Non di solo
PANE Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 10 Gennaio 2016 Tempo Ordinario
Anno XV - n째
738
Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”
Sito di Non di Solo Pane:
Sussidio di preghiera per la famiglia
www.nondisolopane.it
Gennaio 2016
Offerta quotidiana
Intenzioni mese di Gennaio Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese
Cuore divino di Gesù,
Intenzione del Santo Padre Perché il dialogo sincero fra uomini e donne di religioni differenti porti frutti di pace e di giustizia.
io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni,
Intenzione missionaria Perché mediante il dialogo e la carità fraterna, con la grazia dello Spirito Santo si superino le divisioni fra i cristiani.
le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini,
Intenzione dei vescovi Per la conversione dei fautori di ogni forma di terrorismo di corruzione e di illegalità.
nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 2
Domenica 10 Gennaio
Battesimo del Signore Il Battesimo ci inserisce nel corpo della Chiesa, nel popolo santo di Dio.
I Settimana del Salterio Il santo del giorno:
nella cappella di S.
scorresse
San Aldo
Colombano, dalla qua-
del Santo eremita, o
le fu traslato nella ba-
così almeno fa pensare
silica di S. Michele.
l’origine del suo nome,
Non a caso la memoria
che la parola longobar-
di S. Aldo si è conser-
da “ald”, con il signifi-
vata a Pavia, che fu un
cato di vecchio.
tempo
del
Etimologia: Aldo = vec-
Regno dei Longobardi.
chio, inteso come e-
E’ probabile, infatti,
sperto, saggio, dal lon-
che sangue longobardo
gobardo.
Non si sa esattamente in quale epoca S. Aldo sia vissuto, probabilmente nei secoli intorno al Mille. Secondo una tradizione fu eremita e Festa liturgica del Battesimo del Signore
carbonaio
a
Carbonia presso Pavia, e a Pavia fu sepolto
capitale
nelle
vene
Agisci
Brano Evangelico: Lc 3, 1516. 2122
Anche su di me, nel giorno del mio Battesimo, Dio ha pronunciato queste parole e mi ha fatto il dono grande di rendermi suo figlio, partecipe della sua vita divina. Vivrò questa giornata con la consapevolezza di essere figlio di Dio, condividendo con gli altri l’amore che Dio mi ha dato.
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovan ni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni ri spose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in pre ghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Fi glio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Contemplo: È apparsa la gra-
zia di Dio (Tt 2,11) Gesù è in fila con noi per ricevere il battesimo di Giovanni. Nessuno sembra riconoscerlo, ma Giovan ni ce lo indica: su di lui scende uno spirito dolce e mansueto,
quasi una bianca colomba. È lo Spirito Santo, uno Spirito di dol cezza e di mitezza. Tutti ne siamo stupiti, poiché avevamo forse un'altra immagine di Dio, siamo così chiamati alla conversione, cioè ad adeguare il nostro modo di pensare a quello di Dio.
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P a g i n e
Per il cristiano è sempre Natale
Nel cuore del cristiano Di don Luciano Vitton Mea
Dopo la festa del Battesimo del Signore inizia per la Chiesa il tempo ordinario, il tempo della quotidianità. Gli eventi che abbiamo vissuto e celebrato durante le festività natalizie non devono essere scritti nel libro dei ricordi, accantonati in un angolo, riposti, come le statue del presepio, nel vecchio baule dove, tra la paglia, riposeranno per un intero anno. Per il cristiano è sempre Natale, gli eventi del tutto straordinari della notte santa, della visita dei Magi, del Battesimo di Gesù devono illuminare i nostri giorni, le realtà semplici che sono la crosta quotidiana della nostra vita. Per vivere bene il lento scorrere dei giorni, che come i ruscelli di montagna, danzano tra i dirupi e riposano nei luoghi pianeggianti, dobbiamo tenere fisso lo sguardo
sulla grotta di Betlemme, sul mistero di un Dio che si è fatto bambino. I pastori, dopo essersi recati senza indugio a Betlemme e aver trovato il bambino “tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro”. Il significato di tanta gioia è ben raffigurato in un dipinto dove la Vergine Santa, sotto lo sguardo attento di Giuseppe, depone tra le braccia di un pastore adorante il bambino appena nato. Ecco perché per il cristiano è sempre Natale. Giuseppe e Maria consegnano a ciascuno di noi il bimbo Gesù; a noi il compito di deporlo nella mangiatoia del cuore, di farlo crescere, custodirlo con il calore del bene, di permettergli di fermentare, come lievito, nel-
b i b li c h e
la massa opaca e informe della nostra umanità. Ci ricorda San Massimo il Confessore: «Il Verbo di Dio fu generato secondo la carne una volta per tutte. Ora, per la sua benignità verso l'uomo, desidera ardentemente di nascere secondo lo spirito in coloro che lo vogliono e diviene bambino che cresce con il crescere delle loro virtù». Nel cuore del cristiano ci deve sempre essere un piccolo angolo, una semplice e disadorna greppia, dove giace il Bimbo Divino; guai se la nostra interiorità diventa troppo adulta, matura, perfetta. L’uomo adulto, il cristiano maturo deve convivere con il fanciullo interiore, fare spazio all’eterno bambino. Senza la mangiatoia e il divino vagito tutto si cristallizza: il cuore si indurisce, l’animo diventa insensibile, i sentimenti si inquinano rendendo torbidi i rigagnoli della carità. Diventiamo amici del bambino che si nasconde dentro di noi, culliamolo, ascoltiamolo: diventeremo padroni dei giorni che passano, serviremo i fratelli, ameremo Dio. «Volendosi incontrare con Dio, ci si incontra con il mistero; un mistero che non solo è nascosto nei cieli, ma anche dentro ciascuno di noi. (Danilo Gorgi) » don Luciano Vitton Mea
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P a g i n e
b i b li c h e
L’angolo della misericordia
Pagina Patristica
Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana
Va in cerca di te il buon pastore, lasciando quelle pecore che non si sono
Soren Kierkegaard
sbandate. Se tu ti doni a lui, egli non esi-
Nato nel 1813 e morto nel 1855, a Copenaghen, Kierkegaard è uno dei più profondi pensatori e credenti cristiani del XIX se colo. Protestante di formazione, la sua riflessione è andata ben oltre le confessioni religiose, per diventare punto di riferimen to anche per i cattolici e persino per i non credenti, per la sua
terà e non disdegnerà nella sua bontà di
capacità di analisi profonda del cuore umano e del bisogno di Dio e del suo amore.
