Non di Solo Pane n°724 - 27 Settembre 2015

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Non di solo

PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Domenica 27 Settembre 2015 XXVI del Tempo Ordinario

Anno XV - n째

Itinerario quotidiano di preghiera

724


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sito di Non di Solo Pane:

Sussidio di preghiera per la famiglia

www.nondisolopane.it

Settembre 2015

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Settembre Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Cuore divino di Gesù,

Intenzione del Santo Padre Perché crescano le opportunità di formazione e di lavoro per tutti i giovani.

io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa,

Intenzione missionaria Perché i catechisti siano nella propria vita testimoni coerenti della fede che annunciano.

in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze

Intenzione dei vescovi Perché i movimenti e le associazioni si integrino volentieri nelle pastorale organica della parrocchia.

di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini,

Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché i credenti crescano nella fede, nella speran-

nella grazia dello Spirito Santo,

za e nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel

a gloria del divin Padre.

mondo

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XXVI Domenica del Tempo Ordinario La gioia è contagiosa. Dai il via ad una bella epidemia!

Domenica 27 Settembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Vincenzo De Paoli Nato a Pouy in Guascogna il 24 aprile 1581, fino a quindici anni fece il guardiano di porci per poter pagarsi gli studi. Ordinato sacerdote a 19 anni, nel 1605 mentre viaggiava da Marsiglia a Narbona fu fatto prigioniero dai pirati turchi e venduto come schiavo a Tunisi. Venne liberato dal suo stesso «padrone», che convertì. Da questa esperienza nacque in lui il desiderio di recare sollievo materiale e spirituale ai

Agisci Se non ho pagato il giusto ai miei lavoratori, il Signore mi chiederà conto di ciò. Oggi ho l'opportunità di correggermi in questo. Se sono tra i lavoratori, prego per i miei datori di lavoro, affinché lo Spirito li guidi sempre secondo giustizia.

galeotti. Nel 1612 diventò parroco nei pressi di Parigi. Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633). Diceva ai sacerdoti

di S. Lazzaro: «Amiamo Dio, fratelli miei, ma amiamolo a nostre spese, con la fatica delle nostre braccia, col sudore del nostro volto». Per lui la regina di Francia inventò il Ministero della Carità. E da insolito «ministro» organizzò gli aiuti ai poveri su scala nazionale. Morì a Parigi il 27 settembre 1660 e fu canonizzato nel 1737.

Vangelo: Mc 9,38-43.45.47-48 Chi non è contro di noi è per noi.

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

Contemplo: Mostraci, Signore, la tua misericordia (dal Salmo responsoriale) Gesù, che è Dio, «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita». Il Dio altissimo ha voluto essere bassissimo e umiliarsi tra gli ultimi della terra, come il vero Pastore che sta per ultimo, dietro le sue pecore, e le spinge verso pascoli di vita eterna. Gesù vuole mostrare nel servizio e nell'amore la sua misericordia, ed è così che siamo chiamati a comprenderne il senso e ad accoglierla nella nostra vita.

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P a g i n e

Aperti allo Spirito Meditazione di don Luciano Vitton Mea

«Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Gli apostoli sono preoccupati perché un estraneo, cioè uno che non fa parte del gruppo, che non segue direttamente il Signore, compie un miracolo invocando il nome di Gesù. H. Cox definisce questo modo di relazionarsi con Dio concentrico. Cerchiamo di usare un linguaggio più semplice. Con la concezione concentrica “abbiamo un mondo chiuso in se stesso, che non riserva sorprese, che non va oltre le proprie possibilità, caratterizzato dalla rigidità e dalla sclerosi”. E’ una concezione

che tende a innalzare steccati, a dividere tra un dentro e un fuori, a creare una mentalità elitaria, di presunti giusti rispetto a un mondo popolato da spettri maligni da cui bisogna difendersi. Questa tentazione ha sempre attraversato la storia della chiesa, dai suoi albori fino ai nostri giorni. Quanta ottusità e durezza serpeggia anche oggi in tante comunità cristiane. Gesù ci presenta, nel Vangelo di oggi, una mentalità e una prospettiva eccentrica. Precisa ancora H. Cox: “La concezione eccentrica non va intesa nel senso di strano, stravagante. Ma come qualcosa che ha il centro fuori di sé. E’ la p ersona che accogl ie l’elemento nuovo, inatteso

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quello che arriva da ‘altrove’. E’ la persona aperta allo Spirito, disponibile al suo ‘gioco’, capace di accentarne i rischi. Quello che ci viene presentati nel brano evangelico, è in sostanza, il Cuore di Gesù, un cuore magnanimo, senza invidie, senza pregiudizi di gruppo o di appartenenza. Un cuore che scardina gli steccati degli uomini, che infrange il muro dell’inimicizia e del sospetto. Un cuore che reagisce con generosità alle parole di Giovanni “abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri”, con questa risposta: “non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me”. Chi parla animato dallo spirito di Dio, quindi, è solo un operatore del bene, non può procurare il male a Gesù e a coloro che lo seguono. Se uno non “opera contro” certamente è animato dallo spirito di Gesù che lo conduce a compiere il bene.

