Non do Solo Pane n°734 - 6 Dicembre 2015

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Non di solo

PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Domenica 6 Dicembre 2015 II Settimana di Avvento

Anno XV - n째

Itinerario quotidiano di preghiera

734


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sito di Non di Solo Pane:

Sussidio di preghiera per la famiglia

www.nondisolopane.it

Dicembre 2015

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Dicembre Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre Perché tutti possiamo fare l'esperienza della misericordia di Dio, che non si stanca mai di perdonare.

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

Intenzione missionaria Perché le famiglie, in modo particolare quelle che soffrono, trovino nella nascita di Gesù un segno di sicura speranza . Intenzione dei vescovi Perché accogliamo l'invito alla rivoluzione della tenerezza che il Figlio di Dio ci ha rivolto nella sua incarnazione. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia nella costruzione della civiltà dell'amore.

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II Domenica di Avvento In Paradiso le nostre lacrime verranno asciugate: il dolore, la pena e l’angoscia della vita saranno dimenticati come se fossero un sogno.

Domenica 6 Dicembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Obizio da Niardo Nasce nel 1150 a Niardo, in provincia di Brescia, da una famiglia agiata. Il padre, Gratiadeus, è governatore della Valcamonica. Anche se devoto di santa Margherita, Obizio non intraprende da subito la carriera ecclesiastica ma decide di diventare «Milites», termine allora in uso per designare il gentiluomo dedito, per professione, al maneggio delle armi a cavallo. An-

Agisci Forse non me ne rendo conto ma il Signore ha fatto grandi cose per me! Oggi depongo ogni tristezza e mi dispongo ad accogliere la gioia di Dio nella mia vita sull’esempio di Maria.

cora giovane, prende in moglie la contessa Inglissenda Porro, da cui avrà quattro figli: Jacopo, Berta, Margherita e Maffeo. Il 7 luglio 1191, sull'Oglio, Obizio si trova a combattere quella che sarà l'ultima battaglia della sua carriera militare. Durante un contrasto con i bergamaschi, che stanno battendo in ritirata, un ponte di legno crolla sotto il peso delle pesanti corazze dei

soldati. Obizio finisce nel fiume, tratto a riva perde conoscenza ma ha una visione dell'inferno. L'esperienza lo porterà a scegliere la vita religiosa. La famiglia dapprima lo ostacolerà e poi lo sosterrà. Nel 1197, ottenuti i consensi necessari, è ammesso come oblato nel monastero di Santa Giulia a Brescia. Trascorrerà gli ultimi anni della sua vita in questo luogo. Morì nel 1204.

Vangelo: Lc 3,1-6

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto:Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Contemplo: Preparate la via del Signore (Lc 3,4)

La predicazione di Giovanni il Battista ci invita a preparare la via del Signore, una via di rettitudine, di giustizia, di bontà. È un invito a prepararci a una grande gioia, «perché Dio mostrerà il suo splendore a ogni creatura sotto il cielo» (Bar 5,3). La via che dobbiamo preparare al Signore, infatti, è la nostra condotta piena di benevolenza e di compassione, perché abbiamo ricevuto dal Signore il grande dono della vita eterna e della sua misericordia.

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P a g i n e

Nell’umiltà delle nostre “quattro mura” di don Luciano Vitton Mea

“La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”. I padri del deserto lasciarono ogni cosa per ritirarsi in luoghi inospitali e ritrovare così la loro identità cristiana. Io non devo andare molto lontano per trovare sabbia, rovi e sassi arroventati dal sole. La cella del mio cuore è un deserto, un anfratto inospitale, un luogo dove i vizi coltivano i cardi della cattiveria. Racconta un vecchio detto dei padri del deserto: «Un confratello andò dall’Abate Mosè a Scete, chiedendogli un colloquio. Il vecchio gli rispose: Va’, siedi nella tua cella e la tua cella ti insegnerà tutto». Solo nel deserto del cuore la

parola di Dio scende su di me, solo quando assaporo l’amarezza della mia miseria posso pregustare la dolcezza della divina misericordia. Non fuggire da te stesso, rimani in questo deserto, non ascoltare le voci suadenti che ti invitano a lasciare questa povera cella, la povertà della tua condizione umana. Dio si sta facendo uomo per incontrarti in questo luogo inospitale e tu fuggi? Dio nasce in una grotta non tra le mura maestose del tempio; la luce viene nelle tenebre non tra i candelabri del palazzo reale; la Vergine Madre partorisce tra la paglia di una stalla non nel comodo letto di un albergo. “La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”. Entriamo nella nostra

b i b li c h e

cella, prepariamoci ad incontrare il Dio bambino nell’umiltà della nostre “quattro mura”, tra le assi di questo misero rifugio. Perché fuggire, perché rinnegare la nostra natura, indossare abiti che non ci appartengono? Meditare e vigilare significa prendere coscienza della nostra abissale lontananza, partire da una misero tugurio dove posano le stanche membra coloro che accudiscono i porci; non rinnegare te stesso, non nasconderti, non mentire. Non avere paura della tua povera cella. «Lì dove non vogliamo guardare, nella sfera delle nostre pulsioni, negli abissi della nostra anima, lì dove in noi fa freddo e si nascondono i nostri lati duri, proprio lì è pronta in noi la mangiatoia in cui Dio vuole depositare il proprio Figlio, affinché possa nascere anche in noi e diventare per noi il Messia che ci libera dal paese della schiavitù, dalla prigione interiore delle nostre ossessioni e delle nostre immagini ideali, per salvarci e fare di noi l'uomo sognato da Dio».(Anselm Grüm) Solo nel deserto del cure si realizza il sogno di Dio.

