Non di Solo Pane n°741 - 31Gennaio 2016

Page 1

Non di solo

PANE Sussidio di preghiera per la famiglia

Domenica 31 Gennaio 2016 Tempo Ordinario

Settimanale di preghiera

Anno XV - n째

741


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sito di Non di Solo Pane:

Sussidio di preghiera per la famiglia

www.nondisolopane.it

Gennaio - Febbraio 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Febbraio Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre Perché abbiamo cura del creato, ricevuto come dono

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

gratuito, da coltivare e proteggere per le generazioni future. Intenzione missionaria Perché crescano le opportunità di dialogo e di incontro tra la fede cristiana e i popoli dell’Asia. Intenzione dei vescovi Perché il Signore ci doni un cuore misericordioso e umile, che riconosca la propria povertà e si spenda per gli altri. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia nella costruzione della civiltà dell'amore.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 2


IV Domenica del Tempo Ordinario Con lo sguardo fisso su Gesù e il suo volto misericordioso possiamo cogliere l’amore della Santissima Trinità

Domenica 31 Gennaio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Giovanni Bosco Grande apostolo dei gio­ vani, fu loro padre e gui­ da alla salvezza con il metodo della persuasione, della religiosità autentica, dell’amore teso sempre a prevenire anziché a repri­ mere. Sul modello di san Francesco di Sales il suo metodo educativo e apo­ stolico si ispira ad un umanesimo cristiano che attinge motivazioni ed energie alle fonti della

Agisci La Parola attende sempre di farsi carne, di compiersi nella nostra vita, così come è avvenuto nella vita di Maria. Oggi cercherò di vivere la parola di Dio che ho accolto nella celebrazione dell'Eucaristia.

IV Settimana del Salterio

sapienza evangelica. Fon­ dò i Salesiani, la Pia U­ nione dei cooperatori salesiani e, insieme a san­ ta Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatri­ ce. Tra i più bei frutti della sua pedagogia, san Domenico Savio, quindi­ cenne, che aveva capito la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare allegri e nell’adempimento perfet­ to dei nostri doveri”. Gio­ vanni Bosco fu proclama­

to Santo alla chiusura dell’anno della Redenzio­ ne, il giorno di Pasqua del 1934. Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo di­ chiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”.

Brano Evangelico: Lc 4, 21­30 In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrit­ tura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene ac­ cetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande care­ stia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Contemplo: La carità è magna-

e non si gonfia (cf 1Cor 13,4).

nima (1 Cor 13,4)

Siamo chiamati a vivere in quella carità che è il dono di Cristo

Fare cose straordinarie e mirabi-

risorto, che ci dà la forza di ope-

li non serve a nulla se non siamo

rare nel mondo non per farci ve-

animati dalla carità, che è magnanima, benevola, non si vanta

dere, ma per essere utili al nostro prossimo.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ pagina 3


P a g i n e

Non ci sono miracoli senza fede

Il profeta e la sua patria. di don Carlo Moro parroco di Gargnano

Il brano del vangelo di oggi ci mostra come Gesù sia stato respinto e rifiutato dai suoi concittadini di Nazareth, villaggio nel quale era cresciuto, allevato da Maria e Giuseppe. Tutti lo conoscono e proprio per questo presumono di sapere già tutto di Lui. L'unica reazione dei nazareni, incapaci di credere alle parole piene di grazia pronunciate da Gesù, è lo sdegno e l'allontanamento del Profeta. Come affrontare una missione, quando tutto sembra mettersi contro? Sembrerebbe quasi impossibile, ma il disegno divino non è il disegno degli uomini, l'occhio di Dio, non è l'occhio dell'uo-

mo. Nel caso del profeta Geremia è Dio che accompagna il profeta e gli garantisce la sua protezione, non solo, ma lo rassicura promettendo il trionfo finale: «... non ti vinceranno perché io sono con te». Gesù, nel vangelo, percorre la stessa strada, ha piena coscienza di questa realtà, i suoi concittadini nazareni si attendono solo uno shów taumaturgico. Vogliono assistere ai miracoli e ai prodigi, riducendo così la fede a magia e spettacolo. Gesù, per poter operare i miracoli, richiede la fede e l'amore, lo stesso amore che Paolo raccomandava ai cristiani di Corinto proponendo la carità come "la via migliore".

b i b li c h e

L'amore è il compimento della fede, dice Paolo, una fede capace di spostare le montagne. Senza l'amore, però, questa fede non vale niente. Per scoprire il mistero di Dio che si fa uomo non c'è altra chiave se non l'umiltà che nasce dal vero amore. Vivere da cristiani altro non è che seguire, con un amore appassionato, Gesù vero Dio e vero uomo. Gli abitanti di Nazaret non riuscivano ad avere quest'umiltà, per poter vedere nel giovane rabbi, loro concittadino, il Messia atteso, l'inviato di Dio che parlava con il linguaggio di Dio. Egli rimaneva ai loro occhi semplicemente "il figlio di Giuseppe". Anche a noi, che sappiamo che Gesù è Figlio di Dio occorre un continuo sforzo di conversione perché possiamo aprirci al mistero di un Dio che si è fatto uomo per la no­stra salvezza. L'umiltà del cuore può davvero aprirci ai grandi doni che la grazia di Dio vuol recarci. Sappiamo accogliere questa Grazia? Sappiamo far posto a Gesù nel nostro cuore, rispondendo con amore al suo amore?

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 4


P a g i n e

L’angolo della misericordia

b i b li c h e

Storia dei Giubilei

Unigenitus Dei Filius Papa Clemente VI

Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.