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P a g i n e

Contemplatio: Magari fossero tutti profeti nel popolo di Dio. Intanto, due uomini, uno chiamato Eldad e l'altro Medad, erano rimasti nell'accampamento e lo spirito si posò su di essi; erano fra gli iscritti ma non erano usciti per andare alla tenda; si misero a profetizzare nell'accampamento. Numeri 11,25-29

Il racconto del libro dei Numeri presenta l'organiz­ zazione del popolo d'Israele nel suo viaggio verso la terra promessa. Presentato come una comunità santa — di cui tuttavia non vengono taciuti errori, debolezze, ribellioni —, Israele è guidato da YHWH che abita in mezzo al popolo e, accompagnandone le gesta con la sua potenza, manifesta la sua signoria anche sulle popolazioni limitrofe. Il nostro brano mette in evidenza la strutturazione del governo della comunità. Mosè è il mediatore per eccellenza tra Dio e il popolo. A lui il Signore parla direttamente ed è lui che ha ricevuto in pienezza lo spirito (v. 25a). Gli vengono affiancati settanta anziani (v. 25b), i quali partecipano dell'autorità carismatica di Mosè. Il testo prosegue comunicando una verità che segna un avanzamento importante nel cammino dell'uomo religioso: il dono di Dio non è rigidamente legato a un luogo, ma raggiunge la persona lì dove essa si trova. È il caso di due uomini che, pur convocati tra i settanta anziani, non si erano recati nel luogo fissato. Anche su di loro è effuso lo spirito (v. 26), suscitando il disappunto di Giosuè (v. 28). L'affermazione della libertà sovrana di Dio nel suo agire (v. 29) è il messaggio altissimo che interpella il credente di ogni tempo, sempre tentato di rinchiudere Dio negli angusti spazi di una `giustizia' che si arroga il compito di salvaguardare i presunti diritti di Dio calpestando quelli delle persone umane.

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Preghiamo la Parola

Sia gloria al Padre nell'alto dei cieli, sia gloria al Figlio, suo eterno splendore,e allo Spirito, cuore del mondo, pure all'uomo, suo volto, ancor gloria! La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti. Anche il tuo servo ne è illuminato, per chi li osserva è grande il profitto. Le inavvertenze, chi le discerne? Assolvimi dai peccati nascosti. Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro da grave peccato.

Preghiera

Signore Gesù, non siamo sempre noi quelli che offrono il bicchiere d'acqua. Riconosciamoci mendicanti, affannati e assetati del necessario per vivere, dell'acqua della tua presenza che ci rimette in vita. Siamo qui, Signore, guardaci e il cuore non saprà mai abbastanza che tu sei il primo che ci nutre e ci disseta, e che la vita è soltanto ridonare quanto abbiano ricevuto da te con una gratuità che ci interpella a fare altrettanto.

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XXVI Tempo Ordinario Le persone che dimenticano se stesse Sono quelle che gli altri ricordano di più.

Lunedì 28 Settembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Venceslao Martire Vissuto nel X secolo, principe di Boemia, fu educato cristiana mente dalla nonna Santa Ludmilla. Giovanissimo, successe al padre dopo un periodo di emergenza della madre che gli preferiva il secondogenito Boleslao. Ella fomentò a tal punto la rivalità fra i due fratelli che Boleslao assalì Venceslao mentre si recava da solo, come era solito fare,

Agisci ... Oggi mi metto in preghiera e chiedo al Signore di comprendere la sua gelosia per me, il suo grande ardore nei miei confronti.

in chiesa per il Mattutino. Difesosi dalla spada di Boleslao, a cui il risparmio alla vita, venne ucciso dai suoi seguaci. Venceslao visse nel periodo in cui, in Boemia, il Cristianesimo era agli albori e l'attività apostolica e missionaria erano molto difficili e pericolose. Egli, profondamente

religioso, contribuì alla diffusione del messaggio evangelico, promuovendo religiosamente e culturalmente il proprio popolo e, per la sua bontà e per la sua rettitudine, divenne il santo più popolare della Boemia.

Brano Evangelico: Lc 9, 46-50 Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me.

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Contemplo: Coraggio, àlzati, ti chiama! (Mc 10,49) «Coraggio, àlzati, ti chiama!» è la parola che la Chiesa e ogni educatore - come il beato Lodovico Pavoni - rivolge ai giovani che non vedono la strada giusta, non trovano la persona giusta, e sono mendicanti di monete senza valore, di cose effimere, quando possono avere l'oro della fede e «tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano». Gesù ci insegna a scegliere il vero tesoro: «Dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,19-21).