lui, e quando sarai ancora lontana egli,
prenderti sulle sue spalle, rallegrandosi di aver ritrovato la pecora che era persa. II padre, inoltre, sta ad aspettare il tuo ritorno dal tuo errare. Ritorna saltando a
correndoti incontro, ti si getterà al collo e con affettuosi abbracci ti stringerà, già purificata dal tuo pentimento… Egli dice:
Tu sei il nascondiglio
Veramente, vi dico, c’è più gioia in cielo,
Signore Gesù Cristo,
dinanzi a Dio, per un peccatore che si
gli uccelli hanno i loro nidi,
pente. E se qualcuno di quelli che cre-
le volpi le loro tane,
dono di stare saldi protesta perché sei
ma Tu non avesti un luogo ove posare ti capo;
stata subito accolta, il buon padre stesso
non avesti un letto
parlerà in tua difesa dicendo: Bisognava
su questa terra.
festeggiare e gioire, perché questa mia figlia era morta ed ora è tornata alla
Tuttavia eri quel luogo segreto,
vita, era persa ed è stata ritrovata.
I’unico in cui il peccatore potesse trovare rifugio. E anche oggi Tu sei il nascondiglio: Quando il peccatore torna a Te, si nasconde in Te, sta protetto in Te. Allora egli è eternamente difeso, poiché il tuo amore nasconde una moltitudine di peccati.
Preghiera
Signore Gesù, che non ti vergogni di chiamarci fratelli, tu ci manifesti l'amore del Padre, che ama ciascuno di noi come un figlio unico, perché davvero ci riempie di un amore personale. Tu ci doni lo Spirito senza misura, per renderci capaci come i Magi di interpretare i segni dei tempi; di vivere, come i giudei, cammini di conversione; di professare, quali veri discepoli, la nostra fede in te, gloria del Padre.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 5
Lunedì 11 Gennaio
I Settimana del Tempo Ordinario La malvagità umana può aprire nel mondo come delle voragini, dei grandi vuoti: vuoti di amore,
I Settimana del Salterio
vuoti di bene, vuoti di vita.
Agisci
Il santo del giorno:
che imperversavano nella
ma di miracoli ed atte-
San Senatro
sua
stata da un documento eccezionale: una “Bolla”
terra
d'origine.
A
Missanello, piccolo comu-
di papa Eugenio III, data-
Vissuto nella prima metà
ne di circa 600 abitanti, ancora oggi, si conserva-
del X secolo, si stabilì fino alla morte nel mona-
no le sue preziose reliquie. La festa ricorre l'11
quale si attesta che S.
stero di S. Elia in Missanello, fondato da S. Vita-
gennaio, giorno in cui morì in un anno impreci-
nello nel monastero di S. Elia e vi si riconosce so-
le di Castronovo di Sicilia, anch'egli gran santo e
sato intorno al Mille. Nessun dubbio tuttavia sulla
lennemente il culto pubblico al Santo. La bella
taumaturgo siciliano approdato in Lucania per
sua esistenza e santità, testimoniate dalla devo-
statua che lo ritrae, conservata nella chiesa par-
sfuggire le persecuzioni saracene e iconoclaste
zione popolare immemorabile, dalla venerazione
rocchiale, è del XVI secolo.
ta 1 agosto 1151, nella Senatro è vissuto a Missa-
delle reliquie e dalla fa-
Siamo sempre pronti a chiedere, ma ringraziamo troppo poco. Il Signore
ci
concede
tanti benefici e spesso neanche ce ne accorgiamo. Vivrò questa giornata con spirito di gratitudine e pregherò ringraziando.
Brano Evangelico: Mc 1, 1420
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il van gelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; conver titevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro pa dre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Contemplo: Il regno di Dio è vicino (Mc 1,15) “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e crede te nel Vangelo”: sono le prime parole di Gesù che il Vangelo ci riporta. E’ come se ci dicesse che
il momento della grazia è giunto, occorre cambiare modo di pensa re, seguire la volontà di Dio in ogni momento della nostra vita e non temere. Credere nel Vangelo significa credere che Dio ci ama, tanto da mandare la sua Luce per ché rimanga con nota per sempre.
Non di solo pane Numero 738 pagina 6
Meditiamo la Parola
Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 1,1-8
«Elkana, suo marito, le diceva: “Anna perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?”»
