Non di solo
PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Domenica 18 Ottobre 2015 XXIX del Tempo Ordinario
Anno XV - n째
Itinerario quotidiano di preghiera
727
Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”
Sito di Non di Solo Pane:
Sussidio di preghiera per la famiglia
www.nondisolopane.it
Ottobre 2015
Offerta quotidiana
Intenzioni mese di Ottobre Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre Perché sia sradicata la tratta delle persone, forma moderna di schiavitù.
Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
Intenzione missionaria Perché, con spirito missionario, le comunità cristiane del continente asiatico annuncino il vangelo a coloro che ancora lo attendono. Intenzione dei vescovi Perché nei luoghi di lavoro cresca la collaborazione reciproca e i problemi emergenti siano affrontati con spirito fraterno.. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia nella costruzione della civiltà dell'amore.
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 2
XXIX Domenica del Tempo Ordinario Sii attento a ogni cosa. Non esiste il "grande" e non esiste il "piccolo". Tutto è Divino
Domenica 18 Ottobre I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: San Luca Evangelista
Luca, evangelista e au tore degli Atti degli Apostoli, è chiamato "lo scrittore della man suetudine del Cristo". Paolo lo chiama "caro medico", compagno dei suoi viaggi missionari, confortatore della sua prigionia. Il suo vange lo, che pone in luce
l'universalità della sal vezza e la predilezione di Cristo verso i poveri, offre testimonianze originali come il van gelo dell'infanzia, le parabole della miseri cordia e annotazioni che ne riflettono la sen sibilità verso i malati e i sofferenti. Nel libro
degli Atti delinea la figura ideale della Chiesa, perseverante nell'insegnamento degli Apostoli, nella comu nione di carità, nella frazione del pane e nel le preghiere.
Vangelo: Mc 10,3545
Agisci Oggi, insieme a Ma ria, rinnovo la mia professione di fede pregando il Credo, riflettendo attentamen te su ciò che sto dicen do e sulle conseguen ze che ha per la mia vita terrena ed eterna.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, di cendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le op primono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Contemplo: Signore, in te speriamo
(cf Salmo responsoriale)
«Il Figlio dell'uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (cf Mc 10,45). Signore, in te speriamo, poiché ci hai amati sino alla fine, sei venuto tra noi come colui che serve e dai la vita per noi. Ci chiami a seguirti nella stessa via di dedizione al Padre e al prossimo. Donaci sempre il tuo amore, Signore, donaci la grazia di farci servitori dei fratelli per tuo amo re: solo così saremo i primi vicino al tuo cuore.
Non di solo pane Numero 727 pagina 3
P a g i n e
b i b li c h e
Meditazione di Don Luciano Vitton Mea
brezza
Il Calice di Gesù
nodoso i
corrono
il
discepoli azione,
si
legno
della
un
atto
di
s o l i t u d i n e ,
si
possono
dell’incomprensione del
cadere nella trappola di nascondere i velenosi nidi
perdersi per amore e
una logica che cede il dell’auto
compiacimento,
nella pura gratuità. Un
passo al prestigio, al del sentirsi “apposto”, del
calice che solo i piccoli e
“posto”, al sedere alla plauso
gli umili possono bere,
rischio
di
non
avverte, sul ruvido e
di don Luciano Vitton Mea
Anche
che
di generosità
della
gente
che
destra o alla sinistra di spesso porta alle stelle ciò
un
qualcuno
conta. che poco dopo fa cadere
sono esclusi tutti grandi
allora, m i s e r a m e n t e
e i prepotenti di questo
Oggi,
che
come
nella
dobbiamo stare attenti polvere. Gesù ci promette all e
lusi nghe
“comune
banchetto
mondo.
del un “calice”, il suo calice. E’
pensare”. un
Dietro
le
pieghe
bene,
di
una
battesimo
che
si
del consuma nel silenzio, nel
buona bene nascosto, nella lieve
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 4
da
cui
P a g i n e
b i b li c h e
Preghiamo la Parola
Contemplatio :
In basso le nostre radici Ecco, quei due discepoli di nostro Signore, i santi e grandi fratelli Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, come abbiamo letto nel vangelo, desiderarono dal Signore Dio nostro di poter sedere nel regno uno alla destra e l'altro alla sinistra. È grande cosa quella che desiderarono, ed essi non vengono rimproverati per il desiderio, ma vengono richiamati nell'ordine. In essi il Signore vide il desiderio delle cose grandi e colse l'occasione per insegnare la via dell'umiltà. Gli uomini non vogliono, non vogliono bere il calice della passione, il calice dell'umiliazione. Desiderano cose sublimi? Amino quelle umi li. Per salire in alto bisogna infatti partire dal basso. Nessuno può costruire una fabbrica alta se prima non ha impiantato in basso le fondamenta. Considerate tutte queste cose, fratelli miei, e da qui partite, da qui costruitevi nella fede, per capire la strada per la quale potrete arrivare dove desiderate [...]. Gli alberi quanto più sono alti, tanto più hanno in basso le radici; perché tutto ciò che è alto, parte sempre dal basso. Tu, uomo, avevi paura di affrontare l'oltraggio dell'umiliazione. Ma è utile per te bere il calice così amaro della passione. «Potete bere il calice degli oltraggi, il calice del fiele, il calice dell'aceto, il calice delle amarezze, il calice pieno di veleno, il calice di tutte le sofferenze?». Se avesse detto così, più che incoraggiarli li avrebbe spaventati. Ma dove c'è comunione, c'è consolazione. E allora che paura hai, o servo? Quel calice lo beve anche il Signore (AGOSTINO, Discorso 20A, 5-8).