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Medita la parola

Grandi nel servizio

Preghiamo la Parola

Meditazione a cura della redazione

È inserita nel cuore umano, a causa della ferita del peccato originale, la passione della superbia che ci spinge sempre verso l'ambizione ad essere più degli altri, ritenendo che il nostro valore di persone si misuri in base al maggior potere. Gli apostoli, ancora fermi alla loro erronea idea di Messia, aspettavano il momento della manifestazione della gloria di Gesù. Essi pensavano che sarebbe arrivato il giorno in cui il Signore avrebbe mostrato umanamente il suo potere, e avrebbe così stabilito il nuovo regno d'Israele forte e saldo. Dunque, era normale che fra di loro discutessero quale fosse la squadra "di governo" dopo questo evento. È una mentalità che purtroppo riscontriamo nella vita: per essere qualcuno devi schiacciare l'altro, perché ti fa concorrenza. Non è stato facile per Gesù "regolare" questo atteggiamento nei suoi apostoli. Ha preso un bambino e ha detto loro: "il più piccolo tra tutti voi, questi è grande". La grandezza tramite il servizio, l'essere considerato come privo di valore agli occhi umani. L'umiltà è la vera grandezza. È stato Gesù stesso a darci la lezione più alta, giacché con la sua totale umiliazione sulla morte in croce ha manifestato la sua grandezza. La potenza di Dio è quella dell'amore, della sofferenza, del morire per noi. Sicuramente, se consideriamo la nostra vita, i nostri rapporti umani, ci renderemo conto delle tante opportunità che abbiamo per praticare l'umiltà e di manifestare, come Gesù, che la grandezza sta nel servizio. È difficile, certamente, perché il cuore ci spinge con forza verso il potere superbo, ma con la grazia di Dio, guadagnata per noi proprio sulla croce, possiamo vivere questo ideale cristiano.

Certo, scompariremo. E però il gemito è universale: perfino le pietre patiscono di morire. Ma è ugualmente certo che senza questa coscienza dell'uomo nulla ha senso: neppure un qualsiasi linguaggio sarebbe concepibile. Le genti temeranno il nome del Signore e tutti i re della terra la tua gloria, quando il Signore avrà ricostruito Sion e sarà apparso in tutto il suo splendore. Egli si volge alla preghiera dei derelitti, non disprezza la loro preghiera. Questo si scriva per la generazione futura e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore. Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, dal cielo ha guardato la terra, per ascoltare il sospiro del prigioniero, per liberare i condannati a morte. I figli dei tuoi servi avranno una dimora, la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza, perché si proclami in Sion il nome del Signore e la sua lode in Gerusalemme, quando si raduneranno insieme i popoli e i regni per servire il Signore.

Preghiera

Signore Gesù, vogliamo stare vicino a te e guardare come te e con te le inutili discussioni dei grandi, che, invece di creare luoghi di vita, rischiano di seminare inutili tristezze. Donaci un cuore simile a quello dei bambini, che intuiscono i drammi dei grandi, eppure sanno continuare i loro giochi d'infanzia senza mai smettere di sognare.

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XXVI Tempo Ordinario Cambia le cose che vanno cambiate, lascia invariate le cose che vanno bene come sono e chiedi a Dio di mostrarti la differenza.

Martedì 29 Settembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Gabriele Arcangelo Gabriele (forza di Dio) è uno degli spiriti che stanno davanti a Dio, rivela a Daniele i segreti del piano di Dio, annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni e a Maria quella di Dio. Il nuovo calendario ha riunito in una sola celebrazione i tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, la cui festa cadeva rispettivamente il 29 settembre, il 24 marzo e il 24 ottobre. Dell'esistenza di questi

angeli parla esplicitamente la Sacra Scrittura, che dà loro un nome e ne determina la funzione. San Michele, l'antico patrono della Sinagoga, è ora patrono della Chiesa universale; San Gabriele è l'angelo dell'Incarnazione e forse dell'agonia nel giardino degli ulivi; San Raffaele è la guida dei viandanti. San Gabriele, «colui che sta.al cospetto di Dio» (si presenta così quando annun-

cia a Maria la sua scelta come madre del Redentore). È lui che spiega al profeta Daniele come avverrà la piena restaurazione, dal ritorno dall'esilio all'avvento del Messia. A lui è affìdato l'incarico di annunciare la nascita del precursore, Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta. Egli gode di una particolare venerazione anche presso i maomettani.

Agisci Prima Che qualcuno mi chiamasse alla fede, Gesù mi ha visto, si è accorto di me! Oggi desidero alzarmi e andare da lui, sentire quali progetti ha per me, seguirlo nella mia vita. Chiedo ai santi arcangeli di accompagnarmi.

Brano Evangelico: Gv 1, 47-51 Vedrai cose più

grandi di queste!

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Contemplo: Vedrete gli angeli salire e scendere (cv 1,51) Anche se il testo ebraico parla di «dèi», per secoli la liturgia ha tradotto: «Alla presenza degli angeli, a te voglio cantare" (Sal 137). La fede di Cristo ci insegna che ci sono «angeli» (dal gre­co «messaggeri») buoni e cattivi, non dèi, ma creature di Dio. Ogni creatura ci può essere di aiuto o di inciampo. Ma il Signore non ha voluto far scrivere invano, nelle Scritture, il nome di tre grandi angeli: Michele, «Chi come Dio?»; Gabriele, «Forza di Dio»; Raffaele, «Dio guarisce».

