Non di Solo Pane n°739 - 17 Gennaio 2016

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Non di solo

PANE Sussidio di preghiera per la famiglia

Domenica 17 Gennaio 2016 Tempo Ordinario

Anno XV - n°

E l’acqua si mutò in vino... Settimanale di preghiera

739


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Gennaio 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Gennaio Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Cuore divino di Gesù,

Intenzione del Santo Padre Perché il dialogo sincero fra uomini e donne di religioni differenti porti frutti di pace e di giustizia.

io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

Intenzione missionaria Perché mediante il dialogo e la carità fraterna, con la grazia dello Spirito Santo si superino le divisioni fra i cristiani. Intenzione dei vescovi Per la conversione dei fautori di ogni forma di terrorismo di corruzione e di illegalità. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia nella costruzione della civiltà dell'amore.

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II Domenica del Tempo Ordinario L’amore di Gesù non delude mai, perché Lui non si stanca di amare, come non si stanca di perdonare. Papa Francesco

Il santo del giorno:

Beato Enrico da Comentina La famiglia Comentina (o dei Comentini) nei secoli XII­XIV possedeva ad Asti varie case ed un pa­ lazzo, di cui esiste ancora la torre, oggi detta di san Bernardino, in stile gotico con merlatura ghibellina a coda di rondine, forse la più alta torre del Piemon­

Agisci La parola di Dio è sempre parola di vita, anche quando sembra chiedermi qualcosa di difficile o di incomprensibile. Oggi mi farò obbediente alla parola e cercherò di viverla con coerenza nella mia giornata.

Domenica 17 Gennaio II Settimana del Salterio

te. Enrico dapprima fu presso la corte papale di Avignone – residenza dei papi dal 1309 al 1376 ­ c on l ’ i n c a r i c o d i “Uditore” pontificio, poi ebbe l’incarico di Legato papale in Asia Minore e Patriarca di Costantinopo­ li. Fu decapitato a Smirne dai Turchi il 17 gennaio 1345, mentre celebrava la santa messa. Il suo corpo fu traslato ad Asti nel 1392. Oggi riposa nella cattedrale, sotto l’altare del Santissimo Sacramen­

to, dove fu traslato dalla chiesa di San Francesco nel 1801. Viene esposto alla pubblica venerazione nei tempi di calamità at­ mosferica (siccità o inon­ dazioni), perché secondo la tradizione (che ha rece­ pito elementi leggendari), l’urna con il suo corpo sarebbe stata salvata dalle acque in burrasca nel trasporto dall’Oriente nella città di Asti. Per questo è popolarmente invocato come il “santo dell’acqua”.

Brano Evangelico: Gv 2, 11­11

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Ge­ sù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazio­ ne rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirige­ va il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavo­ la il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Contemplo: Gesù manifestò

la sua gloria (Gv 2,11) «Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno vino" (Gv 2,3). Gesù fa riempire sei anfore d'acqua e quando i servi vi attingono

trovano in realtà del vino. Gesù manifesta così la sua gloria, che è amore, compassione, grazia che trasforma l'acqua della nostra natura umana nel vino nuovo che dà vita e vera gioia.

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P a g i n e

Segno dell’amore di Dio

L’umile contenuto delle giare Di don Luciano Vitton Mea

Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea...venne a mancare il vino. Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei giudei. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le giare". E l'acqua divenne vino.

La tavola è imbandita per le nozze, ma il vino è finito. La situazione diventa imbarazzante soprattutto per gli sposi che rischiano di fare una brutta figura proprio nel giorno in cui sono in festa per il loro matrimonio. Maria si accorge, interviene e ordina agli inservienti di fare tutto quello che gli verrà detto da Gesù. L’acqua delle giare diventa vino, e Gesù compie il primo miracolo dando così inizio, secondo

Giovanni, al suo ministero pubblico. Infatti le nozze di Cana sono il primo di sette miracoli, sette segni che il Vangelo di Giovanni riporta come anticipo dei beni futuri, segni che rimandano ad altri segni. È evidente che il matrimonio celebrato in Cana di Galilea diventa metafora dell’unione tra Dio e gli uomini, tra la divinità e l’umanità. Durante la celebrazione della santa Messa il sacerdote, mettendo qualche goccia di acqua nel vino, dice: «L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione alla vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana». Dio, nell’umiltà del presepe, diventa uomo per innalzare la natura umana ad una nuova dignità. L’acqua posta nelle giare è poca cosa, come misera è la nostra natura umana; ma Gesù trasforma l’umile contenuto delle giare in vino, così come innalza

b i b li c h e

la nostra condizione di servi alla dignità di figli. Il vino di Cana è per noi segno dell’amore di Dio, segno della sua tenerezza, della sua sollecitudine, della sua paterna bontà. Questa carità divina trasforma anche il cuore dell’uomo, guarisce le ferite dell’anima, ci dona la capacità di essere buoni. Sì, è bello pensare che questa acqua trasformata in vino è segno d’amore e che questo miracolo avviene proprio durante le nozze di due giovani che coronano il loro sogno d’amore. “Fate quello che vi dirà!” Chi ascolta la parola di Dio si trasforma, rimane uomo ma nello stesso tempo diventa figlio nel Figlio, assume una dimensione divina. Il maestro di tavola attinge acqua dalle giare ma sulle sue labbra acquista il sapore di vino, diventa vino. Così l’uomo che vive in Dio diventa per gli uomini opera divina, segno di un mondo nuovo, di una bontà che non avrà mai fine.

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P a g i n e

L’angolo della misericordia Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.

