46,2
GALBUSERA
10,5
14,5
BARILLA
1,3
22,5
HEINEKEN
8,5
45,1
DE CECCO
12
20
BERETTA
8
11,3
GALBUSERA
10,5
14,5
LINDT & SPRUNGLI
7
10,7
AIA
2,7
12,3
MUTTI
6,7
11,3
MUTTI
6,7
11,3
FAGE
6,6
7,1
BERETTA
8
11,3
PEPSICO
5,8
8,6
LINDT & SPRUNGLI
7
10,7
G. AB INBEV
4,9
10,1
STAR
3,7
7,8
FONTI DI VINADIO
4,9
12,8
FAGE
6,6
7,1
FONTE NIELSEN / NIELSEN SOURCE
MONDO DE CECCO 25
Diciotto certificazioni garantiscono l’azienda a livello internazionale Eighteen certifications guarantee the company internationally
Vincenzo Ponte / Gina Di Cecco
I
so, Emas, Haccp, Brc, Ifs ed altre, non sono semplici sigle, ma identificativi di garanzia, qualità sicurezza. Si tratta, in sostanza, di riconoscimenti, certificazioni aziendali che riguardano la qualità della lavorazione, il rispetto delle regole igieniche, dell’ambiente, della sicurezza nei luoghi di lavoro. Attestano, la creazione, l’applicazione ed il mantenimento di un sistema di gestione e di organizzazione del lavoro in linea con norme valide a livello internazionale. L’ottenimento del certificato è, in sostanza, il completamento di un lavoro che ha comportato una fase progettuale, preparatoria, redazionale ed infine applicativa. A seguire, l’ente di certificazione conferma la bontà e l’aderenza agli standard o alle norme di riferimento del sistema rilasciando il certificato. De Cecco può vantare tutte le certificazioni esistenti che di seguito evidenziamo punto per punto. Certificazione di Prodotto “De Cecco” La certificazione di prodotto De Cecco, attesta l’eccellenza del prodotto e le sue peculiari caratteristiche che lo compongono. De Cecco è il primo produttore di pasta in Italia ad aver ricevuto tale certificazione che serve ad attestare per mezzo di analisi e controlli da parte di un ente terzo indipendente, che il prodotto sia conforme alle caratteristiche di eccellenza dichiarata dal soggetto certificato. L’adozione di questo standard rende visibili questi vantaggi qualitativi che sono di tipo organolettico e nutrizionale. I parametri certificati sono misurati costantemente. A riguardo si riporta un inciso contenuto nel Disciplinare di prodotto: “De Cecco è uno dei pochi pastifici industriali che, invece di aumentare la quantità di prodotto fabbricato, mira a preservare la qualità di 26 MONDO DE CECCO
I
so, Emas, Haccp, Brc, Ifs, and others, are not just acronyms, but identifiers of guarantee, quality and safety. They are, basically, awards, company certifications that concern the quality of the manufacturing, the respect for hygiene rules, the environment, and safety in the workplace. They certify the creation, application and maintenance of a work management and organization system in line with internationally valid standards. The obtaining of the certificate is, in essence, the completion of a job that involved a planning, preparatory, editorial and finally application phase. Subsequently, the certification body confirms the goodness and adherence to the standards or reference rules of the system by issuing the certificate. De Cecco can boast all the existing certifications that we highlight point by point below. “De Cecco” Product Certification The De Cecco product certification guarantees the excellence of the product and its unique characteristics that make it up. De Cecco is the first pasta producer in Italy to have received this certification, whose aim is to certify, by means of analysis and control by an independent third-party organization, that the product complies with the characteristics of excellence declared by the certified subject. The adoption of this standard makes these qualitative advantages, organoleptic and nutritional, visible. The certified parameters are measured constantly. In this regard, an aside is reported that is contained in the Product Specification: “De Cecco is one of the few industrial pasta factories that, instead of increasing the quantity of product manufactured, aims to preserve the quality of this product. And it is not a generic “quality”,
questo prodotto. E non si tratta di una “qualità” generica, non meglio esplicitabile al consumatore, bensì di una qualità basata su dati concreti, su parametri analitici che sono già oggetto di costante misurazione e controllo. ISO 9001:2015 La norma ISO 9001:2015 stabilisce i criteri per un Sistema di Gestione della Qualità che ha come obiettivo primario il perseguimento della soddisfazione del cliente nonché il miglioramento continuo delle prestazioni aziendali. La revisione 2015 pone tanta attenzione all’approccio per processi tenendo particolarmente tutte le cosidette “parti interessate”. In azienda, la norma ha seguito tutta la sua evoluzione partendo dalla prima edizione del 1987 fino a quella uscita a settembre 2015. ISO 14001:2015 La norma ISO 14001 specifica i requisiti di un Sistema di Gestione Ambientale. Ci aiuta a dimostrare l’ottimo livello di comportamento aziendale nei confronti dell’ambiente che ci circonda soprattutto se consideriamo che lo stabilimento di Fara San Martino è ai piedi del Parco Nazionale della Majella. Viene tenuto sotto controllo l’impatto che possono avere le attività quotidiane, dei prodotti e dei servizi che gravitano sugli stabilimenti adottando una politica ambientale e ponendo degli obiettivi di salvaguardia. L’edizione 2015, è stata sviluppata ricalcando l’impostazione della norma ISO 9001, con la quale condivide l’impostazione generale secondo lo schema “plando-check-act”(ruota di Deming). HACCP HACCP è l’acronimo di Hazard Analysis Critical Control Point (Analisi dei Rischi e Controllo dei Punti Critici). Si tratta, in pratica, di un sistema di controllo, adottato dalle aziende del settore alimentare, che ha come principale obiettivo la sicurezza alimentare. Il Codex Alimentarius Commission, commissione congiunta della FAO (Food and Agriculture Organization) e dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha emanato i principi sui quali un sistema HACCP si deve fondare su attività quali l’identificazione dei pericoli, la determinazione del rischio, l’identificazione di punti critici di controllo la definizione delle tecniche di monitoraggio, verifica e di documentazione. È obbligatorio che le aziende alimentari implementino un sistema di autocontrollo, non è obbligatorio che questo sistema sia certificato. Ottenere la certificazione del sistema HACCP è stato importante perché ci ha aiutato ha aiutato a dimostrare che l’azienda, da sempre, si impegna a produrre prodotti sicuri adempiendo a quanto richiesto dalla norma. BRC ed IFS Parlando di BRC ed IFS, facciamo riferimento a due importanti standard, di livello internazionale, che
which is not better explained to the consumer, but a quality based on concrete data, on analytical parameters that are already subject to constant measurement and control. ISO 9001:2015 The ISO 9001:2015 standard establishes the criteria for a Quality Management System that has as its primary objective the pursuit of the customer satisfaction as well as the continuous improvement of the business performance. The 2015 review places so much attention on the process approach, keeping in mind all the so-called “interested parties” in particular. In the company, the standard followed all its evolution, starting from the first edition of 1987 until the one issued in September 2015. ISO 14001:2015 The ISO 14001 standard specifies the requirements of an Environmental Management System. It helps us to demonstrate the excellent level of corporate behaviour towards the environment that surrounds us, especially if we consider that the Fara San Martino plant is at the foot of the Majella National Park. The impact that the daily activities, products and services that gravitate on the establishments can have is kept under control by adopting an environmental policy and setting safeguard objectives. The 2015 edition was developed based on the ISO 9001 standard setting, with which it shares the general layout according to the “plan-docheck-act” scheme (Deming cycle). HACCP HACCP is the acronym of Hazard Analysis Critical Control Point. In practice, it is a control system, adopted by the companies in the food sector, whose main goal is food safety. The Codex Alimentarius Commission, joint commission of the FAO (Food and Agriculture Organization) and the WHO (World Health Organization), issued the principles on which a HACCP system must be based on activities such as the identification of hazards, the determination of risk, the identification of critical control points, the definition of monitoring, verification and documentation techniques. It is mandatory that food companies implement a self-control system, it is not mandatory that this system is certified. Obtaining the certification of the HACCP system was important because it helped us to demonstrate that the company has always been committed in producing safe products by fulfilling the requirements of the standard. BRC and IFS Talking about BRC and IFS, we refer to two important international standards, which pay particular attention to the issue of food safety useful for the quality certification in the production chain of products distribution of the organized large-scale retail. The acronym BRC, a standard required for all suppliers
MONDO DE CECCO 27
pongono particolare attenzione al tema della sicurezza alimentare utili per la certificazione di qualità nella filiera di fornitura dei prodotti della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). L’acronimo BRC, uno standard richiesto per tutti i fornitori che vogliano entrare nel mercato GDO inglese, sta per British Retail Consortium ovvero il consorzio della Grande Distribuzione Organizzata Britannica, è uno standard di qualità che ha le basi nell’HACCP ponendo particolare attenzione, inoltre, all’ambiente di lavoro ed ai controlli sul prodotto e sul processo. Lo standard IFS, invece, è uno standard internazionale condiviso fra le filiere agroalimentari della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) francese e tedesca. Anche questo standard, come lo standard BRC richiede ai fornitori della filiera il rispetto delle norme igieniche e delle buone prassi nei processi produttivi, valide a garantire un buon livello di sicurezza e di qualità. Come azienda, certificandoci BRC ed IFS abbiamo risposto al progetto quadro indetto dalla GFSI (Global Food Safety Initiative). Entrambe si basano su un sistema HACCP integrato allo scopo di produrre delle buone norme di lavorazione ed un sistema di gestione. Kosher ed Halal La conformità dei nostri prodotti agli standard ebraici ed islamici sono attestati dalle certificazioni Kosher ed Halal. Fanno riferimento, rispettivamente alle regole nutrizionali delle due grandi religioni monoteiste. Kosher fa riferimento alle regole nutrizionali degli ebrei osservanti e significa “adeguatezza”. Contrariamente Halal è, invece, una parola araba, traducibile con il termine “lecito”, che si riferisce a tutti i comportamenti ammessi dalla religione islamica; non riguardando, dunque, soltanto le abitudini alimentari. Queste certificazioni, riconosciute a livello internazionale, ci hanno permesso di ampliare alcuni mercati dove è particolarmente sentita l’esigenza di prodotti conformi alle proprie credenze religiose. EPD Questo schema di certificazione, volontario, meglio detto come dichiarazione EPD (Environmental Product Declaration) è uno strumento di comunicazione utile ad illustrare elementi quali, ad esempio, l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita del prodotto in accordo con lo standard internazionale ISO 14025. GMP+ Lo standard GMP+ risponde all’esigenza di avere garanzie circa i prodotti utilizzati per l’alimentazione animale. Considerato che il processo di molitura comporta la produzione di materie prime per mangimi derivanti dalla lavorazione del grano, abbiamo sentito l’esigenza di dotarci di uno strumento utile a dimostrare l’attenzione che poniamo al tema della si-
28 MONDO DE CECCO
wishing to enter the English organized large-scale retail market, stands for British Retail Consortium, that is the British Organized Large-scale Retail Consortium, it is a quality standard that is based on HACCP paying particular attention, in addition, to the work environment and to the controls on the product and the process.The IFS standard, on the other hand, is an international standard shared among the agri-food production chains of the French and German organized large-scale retail. This standard too, like the BRC standard, requires the suppliers of the production chain to respect the hygienic rules and the good practices in the production processes, valid to guarantee a good level of safety and quality. As a company, certifying with BRC and IFS, we responded to the framework project called by the GFSI (Global Food Safety Initiative). Both are based on an integrated HACCP system in order to produce good processing standards and a management system. Kosher and Halal The compliance of our products to the Jewish and Islamic standards is attested by the Kosher and Halal certifications. They refer, respectively, to the nutritional rules of the two great monotheistic religions. Kosher refers to the nutritional rules of the observant Jews and means “adequacy”. Contrarily Halal is, instead, an Arabic word, translatable with the term “allowed”, which refers to all the behaviours admitted by the Islamic religion; therefore, not only concerning eating habits. These certifications, recognized internationally, allowed us to expand some markets where the need for products conforming to their religious beliefs is particularly felt. EPD This voluntary certification scheme, better known as the EPD declaration (Environmental Product Declaration), is a useful communication tool to illustrate elements such as, for example, the environmental impact of the entire life cycle of the product in accordance with the international ISO 14025 standard. GMP+ The GMP+ standard meets the need to have guarantees regarding the products used for the animal feed. Considering that the milling process involves the production of raw materials for animal feed deriving from the processing of the wheat, we felt the need to equip ourselves with a useful tool to demonstrate the attention we pay to the issue of food safety also with regard to this kind of supply. The approach adopted is based on the control of the elements that contribute to define the quality of animal feed, such as the control of undesirable substances (aflatoxins, pesticides) and any contaminants of microbiological origin. Organic All over the world, more and more consumers are