Giovanni Bosco Prete ed educatore, appassionato dei giovani e di Maria "Ausiliatrice", ossia della Madre di Dio che porta aiuto a tutti, don Giovanni Bosco visse il proprio sacerdozio nel­ la Torino di fine `800, dedicandosi completamente alla costruzione di un metodo educativo che anticipava di decenni alcune intuizioni pedagogiche moderne. La sua, avrebbe detto, non era altro che la messa in atto della pedagogia amorevole di Dio in Cristo: pedagogia di acco­ glienza, di perdono, di ascolto e di attenzione.

AMORE INFINITO

Signore Gesù, Tu hai pensato a me prima che io nascessi e mi hai amato di un amore infinito. Tu mi hai redento con il tuo sangue E Ti sei donato a me in cibo nella santa Eucaristia. Grazie, Gesù. Signore, Tu conosci la mia povertà, la mia debolezza e la mia inclinazione al male. Vieni nel mio cuore, Gesù, e purificalo da ogni peccato, perché possa corrispondere al tuo amore amandoTi sopra ogni cosa. Vieni, mio Dio e mio bene: a Te anela il mio cuore. Vieni, mio Salvatore, mia gioia e mio tutto. Vieni e infondi in me il tuo santo amore. Amen.

Papa Clemente VI, pochi mesi dopo la sua elezione, ricevette ad Avignone, una Delegazione Ro­ mana che presentò al papa due importanti richieste: riportare il papa a Roma e ridurre l’intervallo fra i Giubilei, che in base alle disposizioni di Bonifacio VIII doveva essere di cent’anni. Il 27 Gennaio 1343, il papa pub­ blicò la bolla Unigenitus con la quale ridusse la periodicità a soli cinquant’anni e confermò l’esistenza di un “tesoro dei meriti”, i meriti di Cristo e dei Santi, che costituiscono il fon­ damento delle indulgenze. L’anno 1350 si celebrò dunque il II Anno Santo della storia della Chiesa. Il papa fonda la sua decisione ricordando che il Giubileo nell’antico testa­ mento veniva celebrato ogni cinquant’anni. Leggiamo nell’Unigenitus Dei Filius: “Noi invece abbiamo osservato che nelle legge Mosaica (che il Signore è venuto a perfezio­ nare spiritualmente e non a distruggere) l’anno cinquantesimo era considerato Giubi­ leo di remissione e di gioia e che, affinché esso per legge divenisse remissione, sacro e intoccabile era ritenuto il numero dei suoi giorni. Abbiamo constatato, inoltre, che tanto il vecchio testamento, con la consegna delle legge, quanto il nuovo, con la discesa sugli apostoli dello Spirito Santo, fonte della remis­ sione dei peccati, sembrano tenere in grande onore e considerazione il numero cinquanta, sulla cui importanza depongono favorevol­ mente i molti e grandi misteri delle Divine Scritture”. Don Luciano

Papa Clemente VI 198° papa della Chiesa Cattolica. Al secolo: Pierre Roger (1291– 1352)

Elezione 7 maggio 1342 Fine pontificato 6 dicembre

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 5


IV Settimana del Tempo Ordinario Misericordia: è la parola che rivela il mistero della Santissima Trinità. Papa Francesco

Il santo del giorno:

Santa Brigida di Kildare

Sono due le sante di nome Brigida: una quella di Svezia, è ricordata il 23 luglio: è una santa assai fa­ mosa, fondatrice dell'Ordine delle suo­ re brigidine, grande mistica, apostola ar­ dente nel secolo XIV. Quella di oggi è la

Lunedì 1 Febbraio IV Settimana del Salterio

patrona d'Irlanda, ma è venerata anche in Francia, in Germania e in molti paesi della cristianità. Insieme a san Patrizio, santa Brigida di Kildare è una delle colonne del popolo irlandese. En­ trambi santi, entram­ bi apostoli del vange­ lo, testimoni insigni della carità. Il culto di santa Brigida d'Ir­ landa è antichissimo.

Infatti esso ha più di mille anni ed è uno stimolo ai popoli in­ glesi per perseverare nella fedeltà a Cristo e alla chiesa. Molti i miracoli a lei attribui­ ti; tante le chiese e­ rette in suo onore; molte le leggende fiorite attorno alla sua esistenza terrena.

Brano Evangelico: Mc 5, 1­20

Agisci Chissà perché, ma a volte ci riesce più difficile parlare delle "cose di fede" proprio con i nostri parenti più stretti. Sarebbe bello poter vivere incontri spirituali come quello avvenuto tra Maria e la cugina Elisabetta, nei quali poter annunciare ciò che il Signore ha operato nella mia vita. Oggi ci proverò.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scon­ giuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». [...] Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal pae­ se. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.

Contemplo: Tu sei mio scudo, Signore (sal 3,4) Per l'uomo tormentato e fuori di sé non vi era più speranza. Era lasciato solo, tra i morti. Gesù ne ebbe pietà e lo liberò

dai demoni. Il Signore è stato uno scudo di salvezza per quell'uomo, e lo è anche per noi se lo invochiamo dal profondo delle nostre difficoltà, quando ci sentiamo soli e senza speranza.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ pagina 6


Dalla Prima Lettura Leggere anche le disgrazie 2Sam 15,13­14.30; 16,5­13 Fuggiamo dalle mani di Assalonne. Lasciate che Simei maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore.

Il re Davide sta vivendo un'ora dram­ matica della sua vita: il figlio Assalonne gli si è voltato contro. Per questo il re e tutta la famiglia sono costretti a fuggire per evitare il peggio. Eppure, nota come Davide ha la capacità di leggere anche la di­ sgrazia come un'occasione per ricostruire nuovamente un rapporto con Dio che lui ha deteriorato a causa del suo peccato. Non serve piangere sui propri peccati: Dio ci perdona e attraverso l'assoluzione sacramentale possiamo essere certi della sua amicizia rinnovata. Piuttosto, è utile cercare di rendere ogni evento della vita, felice o doloroso, un'occasione per stringere nuovi legami di amore con Dio.