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don Luciano Vitton Mea


P a g i n e

Contemplatio

di Fiorella Elmetti

Un niente basta a far battere un cuore, come un niente lo può fermare. E se un niente può fermarci sull'abisso, la speranza fa suo questo niente; vi si incarna, ne prende il volto e la voce (don Primo Mazzolari). “Una sera, racconta una mamma, ci trovavamo seduti a tavola e parlavamo di Gesù e Maria. Mio figlio piccolo, Giuseppe, mi dice: "Sai, mamma, io sono tanto dispiaciuto che non posso vedere Maria e Gesù...". Stavo per rispondergli quando interviene mia figlia e gli dice: "Sai, Giuseppe, anche io lo penso spesso ma quando la sera mi trovo nel letto sola prima di dormire e magari ho anche paura chiedo a Gesù e Maria di accarezzarmi cosi sicuramente le paure vanno via, e io sento come un vento sottile che mi passa sulle guance e so che sono Loro e mi addormento!". Il mio piccolo subito mi dice: "Mamma, io vado a letto perché voglio le carezze da Gesù e Maria!". E dopo qualche minuto lo trovo addormentato e felice per le carezze ricevute”. Questa storia ha mi richiama alla bellezza della fede e alla semplicità. Quante volte invece di fronte ad una domanda di fede ci addentriamo in discorsi complicati che nessuno capisce. La nostra fede è bella e la sua bellezza passa dalla semplicità del come la amiamo. Un po’ come ci racconta questo fioretto su san Giuseppe da Copertino: “Quando Giuseppe era ancora un giovane frate usciva ogni giorno dal convento, insieme ad un confratello, per la questua. Andare a piedi verso il paese era un tragitto lungo che poteva risultare noioso, cosìcch quel giorno il confratello suggerì a Giuseppe di recitare ognuno per proprio conto e silenziosamente tante Ave Maria finché fossero arrivati. Giunti in paese il fraticello disse: "Io sono arrivato a cento Ave Maria, e tu?". Giuseppe, abbassando la testa umilmente, disse. "Non ho ancora finito la prima!". Giuseppe amava la Madonna e la teneva più possibile con sè!

b i b li c h e

Preghiamo la Parola

E tu, Signore, per questa gioia degli umili - gioia divina, da impazzire -, continua a intervenire: sarà anche per te la gioia più grande e umana! Troppi popoli poveri ancora seminano nel pianto, senza neppure il diritto di raccogliere il frumento maturato con l'acqua delle loro lacrime. Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.

Preghiera

O Signore, nei deserti che ancora oggi attraversano le nostre vite, fa' risuonare la tua Parola. La voce dei tuoi profeti non trovi cuori induriti e orecchie chiuse, ma sia accolta da uomini e donne disponibili a preparare le tue vie e a testimoniarti già presente nel Inondo come Salvatore e Redentore.

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II settimana di Avvento Il miglior modo di farsi strada nella vita è aiutare gli altri a farsi strada.

Lunedì 7 Dicembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Pietro Beteta

Originario di Cuenca (Spagna), San Pietro Beteta, entrò nell'Ordine Mercedario a Barcellona dove il suo fervore e la sua umiltà si distinsero tanto che da frate laico fu elevato a religioso professo e ordinato sacerdote. Successivamente passò per i conventi di Saragozza, Perpignano (Francia), Calatayud, Vic, Portel, Valenza e

in quello di EI Puig; nominato redentore e trovandosi in Almeria dove predicava apertamente Cristo, venne preso dai mori e messo in carcere dove fu picchiato selvaggiamente. Dopo vari maltrattamenti in odio verso la fede cattolica gli furono tagliati i piedi, le mani ed infine la testa lasciando il

suo corpo in un mare di sangue. Imporporato così dal proprio sangue meritò gloriosamente la corona dei martiri nell'anno 1397. L'Ordine lo festeggia il 7 dicembre.

Agisci Brano Evangelico: Lc 5, 17-26

Gesù può e desidera perdonarmi, qualunque cosa io abbia fatto. Con questa fiducia mi accosterò al sacramento della Ricon­ ciliazione e mi impegno a perdonare ai miei fratelli, come fa Dio con me.

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Contemplo: Ti sono perdonati i tuoi peccati (Lc 5,20) Grazie, Signore, perché sempre mi accogli nell'abbraccio del tuo amore e perdoni i miei peccati. Togli dal mio cuore la paura e l'angoscia, purifica il mio cuore e guarisci il mio corpo, perché io possa cantare le tue lodi e innalzare, con la mia vita, un inno di benedizione e di ringraziamento. Grazie, Signore, perché mi accompagni nella vita e mi guidi sulla strada dell'amore.

