ODISSEO n. 02

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Neosnet è una testata registata dalla NeosGiornalisti, Fotografi, Operatori Culturali di Viaggio AssociazioneMilano N.2 2024

Odisseo N.2 2024

© Neosnet.it

Piazza Castello 9 - 20121 MILANO www.neosnet.it

Finito di stampare nel mese di luglio 2024

Direttore:

Luisa Espanet

Redazione:

Irene Cabiati, Pietro Tarallo, Sandra Tognarini

Progetto grafico e impaginazione:

Fabrizio Lava

Photoeditor:

Alessandro Zunino

A questo numero hanno collaborato:

Cristina Corti, Vittorio Giannella, Pietro Tarallo, Gloria Vanni, Alessandro Zunino

Foto di copertina

Daniele Pellegrini

Editoriale

Eccoci al secondo numero di Odisseo, con proposte o meglio idee e consigli di viaggio. Distribuiti come sempre tra mete lontane, più vicine ed europee e italiane per alcuni anche a km zero o quasi. Come la valle dell’Aniene circondata da montagne di più di 2mila metri che nessuno penserebbe di trovare a cinquanta chilometri da Roma. E non è questa l’unica curiosità.

Tutti i viaggi proposti sono “praticabili” nei mesi estivi, alcuni per differenze di emisferi e temperature sono più “suggeriti”. Come i Lenzuoli Maranhenses, distese di dune del Brasile, che in altre stagioni si rischia di vederle coperte d’acqua o troppo secche e quindi non strabilianti. Per le isole Calamian nelle Filippine l’estate è il momento delle piogge e dei tifoni, ma è anche vero che qualche zona non ne è coinvolta, mantiene il suo fascino e si ha la fortuna di trovare buoni prezzi e poco turismo. Per Negombo a Sri Lanka qualsiasi stagione va bene, perché al mercato del pesce, e non solo in quello, c’è molto da scoprire. Per entusiasmarsi.

La Minorca di cui si parla, invece, è una meta rigorosamente estiva, che non contempla mare, sabbia, spiagge, sovraffollate così tanto da richiedere numero chiuso. Ma palazzi, mercati, chiese e un’isola-galleria d’arte dove tutto sembra di un altro pianeta, dal giardino al modo per arrivarci.

Luisa Espanet

Direttore Odisseo

Fabrizio Lava

Presidente Neos

Maranhão: tra dune, lagune e amache sospese

di Cristina Corti, fotografie dell’autrice

Amache immerse nell’acqua. Nella pagina accanto e nelle due successive, turisti si rinfrescano in una laguna dei Lençois Maranhenses

Nel nord-est del Brasile, il Maranhão è una terra di sorprese e meraviglie naturali, come i Lençóis Maranhenses, paesaggio unico al mondo.

È una sconfinata distesa di dune bianche che si espande per chilometri, alternandosi a lagune d’acqua cristallina, che creano un panorama straordinario e surreale. Durante la stagione delle piogge, le dune si trasformano in un mare di acqua dolce mentre, nei mesi più secchi, il vento scolpisce forme incredibili sulla sabbia.

Il luogo è anche l’habitat di una ricca biodiversità, con specie adattate alla vita in un ecosistema unico.

I Lençóis Maranhenses offrono un’esperienza irripetibile per gli avventurieri e gli amanti della natura, con la possibilità di fare escursioni tra le dune, tuffarsi nelle lagune azzurre e godersi tramonti indimenticabili. Una delle principali porte d’entrata del parco nazionale è il villaggio di Santo Amaro do Maranhão o ancora la città di Barreirinhas. Addentrandosi nel parco s’incontrano la laguna da Gaivota, la laguna Andorinha, la laguna Bonita e altre minori. Sono luoghi che incantano

e ispirano, oasi di bellezza selvaggia nel cuore del Maranhão.

Nei dintorni dei Lençóis Maranhenses, ai margini del Rio Alegre, si trovano affascinanti villaggi, dove le comunità locali vivono in armonia con la natura circostante. Qui si ha l’opportunità unica di immergersi nella cultura e nelle tradizioni del luogo, con le colorate case di legno e le strade terrose.

La vita scorre al ritmo lento delle stagioni, con le famiglie che si dedicano alle attività tradizionali come la pesca, l’agricol-

tura e l’artigianato. I visitatori possono assaporare la cucina locale, ricca di sapori tropicali, e partecipare alle feste e alle celebrazioni che animano la vita dei villaggi durante tutto l’anno. Lo stile di vita rimanda a tempi antichi. La gente vive in semplici capanne di fronte al fiume dove pescano, allevano pochi animali e utilizzano rudimentali attrezzature per macerare e tritare la Mandioca, un tubero utilizzato fin dai tempi degli Indios, che viene processato ed infine tostato in un forno di terracotta.