Preghiera

Signore Gesù, non è raro che dalla vita ci aspettiamo solo il peggio. Spesso non riusciamo a immaginare altri scenari se non quelli a cui siamo abituati, e in cui rischiamo di affogare le nostre possibilità di vita per paura di perdere ciò che comunque abbiamo e sappiamo di noi stessi. Ti preghiamo, donaci occhi per il meglio che portiamo dentro di noi e che possiamo sempre attenderci dalla vita che ci circonda, così che essa non si trasformi in cimitero vivente

Medita La Parola

Vivere in pienezza Meditazione di Fiorella Elmetti

Potremmo vivere noi giorno e notte tra le tombe di un cimitero? Se anche lo facessimo ci troveremmo a disagio, saremmo aggressivi con noi stessi e con gli altri, perché non siamo fatti per vivere in luoghi di morte, di paura e di solitudine, ma in case e stanze dove si può entrare e uscire, spazzare via la polvere, stare sui balconi a stendere i panni ed innaffiare fiori, illuminare ed essere illuminati, ascoltare voci, sentire profumi, ritrovare affetti cari e rinnovati ogni giorno. Ecco che nel vangelo si parla di un indemoniato, così è etichettato da tutti in paese, costretto a gridare la sua disperazione a causa di una forza superiore lui, ma quando Gesù arriva a Gerasa tutto cambia. Non solo egli va incontro al “Figlio di Dio Altissimo” ma, dopo il suo intervento, riacquista le sembianze tipiche di ogni uomo, pacificando se stesso e gli altri. Che bella cosa la pace nel cuore! È già un anticipo di paradiso. È ritrovare la pienezza della vita stessa e farne una festa da annunciare, come sottolinea Paolo Squizzato: “Per la mia felicità, perché la festa possa rinnovarsi nella mia vita, perché l’amore possa tornare a scorrere nelle mie vene e fare di questa mia vita una festa, mi viene chiesto semplicemente di vivere e in pienezza. Di riempire di vita la mia esistenza attuale, che sia di pietra, fredda come un cadavere e vuota come un sepolcro, sbagliata come una cosa morta e infangata come straccio di strada; riempirla sino all’orlo, sino a farla tracimare. Non importa che questa mia vita sia grande come una botte o minuscola come un ditale. Ognuno ha la vita che ha (e non che si merita), l’importante è viverla, non lasciando nulla – come prezzo da pagare – a chicchessia e tanto meno a sterili quanto inutili sensi di colpa”.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 7


IV Settimana del Tempo Ordinario La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo l’evento del Concilio Vaticano.

IV Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Presentazione del Signore È la «candelora», il giorno della luce; ri­ corda un evento dell'infanzia del Si­ gnore, narrato nel vangelo. Fedeli alla Legge di Mosè, Giu­ seppe e Maria portano Gesù bambino al tem­ pio per consacrarlo a Dio. Reca­no con sé due tortorelle, l'offerta dei poveri. Giunti nel

Martedì 2 Febbraio

tempio, sono accolti da un vecchio sacer­ dote, Simeone, che prende in braccia il Bambino e canta un inno che ripetiamo ogni sera nella pre­ ghiera di compieta: «Ora lascia, o Signo­ re, che il tuo servo vada in pace... perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza». Il vecchio sacerdote profetizza che quel bambino sarà la luce del mondo; annunzia

alla Vergine che una spada le trafiggerà il cuore. Accanto, c'è anche una vecchia donna, di nome Anna, impiegata al servizio del tempio, che elogia il Bambino Gesù. Festa della luce, oggi! È anche la giornata della consacrazione religiosa: pregheremo per le suore, i frati e tutti i consacrati del mondo.

Brano Evangelico: Lc 2, 22­32

Agisci Ogni sera, a conclusione della giornata, nell'ultima preghiera della Liturgia delle Ore, la Chiesa pronuncia queste parole del vecchio Simeone. Questa sera voglio farlo anch'io: prima di coricarmi pregherò la Compieta.

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Si­ gnore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Si­ meone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescrive­ va a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

Contemplo: Cristo è luce per

le genti (cf Antifona processionale) Con il rito della presentazione al tempio, il Signore si assogget­ tava alle prescrizioni della legge antica, ma nello stesso tempo veniva incontro al suo popolo

che lo attendeva nella fede. Due anziani, Simeone e Anna, lo riconobbero e gli resero testimo­ nianza. Le loro parole guidano anche noi oggi, che riconoscia­ mo nel Signore la luce che illumina i nostri cuori e accende la nostra speranza.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ pagina 8


Dalla Prima Lettura

Ha vissuto come te

Medita la Parola

Anche Maria ci ha dato Gesù

Eb 2,14­18

Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli. Una frase come quella contenuta nella lettera agli Ebrei meriterebbe di essere meditata e contemplata in silenzio: Gesù si è fatto in tutto e per tutto simile ai fratelli. È difficile entrare in profondità nel senso di quest'espressione: significa che Gesù ha vissuto come te, ha sofferto come te, ha sperimentato le contraddizioni quotidiane proprio come te, ed è persino morto come tutti gli uomini. Tale è stata la condiscendenza di Dio nei confronti dell'u­ manità. Dunque, l'atto della presentazione, che celebriamo oggi, è solo un episodio che indica lo stile di tutta una vita: nell'ordinarietà quotidiana lo straordinario di Dio entra nella nostra storia. Ma solo la presenza dello Spirito permette di cogliere ciò che, altrimenti, sfuggirebbe all'attenzione dei più.