curezza alimentare anche per quanto riguarda questo genere di alimentazione. L’approccio adottato si basa sul controllo degli elementi che concorrono a definire la qualità degli alimenti zootecnici, quali ad esempio il controllo di sostanze indesiderabili (aflatossine, pesticidi) ed eventuali contaminanti di origine microbiologica. Biologica In tutto il mondo, sempre più consumatori scelgono cibo a marchio bio perché considerato più sicuro e sostenibile dal punto di vista ambientale e per la salute. Questo fa si che il mondo dei prodotti biologici, soprattutto agroalimentari, sia in forte crescita. Produrre prodotti biologici, quindi, diventa importante per venire incontro alle esigenze e richieste dei consumatori. Questa certificazione rilasciata da organismi espressamente autorizzati dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali copre tutti i livelli della filiera produttiva cosi come previsto dalla normativa europea (in particolare i regolamenti CE n. 834/2007 e n. 889/2008, che dettagliano gli aspetti tecnici della produzione, dell’etichettatura, del controllo e che valgono anche per i prodotti importati). OHSAS 18001 La certificazione secondo lo standard OHSAS 18001 specifica quei requisiti utili per un Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza del Lavoro, che consenta all’ Organizzazione di controllare i suoi rischi di Salute e Sicurezza ed a migliorare le sue performance. Quando si parla di sicurezza ci riferiamo al significato inglese di “safety” e non di “security”.OHSAS 18001, in sostanza, rappresenta uno strumento organizzativo che consente di gestire in modo organico e sistematico la sicurezza dei lavoratori senza sconvolgere la struttura organizzativa aziendale. A breve, tuttavia, certificheremo il nostro sistema di gestione per la sicurezza secondo quanto previsto dalla nuova norma UNI ISO 45001:2018. Questa norma, è stata sviluppata adottando il testo della struttura ad alto livello, comune ad altre norme ISO sui sistemi di gestione, come la UNI ISO 9001:2015 e la UNI ISO 14001:2015, con lo scopo di favorire l’integrazione tra le stesse. UNI 11381:2010 Certificazione del monitoraggio degli infestanti secondo quanto previsto lla norma Uni 11381:2010 che definisce i metodi per progettare e realizzare sistemi di monitoraggio degli insetti negli ambienti delle industrie alimentari WCA Conformità allo standard WCA su base annualesocial audit
choosing organic branded food because it is considered safer and more sustainable from an environmental and health point of view. This results in the fact that the world of organic products, especially food and agriculture, is growing strongly. Producing organic products, therefore, becomes important to meet the needs and demands of consumers. This certification issued by bodies expressly authorized by the Ministry of Agricultural, Food and Forestry Policies covers all the levels of the production chain as required by the European legislation (in particular the EC regulations No. 834/2007 and No. 889/2008, which detail the technical aspects of production, labelling, control and which also apply to imported products). OHSAS 18001 The certification according to the OHSAS 18001 standard specifies those requirements that are useful for a Health and Work Safety Management System, which allows the Organization to control its Health and Safety risks and to improve its performance. It is important to notice that we talk about “safety” and not “security”. OHSAS 18001, in essence, represents an organizational tool that enables the safety of workers to be managed in an organic and systematic way without upsetting the company’s organizational structure. Soon, however, we will certify our safety management system in accordance with the new UNI ISO 45001:2018 standard. This standard was developed by adopting the text of the high-level structure, common to other ISO standards on the management systems, such as the UNI ISO 9001:2015 and UNI ISO 14001:2015, with the aim of favouring the integration between them. UNI 11381:2010 Pest monitoring certification in compliance with the provisions of the UNI 11381:2010 standard that defines the methods for designing and realising insect monitoring systems in food industry environments. WCA Compliance with the WCA standard on an annual basis - social audit Pay per page green Certification of the environmental results achieved by the Company with regard to the reduction of electricity, paper and CO2 emissions in the printing processes (for info refer to the ISD) GMO-FREE product certification The reference technical specification and for which we are certified has the objective to implement a well-structured system that can define the process of preparing food products without genetically altered ingredients (GE). For the US market only
MONDO DE CECCO 29
Pay per page green Attestazione dei risultati ambientali conseguito dall’Azienda in quanto a riduzione consumi elettrici, di carta e emissioni CO2 nei processi di stampa (per info fare riferimento alla DSI) Certificazione di prodotto NO OGM La specifica tecnica di riferimento e per la quale si è certificati si pone l’obiettivo di implementare un sistema ben strutturato che possa definire il processo di preparazione dei prodotti alimentari privi di ingredienti geneticamente alterati (GE). Solo per il mercato USA AEO IT AEOF 09 0073 E’ l’acronimo di Authorized Economic Operator e significa Operatore Economico Autorizzato. L’AEO, rilasciata alla De Cecco il 29/04/2009, è divenuta centrale con il nuovo Codice Doganale dell’Unione. Rilasciata ad aziende stabilite nell’Unione e in possesso di sistemi procedurali e organizzativi di autocontrollo altamente affidabili con particolare riferimento agli aspetti doganali, logistici, amministrativi, di sicurezza e qualità, l’AEO si inquadra all’interno di un programma internazionale di certificazione e di affidabilità aziendale da spendere nel contesto commerciale internazionale. SA8000 De Cecco è il primo produttore di pasta al mondo ad aver conseguito la certificazione SA8000 il 25 febbraio 2005. La Certificazione SA8000 fa riferimento al Social Accountability 8000, uno standard riconosciuto a livello mondiale, nato con l’obiettivo di garantire ottimali condizioni di lavoro. I principi ispiratori dello standard sono le 19 convenzioni dell’ILO (International Labour Organization) e le Convenzioni ONU sui Diritti dei Bambini e sui Diritti Umani. E’ uno standard accreditato che risponde alle esigenze delle Organizzazioni che intendono distinguersi per il loro impegno nello sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle tematiche sociali. Un sistema di gestione certificato conforme a questo standard, pertanto, consente all’organizzazione che lo ha implementato una gestione adeguata e il monitoraggio costante di tutte le attività e i processi ad esse correlate che impattano sulle tematiche inerenti le condizioni dei lavoratori (diritti umani, sviluppo, valorizzazione, formazione e crescita professionale delle persone, salute e sicurezza dei lavoratori, non discriminazione, lavoro dei minori e dei giovani). I suoi requisiti si estendono anche ai fornitori ed ai subfornitori. La verifica di conformità allo standard SA8000 da parte di Enti di certificazione accreditati dal SAAS rappresenta una garanzia fondamentale per il mercato, dal momento che assicura una uniformità di approccio e una robustezza delle procedure con le quali l’Ente di certificazione svolge
30 MONDO DE CECCO
AEO IT AEOF 09 0073 It is the acronym of Authorized Economic Operator. The AEO, issued to De Cecco on 04/29/2009, became central with the new Union Customs Code. Issued to companies established in the Union and in possession of highly reliable procedural and organizational self-control systems with particular reference to customs, logistic and administrative aspects, of safety and quality, the AEO is set in an international certification and business reliability programme to be spent in the international commercial context. SA8000 De Cecco is the first pasta producer in the world to have obtained the SA8000 certification on February 25, 2005. The SA8000 certification refers to the Social Accountability 8000, a standard recognized worldwide, born with the aim of ensuring optimal working conditions. The inspiring principles of the standard are the 19 conventions of the ILO (International Labor Organization) and the UN Conventions on the Rights of Children and Human Rights. It is an accredited standard that responds to the needs of the Organizations that intend to stand out for their commitment in the sustainable development, with particular attention to social issues. A certified management system compliant with this standard, therefore, allows the organization that implemented it to manage it properly and to constantly monitor all the activities and processes related to them that have an impact on issues relating to workers’ conditions (human rights, development, valorisation, training and professional growth of people, health and safety of workers, non-discrimination, work of minors and young people). Its requirements also extend to suppliers and subcontractors. The verification of compliance with the SA8000 standard by certification bodies accredited by SAAS represents a fundamental guarantee for the market, since it ensures uniformity of approach and robustness of the procedures with which the certification body carries out its activity. The accreditation adds value to the certificate issued by a certification body, offering the guarantee of an impartial control, such as the one operated by SAAS. ISO 26000 It is the most authoritative guideline for corporate social responsibility to carry out Corporate Responsibility assessments. The standard identifies seven key issues that an Organization must oversee in order to define itself sustainable in as many fields: governance, human rights, working procedures, environment, commercial practices, consumer-related aspects, involvement and development of communities. It also provides indications on how to integrate sustainability into corporate strategies, procedures and processes. Starting from the key issues of ISO 26000, De
la propria attività. L’accreditamento aggiunge valore al certificato rilasciato da un organismo di certificazione, offrendo la garanzia di un controllo super partes, quale quello operato dal SAAS. ISO 26000 E’ la linea guida alla responsabilità sociale delle organizzazioni più autorevole per la realizzazione di assessment di Corporate Responsibility. La guida individua sette temi chiave che un’Organizzazione deve presidiare per potersi definire sostenibile in altrettanti ambiti: governance, diritti umani, prassi lavorative, ambiente, pratiche commerciali, aspetti relativi al consumatore, coinvolgimento e sviluppo delle comunità. Fornisce, inoltre, indicazioni su come integrare la sostenibilità nelle strategie, nelle prassi e nei processi aziendali. A partire dai temi chiave della ISO 26000, De Cecco ha misurato attraverso un assessment di parte terza indipendente, il livello di maturità delle issue di sostenibilità già considerate nelle sue strategie e nei processi aziendali, dimostrando di lavorare in modo sistematico ed integrato alla struttura e all’implementazione della Responsabilità Sociale. WCA – Record of Achievement Acronimo di Workplace Conditions Assessment, WCA è lo standard di valutazione delle condizioni di lavoro riconosciuto a livello internazionale. Richiesto da clienti internazionali, si traduce in un programma annuale di verifica e valutazione delle condizioni di lavoro in conformità con gli standard del settore e le migliori pratiche ampiamente accettati. Gli audit WCA valutano le condizioni di lavoro (con riguardo ad esempio a discriminazione, disciplina, libertà di associazione, contratti di lavoro); salari e orari (dal punto di vista dei benefici e dell’adeguatezza); salute e sicurezza (struttura di lavoro generale, preparazione alle emergenze, sicurezza delle macchine, rischi per la sicurezza, materiali chimici e pericolosi, locali per il ristoro e foresterie); sistemi di gestione (documentazione, feedback e partecipazione dei lavoratori, audit interni e processo di azioni correttive); ambiente (conformità legale, sistemi di gestione ambientale, emissioni di rifiuti e aria). Il premio “Record of Achievement” è il risultato dell’audit WCA al quale da alcuni anni la De Cecco è sottoposta. S
Cecco measured, through an independent third party assessment, the level of maturity of the sustainability issues already considered in its strategies and business processes, demonstrating that it works in a systematic and integrated way to the structure and to the implementation of the Social Responsibility. WCA – Record of Achievement As an acronym for Workplace Conditions Assessment, WCA is the internationally recognized standard for assessing working conditions. Required by international customers, it translates into an annual program of verification and evaluation of the working conditions in accordance with the industry standards and the widely accepted best practices. The WCA audits evaluate working conditions (with regard, for example, to discrimination, discipline, freedom of association, employment contracts); wages and scheduled time (from the point of view of benefits and adequacy); health and safety (general work structure, emergency preparedness, safety of machinery, security risks, chemical and dangerous materials, eating and drinking rooms and guest houses); management systems (documentation, worker feedback and participation, internal audits and corrective action process); environment (legal compliance, environmental management systems, waste and air emissions). The “Record of Achievement” award is the result of the WCA audit to which De Cecco has been subjected for some years. S
MONDO DE CECCO 31
Merini e Casiraghy, geniali aforismi raccontano un raro sodalizio culturale Merini and Casiraghy, brilliant aphorisms tell a rare cultural friendship
Andrea Tomasetig
S
pesso sugli scrittori e gli uomini di cultura quando non ci sono più si stende l’oblio. Pochi sfuggono a questo destino. La poetessa Alda Merini è una di questi, rimasta viva nel ricordo e oggetto di crescente interesse nelle vecchie e nuove generazioni. Giornali, radio, televisioni, università e biblioteche di tutta Italia nei mesi scorsi l’hanno ricordata nel decimo anniversario della scomparsa, avvenuta il 1 novembre 2009. E Milano, la città dove è vissuta, è stata giustamente in prima fila. Una mostra ha anticipato le celebrazioni e ha fatto strada alla pubblica acquisizione, da parte del Comune di Milano, dell’intero archivio delle edizioni Pulcinoelefante “Alda Merini e Alberto Casiraghy, Storia di un’amicizia”. Mostra allestita nel palazzo déco costruito dall’architetto Piero Portaluppi e ora Casa Museo Boschi Di Stefano, sede al secondo piano di una delle più importanti collezioni di arte italiana del Novecento, aperta a tutti anche grazie ai volontari del TCI. La mostra, promossa da Casa Boschi insieme al Comune di Milano e da me curata, ha messo in luce un aspetto importante dell’opera della Merini, finora rimasto in ombra per la difficoltà di reperire i materiali originali e di presentarli in modo selezionato e organico: sono i 1189 librini creati insieme ad Alberto Casiraghy. Un nome, quello del tipografo-poeta-artista-editore brianzolo, che i lettori di Mondo De Cecco hanno avuto modo di conoscere nelle pagine del numero 9 della rivista. Dal gennaio 1992, anno in cui è nato il loro sodalizio propiziato da Vanni Scheiwiller, fino al 2009 tutti o quasi i giorni Alda telefonava più volte ad Alberto e gli dettava brevi poesie e aforismi, tutt’altro che minori e marginali, un universo di parole tra spiritualità e carnalità, dolore sublimato, ironia e poesia.