Qui diffusissime sono le amache, l’arte di riposare nelle amache è una pratica radicata nella cultura del Maranhão. Le amache, appese tra gli alberi o all’interno delle case, offrono un rifugio fresco e confortevole durante le calde giornate tropicali. Riposare in un’amaca è molto più di un semplice momento di relax; è un’esperienza che permette di connettersi con la natura circostante e di abbracciare il ritmo tranquillo della vita. È un momento per contemplare il cielo blu sopra di sé, ascoltare il canto degli uccelli e lasciarsi cullare dalla brezza leggera. Per le comunità locali, è anche un luogo di incontro e condivisione, dove le persone si riuniscono per raccontarsi storie, cantare canzoni e trascorrere momenti preziosi in compagnia dei propri cari.

Molto interessante la regione di Vassouras con i piccoli Lençois Maranhenses e dove nella minuscola comunità di pescatori “Mandacarù” si può salire al faro della marina militare (Farol Preguiças) per godere di una vista panoramica dei Lençóis Maranhenses, del fiume Rio Preguiça che sfocia nell’ oceano e dell’immensa foresta nativa.

Assolutamente da vedere Delta das Americas che separa gli stati del Maranhao e Piauì. È creato dal fiume Rio Parnaiba che nella sua discesa verso l’oceano forma un intreccio d’insenature e isole di ogni dimensione con paesaggi diversi e una vegetazione che pare uno scorcio di foresta amazzonica.

Nei mesi da luglio a gennaio, nel Delta si può assistere alla migrazione quotidiana di centinaia di uccelli “Guará” (Ibis Scarlatto) dalla caratteristica colorazione rosso fuoco che, verso il tramonto, ritornano ai loro nidi nella foresta.

Bimba in un villaggio lungo il Rio Alegre

Dall’alto in senso orario, ristorante lungo il Rio Alegre, un bar a Mandacaru, sulle rive del fiume Preguiças. Imbarcazione per attraversare il fiume a Barreirinhas. Venditori di cappelli.

Nella pagina accanto, parco eolico.

Nelle due successive, aspettando il tramonto sulle dune dei piccoli Lençois Maranhenses.

Per saperne di più

Quando andare

Il periodo migliore per visitare il parco è nella stagione secca, da giugno a settembre. Nei mesi di ottobre e novembre si rischia di trovare il deserto quasi totalmente asciutto.

Dove dormire

São Luís: Hotel Praiabella, Pousada Ecologica Portas da Amazonias

Santo Amaro: Pousada Agua Doce

Barreirinhas : Pousada do Buriti, Pousada

Encantes do Nordeste

Parnaíba: Pousada Vila Parnaiba

Dove mangiare

Barreirinhas : Barlavento, sul lungo fiume. Niente di lussuoso, ma cucina ottima. Sao Luis : Don Francisco, nel centro stori-

co, con tipica cucina del Maranhão.

Parnaiba: La barca, per provare la “torta de caranguejos” (pasticcio di granchi).

I frutti di mare e il pesce fresco si possono gustare in tutti i ristoranti intorno ai Lençóis Maranhenses, che spesso offrono amache per la siesta dopo pranzo, come il famoso Dona Luzia.

Per un tour organizzato https://www.brasilplanet.com.br/ita/

Da leggere

Lonely Planet Brasile; Cronache dal Maranhão di Giulio Martinoli; Al Para - Maranhão e Ceara (Brasile del Nord): Note Di Viaggio di Timoteo Zani;

Dona Flor e i suoi due mariti di Jorge Amado; La guerra della fine del mondo di Mario Vargas Llosa.

Tipica amaca davanti a una stanza della Pousada Agua Doce, a Santo Amaro

Nella pagina accanto migrazione quotidiana di centinaia di uccelli “Guará” (Ibis Scarlatto)

Un labirinto di isole in acque color smeraldo

Sardine al sole per l’essiccazione nel villaggio di Bayo-Bayo. Nella pagina accanto le tipiche barche filippine all’attracco a Coron Island.

Sono le Calamian Islands, un arcipelago delle Filippine, ideale per una vacanza nella natura, con nuotate tra i dugonghi e immersioni tra relitti di navi e barriere coralline.