Simeone Nuovo Teologo L’Oriente cristiano, con la Preghiera del cuore di Gesù e la tradizio­ ne esicasta, ha sempre avuto il tema della misericordia al centro della propria riflessione spirituale: il dono delle lacrime, che segue il rico­ noscimento del peccato personale confessato a Dio con il cuore since­ ro, ne è l'espressione più sentita. Tra gli autori di questa tradizione spicca Simeone, che visse tra il 949 e il 1022: di lui colpisce, a di­ stanza di mille anni, la modernità della riflessione orante, qui espres­ sa in una citazione dagli Inni.

Dispensatore di beni, fammi grazie di vincere le prove Ti ringrazio, o Signore, delle prove che soffro ingiustamente: se invece sono giuste, che mi siano di soddisfazione dei peccati come purificazione dei miei troppi peccati, o Cristo. Non permettere, un giorno, sofferenze che oltrepassino le mie forze, sia in prove sia in tribolazioni, ma concedimi la grazia di superarle, o Dio mio, e la forza per poter accettare le amarezze. Tu infatti dall'inizio dei tempi sei il dispensatore dei beni su coloro che si prostrano, nel cuore, alla tua potenza, com'è giusto, offrendo loro i doni della fede, delle opere e delle buone speranze, e tutti i doni del divino e adorabile Spirito tuo, o Dio di misericordia, ora e sempre e in ogni tempo, per i secoli dei secoli. Amen.

b i b li c h e

Preghiamo la Parola

Egli ti corre incontro, perché già ti ascolta mentre stai riflettendo tra te e te nel segreto del cuore. Quando poi ancora sei lontano, ti vede e si mette a correre. Egli vede nel tuo cuore, accorre perché nessuno ti trattenga, e per di più ti abbraccia. Nel correre incontro c'è la prescienza, nell'abbraccio la sua misericordia e direi quasi la viva sensibilità dell'amore paterno! Gli si getta al collo per sollevare chi giaceva a terra e per fare sì che chi già era oppresso dal peso dei peccati e chino verso le cose terrene, rivolgesse nuovamente lo sguardo al cielo, ove doveva cercare il proprio creatore. Cristo ti si getta al collo, perché ti vuole togliere il peso della schiavitù dal collo e importi un dolce giogo. Sant’Ambrogio

Preghiera

Signore Gesù, tu sei la rivelazione ultima di Dio e dell'uomo, l'acqua viva che zampilla eternamente. Eppure noi preferiamo dissetarci alle cisterne screpolate delle nostre false sicurezze. Ma niente ci sazia in profondità e il vuoto si dilata in noi a dismisura. Insegnaci ad accostarci alla tua Parola, sostanza vitale dell'anima nostra e guida sicura al nostro cammino.

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II Settimana del Tempo Ordinario Dio è padre amoroso che perdona sempre, che ha un cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi

Lunedì 18 Gennaio

impariamo ad essere misericordiosi con tutti. II Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

Beata Regina Protmann La beata Regina Prot­ mann nacque nel 1552 a Braniewo nella regio­ ne polacca settentriona­ le della War mia (Ermland), geografica­ mente vicina e storica­ mente legata alla Ger­ mania, in cui infuriava a quel tempo la Rifor­ ma protestante. A 19

Agisci

importante

nel

cammino di fede: rafforza la nostra volontà e ci rende più disponibili ad accogliere la parola. Oggi digiunerò privandomi di qualcosa a cui tengo.

to il miracolo che ha portato, nel 1999, alla beatificazione della fondatrice, morta nel 1613. Martirologio Romano:

A Braunsberg in Prussia, beata Regina Prot­ mann, vergine, che, presa d’amore per i poveri, si adoperò mol­ to al servizio dei biso­ gnosi e fondò la Con­ gregazione delle Suore di Santa Caterina.

Brano Evangelico: Mc 2, 18­22

Il digiuno è una pratica

anni lasciò la ricca casa paterna per iniziare con due compagne una vita comunitaria ispirata a santa Caterina di Ales­ sandria e dedita all'assi­ stenza verso malati e poveri, nonché all'edu­ cazione delle giovani. Era il primo nucleo delle Suore di santa Caterina vergine e mar­ tire. Oggi sono presenti con 120 comunità in diverse nazioni del mondo, tra le quali il Brasile, dove è avvenu­

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con lo­ ro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneran­ no. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peg­ giore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

Contemplo: La parola di Dio è viva

(Eb 4,12)

La parola di Dio, che è definita «viva ed efficace» (Eb 4,12), si è fatta carne, è venuta ad abitare in mezzo a noi, è il Signore Gesù, Verbo di Dio e vero sposo dell'u-

manità. La Chiesa e ogni fedele, membro del suo corpo, è come una Sposa «fidanzata» a Cristo Signore, per formare con lui un solo Spirito. Per questo seguiamo il Signore là dove ci vuole condurre, in piena docilità alla sua volontà.

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Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 15,16-23

L’obbedire è meglio del sacrificio. Poiché hai rigettato la parola del Signore, egli ti ha rigettato come re.

A Dio non interessano le nostre imprese, per quanto belle e magnifiche possano esse­ re, nemmeno se esse sono compiute per lui. Quello che gli interessa davvero è il nostro cuore, soprattutto quando si mostra docile e aperto a fare la sua volontà. Dio sa che quando c'è questa disponibilità di cuore egli si può fidare del suo prescelto, e può affi­ dargli missioni importanti. Dunque, il se­ greto è anzitutto l'ascolto della Parola di Dio e la docile adesione della vita, anche quando essa si rivela esigente. Obbedire non significa interpretare ciò che Dio vuole, ma eseguire i suoi comandi nel modo in cui egli li manifesta attraverso i canali ordinari. Sono belle le grandi imprese, ma tu cerca piuttosto di fare ciò che Dio vuole da te nel­ le piccole cose di tutti i giorni.