Preghiera

Contempliamo e ti rendiamo grazie, Signore, per Simeone e per Anna, per il loro grande, saggio cuore, per lo sguardo provato da lunghissimi anni ma ancora colmo di desiderio e attesa... per l'intuizione profetica di quelle mani antiche che ti accolsero e, con amore, ti riconobbero. Donaci di saperti scorgere nelle pieghe piccole di ogni nostra relazione e di abbracciare con la nostra vita te, nostro salvatore onnipotente e Dio bambino!

Meditazione di Fiorella Elmetti

Spesso mi soffermo a contemplare la presentazione di Gesù al Tempio pensando al timore che avrà provato Maria nel vedere il vecchio Simeone prendere il piccolo Gesù dalle sue braccia! Chissà quale sarà stato il suo primo impulso! Ma poi quale stupore scoprire che egli è un uomo di Dio, e che i suoi passi incontro al piccolo Gesù sono stati guidati dallo Spirito Santo, che era “su di lui”! Gioia e sofferenza si intrecciano nel suo cuore di fronte a Gesù sollevato tra lei, il mondo e il cielo, anticipo dell’istituzione dell’Eucarestia, dove “Gesù dice ai suoi discepoli: “Prendete e mangiate… prendete e bevete…”. Il motivo lo abbiamo già espresso: l’eucaristia è il dramma dell’amore di Dio per noi nel quale siamo chiamati a entrare liberamente con tutta la nostra vita: pensieri e desideri, memoria e speranze, azioni e relazioni umane... “Fate questo in memoria di me” vuol dire certamente: fate i gesti che io faccio, dite le parole che io dico. Ma vuol dire anche: fate quello che io sto facendo e di cui pane e vino sono sacramento. Come io dono la mia vita in obbedienza al comando del Padre, anche voi fate della vostra vita un dono di amore perché anche la vostra vita, come la mia, diventi realmente pane spezzato e sangue versato per la vita del mondo”(dalla Lettera Pastorale del Vescovo Luciano Monari). Mi accorgo allora che non solo “Dio ha tanto amato il mondo da darci il suo unico Figlio”, ma anche Maria ce l’ha dato davvero. Non ha strappato dalle mani di Simeone il piccolo Gesù per proteggerlo, ma l’ha consegnato e non posso fare a meno che gioire, stupirmi e ringraziare. E fare, come lei, della mia vita una scelta continuamente consacrata all’amore di Dio che purifica e sposa l’amore del mondo.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 9


Pagine bibliche

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Anno della Misericordia 2015/16 Catechesi sulla parabola Del Padre Buono

Il Figlio minore/1 di don Luciano Vitton Mea

po figli minori e figli maggiori; la nostra esistenza è spesso sulla soglia della casa paterna, spesso abbiamo un piede fuori e un piede dentro la divina dimora, in bilico tra il bene e il male, tra la felicità e la dannazione, tra la bellezza della figliolanza e la miseria e l’odore acre dei maiali di cui diventiamo cuUn uomo, una casa, due fi- stodi quando ci allontaniagli: Dio, il mondo, gli uomi- mo dalla grazia di Dio. ni, suoi figli. C’è un grande via vai nella casa del Padre: figli che vanno, restano e Il figlio minore ritornano. I due figli della parabola rappresentano tut- “Padre dammi la parte di ta l’umanità, rappresentano patrimonio che mi spetta…” la mia umanità, la mia esistenza spesso contrassegna- Il figlio minore chiede la ta da tante infedeltà, ingra- “sua parte”; vuole essere titudini, indifferenze. Tutti autonomo, gestire in pronoi siamo nello stesso tem- prio i suoi beni, mettere la

mani su quella porzione di patrimonio che presume gli spetti di diritto. Un brandello di pseudo libertà, una pozione di “suo” che vuole gestire lontano dallo sguardo paterno. Gestire la propria vita da soli, lontani dalla presenza di un Dio che la nostra presunzione ci fa percepire come antagonista, come padrone piuttosto che custode della nostra vita, compagno di viaggio, amico sincero. Tentazione arcaica e sempre nuova. L’uomo padrone di sè stesso, delle proprie risorse, di talenti che in fondo non gli appartengono. “Dammi il mio…”: questo aggettivo possessivo, che altera l’originario “nostro”, mi spaventa, fa nascere dentro di me una folle ebbrezza di protagonismo, preludio di fallimento, di maledizione, di peccato. Quando l’uomo comincia a coniugare “il possessivo” mette i presupposti di voragini incolmabili, di lontananze infinite. Lontano dal padre, lontano dai fratelli dalla sua stessa coscienza. don Luciano Vitton Mea

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 10


IV Settimana del Tempo Ordinario Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Biagio Uno degli ultimi mar­ tiri dei secoli di perse­ cuzione. Uomo retto e santo, accusato di es­ sere cristiano, condan­ nato a diversi supplizi, tra cui la scarnificazio­ ne con pettini di ferro. A condannarlo è il governatore romano: muore insieme ad altri

Agisci Con molta facilità tendiamo a incasellare le persone, a "schedarle" nel nostro archivio personale in base a quello che ci appaiono o che pensiamo di loro. Oggi andrò oltre le apparenze e cercherò di accogliere l'altro nella sua verità. Invocherò per questo l'aiuto di Maria.

Mercoledì 3 Febbraio IV Settimana del Salterio

uomini, donne e bam­ bini. San Biagio è ve­ scovo; protettore dei malati di gola: uno dei primi miracoli a lui attribuiti è quello della guarigione di un mala­ to che sta per soffocar­ si. Sin dall'antichità è protettore dei malati di naso, orecchi e gola. In molte chiese si dà la benedizione con le

candele legate da un nastrino rosso, a ricor­ do del martirio di san Biagio. Non c'è regio­ ne d'Europa che non veneri san Biagio, co­ me a Dubrovnik in Croazia. Appartiene ai quattordici santi guari­ tori, venerati e amati sin dall'antichità.