E subito, lasciate le reti, lo seguirono Meditazione di Don Luciano Vitton Mea
Gesù passa e chiama. Sempre. Il nome di Simone e Andrea, come quello degli altri apostoli, non viene
Nella prima lettura Anna piange a causa della sua sterilità e per il riso beffardo della rivale Pennina.
pronunciato durante una solenne celebrazione o
Per una donna, non avere un figlio è fonte di grande dolore. Inoltre, a questo si aggiunge l’umiliazione di dover subire la cattiveria e l’ironia malvagia degli altri; a nulla vale la consolazione del marito e ti suo affetto since ro. Come difficile stare vicino a coloro che soffrono, senza ferire con le parole o con gesti superficiali... Spesso. Anche se animati dalle migliori intenzioni. Non facciamo altro che aumentare ti dolore degli altri con tante bana lità o parole fuori luogo. Spesso. Le persone che soffrono hanno semplicemente bisogno della nostra presenza amichevole e calorosa. Del nostro affetto. Se I parole a volte possono essere superflue. Non lo e mal 1'amore e la presenza affettuosa. Questo può guarire tante ferite e dare forza a chi soffre perché sappia aprirsi all'amore di Dio.
preghiera o di un atto di penitenza. Li incontra lungo
dalla cattedra di una lezione di catechesi; i contorni della chiamata non sono quelli di un momento di le sponde del lago, tra l’odore della salsedine e dei pesci appena pescati. Non ci sono liturgie, preamboli, riti; solo uno sguardo, un invito: “Seguimi”. La sapienza cristiana è racchiusa in questa parola; i libri e la conoscenza così come le intendiamo noi sono sostituiti da una sequela, dal mettersi in cammino, dal condividere con il Signore i suoi sentimenti, da un cambiamento interiore che si chiama conversione. “Seguitemi”. Le mani depongono le reti, le barche vengono lasciate. Cominciano a frequentare Gesù, a stare con Lui. Con se portano le loro fragilità, i dubbi ma anche una velata certezza che in quello sguardo d’amore è nascosto il segreto arcano di ogni felicità.
Preghiera
Perché piangi? Signore, tu conosci la nostra afflizione, i nostri turbamenti, le nostre paure, i nostri desideri, talora frustrati. Tu ti fai prossimo a tutto ciò che siamo e che abita il nostro cuore, con l'evangelo della tua promessa di vita. Donaci di aprire a te l'intera nostra esistenza, perché accogliendo il tuo dono ci lasciamo trasformare dal tuo amore.
E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Subito, senza indugio. Non c’è spazio per dei ragionamenti, delle sottili disquisizioni. Non si seguono i concetti, non si lascia la barca per un vaga e sottile considerazione. Ma quella voce, quello sguardo. Con ogni probabilità Simone ed Andrea non avevano mai sentito pronunciare il loro nome con tanta dolcezza, mai avevano visto uno sguardo tanto penetrante. Solo il tocco di Dio muove i cuori, solo l’amore fa scivolare dalle mani le reti degli umani interessi. E subito, lasciate le reti, lo seguirono.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 7
I Settimana del Tempo Ordinario Solo Dio può colmare i vuoti che il male apre nei
Martedì 12 Gennaio
nostri cuori e nella nostra storia. I Settimana del Salterio
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
San Bernardo di Corleone
Membro della milizia cittadina e Terziario francescano si dedicò alle opere di miseri cordia a favore dei poveri, degli amma lati, e degli oppressi. In seguito chiese di
Agisci Gesù è venuto per liberarci dal male ed ha lasciato alla Chiesa il compito di continuare nel tempo e nello spazio la sua opera di guarigione interiore. Oggi permetterò al Signore di guarire il male che c’è in me e mi accosterò al sacramento della Riconciliazione.
essere ammesso tra i Minori Cappuccini, distinguendosi subito per l’impegno e il fervore religioso. Os servantissimo della vita regolare, si pre occupò unicamente di uniformarsi sem pre più a Cristo cro cifisso con una vita di fervida carità e austera penitenza. Fu
beatificato da Cle mente XII il 15 mag gio 1768. È stato ca nonizzato da Papa Giovanni Paolo II, il 10 giugno 2001. Etimologia: Bernar do = ardito come or so, dal tedesco.
Brano Evangelico: Mt 1, 2128
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafarnao, insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timo re, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbedisco no!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Contemplo: Accogliete la parola di Dio (Al Vangelo)
Gesù insegna nella sinagoga e la gente è stupita del suo inse gnamento. Gesù ancora insegna attraverso la parola della Chiesa, attraverso la parola e l'esempio
dei suoi testimoni. Gesù parla anche nei nostri cuori con le buo ne e sante ispirazioni. Dobbiamo accogliere la sua voce come pa rola di Dio che ci guida verso il bene e ci libera da ogni male.
Non di solo pane Numero 738 pagina 8
Dalla Prima Lettura
Meditiamo la Parola
Primo Libro di Samuele 1,1-8
Il carattere dell’autorità Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo». Anna, affranta e umiliata, innalza la propria preghiera al Signore. Una donna dal ventre sterile presenta a Dio la propria miseria e disperazione. Ancora oggi tante amine piangono e pregano: non si deve mai dimenticare che Dio ha, per loro, un occhio di predilezione. Anche lui e stato figlio di una madre che ha amato e che ha rispettato. Egli certamente non
mancherà di
esaudire le preghiere di quelle mamme che elevano tante richieste per i loro figli. E se anche sembra che Dio non ascolti o che tardi a esaudire non bisogna scoraggiarsi: il Signore sa quando e come dare seguito alle suppliche di chi prega per chi e stato partorito nel corpo e nel cuore. La fiducia vince il cuore dell'Altissimo e da grazia a chi attende con speranza.
Preghiera
Padre buono, noi ti benediciamo perché tu ci accogli così come siamo, nella verità del nostro cuore. Conosci le nostre angosce e paure, conosci anche le nostre incredulità e le nostre resistenze. Insegnaci ad accogliere e obbedire alla tua Parola, perché ci purifichi e ci rinnovi, donando al nostro volto quella bellezza che tu desideri per noi.