Non sono molti i turisti che si spingono fino a queste lontane isole, ricoperte di dense foreste pluviali e mangrovie, punteggiate da pinnacoli di rocce che formano labirinti di pietra e acque. A 250 km a nord di El Nido, che insieme alla mondana Boracay è una delle mete più gettonate delle Filippine, a circa cinque ore di navigazione, si entra nel mito. Le Calamian Islands grazie al loro isolamento sono rimaste uno dei posti più incontaminati del paese. Vero paradiso per gli amanti del mare e dei suoi fondali corallini, ricchi di pesci multicolori, dove ventiquattro relitti di navi giapponesi, affondate durante l’ultima guerra mondiale dagli aerei Usa, sono stati colonizzati da madrepore e coralli. I primi a scoprirle sono stati i sub australiani e nordamericani. Dopo di loro sono arrivati i giovani backpacker e ora viaggiatori di tutte le età appassionati di natura.

Si sbarca a Coron Town nell’isola di Busuanga che si esplora agevolmente in moto. Una strada stretta e accidentata

porta a Bayo-Bayo, villaggio di pescatori specializzati nella pesca di sardine e acciughe che mettono a essiccare su stuoie di bambù intrecciate al sole. I pesci, una volta concluso il processo di essiccazione, sono selezionati da donne e bambini, messi in sacchi di iuta e portati al mercato per essere venduti. Nell’aria il caratteristico odore pungente di pesce secco. Pochi chilometri dopo, ecco Maquinit Hot Spring. Una sorta di “Saturnia filippina” con vasche circolari di acqua salata termale di 40°, affacciate sul mare. Ci si rilassa cullati dal canto di numerosi uccelli.

A Caluit Island, situata al largo della costa nord-occidentale, c’è il Calauit Safari Park: riserva naturale dove vivono in libertà antilopi, eland, impala, gazzelle, giraffe, zebre provenienti dalla vicina Africa. Il parco fu istituito nel 1976 come riserva di caccia dal presidente Ferdinand Marcos che obbligò con la forza le 254 famiglie residenti a trasferirsi nella vicina isola di Halsey e fece disboscare l’isola per renderla più simile alla savana del Kenya. Progetto faraonico osteggiato dalla popolazione locale che tentò invano di ritornare sulla sua isola. Esempio del-

la protervia e della megalomania del dittatore che per ventun anni, fino alla sua deposizione nel 1986, vi venne a cacciare insieme ai suoi cortigiani corrotti. Nelle acque intorno all’isola vivono molti dugonghi, mammiferi marini erbivori, pacifici, simili a sirenidi, enormi e a rischio estinzione. Ci si può accedere e nuotare con loro solo in alcuni giorni della settimana, per cui è necessario prenotare l’escursione con anticipo tramite il Dugong Dive Center (www.dugongdivecenter.com).

Ma la grande attrazione dell’arcipelago è la Coron Island “proprietà ancestrale dei Tagbanua”, popolazione autoctona dell’isola. I nativi regolano l’afflusso turistico e ne delimitano le zone venti minuti di bangka (tipica barca locale) da Coron Town. Si accede al Kyangan Lake mediante una ripida scalinata di dieci minuti che porta prima a una grotta belvedere e poi al Barracuda Lake che ha acque a più strati: dolce, salata e salmastra con temperature che possono arrivare fino ai 38°C (fenomeno del Thermocline). E’ possibile con un po’ di fortuna avvistare il “re del lago”, un barracuda lungo quasi un metro e mezzo.

Nella pagina accanto e nelle seguenti, primi piani delle barche tra le scogliere.

La vicina Banol Beach è una minuscola spiaggia di sabbia abbagliante, delimitata da imponenti scogliere e lambita da acque calme trasparenti. Ultimo incantesimo. Le Twin Lagoon sono due lagune

collegate fra loro, le cui acque hanno un colore smeraldo. Una è facilmente accessibile in barca, l’altra è nascosta ed è raggiungibile solo attraverso una piccola fessura nella roccia.

La laguna nel nord dell’isola di Busuanga.

Per saperne di più

Quando andare

Documenti: passaporto con validità di almeno sei mesi dalla data d’ ingresso. Visto d’ingresso gratuito valido 30 giorni che si ottiene all’aeroporto d’ arrivo oppure in Italia presso gli uffici del Consolato e dell’Ambasciata delle Filippine. Il visto si può estendere a pagamento una volta nel Paese.