Preghiera

Signore, immersi in un mondo assordante e incapace di ascolto, noi ti chiediamo di sanare il nostro cuore per poter sentire ancora oggi la tua Parola. Ti chiediamo anche di poterla vivere senza glosse e totalmente. Noi crediamo che la tua Parola non inganni; la tua Parola è la fonte a cui attingere la nostra verità di uomini e donne. Amen.

Medita La Parola

Strappi e rattoppi Meditazione di Fiorella Elmetti

In questo esempio molto concreto e "quotidiano" usato da Gesù c'è un insegnamento per la vita spirituale. Nella vita si commettono errori, si provocano degli "strappi", e talvolta si cerca di rimediare con superficialità o poca coerenza. Magari abbiamo promesso qualcosa che poi non abbiamo saputo mantenere e cerchiamo di giustificarci con bugie e accomodamenti. Oppure, se abbiamo offeso qualcuno, tentiamo di rimediare elargendo lodi insincere; si tratta di "rammendi" che addirittura peggiorano gli "strappi", e non è saggio continuare così. Si dice che "le bugie hanno le gambe corte" oppure che "tutti i nodi vengono al pettine". Così, quando non si vive come si pensa, si finisce col pensare come si vive. La coerenza e la trasparenza di vita non vanno di moda: la tentazione delle scorciatoie che, però, portano a vicoli ciechi, è sempre a portata di mano. Si presentano spesso come soluzioni immediate, ma alla fine "si pagano le fatture con gli interessi". Gesù chiude il suo intervento con queste parole: «vino nuovo in otri nuovi». Noi possiamo tradurre queste parole come "parola nuova in cuore nuovo". Il vangelo è la buona novella, la parola nuova che ha bisogno di cuori nuovi che la accolgano e di una vita nuova che la metta in pratica. La creatività dello Spirito Santo è sempre nuova e sa adattarsi ad ogni situazione, ma richiede un cuore nuovo per poter realizzare l'opera nuova della salvezza, della liberazione interiore. La vita evangelica è caratterizzata dalla trasparenza, dalla semplicità e dalla gioia. Tutto ciò che non ha queste caratteristiche è vita vecchia, marcia, fatta di bugie e inganni, e i suoi frutti sono come gli otri vecchi, rotti, vuoti, incapaci di contenere e conservare il vino nuovo della vita in Cristo.

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II Settimana del Tempo Ordinario L’azione pastorale dovrebbe essere avvolta dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Remigio Vescovo Ar c i ve s c o v o di Reims in Francia. È un personaggio mol­ to importante nella storia francese; si deve a lui la conver­ sione di Clodoveo e di conseguenza la cristianizzazione del­ la Francia. Troviamo san Remigio all'ini­ zio della storia cri­

Martedì 19 Gennaio II Settimana del Salterio

stiana della Gallia. Da arcivescovo di Reims si dedica mol­ to alla diffusione del vangelo; fonda diver­ se diocesi, forma il clero, interviene au­ torevolmente per fer­ mare i barbari e, co­ me si è detto, avvici­ na alla fede il futuro re dei Franchi, inco­ raggiandolo a sposa­ re la regina cattolica Clotilde. Il battesimo di Clodoveo, la notte

di Natale, nella catte­ drale di Reims, è uno degli eventi più fa­ mosi della storia francese. Molte leg­ gende sono fiorite attorno a san Remi­ gio, ma il nucleo sto­ rico è quello che ab­ biamo ricordato. San Remigio è uno dei santi più importanti di Francia.

Brano Evangelico: Mc 2, 23­28

Agisci Viviamo in una cultura che tende molto alla superficialità, dove ciò che conta è quello che appare. Oggi mi impegnerò a vivere i miei rapporti con gli altri andando oltre l’apparenza e cercando di incontrarli in profondità.

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

Contemplo: II sabato è fatto per I'uomo (Mc 2,27) Ciò che conta agli occhi del Signore non è l'osservanza esteriore della legge, ma l'orientamento del cuore dell'uomo. La legge è lì per dirigere e illuminare, per

ordinare i desideri, non per opprimere e paralizzare. Il fine a cui tende la legge è l'amore, che esige la conversione del cuore. Riconoscersi poveri davanti a Dio è più vantaggioso che ripetere gesti esteriori che favorirebbero la presunzione di essere santi.

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Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 16,1-13a

Samuèle unse Davide in mezzo

Medita la Parola

Nel mio deserto Meditazione di don Luciano Vitton Mea

ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su di lui.

Quando si percorre il deserto, quando la terra è

Dio invita il profeta Samuèle a non di­

arida, non si può digiunare, si strappano le spighe che si riescono a trovare, si spigola il campo dove i

spiacersi per il fatto che Davide prenderà il posto di Saul; ciò che a prima vista sembrerà un ripudio, in realtà si dimostrerà essere una benedizione per tutto il popolo eletto: Israele

covoni sono già stati posti nei granai. I poveri vedono la presenza del Signore nel poco che riescono a racimolare, anche di Sabato. Le miserie spirituali

conoscerà, grazie al re Davide, un periodo di

richiedono la costante presenza di Dio, tutti i giorni sono santi per chi mendica un tozzo di miseri-

grande splendore e unità. Spesso anche noi

cordia. Quando si rincorre Dio per toccargli un

siamo vittime dei nostri rimpianti: anche a

lembo del mantello non si ha tempo di rinchiuderlo nel bozzolo di un precetto, nell’astratta definizione di un concetto teologico. Solo chi possiede dei campi, un raccolto sicuro può decidere i giorni del raccolto; chi non possiede deve accontentarsi di

noi Dio dice di non versare più lacrime e di non sprecare più il tempo attendendo situa­ zioni che non torneranno più e che sono del tutto passate. Piuttosto, siamo invitati ad a­ prirci alla continua novità che è l'amore di Dio. Certe strade che ormai sembrano chiuse, in realtà sono il preludio di nuovi cammini: tutto sta ad avere il coraggio di percorrerli con la fiducia in Dio.