Meditazione di Fiorella Elmetti
Gesù è maestro e dalla vita quotidiana coglie tutte le opportunità per insegnare. E lo fa tanto bene da suscitare in chi lo ascolta meraviglia e stupore. Che cosa insegnava Gesù? Di certo la Legge, ma non solo. Spiegava i pensieri di Dio, ma non solo. “Egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. “Un insegnamento nuovo” è ciò che esce dalla sua bocca e, soprattutto, dal suo cuore ed è vedendo, sentendo, toccando l’armonia che esiste tra la sua vita e le sue parole che “tutti” riconoscono che quell’insegnamento è “dato con autorità”. Io definirei “incontro e comunione” l’autorità delle parole di Gesù, perché il suo insegnamento è andato oltre la Legge e oltre lo spazio e il tempo, fino ad arrivare a noi. Scrive la poetessa Alda Merini: “L'amore è proprio questo: riconoscere una traccia del divino in un volto qualsiasi e riconoscerlo perché prima della sua nascita questo volto era già ed era una dimensione eterna. L'uomo cercando il Creatore incontra l'amore e quando lo incontra lo dona a Dio perché lo prenda nel fascino del suo silenzio, quindi amore e morte e amore e anima sono la stessa congiunzione e perdere l'amato significa perdere qualcosa su cui abbiamo camminato per tanto tempo senza accorgerci che camminavamo sulla sua terra. Ma qual è la terra dell'uomo? E perché l'uomo la identifica con il Paradiso? Paradiso è ciò che piace all'uomo, è quello che l'uomo vorrebbe che fosse. Ma il Paradiso non esiste se non comincia da questa povertà naturale che sono i nostri occhi, le nostre mani, il nostro sguardo, la nostra viltà”. Sono queste verità semplici ma incontrando la comunione (che viene dall’amore) vanno oltre se stesse e assumono il carattere dell’autorità, anche quando sfiorano il dolore.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 9
Pagine bibliche
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Anno della Misericordia 2015/16 Catechesi sulla parabola del buon samaritano
Una miope visione di Dio
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
I due che scendono per la medesima strada dell’uomo senza volto e senza nome incappato nei briganti vanno oltre, non si fermano, non hanno pietà per lo sventurato che giace mezzo morto. Non sono due uomini qualsiasi quelli citati nella parabola ma un sacerdote e un levita che con molta probabilità avevano terminato il loro servizio al tempio. Essi rappresentano il ritualismo giudaico, una religiosità scrupolosa e formale che ingabbia Dio in rigidi schemi, che devitalizza il vero e autentico senso religioso della vita. Entrambi vedono e passano oltre, guardano con gli occhi ma non vedono con il cuore. Non si fermano perché hanno pau-
ra di contaminarsi, di diventare cioè impuri: “Un sacerdote non dovrà rendersi immondo per il contatto con un morto …” (Lv 21,1) La situazione dell’uomo mezzo morto poteva quindi essere facilmente assimilabile a quella di un cadavere. Il sacerdote e il levita rappresentano una religiosità superata, non più all’altezza delle attese di Dio, alla venuta del suo Regno, al suo progetto di una nuova “creazione”. La purità sacrale crea una barriera, obbliga ad andare oltre, non può contaminarsi con il fango della strada, con chi giace, come Giobbe, sui letamai del mondo. Per Gesù non esistono più luoghi, cibi, oggetti, uomini impuri; l’impurità, nella prospettiva evangelica, non è più una realtà esteriore ma una dimensione interiore, che tocca lo sguardo e le intenzioni degli uomini. Sottolinea con estrema acutezza Luigino Bruni:
«La purezza del cuore è esattamente l’opposto dell’antica (e post-moderna) cultura del puro contrapposto all’impuro. Francesco nel suo testamento ci dice che la sua conversione iniziò veramente quando cominciò a frequentare i lebbrosi di Assisi, abbattendo così la cortina di separazione della purezza dall’impurità. La purezza del cuore non scappa dai lebbrosi. Va loro incontro, li cerca, li ama, li abbraccia, li bacia. La prima caratteristica di questa purezza è l’eliminazione del termine impuro dalle parole cattive, e pensare che è proprio ciò che chiamiamo impurità la via dove passa la vita vera». Il sacerdote e il levita non sono cattivi ma hanno ridotto il rapporto con Dio ad una mera formalità, all’osservanza rigida e meticolosa di tradizioni che hanno sostituito “il cuore” della Rivelazione con una miope visione di Dio e della sua Legge. La rigidità, la mera osservanza, diventano il fondamento di una religiosità atea, priva della “prossimità” di Dio e degli uomini. Quando le norme e i precetti si trasformano in idoli, non si concretizzano in gesti d’amore, la pietà cede il passo all’indifferenza, la divisione tra buoni e cattivi, tra puro e impuro diventa muro, pietra d’inciampo. E si va oltre, si passa accanto all’effige di Dio che giace nel fango senza provare quell'umana compassione che rende la fede vera e credibile. Vivono in noi il sacerdote e il levita, diventano padroni della nostra coscienza e ci rendono perbenisti e bigotti.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 10
don Luciano Vitton Mea
I Settimana del Tempo Ordinario Io sono consapevole che tu, o Dio Padre onnipotente, devi essere il fine principale della mia vita, in maniera che ogni mia parola, ogni mio sentimen-
Il Santo del giorno:
Sant’Ilario di Poitiers Ilario, nato a Poitiers, in Francia, intorno al 315, era un pagano che cercò il senso della vita dapprima nelle dottrine neoplatoniche, poi - dopo la lettura della Bibbia - nel cristianesimo. Nobile proprietario terriero, sposato e con una bim-
ba, poco dopo il battesimo fu acclamato vescovo di Poitiers. Combatté l'eresia ariana attraverso le sue opere, la più famosa delle quali è il 'De Trinitate". Approfondì gli studi anche durante sei anni di esilio. Tornato in sede ebbe come collaboratore il futuro vescovo di Tours, san Martino. Morì nel 367. Pio IX lo ha proclamato Dottore della Chiesa.