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Medita la parola

Presenza d’amore Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Nel deserto della vita o nella “notte oscura dell’anima” non siamo soli: c’è sempre una presenza che ci accompagna, ci sorregge, ci protegge. Dio non abbandona l’uomo, stabilisce con la sua creatura un rapporto di vicinanza. La presenza degli spiriti celesti sono un dono di Dio, un dono d’amore. Sottolinea con estrema acutezza Anselm Grün: «Da tempo immemorabile, riferendosi all’amore, si parla dell’Angelo dell’Amore. A chi mi ama, io dico: “Sei un angelo”. Quando mi è dato di sperimentare l’amore, ho la sensazione che un angelo sia entrato nella mia vita». Celebrando la festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele noi commemoriamo l’amore di Dio che ci libera e ci protegge dal male. Quella degli Arcangeli, che combattono al fianco degli uomini per proteggerli dalle insidie del maligno, è la certezza che Dio ci vuole con sé in Paradiso, che ci vuole bene e ci copre con la sua paterna misericordia. La Divina Commedia è una grande raffigurazione simbolica della vita del cristiano che dall’oscura selva del peccato è chiamato a intraprendere un cammino di purificazione verso la beatitudine del Paradiso. Nel canto IX dell’Inferno un angelo interviene per aprire le porte della città di Dite e scacciare i demoni che si oppongono al viaggio di Dante e Virgilio nell’oltretomba; nel secondo canto del Purgatorio è un angelo che conduce su una navicella le anime di coloro che devono purificare i loro peccati nel Purgatorio; ogni balza dello stesso Purgatorio è affidata ad un angelo che con un sigillo sulla fronte libera le anime dalla penitenza appena scontata. La vita dell’uomo è perennemente avvolta dalla misteriosa presenza degli spiriti celesti. Rose Ausländer parla di un angelo dentro di te che gioisce per la tua luce e piange per la tua tenebra: «Dalle sue ali escono sussurri / di parole d’amore / e squisite carezze». Dio invia i suoi angeli per custodire gli uomini: non cacciamoli dalla nostra vita.

Preghiamo la Parola

Grande Dio è il Signore. E degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. Tutti gli dèi delle genti un nulla: è Dio il Signore che fatto il cielo e la terra» Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, mi prostro verso il tuo tempio santo. Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza. Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra, quando ascolteranno le parole della tua bocca. Canteranno le vie del Signore: grande è la gloria del Signore!

Preghiera

Ti rendiamo grazie, Signore, e ti preghiamo. Nei momenti difficili come nell'esultanza per la gioia, vi sia accanto a ciascuno un ponte tra il cielo e la terra, un tuo angelo, garante della speranza e custode della libertà, che ci accompagni, ci sostenga e ci consoli nel cammino con te e con i fratelli.

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Pagine bibliche

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Uno sguardo impuro «Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dall'alto di quella terrazza egli vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella di aspetto. Davide mandò a informarsi chi fosse la donna. Gli fu detto: «È Betsabea figlia di Eliàm, moglie di Uria l'Hittita». Allora Davide mandò messaggeri a prenderla. Essa andò da lui ed egli giacque con lei, che si era appena purificata dalla immondezza. Poi essa tornò a casa». Nel Vangelo la purezza è strettamente legata al cuore e agli occhi: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” Il re Davide, intorpidito dall’ozio, ha uno sguardo impuro, vede Betsabea ed è colpito solo dalla sua bellezza. Il suo è uno sguardo superficiale, che non va oltre alla sinuosità delle forme, che

si ferma al bagliore accecante “dell’apparire”. E’ un uomo moderno quello che viene descritto nei primi versetti del capitolo undicesimo del secondo libro di Samuele. Infatti, come sottolinea, Luigino Bruni “la purezza è la parola meno capita e amata dalla nostra civiltà dei consumi e della finanza”. Tutto è forma, sembianza, corpo, vigore, muscoli, perfezione, efficienza nella decadente civiltà occidentale. “La donna, infatti, era molto bella di aspetto”. Che a Davide piacessero le donne è risaputo e anche Dio lo sapeva: “Così dice il Signore, Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro”.

Ecco la radice del peccato di Davide e dei nostri peccati: l’uomo quando vive nell’abbondanza si dimentica dei doni ricevuti, di Dio e dei fratelli: i suoi occhi diventano impuri. L’uomo puro va oltre la superficie, il suo sguardo va oltre il corpo. “Beati i puri di cure perché vedranno Dio”. Uno sguardo retto e buono sa vedere Dio nella bellezza delle creature, l’interiorità delle persone, la presenza dell’Altro e degli altri. Gli occhi di Davide non vedono più Dio, la presenzaassenza di Uria l’Hittita, la dignità della stessa Betsabea. Davide ne approfitta della sua posizione, dell’assenza di chi lo sta servendo, si permette di “alzarsi dal letto in un tardo pomeriggio” mentre la sua gente lotta e combatte per lui. L’impurità non consiste in un atto ma in una cecità interiore che fa ripiegare su se stessi, che “non vede più negli altri, nel mondo e nel cuore una presenza d’infinito”, il tabernacolo di una presenza che va oltre l’effimero, la superficialità delle “forme”, l’attimo fuggenti di una sensazione. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio: “senza purezza il mondo non lo capiamo, perché vediamo solo le sue dimensioni più superficiali e ci sfugge la visione delle cose più belle”.

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don Luciano


XXVI Tempo Ordinario Se le stelle non ti fanno l’occhiolino, non vuol dire che sono scomparse. Sono solo nascoste da una coltre di nubi, ma torneranno di nuovo a brillare per te.