Vaccinazioni: non è necessaria nessuna. Le condizioni igieniche del Paese sono generalmente abbastanza buone. Rappresentanze Diplomatiche in Italia

Ambasciata: rome.pe2007@gmail.com https://romepe.dfa.gov.ph/ Consolato: philcongenmilan@gmail.com

Fuso orario

+ 7 h rispetto all’Italia; +6 h con l’ora legale

Quando andare

Fra gennaio e maggio, periodo meno soggetto a fenomeni monsonici. A gennaio e a febbraio le temperature sono fresche e il clima secco. Marzo vede un aumento delle temperature, ma il clima rimane ancora secco e l’umidità è sopportabile. Da aprile in poi aumento del caldo e dell’umidità. In questo periodo ci sono ottime offerte perché “bassa stagione”. A giugno inizia la stagione delle piogge e dei tifoni, che dura fino ad autunno inoltrato. Non è il periodo ideale, anche se alcune aree, come l’arcipelago delle Visayas, sono meno colpite dalle precipitazioni. Novembre segna la fine della stagione delle piogge, le temperature sono

più miti e il clima è generalmente secco. Dove dormire

L’offerta ricettiva è vasta e articolata: dalle capanne nipa in bambù dei villaggi agli hotel delle grandi città, i più lussuosi con piscine e ristoranti. Ma anche boutique hotel di charme, hotel storici restaurati, pensioni, ostelli, resort, case private. Sono presenti i motori di ricerca internazionali: Booking. com, Agoda, Trivago, Expedia, Hotels.com e Airbnb con ospitalità in case di Filippini quasi ovunque. I prezzi, che variano a seconda della stagione, sono competitivi e inferiori a quelli occidentali.

Dove mangiare

A tavola si scopre l’incontro tra la cultura europea, la statunitense e l’asiatica. Un mix multi gastronomico con prodotti come pomodoro o aglio, introdotti dagli Spagnoli, alimenti di base come zenzero, latte di cocco, curry e tutte le modalità per preparazioni in agrodolce. Ma anche, pesce, riso e frutta. Il pinoy, cibo locale, è genuino, ma non eccezionale. Per gli Occidentali è troppo dolce. Lo zucchero è aggiunto ovunque. Il riso bollito, il pane dell’Asia, è presente con ogni piatto. Da gustare: adobo, maiale, manzo, pollo stufato in aceto e aglio e cucinati a fuoco lento, e il lechon, maiale cotto allo spiedo, condito con salsa di soia, alloro e aceto. Un contorno tipico, oltre alle verdure, è la papaya acerba con riso e pasta di gamberi. Da evitare lo street food, non igienicamente sicuro, meglio uno dei numerosi ristoranti cinesi, filippini, internazionali e italiani.

Da leggere

Le opere della scrittrice filippina, nata a Manila, ma cresciuta in Bahrein ed emigrata negli Stati Uniti, Mia Alvar (1978), autrice di Famiglia ombra (pubblicata in italiano da Racconti) i cui protagonisti sono figli

della diaspora filippina: uomini e donne che hanno lasciato il proprio paese, e spesso la famiglia, per una nuova vita in Medio Oriente, negli Stati Uniti, in Australia e in Europa, Italia compresa.

Filippine di Pietro Tarallo, Guide Moizzi.

Minorca: al di là di spiagge e mare

Gloria Vanni, fotografie dell’autrice

Nella pagina accanto, festa tradizionale con i cavalli neri di Minorca. Sotto, scorcio de La Mola. Nelle pagine seguenti, le saline della Reserva La Concepció.

Poco lontano dalle ben note acque cristalline e dalle sabbie dorate, c’è un’isola con meraviglie e curiosità tutte da scoprire.

Vivo a Minorca dal 2017, ne sono innamorata e, quando il direttore mi ha chiesto un pezzo sul mio buen retiro, ho toccato il cielo con un dito. Amo condividere quest’isola grande tre volte l’Elba che si rivela poco a poco, secondo i ritmi di una rigogliosa campagna nel cuore del Mediterraneo.

Vieni con me oltre classici richiami come il suo mare dai colori caraibici e le sue spiagge di sabbia bianca, dorata, rossa. Ti propongo un viaggio da est a ovest nella più riservata delle Baleari. Partiamo da est, da Mahon, capitale cresciuta sul fiordo lungo oltre cinque chilometri. Al centro, c’è l’ex Isola dei conigli, dal 1287 Isola del Rey. Una fondazione di volontari ha restaurato il settecentesco ospedale militare britannico, mentre i galleristi svizzeri Hauser e Wirth hanno dato nuova vita ai magazzini creando una galleria d’arte contemporanea. È un luogo magico

che si raggiunge in 10 minuti di navigazione. Quindi, dopo perlustrazioni tra arte, cimeli medici e piante, ti suggerisco di pranzare/cenare a La Cantina. Sei in un giardino affacciato sul mare, in un’atmosfera fatta di quiete, eleganza, natura.