Mercoledì 13 Gennaio I Settimana del Salterio
Etimologia: Ilario = gaio, allegro, dal latino. Emblema: pastorale.
Bastone
Agisci
Brano Evangelico: Mc 1, 2939
Gesù è venuto per annunciare il Regno di Dio ed oggi questo compito è affidato a ciascuno di noi: coglierò l’occasione opportuna per annunciare a qualcuno che mi sta vicino, senza vergogna, l’amore di Dio.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Si mone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Si mone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvici nò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li ser viva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non per metteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
Contemplo: Ho sperato nel Signore (Salmo responsoriale)
Quando Gesù sente dire che la suocera di Simone è a letto con la febbre, non dice nulla, ma si av vicina. Neanche la donna proferi sce parola. Gesù la fa alzare e la guarisce. Tutto sembra avvenire
nel più assoluto silenzio, forse in un tacito incontro di sguardi, in cui la sofferenza umana incontra la misericordia di Dio. «Ho spe rato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido» (Sal 39,2).
Non di solo pane Numero 738 pagina 11
Dalla Prima Lettura
Meditiamo la Parola Dio impiega la sua potenza per noi
Primo Libro di Samuele 3,1-10
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore.
Capita raramente che Marco menzioni esplicitamente la preghiera di Gesù. Quasi sempre essa avviene all'aperto e nella solitudine. Della figura di Gesù fanno parte non soltanto i tratti di un'attività incessante, ma anche il tempo per rivolgersi a Dio nella quiete e nel raccoglimento. Gesù, che è lega-
L'episodio di Samuele è di grande utilità per
to a Dio in modo incomparabile e che deve com-
ciascuno di noi. Dio parla sempre e continua-
piere una missione del tutto singolare, si ritaglia
mente ci rivolge la parola: dunque il problema non sta tanto nel chiedersi se egli ci parli o no,
del tempo e si rende libero per trattenersi con Dio.
ma nel modo in cui rispondiamo. Se Dio parla, è
È’ caratteristico della persona di Gesù il fatto di
necessario avere un cuore disponibile all'ascolto
poter disporre liberamente e consapevolmente di
e all'accoglienza della sua volontà. Samuele t'insegna che a Dio interessano persone disponi-
una forza sovrumana. Tutto l'annuncio di Gesù ri-
bili ad ascoltarlo. Come si fa a vivere quest'a-
vela regno e potenza. Egli risponde con i fatti a
scolto se moltiplichiamo continuamente le pa-
questa domanda: chi realmente ha l'ultima parola?
role? Spesso, la nostra preghiera è come un monologo che toglie a Dio la possibilità di pro-
Chi è superiore a tutte le altre forze e poteri? Gesù
nunciare nei nostri confronti parole di pace e di
annuncia che il Dio misericordioso è il Signore po-
salvezza. L'ascolto e la disponibilità sono le
tente, e invita a riconoscerlo con piena fede e fi-
caratteristiche dei veri amici di Dio.
ducia. Le sue azioni di potenza non hanno il loro ultimo significato nel fatto che qualche malato venga guarito: il loro significato non è limitato a un piccolo ambito, a uno spazio ristretto, a poche
Preghiera
persone. Il loro significato invece è quello di mostrare in maniera esemplare la superiore potenza
Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta. Parla, Signore. Non permettere che la mia preghiera sia piena delle mie parole. Riempila tu con la tua Parola, e donami il tuo Spirito, perché mi lasci da essa condurre nell'altrove della conversione. Converti il mio cuore dagli idoli che mi costruisco alla conoscenza del tuo vero Volto!
di Dio, perché tutti possano credere e porre la loro fiducia in lui. Dio è potente e impiega la sua potenza per noi. Quando e in che modo questo avvenga, dobbiamo lasciare che sia lui a determinarlo.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 12
I Settimana del Tempo Ordinario E’ nella chiesa che Gesù continua a compiere i suoi gesti di grazia che sono i Sacramenti.
I Settimana del Salterio
Papa Francesco
Il Santo del giorno: San Dazio Di San Dazio, ventiseiesi mo vescovo di Milano, morto tra febbraio e mar zo 552, va ricordata la carità intelligente e opero sa. Quando nel 535536 una terribile carestia colpì la regione, ottenne dal prefetto, Cassiodoro, di distribuire alla popolazio ne affamata le riserve di grano, custodite a Pavia e Tortona. È il segno di quanto Dazio fosse stima
Agisci Gesù non ha avuto paura di usare il contatto fisico per trasmettere la vicinanza e l’amore. Oggi cercherò di manifestare un po’ più di “calore” nel mio rapporto con gli altri, magari anche con qualche abbraccio in più!
Giovedì 14 Gennaio
to, e insistente nel bussare sino a che non si apre la porta del cuore. Convinto che fosse dovere del ve scovo farsi carico anche delle sofferenze del suo popolo, nel 538 si mise in viaggio per Roma, per convincere Belisario ad inviare truppe contro i Goti, che devastavano la diocesi e l’Alta Italia. Purtroppo, mentre era lontano Milano fu deva stata dai Goti e Dazio non poté più tornare tra i suoi. «Troppi muoiono senza battesimo per l’assenza
del vescovo», scrissero i presbiteri al vescovo, ma questi era a Costantinopo li, coinvolto nello sforzo di salvare la libertà della Chiesa dall’invadenza di Giustiniano, che si picca va di imporre per legge le sue teologie. Ambrogio, invece, insegnava: «Gesù Cristo, nostro Signore, ha ritenuto che gli uomini possano essere obbligati e stimolati a fare il bene, più con la benevolenza che con la paura».