Brano Evangelico: Mc 6,1­6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, ri­ manevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sa­ pienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprez­ zato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Contemplo: Rallegratevi nel Signore (sal 31,11) «Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia» (Sal 31,11). La rettitudine di cuore ci porta a riconoscere la verità anche quando la co-

scienza ci rimprovera qualcosa. Se il Signore ci fa comprendere che abbiamo sbagliato, dobbiamo riconoscerlo umilmente, e chiederne perdono. Il Signore che guarda nel nostro intimo, vedrà la nostra contrizione e ci rialzerà dalla nostra angoscia.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ pagina 11


Dalla Prima Lettura

L’arroganza di Davide

Medita La Parola

2Sam 24,2.9­17 Io ho peccato facendo il censimento; ma queste pecore che hanno fatto?

Meditazione di Fiorella Elmetti

Come una madre

Forse può sembrarti difficile capire perché Dio si adiri con Davide. In realtà per la mentalità ebraica contare gli uomini era solo prerogativa di Dio: era lui che aveva i registri sui quali erano scritti i nomi di coloro che vivevano: il peccato di Davide, allora, consiste in una volontà di potenza che lo fa sentire al posto di Dio, fino ad attribuirsi una prerogativa che, invece, apparteneva solo all'Altissimo. Però, ancora una volta, il re vede il suo peccato, ed egli rivela una grandezza di cuore inaspettata: egli chiede a Dio pietà per il popolo in­nocente che sconta il suo peccato e la sua stupidità. Se a volte ti sembra di essere al centro del mondo, fai attenzione: la superbia non è mai una buona consigliera, e può portarti lontano da Dio.

Preghiera

Signore Gesù, non siamo certo migliori dei tuoi vicini di casa, non siamo più generosi dei tuoi amici d'infanzia, e spesso, nel segreto del nostro cuore, siamo anche noi scandalizzati dal fatto che tu sia così straordinario senza smettere di essere assolutamente ordinario. Purifica il nostro sguardo e converti le nostre attese.

Capita che quando conosciamo una persona da bambina quando poi ce la ritroviamo adulta non vediamo in lei la ricchezza che porta in sé. Così accade agli abitanti di Nazareth che hanno visto Gesù crescere in mezzo a loro come “il falegname, il figlio di Maria…”. In questo sguardo manca la misericordia di Dio, come ci richiama l’amato Papa Francesco nella sua catechesi: “…l’immagine che suggerisce è quella di un Dio che si commuove e si intenerisce per noi come una madre quando prende in braccio il suo bambino, desiderosa solo di amare, proteggere, aiutare, pronta a donare tutto, anche sé stessa. Quella è l’immagine che suggerisce questo termine. Un amore, dunque, che si può definire in senso buono viscerale. Poi è scritto che il Signore è ‘pietoso’, nel senso che fa grazia, ha compassione e, nella sua grandezza, si china su chi è debole e povero, sempre pronto ad accogliere, a comprendere, a perdonare. È come il padre della parabola riportata dal Vangelo di Luca: un padre che non si chiude nel risentimento per l’abbandono del figlio minore, ma al contrario continua ad aspettarlo - lo ha generato! - e poi gli corre incontro e lo abbraccia, non gli lascia neppure finire la sua confessione - come se gli coprisse la bocca -, tanto è grande l’amore e la gioia per averlo ritrovato; e poi va anche a chiamare il figlio maggiore, che è sdegnato e non vuole far festa, il figlio che è rimasto sempre a casa ma vivendo come un servo più che come un figlio, e pure su di lui il padre si china, lo invita ad entrare, cerca di aprire il suo cuore all’amore, perché nessuno rimanga escluso dalla festa della misericordia. Eh, la misericordia è una festa!”. Se il nostro cuore si apre alla meraviglia, la misericordia già entra in noi.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12


IV Settimana del Tempo Ordinario Oggi esiste una moltitudine di donne e uomini stanchi ed assetati, che chiedono a noi cristiani di dare loro da bere. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Sant’Andrea Corsini Santo carmelitano, vescovo di Fiesole. Nasce a Firenze nel 1302 e muore nel 1373. Religioso esem­ plare; vescovo santo, si dedica soprattutto alla carità verso i po­ veri. Soccorre gli umi­ li, visita i malati nelle

Agisci Giorno dopo giorno ci avviciniamo alla mor­ te. Riflettendo su que­ sto, pregherò l'Ave Maria, con la quale invoco la preghiera della Madre di Dio: «Adesso e nell'ora del­ la nostra morte».

Giovedì 4 Febbraio IV Settimana del Salterio

case e negli ospedali; va in giro questuando per dare un pezzo di pane ai poveri. Si de­ dica all'educazione del clero, alla formazione delle popolazioni della Toscana. Mette pace tra i paesi in guerra; sviluppa la devozione alla Madonna del Car­ melo. Sant'Andrea Corsini è un vero mo­ dello di santità sacer­

dotale ed episcopale. Un santo pastore di stampo evangelico, che conosce a fondo il gregge e spende le sue energie per santificar­ lo. Nel Martirologio ro­ mano la sua festa ri­ corre, però, il 6 genna­ io.

Brano Evangelico: Mc 6, 7­13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva lo­ ro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guari­ vano. Contemplo: Tuo è il regno,

Signore (Salmo responsoriale) Il Signore ha mandato i suoi apostoli nel mondo per annunciare le meraviglie del suo regno di luce e di pace. Ha insegnato loro ad essere sobri,

senza attaccamenti alle cose della terra, affinché fossero concentrati sul vero bene delle anime, che è l'amore di Dio. Ascoltiamo anche noi la parola del vangelo come parola che ci libera e guarisce le intime ferite dell'anima.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ pagina 13


Dalla Prima Lettura

Un amico di Dio 1Re 2,1­4.10­12Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu, Salomone, sii forte e mòstrati uomo.