raggranellare quello che può. Fin che posso cerco di godere della presenza dello sposo, finché la sua presenza non è del tutto offuscata in me, strappo le spighe del campo, mangio, come i cagnolini, di quel che cade dal suo Santo Altare. Anche Davide, quando ebbe fame, mangiò del pane dell’offerta; io sono nel bisogno, in un perenne bisogno, non posso aspettare le prime luci del giorno dopo. Non posso comunicare con l’Infinito attraverso le belle

Preghiera

Signore, cosa conta veramente al nostro sguardo? Siamo attirati da ciò che è effimero e dimentichiamo spesso ciò che è sostanziale e quindi irrinunciabile. La tua Parola apra il nostro sguardo e ci conduca dalla dispersione all'unità, dalla superficialità all'interiorità, dal semplice vedere all'intuizione della verità che dimora in ogni uomo.

idee che mi sono fatto di Lui. Sono vuoto. Il deserto, solo la sabbia arroventata dal sole mi sta dinnanzi, si perde negli angusti orizzonti del mio essere, di questo niente che tende le sue mani vuote per ricevere le poche spighe che scivolano dal carro dell’eterna misericordia. E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”. Dio passa nel cuore e non nella testa, passa nel mio deserto, non nell’oasi delle umane perfezioni.

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Pagine bibliche

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Anno della Misericordia 2015/16 Catechesi sulla parabola del buon samaritano

L’icona dell’amore di Dio di don Luciano Vitton Mea

E chi è quel Samaritano se non lo stesso Salvatore? O chi fa maggiore misericordia a noi, quasi uccisi dalle potenze delle tenebre con ferite, paure, desideri, furori, tristezze, frodi, piaceri? Di queste ferite solo Gesù è medico; egli solo sradica i vizi dalle radici. Clemente Alessandrino

Gesù è il Buon Samaritano disceso dalla Gerusalemme celeste per salvare l’umanità esanime e ferita che giace ai bordi della strada, avvolta dalle tenebre del male e della cattiveria. Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda sulla via che scende verso Gerico. La strada è la cattedra di Ge-

sù, il luogo dove Dio manifesta la sua presenza, diventa medico dei corpi e delle anime. Lungo la strada Gesù annuncia la “buona novella”, guarisce i malati, scaccia i demoni, incontra pubblicani e prostitute; la strada è l’itinerario della misericordia divina. Dio è sempre sulla strada. La strada è il Santuario, dove Gesù ci educa. È un Santuario senza archi, colonne e altari, che non esclude i numerosissimi Santuari di pietra, elevati per glorificare Dio nella santa dimora. Scrive David Turoldo: «Gli eventi più significativi del Vangelo si avverano sulla strada… Perciò il nostro Dio è sempre

sulla strada, magari in agguato, nascosto dietro i tornanti; con la sensazione che qualche volta arrivi in ritardo; e altre volte invece ti precede o ti venga incontro… Tutto avviene sulla strada, neppure in un crocicchio, sulla strada ove passano tutti: strada unica, dove si è "costretti" a passare» (Anche Dio è infelice, Piemme, p. 76). Il Card. J. Ratzinger sottolinea nel suo libro “Gesù di Nazareth dal battesimo alla trasfigurazione”: “Se la vittima dell'imboscata è per antonomasia l'immagine dell'umanità, allora il samaritano può solo essere l'immagine di Gesù Cristo. Dio stesso, che per noi è lo straniero e il lontano, si è incamminato per venire a prendersi cura della sua creatura ferita. Dio, il lontano, in Gesù Cristo si è fatto prossimo”. L’immagine di Gesù, buon samaritano, diventa l’icona dell’amore di Dio, di Colui che “viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza”.

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don Luciano Vitton Mea


II Settimana del Tempo Ordinario In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Sebastiano Martire romano, con Pietro e Paolo è uno dei protettori della città e del popolo romano. Sebastiano è un solda­ to, capo di una corte imperiale; nessuno pe­ rò sa della sua fede. Viene alla luce quando si accorgono che si dedica con fervore ad aiutare i poveri e i car­ cerati. Scoperta la sua

Agisci Un cuore indurito, incapace di amare è il più grosso ostacolo che possiamo porre a Dio. Com’è il mio cuore?

Mercoledì 20 Gennaio II Settimana del Salterio

fede, è condannato ad essere trafitto dalle frecce. Muore nella persecuzione di Dio­ cleziano; il suo corpo è gettato nella cloaca massima, viene recu­ perato e conservato nelle catacombe degli apostoli, che dal IX secolo si chiamano appunto Catacombe di San Sebastiano. È pa­ trono dei vigili urbani e di altre categorie di soldati. Anche D'An­

nunzio ha scritto un'o­ pera sul martirio di san Sebastiano, musicata dal celebre Debussy. Un martire celebre ri­ cordato in molte città e nazioni come uno dei grandi martiri della fede. Molte le chiese, come pure i musei, che conservano una tela rappresentante san Se­ bastiano colpito dalle frecce.