Mercoledì 30 Settembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Girolamo Sacerdote

Agisci Oggi, prima di ogni scelta, mi chiedo se quello che sto per fare mi allontana o mi avvicina a Cristo. Se desidero essere trovato in lui, è necessario che io sia disposto a rinunciare a ciò che mi porta in un'altra dire-

zione.

.Fece studi e enciclopedici ma, portato all'ascetismo, si ritirò nel deserto presso Antiochia, vivendo in penitenza. Divenuto sacerdote a patto di conservare la propria indipendenza come monaco, iniziò un'intensa attività letteraria. A Roma collaborò con papa Damaso, e, alla

sua morte, tornò a Gerusalemme dove partecipò a numerose controversie per la fede, fondando poco lontano dalla Chiesa della Natività, il monastero in cui morì. Di carattere focoso, soprattutto nei suoi scritti, non fu un mistico e provocò consensi o

polemiche, fustigando vizi e ipocrisie. Scrittore infaticabile, grande erudito e ottimo traduttore, a lui si deve la Volgata in latino della Bibbia, a cui aggiunse dei commenti, ancora oggi importanti come quelli sui libri dei Profeti.

Brano Evangelico: Lc 9, 57-62

«Ti seguirò dovunque tu vada».

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Contemplo: Ti seguirò dovunque tu vada (Lc 9,57) «Questo tuo proposito di vita cristiana non sia per te superbia, ma amore e timore. Tu cammini con vesti d'oro: devi evitare il ladro! Per noi mortali la vita è un campo atletico: lottiamo qui per essere vincitori altrove. Leggi molto spesso e impara il più possibile. Il sonno ti sorprenda mentre hai in mano il Libro e la Pagina Santa accolga il tuo volto quando crolla. Se amiamo Cristo ci sembrerà facile ogni cosa difficile» (san Girolamo).

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Meditiamo la Parola

Voglio seguirti Signore!

Preghiamo la Parola

Meditazione a cura di Cristina e Tiziana

San Luca ci lascia la libertà di trovare un finale per ciascuno dei tre incontri, riflettendo su quanto faremmo noi al posto loro. Il primo personaggio sembra pieno di buone intenzioni. Forse nelle nostre preghiere ci può essere capitato di dire a Gesù: "Signore ti voglio seguire, dovunque tu vada, qualunque cosa tu voglia da me". Lo diciamo facilmente quando ci sentiamo toccati nel cuore dalla preghiera, da una bella liturgia, quando stiamo bene, quando "il cuore è colmo". In fondo stiamo dicendo a Gesù: "Con te stiamo bene, Signore, così vogliamo rimanere sempre". Ma Gesù ci risponde che la sua sequela non è uno stare "al caldo", in un "rifugio". Il vero discepolo di Gesù sa che seguirlo significa accettare la croce, piccola o grande che sia. Il secondo personaggio è invitato personalmente da Gesù a seguirlo. È chiamato in un momento particolare, proprio quando gli è morto il padre. In questa situazione anche il cristiano più distratto si interroga sul senso della vita, della sofferenza e della morte, ed è allora che è più semplice sentire Gesù che dice "Seguimi!". Tanti impegni trattengono però il protagonista della seconda scena, tutte le incombenze del funerale gli fanno dire: "Signore, sì, ti seguirò, ma prima devo assolutamente fare questo e quello...". Nessuno mette in dubbio la necessità di seppellire i morti, neanche Gesù. Ci saranno sempre cose che ci sembreranno più importanti, Gesù però ci chiede di dare a Lui la priorità: chi Lo vuol seguire deve mettere tutto in secondo piano. "Gesù, ti voglio seguire". Quanto è chiara l'intenzione del terzo personaggio, ma quanto comprendiamo anche la sua richiesta di poter salutare i genitori, di tornare ancora una volta alle proprie origini. Tuttavia, come non si può guardare indietro mentre si arano i campi, così capita per chi si impegna nel lavoro per il Regno di Dio: se si guarda indietro i solchi verranno storti, e il lavoro sarà fatto male e dunque è inutile. Chi continua a mantenere lo sguardo verso il passato non camminerà diritto verso il Signore, con il Signore. La domanda è: siamo disposti a lasciarci tutto "alle spalle" per volgerci esclusivamente al Signore?

Ma pregare è calmarsi; è placare e vincere anche i più infernali furori. È disarmare il cuore, liberandoci da queste beatitudini nere della vendetta; della morte che invoca morte. E però tu, orante, devi farti voce: voce anche di tutti i disperati; anima sanguinante di chi vuole sangue. Come Cristo sulla Croce: a gemere con lui ogni gemito del mondo.

Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre. Perché là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, allegre canzoni, i nostri oppressori: «Cantateci canti di Sion!». Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se mi dimentico di te, Gerusalemme, si dimentichi di me la mia destra.

Preghiera

Signore Gesù, non è facile distinguere il tuo progetto d'amore su di noi, dagli infiniti mascheramenti con cui cerchiamo di abbellire la facciata del nostro cuore. Donaci tu, Signore, un'autentica e sempre più profonda volontà di discernimento, perché sia l'amore a guidarci e la passione per il solco da tracciare per l'edificazione del tuo Regno, che comincia dentro di noi.