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Meditiamo la Parola

La tassa dell’umiltà Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

Gesù dimostra in modo evidente e straordinario il suo potere divino di fronte a tutti i presenti, specialmente davanti ai farisei e agli scribi. Perdonando il peccato, tutti avevano compreso che era giunto alla radice della malattia. E, guarendo il paralitico davanti ai loro occhi, dimostrava di avere il potere di perdonare i peccati. Ciononostante, i capi del popolo, in quella come in altre occasioni, non credettero a ciò che videro. Furono incapaci di credere in Gesù, perché ciò avrebbe richiesto un grande cambiamento della loro vita: non essere più capi e maestri, ma iniziare ad essere seguaci di Gesù. Non vollero "pagare la tassa" della loro stessa salvezza: la "tassa" dell'umiltà e della docilità. E troppo salata. Rimasero paralizzati nelle loro convinzioni, mentre il paralitico iniziò a camminare. È sorprendente che questi si salvi grazie alla fede ed all'intervento efficace di alcuni amici. "Veduta la loro fede" operò il miracolo. E ancora oggi continua ad essere così. Quante volte Dio agisce per le preghiere e le opere di una madre, di una moglie, degli amici.

Preghiamo la Parola Già le tue mani nuove e la terra nuova spandono profumi insieme, e l'«Arida» riprende a fiorire al passo leggero di Dio che torna alla sua fattoria. Sempre nella certezza che torna: «Allora l'uomo giocherà Con il cielo, e terra e sole, e Con le creature: tutte le creature proveranno anche un piacere, un amore, una gioia lirica e rideranno Con te e tu a tua volta riderai Con loro» (Lutero). Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino.

Preghiera

Signore Gesù, il tuo sguardo conosce le profondità del nostro cuore, conosce le ferite che fanno sanguinare la nostra vita, conosce le paure seminate in noi dal peccato, paure che ci impediscono di camminare nella gioia. Rendi libero il nostro cuore e sapremo allora portare le nostre fatiche con un cuore colmo di gratitudine per la tua misericordia.

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II settimana di Avvento L’Immacolata Concezione indica il modo dell’agire di Dio fin dai primordi della nostra storia.

Martedì 8 Dicembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Già celebrata dal sec. XI, questa solennità si inserisce nel contesto dell’AvventoNatale, congiungendo l’attesa messianica e il ritorno glorioso di Cristo con l’ammirata memoria della Madre. In tal senso questo periodo liturgico deve essere considerato un tempo particolarmente adatto per

il culto della Madre del Signore. Maria è la tutta santa, immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura. Già profeticamente adombrata nella promessa fatta ai progenitori della vittoria sul serpente, Maria è la Vergine che concepirà e par-

torirà un figlio il cui nome sarà Emmanuele. Il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX nel 1854.

Agisci

Brano Evangelico: Lc 1,26-38

Oggi comprendo che non devo avere paura di mostrarmi al Signore "nudo", così come sono davvero nella mia anima, con tutto ciò che ho fatto. Egli desidera solo risanarmi e amarmi ed è l'unico che può farlo davvero fino in fondo.

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Contemplo: Lo Spirito Santo scenderà su di te (Lc 1,35) L'evangelista la chiama «Maria». L'angelo mandato da Dio la chiama «Amata gratuitamente e per sempre». Maria chiama se stessa «serva», perché è il suo modo di stare davanti a Dio e agli uomini. Grazia e servizio sono due termini corrispondenti della gratuità: l'amore gratuitamente ricevuto deve essere gratuitamente dato. Maria diventa la figura della Chiesa e di ogni uomo, la figura più luminosa del Vangelo che è, appunto, la bella notizia della gratuità e dell'amore di Dio (Bruno Maggioni).