Un canto è nuovo quando esplode irrefrenabile, quando compone una lode inaudita, quando si canta all'amore sempre nuovo di Dio quando si fa voce del sempre sonante mare, voce della sempre nuova lode delle creature, quando soprattutto canta le ultime cose.
Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra. Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo.
Preghiera
Perché, nel profondo del cuore, Signore, così facilmente siamo inclini a dividere, a distinguere, a primeggiare? Perché questi pensieri nascosti diventano così facilmente strutture pesanti, testimonianze vuote, catene per i più deboli? Liberaci, Signore, immettici nella logica del servizio nascosto, del pensiero limpido, dello sguardo che coglie e accoglie. A qualunque prezzo, sia questa la nostra strada e sia questa la nostra speranza.
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 5
XXIX Tempo Ordinario Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta, rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera. Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi, proteggimi all’ombra delle tue ali.
Lunedì 19 Ottobre I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Santa Laura Sarebbe stata una monaca del monastero di Santa Ma ria di Cuteclara, vicino Cor dova in Spagna, di cui nell'856 divenne badessa. Nel «Martyrologium hispa nicum» si narra che durante l'occupazione musulmana rifiutò di abiurare la propria fede cristiana: condotta da vanti ad un giudice islamico, fu processata e condannata a morire in un bagno di pece bollente. Dopo tre ore di atroci dolori, diede la sua
anima a Dio. Era l'anno 864. A dispetto delle scarne notizie che si sanno, il culto per la martire Laura ebbe grande espansione e il suo nome è molto diffu so in tutta Europa. Molti studiosi fanno derivare La ura da l l a tin o «laurus», cioè alloro, pianta sacra ad Apollo e simbolo di sapienza e gloria. Ai tempi dei romani comunque era
più facile trovare Lauren tia che Laura. Il signifi cato lo si fa risalire al serto di alloro con cui venivano incoronati i vincitori di varie gare. Nei secoli successivi, con il serto sulla testa, si sono raffigurati i poeti e i sapienti. Ancora oggi chi completa il ciclo di studi è detto «laureato».
Brano Evangelico: Lc 12,1321
Agisci... Abramo non ha esitato di fronte alle promesse, anche apparentemente assurde, di Dio. Così oggi, come farebbe Ma ria, desidero accogliere "l'assurdo di Dio" nella mia vita, certo che egli Può fare tutto, se è per il vero bene.
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia per ché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possie de». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un rac colto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai prepara to, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Contemplo: Tenetevi lontani da ogni cupidigia (Lc 12,15) Gesù rifiuta di costituirsi giudice, quando uno gli chiede: «Di' a mio fratello che divida con me l'eredità», gli propone un ragionamento molto umano: «Anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli pos siede». Ma poi continua e allarga fino al cielo i desideri umani, facendo capire che ci aspetta un'eredità più grande, l'eredità dei figli di Dio, «un tesoro di gloria, la sua eredità» (Ef 1,18): «Stolto è chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Non di solo pane Numero 727 pagina 6
Meditiamo la Parola
Preghiamo la Parola
Lina, che dà spazio a Dio Meditazione di Fiorella Elmetti
L'attrice napoletana Lina Sastri chi non la conosce? Simpatica e intelligente nei suoi ruoli sa comunicare tutti i sentimenti del cuore umano, in teatro come in televisione. Non so quanto sia ricca, ma di certo “possiede” la carriera. Pur tuttavia, la fede è una componente molto importante della sua vita e lei la racconta così: «Da piccola ho fatto l’asilo e le elementari dalle suore, e avevo sviluppato una vocazione a farmi suora. Diciamo che provavo la sete di libertà e di assoluto che ho identificato in una vocazione religiosa quando ero piccola. Pur non avendo avuto il coraggio di seguirla, mi è rimasto il senso, come il desiderio di appartenenza a un Ordine. La regola della preghiera che può essere la salvezza dalla vita quotidiana e dalle sue ferite. E il conforto di qualcosa che ti accompagna anche se non la vedi e non la tocchi. Questo desiderio l’ho tradotto nell’arte e nel teatro. La preghiera è il conforto che porto con me nella quotidianità». Nella sua esperienza di attrice "mettersi in ricerca" è dare senso alla sua vita, tirare fuori il meglio di lei. Infatti dice: «Gesù ha proposto una domanda fondamentale: chi cercate? Chi sono io per voi? Tutti i giorni mi chiedo che cosa io stia cercando, quale sia la mia strada. Non lo so mai. Puoi interrogarti sul fatto che esista una vita oltre questa vita, oppure dire che il bisogno di religiosità dell’essere umano è un alibi per la sua debolezza. E credere nella presenza divina aiuta a superare le prove e le ferite del quotidiano... La preghiera fa parte della mia vita. Il Rosario mi dà molta forza. Sono stata anche a Medjugorje. Ultimamente il mio mestiere mi dà la possibilità di visitare tante chiese». Anche a Lina non è chiesto di capire tutto, ma dare spazio a Dio sì. Quello lo possiamo sempre.
Ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. Salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza. Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
Preghiera
Signore Gesù, aiutaci a scegliere la via della relazione e della condivisione, aiutaci a consumarci per edificare case e granai a cui ciascuno possa attingere e liberaci dalla folle presunzione di accumulare meriti, impegni, cariche, ricchezze di ogni genere: resteranno nelle nostre mani solo il sorriso che abbiamo donato e le lacrime che abbiamo saputo condividere.
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XXIX Tempo Ordinario Gli occhi del Signore sono su quanti lo temono, su quanti sperano nella sua grazia, per salvare la loro vita dalla morte, per farli sopravvivere in tempo di fame.
Martedì 20 Ottobre I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: San Cornelio Era un centurione romano noto come uomo pio e timorato, che pregava ed era generoso nelle elemo sine. La sua residenza era a Cesarea di Palestina, sede del governatore ro mano e apparteneva alla coorte detta «Italica». Gli Atti degli Apostoli narra no che mentre un giorno verso le tre del pomerig gio, pregava Dio desidero so di conoscerne la volon tà, ebbe la visione di un
angelo che gli disse di mandare degli uomini a Giaffa (Ioppe) per invitare nella sua casa un uomo di nome Simone detto anche Pietro, il quale l'avrebbe istruito su quanto chiede va. Cornelio inviò allora due servitori ed un soldato alla sua ricerca. Pietro l'Apostolo, che era in visi ta alle Chiese della Giude a, aveva nel frattempo avuto una visione simboli ca che gli chiariva la vo
lontà di Dio sull'ammis sione dei Gentili nella Chiesa. Pertanto incon trati i messi di Cornelio, accettò l'invito e venne a Cesarea nella sua casa. Entrato, si mise a predi care il Vangelo e mentre parlava lo Spirito Santo scese su tutti i presenti, manifestandosi con il dono delle lingue. Da qui ebbe inizio l'evangelizza zione dei «gentili»
Brano Evangelico: Lc 12,3538
Agisci… ... Nel corso della giornata, rivolgerò frequenti pensieri al Signore: non voglio sle gare la mia vita dalla mia fede. Occorre vegliare, vi gilare, per avere la forza di vivere coerentemente il nostro essere cristiani e custodire il nostro rapporto
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padro ne quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passe rà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li trove rà così, beati loro!».
con Dio.
Contemplo: Siate pronti, con le lampade accese
(Lc 12,35)
Gesù parla della vigilanza per esortare i discepoli ad una fedeltà «sveglia», non addormentata, ma operosa, nell'attesa del suo ritorno glorioso. L'invito a essere pronti con le vesti strette ai fianchi e le lam pade accese ricorda la tenuta di viaggio degli Ebrei per la Pasqua. Quando il cristiano celebra l'Eucaristia, sa che «chi non vuole lavorare neppure mangi», infatti non vive «una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione, ma non si stanca di fare il bene» (2Ts 3,913).
Non di solo pane Numero 727 pagina 8
Meditazione
Siate pronti
Preghiamo la Parola
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Preghiera
L’ultima luce del borgo si è spenta. Il buio penetra tra gli usci chiusi, il sonno vela le ultime palpebre. Tutto tace. Solo il vento fa sentire la sua voce e il latrare di un cane lontano lacera il silenzio delle case. Tra le mie mani il tuo Vangelo, il brano di Luca che mi invita a vegliare. «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese». Ecco Signore la mia vocazione, la missione di chi porta il tuo nome. Nella notte del mondo, nel silenzio delle coscienze, essere svegli, bagliore che illumina, voce che desta. Il cristiano deve essere anima critica, voce di uno che grida nel deserto. Dionieto nella sua lettera ci ricorda questo misteriosa presenza. “Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno
Signore Gesù, trasforma il nostro cuore e rendici uomini e donne in attesa del loro Signore e di questo soltanto. E poi... vieni, Signore, bussa alla porta del nostro cuore e la nostalgia di te, il desiderio di te, il tuo richiamo ci spingano a spalancarti il cuore e ad offrirti la nostra vita, in una festa che non possiamo neppure sognare!
gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio. A dirla in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani”. Con la cintura ai fianchi, la lucerna accesa. Il cristiano è l’anima del mondo, lievito che fermenta la pasta. La notte tutto copre ma i figli della luce vegliano.