Brano Evangelico: Mc 3, 1­6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Contemplo: Benedetto il Signore, mia roccia (Salmo responsoriale)

Ti ringraziamo e ti benediciamo, Signore, poiché non ci ab ­bandoni nelle nostre necessità. Ci chiami alla tua presenza, ci indichi la via della compassione, del bene, dell'amo-

re. Tu guarisci il nostro intimo, e vuoi che, a nostra volta, siamo luce e compassione per il nostro prossimo. Ti rendiamo grazie, Signore, nostra roccia di salvezza, poiché con te siamo sicuri di non smarrire la retta via.

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Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 17.32-33.37.40-51

Medita La Parola

Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la

Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Certi sguardi uccidono

pietra. Questo brano ci ricorda l'eterna verità che è sempre bene tenere a mente: non sono la forza o la furbizia che ci fanno vincere le battaglie più rischiose nella vita. Sono piuttosto la fiducia in Dio e la consapevo­ lezza di combattere per lui e con lui. Egli non abbandona mai coloro che si fidano di lui e spesso anche tu ti rendi conto che, di fronte a certe situazioni disperate, il suo intervento ti salva e ti dà la vittoria al di là delle tue forze e delle tue possibi­ lità. Sconfiggerai nemici ben più perico­ losi di Golia e ben più potenti dei popoli più forti, se solo avrai il coraggio di ripor­ re la tua speranza in Dio. Altrimen­ti, an­ che se tu avessi tutte le armi migliori, ma con­fidassi soltanto nelle tue capacità, saresti destinato a fallire miseramente.

Preghiera

Signore Gesù, dopo la tua passione e morte sei stato esaltato dal Padre e hai ricevuto un nome che è al di sopra di ogni altro nome. Tu sei il Signore del cielo e della terra. Noi vogliamo camminare nella tua signoria, perché abbiamo capito che in te possiamo trovare la vera libertà. Alla scuola del vangelo formaci alla fede, sostieni la nostra speranza e alimenta con il tuo Spirito quella carità che tu rinnovi nell'eucaristia.

E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. “Creandomi Dio si è creato un giudice”. Come sono vere queste parole di don Primo Mazzolari. Il brano evangelico è una triste conferma di come l’uomo sappia con estrema facilità giudicare e condannare. Sarebbe semplicistico ridurre e confinare il processo di Gesù tra le fredde mura del Sinedrio. Tutta la vita del Figlio di Dio e del Figlio dell’uomo è stata un giudizio, un celato processo, una sentenza già scritta ancor prima di essere pronunciata. E il giudizio nasce nel cuore e si rivela nello sguardo. “ … e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo”. Certi sguardi uccidono perché esprimono una condanna. Non si osserva per conoscere, per scorgere il bene ma per trovare un pretesto, una conferma ad una condanna già scritta nel cuore. Dio guardato, spiato, osservato dagli uomini. Quale bestemmia. Eppure questo oltraggio ci rivela la grandezza dell’amore divino. L’Antico Testamento ci insegna che l’uomo non può vedere Dio, non lo può osservare e scrutare altrimenti morirebbe. L’uomo non può alzare gli occhi e fissare la grandezza di Dio, la sua luce accecante, lo splendore della sua immensa bellezza. Narra una leggenda che il peccato di Lucifero è stato proprio questo: fissare Dio, voler incrociare il Suo sguardo, immergere i suoi occhi in quelli di Dio. Ed è precipitato. Dio per farsi guardare dagli uomini, privilegio non concesso agli Angeli, si è fatto uomo, è diventato piccolo piccolo, fragile fragile, debole debole. Ed è stato giudicato, condannato, ucciso. Volendo guardare la sua creatura con occhi umani Dio ha firmato la sua condanna. E’ stato condannato, durante tutta la sua vita pubblica, per riscattarci dal peccato e salvarci. Ci ricorda sempre don Primo Mazzolari: “Il peccato è Dio giudicato dagli uomini”. Non dimentichiamolo mai: quando giudichiamo diventiamo carnefici, giudicando il fratello bestemmiamo Dio perché solo Lui è il sommo giudice. Nessuno può permettersi il Suo posto. Ecco perché quando giudichiamo pecchiamo: perché indirettamente giudichiamo l’operato di Dio, ci impossessiamo di ciò che non ci appartiene.

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II Settimana del Tempo Ordinario C’è una strada contraria a quella di Cristo: la mondanità! Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Sant’Agnese Martire romana del III secolo, elogiata da molti padri della chie­ sa per il suo coraggio e le sue virtù. È una fanciulla romana, ad­ ditata come esempio della gioventù cristia­ na; anche oggi è presa a modello da alcune organizzazioni catto­ liche giovanili e fem­

Giovedì 21 Gennaio II Settimana del Salterio

minili come le Figlie di Maria. Muore durante la per­ secuzione: torturata per ottenere la rinun­ zia della fede, resiste con la forza di Dio, vince sul peccato, ac­ cetta la morte con fi­ ducia e con gioia. Molti sono i racconti antichi del martirio di sant'Agnese; molti i miracoli a lei attribui­ ti sin dall'antichità. La data del martirio è

fissata al 21 gennaio. Oggi si benedicono gli agnelli, con la cui lana le monache be­ nedettine di Roma fanno quelle strisce bianche chiamate pal­ lio, l'insegna dei ve­ scovi metropoliti, che il papa dona il 29 giu­ gno di ogni anno.

Agisci

Brano Evangelico: Mc 3, 7­12

Spesso i vangeli ci riferiscono di Gesù che si ritirava in luoghi appartati per pregare e recuperare le forze. Oggi troverò un tempo sufficientemente ampio di silenzio e preghiera per unirmi a Cristo e rinvigorire il mio impegno di testimonianza.