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Meditiamo la Parola

Preghiamo la Parola

Maria, riflesso di Dio Meditazione di Fiorella Elmetti

C’è uno scritto di don Primo Mazzolari che inizia così: “La primavera incomincia con il primo fiore, il giorno con il primo barlume, la notte con la prima stella, il torrente con la prima goccia, il fuoco con la prima scintilla, l'amore con il primo sogno”. In queste parole, come in uno specchio, ho visto riflesso il volto di Maria, l’Immacolata di cui oggi la Chiesa celebra la festa, che ancora prima dell’Incarnazione ci richiama a contemplare il suo immacolato concepimento. In proposito, Papa Benedetto XVI nel 2008 ha sottolineato come “…la convinzione circa l’immacolato concepimento di Maria esisteva già molti secoli prima delle apparizioni di Lourdes, ma esse giunsero come un sigillo celeste dopo che il mio venerato predecessore, il beato Pio IX, ne definì il dogma, l’8 dicembre del 1854. Nella festa odierna, così cara al popolo cristiano, questa espressione sale dal cuore e affiora alle labbra come il nome della nostra Madre celeste. Come un figlio alza gli occhi al viso della mamma e, vedendolo sorridente, dimentica ogni paura e ogni dolore, così noi, volgendo lo sguardo a Maria, riconosciamo in lei il “sorriso di Dio”, il riflesso immacolato della luce divina, ritroviamo in lei nuova speranza pur in mezzo ai problemi e ai drammi del mondo”. Maria, l’Immacolata, non si può comprendere come una cosa a parte da Dio, ella invece è il riflesso di Dio. Maria è il volto della speranza rinnegata da Adamo ed Eva di cui l’umanità ha bisogno per risollevarsi e cantare la gloria di Dio. Certo, Maria è stata risparmiata dal peccato fin dal concepimento, ma anche il suo cuore poteva essere raggiunto dalla tentazione. In Maria ha operato la grazia di Dio, che l’ha sorretta rendendola per tutte le generazioni “la tutta bella”, “la tutta pura”, “la tutta santa”.

È venuto, viene e verrà. Un Dio mai finito di venire. Un regno che è sempre il più fondo e oscuro desiderio dell'umanità intera. E un cantare che è anche un gemere. E però, nella certezza che è venuto e viene, la gioia almeno degli elementi è conforto agli uomini a sperare. È la speranza - «la speranza cui siamo chiamati» - un provvidenziale fattore di disturbo per queste comunità umane che vogliono diventare una «città stabile». Intanto «gonfio di vita ululi il mare»: pure se tutta la natura continua ancora a gemere in dolori di parto, perché sempre in attesa di essere liberata definitivamente dalla morte. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele. Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni!

Preghiera

Sii benedetto, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, perché hai guardato all'umiltà della tua serva. In Maria, nostra sorella, tu guardi ogni nostra povertà e la riscatti con la potenza del tuo amore. In Maria, nostra madre, tu ci doni un tratto della tua bellezza e della tua misericordia. Sii benedetto, o Dio, perché hai posto accanto a noi, nel nostro cammino, la Madre del tuo Figlio.

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Pagine bibliche

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

“Aperite mihi portas iustitiæ”

Varcare le soglie del tempo di don Luciano Vitton Mea

L’immagine del papa che apre la Porta Santa è un invito a varcare le soglie del tempo per incontrare l’inizio di una nuova creazione, di un “nuovo inizio”. Quella porta che si è aperta e ci ha introdotto nella maestosa e solenne Basilica di San Pietro è la rappresentazione metaforica del cigolante uscio del mio cuore che si deve aprire alla voce di Dio che mi chiama per incontrarmi negli angusti anfratti della mia esistenza: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).

Per ascoltare la voce di Dio dobbiamo prendere tra le nostre povere mani le Sacre Scritture per incontrare, da un lato, l’effimera e fragile condizione esi stenzi ale dell’ad am , dell’uomo fatto di polvere, e, dall’altro, il potente soffio di Dio che ridona vita alle ossa inaridite descritte nella sublime visione del profeta Ezechiele. I Libri che compongono la Storia della Salvezza sono come delle note poste su un pentagramma dove la sinfonia di Dio canta la perenne nostalgia di un Padre che è alla costante ricerca dei figli perduti. Questa malinconica armonia va oltre le soglie del

tempo, per accompagnare le notti dei tanti “Innominati” che incontreranno, alle prime luci dell’alba, il volto della misericordia: « - E che? - riprese, ancor più affettuosamente, Federigo: voi avete una buona nuova da darmi, e me la fate tanto sospirare? - Una buona nuova, io? Ho l'inferno nel cuore; e vi darò una buona nuova? Ditemi voi, se lo sapete, qual è questa buona nuova che aspettate da un par mio. Che Dio v'ha toccato il cuore, e vuoi farvi suo, - rispose pacatamente il cardinale. - Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov'è questo Dio? - Voi me lo domandate? Voi? E chi più di voi l'ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v'opprime, che v'agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo v'attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d'una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l'imploriate?» Ascoltando la voce di Dio che ci chiama dalle pagine della sacra Bibbia, noi facciamo esperienza dell’adam che vuole ritornare nel giardino perduto e il volto misericordioso che da sempre lo sta aspettando.

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don Luciano


II settimana di Avvento Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre.

Mercoledì 9 Dicembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: Sant’Anna Madre di Samuele Dall'ebraico "Hannah", Anna significa "pietà". Più donne bibliche portano questo nome; quella di cui parleremo oggi è una delle due mogli di Elkana lo Zufita. Essendo sterile, andata pellegrina al Tempio di Silo, una vallata tra Sichem e Rama, la località dove abitava, implora il Signore di renderla madre, facendo voto di offrigli

la sua creatura per per tutti i giorni della sua vita" (I Sam 1,12). Ottenuta la grazia, Anna impone al figlio agognato uno splendido nome che fa capire trattarsi di una vera e propria consacrazione: Samuele in ebraico vuoi dire infatti "il nome (di Dio) è EI" (Shem-EI) ma collegato anche al

fatto che la madre lo ha lungamente e insistentemente richiesto, tale sarebbe il significato poiché in ebraico "shal'al" è come dire "domandare", logicamente in questo caso al Signore, (I Sam, 1-20). Sant'Anna è festeggiata dai Greci all'8 e 9 dicembre.