Non di solo pane - Numero 724 - Tempo Ordinario - pagina 12


XXVI Tempo Ordinario

Giovedì 1 Ottobre

L’amore non è mai sprecato: ritorna sempre moltiplicato.

II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: Santa Teresa di Gesù Bambino Sensibilissima e precoce, fin da bambina decise di dedicarsi a Dio. Entrò nel Carmelo di Lisieux e nel solco della tradizione carmelitana scoprì la sua piccola via dell'infanzia spirituale, ispirata alla semplicità e all'umile confidenza nell'amore misericordioso del Padre. Posta dalla vocazione contemplativa nel cuore della Chiesa, si aprì all'i-

deale missionario, offrendo a Dio le sue giornate fatte di fedeltà e di silenziosa e gioiosa offerta per gli apostolo del Vangelo. I suoi pensieri, raccolti sotto il titolo Storia di un'anima, sono la cronaca quotidiana del suo cammino di identificazione con l'Amore. Con San Francesco Saverio è patrona delle

missioni. Patronato: Missionari, Francia Etimologia: Teresa = cacciatrice, dal greco; oppure donna amabile e forte, dal tedesco Emblema: Giglio, Rosa

Agisci Oggi prendo in mano la Bibbia per leggerne qualche passo, chiedendo allo Spirito Santo che mi apra il cuore e la mente affinché possa lasciarmi toccare, commuovere, scuotere dalla parola di Dio. Maria, che ami la sua Parola, intercedi per noi.

Brano Evangelico: Lc.10.1-12 La vostra pace scenderà su di lui In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Contemplo: Pace a questa casa (Lc 10,5)

Il Signore Gesù, nel mandare i suoi discepoli per il mondo, dà loro alcune direttive importanti: siate mansueti, non attaccatevi alle cose e siate solleciti nell'annunciare il Vangelo. Dice soprattutto di portare la pace nelle case che vanno a visitare. La pace è un dono grandissimo di cui abbiamo bisogno ogni giorno: pace con Dio, con il creato, tra di noi.

Non di solo pane - Numero 724 - pagina 13


Meditiamo la Parola Gesù ci chiama e ci invia

Preghiamo la Parola

Meditazione di Fiorella Elmetti

Capita che in chiesa qualche lettore, preso alla sprovvista, mi confidi: “Mi hanno chiesto di leggere la lettura, ma io mi sento incerto, ho paura di sbagliare”. Incoraggiando, rispondo che per un cristiano, non c’è cosa più grande e più bella che questa! Tuttavia, è vero: non basta leggere la Parola, bisogna parlare più con il cuore che con le labbra. E bisogna che la propria via non sia in dissonanza con ciò che viene proclamato, altrimenti ne sciupiamo la bellezza. Ma è anche vero, che il maggior lavoro lo fa lo Spirito, che sa andare oltre i nostri limiti. Per questo, non spaventiamoci di fronte alle incomprensioni e agli insuccessi, c’è Gesù dalla nostra parte, che ci chiama e ci invia. Di fronte alla Parola non c’è che adorare e affidare tutto con semplicità al Signore, certi che riusciremo ad amare nella misura in cui ci sentiremo amati. È questo l’insegnamento che ci viene da santa Teresa del Bambin Gesù a cui possiamo applicare il salmo 130: "Non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre". Santa Teresa ha vissuto l’amore nella semplicità e nella tenerezza, come si può leggere nella sua autobiografia: “La carità mi offrì il cardine della mia vocazione. Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato dall'amore. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi e conobbi che l'amore abbraccia in sé tutte le vocazioni, che l'amore é tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola, che l'amore è eterno. Allora con somma gioia ed estasi dell'animo grida: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione é l'amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà”.

Ora sappiamo perché tante stelle e sappiamo perché tanti fiori: siamo noi la coscienza del loro splendere, noi la coscienza del loro fiorire; ed è la tua legge la fonte di ogni esistere, la ragione del nostro pensare ed agire. La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice. I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi. Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti. Più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.

Preghiera Signore Gesù, continua a inviarci sulle strade del mondo come tuoi discepoli. Donaci di non portare noi stessi, tua di portare la tua pace sapendola riconoscere già presente nella vita dei nostri fratelli e sorelle con cui vogliamo condividere la commozione e la gioia di essere tuo popolo.

Non di solo pane - Numero 724 - Tempo Ordinario - pagina 14


Venerdì 2 Ottobre

XXVI Tempo Ordinario Le persone che dimenticano se stesse Sono quelle che gli altri ricordano di più.

II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: Santi Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli.Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia - così come di molte religioni antiche - e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza media-

Agisci Oggi ringrazio il Signore per il dono dell'angelo custode e mi impegno a ricordare e a pregare di più questa creatura di Dio che ha cura di me, ad avere rispetto della sua presenza, ad ascoltarla.

Angeli Custodi

trice tra Dio e la Terra), gli angeli trovano l'origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos =messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà,

Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dai sermoni liturgici, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne esclusivamente l'aspetto estetico e formale.

Brano Evangelico: Mt.18,1-5.10 I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del

Padre mio che è nei cieli.