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo se­ guì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti ave­ vano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Fi­ glio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Contemplo: Ne aveva guariti

molti

(Mc 3,10)

Gesù si è fatto carne nella miseria dell'uomo per annunciare l'amore e liberare gli uomini dalla sofferenza e dalle forze del male. Anche noi, nell'evangelizzazione, dobbiamo imitare

Cristo nella sua incarnazione, discendere fino all'altro per accoglierlo com'è, mettendoci nel suo cuore, là dov'è ferito, e cercando nel nostro cuore, là dove anch'esso è ferito, le parole da dire.

Non di solo pane ­ Numero 739 ­ pagina 13


Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 18,6-9; 19,1-7

Medita la Parola

Una barca, il suo posto Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Saul, mio padre, cerca di ucciderti. Un veleno sottile, che spesso circola anche nella nostra vita, è proprio quello dell'invidia. Saul, nella consapevolezza che ormai Davide lo sta inesorabilmente spodestando dal trono, decide addirittu­ ra di eliminarlo fisicamente senza ren­ dersi conto che tale sentimento distrutti­ vo lo porterà alla follia. Quanto spazio ha nella tua vita il sentimento dell'invi­ dia? Anche tu ti fai guidare, in maniera più o meno consapevole, da questo ve­ leno che piano piano uccide anche le relazioni più forti e le amicizie più sal­ de? Qualora tu trovassi nel tuo cuore questo sentimento negativo, cerca di sradicarlo con forza prima possibile: solo così farai l'esperienza di sentirti libero e non più condizionato e le tue relazioni fraterne saranno equilibrate e serene.

Preghiera

Signore Gesù, donaci una nuova capacità di amare per poter abbracciare nel silenzio del cuore la vita dei nostri fratelli; una vita talora attraversata dal peccato e dalla fragilità. Sì, è solo nell'amore che impariamo ad ascoltare e tacere, a parlare e comunicare nel pieno rispetto dell'altro, nella gioia dell'incontro fraterno.

Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca.

Una barca. Quanti insegnamenti possiamo trarre da quella barca che è diventata, suo malgrado, il piccolo pulpito da dove Gesù ammaestra le folle. Innanzitutto una barca è sempre ormeggiata, ben attraccata alla riva. Così è la vita dell’uomo. Deve essere ancorata a dei punti fermi, a dei valori saldi e precisi. Senza un porto finiamo per cadere in balia di noi stessi, delle nostre passioni, delle intemperie che l’umana esistenza porta con sé. Abbiamo bisogno di un piccolo porto dove rifugiarci quando le ombre della sera si confondono con le scure acque del lago. Una barca non prende mai il largo da sola, senza un timoniere, senza qualcuno che la guidi verso il largo, la dove le reti scivolano nelle profondità dell’abisso. La stiva si riempie di pesci solo se qualcuno tira le reti, ammaina le vele, le fa risalire nel vento che la fa andare oltre, sulla via del ritorno. Così l’uomo. Senza una guida, senza qualcuno che lo accompagni finisce sugli scogli, si abissa nei gorghi della tempesta. Così recita una vecchia omelia attribuita a San Macario Vescovo: “Guai alla nave senza timoniere! Sbattuta dai morosi e travolta dalle tempeste, andrà in rovina. Guai all’anima che non ha in sé il vero timoniere, Cristo! Avvolta dalle tenebre di un mare agitato e sbattuta dalle onde degli effetti malsani, come da un uragano invernale, andrà miseramente in rovina”. Guai all’uomo che perde Dio, perde sé stesso!

Non di solo pane ­ Numero 739 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14


II settimana del Tempo Ordinario Il Padre non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina.

II Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Gaudenzio di Novara Primo vescovo di Novara; da giovane è segretario e notaio del vescovo di Milano Martino, poi si trasferisce a Vercelli, infine a Novara, fa vita comune con alcuni disce­ poli, preconizzato da sant'Ambrogio, diventa vescovo di Novara: predi­ ca da una parte all'altra,

Venerdì 22 Gennaio

ottenendo molte conver­ sioni; costruisce chiese e monasteri, diventa padre della comunità. Quando sente vicina la morte, raduna il clero e indica il successore, per evitare discordie e confusioni. Dopo la morte, avvenuta il 22 gennaio, il suo corpo resta incorrotto per circa sei mesi. Senza far torto a san Gaudenzio, ci piace ricordare che siamo nella Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.

Cattolici, ortodossi, prote­ stanti, anglicani, ci ritro­ viamo dal 18 al 25 genna­ io a pregare insieme, per­ ché la chiesa sia una, co­ me è nel desiderio di Ge­ sù. La gran parte dei no­ stri santi, che ricordiamo ogni mattina, appartiene alla chiesa unita. «Che siano una cosa sola»: è questa l'ultima preghiera di Gesù ed è anche la nostra ardente preghiera.

Brano Evangelico: Mc 3, 13­19

Agisci: Quale è stato il mio comportamento di fronte al male ricevuto? Sono stato capace di continuare ad amare o mi sono chiuso nel silenzio e nella indifferenza? Invoco da Dio il coraggio e la forza del perdono.

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Contemplo: Chiamò a sé quelli

che voleva (Mc 3,13) Gesù, l'Inviato del Padre, fin dall'inizio del suo ministero, «chiamò a sé quelli che voleva [...] perché stessero con lui e per mandarli a predicare» (Mc 3,13-14). Da quel mo-

mento, essi saranno i suoi «inviati» (apostoli). Il loro ministero è la continuazione della stessa missione di Gesù, testimoniare l'amore di Dio per tutte le genti, predicare il Vangelo e alleviare le sofferenze degli uomini.