La vita di Davide ormai volge al ter­ mine, ed è tempo che qualcun altro prenda il suo posto. Eppure, la sua persona ed i suoi atti sono stati talmente importanti per la storia di Israele, che egli è rimasto nell'immaginario comune come il re ideale del popolo eletto. A questo punto, è tempo di fare un bilancio: cosa si può dire riguardo a questo personaggio` Egli fu certamente un amico di Dio, anche se peccatore e spesso disobbediente. Eppure sembra proprio che Dio gradisse molto concedere i suoi favori a Davide ed il motivo è da ricercare nel fatto che il re aveva dimostrato più volte un cuore generoso. Forse anche tu non sei proprio un santo: però, se hai un cuore buono e disponibile, piaci a Dio.

Preghiera

Signore Gesù, non ci chiedi niente di più e niente di meno che essere conte te! Per imparare il tuo stile donaci di stare con te e di poterti guardare, ammirare e contemplare. La parola del vangelo, di cui ci vuoi testimoni credibili, sia ogni giorno lo specchio della nostra vita e il crogiolo in cui maturiamo i nostri atteggiamenti.

Medita la Parola

Diventare essenziali! Meditazione di Don Luciano Vitton Mea

…Gesù ce lo chiede in questo brano. Infatti si legge: “E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche”. Ma a chi lo chiede? Ai Dodici. Proprio a coloro che sono le colonne della Chiesa. È da loro che gli altri possono imparare a vivere la fiducia in Dio, ovvero, fidarsi della Provvidenza, sia per quanto riguarda il cibo, sia per quanto riguarda gli abiti, sia per quanto riguarda tutte le cose di cui possono avere bisogno. Il Padre che vede le necessità delle sue creature provvede, come fa con gli uccelli del cielo che nutre, con i fiori dei campi che li veste meglio di Salomone. Chi conosce meglio di lui la nostra essenzialità, la nostra anima? Non è col suo soffio che ci ha dato vita plasmandoci da polvere e terra? Basta un bastone con il quale sostenersi nelle difficoltà del cammino. Essere essenziali vuol dire essere felici con poco, contemplare la grandezza del cielo senza timori. Lo sosteneva Anna Frank nel suo diario: “Prova anche tu, che ti senti solo o infelice o triste, a guardare fuori dalla soffitta quando il tempo è cosi bello. Non le case o i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro, e tornerai ad essere felice”. Questo mi ricorda una frase della scrittrice Susanna Tamaro, che io amo per la sua concretezza e semplicità: “Il cammino interiore che conduce alla libertà è il cammino di chi ha il coraggio di alzare lo sguardo verso il cielo e riconoscere la propria debolezza. Nella debolezza sente il suo nome pronunciato forte e risponde: Chi mi ama? È a questo punto che nasce l'unicità del proprio cammino che ci conduce a esistere nella libertà”.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14


IV settimana del Tempo Ordinario Tutti, nessuno escluso, sono chiamati a cogliere l’appello alla misericordia.

Venerdì 5 Febbraio

Papa Francesco IV Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: Sant’Agata Catania e Palermo si contendono l'onore di aver dato i natali a una delle più famose sante martiri dell'antichità, Agata. In realtà, anche se forse è nata Palermo, Catania è la città dove ha subìto il martirio e che da sempre la venera

con particolare slancio e pietà. Il suo martirio, avvenuto nel 251, è tra i più atroci: con un ferro arroventato le vengono strappate le mammelle. Quando muore, Catania è scossa da una violenta eruzione dell'Etna; mol­ ti, compresi i pagani, stendono il velo della martire, per fermare la lava. Da quel giorno Catania è legatissima

alla sua santa e la fe­ steggia in questi giorni con uno slancio incredi­ bile. Su di lei ci è pervenuta una stupenda omelia di san Metodio Siculo, che esalta la fede e la for­ tezza della giovane martire.

Brano Evangelico: Mc 6, 14­29

Agisci: Come affronto le difficoltà della vita? Dove trovo rifugio quando tutto sembra crollare? Oggi, come Maria, voglio riporre solo in Dio ogni mia speranza.

Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un ban­ chetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo da­ rò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella ri­ spose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la ri­ chiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse porta­ ta la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Contemplo: La via di Dio è

perfetta

(sal 17,31)

I risvolti drammatici della storia talvolta ci gettano nello sconcerto e ne restiamo disorientati. La morte di Giovanni il Battista, decapitato per volere di chi ne voleva far tacere la te-

stimonianza, ci appare del tutto ingiusta. Dobbiamo in qualche modo alzare lo sguardo alle realtà eterne, e ritenere che la via di Dio è perfetta anche se non riusciamo a comprenderla pienamente.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ pagina 15


Dalla Prima Lettura

Un re perfetto Sir 47,2-13 Davide cantò inni al Signore con tutto il suo cuore e amò colui che lo aveva creato.

Nonostante i suoi peccati, Davide vie­ ne considerato dalla tradizione biblica come il re ideale d'Israele, cioè come colui che ha portato il regno al punto del suo massimo splendore, mai più raggiunto in seguito. Per questo motivo, la tradizione biblica guarderà con nostalgia a questo personaggio, vedendo in lui tutte le caratteristiche del re perfetto. Persino al Messia verranno attribuite qualità e caratteristiche di questo re giusto, e sarà chiamato figlio di Davide. Gesù, dal canto suo, richiamerà l'attenzione dei suoi contemporanei proprio su questo aspetto: egli non è soltanto il figlio di Davide, ma è il Signore, cioè l'inviato da Dio per annunciare al popolo la verità. In lui tutti coloro che si aprono alla grazia trovano la salvezza e il perdono.