Mahon ha un suo fascino, un mix di

mare, tradizione e cultura. Lo assapori lungo il porto tra bar, locali, negozi (Moll di Levant), nella città vecchia dove c’è la chiesa di Santa Maria con uno straordinario organo. Al Mercato del Pesce ( noti per le Tapas) e tra i negozi dell’ex chiostro carmelitano (Mercat des Claustre). E ancora, al Teatro Principal, il più antico teatro lirico di Spagna.

Usciamo da Mahon e andiamo a La Mola, una delle più grandi fortezze europee del XIX secolo. Da mettere in conto almeno due ore di visita: ne vale la pena, è bellissima. Per un pranzo di pesce sul mare, si va al vicino Cap Roig.

Se si imbocca la strada Me-7 - le strade di Minorca sono a una corsia e con limiti di velocità da rispettare-, ci si ritrova nella Minorca bucolica, verde anche in estate grazie alla sua umidità. Meritano una visita le rinnovate saline della Reserva La Concepció. Da lì si va fino al borgo marinaro di Fornells, altro gioiello da perlustrare a piedi. Per aperitivi e cene vicino al mare, segui le indicazioni per le spiagge di Fornells e quindi puoi scegliere tra l’Isabella Beach Club (menu) e La Frañola (tapas), entrambi molto apprezzati, quindi la prenotazione è d’obbligo. Percorrendo la Me-15 verso Es Mercadal, dopo circa 15 chilometri sei nel centro dell’isola e, se il cielo è terso, sali sul Monte Toro (358 metri di altitudine) per cogliere l’intero panorama dell’isola. Minorca offre anche escur-

sioni lungo il suo periplo: 20 le tappe del Camí des Cavalls in un ambiente protetto - siamo in una Riserva della Biosfera Unesco dal 1993 -, da percorrere a piedi, in bicicletta, a cavallo. Per preservare questo storico percorso, i minorchini non hanno costruito strade costiere. Per preservare l’ambiente, le strade di Minorca sono poco illuminate e Alaior organizza “La notte delle candele”, cinque appuntamenti estivi di passeggiate nel borgo a lume di candela.

Artigianato e prodotti tipici? Al mercato di Es Mercadal giovedì sera. Per shopping firmato Ria (avarcas, i tipici sandali di Minorca), Jaime Mascaró e Pretty Ballerinas vai agli outlet a Ferreries.

Prima di entrare a Ciutadella, da non perdere Lithica o Pedreres de S’Hostal, le antiche cave di marés, la pietra con cui è stato costruito il centro storico dell’ex capitale: è un luogo unico al mondo. Dopo avere girovagato tra vicoli e piazzette, dedica un po’ di tempo alla Farmacia Liberty e alla Fondazione Numa: ieri e oggi di una Minorca ricca di seduzioni. Infine, goditi un tramonto ai fari - Cavalleria, Punta Nati, Cap d’Artrutx sono i migliori set - e una delle feste tradizionali con i cavalli in programma da giugno a settembre.

A destra, una strada di Alaior per “La notte delle candele”. Nelle pagine seguenti, Minorca bucolica, le cave di Lithica e scorcio del giardino dell’Isola del Rey.

Per saperne di più

Dove dormire

Mahon:

• Boutique Hotel Ses Bruixes, hotelsesbruixes.com

• Casa Ládico Boutique Hotel, ladicohotel. com/

• El Consul Mao - Hotel Boutique, instagram.com/el_consul_mao/

• Hostal Jume - Urban Rooms, hostaljume. com/es/ Ciutadella:

• Marosi Boutique Hotel, marosihotel. com/es/

• Can Araya, florderosassa.com/es/hotelcan-araya/hotel

• Sodium Hotel Boutique, sodiumhotel. com/it

•Hotel Can Sastre, hotelcansastre.com/

Dove mangiare

La Cantina, Hauser and Wirth Menorca, Illa del Rey, menorca.hauserwirth.com/es/

Cap Roig, Carretera Sa Mesquida 13, Mahon, restaurantcaproig.com/ Isabella Beach Club, Carrer Tramuntana, Platges de Fornells, isabellamenorca.com/ it/