Brano Evangelico: Mc 1, 4045
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginoc chio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo seve ramente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purifica zione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tan to che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rima neva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Contemplo: Salvaci, Signore (Salmo responsoriale)
Il lebbroso che si presenta davanti a Gesù per essere guarito, ha una duplice angoscia: da una parte la malattia fisica, dall'altra l'emargi nazione sociale. Con la guarigio ne, egli è liberato da entrambi i
mali. Preghiamo anche noi il Si gnore, perché ci salvi, ci liberi da ogni male, nel corpo e nell'anima, affinché possiamo ritrovare l'ar monia in noi stessi e con gli altri.
Non di solo pane Numero 738 pagina 13
Meditiamo la Parola
Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 4,1-11
Dio non è magico Meditazione a cura di don Carlo Moro
Non appena l’arca dell’alleanza del Signore giunse all’accampamento, gli Israeliti elevarono un urlo così forte che ne tremò la terra. Quindi i Filistei attaccarono battaglia, Israele fu sconfitto e ciascuno fuggì alla sua tenda. La strage fu molto grande: dalla parte d’Israele caddero trentamila fanti. In più l’arca di Dio fu presa e i due figli di Eli, Ofni e Fineès, morirono.
Il brano mostra una modalità di credere in Dio ancora molto rudimentale del popolo d'Israele. Essi non considerano più l'arca come il segno dell'alleanza, ma come un talismano che, in qualche modo, obbliga Dio a essere presente in mezzo al suo popolo e a garantirne la vittoria. Dio non Si piega a questa mentalità magica venata di superstizione e lascia gli israeliti nelle mani dei loro nemici. Quanti cristiani hanno purtroppo la stessa mentalità! Per essi Dio e un amuleto che ha ti compito di tenere lontani ogni male e disgrazia con qualche preghiera. Si svuota cosi il significato della preghiera e degli stessi sacramenti, ridotti ad amuleti inutili. Non dobbiamo allora ricorrere a Dio nelle nostre difficoltà? Certamente! Ma come figli che hanno un rapporto abituale con il Padre, sono convinti del suo amore e vi corrispondono.
Parroco di Gargnano
Gesù non voleva apparire come un mago. Semplicemente, era venuto a portare il bene sulla terra e quando la sua compassione incontrava la fiducia di un malato, era spinto a restituirgli la salute. Questa volta, s'imbatte in un lebbroso. Quello che la Scrittura indicava come lebbra poteva essere una qualsiasi patologia della pelle, per cui esistevano delle leggi che ordinavano di presentarsi al sacerdote, per confermare la guarigione avvenuta e permettere cosi il reinserimento nella comunità. Il Signore chiede a quell'uomo di seguire la prescrizione della legge, in modo di fare rientrare l'evento nella normalità, per non prestarsi a reazioni che si sarebbero fermate al suo potere taumaturgico, senza leggere il senso del segno che aveva compiuto. Quello che gli esegeti chiamano "il segreto messianico", cioè la costante raccomandazione di Gesù di tacere il miracolo, la sua attenzione a fuggire ogni manifestazione d'entusiasmo delle folle, era necessario perché la sua opera non fosse fraintesa. Dio non è magico. L'importante non sono
Preghiera
i miracoli appariscenti ma l'unico vero miracolo e la capacità data all'uomo di amare "come il Signore
Signore, anche noi abbiamo bisogno di essere purificati. Purifica il nostro cuore dall'idolatria, dai pregiudizi, dalle esclusioni. Allarga a dismisura i suoi confini, perché possa conformarsi al tuo amore che oltrepassa sempre ogni frontiera, nella misericordia e nella compassione. Si, o Signore, confessiamo la nostra fede in te, che lo vuoi e lo puoi fare.
ci ha amati", lavorando quindi per la felicità dei fratelli nella quotidianità e nell'umiltà dei piccoli gesti, dell'attenzione, della compassione.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 14
I settimana del Tempo Ordinario Se io non sono in pace con i miei fratelli, non posso dire Padre a Dio.
I Settimana del Salterio
Papa Francesco
Il Santo del giorno: San Diego de Soto Originario di Toledo, San Diego de Soto, fece il noviziato sotto l’insegnamento di San Serapio martire, allora maestro dei novizi. Apprese da questi l’umiltà e le altre virtù che il maestro sapeva infondere ai suoi allie
Agisci: Spesso Gesù ha usato case private per incontrare persone, annunciare la Parola, compiere miracoli. Se mi sarà possibile metterò a disposizione la mia casa per un incontro di amicizia e preghiera con i miei vicini.
Venerdì 15 Gennaio
vi. Trovandosi a Gra nada per convertire e redimere i prigionieri con grande zelo e fede a Gesù Cristo, fu cattu rato ed imprigionato egli stesso per odio alla religione cattolica. Chiuso in una tetra prigione fu afflitto per molte pene e torture, lasciato senza acqua e cibo si addormentò nella pace del Signore
abbracciato ad una grande croce nell’anno 1237. E’ il secondo martire dell’Ordine Mercedario. L’Ordine lo festeggia il 15 gennaio.
Brano Evangelico: Mc 2, 112
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si ra dunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quat tro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiaro no il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio so lo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Contemplo: Esulto nel tuo nome, o Dio (cf Sal 88,17)
Il salmista reputa beato il popolo che sa acclamare il nome del Si gnore, poiché ha trovato la via della vera sapienza: siamo stati creati da Dio e a lui dobbiamo
tornare. Chi crede in lui cammina «alla luce del suo volto» (Sal 88,16). In qualsiasi circostanza della vita, teniamo il cuore rivolto a Dio, alla sua presenza in noi che ci dà gioia profonda e pace.