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 9
Pagine bibliche
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
La pazienza è l'espressione più chiara dell'equilibrio interiore.
La pazienza: una vita saggia di don Pierino Ferrari e don Luciano
“Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Osservate come l’agricoltore aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione. Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.” Giacomo 5:7,8
Il Regno di Dio si costruisce con pazienza: lo afferma san Giacomo. La pazienza è espressione di fortezza: san
Tommaso d'Aquino sostiene addirittura che un santo si riconosca dalla sua pazienza. Chi affronta con coraggio le piccole difficoltà della vita costruisce, giorno per giorno, la sua salvezza. L'uomo paziente sa parlare, sa tacere, sa intervenire al momento più opportuno. Ha la convinzione che tutto ciò che pensa o fa è registrato nel libro della vita. Pazienza serve nel nostro lavoro quotidiano, perché essa ci aiuta a muovere i nostri passi, affinché siano né troppo lunghi, né troppo corti. State attenti a non stravolgere gli avvenimenti: lasciate che gli eventi provvidenziali si snodino senza interferenze e imparate a ritrovare in essi la volontà di Dio. Se entrerete nell'orbita di Dio, lì troverete la pace. Quanta pazienza anche nella preghiera: essa è uno scaval care il muro delle cose, per incontrare Dio. Pazienza ci vuole anche nel tener pulita la nostra coscien za, nel cacciare via da noi tut-
to ciò che avvelena i nostri rapporti con il prossimo, nel forgiare in noi un carattere, in armonia con Dio e con il prossimo, capace di offrirsi in maniera simpatica a chi ci incontra. Cesellate le vostre giornate con l'attenzione che l'amore suggerisce. Siate pazienti nelle prove della vita, siate pronti, dopo il sereno, ad aprire gli ombrelli e a lasciar piovere sulle vostre teste ciò che la Provvidenza ha stabilito: ciò è possibile se dentro il cuore canta l'ideale. La pazienza è l'espressione più chiara dell'equilibrio inte riore. La pazienza ci aiuta a conquistare noi stessi: conquistarci al buon senso, al senso della misura, all'umiltà, al rapporto sereno con Dio e con i fratelli. Non si ottengono grazie con la rabbia, ma con la fortezza e la grinta! Santa Rita da Cascia, rispondendo alle angherie con la pa zienza e la dolcezza, convertì il marito. La pazienza ci aiuta a capire che anche ciò che parrebbe nuocere, può servire a costruire una vita saggia.
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 10
XXIX Tempo Ordinario
Mercoledì 21 Ottobre
Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Orsola e compagne
Vissero probabilmente nel IV secolo e non nel V come vuole la leg genda. Una Passio del X secolo, infatti, narra di una giovane bellissi ma, Orsola, figlia di un re bretone, che accettò di sposare il figlio di un re pagano con la pro messa che si sarebbe convertito alla fede cri stiana. Partì con 11.000
vergini per raggiun gere lo sposo, ma l'incontro con gli Un ni di Attila provocò il loro martirio. Or sola fu trafitta da una freccia perché non aveva voluto sposare lo stesso Attila. Que sta leggenda, comun que, a una base stori ca, come ha dimo strato il ritrovamento
di una iscrizione pres so una chiesa di Colo nia. L'iscrizione parla del martirio di Orsola e di altre dieci vergini (divenute 11.000 per un piccolo segno sul numero romano XI), martirio avvenuto pro babilmente sotto Dio cleziano.
Brano Evangelico: Lc 12,3948
Agisci Non voglio che sia il pecca to a regnare in me. Oggi proclamo la signoria di Dio su tutto il mio essere e mi accosterò al sacramento della Riconciliazione per ché Dio mi liberi da ogni peso e per ricevere dallo Spirito Santo nuova forza nel fare il bene.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a man giare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volon tà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Contemplo: Viene il tiglio dell'uomo (Lc 12,40) Gesù «verrà nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine». Egli ci ammonisce, ricordandoci i ladri, sempre presen ti: «Se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro.., voi tene tevi pronti!»; «Se non sarai vigilante, verrò come un ladro... Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante» (Ap 3,3; 16,15). Gesù vie ne a salvarci e a perdonare i nostri peccati, «perché non vuole che al cuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi» (2Pt 3,9).
