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1. I documenti e le testimonianze

Niccolò di Segna e suo fratello Francesco

1. I documenti e le testimonianze

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Figlio d’arte, Niccolò risulta direttamente imparentato con Duccio di Buoninsegna attraverso suo padre Segna di Bonaventura, figlio del fratello del grande maestro senese1. A lui viene ormai riferito un folto catalogo di opere2 e tuttavia le notizie che lo riguardano sono decisamente limitate. Il suo nome è noto principalmente grazie alla firma lasciata sulla Croce datata 1345, segnalata da Ettore Romagnoli nel 1835 nel refettorio dei Carmelitani Scalzi e conservata nella Pinacoteca Nazionale di Siena3 (n. 46; cat. 18). Al 4 novembre 1331 risale un documento di affitto biennale di una bottega di proprietà dei frati della Casa della Misericordia dei poveri nel popolo di San Donato a Siena, contrada Camporegio, in cui viene citato “Niccolaus pictor olim Segne pictoris de Senis”. Rintracciata da Scipione Borghesi e Luciano Banchi sullo scorcio dell’Ottocento, la notizia presenta Niccolò come un pittore già indipendente e responsabile di un’attività, oltre ad acclarare la morte del padre Segna di Bonaventura4 , la cui ultima menzione documentaria risale al 1326. La successiva attestazione viene da un’iscrizione contenente, tra l’altro, la firma di Niccolò e la data 1336 sulla tavola di una Madonna col Bambino della cosiddetta Sacrestia della Rotonda di San Galgano a Montesiepi presso Chiusdino, affrescata da Ambrogio Lorenzetti. L’iscrizione è perduta, anche a causa della travagliata storia conservativa dell’opera, ma fu trascritta nel XVII secolo da padre Antonio Libanori, abate di San Galgano, e finalmente considerata da Pèleo Bacci nel 1935 e messa in relazione con la Madonna ora presso il Museo di Chiusdino5 (cat. 15). Se è sfuggita all’attenzione degli studiosi la breve nota di Alessandro Lisini (1927) di una menzione di Niccolò il 14 novembre del 1344 nei registri della Gabella di Siena6, più recentemente una citazione è stata rintracciata da Franco Polcri nella memoria di un documento di pagamento del 12 settembre 1348, con cui Niccolò viene compensato dei quarantatré fiorini previsti per la fornitura di una tavola per l’altare maggiore della chiesa dei frati di Sant’Agostino di Borgo San Sepolcro, da collegare a un documento di commissione del 19 luglio 1346, in cui, per espletare le volontà espresse nel testamento di Fuccio di donna Imeldina del 1343, si stabilisce la realizzazione di una tavola da consegnare entro due anni7. Donal Cooper ha integrato questa notizia con altri documenti di pagamento a Niccolò per

1 Bacci 1944, p. 48. 2 Cfr. Franci, in Duccio 2003, pp. 354-355. 3 Romagnoli ante 1835, II, p. 651. Bacci 1944, pp. 45-46. 4 ASSi, Registri della Casa di Misericordia, n. 12, c. 49. Cfr. Borghesi-Banchi 1898, pp. 16-17, n. 11; Bacci 1944, p. 44. Il giorno di San Michele è preso quale data di decorrenza del contratto, dal 29 settembre 1331 al 29 settembre 1333. 5 Bacci 1935, pp. 1-13. Idem 1944, p. 45. 6 Lisini 1927, p. 304. ASSi, Gabelle, Denunzie, ad annum 1334, c. 337. 7 Polcri 1995, pp. 35-40. ACS, serie XXXII, Compagnia e Fraternita di San Bartolomeo, filza 176, Libro di memorie e estratti di

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