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

Contemplo: I loro angeli vedono il Padre (cf Mt 18,10) Gli angeli sono il segno della Provvidenza di Dio. La nostra vita è detta spirituale non perché già contempliamo il volto di Dio, ma perché siamo mossi, attirati e invitati dalla sua Presenza provvidente. Gli angeli salgono con la contemplazione, attirati dal desiderio e dall'amore, e scendono per il servizio dell'amore contemplato (cf Gv 1,51). La preghiera del cristiano sale per lodare, e scende per abbracciare speranze, gioie e angosce dell'uomo (Cesare Falletti).

Non di solo pane - Numero 724 - Tempo Ordinario - pagina 15


Preghiamo la Parola

Meditiamo la Parola

Dolce amicizia Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Gesù mette sulla nostra strada la figura piccola, vacillante ma trasparente di un bambino. Essa mi appare come un raggio di luce che illumina i mie passi incerti nel buio della mia notte. Un bambino lo posso sempre incontrare, accarezzare, stringere vicino vicino al mio gelido cuore. Il suo sorriso disperde la nebbia che mi circonda, mi dona uno sprazzo d’azzurro, ridona innocenza ai miei sentimenti intorpiditi da tanto egoismo. Nel volto di un

Da lassù, dal vertiginoso pinnacolo sentivi il risucchio dell'abisso, l'incantesimo del fascinoso e del magico, la spirale più avvolgente: questa, di sedurre e di dominare i piccoli uomini che si muovono giù, sull'immensa spianata, sul grande sagrato. Ma tu, sussurravi tra tentazione e tentazione: «Solo a Dio servirai».Un salmo che può essere di tutti, almeno come invito, ma che per ora è solo tuo nella sua verità, o Cristo, perché tu solo gli hai detto veramente di no.

Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido». Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. Non temerai il terrore della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

bambino contemplo il volto di Dio, accolgo la sua presenza, permetto all’eterno di toccare il limite Preghiera

incerto della mia finitezza. “Le rondini, i fanciulli, i poveri sono gli amici del sacerdote”. (don Primo Mazzolari) Dolce amicizia, quella dei bambini. Mi indica la strada per una vita semplice, vera, libera dalle umane ipocrisie; mi

apre le porte del paradiso

perduto, del Regno che non avrà mai fine.

Signore Gesù, ti ringraziamo per tutte quelle presenze piccole e discrete che poni a custodia della nostra vita e che rendono meno vacillanti i nostri passi. La grata esperienza di essere custoditi ci renda capaci di custodire - a nostra volta - con altrettanto amore e con altrettanta discrezione.

Non di solo pane - Numero 724 - pagina 16


Pagine bibliche: Libro dell’Esodo/1

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Visita, o Signore, questa tua abitazione “Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari”. Poche verità della religione danno sollievo come questa, umanissima, dell'angelo custode, allegra invenzione di Dio. E il sapere che un così gran vicino l'ha il re quando scrive la legge, seduto sul suo trono d'oro, e l'ha il poveraccio seduto su la pietra del cimitero a mangiare il pane della carità, è cosa che nobilita la vita e la esalta. La poesia pagana ha fatto

appena in tempo a intravederlo. La letteratura ebraica è piena di messaggeri alati, e le sue pagine trasaliscono di brividi luminosi. La teologia cristiana, che è l'approfondimento di quella, ne è tutta un fresco fremito. Nessuno sa gli aspetti che può prendere il suo custode secondo i tempi e i bisogni della sua vita. Entri in una via solitaria, e un tale ti si accompagna e fa la via con te, scambiando parole con aria familiare. Forse è lui l'angelo che, presa forma umana, vuoi farti compagnia... Non tutti i frulli d'ali che senti lungo i filari o sotto la gronda di casa, sono di passeri e colombi; e il fruscio che ti scuote in certi momenti improvvisi, non è sempre il vento che

ti cammina davanti. Nella divina economia di bene in cui è stabilito il mondo, c'è sempre da aspettarsi che sia quella la sensibile rivelazione dell'alato attendente. Come quella provata una volta, quando, capitato sul fare della sera sulla soglia di una vecchia Abbazia, da quei monaci gravi sentii cantare l'ora di Compieta; e dalla voce del padre priore intesi l'orazione finale, che è un inno agli angeli: «Visita, o Signore, questa tua abitazione, e allontana le insidie degli spiriti maligni; i tuoi angeli abitino in essa, e la custodiscano in pace». In quei momento, sotto il suono dell'ultima campana, mi parve di vedere tanti angeli che, uscendo dall'alto, si raccoglievano in tutte le famiglie come l'ultima benedizione della giornata. E tornato alla mia camera nuda come una cella, chiudendo l'uscio e accostando gli scuri, tremavo dalla gioia che mi dava il sapere, quasi il vedere, che ci avevo rinchiuso un angelo tutto per me. (C. ANGELINI, Discorso con l'angelo custode, in Ritorno degli angeli, Vicenza 1988, 43-46, passim).

Non di solo pane - Numero 724- Tempo Ordinario - pagina 17


XXVI Tempo Ordinario La pressione e lo stress sono erbacce; rimpiazzale con l’amore e la pace di Dio.