Non di solo pane Numero 727 pagina 11
Meditiamo la Parola
Abbassarsi
Preghiamo la Parola
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
In ogni parte del mondo ci sono persone che esercitano l’autorità politica o religiosa in modi diversi. Alcuni in modo autoritario (la storia è piena di tiranni, di dittatori, di sacerdoti che hanno abusato della loro vocazione per compiere il male), altri invece in modo servizievole (molti sono diventati santi, ma parecchi li conosce soltanto Dio). Dov’è il punto che fa la differenza? Nella Croce. Papa Francesco in una bella omelia ha affermato: “Dio si è fatto uomo e si è addossato il peccato…” La strada del cristiano è abbassarsi come Gesù sulla Croce. Gesù, ha detto Francesco, “annientò se stesso, si è fatto peccato per noi, Lui che non conosceva peccato”. Questo, ha commentato, “è il mistero, possiamo dire: ‘Si è fatto come un serpente’, brutto”: “Quando guardiamo Gesù sulla Croce, ma ci sono bei dipinti, ma la realtà è un’altra: era strappato tutto, insanguinato dai nostri peccati. Questa è la strada che Lui ha preso per vincere il serpente nel suo campo. Guardare la Croce di Gesù, ma non quelle croci artistiche, ben dipinte: guardare la realtà, cosa era la croce in quel tempo. E guardare il suo percorso e a Dio, che annientò se stesso, si abbassò per salvarci. Anche questa è la strada del cristiano. Se un cristiano vuole andare avanti sulla strada della vita cristiana deve abbassarsi, come si è abbassato Gesù. E’ la strada dell’umiltà, sì, ma anche di portare su di sé le umiliazioni come le ha portate Gesù”. Oggi Gesù ci chiede di agire come l’amministratore ritratto nel Vangelo di oggi: “Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi”.
Sarà ancora Israele in grado di pregare secondo questo salmo? Intanto lo dicano tutti i piccoli popoli oppressi! E siano liberati un giorno come lo fu Israele, quando ieri Israele era davvero l'immagine di JHWH. Poveri del mondo, ci sarà sempre «un buco nella rete»: anche nella rete del più potente e feroce uccellatore. Se il Signore non fosse stato per noi – lo dica Israele –, se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera. Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi; allora ci avrebbero sommersi acque impetuose. Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra.
Preghiera
Signore Gesù, lavora nell'intimo del nostro cuore con la forza dolcissima del tuo Spirito, perché possiamo ritrovare in noi la tua immagine in una libertà sempre più fedele, creativa, servizievole e disponibile agli appelli della vita. Liberaci, te ne preghiamo, da ogni forma di superficialità e di sottile egoismo.
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 12
XXIX Tempo Ordinario Avete un giorno solo da vivere sulla terra; fate in modo di viverci in pace. La pace è frutto dell’amore, perché per vivere in pace bisogna sopportare tante cose.
Giovedì 22 Ottobre I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: San Donato di Fiesole Nacque in Irlanda negli ultimi anni del secolo VIII da nobili genitori cristiani. Spinto da un desiderio di perfezione cristiana nell'816 abban donò la famiglia e la pa tria e si mise a peregrina re per varie regioni giun gendo fino a Roma. Sulla strada del ritorno verso casa arrivò a Fiesole pro prio mentre il clero ed il popolo trattavano dell'ele
zione del nuovo ve scovo. Fu così che i fiesolani scelsero pro prio lo sconosciuto pellegrino. Era l'anno 829. Il suo governo pastorale a Fiesole durò oltre 40 anni. Fu uomo di lettere e, se non vi insegnò, certo esercitò molta influen za sulla scuola eretta a Firenze da Lotario in seguito ai deliberati
della assemblea di Olona dell'825. Scrisse diverse opere delle quali riman gono soltanto un epitafio dettato per la sua tomba, prezioso per le notizie autobiografiche; un Cre do, poetico, recitato fra gli amici e discepoli pri ma di morire, e le Lodi di santa Brigida, patrona dell'Irlanda. Morì a Fie sole tra l'874 e l'877.
Agisci
Brano Evangelico: Lc 12,4953
Quali frutti abbiamo raccolto ogni volta che non abbiamo agito secondo verità e carità? Quali sentimenti abbiamo provato nel nostro cuore? Essi, se ascoltati attentamente, sono un indicatore importante da non dimenticare.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sul la terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora in nanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suoce ra».
Contemplo: Sono venuto a gettare il fuoco (Lc 12,49)
L'apostolo commenta così le parole di Gesù: «Il nostro Dio è un fuoco divorante» (Eb 12,29). Gesù parla di battesimo, che per noi è un bagno di acqua e per Lui un bagno di sangue versato per la nostra salvezza. Ma prima parla di fuoco, perché vuole ricordare la voce di Giovanni il Battista: «Io battezzo in acqua, egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuo co» (Lc 3,16). Il fuoco di Gesù distrugge il male, purifica e riscalda. Il fuoco dello Spirito è «gettato» da Gesù sulla Chiesa a Pentecoste.