32 MONDO DE CECCO
O
blivion often spreads over writers and men of culture when they are no longer there. Just few of them escape this fate. The poetess Alda Merini is one of them, she has remained alive in the memory and she is the object of growing interest in the old and new generations. Newspapers, radios, televisions, universities and libraries from all over Italy have recalled her in recent mounths on the 10th anniversary of her death, occurred on the 1st November 2009. And Milan, the city where she lived, was rightly in the front row. An exhibition anticipated the celebrations and made way for the public acquisition, by the Municipality of Milan, of the entire archive of the Pulcinoelefante editions “Alda Merini and Alberto Casiraghy, the story of a friendship”. Exhibition set up in the déco palace built by the architect Piero Portaluppi and now “Casa Museo Boschi Di Stefano”, that is the location, on the second floor, of one of the most important collections of Italian art of the twentieth century, open to everybody also thanks to TCI volunteers. The exhibition, promoted by Casa Boschi together with the Municipality of Milan and curated by me, highlighted an important aspect of Merini’s work, which had so far remained in the shade due to the difficulty of finding the original materials and of presenting them in a selected and organic way: these are the 1189 booklets created together with Alberto Casiraghy. A name, the one of the typographer-poet-artist-publisher from Brianza, which the readers of Mondo De Cecco could discover in the pages of issue 9 of the magazine. Since January 1992, the year in which their friendship, propitiated by Vanni Scheiwiller, was born, until 2009 all almost the days Alda called Alberto several
RAFFINATO ALLESTIMENTO E RECORD DI AFFLUENZA LA CREATIVITÀ DI CRISTIANA VANNINI HA CONTRIBUITO ALL’EXPLOIT DELL’EVENTO I 5.338 VISITATORI DELLA MOSTRA MERINI-CASIRAGHY RAPPRESENTANO IL NUOVO RECORD DI PRESENZE PER CASA BOSCHI DI STEFANO REFINED SET UP AND RECORD IN AFFLUENCE THE CREATIVITY OF CRISTIANA VANNINI CONTRIBUTED TO THE ACCOMPLISHMENT OF THE EVENT. THE 5338 VISITORS FOR THE MERINI-CASIRAGHY EXHIBITION REPRESENT THE NEW RECORD OF ATTENDANCE FOR CASA BOSCHI DI STEFANO
MONDO DE CECCO 33
La pasta delle lettere: Salis e Casiraghy
The pasta of letters: Salis and Casiraghy
Alcune trascrizioni poi diventavano uno o due “pulcini” (termine affettuoso con cui vengono chiamati i librini delle edizioni Pulcinoelefante, otto pagine in tutto, composte e rilegate a mano, con una grafica o un’opera d’arte originale, in una tiratura al massimo di 33 copie), recapitati da lui a mano il sabato mattina nell’appartamento della poetessa, in zona Navigli. Così per diciotto lunghi anni. I cento “pulcini” esposti, insieme a qualche documento e cimelio, raccontano quella amicizia umana e intellettuale attraverso un percorso diviso in sei sezioni e distribuito in sei sale. I volumetti, distesi su tavoli in apparente studiata casualità e “imprigionati” da sottili elastici – nel raffinato allestimento di Cristiana Vannini – emanano la forza dei loro versi intensi, dei folgoranti aforismi e dei contrappunti grafici di Alberto Casira-
34 MONDO DE CECCO
times and dictated to him short poems and aphorisms, far from being minor and marginal, a universe of words between spirituality and carnality, sublimated pain, irony and poetry. Some transcriptions then became one or two “pulcini” (chicks) (tender name with which the little books of the Pulcinoelefante editions are called, a total of eight pages, composed and bound by hand, with a graphic or an original piece of art, in a circulation of at most 33 copies), that he delivered by hand on Saturday mornings to the poetess’ apartment, in Navigli area. This happened for 18 long years. The one hundred “pulcini” exhibited, together with some documents and mementos, tell that human and intellectual friendship through a path divided into six sections and distributed in six rooms. The little books, lying on the tables in ostensible researched randomness and “imprisoned” by thin
ispirati dall’Alfabeto De Cecco
inspired by the De Cecco alphabet
ghy, tra surrealismo e magiche astrazioni, e degli altri artisti coinvolti. E dialogano con i quadri e le sculture intorno di De Chirico, Savinio, Sironi, Morandi, Fontana… Non sorprende a questo punto il successo mediatico e di pubblico – fin dall’affollatissima inaugurazione il 1 ottobre scorso, conclusa da un reading ideato e messo in scena dalla scrittrice e attrice Patrizia Zappa Mulas nel vicino teatro Elfo Puccini, e proseguito con le numerose iniziative collaterali comprendenti presentazioni di libri, spettacoli in tema, visite guidate – , che ha portato alla proroga fino al 10 novembre della mostra, vista da oltre 5.000 visitatori e recensita da più di 150 articoli giornalistici. Tutto questo è stato reso possibile dal mecenatismo della De Cecco, che ha sostenuto la complessa e articolata macchina espositiva. Ma il sostegno all’iniziativa nella città dell’Expo 2015 si inserisce in un contesto
rubber bands, in the refined Cristiana Vannini’s setting up, emanate the strength of their intense verses, of the stunning aphorisms and of the graphic counterpoints of Andrea Casiraghy, between surrealism and magical abstractions, and of the other artists involved. And they talk together with the paintings and the sculptures all around of De Chirico, Savinio, Sironi, Morandi, Fontana… at this point the media and public success is not surprising - since the very crowded inauguration, on last 1st October, concluded by a reading conceived and staged by the writer and actress Patrizia Zappa Mulas in the near Elfo Puccini Theatre, and continued with the numerous accessory initiatives, including book presentations, themed shows, guided tours -, that led to the extension until the 10th November of the exhibition, seen by more than 5000 visitors and reviewed by more than 150
MONDO DE CECCO 35
MILANO HA OSPITATO NELLA STORICA CASA BOSCHI DI STEFANO UNA SELEZIONE DEI LIBRINI PULCINOELEFANTE CREATI DALLA POETESSA E DALLO STAMPATORE ARTISTA LA PREZIOSA COLLEZIONE ACQUISITA DAL COMUNE LOMBARDO
MILAN HOSTED IN THE HISTORICAL CASA BOSCHI DI STEFANO A SELECTION OF PULCINOELEFANTE LITTLE BOOKS CREATED BY THE POETESS AND THE PRINTER ARTIST THE PRECIOUS COLLECTION ACQUIRED FROM THE MUNICIPALITY LOMBARDO
che parte da più lontano, da quel librino Pulcinoelefante del 2010 di Arturo Schwarz intitolato Ricetta per spaghetti da leccarsi i baffi, dove si indicavano rigorosamente gli spaghetti De Cecco n° 12, e la cui storia è raccontata nei particolari in un ampio articolo di Giuseppe Cauti del numero 9 di Mondo De Cecco. E si arriva al sorprendente secondo librino, La pasta delle lettere, in comune con Alberto Casiraghy, fresco di stampa e frutto di un brillante aforisma del giornalista e bibliofilo Stefano Salis giocato sul rapporto tra lettere e pastina Alfabeto De Cecco n° 173, pastina che è parte integrante dell’originale edizione d’artista stampata in sole 30 copie, come si può vedere nelle riproduzioni. Il volumetto è stato presentato il 16 ottobre (in coincidenza con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione) in una tavola rotonda a Casa Boschi non a caso intitolata “La pasta delle lettere. Casiraghy e De Cecco, cibo e cultura”. All’incontro, moderato da Stefano Salis del “Sole 24Ore”, hanno partecipato Maria Fratelli, direttrice di Casa Museo Boschi Di Stefano, Alberto Casiraghy, il curatore e Marco Camplone, direttore Relazioni esterne e Affari istituzionali De Cecco, nonché direttore responsabile della rivista Mondo De Cecco . A lui nelle conclusioni il compito di illustrare il rapporto cibo-cultura interpretato da De Cecco, all’interno di una grande tradizione italiana di comunicazione e cultura d’impresa, a partire dall’editoria aziendale. S
newspaper articles. All this has been made possible thanks to the patronage of De Cecco, that supported the complex and well-structured exhibition machine. But the support to the initiative in the city of Expo 2015 is included in a context that starts from farther away, from that Pulcinoelefante little book written by Arturo Schwarz on 2010, entitled Recipe for mouthwatering spaghetti where De Cecco spaghetti number 12 where precisely indicated, and whose story is told in detail in an extensive article by Giuseppe Cauti of Mondo De Cecco number 9. And we come to the surprising second book, The pasta of letters, in common with Andrea Casiraghy, hot off the press and the result of a brilliant aphorism by the journalist and bibliophile Stefano Salis, played on the relationship between letters and the De Cecco alphabet pasta number 173, a pasta that is an integral part of the original artist edition printed in just 30 copies, as it is possible to see in the reproductions. The little book was presented on 16th October (coinciding with the World Food Day) in a round table in Casa Boschi, not by chance entitled The pasta of letters. Casiraghy and De Cecco, food and culture. The meeting, moderated by Stefano Salis of The Sole 24Ore newspaper, was attended by Maria Fratelli, director of the Casa Museo Boschi Di Stefano, Andrea Casiraghy, the curator and Marco Camplone, director of public relations and institutional affairs at De Cecco, as well as editor in chief of the Mondo De Cecco magazine. He had the task, in the conclusions, of illustrating the relationship between food and culture interpreted by De Cecco, within a great Italian tradition of communication and corporate culture, starting from corporate publishing. S
36 MONDO DE CECCO
CHI È ALDA MERINI
WHO IS ALDA MERINI
CHI È ALBERTO CASIRAGHY
WHO IS ALBERTO CASIRAGHY
Alda Merini, nata a Milano nel 1931, si fa conoscere giovanissima come una delle voci più originali della nuova poesia italiana. Fin dal 1947 frequenta, tra gli altri, Giacinto Spagnoletti, Maria Corti, Salvatore Quasimodo, Giorgio Manganelli, con cui ha un’intensa relazione. Nel 1954 sposa il panettiere Ettore Carniti, da cui ha quattro figlie, ma presto deve fare i conti con “le ombre della mente” ed è oggi nota al grande pubblico soprattutto per versi, prose e ricordi legati alla sua intermittente e dolorosa esperienza manicomiale (1962-1978), da cui riemerge con la chiusura dei manicomi a seguito della legge Basaglia. Ritornata nella sua casa milanese in zona Navigli riprende intensa, tra mille difficoltà esistenziali (fino al vitalizio della legge Bacchelli concesso nel 1995) e un breve soggiorno a Taranto sposata con l’anziano poeta Michele Pierri, la sua produzione poetica. Con gli anni Novanta arrivano il crescente successo editoriale e la notorietà mediatica. Va sottolineato che la grande poetessa – scomparsa nel 2009 – non può essere ricordata solo per il suo viaggio nel dolore, da cui è riemersa con cicatrici ma vittoriosa: i suoi versi visionari cantano con forza tutte le facce della vita.
Alberto Casiraghy (1952) ha conosciuto un numero sorprendente di poeti e scrittori, artisti di tutte le arti, uomini e donne di ogni condizione. I suoi Pulcinielefante lo hanno accompagnato in molte città d’Italia e del mondo. La sua mente è sempre in viaggio e si rapporta ai ritmi profondi della natura: il vento, i fiumi, la notte, i fili d’erba e i boschi, l’infinita varietà degli animali, il respiro di una donna, il silenzio. Sogna rinoceronti, balene non arpionate, aragoste (vive), lumache e maiali in libertà, mentre il gattone Igor gli fa compagnia nella magica casa-officina di Osnago, in Brianza, dove – dal 1982, dopo un’esperienza come tipografo e scenografo – sempre a mano compone, stampa e cuce le sue edizioni in poche copie, giunte a 10.500 titoli. Gli aforismi, come i disegni e le alchimie d’arte che crea, sondano i misteri e le profondità dell’animo umano, il proprio e quello degli altri.
Alda Merini, born in Milan in 1931, became known very young as one of the most original voices of the new Italian poetry. Since 1947 she saw, among others, Giacinto Spagnoletti, Maria Corti, Salvatore Quasimodo, Giorgio Manganelli, with whom she had an intense relationship. In 1954 she married the baker Ettore Carniti, with whom she had four daughters, but soon she had to deal with “the shadows of her mind” and she is nowadays known to the general public above all for verses, prose and memories related to her intermittent and painful mental hospital experience (1962-1978), from which she re-emerged with the closure of mental hospitals after the Basaglia law. Once returned to her Milanese home in the Navigli area, she intensely resumed her poetic production, amid a thousand existential difficulties (until the annuity of the Bacchelli law granted in 1995) and a short stay in Taranto married to the elderly poet Michele Pierri. With the 1990s, the growing editorial success and media notoriety came. It must be highlighted that the great poet, who passed away in 2009, cannot be remembered only for her journey into pain, from which she emerged with scars but victorious: her visionary verses sing all the faces of life with strength. Alberto Casiraghy (1952) met an incredible number of poets and writers, artists of all arts, men and women of all conditions. His “pulcinielefanti” accompanied him to many towns in Italy and around the world. His mind is always on the move and relates to the deep rhythms of nature: the wind, the rivers, the night, the blades of grass and the woods, the infinite variety of animals, a woman’s breath, the silence. He dreams of rhinos, uncharted whales, lobsters (alive), snails and pigs in the wild, while the cat Igor keeps him company in the magical home-workshop of Osnago, in the Brianza area where, since 1982, after an experience as a typographer and set designer, always by hand he has composed, printed and sewn his editions in a few copies, reaching 10,500 titles. The aphorisms, like the drawings and the alchemy of art that he creates, investigate the mysteries and depths of the human soul, his own and that of the others. MONDO DE CECCO 37
Il francobollo De Cecco 130 anni in mostra a Bratislava grazie alla collezione Rapisarda The De Cecco 130 years stamp on show in Bratislava thanks to the Rapisarda collection
“D
odici storie sul cibo. Dal Cavallo al Carrello” è il titolo della curiosa mostra organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava negli spazi della Biblioteca Universitaria della capitale slovacca (21 ottobre - 7 novembre 2019), come anticipazione della IV Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. La mostra si chiude con il folder contenente il francobollo celebrativo dei 130 anni della De Cecco, emesso nel 2016. La mostra, curata da Andrea Tomasetig, presentava selezionate carte illustrate d’epoca del collezionista Michele Rapisarda per raccontare dodici storie sul cibo italiano dal 1865 ai giorni nostri: da quando i benestanti andavano a mangiare fuori porta in carrozza (e dovevano provvedere al pasto per il cocchiere e il cavallo) alla nascita e all’affermarsi dei supermercati e del carrello della spesa. Passando – per citare alcune carte esposte – per il pranzo di Ferragosto sotto le guglie del Duomo di Milano (1904) e gli scugnizzi napoletani “mangiamaccheroni” nel primo ’900, toccando gli anni Trenta con la pubblicità del “modernissimo” frigorifero Algidus e dell’innovativo Caffè Cirio sottovuoto, fino all’avvento della televisione nel 1954 e al successo televisivo di Carosello. La mostra era poi arricchita da due sezioni: copertine storiche della Domenica del Corriere in tema gastronomico, disegnate da Achille Beltrame e Walter Molino nell’arco di un cinquantennio (1908-1958), e materiali pubblicitari dedicati alla pasta, regina della tavola italiana esportata e apprezzata nel mondo. S
38 MONDO DE CECCO
“T