Sabato 3 Ottobre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Dionigi

Dionigi viene citato da Luca come uno dei pochissimi ateniesi che seguirono Paolo dopo il discorso all’Areopago. Un altro Dionigi, vescovo di Corinto del II secolo , scr ive c he l’Areopagita fu il primo pastore di Atene. Fu, poi, confuso con

l’omonimo protovescovo martire di Parigi, la cui festa cade il 9 ottobre. Sotto il nome di PseudoDionigi va l’autore (forse un monaco siriaco del V-VI secolo) di celebri scritti largamente diffusi nel Medioevo: tra essi il «De

coelesti Ierarchia» e il «De divinis nominibus». In essi si afferma che Dionigi avrebbe visto l’eclissi della Crocifissione e assistito alla Dormizione di Maria. Perciò furono attribuiti all’antico ateniese.

Agisci ... Signore, oggi voglio provare a mettere da parte la "mia sapienza" e i miei tanti ragionamenti giusti, ma a volte eccessivi, per sperimentare veramente l'abbandono a te nella fede.

Brano Evangelico: Lc 10.17-24 Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e aidotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Contemplo: I vostri nomi sono scritti nei cieli (Lc 10,20) La gioia dei settantadue discepoli è purificata dalla gioia di Gesù che esulta nello Spirito Santo e ringrazia il Padre che lo ha mandato a rivelare la gloria del suo amore, Il potere di camminare su serpenti e scorpioni, di vincere i demoni che si sottomettono e cadono come una folgore, è niente di fronte alla beatitudine degli occhi che vedono Gesù. E noi, nel contemplare l'immagine di Maria, specchio della Chiesa, alziamo gli occhi alle realtà del cielo!

Non di solo pane - Numero 724 - pagina 18


Medita la parola

Preghiamo la Parola

Con sguardo rinnovato di Fiorella Elmetti

Quando i nostri nomi sono scritti nei cieli? Quando accettiamo di fare la volontà di Dio, quando ci lasciamo provare dal suo amore. È allora che Dio e l’uomo entrano in comunione, in esperienza simbiotica, e la povertà umana si arricchisce della potenza di Dio. Vi faccio un esempio proponendovi l’esperienza di san Francesco. Egli, come ci racconta l’omelia di fr. Josè Carballo “dopo essersi lasciato lavorare interiormente dall'Artefice di ogni perfezione, verso la fine della sua vita, quando già è toccato dall’incomprensione dell’ordine di frati che aveva fondato e dalla sofferenza della cecità, al monte della Verna desidera provare ciò che Cristo Gesù ha provato mentre per amore dava la sua vita per l'umanità, e così prega: “ch'io senta nel cuore mio, guanto è possibile, quello eccessivo amore del quale eri acceso nel sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori". Non chiede un racconto, non chiede spiegazioni, non chiede nemmeno di capire, ma di provare! E la risposta che riceve dal Signore è un'esperienza unica. Francesco prova, sente, vive ciò che Cristo ha provato. Non gli basta l'animo e le emozioni, non gli basta il cuore e il sentimento, non gli basta neppure la mente e l'intelletto, ci vuole anche il corpo! Tutto di Francesco, spirito e carne, animo e corpo, anche il suo fisico viene avvolto dal mistero ineffabile dell'amore di Cristo, l'amore provato nella sua Passione e Morte in croce”. Del resto, la stessa esperienza ha portato Francesco ad abbracciare il lebbroso con sguardo rinnovato: "ciò che prima alla sola vista gli dava ripugnanza poi si trasforma in dolcezza… seguire Cristo è certamente un percorso verso l'amore, ma è sempre e anzitutto un cammino da fare per amore!".

Ma tu, Signore Gesù, che nell'Orto prima e poi sulla Croce, hai sofferto tutti i gemiti degli animali e degli uomini; i gemiti dei cieli e degli abissi; tu che sai, o Servo del Signore e Uomo esperto d'ogni patire: prima libera dalla disperazione i disperati; libera dall'odio ogni offesa e dolore; libera vivi e morti dalla stessa morte che tutti avvolge come un lago profondo. Libera tutti i miseri del mondo dalla bocca del leone; e che non li assorba il Tartaro, ne cadano nelle regioni oscure, inferno vero di ogni esistenza senza amore. Così tu che sai, offrirai al Padre anche le nostre imprecazioni, fatte purpuree dal tuo sangue; dalla tua Passione fatte bianche come la neve, come l'ostia santa. Sia il tuo gemere la vera anima del mondo, la voce profonda ove trova purificazione e salvezza ogni pena e bestemmia e agonia.

Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, perché il Signore ascolta i miserie non disprezza i suoi che sono prigionieri. A lui cantino lode i cieli e la terra, i mari e quanto brulica in essi. Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda:vi abiteranno e ne riavranno il possesso. La stirpe dei suoi servi ne sarà erede e chi ama il suo nome vi porrà dimora.

Preghiera

Signore Gesù, non smettere di nutrirci e fallo con gioia perché possiamo continuare il nostro cammino in una fedeltà amorosa alle nostre terre, amando la certezza che non solo i nostri nomi sono scritti nei cieli, ma sono incisi nel tuo cuore di madre.

Non di solo pane - Numero 724- Tempo Ordinario - pagina 19


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Anno XV- n. 724 Domenica 27 Settembre 2015 Chiuso il 22/09/ 2015 Numero copie 1350

Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

Per la tua vita spirituale visita il

Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

Ti aspetto ogni giorno su:

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