Non di solo pane Numero 727 pagina 13
Meditiamo la Parola
Preoccuparsi della propria coscienza Meditazione di Fiorella Elmetti
Prima di internet, per sapere che tempo avrebbe fatto il giorno dopo, ci si soffermava a guardare il cielo nei suoi sorprendenti colori, la direzione delle nuvole che vanno e vengono, il soffio caldo o gelido dei venti. Anche oggi, tuttavia, malgrado a volte la tecnologia possa essere “tecnica” ci è chiesto di soffermarci e di scegliere tra il bene e il male, e di essere sempre bene, non solo per noi. Quanto scritto, ci viene raccontato da una storiella simpatica e profonda: “Un maestro zen vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall'acqua. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l'effetto del dolore, il padrone lasciò l'animale che di nuovo cadde nell'acqua in procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo fuori nuovamente e l'animale lo punse ancora. Un giovane discepolo che era lì gli si avvicina e gli disse: "mi scusi maestro, ma perché continuate??? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall'acqua vi punge?". Il maestro rispose: "La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare". Il maestro riflettè e con l'aiuto di una foglia, tirò fuori lo scorpione dell'acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò: "Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa del male, prendi solo delle precauzioni. Perché, gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli stai facendo. Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene, di abbandonare l'amore che vive in te. Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è quello che sei, e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te... Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere".
Preghiamo la Parola
Apri, Signore, la mia bocca la mia lingua apprenda a lodarti: di lettera in lettera dell'intero alfabeto canti dispiega, mio cuore, al Santo: nel nome di ogni creatura.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina.
Preghiera Signore Gesù, immetti nel nostro cuore il fuoco della tua passione per il vero, per il buono, per il bello, donaci la forza di consumare tutto ciò che rallenta il nostro cammino di trasformazione in discepoli e figli. Donaci dì non temere la necessaria spada del discernimento, senza la quale vivremmo semplicemente in una confusione regressiva e mortale.
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 14
Venerdì 23 Ottobre
XXIX Tempo Ordinario Se una parte di te "rema contro" non combatterla: forse ha ragione lei e ti indica una direzione.
I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Beato Giannangelo Porro
Il beato Giovannan gelo Porro nacque nel 1451 a Seveso (Milano). Si fece fra te dei Servi di Maria nel 1468, dopo la morte del padre. Fu dapprima nel con vento di Milano, poi a Firenze dove venne ordinato sacerdote.
Agisci Oggi riconosco che nel mio cuore ci sono sia il bene che il male e che spesso occorre lottare per vincere le resistenze e fare il bene. Da solo non ce la faccio: mi affido con serenità e fiducia alla grazia di Dio, senza tralasciare il mio im pegno e senza scoraggiarmi per ciò che vedo in me.
Per quasi 20 anni vis se in solitudine nell'e remo di Monte Sena rio, aperto nel 1240 dai Sette santi fonda tori. Il priore generale lo rivolle a Milano come esempio di vita in un momento di cri si nell'osservanza del carisma. Morì nel
1505 e riposa nella chiesa milanese dei Servi. Nella festa vi si celebra la giornata del bambino ammalato. È beato dal 1737.
Brano Evangelico: Lc 12,5459
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Contemplo: Questo tempo non sapete valutarlo? (Lc 12,56) La scienza sa valutare l'aspetto della terra e del cielo, ed è giusto che lo faccia per il benessere materiale di tutti gli uomini. Ma la coscienza, chiede Gesù, sa valutare ciò che sta al di là della scienza, oltre la terra e le nuvole? Voi crede te di conoscere, o di poter conoscere, tutto ciò che sta sotto i vostri occhi. Ma come fate a valutare il tempo che avete a disposizione? Come fate a valutare il bene e il male della storia degli uomini? Chi giudica se gli uomini sono buoni o cattivi?
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 15
Preghiamo la Parola
Meditiamo la Parola
Mille ragioni per sorridere Meditazione di don Fiorella Elmetti
Prima di internet, per sapere che tempo avrebbe fatto il giorno dopo, ci si soffermava a guardare il cielo nei suoi sorprendenti colori, la direzione delle nuvole che vanno e vengono, il soffio caldo o gelido dei venti. Anche oggi, tuttavia, malgrado a volte la tecnologia possa essere “tecnica” ci è chiesto di soffermarci e di scegliere tra il bene e il male, e di essere sempre bene, non solo per noi. Quanto scritto, ci viene raccontato da una storiella simpatica e profonda: “Un maestro zen vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall'acqua. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l'effetto del dolore, il padrone lasciò l'animale che di nuovo cadde nell'acqua in procinto di annegare. Il maestro tentò di tirarlo fuori nuovamente e l'animale lo punse ancora. Un giovane discepolo che era lì gli si avvicina e gli disse: "mi scusi maestro, ma perché continuate??? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall'acqua vi punge?". Il maestro rispose: "La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare". Il maestro riflettè e con l'aiuto di una foglia, tirò fuori lo scorpione dell'acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò: "Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa del male, prendi solo delle precauzioni. Perché, gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli stai facendo. Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene, di abbandonare l'amore che vive in te. Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è quello che sei, e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te... Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere".