welve stories about food. From the horse to the cart” is the title of the curious exhibition organised by the Italian Institute of Bratislava culture in the spaces of the University library of the Slovak capital (21st October - 7th November 2019) as an anticipation of the IV week of the Italian cuisine in the world. The exhibition closes with the folder containing the stamp celebrating the 130 years of De Cecco, issued on 2016. The exhibition developed by Andrea Tomasetig, presented selected old illustrated papers of the collector Nicola Rapisarda to tell twelve stories concerning Italian food from 1865 to the present day: since when the wealthy went to eat out of doors in a carriage (and had to provide for the coachman and the horse meal) to the birth and the affirmation of supermarkets and shopping carts. Passing - to cite some exhibited papersfor the 15th August lunch under the steeples of the Milan Cathedral (1904) and the Neapolitan streetwise children “macaroni-eaters” in the early 19th century, touching the 30s with the advertising of the “ultra-modern” Algidus fridge and the innovative under vacuum Cirio coffee, until the advent of television success, “Carosello”. The exhibition was then enriched by two sections: historical gastronomic covers of the Domenica del Corriere magazine, drawn by Achille Beltrame and Walter Molino over a period of fifty years (19081958), and advertising materials dedicated to the pasta, the Queen of Italian cuisine, exported and appreciated all over the world. S
IN ALTO, LA TECA CON IL FOLDER DEL FRANCOBOLLO DE CECCO 130 ANNI QUI A FIANCO, MICHELE RAPISARDA (CON LA BARBA) E ANDREA TOMASETIG ILLUSTRANO I CONTENUTI DELLA MOSTRA TENUTA A BRATISLAVA ALL’AMBASCIATORE GABRIELE MEUCCI (CON GLI OCCHIALI IN MANO) ON THE TOP, THE DISPLAY CAS E WITH THE FOLDER OF THE 130 YEAR DE CECCO STAMP ALONGSIDE, MICHELE RAPISARDA (WITH A BEARD) AND ANDREA TOMASETIG ILLUSTRATE THE CONTENTS OF THE EXHIBITION HELD IN BRATISLAVA TO THE AMBASSADOR GABRIELE MEUCCI (WITH GLASSES IN HIS HANDS)
MONDO DE CECCO 39
A.d. 1832, sua maestà Ferdinando II attraversò l’Abruzzo Citra e fece una sosta a Fara San Martino In 1832, His Majesty Ferdinand II crossed Abruzzo Citra and stopped off at Fara San Martino Sandro Sciarra
S
ul Giornale del Regno delle Due Sicilie datato 22 settembre 1832 si riporta, nello spazio dedicato alle notizie interne, un articolo titolato “Il viaggio di S. M. il re N. S. in Molise e nei Distretti di Vasto e Lanciano”. All’epoca il Sovrano era Ferdinando II, poco più che ventenne, salito al trono nel 1830. Il viaggio, cominciato con la partenza da Napoli Capitale il 12 settembre, vede l’arrivo del giovanissimo monarca nella provincia di Abruzzo Citeriore, o Citra, soltanto due giorni dopo. L’Abruzzo Citra era costituito dai distretti di Vasto, di Lanciano e di Chieti; quest’ultima città era anche il capoluogo di provincia. Il giorno 16, domenica, S.M. il Re è nel distretto di Lanciano che comprendeva la fascia di territorio che andava da Torino di Sangro sulla costa a Palena nell’entroterra. Sul giornale, a metà articolo, si legge: “[…] La mattina del 17, S. M. alle sette partì da Lanciano tra nuovi ed oltremodo vivi festeggiamenti della popolazione, dirigendosi a Palena. Gli abitanti di Castelnuovo, di S. Eusanio e di Casoli si trovarono sul passaggio per renderle i loro omaggi affettuosi. Nel luogo detto Fiume Verde, e propriamente nella pianura nominata Fara S. Martino sotto la Majella, S. M. volle fermarsi qualche ora per riposare. Ripigliò poscia il viaggio, accompagnata dal Segretario Generale dell’Intendenza di quella Provincia stessa. La popolazione de’ piccoli comuni di Civitella, di Lama e di Taranta festeggiarono con sommo tripudio il passaggio del Monarca. La strada da Lanciano a Palena era in assai cattiva condizione. La M. S. pervenne in Palena alle 5, p. m., ove una Deputazione colle Autorità del luogo attendevala sul ponte […]”. Per individuare il luogo preciso relativamente al desiderio di Sua Maestà Ferdinando II di riposare durante quel viaggio sono esaustive le indicazioni ripor-
40 MONDO DE CECCO
I
n the Newspaper of the Kingdom of Two Sicilies dated 22nd September 1832, an article can be found in the internal news section, entitled “His Majesty the king’s trip N.S. to Molise and the Vasto and Lanciano districts”. At that time, the ruler was the young twenty year old Ferdinand II, who climbed to the throne in 1830. The trip began from the capital Naples on 12th September with his arrival coming only two days later in the province of Abruzzo Citeriore or Citra. Abruzzo Citra was made up of the towns of Vasto, Lanciano and Chieti; the latter was also the main town of the province. On Sunday 16th, His Majesty the king was in Lanciano, a strip of land that went from Torino di Sangro on the coast to the inland town of Palena. Halfway through the newspaper article, it is possible to read: “[...] The morning of the 17th, His Majesty left Lanciano at 7 o’clock among the new and exceedingly lively celebrations of the people and headed towards Palena. The inhabitants of Castelnuovo, S. Eusanio and Casoli found themselves on the route to pay their affectionate respects to him. In Fiume Verde, or more appropriately, the lowland called Fara S. Martino under the Majella, His Majesty wanted to stop and have a break for a few hours. He then restarted his trip accompanied by the Secretary General of the Intendancy of that province. The population of the small villages of Civitella, Lama and Taranta celebrated the passage of the monarch with huge triumph. The road from Lanciano to Palena was in pretty poor condition. The Sovereign Majesty reached Palena at 5p.m. where a deputation of local authorities were awaiting for him on the bridge [...]”. In order to identify the precise location relating to His Majesty’s desire to rest during that
IL SOVRANO DEL REGNO DELLE DUE SICILIE ACCOMPAGNATO DAGLI AIUTANTI DI CORTE E DAI MILITARI DI SCORTA SI FERMÒ DOVE ADESSO C’È IL MOSAICO DELLA DE CECCO
THE SOVEREIGN OF THE KINGDOM OF THE TWO SICILIES ACCOMPANIED BY COURT AIDES AND MILITARY STOPPED WHERE THE MOSAIC OF DE CECCO CAN BE FOUND NOW
LO STEMMA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE TRATTO DA UN DOCUMENTO CUSTODITO NELL’ARCHIVIO DI STATO DI CHIETI NELLE PAGINE SUCCESSIVE, UNO STRALCIO DEL RESOCONTO REDATTO DAL SOTTOINTENDENTE DEL DISTRETTO DI LANCIANO IL 22 NOVEMBRE 1832 IN CUI SI PARLA DI FARA SAN MARTINO E LA TESTATA DEL GIORNALE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE THE COAT OF ARMS OF THE KINGDOM OF THE TWO SICILIES TAKEN FROM A DOCUMENT KEPT IN THE STATE ARCHIVE OF CHIETI IN THE FOLLOWING PAGES, AN EXCERPT OF THE REPORT DRAWN UP BY THE DISTRICT SUPERINTENDENT OF LANCIANO ON NOVEMBER 22, 1832 IN WHICH HE TALKS ABOUT FARA SAN MARTINO AND THE HEAD OF THE NEWSPAPER OF THE KINGDOM OF THE TWO SICILIES.
MONDO DE CECCO 41
tate sul giornale, previa dovute considerazioni. Quella sosta necessitava di uno spazio con una estensione tale da poter contenere una gran folla, costituita dagli aiutanti di corte, dai militari della guardia e dalla popolazione residente, oltre a centinaia di cavalli e carri di vario tipo. A Fara San Martino vi è una sola pianura così grande compresa tra le falde della Maiella e la riva sinistra del fiume Verde. Si può quindi affermare che essa è la stessa dove, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, è stato realizzato il complesso produttivo del Molino e Pastificio F.lli De Cecco di Filippo. Del resto, il citato articolo di giornale è sia una fonte dalla quale attingere notizie del fatto accaduto sia un punto di partenza per una nuova ricerca di approfondimento. Infatti, gli storici sanno che di uno stesso evento si può trovare più di una traccia, specialmente se riguardano l’Amministrazione di uno Stato o di un Regno. Nel 1832 il Segretario Generale dell’Intendenza, relativamente alle res gestae citate,
42 MONDO DE CECCO
journey, the indications given in the newspaper were exhaustive and subjected to due considerations. The stop required a space with such a large extension so as to contain a large crowd made up of court aides, military guards and residents as well as hundreds of horses and various types of carts. There is only one plain in Fara San Martino that is large enough and it is located between the slopes of Majella and the left bank of the Fiume Verde. It can be said that it is the same place where the productive complex of Molina and the De Cecco di Filippo pasta factory was built in the 70’s of the previous century. Moreover, the aforementioned newspaper article is both a source from where news of the event can be obtained and a starting point for new in-depth research. As a matter of fact, historians know that more evidence can be found of the same event especially since we are talking about the administration of a state or a kingdom. In 1832, the Secretary General
produsse della documentazione divenuta oggi consultabile presso l’Archivio di Stato di Chieti nella quale emerge un altro importante elemento: “[…] S. M. si degnò fare un breve riposo presso l’abitato di Fara nel luogo detto la Trinità sulla sponda sinistra del fiume Verde, dove benignamente ascoltò quel Sindaco e Capo Urbano. Che nel transito per quel Comune ebbe la clemenza di accogliere le rispettose suppliche della popolazione sulla chiesta grazia di elevarsi Fara a Capoluogo di Circondario. Che la bontà con la quale furono pronunciate le sovrane parole di voler dare a quella pendenza la più sollecita e giusta risoluzione ha abbandonato quelli abitanti alla pubblica gioja, ed all’entusiasmo di eternare la memoria di essersi l’augusto Monarca soffermato in quel luogo coll’erigervi quando prima un monumento analogo, come hanno solennemente promesso […]”. Questa testimonianza insieme alla precedente ci permette di individuare, con uno scarso margine di errore, il luogo esatto dove il re Ferdinando II si fermò in quel dì 17 settembre 1832. Sulla riva sinistra del fiume Verde esiste ancora oggi il riferimento della cappellina votiva dedicata alla Santissima Trinità come riportato nel documento d’archivio. Là dove si era solennemente promesso di erigervi un monumento alla memoria della sovrana maestà vi si trova oggi un mirabile mosaico la cui immagine è divenuta l’emblema dell’attività della De Cecco … un augusto monumento alla pasta di qualità! S
of the Intendancy, in relation to the mentioned res gestae, produced a document that is available through the state archives of Chieti and where another important element emerges: “[...] His Majesty deigned himself to take a short break at the inhabited area of Fara known as Trinità on the left bank of the Fiume Verde, where he graciously listened to the Mayor and the urban chief. During the transit towards that municipality, he had the clemency to receive the respectful supplications of the population to elevate Fara to Capital of the district. The kindness that the sovereign words pronounced in promising to give the slope the most prompt and just resolution gave those inhabitants public joy as well as the enthusiasm to eternalize the memory of having the monarch in that location [...]”. This testimony together with the previous one allows us to identify, with a small margin of error, the exact location where king Ferdinand II stopped on that day on 17th September 1832. On the left bank of the Fiume Verde, there is the reference to the votive church dedicated to the Holy Trinity as shown in the archive document. In the exact location where the promise of erecting a monument in memory of the Sovereign Majesty was made, stands an admirable mosaic whose image has become the emblem of De Cecco’s business… a monument to quality pasta! S
MONDO DE CECCO 43
De Cecco e Banco Alimentare uniti nel nome della solidarietà De Cecco and Banco Alimentare together in the name of solidarity
Piergiorgio Greco
L
a pasta Premium per tutti, grazie alla qualità di un’impresa profit che incontra la qualità di una grande esperienza non profit. È proprio qualità la parola chiave per comprendere la collaborazione tra De Cecco e Banco Alimentare dell’Abruzzo, la realtà che nella nostra regione dal 1997 lotta contro lo spreco e contro la fame, una delle ventuno sedi locali della rete coordinata a livello nazionale dalla Fondazione Banco Alimentare. Una lotta efficace: solamente nel 2018, il Banco Alimentare ha distribuito 1.828.748,3 chilogrammi di prodotti a 34.958 persone bisognose di Abruzzo e Molise mediante 213 enti convenzionati come mense dei poveri, associazioni di volontariato, Caritas, parrocchie, case famiglia e via dicendo. Questa grande rete della carità da un lato è capace di donare dignità a tantissime famiglie che non possono mangiare, dall’altro di ridare nuova vita a cibo che altrimenti andrebbe perso. I prodotti distribuiti provengono solo in minima parte dalla Giornata nazionale della Colletta Alimentare, l’evento di fine novembre cui in molti associano il Banco Alimentare, ma soprattutto da un’attività ordinaria che coinvolge canali come il programma europeo di aiuto agli indigenti, industria agroalimentare e grande distribuzione organizzata. Quest’ultimi, piuttosto che smaltire il cibo invenduto per le ragioni più svariate – data di scadenza ravvicinata, errori di etichettatura, fine di campagne promozionali ecc. ma pur sempre in ottime condizioni qualitative – decidono di donarli a chi ne ha bisogno, con beneficio sociale, economico e ambientale. Il Banco Alimentare è il perno di questo sistema: recupera e redistribuisce. Un sistema trasparente ed efficace – di qualità, appunto – che negli anni non poteva che incrociare una realtà imprenditoriale di 44 MONDO DE CECCO
P
remium pasta for everyone, thanks to the quality of a profit-making company that meets the quality of a great non-profit experience. And quality is the keyword to understand the collaboration between De Cecco and Banco Alimentare dell’Abruzzo (Abruzzo Food Bank), the reality that, in the Abruzzo region, since 1997 has fought against waste and hunger, one of the twenty-one local branches of the network coordinated at a national level by the Fondazione Banco Alimentare (Food Bank Foundation). An effective fight: only in 2018, the Food Bank distributed 1,828,748.3 kilograms of products to 34,958 needy people in Abruzzo and Molise through 213 conventioned institutions such as canteens for the poor, voluntary associations, Caritas, parishes, family houses and so on. This great network of charity, on one hand, is able to give dignity to many families who cannot eat, on the other hand to give new life to food that would otherwise be lost. The products distributed come only minimally from the “Giornata Nazionale della Colletta Alimentare” (National Food Collection Day), the event of late November to which many people associate the Food Bank, but above all from an ordinary activity that involves channels such as the European aid program for the poor, the food industry and the largescale retail trade. The latter, rather than disposing of unsold food for a variety of reasons (short deadline, labelling errors, end of promotional campaigns, etc.) but still in excellent quality conditions, they decide to donate it to those who need it, with social, economic and environmental benefit. The Food Bank is the pivot of this system: it recovers and redistributes. A transparent and effective system - of quality, indeed- that over the years could only