Non di solo pane ­ Numero 739 ­ pagina 15


Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 24,3-21

Non stenderò la mano su di lui, perché egli è il consacrato del Signore. Davide è un uomo dal cuore grande e dall'animo nobile; egli sa che non ha senso vendicarsi quando si ha a che fare con un uomo disarmato e che non può difendersi. Ma soprattutto, il gio­ vane ha chiara una grande verità: anche se Saul è ormai caduto in disgrazia da­ vanti a Dio, egli è sempre l'unto del Signore. Ciò significa che egli è e resta consacrato a Dio, per cui nessuno può stendere impunemente la mano su di lui. Anche noi cristiani dovremmo im­ parare da Davide il senso di rispetto verso coloro che sono i consacrati del Si­gnore: anche se vedi le loro incon­ gruenze e le loro mancanze di testimo­ nianza, essi sono e restano persone sul­ le quali la scelta di Dio si è manifesta­ ta. Invece di giudicare, puoi pregare e chiedere al Signore, per loro, la forza e la luce.

Preghiera

Signore Gesù, tu ci chiami a stare con te; vogliamo stare con te per ascoltare la tua Parola, per riconoscerti sul volto dei nostri fratelli, per donarti interamente il nostro cuore, per conoscerti e amarti. Signore Gesù, tu ci invii nel inondo; vogliamo camminare con te per seguirti sulla tua stessa via, per camminare come tu hai camminato, per percorrere la strada della donazione fino alla morte.

Medita La Parola

Stare con Gesù Meditazione di Fiorella Elmetti

Un giorno ho sentito dire da un sacerdote che, per quanto avesse predicato in diverse occasioni i santi esercizi spirituali, non si era mai soffermato sullo “stare con Gesù”, che è la cosa più bella che può capitare ad un cristiano, ma anche la cosa più impegnativa. Gesù ci chiede di perdonare, di dare sempre, abbassarci fino a dare la vita, ma, soprattutto, di stare alla presenza di Dio, non di vivere la giornata e basta. Afferma il vescovo Monari in una sua omelia: “Se sto alla presenza di Dio, mi rendo conto che i miei desideri istintivi possono essere buoni, ma che non sono assoluti, c’è qualcosa di più, la volontà di Dio, la Parola del Signore che mi chiama, la sua vocazione rivolta alla mia libertà; c’è anche questo, c’è prima di tutto questo. E allora, se uno questo lo tiene presente diventa capace di sacrifici, di rinunce e senza sacrifici e rinunce l’amore del prossimo va poco lontano. Rimane, rimangono lo stesso dei gesti di simpatia per gli altri, di elemosina, di attenzione, ma appunto rimangono solo dei piccoli frammenti che esprimono in fondo il fatto che il nostro cuore è costruito per amare. Ma la vita non diventa un capolavoro di amore; perché la vita possa diventare un capolavoro di amore bisogna che l’orizzonte della vita sia l’amore, l’amore di Dio quello che sta all’origine del mondo e, dicevamo all’inizio, che mi è stato fatto vedere in concreto nella vita e nella morte di Gesù. Se questo orizzonte rimane dietro a tutto quello che io faccio, a tutto quello che io penso, a tutto quello che io dico, allora poco alla volta le mie parole e le mie azioni, prendono la forma dell’amore fraterno, diventano un dare la vita per gli altri”. Stare con Gesù è fare esperienza di Lui in noi e lasciarci sollevare dal suo amore per comunicarlo.

Non di solo pane ­ Numero 739 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 16


spiritualità

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Anno della Misericordia 2015/16

Le opere di Misericordia

Ammonire i peccatori Meditazione di don Luciano Vitton Mea

«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello» (Mt 18, 15)

Ammonire colui che si trova nel buio dell’errore è uno dei doveri fondamentali del cristiano: un comandamento del Signore da conoscere e tramandare a memoria. Non dobbiamo mai dimenticarci che nessuno è solo e che c’è un vincolo spirituale che ci rende responsabili dell’altro. Proprio per questo la Chiesa considera questo precetto un’opera di misericordia spirituale che potremmo tranquillamente abbinare a quella corporale di vestire gli ignudi. Mi spiego meglio: il peccato spoglia l’uomo dalla propria dignità e lo espone al pubblico ludibrio. Come una persona priva di indumenti in una gelida giornata invernale, il peccatore rischia, se non viene soccorso, di morire

assiderato sotto la gelida coltre dei propri errori; ecco perché abbiamo il dovere di soccorrerlo, aiutarlo e rincuorarlo. Il monito non è un giudizio ma una salutare medicina. Attenzione però: questo farmaco va somministrato con discrezione, riservatezza e dolcezza. Una frattura o una bruciatura deve essere curata con circospezione, premura e delicatezza; così il male spirituale deve essere affrontato con il benefico medicamento della misericordia. Prima di ammonire qualcuno dovremmo sempre ricordarci di questo aneddoto dei padri del deserto: «Un giorno a Sceta si scoprì che un confratello aveva peccato; gli anziani si riunirono e mandarono a chiamare l'Abate Mosè, dicendogli di venire; ma quello non volle andare. Allora il presbitero lo mandò a chiamare dicendo: Vieni, poiché la comunità dei confratelli ti attende. E quello, levatosi, andò. Tuttavia portando con sé una cesta vecchissima, la riempì di sabbia e se la trascinò dietro.

Quelli gli andarono incontro dicendo: che significa, o Padre? E il vecchio rispose loro: I miei peccati scorrono a profusione alle mie spalle e io oggi sono venuto a giudicare i peccati altrui? Allora essi, sentendolo, non dissero nulla al confratello, e anzi lo perdonarono». Solo coloro che portano sulle proprie spalle il pesante fardello delle proprie miserie possono trovare le parole giuste per ammonire i peccatori; e chi ha peccato sa che l’unico linguaggio adatto per curare i mali spirituali è quello dell’amore. Sant’Agostino amava dire: «Ti viene imposto un breve precetto: Ama e fa quel che vuoi. Abbi nel cuore la radice dell’amore, e da questa radice non potrà procedere se non il bene». La radice salutare dell’amore, coltivata nel fertile terreno dell’umiltà, ci libera dai nostri peccati e ci predispone a correggere i fratelli con la pazienza e la benevolenza che viene da Dio.