Preghiera

Signore Gesù, rallenta le nostre parole e donaci di vigilare sulle nostre promesse così affrettate da essere talora terribilmente pericolose. Donaci di imitare la fede dei nostri padri e delle nostre madri nella fede, tanto da ricordarci sempre che l'unica vita che possiamo donare è la nostra.

Medita la Parola

La fedeltà sta a noi Meditazione di Eletti Fiorella

Max Giusti, popolare attore e comico lo conosciamo dai suoi successi in tv. Qui riporto cosa pensa del matrimonio: “Viviamo in un’epoca assolutamente diversa da quella dei nostri genitori e nonni, quando sposarsi era quasi un passo obbligato. Oggi nessuno ti costringe a pronunciare una promessa così grande come “finché morte non ci separi”. E io sinceramente, arrivato alla soglia dei 40 anni, incominciavo a pensare che non mi sarei mai sposato. Avevo infatti il privilegio di vivere la vita che mi ero scelto, guadagnavo bene, ero in salute, e le mie ultime esperienze amorose erano state più all’insegna del “pensavo fosse amore invece era un calesse”. Così, ho pensato: “Chi me lo fa fare di sposarmi?”. Poi però ho incontrato Benedetta, ossia la mia attuale moglie, e ho capito che, se non avessi avuto qualcuno con cui condividere le bellezze della mia vita, queste sarebbero state sterili. Per quel che mi riguarda, a un certo punto ho desiderato indicare le cose con il loro nome: volevo chiamare Benedetta “moglie”, volevo che questo fosse scritto da qualche parte e che tutti lo sapessero. Sentivo che era la cosa giusta nei confronti di mia moglie e del nostro amore, e che il matrimonio avrebbe dato un valore aggiunto alla nostra vita. Ho scelto di sposarmi in chiesa perché sono cattolico, di formazione francescana. …la fedeltà? Non dipende dall’ambito in cui si lavora: sta a noi. Per esempio, grazie al mio lavoro conosco molto bene il linguaggio corporeo e mi sono accorto che basta anche un atteggiamento per dare adito ad alcune “proposte”. Al contempo, sono sufficienti anche dei piccoli gesti per mantenere le persone al loro posto. Spetta, insomma, a ciascuno: noi siamo le nostre scelte”…con questi pensieri Erodiade avrebbe fatto decapitare pure lui!

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 16


spiritualità

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

passo claudicante di chi Anno della Misericordia 2015/16

recita, come una litania,:

Le opere di Misericordia

"Perché, Signore? Dov'eri?"

Consigliare i dubbiosi Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Il consiglio deve sempre essere ponderato, appropriato, circoscritto, discreto; chiaro ma non eclatan-

bocca

servata. "Il dubbio, infatti,

te, preciso ma riguardoso,

dell'uomo sono acqua pro-

non è solo senso del limite.

vero ma scevro da qualsiasi

fonda, la fonte della sa-

È anche, e anzi più spesso,

forma di intolleranza. In-

pienza è un torrente che

uno dei modi con cui si ma-

somma, usando un termine

straripa".

nifesta

esaustivo,

"Le

parole

della

un

dell’anima,

disagio

imperniato

di

intellettuale,

bontà. All'assetato la mise-

Queste parole tratte da

spirituale o psicologico. È

ricordia offre dell'acqua, a

capitolo 18 del Libro dei

una richiesta di aiuto alla

chi e tormentato dal dub-

Proverbi ci indicano la na-

quale la carità non può sot-

bio la luce della speranza.

tura profonda, la vera con-

trarsi". (Messaggero di San

Gli uomini del nostro tem-

sistenza della terza opera

Antonio) Dare un consiglio

po, saturi di relativismo e

di misericordia spirituale.

a una persona significa ri-

scetticismo, hanno sete di

Colui che dirada le nebbie

volgerle amorevole atten-

speranza, bisogno di risco-

del dubbio è come una fon-

zione, farsi carico dei suoi

prire il senso e il significa-

te d' acqua fresca, un poz-

pesi, donargli un po' del

to della propria esistenza;

zo profondo dove l'assetato

nostro tempo; consigliare

secondo G. Bernanos " La

può trovare ristoro; mi pia-

non vuol dire catechizzare,

speranza è una virtù, una

ce

accostamento

montare in cattedra, scivo-

determinazione

tra dubbio e sete perché

lare nello sproloquio o in

dell'anima. La più alta for-

chi vaga nelle tenebre ri-

una stucchevole saccente-

ma della speranza è la di-

schia di finire in un deserto

ria. Talune volte le parole

sperazione vinta". Consi-

esistenziale, nell'arsura del

devono cedere il passo ad

gliare i dubbiosi è un atto

"non senso", tra le acque

un

di bontà parchè è la più

salmastre e fetide dell'an-

Quando il dolore o il dram-

goscia e della disperazio-

ma di un lutto scuote la

ne. Un corpo disidratato

vita di una persona il consi-

dalla sete è facile da rico-

glio

noscere, un anima annichi-

presenza significativa, che

lita dal dubbio passa inos-

senza parole, sostiene il

questo

rispettoso

diventa

silenzio.

eroica

alta forma di speranza.

compagnia,

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario­ pagina 17


IV Settimana del Tempo Ordinario E’ sufficiente solo accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia.