qualità come De Cecco, da sempre tra i donatori più appassionati e generosi. Luigi Nigliato, dirigente del gruppo De Cecco, ha ricoperto la carica di presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo dalla fondazione fino al 2019, contribuendo in maniera concreta allo sviluppo di questa grande opera di carità: «Il rapporto tra De Cecco e Banco Alimentare», racconta, « è iniziato circa venti anni fa. Si tratta di una bella collaborazione che nel tempo è cresciuta di intensità, volumi e valore. Le collaborazioni, quelle che permangono e che hanno successo, spesso hanno bisogno di un certo tempo di collaudo, prima di esprimersi in forma piena. E così è stato. Una delle cose che mi ha sempre colpito, e che ha forse distinto nei tanti anni di vita l’operato del Banco Alimentare, è la forte attenzione verso i donatori, all’immagine dell’azienda, al suo brand che sintetizza e racchiude un valore enorme da salvaguardare. È una responsabilità precisa, volta a custodire un bene che si riceve per una causa nobile». In questi anni, le quantità di prodotti che De Cecco ha messo a disposizione del Banco Alimentare dell’Abruzzo e, attraverso questo, a tante organizzazioni di aiuto agli indigenti, sono state davvero molte: ben 492 tonnellate tra pasta, pane, salse, conserve, farine, olio e altro. «Una collaborazione», riprende Nigliato, «che non si è concretizzata solo nella donazione dei prodotti ma anche nella condivisione di iniziative pubbliche, convegni ed eventi a Pescara e nell’intera regione. Ricordiamo in particolare il convegno del 2002 al quale partecipò Roberto Bonucci, all’epoca direttore commerciale della De Cecco, che nel suo intervento fu precursore dell’opportunità di vedere uniti concretamente il mondo del profit e del non profit in maniera strutturata ed efficiente, l’uno che va a sostenere l’altro nella propria mission, e l’altro che permette all’uno di partecipare e far propria, una dimensione che diversamente non potrebbe realizzare, applicando così il principio di sussidiarietà, immagine di una vera società civile. Ricordo quel convegno perché permise al Banco Alimentare dell’Abruzzo di raggiungere una visibilità e un riconoscimento che fino ad allora tardavano a concretizzarsi». E quando il bisogno è stato ancora più grande, la collaborazione si è rafforzata ancora di più. «Nel 2014 », spiega sempre Nigliato, «il programma della Comunità Europea sulle eccedenze agricole, che era una importante fonte di aiuto alimentare agli indigenti, concludeva il suo percorso e si aprì così una vera e propria voragine che coinvolse le maggiori strutture caritative in Italia e in Europa, compresa la rete Banco Alimentare. In quel periodo furono molte le iniziative che la rete attuò con lo scopo di coprire almeno in parte le grandi quantità di generi alimentari non più disponibili, tra cui anche una Colletta Alimentare Straordinaria. Anche la De Cecco fece convintamente
meet a quality entrepreneurial reality like De Cecco, which has always been among the most passionate and generous donors. Luigi Nigliato, manager of the De Cecco group, held the position of president of the Food Bank of Abruzzo from its foundation until 2019, contributing in a concrete manner to the development of this great charity work: “The relationship between De Cecco and Banco Alimentare”, he says, “started about twenty years ago. It is a beautiful collaboration that over time has grown in intensity, volume and value. The collaborations, those that remain and are successful, often need some testing time, before expressing themselves in full form. And so it was. One of the things that has always struck me, and which has perhaps distinguished the work of the Banco Alimentare over its many years of life, is the strong attention to donors, to the image of the company, to its brand that summarizes and contains a huge value to safeguard. It is a precise responsibility, aimed at safeguarding a good that is received for a noble cause”. In these years, the quantity of products that De Cecco has made available to the Food Bank of Abruzzo and, through this, to many organizations that help the needy, have been many: 492 quintals of pasta, bread, sauces, preserves, flour, oil and more. “A collaboration”, Nigliato continues, “which did not materialize only in the donation of products but also in the sharing of public initiatives, conferences and events in Pescara and in the entire region. We recall in particular the 2002 conference in which Roberto Bonucci took part, at that time commercial director of De Cecco, who in his speech was a forerunner of the opportunity to see the world of profit and non-profit together in a structured and efficient way, the one that goes to support the other in his own mission, and the other that allows the one to participate and make its own, a dimension that otherwise could not achieve, thus applying the principle of subsidiarity, image of a real civil society. I remember that conference because it allowed the Banco Alimentare dell’Abruzzo to achieve visibility and a recognition that until then were slow to materialize”. And when the need was even greater, the collaboration was strengthened even more. “In 2014,” explains Nigliato, “the program of the European Community on agricultural surpluses, which was an important source of food aid to the poor, concluded its journey and thus opened a real hole that involved the major charitable structures in Italy and Europe, including the Banco Alimentare network. In that period there were many initiatives that the network implemented with the aim of covering at least in part the large quantities of food no longer available, among them also an Extraordinary Food Collection. Even De Cecco played its part convincingly, going beyond its or-
MONDO DE CECCO 45
46 MONDO DE CECCO
MONDO DE CECCO 47
la sua parte, andando oltre la sua ordinaria partecipazione. Fortuna che l’anno successivo la Comunità Europea, forte dell’enorme pressione proveniente da più parti, varò il programma Fead che riportò l’attenzione sugli indigenti. Nel linguaggio aziendale c’è una frase ormai storica che suona così: “Nelle organizzazioni sono le persone che fanno la differenza”. È proprio così: la collaborazione tra queste due belle realtà del mondo profit e del non profit è stata possibile grazie a quanti hanno intravisto una reale possibilità di collaborazione strutturata, stabile, efficiente a favore dei più bisognosi. Tutto ciò ha un valore incalcolabile». Dice, in conclusione, Antonio Dionisio, successore di Nigliato alla presidenza del Banco Alimentare dell’Abruzzo: “La collaborazione con De Cecco è una delle eredità più importanti che ricevo nella guida di quest’opera. Continuerò con grande passione e con la stessa stima questo rapporto che ci aiuta da sempre nella nostra crescita e che, soprattutto, contribuisce a rendere più ricca la tavola di tante persone bisognose». S
dinary participation. Luckily the following year the European Community, thanks to the enormous pressure coming from many parts, launched the FEAD program that brought again attention to the poor. In business language there is a now historical phrase that sounds like this: “In the organizations, people make the difference”. That’s right: the collaboration between these two beautiful realities of the profit and non-profit world was possible thanks to those who saw a real possibility of structured, stable and efficient collaboration in favour of the neediest. All this has an incalculable value”. In conclusion, Antonio Dionisio, Nigliato’s successor to the Abruzzo Food Bank’s presidency, says: “The collaboration with De Cecco is one of the most important legacies I receive in this work’s guide. I will continue with great passion and with the same respect this relationship that has always helped us in our growth and that, above all, contributes to making the table of many needy people richer”. S
LA COLLABORAZIONE TRA L’AZIENDA E LA SOCIETÀ NO PROFIT È COMINCIATA PIÙ DI VENTI ANNI FA E DÀ UN GRANDE CONTRIBUTO AL SOSTEGNO DEI BISOGNOSI
THE COLLABORATION BETWEEN THE COMPANY AND THE NO PROFIT ENTERPRISE HAS STARTED MORE THAN TWENTY YEARS AGO AND GIVES A GREAT CONTRIBUTION TO THE SUPPORT OF THE NEEDY PEOPLE
48 MONDO DE CECCO
Ragozzino, un artista che lascia il segno Ragozzino, an artist who leaves his mark
L
uciano Ragozzino, autore dell’opera che fa da copertina a Mondo De Cecco 10, nasce a Milano nel 1950, dove vive e lavora. Dopo la laurea in Biologia, ha conseguito il diploma alla Scuola Superiore degli Artefici di Brera, specializzandosi nella tecnica dell’acquarello. Dopo aver frequentato il Civico Corso di Arti Incisorie di Milano, ha collaborato con diversi editori d’arte, illustrandone i testi con incisioni, per le quali utilizza principalmente la tecnica dell’acquaforte. Le sue opere, sorprendenti e fulminanti, dal segno essenziale, lo pongono ai vertici dell’arte calcografica contemporanea. Nell’ambito dell’ex libris, ha vinto il primo premio in due concorsi internazionali (Bruges nel 2000 e Saint Niklaas nel 2001) e a Milano il premio delle Arti e della Cultura per il settore della grafica nel 2005. Da sedici anni dà vita alle edizioni “Il ragazzo innocuo” (anagramma del suo nome), contenenti testi inediti e grafiche originali, stampate a mano con caratteri mobili, in tiratura limitata. S
L
uciano Ragozzino, author of the piece that covers Mondo De Cecco 10, was born in Milan in 1950, where he lives and works. After the degree in Biology, he graduated from the Brera High School of Artisans, specializing in the watercolour technique. After attending the Civic Course of Engraving Arts in Milan, he collaborated with several art publishers, illustrating their texts with engravings, for which he mainly uses the etching technique His works, surprising and fulminating, with an essential sign, place him at the top of contemporary chalcographic art. As part of the ex libris, he won the first prize in two international competitions (Bruges in 2000 and Saint Niklaas in 2001) and in Milan the prize for Arts and Culture for the graphics sector in 2005. For sixteen years he has been giving life the editions “The innocuous boy” (“Il ragazzo innocuo”) (anagram of his name), containing unpublished texts and original graphics, hand-printed with movable type, in limited edition. S
MONDO DE CECCO 49
Bellezza e mito, Roccascalegna è un set cinematografico Beauty and myth, Roccascalegna is a film set Carmen Di Giovannangelo
R
occascalegna è un comune del Chietino di 1.200 anime, adagiato nella valle del Rio Secco. Il piccolo borgo, a mezz’ora di macchina da Fara San Martino, negli ultimi anni è salito alla ribalta delle cronache nazionali ed internazionali, grazie alla CNN che gli ha dedicato un meraviglioso servizio per la possibilità di affittarlo come sede di matrimoni, ed al regista Matteo Garrone, che lo ha scelto per l’ambientazione di parte del suo film, “Il racconto dei racconti”, con Vincent Cassel e Salma Hayek. Lo scorso anno, inoltre, nella fortezza sono state girate alcune scene di esterni della serie tv della Rai “Il nome della Rosa.” Scenario di videoclip musicali (Pico Rama ed Emilia Di Pasquale), visitato da personaggi noti che lo scelgono per le loro passeggiate domenicali, castello e borgo di Roccascalegna (grazie anche ai numerosi servizi tv di “Alle Falde del Kilimangiaro”, “Italia delle Meraviglie”, “Sereno Variabile”, “Linea Verde”, ecc), sono diventati un passaggio obbligato per tutti coloro che scelgono l’Abruzzo come meta delle loro vacanze o delle loro uscite fuori porta. Questa estate il Castello è stata scelto come una delle immagini della campagna di promozione nazionale dell’Ente Turismo della Regione Abruzzo. Tra storia e leggenda La parte antica di questo angolo d’Abruzzo si sviluppa ai piedi della roccia calcarea alla cui sommità svetta l’imponente castello, esistente già nel XII sec. Il primo proprietario del Castello di Roccascalegna fu Annichino de Annichinis, soldato di ventura, giunto in Abruzzo al seguito del feudatario Giacomo Caldora, che gli regalò il feudo di Roccascalegna 50 MONDO DE CECCO
R
occascalegna is a municipality in the province of Chieti of 1200 people, lying in the Rio Secco valley. The small village, a half-hour drive from Fara San Martino, in recent years has risen to the forefront of national and international news thanks to the CNN, that dedicated to it a wonderful report for the possibility to rent it as a set for weddings, and thanks to the director Matteo Garrone, who chose it for the setting of his film “Il racconto dei racconti” (“The tale of tales”), with Vincent Cassel and Salma Hayek. Moreover, last year in the fortress, some exterior scenes of the Italian RAI TV series “Il nome della rosa” (“The name of the rose”) were shot. Scenery of music videos (Pico Rama and Emilia Di Pasquale), visited by famous people who choose it for their Sunday walks, the castle and the village of Roccascalegna (also thanks to the numerous TV reports of the Italian TV programmes “Alle falde del Kilimangiaro”, “Italia delle meraviglie”, “Sereno Variabile”, “Linea Verde”, etc) have become an essential stop for all those who choose the Abruzzo region as a destination for their holidays or for their outdoors trips. This summer the castle has been chosen as one of the images of the national tourism campaign of the Abruzzo Region Tourist Board. Between history and legend The ancient part of this corner of Abruzzo develops at the foot of the limestone rock at the top of which stands the impressive castle, which already existed in the 12th century. The first owner of the castle of Roccascalegna was Annichino de Annichinis, a soldier of fortune, who came in Abruzzo leaded by the feudatory
come riconoscenza per i servigi resigli. Gli succedettero Raimondo, Alfonso e Giovanni Maria che si macchiò di diverse colpe, tra cui l’assassinio di un nobile, la complicità con i francesi, l’odio nei confronti del re Carlo V e la sua stretta relazione con i feudatari Riccio di Lanciano, eventi che, nel 1528, gli fecero perdere sia il titolo nobiliare, sia il feudo, che passò nelle mani dei Carafa di Napoli. Questi, a loro volta, lo persero allorché il barone Orazio, in seguito all’applicazione di “leggi ingiuste e lesive”, fu trucidato dagli abitanti di Roccascalegna nel 1584. Così il feudo tornò nelle mani del Regio Demanio per essere poi comprato dalla famiglia De Corvis di Sulmona che, nel 1599, per mano del barone Vincenzo Corvi, lo acquistò per diecimila ducati. Alla famiglia de Corvis è legata la leggenda dello jus primae noctis”, ovvero “il diritto della prima notte”: chi si sposava in paese doveva “doveva pagare una tassa stabilita dal signore del castello, e chi non poteva permetterselo doveva cedere la propria sposa per una notte al barone. Questa legge determinò la scomunica del barone Corvo de Corvis da parte del sacerdote della vicina chiesa di San Pietro. Lo stesso religioso incitò la folla a ribellarsi al tiranno, che reagì invian-
Giacomo Caldora, who gave him the feud of Roccascalegna as appreciation for the services he rendered him. He was succeeded by Raimondo, Alfonso and Giovanni Maria, who was guilty of several faults, among which the murder of a nobleman, the complicity with the French, the hatred towards King Charles V and his strong relationship with the Riccio feudal lords from Lanciano, events that in 1528 made him lose both the title of nobility and the feud, which passed into the hands of the Carafa family from Naples. These, in their turn, lost it when Baron Orazio, after the application of “injust and harmful laws”, was slaughtered by the inhabitants of Roccascalegna in 1584. Thus the feud returned to the hands of the royal estate and then was bought by the De Corvis family from Sulmona that, in 1599, at the hands of Baron Vincenzo Corvi, bought it for 10,000 ducats. The De Corvis family is linked to the “jus primae noctis” legend, that is “the right of the first night”: those who got married in the village had to pay a fee established by the Lord of the castle, and those who could not afford it had to leave their bride to the Baron for one night.This law determined the excommunication of Baron Corvo De Corvis by the priest of
MONDO DE CECCO 51
GRANDI FILM E PROGRAMMI TV CI HANNO GIRATO IL NOME DELLA ROSA E IL RACCONTO DEI RACCONTI SUL PICCOLO SCHERMO CON ITALIA DELLE MERAVIGLIE, SERENO VARIABILE, LINEA VERDE E ALLE FALDE DEL KILIMANGIARO 52 MONDO DE CECCO
GREAT FILMS AND TV PROGRAMMES “THE NAME OF THE ROSE” AND THE “TALE OF TALES” WERE SHOT HERE ON THE SMALL SCREEN WITH “ITALIA DELLE MERAVIGLIE”, “SERENO VARIABILE”, “LINEA VERDE” AND “ALLE FALDE DEL KILIMANGIARO” MONDO DE CECCO 53