La Frañola, Carrer E, 18, Playas de Fornells, lafranolamenorca.com/

Arjau Mao, Moll de Ponent 11, Mahon, arjaumao.com/

La Calita, Passeig Maritim 23, Bininacolla (Sant Lluis), lacalitamenorca.com/

El Faro Restaurant - Cala Torret, https:// elfarorestaurant.es/

Bambu Menorca, Passeig Marítim, 38, Binibequer Vell, bambumenorca.com/

Maramao Menorca, Carrer del Santíssim, 8, Ciutadella, maramaomenorca.com/ Margot Locanda, Carrer de Nostra Senyora dels Dolors 8, Ciutadella, margotmenorca.com/

Siti utili

Ufficio del Turismo Spagnolo, Isole Baleari e Minorca, spain.info/it/regione/isole-baleari/ e spain.info/it/regione/minorca-isola/ Hauser and Wirth Menorca, Illa del Rey, menorca.hauserwirth.com/es/inicio prenotazione del traghetto e del ristorante La Cantina, galleria aperta tutti i giorni dalle 11 alle 22 fino al 7 settembre, da mercoledì a domenica dalle 10 alle 16 fino al 27 ottobre (visita gratuita).

Water Taxi Menorca, watertaximenorca. com/

Visite Ospedale Britannico, Illa del Rey, islahospitalmenorca.org/ Sa Placa, Mercat del Claustre, Mahon, mercatdesclaustre.com/ Es Claustre, Mahon, esclaustre.com/ (concerti e terrazza ristorante)

Teatro Principal De Maó, teatremao.com/ La Mola, Mahon, fortalesalamola.com/es/ Sal de Menorca - Salinas de la Concepción, saldemenorca.com/ Camí des Cavalls, camidecavalls.com/ “La notte delle candele”, Alaior, 27/6, 4/7, 18/7, 1/8, 29/8 , visitalaior.com/es/ Lithica, Ciutadella, lithica.es/ Farmaci Llabres, Ciutadella, fundaciodiscap.org/es/farmacia-llabres/ Fundació Numa, Ciutadella, numamenorca.com/

Aniene, valle dell’anima

Sacro Speco di San Benedetto, Subiaco

Le grotte di San Benedetto a Cosimato di Vicovaro

Chiostro dei Cosmati, Abbazia di Santa Scolastica a Subiaco

A cinquanta chilometri da Roma, chiusa da una cerchia di vette che superano i 2000 metri, c’è una terra privilegiata, luogo di luce e di scenari naturali, con borghi arroccati come nidi d’aquila.

Sorprendente: questa la parola giusta per descrivere la mia sensazione visitando una valle dove ho visto straordinarie testimonianze di arte, storia e natura, ricchezze che aspettano solo di essere scoperte sia in auto, che con zaino in spalla e scarponi ai piedi. Per secoli l’isolamento dell’alta valle dell’Aniene, dei monti Lucretili e Simbruini, rilievi preziosi per le numerose sorgenti di acqua (il nome Simbruini deriva dal latino sub imbribus ossia sotto le piogge), è stata la cornice ideale di esperienze religiose di enorme valore. Prima fra tutte quella benedettina, che ha lasciato testimonianze ancora oggi ben visibili, sia per gli occhi curiosi del turista sia per quelli profondi degli studiosi. Un’arteria di fede il corso del fiume Aniene, che ha irrorato luoghi di spiritualità e meditazione, dove la storia del territorio è incisa indelebilmente sulle pietre, sui muri degli eremi, delle pievi con i loro pregevoli affreschi. Un posto dove l’anima può risto-

rarsi e trovare quella pace e quel silenzio che i nostri ritmi moderni ci impediscono. Molte volte un luogo ci rimane impresso

Sacro Speco di San Benedetto, Subiaco

L’Aniene verso la sorgente

per un ricordo particolare: per me è stata la visita al Sacro Speco di San Benedetto a Subiaco, un luogo di pellegrinaggio per rinnovare lo spirito umano, che trasuda quiete e preghiera, dove si conservano preziose testimonianze di una cultura millenaria e, col naso all’insù si resta estasiati davanti agli affreschi di artisti senesi del XIV secolo. La valle, intorno al ‘400, fu sede di un fiorente monachesimo d’ispirazione orientale, che costituì un forte interesse per il giovane Benedetto da Norcia. Che nel 497, diciassettenne, decise di fuggire dalla “caotica Roma” per dedicarsi anima e corpo a un’esistenza di raccoglimento e di preghiera a Subiaco nel Sacro Speco. Per tre anni visse immerso in questo paesaggio montano in una grotta sui fianchi del monte Taleo trasudante ancora oggi di acqua che scivola giù nell’Aniene sottostante. Ma l’uomo del Medioevo ha straordinarie risorse nel fisico e nello spirito. La fede sorregge Benedetto sotto il sole e sotto la pioggia, fra gli assalti dei briganti e le insidie del Diavolo sempre pronto a impossessarsi delle anime. Nasce così, nel 529 d.C. l’Ordine Benedettino, per perpetuare il suo ideale di monachesimo, con tredici monasteri dei quali uno solo superstite, l’attuale abbazia di Santa Scolastica dedicato alla sorella, per poi sintetizzare tutto questo