«Oltrepassiamo anche la fondamentale visione farisaica della Torah, come incessante ricupero e decifrazione di contenuti viventi: il corpo del meditante, nel Salmo 119, assume lui stesso, in questo espandersi di canne d'organo che fabbricano l'oro con la materia sonora, figura risonante di Torah. È una trasmutazione dell'essere vivente per veramente essere.
Insegnami il gusto del bene e la conoscenza, perché ho fiducia nei tuoi comandi. Tu sei buono e fai il bene: insegnami i tuoi decreti. Il tuo amore sia la mia consolazione, secondo la promessa fatta al tuo servo. Venga a me la tua misericordia e io avrò vita, perché la tua legge è la mia delizia. Mai dimenticherò i tuoi precetti, perché con essi tu mi fai vivere. Io sono tuo: salvami, perché ho ricercato i tuoi precetti.
Preghiera
Signore Gesù, spesso ci rivolgiamo a te nella preghiera e nella supplica per ricevere una risposta alle nostre attese e, soprattutto, alle nostre sofferenze e smarrimenti. Ricordaci che abbiamo pure il dovere di dare delle risposte attraverso una vita seriamente coinvolta e sinceramente donata.
Non di solo pane Numero 727 pagina 16
Pagine bibliche: Libro della Sapienza/1
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Come pula, schiuma e fumo Di Mons. Gianfranco Ravasi
La speranza dell'empio è come pula portata dal vento, come schiuma leggera sospinta dalla tempesta, come fumo disperso dal vento, si dilegua come il ricordo di un ospite di un sol giorno. SAPIENZA 5,14 Ecco quattro immagini di grande fragranza poetica: la pula arida che volteggia ed è dispersa nell'aria (anche il Salmista immaginava i malvagi «come pula che il vento disperde» 1,4); la bufera che solleva le onde del mare, agitandone le creste schiumose; il fumo piegato in ogni direzione e dissolto dal vento; e infine il passaggio di un ospite in un albergo la cui traccia rimane solo in un registro. È con questa sequenza di simboli che l'autore del libro della Sapienza, forse un ebreo di lingua greca abitante ad Alessandria d'Egitto, alle soglie dell'era cristiana, de scrive il destino ultimo della folla dei perversi e dei prepotenti. Essi hanno dominato la storia, convinti che i loro troni fossero inamovibili e le loro imprese indi-
menticabili, ed ecco, invece, l'amara sorpresa finale. Tutto si dissolve, si dissipa, svapora. È interessante seguire i versetti che precedono il frammento da noi citato, perché l'arcobaleno delle immagini di vuoto e vanità s'allarga in una sequenza molto vigorosa e incisiva (5,9-13). Ricchezza, potere, superbia svaniscono come un'ombra o una notizia che dura lo spazio di un mattino. Hanno la consistenza e la permanenza della scia impressa dalla carena di una nave sulle onde: una volta passata l'imbarcazione, quella ferita si cancella e l'acqua ritorna piatta e calma. Oppure è «come quando un uccello squarcia l'aria senza lasciare nessuna traccia del suo volo: l'aria leggera, percossa dal battito delle ali e divisa dalla forza dello slancio, è attraversata dalle ali in movi mento, ma subito dopo non reca più nessun segno di quel passag gio». L'autore sacro continua evocando il sibilo della corsa di una freccia, il cui tragitto nell'aria non lascia nessuna traccia visibile.
E la conclusione è amara per questi uomini arroganti, convinti di godere di una fama e di una presenza imperitura: «Appena nati, siamo già scomparsi ... ci siamo consumati nella nostra malvagità». È significativa questa autocondanna: giunti davanti al giudizio divino, essi stessi confessano la loro miseria, il loro fallimento, riconoscendo il vuoto che si celava dietro la superficie dorata del potere, della ricchezza e del piacere. C'è, dunque, una voce della coscienza che non si può mai spegnere, anche se la si ignora e la si zittisce per anni. Queste righe poetiche dell'antico sapiente ebreo diventano, allora, una lezione destinata a tutti e che potremmo far echeggiare in modo nuovo attraverso l'appello di Cristo a cercare tesori che non siano consumati da ruggine o rapinati da ladri (Mt 6,19-21). Sono quei valori permanenti che si chiamano amore, giustizia, verità, bene: realtà trascendenti ed eterne, che Dio iscrive per sempre nel gran libro della vita che egli tiene davanti a sé e ove ognuno di noi ha la sua pagina. Sì, l'acqua scorre, le passioni si dissolvono, ma l'amore rimane in eterno perché «Dio è amore». Non per nulla i primi cinque capitoli del libro della Sapienza sono dedicati all'immortalità beata dei giusti, destinati a un futuro di comunione piena col loro Signore: «Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà ... la loro speranza è piena d'immortalità». (Sap 3,1.4).
