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31. Madonna col Bambino

31. Francesco di Segna Madonna col Bambino

Siena, Pinacoteca Nazionale (inv. 41) Inizio del quinto decennio del XIV secolo

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Tempera e oro su tavola Cm 96,5 x 42 Provenienza: Sovicille, Santa Mustiola a Torri, canonica (fino al 1892).

La tavola cuspidata mostra le figure della Vergine e del Figlio, che le tiene un lembo del velo, contro un fondo rovinato e mancante della doratura originaria. Anna Maria Guiducci nota numerose ridipinture e già Brogi nel 1862 l’aveva trovata in cattivo stato – con scrostature di colore e perdita di alcuni dettagli in corrispondenza degli arti – quando la vide nella canonica della chiesa di Santa Mustiola a Torri, presso Sovicille, da cui fu trasferita nella Pinacoteca Nazionale di Siena alla fine del XIX secolo1 . Considerata per lo più superficialmente dalla critica, quest’opera è stata ben presto accostata all’ambito di Segna di Bonaventura da Bacci, Brandi e van Marle e così ancora da Piero Torriti nel 19902. La proposta di Berenson di ricondurre la tavola alla mano di Niccolò di Segna è stata considerata da Guiducci, la quale però, notando una qualità modesta, ha preferito immaginare all’opera un suo stretto seguace, possibile autore anche della Madonna col Bambino di Palazzo Barberini a Roma3 (cat. 32). In effetti Alessandro Bagnoli ha recentemente incluso entrambe le tavole nel corpus di Francesco di Segna4, pittore a cui si addice la notevole vicinanza alle fisionomie e agli atteggiamenti delle figure del fratello, rese però con tratto meno lieve. In particolare la Madonna col Bambino n. 41 somiglia, come l’altra, all’omologa del Museo Diocesano di Cortona di Niccolò (cat. 9), che del resto Bagnoli ha assegnato allo stesso Francesco. Proprio un confronto con i tratti pittorici della tavola cortonese e tra il distacco un po’ manierato del suo sguardo rispetto alla vivacità di quello della Vergine da Sovicille serve tuttavia a rafforzare l’impressione che si tratti di due autori diversi. La paternità di Francesco è confermata in particolare dal confronto con la Madonna col Bambino ora a Roma, rispetto alla quale concordano le fisionomie, i tratti marcati, il modellato un po’ pesante e i panneggi piuttosto sciolti. Interessante, a margine della discussione critica, il riferimento di Stubblebine al cosiddetto Maestro del polittico di Montalcino5, nella cui opera eponima, che mostra caratteristiche riconducibili alla stretta cerchia di Segna, si può provare a riconoscere i primi segni dell’attività dei due fratelli all’epoca dell’apprendistato nella bottega paterna6 .

Bibliografia Catalogo 1895, p. 19; Brogi 1897, p. 568; Catalogo 1903, p. 19; Dami 1924, p. 13; Bacci 1932a, p. 177; Brandi 1933, p. 279; van Marle 1934, II, p. 147; Berenson 1936, p. 341; Berenson 1968, I, p. 300; Torriti 1977, p. 71; Stubblebine 1979, I, p. 154; Guiducci 1988, pp. 93, 101 note 2-3; Torriti 1990, p. 36; Bagnoli 2009b, p. 442.

1 Brogi 1897, p. 586. Guiducci 1988, pp. 93, 101 note 2-3. 2 Cfr. bibliografia specifica. 3 Berenson 1936, p. 341; Idem 1968, I, p. 300. Guiducci 1988, ibidem. 4 Bagnoli 2009b, p. 442. 5 Stubblebine 1979, I, p. 154. L’americano gli riferiva inoltre la piccola figura di Santa Maria Maddalena della Pinacoteca Nazionale di Siena (inv. 23). 6 Cfr. infra §3.

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