Non di solo pane ­ Numero 739 ­ Tempo Ordinario­ pagina 17


II Settimana del Tempo Ordinario Il mistero della Misericordia è fonte di gioia, di serenità e di pace.

Sabato 23 Gennaio

Papa Francesco II Settimana del Salterio

Il santo del giorno:

Sant’Idelfonso da Toledo Il santo che vogliamo ricordare oggi è un grande devoto di Maria, su cui scrisse un celebre trattato, e un significati­ vo esponente della Spa­ gna del suo tempo, il VII secolo. Ildefonso di Toledo era discendente di una potente famiglia romana. Anche sotto i

visigoti avrebbe potuto far carriera, ma si fece monaco e divenne dia­ cono. Fu eletto abate del monastero dei Santi Cosma e Damiano nei pressi di Toledo. Quan­ do il vescovo morì, nel 657, l'uomo di lettere e preghiera, cinquanten­ ne, divenne anche uomo di governo ecclesiale nella diocesi della capi­ tale del regno visigoto. Si districò tra difficili

questioni interne e ten­ ne testa alle pretese del re Recesvinto, che si era mosso personalmente per convincerlo a la­ sciare il cenobio e ac­ cettare l'elezione. Ha lasciato libri di liturgia e l'opera De viris illustri bus, una sorta di conti­ nuazione dell'enciclope­ dia di sant'Isidoro di Siviglia. Morì a Toledo, di cui è patrono, nel 667.

Brano Evangelico: Mc 3, 20­21

Agisci Oggi, con l’aiuto di Maria, cercherò di rinunciare a qualche mia necessità per dare un po' del mio tempo a chi ha bisogno del mio aiuto.

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

Contemplo : Fa' splendere il

tuo volto, Signore (Salmo re­ sponsoriale)

O Dio, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo, fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto, perché i nostri pen­ sieri e le nostre azioni siano

sempre conformi alla tua volontà. Fa' che con la grazia che infondi nei nostri cuori possiamo amarti con animo sincero e fedele, e testimoniare le tue meraviglie a tutti gli uomini.

Non di solo pane ­ Numero 739 ­ pagina 18


Dalla Prima Lettura Primo Libro di Samuele 1,1-4,11-12.17. 19.23-27

Come son caduti gli eroi in mezzo alla battaglia? La grandezza d'animo non sta nel vin­ cere i propri nemici, quanto nel pianger­ li quando si comprende che essi sono stati grandi uomini. Questo è ciò che fa Davide nei confronti di Saul e di suo figlio Giònata. Nonostante i dissapori e la persecuzione nei suoi confronti, il futuro re d'Israele riconosce che Saul è stato per lui come un padre e che co­ munque la sua morte è una grande per­ dita per tutti. Spesso aspettiamo con an­ sia la caduta di coloro che riteniamo nostri avversari, per poi gioire del­la loro sconfitta. Quando inizierai a sentire nel tuo cuore compassione per coloro che sono nel dolore, anche se ti hanno fatto del male, allora significherà che sei sulla buona strada: Dio abita in te e la misericordia ha spaccato il tuo cuore di pietra.

Preghiera

Signore Gesù, anche noi facciamo parte della tua famiglia, ma ancora non ti conosciamo perché non crediamo e viviamo la tua Parola. Ci manca l'esperienza che ci stabilisca nella tua comunione. Accompagnaci in quella e donaci questa. Amen.

Medita La Parola

La follia della croce Meditazione di don Luciano Vitton Mea

È vero, concordo con i parenti di Gesù: “È fuori di se”. Senza saperlo i famigliari di Gesù ci rivelano un tratto nuovo ma autentico del Signore. È tipico di colui che ama essere fuori da se stesso, perdersi completamente nell’amato. È la legge dell’amore, l’unica nota che ci fa capire le dinamiche dell’innamoramento. San Paolo parla di “follia” riferendosi alla croce e Gesù è andato in croce per la salvezza degli uomini. Per amore Gesù “è fuori”. Fuori dalla sua Casa, straniero in una terra e in un regno che non gli appartiene; lo dice con chiarezza davanti a quella “buona lana” di Pilato: «Il mio regno non è di

questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Quindi Gesù è fuori: fuori dai suoi privilegi divini, da ogni compromesso col male, da ogni logica con il potere umano. Nasce fuori dai centri abitati, in un rifugio per animali, perché “non c’era posto per loro nella locanda”; muore fuori le mura di Gerusalemme, tra due “fuorilegge”, sul Golgota. Bisogna essere “fuori di se” per farsi toccare da una peccatrice, per entrare nella casa di Zaccheo, per chiamare un “losco figuro” come Levi, esattore delle tasse. Bisogna “essere fuori” per affidare la cassa del gruppo a Giuda, ladro e tanto avido da tradirlo per trenta denari. I parenti di Gesù hanno ragione, sono lungimiranti: bisogna “essere fuori di se”, cioè pazzo, per morire per me, per ogni uomo segnato dalla lebbra del peccato; ma è la legge dell’amore, della “follia della croce”.

Non di solo pane ­ Numero 739 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 19


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 739 Domenica 17 Gennaio 2016 Chiuso il 12/01/2016 Numero copie 1470

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

Per la tua vita spirituale visita

Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

Ti aspetto ogni giorno su:

www.nondisolopane.it


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