Non di solo pane Numero 738 pagina 15
Meditiamo la Parola
Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 8. 4,7
La paura di essere felici Meditazione a cura di don Carlo Moro
«Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non camminano sulle tue orme. Stabilisci quindi per noi un re che sia nostro giudice, come avviene per tutti i popoli». Il Signore disse a Samuele: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro».
Parroco di Gargnano
«La paura di essere felici, talvolta, "paralizza"», diceva un'amica a una persona che soffriva del recente abbandono del fidanzato. Il peccato, in fondo, è un rifiuto di star bene, una diffidenza di fronte al
E’ sempre difficile relazionarsi con un Dio che non si vede e con il quale non si può parlare faccia a faccia. Gli israeliti, proprio come tutti gli altri popoli, vogliono un re che possano vedere e di cui possano udire la voce. Il profeta Samuele cerca di dissuaderli, illustrando loro tutti i pericoli che questo comporta, ma Dio gli dice di ascoltare la loro richiesta e di accontentarli. Ancora una volta è Dio che si adegua alle richieste e alle capacità di ciascuno di noi di comprendere: non ci lascia, ma con pazienza e amore si fa nostro amico e compagno di viaggio. Anche quando siamo noi stessi a rallentare il passo. Nel suo amore provvidente, anche le nostre battute di arresto possono diventare occasione di crescita: restare sempre in ascolto di Dio è fondamentale per saper leggere i passaggi essenziali della propria vita.
dono della vita: irrigidisce le nostre reazioni, facendo di noi dei morti, rinchiudendoci nei nostri gretti orizzonti. E’ sempre la paura, quella di morire, di perdere, di mancare, di soffrire, a indirizzare verso strade negative. Gesù, invece, chiede la fede, la fiducia, come condizione per uscire dalle vie mortifere ed entrare nella guarigione. Vista la fede di quella gente che aveva persino scoperchiato il tetto per portare l'amico davanti a lui, il maestro non può non intervenire. Tuttavia le sue parole sconcertano: chi si arroga il diritto divino di rimettere i peccati bestemmia e poi, soprattutto, il gesto di quelle persone richiedeva una guarigione, non un atto religioso. Perdonandogli, il Signore lo riavvia verso il dono costantemente offerto di un bene più grande. Gesù, con la sua morte e risurrezione, rivela che l’unica cosa da temere è la triste possibilità di scegliere le
Preghiera
vie tortuose dell'egoismo, cioè della menzogna, che
Padre, anche noi abbiamo bisogno che il tuo Figlio torni a pronunciare sulla nostra vita l'imperativo della nostra libertà: «alzati», «risorgi», cammina su vie nuove. Molte false signorie pretendono di impossessarsi delta nostra vita e dei nostri desideri. Donaci occhi aperti per riconoscerle, rendici vigilanti per non cadere nelle loro false illusioni.
genera violenza, sfruttamento, manipolazione, che si ritorceranno contro i loro fautori. Chi crede nella presenza del Risorto nella propria vita, non solo è perdonato, ma può... non peccare più.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 16
spiritualità
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Anno della Misericordia 2015/15
Le opere di misericordia
Introduzione di don Luciano Vitton Mea
"Nessuno è mai stato condannato per non aver cooperato ad abbellire il tempio, ma chi trascura il povero, è destinato alla geenna, al fuoco inestinguibile e al supplizio con i demoni. Perciò mentre abbellisci l'ambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre". Queste parole di San Giovanni Crisostomo ("Omelie sul vangelo di Matteo") ci ricordano che la misericordia è il cuore di tutto il Vangelo, la liturgia fatta vita del cristiano. Come Mosè salì sul monte per ricevere le tavole dei dieci comandamenti , così Gesù sale sul monte per donarci la nuova legge dell'amore, per pronunciare un discorso sconvolgente che supera ogni limite, ogni divieto e abbraccia in maniera incondizionata la misericordia, l'unica norma che esprime l'infinita bontà di Dio.
L'evangelista Matteo ci ricorda che l 'unico criterio di giudizio sulla nostra vita sarà proprio la misericordia, cioè l'amore: " Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Gesù si identifica con tutti coloro che soffrono; i poveri diventano il suo sacrario, i suoi rappresentanti su questa terra. Egli porta così a compimento ciò che già nella tradizione rabbinica era velatamente presente. Sottolinea giustamente Anselm Grum: " Nell'interpretazione ebraica dei testi dell'Antico Testamento, il Talmúd, l'essere umano viene regolarmente esortato a seguire Dio, che visita gli ammalati (Abramo a Mamre) e veste gli ignudi (Adamo) e seppellisce i
morti (Mosè) . La teologia rabbinica distingue le `opere d'amore' dalle elemosine. Le elemosine si riferiscono a sovvenzioni in denaro. Le opere d'amore, invece, sono opere che esigono l'impegno di tutta la persona. Secondo un testo ebraico, il mondo poggia su tre colonne: la Tórah, il culto e le opere d'amore. E in base alle opere d' amore si decide anche se l'ebreo pio resiste al vaglio del giudizio". Le opere d'amore che Gesù elenca nel giudizio universale vengono codificate dalla Tradizione in sette opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare i carcerati, visitare gli infermi, seppellire i morti. Già i Padri della chiesa, però, avevano dato alle opere d'amore non solo una valenza materiale ma anche spirituale. San Agostino distingue chiaramente le opere di bene che riguardano il corpo da quelle che riguardano l'anima; nel Medioevo questa duplice divisione viene ulteriormente sviluppata e approfondita aggiungendo alle sette opere di misericordia corporale altrettante sette opere di misericordia spirituale; San Tommaso spiega queste quattordici opere come virtù della carità. Nelle prossime catechesi approfondiremo queste regole d'amore abbinando ad ogni singola opera di bene che riguarda l’anima la corrispettiva opera di bene che riguarda il corpo.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 17
I Settimana del Tempo Ordinario Quando i cuori si aprono al Vangelo, il mondo comincia a cambiare e l’umanità risorge!