do i suoi sgherri a intimidire il prete, che fu sorpreso mentre cercava di mettersi in salvo e trucidato ai piedi del castello stesso. La leggenda narra che un giorno si presentassero dal barone due giovani che volevano sposarsi, ma senza i soldi per adempiere allo “Ius primae noctis”. La sposa fu quindi ceduta al barone per la notte, e fu proprio lei, o forse il suo fidanzato in abiti nunziali, ad assassinare il barone pugnalandolo nel talamo e gettandone il corpo giù dalla rupe. Il barone de Corvis, morente, poggiò una mano insanguinata sul muro prima di cadere giù, e la leggenda vuole che in epoche diverse si provasse più volte a cancellare la “mano di sangue”, ma che essa riaffiorasse sempre, finché nel 1940 parte del castello crollò, forse per le forti piogge o forse per una scossa di terremoto, portandosi via anche la camera dove avvenne l’omicidio. Si successero poi a capo del feudo Annibale, Giuseppe, Giovanni Battista ed Annibale III de Corvis. Il feudo finì quindi nelle mani di Pompeo, ed infine Pompeo Filippo lo vendette a un aristocratico di Palena, don Nicolò Nanni. I Nanni, imparentati con i Croce (famiglia che diede i natali al filosofo e statista Benedetto) acquistarono il feudo nella prima metà del 1700, ma in breve tempo lo abbandonarono e chiusero, preferendo vivere in un palazzo sito al centro del paese, oggi adibito ad abitazione privata, di cui ben poco resta delle antiche vestigia baronali. I Croce-Nanni, come gli altri signori del castello, ebbero un atteggiamento autoritario nei confronti dei loro sudditi. Durante il periodo del brigantaggio il maniero, oramai decadente, fu sede della Guardia Nazionale e durante le due guerre mondiali divenne rifugio di ogni sorta di sbandati e malfattori. Rimase proprietà dei Croce-Nanni fino al 1980, quando fu donato al Comune di Roccascalegna. I lavori di restauro iniziarono solo nell’aprile 1993 e la maestosa opera di restauro durò oltre 3 anni. Dalla sua riapertura, nell’agosto del 1996, il castello è adibito a spazio museale, sede di spettacoli musicali e presentazioni di libri, e, negli ultimi anni, sede meravigliosa di matrimoni civili. Il maniero, che sovrasta il borgo antico ed il paese nuovo, si raggiunge alla fine di una gradonata scavata nella roccia risalente al 1600, alla cui sommità vi sono i resti di un ponte levatoio che serviva come attraversamento del fossato antistante, oltre che ulteriore difesa del castello. Varcato il portone d’ingresso ci si trova su un grande cortile al cui lato sinistro si ammirano i resti della torre crollata. Di fronte, entrando, c’è la torre di sentinella, poi la torre quadrata, quindi la cappella dedicata al Santo Rosario, la torre Angioina, il magazzino, la torre del Carcere e le segrete. Meritano una visita passando per il paese anche la Chiesa di San Pietro (XVI secolo), collocata ai piedi del Castello, e l’antica abazia di San Pancrazio (XII
54 MONDO DE CECCO
the near Church of San Pietro. The same religious encouraged the crowd to rebel against the tyrant, who reacted by sending his henchmen to intimidate the priest, who was surprised while he was trying to save himself and killed at the foot of the castle. Legend has it that one day two young people visited the Baron because they wanted to get married, but didn’t have the money to fulfill the “Ius primae noctis”. The bride was then given to the Baron for the night. It was her, or perhaps her boyfriend in wedding dresses, who murdered the Baron by stabbing him in the thalamus and throwing his body down the cliff. Baron De Corvis, dying, put a bloody hand on the wall before falling down, and legend has it that in different times, it was tried several times to delete the “hand of blood”, but that it always resurfaced, until in 1940 part of the castle collapsed, perhaps due to the heavy rain or perhaps for an earthquake, taking away also the room where the murder took place. Then, Annibale, Giuseppe, Giovanni Battista and Annibale III De Corvis succeeded in charge of the feud. The feud then ended in the hands of Pompeo, and finally Pompeo Filippo sold it to an aristocrat from Palena, don Nicolò Nanni. The Nanni family, related to the Croce one (the family that gave birth to the philosopher and statesman Benedetto) bought the feud in the first half of the 18th century, but in a short time they abandoned and closed it, preferring to live in a palace located in the centre of the village, today used as a private residence, of which very little remains of the ancient baronial vestiges. The Croce-Nanni family, as the other Lords of the castle, had an authoritarian attitude towards their subjects. During the brigandage period the manor house, by then in decline, was the headquarters of the National Guard, and during the two world words it became a shelter for all sorts of degenerates and wrongdoers. It remained the property of the Croce-Nanni family until 1980, when it was donated to the municipality of Roccascalegna. The majestic restoration work began only in April 1993 and it lasted over three years. Since its reopening, in August 1996, the castle has been used as a museum, as a location for musical performances and book presentations and, in recent years, as a wonderful venue for civil weddings. The manor house, which overlooks the old and the new village, can be reached at the end of a flight step carved into the rock dating back at 1600, at the top of which there are the remains of a drawbridge that served to cross the front moat, and that was a further defence for the castle. Once crossed the entrance door you find yourself on a large courtyard, to the left of which you can admire the remains of the collapsed tower. While coming into it, on the opposite side, it
secolo), sita a circa due chilometri dal paese, nei pressi del cimitero. Da oltre dieci anni la struttura museale, di proprietà del Comune di Roccascalegna, è gestita dalla locale Proloco che, impiegando quasi esclusivamente volontari locali, si occupa di effettuare il servizio di biglietteria, accompagnare i gruppi prenotati, effettuare pulizia e manutenzione ordinaria della stessa, allestire mostre ed organizzare eventi, il cui culmine si ha, da alcuni anni, nella giornata di Pasquetta, quando l’intero paese si anima con spettacoli di falconieri, armigeri medievali, giocolieri e burattinai. Nel 2020 giungerà alla XXIV il Roccascalegna in Festival, importante rassegna di musica classica, folk e cantautorale, anch’essa organizzata, da alcuni anni a questa parte, dalla Proloco, che negli anni ha visto succedersi sul palco artisti di fama mondiale, quali Eugenio Finardi, Gianmaria Testa, Riccardo Tesi, Cisco, Kelly Joyce, Bobo Rondelli e Dente. S
is possible to see the sentinel tower, then the square tower, then the chapel dedicated to “Santo Rosario”, the Angevin tower, the warehouse, the prison tower and the dungeons. Passing through the village, also the church of San Pietro (16th century), located at the foot of the castle, and the ancient abbey of San Pancrazio (12th century), located at about 2 km far from the village, near the cemetery, are worth a visit. For more than 10 years the museum, owned by the municipality of Roccascalegna, has been managed by the local Pro Loco that, employing almost exclusively local volunteers, deals with making the ticketing service, accompanying the groups booked, making the cleaning and the routine maintenance of the same, setting up exhibition and organising events, whose peak has been, for some years, on Easter Monday, when the whole village becomes animated with performances of falconers, medieval weapons carriers, jugglers, and puppeteers. In 2020 the 24th edition of the “Roccascalegna in Festival” is coming, an important fair of classical, folk and songwriting music, also organised by the Pro Loco, which over the years has hosted international famous artists such as Eugenio Finardi, Gianmaria Testa, Riccardo Tesi, Cisco, Kelly Joyce, Bobo Rondelli and Dente. S
MONDO DE CECCO 55
Zuppa di porcini e borlotti con Rombi De Cecco n°121 Porcino mushroom and borlotti bean soup with Rombi De Cecco n° 121 HEINZ BECK
56 MONDO DE CECCO
Ingredienti per 4 persone
Ingredients for 4 people
200 g. Rombi De Cecco n°121 1500 g. borlotti 1 carota 1 costa di sedano 1/2 porro 1 foglia di alloro 1 rametto di rosmarino 15 bacche di pepe 300 g. di funghi porcini 8 cucchiai di olio di oliva peperoncino 1 spicchio di aglio 1/2 mazzetto di prezzemolo 30 g. di lardo
200 g. Rombi De cecco n°121 1500 g. borlotti beans 1 carrot 1 celery stick 1/2 leek 1 bay leaf 1 sprig of rosemary 15 pepper berries 300 g. of porcini mushrooms 8 spoons of olive oil chili pepper 1 clove of garlic 1/2 bunch of parsley 30 g. of lard
Togliere i borlotti dal loro baccello, cuocerli in acqua bollente con carote, sedano, porro, alloro, rosmarino e bacche di pepe per 45 minuti. Scolarli e tenere il fondo da parte. Pulire i funghi porcini con un panno umido. Preperare un trito di cipolla, sedano, carote e uno spicchio d’aglio e far soffriggere con il lardo tritato e una punta di peperoncino. Aggiungere i funghi, salare leggermente e versare la metà dei borlotti. Frullare l’altra metà dei fagioli in un mixer. Aggiungere poco per volta il fondo di cottura per ottenere una crema fluida ed omogenea. Versare sui funghi e i borlotti, portare in ebollizione e cuocere la pasta nella zuppa. Finire con dell’olio di oliva extra vergine e del prezzemolo tritato. Take the borlotti beans away from their pods and cook them in boiling water with carrots, celery, leek, bay leaf, rosemary and pepper berries for 45 minutes. Clean the porcini mushrooms with a wet cloth. Prepare chopped onion, celery, carrots and a clove of garlic and brown with chopped lard and a bit of chili pepper. Add the mushrooms, salt slightly and pour half of the borlotti beans. Blend the other half of the beans in a mixer. Gradually add the cooking juice to obtain a fluid and homogeneous cream. Pour on the mushrooms and borlotti beans, bring to boil and cook the pasta in the soup. Finish with extra virgin olive oil and chopped parsley.
MONDO DE CECCO 57
Furba e intelligente, la volpe è sempre più vicina agli uomini Cunning and intelligent, the fox is continuously getting closer to humans Francesco Ventriglia Campana
UNA VOLPE IN CERCA DI PREDE TRA LE MONTAGNE ABRUZZESI AL DISGELO DOPO IL LUNGO INVERNO A FOX IN SEARCH OF PREY AMONG THE THAWING MOUNTAINS OF ABRUZZO AFTER A LONG WINTER
L
a famiglia delle volpi comprende 12 specie diverse, tra cui la volpe rossa, vulpes vulpes o semplicemente volpe, il mammifero selvatico più diffuso al mondo, unico rappresentante di questa specie nel nostro Paese e con una numerosa popolazione in Abruzzo. E’ un canide di medie dimensioni, ha il muso lungo e affusolato, le orecchie dritte, appuntite e nere nella parte posteriore. Ha un aspetto aggraziato e gradevole, con una folta pelliccia, una coda ampia e soffice, il colore del pelo che muta con le stagioni. È un animale dalle abitudini prevalentemente notturne, ma vive indisturbato anche di giorno, riparandosi sotto i cespugli, in piccoli
58 MONDO DE CECCO
T
he fox family is comprised of 12 different species, among which, the red fox, vulpes vulpes, or to put it more simply, the fox that is the most widespread wild mammal in the world and the only example that can be seen in our country with a large presence in Abruzzo. It is a medium sized canidae and it has a long and tapered muzzle and ears that are straight, pointy and black on the rear. It has a graceful and pleasant aspect with a bushy coat, a wide and soft tail and fur which changes with the seasons. It is a predominantly nocturnal animal, but it also roams around undisturbed du-
anfratti, nelle tane scavate da lui stesso o in tane di tassi o istrici abbandonate. È il carnivoro selvatico con la più vasta zona di distribuzione nell’intero pianeta, presente in tutta Italia anche se è poco comune nella pianura Padana. Si ritrova negli habitat più svariati, dal livello del mare sino all’alta montagna, compresi ambienti fortemente antropizzati. Addirittura, non disdegna la periferia e le aree verdi delle grandi città. Preferisce, comunque, boschi interrotti da radure, macchie e cespugli, specie se prossime a coltivazioni. Per vivere in una grande varietà di ambienti diversi, le volpi devono avere sviluppato considerevoli capacità di adattamento. La sua alimentazione è rappresentata da lepri, conigli, piccoli roditori, ricci, ma tende ad escludere i toporagni e le talpe. Si ciba, inoltre, di insetti, uccelli, uova, lombrichi, carogne e rifiuti. In estate e in autunno, integra la sua dieta con frutti selvatici e bacche. Le sue esigenze alimentari sono di circa 500 grammi di cibo al giorno. Le volpi sono solite cacciare da sole. Non inseguono le prede, ma adottano la tecnica dell’appostamento per balzare loro addosso in maniera repentina e precisa, anche nell’erba folta, grazie a un udito finissimo che permette di localizzare piccoli animali con estrema precisione. Quando riescono a procurarsi più cibo di quello che serve loro per l’immediato, seppelliscono il surplus in piccole buche di 15-20 centimetri, mai in un’unica buca dispensa, in modo che se qualcuna viene scoperta da qualche altro animale, hanno sempre le altre come riserva. Le volpi sono oltremodo opportuniste e non è raro che si avvicinino all’uomo in luoghi molto frequentati dagli escursionisti, in cerca di cibo, arrivando perfino a prendere dei bocconi dalle mani. Si tratta della cosiddette volpi confidenti, presenti sempre più spesso in molte località. Questo fenomeno non andrebbe incoraggiato, perché non si dovrebbe fornire cibo agli animali selvatici, ma per molti è difficile resistere alla tentazione di un selfie mentre si imbocca una volpe. Normalmente le volpi vivono in coppia, con i cuccioli, anche se talvolta è possibile osservarne esemplari
ring the daytime by sheltering itself under bushes, nooks and crannies, in self-dug hideouts or burrows abandoned by badgers or porcupines. It is a wild carnivore with the widest distribution area on the planet. Although it is less common in the Padana plains it is, on the other hand, present throughout Italy. It can be found in many places ranging from sea level locations to mountain tops including strongly anthropized environments. It doesn’t even disdain the outskirts and green areas of large cities. It does, however, prefer woods to clear, scrubs and bushes, especially if near crops. In order to survive the multiple types of environments, foxes must have developed meaningful adaptation skills. Its diet includes hares, rabbits, small rodents and hedgehogs, but it tends to refuse shrews and moles. In addition, it feeds on insects, birds, eggs, earthworms, carcasses and waste. It integrates its diet with wild fruits and berries in Summer and Autumn. Its dietary requirements are about 500 grams of food a day. Foxes usually hunt alone. The don’t follow their prey, but they adopt the ambush technique of pouncing on them suddenly and precisely, even in heavy grass, due to their sensitive hearing which allows them to pinpoint animals with perfect precision. When they are able to procure more food than what they need in that moment, they bury the surplus in small 1520 cm holes but never in a single one. The reason lies in the fact that they will always have reserves if the food is discovered by another animal. Foxes are opportunists, and on several occasions, they come into contact with humans in locations that are popular with hikers so as to search for food. They even go as far as taking a mouthful of food from people’s hands. We are obviously talking about the so called confident foxes that are getting spotted more and more in different locations. This phenomenon shouldn’t be encouraged because food mustn’t be given to wild animals, but for many, it is difficult to resist the temptation of getting a selfie while giving food to a fox. Normally foxes live in pairs with
MALVISTA E SCREDITATA SPESSO CACCIATA PERCHÈ CONSIDERATA DANNOSA SI È ADATTATA A VIVERE ANCHE NELLE PERIFERIE DELLE GRANDI CITTÀ