programma nell’Ora et Labora prima della sua morte. Sulla cresta montana, si vede un grumo di case arroccato su un costone di roccia alto sul bosco, le finestre che si affacciano sul vuoto: è Cervara di Roma il comune più alto di tutta la valle dell’Aniene, a 1053 metri d’altezza. Viuzze strette dove il vento s’intrufola portando il profumo degli stocchi di faggio che bruciano nelle stufe, e il suono delle campane della collegiata scandisce le ore. Dal corso principale si srotolano stradine che portano a piccoli slarghi e ad altre stradine che si rincorrono. A dominare su tutto i resti dell’antica rocca medievale dell’XI secolo. Per raggiungerla bisogna salire un tratto della “via degli artisti”, una scalinata che rasenta rocce naturali scolpite da artisti fiorentini. Mi fermo per dormire al rifugio montano di Prataglia. La notte è squarciata dai lampi, i tuoni rotolano giù per la valle, la pioggia si abbatte sul tetto come una cascata, ululati di lupi si levano nelle tenebre, sempre più vicini, ululati di richiamo, di risposta, che si confondono col vento. Rilassante il rumore della pioggia. Chiudo gli occhi e m’ invade una sensazione di piacere che è difficile definire. Mi addormento pensando agli animali al riparo nelle loro tane.

Qui la bellezza abbonda e la sfida è lasciarla intatta per le generazioni future.

Foglia di acero montano.

Sorgente solforosa sulla Valle Aniene tra Vicovaro e Subiaco

Cascata di Trevi

Cervara di Roma

Per saperne di più

Dove mangiare

La Panarda a Subiaco www.fratellirapone.it

Rifugio montano il Tartufo a Campaegli, cell 347 9932261

Pagina accanto: Borgo di Cantarano

Dove dormire

www.nidodelnibbio.com a Livata www.oasifrancescana.it a Vicovaro

Info https://monasterosanbenedettosubiaco.it

Cineto romano
SS Trinità a Vallepietra

Negombo e il mercato del pesce

Nella pagina accanto, un “lavatore” si immerge in mare per pulire il pesce prima di essere venduto o essiccato.

Non è una meta per chi va a Sri Lanka. ma per la vicinanza con l’aeroporto solo un campo base dove dormire prima di partire per i classici tour. Eppure Negombo “val bene una messa”.

Appena scesi dall’aereo a Colombo, capitale dello Sri Lanka, la mente inizia a immaginare le meraviglie che questo paese insulare ha da offrire. Ma per chi cerca un primo assaggio della vita locale, non c’è posto migliore di Negombo, piccola città costiera a solo un’ora d’auto dall’aeroporto internazionale Bandaranaike.

Trascurata dai viaggiatori che si dirigono rapidamente verso le famose spiagge di Bentota, Kandy, Sigiriya, Polonnaruwa o le antiche rovine di Anuradhapura, Negombo affacciata sull’Oceano Indiano, offre un’esperienza autentica e vibrante. Che vale la pena scoprire, in particolare attraverso uno dei suoi simboli, il mercato del pesce.

E’ questo un luogo dove la vita brulica già alle prime luci dell’alba. Alle cinque del mattino, il cielo ancora scuro s’ illumina dei colori delle ban-

carelle, mentre i pescatori rientrano dalle battute di pesca notturne. La prima impressione è un’esplosione di sensazioni: il profumo salmastro dell’oceano si mescola con quello del pesce fresco, le voci dei mercanti risuonano nell’aria, e le luci dei lampioni e delle barche creano un’atmo -

sfera quasi magica.

Passeggiando tra i banchi del mercato, si nota una varietà incredibile di pesci e frutti di mare. Tonni, sardine, gamberi, granchi e calamari sono disposti ordinatamente, spesso su letti di ghiaccio per mantenerli freschi. I pescatori, con mani esperte, mostrano il loro bottino ai potenziali acquirenti, che contrattano con passione per ottenere il miglior prezzo.