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 17
XXIX Tempo Ordinario Quando condanni qualcun altro per qualcosa non fai che condannare gli aspetti di te stesso che vedi nell'altro.
Sabato 24 Ottobre I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Antonio Maria Claret Una figura del secolo XIX al cui nome è tut tora legata una congre gazione religiosa diffu sa in tutti i continenti, quella dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria, detti appunto Clarettiani. Di origine catalana, appena ordi nato sacerdote Claret si reca a Roma, a Propa ganda Fide, per essere inviato missionario. Ma la salute precaria lo co
Agisci ... Signore, quali sono i frutti di conversione che forse attendi da me da tanto tempo e non trovi? Oggi, con la luce dello Spirito Santo, cerco di rispondere a questa do manda per capire su cosa devo iniziare a lavorare in me, col tuo aiuto.
stringe a tornare in patria. Così per sette anni si dedica alla predicazione delle missioni popolari tra la Catalogna e le Isole Canarie. È tra i giova ni raggiunti in questa attività apostolica che nasce l’idea della con gregazione. Nel 1849 viene nominato arci vescovo di Santiago di Cuba. Morirà il 24 ottobre 1870.
Etimologia: Antonio = nato prima, o che fa fronte ai suoi avversari, dal greco. Emblema: pastorale.
Bastone
Brano Evangelico: Lc 13,19
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui san gue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Contemplo: Vedremo se
porterà frutti (Lc 13,9)
Per combattere la paura di essere «tagliati fuori», come alberi improduttivi, «accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia a Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote della fede per ricevere misericordia, trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno» (Eb 4,16; 3,1). È anche la spiegazione di san Pietro: «Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa... usa pazienza verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti possano accedere alla conversione» (cf 2Pt 3,9).
Non di solo pane Numero 727 pagina 18
Meditazione
Preghiamo la Parola
Non sono ancora pronto Meditazione di don Luciano Vitton Mea
“Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Questo monito del Signore, in apparenza tanto duro, è in realtà un invito a leggere “il tempo” che ci viene concesso come propizio, avvolto nei tenui colori della sollecitudine della divina misericordia. Che bello pensare che i giorni che mi vengono
Pure se il velo del Tempio si è rotto alla sua morte e la «Presenza» ora si posa sopra un patibolo, anche se più non credete, o pellegrini, aiutateci a cantare ad altra gloria. Del Signore è la terra e quanto contiene, il mondo con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiu mi l’ha stabilito.
concessi, il tempo che mi rimane da vivere, il tratto che mi separa, lungo o corto che sia, dall’ultimo incontro sono per la salvezza e non per la dannazione. Se il Signore mi dona ancora un giorno di vita è solo perché non sono ancora pronto per l’abbraccio eterno, è l’ennesima opportunità che mi viene concessa, è per la mia salvezza. Quando Dio visita la mia vita la trova priva di frutti, proprio come il fico della parabola; la potrebbe tagliare e bruciare. Ma poi pensa
Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli. Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
tra se: “Gli darò ancora una possibilità; anzi, lo zappo e lo concimo, poi si vedrà”. Quando recito il rosario, i grani che scorrono veloci tra le dita, mi ricordano i giorni che passano, gli appuntamenti rinviati perché ancora acerbo e immaturo; mi ricordano la misericordia divina che non si stanca di concedermi altre
opportunità,
quel
“lascialo
ancora
per
quest’anno”. Tempo che scorri tra i sassi della mia terrena esistenza, tempo della divina misericordia, portami la dolce ebbrezza primaverile, preludio di nuova fioritura, di frutti maturi e succulenti. Frutti di buone opere.
Preghiera
Signore Gesù, ti ringraziamo per la presenza in noi, intorno a noi del tuo Spirito di vita. Fa' che sappiamo diventare recettivi al suo respiro e alla sua azione in noi e nei fratelli, e alimenta in noi la fiducia salda che sarà lo Spirito a giungere dove noi non riusciremo mai ad arrivare, a portare a compimento ciò che appena possiamo intuire o abbozzare.
Non di solo pane Numero 727 Tempo Ordinario pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Anno XV- n. 727 Domenica 18 Ottobre 2015 Chiuso il 13/10/ 2015 Numero copie 1350
333/3390059 don Luciano
Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea
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Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
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