Brano Evangelico: Mt 11,28-30

Agisci A chi possiamo pa­ ragonare il Signore? Nessuno può essere suo pari, ma oggi cerco nel mio cuore le immagini più belle che posso riferire a lui.

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Contemplo: Venite a me, voi che siete stanchi (Mt 11,28) I versetti di Mt 11, 28-30 sono «la perla di grande valore del Vangelo di Matteo». Tutta la Bibbia e la storia della Chiesa non è altro che una «moltitudine di testimoni» (Eb 12,1) che parlano di Gesù. «Non un inviato né un angelo, ma egli stesso ci ha salvati» (Is 63,9). Gesù in persona ci parla e vive con noi: «Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1-2).

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Meditiamo la Parola

Fermarsi un attimo Meditazione di don Luciano

Preghiamo la Parola Certo, scompariremo. E però il gemito è universale: perfino le pietre patiscono di morire. Ma è ugualmente certo che senza questa coscienza

Avvento: tempo d’attesa. Queste settimane che ci separano dal Santo Natale sintetizzano la stessa esperienza umana, sono uno piccolo specchio che riflette lo scorrere dei giorni, della mia e della vostra vita. Infatti cosa sarebbe “l’oggi”, il presente senza l’attesa? L’attesa ci permette di allungare il passo oltre il quotidiano, di aprire ciò che è finito al senso e al significato di un domani che non ci appartiene perché avvolto nel mistero della pura gratuità. Tutto è dono e siamo nella continua attesa che ciò che percepiamo nella finitezza del tempo doventi immortale. San Paolo ci ricorda che solo lo Carità, cioè l’amore di Dio, “non avrà mai fine”. Ecco perché don Tonino Bello sottolineava che “attendere non è altro che l’infinito del verbo Amare”. Il cristiano non attende una persona qualsiasi, un’esperienza destinata a sciogliersi come la neve ai primi raggi del sole: noi attendiamo Dio, la pienezza dell’amore. Il giorno di Natale ci inginocchieremo davanti ad un piccolo bimbo, alla povertà di una greppia. Nell’ultimo giorno scopriremo che nella debolezza di quel piccolo, nella sua povertà, come in ogni povertà, era presente la grandezza di Dio, la potenza che ci regala l’eternità. San Cirillo di Gerusalemme ci ricorda che: “Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti”. Siamo in attesa. Serviamo la pioggia nascosta nel vello, cioè Gesù nascosto nei poveri , affinché nell’ultimo incontro Dio ci rivesta di una luce senza tramonto.

dell'uomo nulla ha senso: neppure un qualsiasi linguaggio sarebbe concepibile.

Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Preghiera

Solo nella tua mitezza, o Signore Gesù, trova riposo il nostro cuore affaticato. Solo nella tua povertà, trova pace il nostro cuore oppresso dall'orgoglio. I nostri orecchi possano ascoltare ancora oggi la tua Parola di vita: «Venite a me, voi tutti che siete oppressi, e io vi darò ristoro».

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II settimana di Avvento Misericordia è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro.

Giovedì 10 Dicembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: Sant’Eulalia È senz'altro la santa più famosa di Spagna. La tradizione identifica in Eulalia una martire bambina. La sua morte sarebbe infatti avvenuta all'età di soli dodici anni a Mérida, in Spagna appunto, durante la persecuzione di Diocleziano, nell'inverno del 304. Di famiglia cristiana, Eulalia era stata nascosta dai parenti in una casa lontana dalla

Agisci II Signore ci tiene per la destra, ci guida. Oggi mi appoggio a lui per seguire le strade che mi indica, certo del suo sostegno.

città e dalla persecuzione. Ma, forte della sua fede, la fanciulla fuggì di casa, attraversò la campagna gelata a piedi scalzi, giunse in città e si presentò al tribunale, dove la sua unica parola fu: «Credo». Ai persecutori quella parola echeggiò come una bestemmia. Dopo essere stata a lungo torturata

crudelmente e orribilmente mutilata, fu posta sopra un braciere. La tradizione narra che sul luogo della sepoltura sbocciarono dei fiori bianchi, nonostante fosse pieno inverno. Etimologia: Eulalia = donna eloquente, ben parlante, dal greco.

Brano Evangelico: Mt 11,11-15

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

Contemplo: II Signore è grande nell'amore (cf

Salmo responsoriale)

«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destra e ti dico: "Non temere, io ti vengo in aiuto"» (Is 41,13). La Chiesa oggi canta con il Salmo responsoriale: «Il Signore è misericordioso e grande nell'amore». Il suo amore si rivela proprio con la sua vicinanza paterna, poiché ci tiene per la destra, ci parla al cuore e viene in nostro aiuto. La grandezza del Signore sta proprio nell'amore, nella misericordia e nella fedeltà alle sue promesse.