UNPOPULAR AND DISCREDITED IT IS OFTEN HUNTED DOWN AS IT CONSIDERED TO BE DAMAGING IT HAS ADAPTED TO LIVING ON THE OUTSKIRTS OF LARGE CITIES MONDO DE CECCO 59
60 MONDO DE CECCO
MONDO DE CECCO 61
solitari o in gruppi di 4 o 6 adulti. Il maschio marchia il territorio in modo sistematico, oltre che con l’urina, con una sostanza odorifera secreta da una ghiandola posta vicino alla coda. Comunica con i propri simili con segnali sonori, visivi, tattili e olfattivi. Una volpe può riconoscere un altro esemplare dall’odore, oltre a identificarne il rango gerarchico e il livello sociale. In genere, la coppia tende a riformarsi ogni anno e il maschio solitamente partecipa attivamente alla cura e all’allevamento della prole, procurando il cibo e difendendo i cuccioli da possibili predatori. Il periodo degli amori è molto variabile e cambia secondo la latitudine: in Italia ha luogo in inverno, tra dicembre e febbraio. I parti avvengono generalmente tra marzo e aprile. La femmina, dopo una gestazione di 7 settimane, partorisce, in una tana, in media da 3 a 5 piccoli, che vengono allattati per un mese. AI termine di questo periodo, i cuccioli iniziano a prendere i primi cibi solidi, costituiti da alimenti predigeriti dalla madre e poi rigurgitati. Questa tecnica è molto vantaggiosa poiché permette di nutrire la cucciolata senza portare le carcasse vicino alla tana e nel contempo fa sì che i piccoli non debbano spostarsi alla ricerca di cibo, che li esporrebbe ai pericoli. Durante le prime due settimane di vita, la madre non abbandona i cuccioli, si dedica interamente al loro allattamento e viene nutrita dal maschio. La femmina non esita a
62 MONDO DE CECCO
their cubs, even if it is sometimes possible to see them by themselves or in groups of 4 or 6 adults. The male marks his territory in a systemic way, not only with his urine but also with an odorous substance secreted from a gland located near the tail. It communicates with its counterparts through sound signals, visuals, touch and smell. A fox can recognize another specimen by its smell, as well as identify the hierarchical rank and social level. Generally the couple tends to reform itself every year and the male usually participates actively in taking care and bringing up the offspring by getting hold of food and defending the cubs from possible predators. The mating season is extremely changeable and varies according to the latitudes: Winter takes place in Italy between December and February. Births generally occur between March and April. After a 7 week gestation, the female gives birth to an average of 3 to 5 cubs in a burrow, who are then fed for a month. At the end of this period, the cubs begin to consume their first solid foodstuffs that are predigested by the mother beforehand and then regurgitated. This technique is very advantageous because it allows her to feed her little ones without taking the carcasses near the hideout, and over time, the cubs don’t have to go too far in search of food, which can expose them to many dangers. In the first
È IL MAMMIFERO SELVATICO PIÙ DIFFUSO AL MONDO MOLTO PRESENTE SUI MONTI ABRUZZESI SI TROVA DI RADO NELLA PIANURA PADANA PROTAGONISTA DI TANTI PROVERBI ED ESPRESSIONI COMUNI
trasportare in luoghi più sicuri i propri piccoli se, nei pressi della tana, vengono a crearsi fattori di disturbo. I piccoli escono dalla tana per la prima volta intorno alla quarta o quinta settimana e sono molto giocherelloni. La vita media di una volpe si aggira attorno ai 3-4 anni, ma in talune favorevoli e fortunate circostanze può raggiungere gli 8-10 anni. Il principale nemico della volpe è l’uomo, che la perseguita da sempre. La caccia alla volpe è stata purtroppo molto praticata sia per puro divertimento, come la famosa caccia in uso in Gran Bretagna, sia perché veniva considerato un animale nocivo, in quanto è particolarmente abile a penetrare nei pollai. Anche oggi i contadini sanno bene che i loro pollai devono essere ben protetti dalle insidie di questo scaltro animale, che approfitta di qualunque falla nella struttura per introdurvisi e fare razzia. Considerata da sempre come l’incarnazione della furbizia, la volpe pur avendo goduto di una certa simpatia o quasi ammirazione, si è prestata come protagonista di numerose fiabe e storie con risvolti etici quasi sempre negativi, e questo ha contribuito non poco a renderla malvista e a screditarla come è avvenuto anche con il lupo, giustificando ogni mezzo di persecuzione. Ancora oggi si usano delle espressioni che si richiamano a favole di Esopo o altri classici , di cui la volpe è protagonista: “fa come la volpe con l’uva” (chi non potendo raggiungere una cosa, finge di disprezzarla); più spesso è presa come termine di paragone di persona molto astuta: “è una vecchia volpe”; “tutte le volpi alla fine si ritrovano in pellicceria” (i furbi un giorno o l’altro vengono gabbati): “mangiare pane e volpe” ( essere educato da persone perspicaci). S
two weeks of life, the mother doesn’t abandon the cubs and dedicates herself entirely to their feeding. She, in turn, is given food by the male. The female won’t hesitate moving her cubs to safer locations if she feels there are some disturbing factors around the hideout. The cubs come out of the burrow for the first time in the fourth or fifth week and are very playful. The average life of a fox is around 3-4 years, but in some favourable and fortunate circumstances, they can also reach 8-10 years of age. Mankind has continuously persecuted foxes and for this reason, is considered to be the fox’s main enemy. Unfortunately fox hunting has been carried out for a long time for pure fun, as can be seen in Great Britain, but also due to the fact that they are considered to be harmful since they are capable of entering henhouses. Even today, farmers know full well that their henhouses must be well protected from the hidden dangers of this astute animal, who takes advantage of any flaws in a facility to enter and raid the place. Although the fox has enjoyed some amount of fondness, or to some extent, admiration, it has always been considered to be the incarnation of astuteness and for this reason, it has been subjected to numerous fairy tales and stories with occasional negative ethical consequences. This has contributed to its negative perception just like the wolf and thus, persecutions against them have always been justified. Nowadays expressions are still used that recall Aesop’s fables or other classics where the protagonist is the fox: “fa come la volpe con l’uva” (who can’t achieve a thing pretends to despise it); more often than not it is used as a term to compare astute people: “è una vecchia volpe”; “tutte le volpi alla fine si ritrovano in pellicceria”(smart people, one day or another, will end up rendering accounts): “mangiare pane e volpe” (to be shrewd people). S
IT IS THE MOST WIDESPREAD MAMMAL ON EARTH AND CAN BE SEEN ON THE ABRUZZO MOUNTAINS IT IS SELDOMLY FOUND ON THE PADANA PLAINS IT IS THE PROTAGONIST OF MANY PROVERBS AND POPULAR EXPRESSIONS MONDO DE CECCO 63
The Who, quando la ribellione diventò una band da leggenda The Who, when the rebellion became a legendary band Tatiana Conetti
N
on si può proprio dire che gli storici The Who siano scaramantici. Il 13 settembre alle 13 del pomeriggio (ora italiana) dopo 13 anni dall’ultimo disco, il gruppo britannico annuncia l’uscita del suo nuovo album “WHO” anticipato dal singolo “Ball and Chain”. Come si sa il 13 è numero sfortunato per gli inglesi, ancora di più per gli artisti, ma i sopravvissuti di quella che Rolling Stone ha posto come la terza band inglese più importante, dopo Beatles e The Rolling Stones, sembrano non badarci. Pete Townshend, leggendario chitarrista degli Who, parla dell’album alla rivista Nme chiarendo l’obiettivo strettamente artistico dell’album «there is no theme, no concept, no story, just a set of song […]». In realtà, già il titolo del singolo appena uscito, che letteralmente significa “palla al piede”, potrebbe far pensare alle ultime dichiarazioni della band sulla Brexit. In una recente intervista, sulla questione delle potenziali ripercussioni che la Brexit potrebbe avere sui tour delle band inglesi in Europa, il cantante Daltrey ha chiassosamente risposto “As if we didn’t tour in Europe before the f*king EU!” per poi accumunare il Parlamento Europeo alla mafia. Non c’è da meravigliarsi di questa loro controtendenza rispetto ai colleghi e sfacciataggine di espressione. Per il gruppo che è stato il simbolo della ribellione tra gli anni ‘60 e ’70, famoso per aver spaccato sul palco ogni tipo di strumento (a Woodstock Townshed fracassò la sua chitarra su Abbie Hoffman attivista e politico statunitense, con l’unica colpa di essere in scaletta con il suo sermone pace - amore – musica prima dei The Who), non poteva essere diversamente. Questi quattro ragazzi di Londra hanno così visto tutto, da Woodstock all’attuale Brexit, passando per le periferie operaie, l’America hippie e la musica Classica. Un “huge mess”, per dirla alla Moon, di vita vissuta sulla loro pelle (dalle
64 MONDO DE CECCO
I
t cannot really be said that the memorable The Who are superstitious. On 13th September at the Italian time 13:00 (that is 1:00 p.m.), after 13 years from the last record, the British group announces the release of its new album “WHO” preceded by the single song “Ball and Chain”. As we all know the 13 number is an unlucky number for the English people, even more for the artists, but the survivors of what the Rolling Stone magazine placed as the third most important British band after the Beatles and the Rolling Stones, seem not to mind it. Pete Townshend, the Who legendary guitarist, talks about the album to the Nme magazine, clarifying the strictly artistic purpose of the album “there is no theme, no concept, no story, just a set of song [...]”. Actually, the title of the single that has just been released “Ball and Chain”, could make people think about the band’s latest statements about Brexit. In a recent interview on the issue of the potential repercussions that Brexit could have on the tours of English bands in Europe, the singer Daltrey gaudily answered: “ As if we didn’t tour in Europe before the f*king EU!” and then he compared the European Parliament to the mafia. It is no wonder about their countertendency with respect to their colleagues and about their boldness of expression. For the group that was the symbol of the rebellion between the 60s and the 70s, famous for having smashed every type of instrument on the stage (at Woodstock Townshend broke his guitar on Abbie Hoffman, an American political and activist, who had the sole fault of being in line up with his sermon peace-love-music before The Who), could not be otherwise. These four guys from London have thus seen everything, from Woodstock to the current Brexit, passing through the workers’ suburbs, the hippie America and the classical music. A “huge mess”, to say it Moon’s way, of life character-
periferie da cui vengono) che lascerà strascichi in ogni singolo componente. Con l’album di esordio My Generation del 1965, anticipano di 12 anni il punk rock, con un disco di una tale violenza mai sentita prima. My Generation, oltre ad essere il nome dell’album, è anche il nome di uno dei pezzi considerato l’inno del “noi contro loro” di quel tempo. E’ di pochi giorni fa una intervista del Sole24Ore al chitarrista Towshend, per l’uscita del suo romanzo “The Age of Anxietystoria di sesso droga e rock’nroll” in cui il chitarrista racconta come My Generation sia nata nel bar sotto l’appartamento londinese di un giovane Pete Townshend. Una donna ricca e impellicciata, dopo essere scesa da una di quelle macchine costose di fine anni ‘60, entra nel bar chiedendo il solito, incurante della fila e sgomitando per farsi spazio tra gli altri avventori. Pete sale nel suo appartamento e compone My Generation “Ho voluto tracciare una linea: noi non saremo mai come voi.” My Generation è il primo inno vero della “controcultura”. Se i Beatles rappresentavano nell’immaginazione collettiva “i 5 romantici di Liverpool” e i Rolling Stones i “4 cattivi ragazzi britannici”, The Who incarnavano quel mix di ribellione e vandalismo, riconoscibili nelle strade delle periferie inglesi, in lotta contro la condizione e il degrado dei ghetti operai dell’hinterland. In quei sobborghi, infatti, si consumava il “martirio” pubblico degli anni ’60 nel nome di una Terza rivoluzione industriale impietosa, che insieme a tanto progresso visibile nei centri città, stava portando costi sociali altissimi, procurando disoccupazione nelle campagne, schiavitù dei bambini all’interno delle fabbriche e analfabetismo fra i giovani tolti alle scuole. Un divario sociale per disuguaglianza di nascita, che veniva urlata dal palco da questo gruppo scatenato e folle, per andare oltre la cultura dominante che schiacciava l’essere umano e lo assoggettava alle regole della nuova industria. A conferma della loro “geniale schizofrenia artistica”, c’è “Tommy” l’album uscito nel 1969, che il 9 giugno di quest’anno ha compiuto 50 anni. “Tommy” è il quarto album degli Who, realizzato in doppio vinile, scritto da Townshend cinico e disincantato, come proprio viaggio spirituale. Il primo titolo era “Amazing Journey”, che poi diventò una delle canzoni dell’album. La leggenda vuole che il via a questa idea, considerata una tra le più folli imprese nel Rock, sia stato dato dall’arrivo in Inghilterra della ventata hippie, direttamente da San Francisco fino a Londra, attraverso le musiche psichedeliche e le droghe allucinogene. In altro modo sarebbe stato difficile pensare ad un album di questo tipo, per di più se lo si considera concepito da chi, fino a quel momento, si era distinto per un genere di rock violento e diretto. Si tratta della prima Opera-Rock realizzata in un concept album
ised from personal experience (from the suburbs they come from) that will leave aftermath in every single component. With the debut album My Generation of 1965, they anticipate punk rock by 12 years, with a record of such a violence never heard before. My Generation, besides being the name of the album, is also the name of one of the pieces considered as the hymn of the “we against them” of that time. A few days ago, the newspaper “Sole 24Ore” made an interview with the guitarist Townshend, for the release of his novel “The age of anxiety-a story of sex, drugs and rock ‘n’ roll”, in which the guitarist tells how My Generation was born in the bar under the London flat of a young Pete Townshend. A rich and dressed in furs woman, after getting off from one of those expensive cars from the late 60s, enters the bar asking for the usual, unconcerned about the queue and jockeying among the other customers. Pete climbs into his flat and composes My Generation “I wanted to draw a line: we will never be like you.” My Generation is the first real hymn of the “counterculture”. If the Beatles represented in the collective imagination “the 5 romantics from Liverpool” and the Rolling Stones “the 4 bad British boys”, The Who embodied that mix of rebellion and vandalism, recognisable in the streets of the English suburbs, struggling against the condition and degradation of the workers’ ghettos of the hinterland. In those suburbs, in fact, the public “martyrdom” of the 60s was carried out in the name of a merciless third Industrial Revolution, which together with a great visible progress in the city centres, was bringing very high social costs, causing unemployment in the countryside, slavery of children in the factories and literacy among young people, taken away from schools. A social gap for inequality of birth, that was shouted from the stage by this crazy and unchained group, to go beyond the dominant culture that was crushing the human being and was subjugating him to the rules of the new industry. As confirmation of their “brilliant artistic schizophrenia”, there is “Tommy”, the album released in 1969, which on 9th June of this year has turned 50 years old. “Tommy” is the fourth album oggi The Who, made in double vinyl, written by a cynical and disenchanted Townshend, as his own spiritual journey. The first title was “Amazing Journey”, which then became one of the songs of the album. Legend has it that the start of this idea, considered one of the craziest exploits in rock, was given by the arrival in England of the hippie wind, directly from San Francisco to London, through psychedelic music and hallucinogenic drugs. In another way, it would have been difficult to think of an album of this type, moreover if it is considered conceived by who, up to that moment, had distinguished himself for a genre of violent