IV Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

Santa Dorotea Eusebio di Cesarea rife­ risce che Massimino Daia, trovandosi ad A­ lessandria di Egitto, concepì un'insana pas­ sione per una nobile donna cristiana, celebre per le sue ricchezze, l'educazione e special­ mente per la purezza. Fece molti tentativi sup­ plicandola perché voles­ se accondiscendere ai suoi desideri, ma la don­

Sabato 6 Febbraio

na gli fece sapere che avrebbe preferito la morte piuttosto che pec­ care. Non riuscendo a spuntarla, Massimino si vendicò condannandola all'esilio e confiscandole i beni. Eusebio non ha tramandato il nome dell'eroica donna, ma Rufino, non si sa su quale fondamento, affer­ ma che si chiamava Do­ rotea, che era una vergi­ ne consacrata a Dio e che, per sfuggire alle

voglie di Massimino, si rifugiò nell'Arabia. Sulla scorta di queste notizie, il Baronio credette di identificarla con la fa­ mosa martire Caterina di Alessandria, ma fu già confutato da Bollando. Nel sec. XVI la presunta Dorotea, confusa con la omonima martire di Cesarea di Cappadocia, fu inserita in qualche martirologio e la sua festa assegnata al 6 feb­ braio.

Brano Evangelico: Mc 6,30­34

Agisci Possiamo anche studiare tutta una vita, ma c'è una sapienza che viene da Dio e che non si acquisisce attraverso lo studio: è dono dello Spirito. Chiederò a Dio, per mezzo di Maria, Sede della Sapienza, il dono di un cuore saggio.

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tut­ to quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pe­ core che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Contemplo : Ebbe compassione di loro (Mc 6,34) Gesù, al vedere le persone che lo seguono ha compassione di loro, poiché gli appaiono come pecore che non hanno pastore. Questo suo sguardo è rivolto ancora oggi su di noi che, tal-

volta con passo incerto e stanco, cerchiamo di seguirlo come possiamo. Per questo non dobbiamo temere e non dobbiamo lasciarci abbattere dalle nostre fatiche, poiché il nostro pastore non ci abbandona e ci guida con il suo amore.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ pagina 18


Dalla Prima Lettura

Il dono della sapienza 1Re 3,4­13 Concedi al tuo servo un cuore do­ cile, perché sappia rendere giusti­ zia al tuo popolo

Se Dio ti avesse posto la stessa domanda che pose a Salomone, cosa avresti risposto? Avresti chiesto cose materiali, oppure virtù e capacità interiori? Forse saresti stato un po' pensoso e non avresti saputo rispondere subito. Eppure c'è un dono che puoi chiedere sempre e che contiene in sé tutto ciò che ebbe Salomone, ed anche di più. È l'amore di Dio: chiedigli che ogni giorno egli possa accrescere dentro di te il suo amore, perché anche le cose più difficili diventino facili, se fatte per amore di lui. Quando hai l'amore di Dio dentro di te, egli ti concede anche tut­ to il resto, e così, quasi senza accorgertene, diventi ricco di tutte quelle virtù e di meriti che ti rendono amico di Dio, proprio come fu per Salomone.

Preghiera

Signore Gesù, come nasconderti che talora ci sentiamo così stanchi e desideriamo trovare un attimo di riposo per la nostra mente, per il nostro cuore, per il nostro corpo? Non è facile lasciarsi disturbare fino a sentire che la vita non è più nelle nostre mani, ma in quelle degli altri. Donaci di saper perdonare e amare e, così, riposare.

Medita La Parola

Una pagina di Vangelo Meditazione di Fiorella Elmetti

Commentando questa pagina di Vangelo, Mons. Vincenzo Paglia spiega: “Forse è già sera; gli apostoli tornano da Gesù dopo la loro missione e gli riferiscono tutto ciò che hanno operato (le guarigioni) e quello che hanno annunciato alla gente che incontravano (la vicinanza del regno). Possiamo accostare a questa immagine degli apostoli attorno a Gesù la comunità cristiana che si raduna nella santa liturgia nel giorno del Signore: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco". La liturgia della domenica (ma anche la preghiera quotidiana) è il riposo del discepolo, il tempo dell'incontro con il Signore, la festa del perdono, il tempo dell'ascolto, la tavola del nutrimento. Al temine della traversata, Marco nota che "Gesù, sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro". Dopo il riposo della liturgia domenicale inizia la nuova settimana, e i discepoli, avendo nel cuore la compassione di Gesù per le folle di questo mondo, riprendono il cammino nelle vie degli uomini”. Io non commento oltre, tuttavia mi permetto di sottolineare che quando i giovani delle nostre comunità partono per un’esperienza formativa impegnativa (vedi campo scout, vedi incontri ACR, ecc.) c’è sempre incertezza e fatica. “Sarò capace di…?“ è la prima domanda che ciascuno si pone, ma poi viene la gioia. Ognuno mette in atto le proprie capacità di fronte ai bisogni, alle difficoltà e ai pericoli. Gli altri col passare dei giorni da estranei diventano amici, parte di te. A volte, ci si ferma alla spontaneità, all’entusiasmo per le novità con le quali ci si è confrontati, a volte, invece, Si arriva a vivere la compassione, che vuol dire “patire con”, condividere ciò che gli altri stanno vivendo. È il “patire con” che Gesù ci chiede. Per questo “si commosse per loro” ed è questo l’atteggiamento che evangelizza. Se Gesù avesse evangelizzato solo con le parole la Chiesa non ci sarebbe. La Chiesa, invece, c’è in quanto Gesù ha evangelizzato con il cuore: guardando con attenzione la gente, interessandosi riguardo alla loro stanchezza, al loro bisogno di sentirsi sostenuti nel loro cammino. Sono cose da valorizzare anche oggi. E nella misura in cui lo faremo diventeremo a nostra volta una pagina di Vangelo.

Non di solo pane ­ Numero 741 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 19


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 741 Domenica 31 Gennaio 2016 Chiuso il 26/01/2016 Numero copie 1470

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

Per la tua vita spirituale visita

Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

Ti aspetto ogni giorno su:

www.nondisolopane.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.