Non di solo pane - Numero 734 - pagina 13


Medita la parola

Preghiamo la Parola

Ti riprenderò con immenso amore «L'uomo, che è una particella Meditazione a cura della Redazione

della tua creazione, ti vuole lodare! Tu fai sì che procuri gioia

La liturgia di oggi afferma con forza che solo il Signore è il nostro Dio e la sua presenza nella nostra vita è continua. L'attenzione di questo Dio appassionato d'amore, si rivolge a quel «vermiciattolo di Giacobbe», che prosegue il suo avventuroso itinerario di salvezza pieno di umilianti cadute e di riprese entusiasmanti. Proprio per questo piccolo ogni giorno Dio prepara un'abbondante irrigazione di grazia. Il Signore non si stanca, nonostante la nostra indifferenza, di creare dal nulla, per noi, cose meravigliose, affinché vediamo e sappiamo, consideriamo e intendiamo che tutto viene da Lui. Da questa intima conoscenza del suo mistero di grazia scaturisce spontanea la nostra gratitudine. Gesù elogia Giovanni Battista, dichiarando che è il più grande tra i nati di donna; e tuttavia, ecco il parados­ so: «il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». A quest'uomo di statura morale e spirituale gigantesca viene anteposto un qualsiasi peccatore rigenerato dalla grazia di Cristo. E questo perché l'ordine della redenzione è superiore all'ordine della creazione; la realtà messia­ nica è superiore alla figura profetica. Ciò che fa grandi i piccoli del regno dei cieli è l'amore. Ed è l'amore l'unica forma di "violenza" con la quale si può "dare l'assalto" al Regno dei cieli. La nostra salvezza non sta dunque nell'affannarci a conquistare Dio, che sarebbe un atteggiamento idolatrico, ma nel lasciarci conquistare da lui. La dichiarazione "Io sono il tuo Dio, che vengo a salvarti" richiede da parte nostra la volontà di accoglierlo e il desiderio che sia Lui a salvarci. Nella nostra giornata ricordiamo mai che la sua presenza nella nostra vita è continua? Il Regno è dei "violenti", appartiene cioè a coloro che, come Gesù, hanno il coraggio di creare comunità. Io creo comunione o divisione?

il fatto di lodarti, poiché tu ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finche non trovi riposo in te» (S. Agostino). O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza. Facciano conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Preghiera Signore, che prometti di cambiare il deserto in un lago e la terra in zona di sorgenti, vieni a trasformare la nostra vita perché, liberata dalla paura, possa aprirsi alla gioia e alla speranza di chi si sa custodito dalla tua mano. Come a Giovanni, insegna anche a noi l'arte sapiente di diminuire perché in noi cresca il tuo amore, più forte di ogni paura.

Non di solo pane - Numero 734 - Tempo di Avvento - pagina 14


Venerdì 11 Dicembre

II settimana di Avvento Dinanzi alla gravità del peccato Dio risponde con la pienezza del perdono.

II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Damasco I Papa

Spagnolo di origine, ma probabilmente nato a Roma, Damaso divenne Papa nel 366, dopo la pace costantiniana. Si adoperò affinché la catacombe non cadessero in rovina e non fosse perduta la

Agisci: Che cosa sta cercando di insegnarmi oggi il Signore, anche attraverso le circo. stanze della mia vita? Con lo sguardo di Maria, cerco di capire che ciò che desidera insegnarmi è per il mio bene e per la mia felicità.

memoria dei martiri. Man mano che ne rintracciava le tombe, le ornava di poetiche epigrafi di sua composizione. Ma non fu solo archeologo e letterato. Agì con fermezza di fronte al rappresentante del

potere civile, l'imperatore, e commissionò a san Girolamo la traduzione in latino della Bibbia. Morì nel 384. Patronato: Archeologi.

Brano Evangelico: Mt 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

Contemplo: È venuto il Figlio dell'uomo

(Mt 11,19)

Noi non aspettiamo più: Gesù è venuto! La redenzione d'Israele si è perfettamente compiuta. Colui che doveva venire è venuto e non se ne può aspettare un altro (Mt 11,3). Eppure noi aspettiamo ancora qualcosa; ogni epoca aspetta una nuova «visita di Dio». Tale attesa assume un carattere più intenso in questa specie di «avvento» più lungo che è la nostra vita. Aspettiamo tutti, nella Chiesa, un rinnovamento spirituale e la realizzazione piena della nuova Pentecoste (Raniero Cantalamessa).