MONDO DE CECCO 65
IL SUCCESSO DEL GRUPPO LONDINESE RINVERDITO NEGLI ANNI DUEMILA GRAZIE ALLA SERIE TV CSI CHE HA UTILIZZATO ALCUNE DELLE CANZONI PIÙ NOTE
THE SUCCESS OF THE LONDON BAND REVIVED IN THE 2000S THANKS TO THE CSI TV SERIES THAT USED SOME OF ITS BEST KNOWN SONGS
completo, ovvero un disco con un concetto di fondo (la storia semi autobiografica di Townshend su abusi sessuali e disabilità) attorno al quale ruotano tutte le 24 canzoni organizzate seguendo le regole dell’opera classica. Un romanzo in musica composto da una sola persona per racchiudere tutte le arti in un solo lavoro (copiato dai Green Day 40 anni dopo). La storia è quella di Tommy, appunto, un ragazzo che dopo un trauma resta muto, cieco e sordo. La prima canzone che introduce alla storia è un Ouverture (tipico intro dell’Opera) al cui interno, come vuole regola, troviamo i frammenti di tutte le canzoni presenti nel doppio vinile. Anche il resto dell’album è realizzato e pensato secondo le regole basiche dell’opera classica. Nella discografia di questa band c’è tutta la dissociazione mentale che ne pervadeva l’animo creativo: rock violento e distruttivo, alternato da album classicheggianti e meditativi. Nel 1970, prima dei dvd e vhs, all’apice della parabola della loro potenza musicale gli Who registrano live il loro capolavoro Live at Leeds. Questo disco è uno dei più impressionanti monumenti edificati in onore del vero rock. Pubblicato nel 1970, è considerato il miglior album live della storia. La rivista Rolling Stone l’ha inserito al 1º posto nella classifica dei migliori album live e al 170º posto della sua lista dei 500 migliori album. Registrato dal vivo nell’auditorium dell’Università di Leeds, il giorno di San Valentino, il groove di questa band a metà fra gli hippie e i bulli di periferia. E veniamo al 1973, un anno importantissimo per la musica rock, in cui vedono la luce dischi come “The Dark side of the Moon” dei Pink Floyd, “Houses of the Holy” dei Led Zeppelin, “Living in the Material World” di George Harrison, “Aladdin Sane e Pin Ups” di David Bowie e tanti altri. A ottobre del 1973 anche The Who contribuirono con uno dei loro capi-
and direct rock. This is the first opera-rock made in a complete concept album, that is a disc with a basic concept (Townshend’s semi-autobiographical story on sexual abuse and disability) around which round all the 24 songs organized by following the rules of the classical opera. A novel in music composed by a single person to enclose all the arts in a single work (copied by the Green Day 40 years later). The story is that of Tommy, in fact, a boy who remains silent, blind and deaf after a trauma. The first song that introduces the story is an overture (typical Intro of the opera) in which, as established by rules, we find the fragments of all the songs present in the double vinyl. Also the rest of the album is created and designed according to the basic rules of the classical opera. In the discography of this band there is all the mental dissociation that pervaded its creative soul: violent and destructive rock, alternating with classical and meditative albums. In 1970, before the DVDs and VHS, at the peak of the parable of their musical power, The Who record live their masterpiece Live at Leeds. This disc is one of the most impressive monuments built in honor of real rock. Published in 1970, it is considered the best live album in history. The Rolling Stones magazine entered it at the first place in the ranking of the best live albums and at the 170th place of its list of 500 best albums. Recorded live in the auditorium of the University of Leeds, on St. Valentines Day, this band’s groove is halfway between hippies and suburban bullies. And we come to 1973, a very important year for rock music, in which records like “The dark side of the moon” by the Pink Floyd, “Houses of The holy by Led Zeppelin, “living in the material world” by George Harrison, “Aladdin Sane and Pin Ups” by David Bowie and more see the light. In October
66 MONDO DE CECCO
MONDO DE CECCO 67
saldi “che celebrò – come nessun’altra opera, prima o dopo- una parte importante della storia di quei sessanta in Inghilterra” a detta del Post. Anche recentemente Robert Daltrey, cantante originale della band, parla del nuovo album considerandolo il miglior lavoro da Quadrophenia “I think we’ve made best album since Quadrophenia in 1973” ( anche se, l’ultimo disco da loro registrato è Endless Wire del 2006). La grandezza di Quadrophenia, raccontata in un documentario emozionante della Bbc “Can you see the real me?”, è che anche in questo caso, come fu per Tommy, la mente ipercreativa di Townshend, “partorì” un’altra opera rock, che in questo caso però aveva la struttura e il concept di un film. Il protagonista della storia è Jimmy Cooper, un giovane adolescente incasinato e “mod”, affetto da una forma di “doppia” schizofrenia. L’ascoltatore imparerà che Jimmy ospita in se quattro personalità differenti che in realtà ricalcano perfettamente i 4 musicisti Who a partire dal loro stile. Già con i primi pezzi pubblicati, “The Kids are Alright” e “Can’t Explain”, la band era considerata il primo gruppo rock esponente e promotore del “mod inglese”. In Inghilterra negli anni 60 il Mod (abbreviazione di Modernism) era un filone giovanile che abbracciava la moda, la musica, l’amore per gli scooter italiani e il consumo di droghe sintetiche. Per dirla alla Peter Meaden, primo manager degli Who, «Mod is clean living under difficult circumstances» «Mod è vivere pulito in circostanze difficili.». E’ in questo periodo di contestazione giovanile che i capelli diventano il simbolo anticonformista, di rottura con la società adulta. Però, il concetto del capellone ha un campo d’azione molto ampio: capellone è il beat, capellone è il cattivo ragazzo Rolling Stones. Da qui l’intuizione di Maeden, che indirizza gli Who verso un’alternativa differenziante di stile che li caratterizzerà da quel momento in poi, portandoli fuori dai tanti gruppi di capelloni del periodo, facendoli invece diventare un gruppo icona del “mod”. Un trucco che combinato al loro stile musicale, anticonformista e dissacrante, farà emergere The Who come la terza band inglese più importante di quegli anni. I rockers del tempo preferivano le motociclette rombanti, causavano risse e vestivano alla Marlon Brando; The Who, al contrario, portavano i capelli tagliati alla francese, indossavano giubbotti parka, pantaloni stretti e mocassini, andavano in giro con la Lambretta o con la Vespa e avevano soldi in tasca per le anfetamine, insomma sembravano bravi ragazzi, ma in realtà erano dei gran casinisti. Come quella volta che Keith Moon fu arrestato e bandito da tutti gli Holiday Inn d’America per aver tentato di scappare rubando una Lincoln Continental, durante il party per il suo ventunesimo compleanno finendo in piscina con tutta la macchina, perché troppo sbronzo per riuscire a spin-
68 MONDO DE CECCO
1973 also The Who contributed with one of their cornerstones “that celebrated - like no other work, sooner or later - an important part of the history of those 60s in England” according to The Post. Even recently Robert Daltrey, the band’s original singer, talks about the new album considering it as the best work from Quadrophenia “I think we’ve made best album since Quadrophenia in 1973” (even if the last disc they recorded is Endless Wire in 2006). The greatness of Quadrophenia, told in an exciting documentary of the Bbc “Can you see the real me?” is that also in this case, as it was for Tommy, the hyper creative mind of Townshend “gave birth” to another rock opera, which in this case, however, had the structure and the concept of a film. The protagonist of the story is Jimmy Cooper, a young messy and “mod” teenager, suffering from a form of “double” schizophrenia. The listener will learn that Jimmy has four different personalities that actually follow the four musicians perfectly based on their style. Already with the first published pieces, “The kids are alright” and “Can’t explain” the band was considered the first exponent rock band and promoter of “English mod”. In England in the 60s the Mod (abbreviation of modernism) was a youthful trend that embraced fashion, music, love for Italian scooters, and the consumption of synthetic drugs. To say it Peter Meaden’s way, the first The Who manager, “mod is clean living under difficult circumstances”. It is in this period of youth protest that hair becomes the unconventional symbol, of breaking with the adult society. But the concept of the longhair has a very broad field of action: long-haired is the beat, long-haired is the bad Rolling Stones boy. Hence the intuition of Maeden, which directs The Who towards a differentiating style alternative that will characterize them from that moment onwards, taking them out of the many groups of long-haired of that period, making them instead become an icon group of the “mod”. A trick that combined with their musical style, unconventional and irreverent, will make The Who the third most important British band of those years. The Rockers of that time preferred the roaring motorcycles, fought and dressed in the Marlon Brando style; The Who, on the contrary, wore French-cut hair, parka jackets, tight trousers and moccasins, they went around with the Lambretta or the Vespa and they had money in their pockets for amphetamines, in short they seemed good guys, but in reality they were great muddlers. Like the time that Keith Moon was arrested and banished by all the Holiday Inns of America for having tried to escape by stealing a continental Lincoln, during the party for his 21st birthday, ending up in the pool with the whole car, because he was too drunk to succeed in pushing the brake pedal,
gere il pedale del freno, mentre la macchina scendeva dal garage in retromarcia. I The Who non possono che ritenersi una leggenda del rock, con le loro contraddizioni, i loro eccessi da rock star, la genialità dei pezzi ancora oggi di ispirazione per molti colleghi rocker. Ma c’è di più. E’ una band trasversale ai periodi storici e alle condizioni sociali, sempre attuali e di tendenza. Un esempio lo è la famosa e fortunata “crime series” Csi, le cui sigle appartengono al genio musicale di questi signori oramai ultra 70enni. Gli ideatori di Csi, hanno scelto almeno tre dei pezzi dall’album del 1971 “Who’s Next”: Who are you per Csi- Scena del crimine, Won’t get Fooler Again per Csi Miami e Baba O’Riley per Csi-Ny. La celeberrima serie tv li ha rispolverati solo dall’inizio del 2000, ma per i cultori del rock, The Who sono “la miglior rock band live” di tutti i tempi, con più di 100 milioni di dischi venduti (i più famosi Rolling Stones 250 milioni e 300 milioni i Beatles) ed un primato ancora oggi ineguagliato per cui tutti i membri della band fanno parte individualmente di una delle classifiche di Rolling Stone, di cui tre nelle top ten di categoria e che sono state realizzate secondo le scelte dei lettori della rivista: Pete Townshend alla 10ª della lista dei 100 migliori chitarristi, Keith Moon alla 2ª tra i migliori batteristi di tutti i tempi e John Entwistle è al primo posto nella classifica dei migliori bassisti di tutti i tempi. Oltre al tecnicismo musicale ci sono le lyrics delle canzoni. Leggere i testi dei brani degli Who ricorda che l’arte, in special modo la musica, è stata da sempre “strumento” delle lotte giovanili contro l’ingiustizia sociale e la politica oppressiva. Tra gli anni ‘60 e i ‘70 abbiamo la massima espressione di quel genere di musica totalmente schierato dalla parte dei più deboli. Dalla parte di chi non ha soldi per permettersi avvocati di riguardo o chi non ha la forza di uscire dai ghetti della classe operaia per migliorare la sua condizione. Allora una domanda ci assale: come mai nel periodo contemporaneo, fra guerre inutili, dittatori occidentali e orientali, politiche di immigrazione restrittive e scissioni europee, non si sentono, in radio o in tv, i nuovi gruppi musicali della controcultura contemporanea scendere in campo per coinvolgere i giovani verso una politica attiva? Rispetto ai monumenti del rock degli anni ‘60, gli artisti oggi schierati dall’una o dall’altra parte, sembrano solo accenni di tentativi promozionali di loro stessi, se confrontati ad un movimento liberatorio che negli anni ‘60 è riuscito a cambiare le coscienze, con una rivoluzione di massa ed un coinvolgimento di giovani artisti arrabbiati, che auspichiamo di rivedere presto sui palchi. S
while the car came down from the garage in reverse. The Who must be considered a rock legend, with their contradictions, their rockstar excesses, the genius of their pieces that still inspire today many rocker colleagues. But there is more. It is a band that is transversal to historical periods and social conditions, always current and trendy. An example is the famous and lucky “crime series” Csi, whose themes belong to the musical genius of these gentlemen now over seventy. The creators of Csi, chose at least three of the pieces of the 1971 album “Who’s next”: Who are you for Csi- scene of the crime, Won’t get fooler again for Csi Miami and Baba O’ Riley for Csi-Ny. The famous TV series has been dusted them off only since the beginning of 2000, but for rock lovers, The Who are “the best live rock band” of all time, with more than 100 million discs sold (the most famous Rolling Stones 250 million and 300 million the Beatles) and a record that is still unmatched today, for which all the members of the band form part of one of the Rolling Stones charts, three of them in the top ten of the category and that have been made according to the choices of the magazine’s readers: Pete Townshend at the 10th position of the list of the 100 best guitarists, Keith Moon at the 2nd position among the best drummers of all times and John Entwistle is in first place in the ranking of the best bass players of all time. In addition to musical technicality, there are the lyrics of the songs. Reading the texts of The Who songs recalls that art, especially music, has always been an “instrument” of youth struggles against social injustice and oppressive politics. Between the 60s and the 70s we have the highest expression of that kind of music totally deployed on the weakers’ side. On the side of those who have no money to afford good lawyers or who do not have the strength to leave the working-class ghettos to improve their condition. Then a question assails us: how is that in the contemporary period, between useless wars, Western and Eastern dictators, restrictive immigration policies and European splits, we do not hear, on the radio or on TV, the new musical groups of the contemporary counterculture who take the field to involve young people in an active policy? Compared to the 60s rock monuments, the artists now lined up on one or the other side, seem only hints of promotional attempts by themselves, of compared to a liberating movement that in the 60s managed to change consciousness, with a mass revolution and the involvement of young and angry artists, that we hope to see again soon on the stages. S
MONDO DE CECCO 69
70 MONDO DE CECCO
Pescati dalla rete
Home
From the web De Cecco
MONDO DE CECCO 71
De Cecco
72 MONDO DE CECCO
Home