Ogni angolo del mercato racconta una storia. I pescatori, molti dei quali provengono da famiglie che praticano questa attività da generazioni, sono felici di condividere aneddoti e segreti del mestiere con chiunque sia disposto ad ascoltare. Alcuni di loro parlano dell’evoluzione delle tecniche di pesca, altri delle sfide quotidiane che affrontano in mare. Queste conversazioni offrono uno sguardo intimo sulla cultura locale, lontano dalle rotte turistiche più battute.

La vita del mercato non si limita ai banchi di pesce. Nei pressi, piccoli ristoranti e chioschi offrono specialità locali, spesso preparate con il pescato del giorno. Assaporare un curry di pesce o dei gamberi alla griglia, accompagnati da un bicchiere di arrack, il liquore locale, è un’esperienza culinaria che permette di immergersi completamente nelle tradizioni di Negombo.

Nonostante il trambusto, c’è una certa armonia nel caos del mercato. Gli abitanti di Negombo si muovono con

una precisione quasi coreografica, dimostrando un senso di comunità e cooperazione. Ogni individuo, che sia un pescatore, un venditore o un acquirente, sembra avere un ruolo ben definito in questo microcosmo, contribuendo a mantenere viva una tradizione secolare.

Mentre il sole si alza, il mercato del pesce inizia a svuotarsi. I pescatori tornano alle loro barche, i venditori smontano le bancarelle e la città di Negombo si prepara ad affrontare un nuovo giorno. Il silenzio che segue è quasi surreale, in contrasto netto con l’energia frenetica delle ore precedenti.

La visita del mercato di Negombo non è solo un’ esperienza visiva e sensoriale, ma anche un viaggio nell’anima della città e dei suoi abitanti. È un luogo dove le tradizioni s’incontrano con la vita attuale, offrendo uno spaccato autentico di ciò che significa vivere sulla costa dello Sri Lanka.

Nelle pagine precedenti, una barca fa ritorno in porto dopo la pesca. In questa pagina, pescatori dispongono le reti per essiccare il pescato.

Nelle pagine successive, la frenetica attività sulla spiaggia, portatori e acquirenti nel mercato e l’immensa distesa di pesce azzurro a essiccare, base della cucina “povere” costiera.

Sopra, i più poveri si contendono con i corvi il poco pesce rimasto sulla riva.

Nella pagina a fianco, venditrice di pesce essiccato.

Per saperne di più

Dove dormire e mangiare

A Negombo dormire e mangiare con pochi euro è molto facile. Tra alberghi, guesthouse e B&B c’è l’imbarazzo della scelta.

Dopo la pandemia e l’incremento del turismo è consigliabile prenotare con anticipo.

Curiosità

• Nel Giugno del 2021 la MV X-Press Pearl, immatricolata a Singapore, con a bordo di 1.486 container e 25 tonnellate di acido nitrico, insieme ad altri prodotti chimici e cosmetici è affondata al largo di Negombo. 5.600 pescherecci e centinaia di soldati impegnati a ripulire la costa hanno scongiurato un disastro naturale senza precedenti.

• La settima puntata dell’edizione 2024 di Pechino Express ha avuto inizio in Sri Lanka, sulle spiagge di Negombo.

Siti utili

www.sltda.gov.lk/en www.srilanka.travel

LA NEOS

NEOS – Giornalisti Fotografi e Operatori Culturali di Viaggio Associati - è un’associazione italiana di giornalisti e fotogiornalisti di viaggi, fondata nel 1998, con sede a Milano. Il nome è un acronimo formato dalle iniziali dei quattro punti cardinali e simboleggia il lavoro dei soci NEOS, cioè viaggiare per il mondo e descriverlo con parole e immagini. I soci della NEOS lavorano per testate italiane e straniere.

NEOS promuove una distinzione netta fra promozione e informazione, quindi l’associazione non può accettare giornalisti coinvolti in attività di PR o che lavorano per uffici stampa. In questo annuario ogni socio ha una sua scheda professionale che trovate arricchita sul sito NEOS (www.neosnews.it), strumento imprescindibile per la conoscenza di NEOS, dei suoi soci e della sua attività. Il sito contiene anche un magazine con brevi report di viaggio, tutti realizzati dai soci.

CARICHE SOCIALI 2023-2025

Presidente Fabrizio Lava, presidente@neosnet.it

Vicepresidente Luisa Espanet, l.espanet@gmail.com

Segretario Alessandro Zunino, info@alessandrozunino.com

Consigliere Enrica Simonetti, simonetti@gazzettamezzogiorno.it

Consigliere, Presidente Onorario: Pietro Tarallo, tarallo@libero.it

Probiviri

Angelo Tondini angelotondini7@gmail.com

Vittorio Giannella vittogiannella@gmail.com

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