Non di solo pane - Numero 734 - pagina 15


Meditiamo la Parola

Un Dio discreto Meditazione di don Carlo Moro

Preghiamo la Parola

Apri, Signore, la mia bocca la mia lingua apprenda a lodarti: di lettera in lettera dell'intero alfabeto canti dispiega, mio

Il passo di Dio è discreto. Egli non si impone con l'evidenza del fulmine, non scuote con la violenza del vento impetuoso, ma si propone con il suggerimento di una brezza leggera. Dio si presenta a noi attraverso dei segni. Può accadere che non ce ne accorgiamo, perché stiamo guardando da un'altra parte. Oppure che non ne riconosciamo il linguaggio, perché non siamo addestrati. Spesso succede che, abituati ad aspettare sempre qualcosa d'altro rispetto alla realtà presente, ci la­ mentiamo del segno che ci è dato. Come bambini capricciosi vogliamo sempre un'altra cosa, o addirittura il contrario di quel che ci viene dato. Così sprechiamo gran parte delle nostre energie a respingere la vita che ci è donata, sognando una strada diversa per il nostro compimento. Ci lamentiamo della pioggia e poi del sole, della bonaccia e poi del vento, della salita e poi della discesa. Intanto la realtà avanza imperiosa e Dio continua a percorrere la sua strada verso di noi; nel frattempo noi abbiamo svoltato. Non riconosciamo, sotto il velo di ciò che accade, il valore sacramentale che conduce a Cristo. Un grande passaggio avviene quando riconosciamo che la realtà ci è amica, e i fatti che accadono sono provvidenziali. Ogni cosa, anche quel che si presenta a noi con il volto della sofferenza e della fatica, porta con sé una possibilità di bene, ed è via di salvezza. Dio, incarnato in Gesù, ha preso su di sé tutta la vita umana, e l'ha redenta attraverso la sua croce e risurrezione, alla quale ci chiede, come amici fedeli, di associarci, certi della sua vittoria. «Alla sapienza è stata resa giustizia dalla sue opere». Accettando le circostanze della vita non come obiezione ma come occasione, possiamo sperimentare la potenza dell'amore di Dio che vince ogni male.

cuore, al Santo: nel nome di ogni creatura. Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina.

Preghiera

Padre, tu vuoi che il nome di ciascuno e di ciascuna sia sempre davanti a te: custodiscici nel tuo amore. Tu prepari per noi una festa nel tuo Regno: fa' che, sia che mangiamo sia che digiuniamo, in ogni cosa possiamo danzare i passi che tu ci insegni, cantare le parole che tu ami ascoltare.

Non di solo pane - Numero 734 - Tempo di Avvento - pagina 16


Pagine bibliche

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Meno siamo amabili e più Dio si incaponisce, cerca, aspetta:

Un Dio “ingiusto” di don Luciano Vitton Mea

Nell’omelia tenuta nella Messa che ha aperto il conclave che lo avrebbe eletto al soglio di Pietro il Card. Ratzinger sottolineava che “in Dio misericordia e giustizia s’incontrano”; Dio è giusto perché misericordioso e misericordioso perché giusto. Per capire questo binomio dobbiamo superare il concetto occidentale di giustizia. Il concetto che noi occidentali abbiamo di giustizia è stato ben definito da uno dei cinque più grandi giuristi del periodo imperiale, Eneo Domizio Ulpiano,: “la giustizia è la ferma e costante volontà di dare a ciascuno ciò che gli spetta”. La Bibbia capovolge questa concezione di giustizia e quello di Dio diventa un “amore anomalo”, una concezione giuridica

rivoluzionaria . Chi legge la Bibbia si accorgerà che in molti passi Dio, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento , non si comporta secondo i nostri canoni etici e che in molti racconti viene sgretolata anche la cosiddetta “teologia della soddisfazione”. Contemplando alcuni volti tratteggiati nelle Pagine Sacre, Dio ci appare ingiusto e del tutto parziale: non ama tutti gli uomini alla stesso modo e non segue il criterio dei meriti. Dio non è misericordioso verso chiunque, ma solo nei confronti di chi si trova in una condizione di errore, di difetto, di peccato; una situazione che lo ha toccato e ferito personalmente.

dia non si incontra con quello della meritocrazia. Per la sua stessa natura, la misericordia si prova per chi è demeritevole, per colui o colei che meriterebbe solo il disprezzo e la repulsione. Anche per questa ragione non la troviamo nel mondo dell’economia e delle grandi imprese, dove non è capita e, se capita, è combattuta perché sovversiva rispetto a tutte le leggi e le regole della giustizia dei mercati, che conoscono e praticano solo la logica meritocratica del “fratello maggiore”. La misericordia invece è imprudente, parziale, asimmetrica, squilibrata, di parte”. L’amore di Dio è anomalo, si tinge dei colori passionali dell’amante che più viene tradita e più sconsideratamente ama; o dell’amore materno che predilige il figlio più sfortunato, deforme, scapestrato. Meno siamo amabili e più Dio si incaponisce, cerca, aspetta, cura, versa l’olio e il vino della consolazione. Sono le ingiustizie di Dio che solo gli ultimi, le prostitute e i pubblicani comprendono e amano. Solo partendo da questa prospettiva possiamo comprendere le sconvolgenti parole evangeliche: “In verità, in verità vi dico: le prostitute e i pubblicani vi passeranno davanti nel regno dei Cieli”.

Osserva Luigino Bruni: “Il campo semantico della misericor-

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don Luciano V. M.


II settimana di Avvento Dio non si manifesta nella potenza di questo mondo ma si rivolge a noi nell’umiltà del suo amore.