I Settimana del Salterio
Papa Francesco
Il santo del giorno:
San Marcello I papa Papa per otto anni, muore nel 304. Ha contrasti e ostilità da parte di molti, ma riesce a resistere, salvando l'autorità pontificia e rivendicandone la piena libertà d'azione. Alcuni dicono che sia martire,
Agisci Se non mi sento malato non cerco un medico. Se non mi sento peccatore non cerco Gesù. Maria, aiutami oggi a prendere coscienza del mio peccato e della mia lontananza da Dio, perché il mio cuore si apra alla sua salvezza.
Sabato 16 Gennaio
ma non è certo. Deve contrastare l'eresia dei donatisti e altri errori che cominciano a serpeggiare all'interno della chiesa. Sant'Agostino difende la memoria di san Marcellino e dei suoi collaboratori, sostenendone la santità di vita. I documenti antichi lo indicano nella serie dei primi papi e lo pongono accanto a Lino
e Anacleto. Sono attribuiti al nostro santo alcuni decreti non da tutti approvati e condivisi, ma gli storici ne hanno accertato la falsità. La figura di san Marcellino esce limpida al vaglio della storia; il suo culto è molto antico.
Brano Evangelico: Mc 2, 1317
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del me dico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i pecca tori».
Contemplo : Seguimi! (Mc 2,14)
Colui che noi giudichiamo da condannare (il disonesto esattore delle tasse), Gesù lo considera un malato da curare, una persona da salvare. Da ciò comprendiamo come i nostri giudizi siano lonta
ni dai suoi. Gesù gli dice: “Seguimi!”. Matteo si alza e lo segue. E’ la parola che sentiamo oggi rivolta anche a noi, e sareb be bello se, anche noi, spoglian doci della nostra presunta giusti zia, lo seguiamo sulla via del vangelo.
Non di solo pane Numero 738 pagina 18
Meditiamo la Parola
Dalla Prima Lettura
Un Dio che ci spiazza
Primo Libro di Samuele 9,1-4.17-19
Meditazione di don Carlo Moro Parroco di Gargnano
Saul si accostò a Samuele in mez zo alla porta e gli chiese: «Indicami per favore la casa del veggente». Sa muele rispose a Saul: «Sono io il veggente. Pre cedimi su, all’altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò domani mattina e ti darò indicazioni su tutto ciò che hai in mente. Di buon mattino, al sorgere dell’aurora, Samuele prese l’ampolla dell’olio e la versò sulla testa di Saul.
Gesù sta proprio andando fuori dal seminato. Ha compiuto molti segni e va bene: anche i profeti hanno agito così. Ma poi ha preteso di avere la facoltà di rimettere i peccati e ora insiste nel dire che la salvezza è destinata ai peccatori. Come può Dio voler salvare dei peccatori? Certo non lo farà
Saul ha tutte le prerogative per essere il primo re d'Israele. Samuele lo unge con olio, secondo una tradizione antichissima, e Dio lo investe del suo Spirito di saggezza. Sembra proprio che il popo lo abbia avuto quanto chiedeva: attraverso il profeta il Signore stesso sceglie il nuovo re e lo pone a capo della sua gente. Dio non ritira la sua grazia, anche quando Saul inizierà a mostrare la sua vera personalità. Questo, per noi, è davvero consolante: non c’è infedeltà o peccato che pos sa impedire a Dio di amarci e di credere in noi. Egli non si pente delle sue scelte, che sono fatte da sempre e per sempre. Questa consapevolezza stimola in noi il desiderio di rispondere alla sua grazia con la perseveranza e la fedele sequela, così da ricambiare con gioia un amore tanto grande nei nostri confronti.
quel Dio da cui gli scribi si aspettavano venisse il messia, un grande re in grado di ridare gloria e splendore al popolo eletto: come potrebbe esserci posto, in una nazione santa, per dei peccatori? Il Dio predicato da Gesù spiazza le aspettative dei giusti, il Regno che questi annuncia non è quello tanto sospirato. A chi si aspettava che il Signore venisse a premiare i giusti, viene consegnata la rivelazione di un Dio che apre la porta della sua casa a tutti, specialmente ai peccatori. Gesù chiama a se pubblicani e peccatori perché sa che, più di tutti, essi sapranno apprezzare l'amore gratuito di Dio, a differenza dei giusti che intendono barattare il bene compiuto con una felicità per pochi. La parola del vangelo ci incoraggia: il peccato non deve mai farci disperare. Ne il peccato
Preghiera
Padre, anche noi abbiamo bisogno che il tuo Figlio torni a pronunciare sulla nostra vita l'imperativo della nostra libertà: «alzati», «risorgi», cammina su vie nuove. Molte false signorie pretendono di impossessarsi delta nostra vita e dei nostri desideri. Donaci occhi aperti per riconoscerle, rendici vigilanti per non cadere nelle loro false illusioni.
del fratello può mai essere una scusa per discriminarlo: Dio infatti cambia il peccato in occasione per ottenere e offrire il perdono. Se nell' umiltà sapremo riconoscerci peccatori, la mano di Dio sarà sempre tesa verso di noi per chiamarci vicino a lui.
Non di solo pane Numero 738 Tempo Ordinario pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Anno XV- n. 738 Domenica 10 Gennaio 2016 Chiuso il 05/01/2016 Numero copie 1470
333/3390059 don Luciano
Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea
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Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
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