Sabato 12 Dicembre II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Spiridone di Trimithonte San Spiridione, pur avendo origini assai umili, divenne vescovo di una piccola zona remota nord-orientale dell'isola di Cipro, nei pressi di Salamina. Secondo lo storico Socrate, egli fu ritenuto degno della carica episcopale proprio per la santità dimostrata nell'attività precedente e fu così che fu fatto pastore di uomini nella città cipriota di Trimithonte. La sua profonda umiltà lo portò a continuare a pa-

scolare anche il suo gregge animale, nonostante l'alto ufficio ecclesiastico assunto. Una leggenda narra che un giorno riuscì a catturare dei ladri che avevano tentato di rubargli delle pecore, pregò con loro, li liberò ed infine donò addirittura loro un montone, così da non aver trascorso l'intera notte svegli invano. Secondo alcune fonti avrebbe

partecipato al Concilio di Nicea nel 325. Spiridione rimase coinvolto nella persecuzione anticristiana indetta da Galerio: secondo alcune tradizioni in tale contesto storico venne ferito e poi fu deportato ai lavori forzati nelle miniere. Alla sua morte, le reliquie furono traslate da Cipro a Costantinopoli, poi a Corfù, Zachitos e Cefalonia.

Agisci

Brano Evangelico: Mt 17,10-13

Le parole dei profeti spesso non furono ascoltate. Oggi partecipo alla Messa e ascolto la parola del sacerdote chiedendo allo Spirito di lasciarmi infiammare il cuore.

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Contemplo: Fa' splendere il tuo volto, Signore Giovanni, il figlio del sacerdote Zaccaria lascia un segno profondo nella storia dell'umanità, un segno più profondo della depressione del fiume Giordano. Gesù, «l'Agnello di Dio», il «figlio di Maria», cambia invece completamente la nostra storia. Gesù battezza gli uomini più che in acqua, in Spirito Santo e fuoco. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono presenti all'appuntamento del Giordano. E da allora Gesù rivela Dio Trinità, mistero di luce che risplende su noi uomini e ci salva.

Non di solo pane - Numero 734 - pagina 18


Meditiamo la Parola

Attorno al fuoco Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Le notti di dicembre sono fredde e affollate di stelle. Sembra che in questo mese in cui il buio scende presto sulla terra, esse si diano tutte insieme appuntamento per ritrovarsi a far quattro chiacchiere e rischiarare i passi di chi cammina in una strada senza lampioni. Così, passando lungo i margini dei sentieri non è raro in queste notti, dove i pastori si radunano al termine della giornata, vedere i fuochi accesi tra l'erba ingiallita dei prati, immersi nel sonno invernale. Sembra di tornare indietro nel tempo, in un'epoca in cui la televisione nemmeno si sapeva che cosa fosse e la povertà la faceva da padrona. Allora gli abitanti delle vecchie cascine si riunivano con tutta la famiglia attorno al fuoco, dove si raccontavano gli aneddoti di paese mescolati alle storie di paura, ma soprattutto si sgranavano interi rosari, con le Ave Marie recitate in fretta e intercalate, di quando in quando, da una carezza ai bambini o uno sguardo di rimprovero ai giovani irrequieti, desiderosi di scappare con gli amici o con la fidanzata a cui dedicare una dolce serenata. Il fuoco diventava cosi l'amico più caro, con le sue fiamme rosse e gialle che si ergevano sopra i ceppi di legno, con le sue scintille scoppiettanti; era colui che creava nella casa, per quanto povera e spoglia, un clima in cui la saggezza dei vecchi incontrava le curiosità dei bimbi. Penso spesso che la preghiera sia simile al fuoco, che illumina, riscalda, brucia, trasforma e annuncia nella casa una presenza. Come il Battista, Elia, forte come il fuoco, è venuto "per ricondurre il cuore dei padri verso i figli" e, grazie ai profeti come lui, ancora oggi annunciamo il Regno di Dio.

Preghiamo la Parola Dobbiamo piangere più sulla devastazione della vigna, o non invece sul ricordo del tuo amore tradito? Le tenerezze tue, le tue dolci cure, o divino Innamorato, sono la sorgente della nostra misteriosa gioia. Eppure siamo tutti sempre più disperati e infelici. Perché, Signore? Sempre più fasciati da bende di morte, Signore.

Tu, pastore d’Israele, ascolta. Seduto sui cherubini, risplendi. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

Preghiera

Padre buono e misericordioso, noi ti ringraziamo per tutti coloro che hai posto sul nostro cammino, per preparare anche noi all'incontro con il tuo Figlio Gesù. Hanno acceso in noi domande, aperto il cuore alla ricerca, sostenuto la nostra attesa. Donaci di non spegnere mai il desiderio di cercare il tuo volto.

Non di solo pane - Numero 734 - Tempo di Avvento - pagina 19


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 734 Domenica 6 Dicembre 2015 Chiuso il 30/11/2015 Numero copie 1460

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

Per la tua vita spirituale visita

Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

Ti aspetto ogni giorno su:

www.nondisolopane.it


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