Non di Solo Pane n°743 - 14 Febbraio 2016

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Non di solo

PANE Sussidio di preghiera per la famiglia

Domenica 14 Febbraio 2016 I Settimana di Quaresima

Settimanale di preghiera

Anno XV - n째

743


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sito di Non di Solo Pane:

Sussidio di preghiera per la famiglia

www.nondisolopane.it

Febbraio 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Febbraio Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre Perché abbiamo cura del creato, ricevuto come dono

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

gratuito, da coltivare e proteggere per le generazioni future. Intenzione missionaria Perché crescano le opportunità di dialogo e di incontro tra la fede cristiana e i popoli dell’Asia. Intenzione dei vescovi Perché il Signore ci doni un cuore misericordioso e umile, che riconosca la propria povertà e si spenda per gli altri. Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia nella costruzione della civiltà dell'amore.

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I Domenica di Quaresima Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore. Davanti al male commesso, è il momento di ascoltare il pianto delle persone innocenti.

I Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Valentino Martire La festa del vescovo e martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Roma­ ni che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e

Agisci Se il Signore non fosse con noi nei momenti di angoscia, saremmo schiacciati dal dolore. Oggi affiderò a lui, nella pre­ ghiera, tutte le mie difficoltà e sofferenze.

Domenica 14 Febbraio

Luperco. Questi fe­ steggiamenti erano legati alla purifica­ zione dei campi e ai riti di fecondità. Di­ venuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Ge­ lasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della

fecondità anticipan­ dolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di protegge­ re i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata dai figli.

Brano Evangelico: Lc 4,1­13 In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un i­ stante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, ado­ rerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Contemplo: II Signore, Dio

tuo, adorerai (Lc 4,8) Satana con le sue seduzioni vuole allontanare Gesù dal Padre, gli prospetta un modo sbagliato di essere Figlio. Gesù non accetta le sue proposte. Resta fedele

al Padre nell'umile ascolto della sua parola e nell'obbedienza ai suoi comandamenti. Egli ci mostra, così, il vero e solo modo di amare Dio, in una adorazione grata e filiale, che segue in tutto la sua volontà.

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P a g i n e

Ritornare a Dio è sempre un inizio assoluto

Suonate il corno Meditazione di don Luciano Vitton Mea

b i b li c h e

serto per essere tentato dal diavolo. «Il combattimento vittorioso contro le tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è un invito a prendere consapevolezza della propria fragilità per accogliere la Grazia che libera dal peccato e infonde nuova forza in Cristo, via, verità e vita (cfr. Ordo Initiationis Christianae Adultorum, n.25).

«Suonate il corno in Sion e date l’allarme in Sion sul mio santo monte! Tremino tutti gli abitanti della regione, perché viene il giorno del Signore, perché è vicino».

Lo shofar (il corno di guerra che, con il suo cupo richiamo, convocava l’antico popolo di Dio per la guerra) deve risuonare simbolicamente e misticamente nei nostri cuori, ci deve destare dal torpore e dal sonno che segnano una qual forma di lontananza da Dio e da una vita autenticamente cristiana. La Quaresima è il tempo propizio per una vera e fondamentale conversione, per combattere le cattive inclinazioni che si annidano nel

nostro cuore, per distruggere i vizi e il male che adombrano la nostra vita impedendoci di essere “luce del mondo e sale della terra”. Si, anche se il termine non ci aggrada, la Quaresima è un tempo di guerra e di combattimento: una battaglia ardua e difficile perché avviene dentro di noi, contro l’uomo vecchio che abita nella vacuità del nostro cuore così freddo e insensibile. L’uomo è fragile e soprattutto incline alle suadenti voci dell’“antico avversario”; insomma, suo malgrado, l’uomo è per sua costituzione “tentato”. Questa misteriosa verità ci viene confermata proprio nel vangelo di Matteo dove Gesù viene portato nel de-

È un deciso richiamo a ricordare come la fede cristiana implichi, sull’esempio di Gesù e in unione con Lui, una lotta “contro i dominatori di questo mondo tenebroso” (Ef 6,12), nel quale il diavolo è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore ….» (Benedetto XVI, Messaggio per La quaresima 2011). Non ci sono dubbi: la Quaresima è un tempo di lotta e di battaglia interiore contro i nostri vizi e le cattive inclinazioni, contro le tentazioni e le insidie del Male. Vista da questa prospettiva la Quaresima diventa immagine e sintesi di tutta la vita cristiana. Proprio per questo, durante il battesimo, il sacerdote ci ha unto con l’olio, segno di fortezza, per aiutarci a vincere tutte le tentazioni. Suonate il corno: la vita del cristiano è una continua battaglia contro le radici del male, contro il proprio egoismo e la propria cattiveria.

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P a g i n e

L’angolo della misericordia

b i b li c h e

Storia dei Giubilei Immensa et Innumerabilia Papa Niccolò V

Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.

Raoul Follereau La preghiera alla Misericordia non è un'orazione astratta, distante dalla realtà — in questo caso non sarebbe vera preghiera cristiana — ma si traduce nella forma dell'impegno fattivo della carità, dell'amore del prossimo. Papa Francesco ha ricordato, indicendo il Giubileo straordinario del 2016, che le opere di misericordia sia corporale che spirituale devono tornare al centro della riflessione del cristiano. La preghiera di Raoul Follereau (1903-1977), laico che dedicò la vita ai miseri e ai malati, in particolare ai lebbrosi, è perfetto esempio della realizzazione terrena dell'invito celeste alla misericordia. NON PERMETTERCI DI VIVERE FELICI DA SOLI

Signore, insegnaci a non amare noi stessi, a non amare soltanto i nostri cari, a non amare soltanto quelli che ci amano. Insegnaci a pensare agli altri, ad amare anzitutto quelli che nessuno ama. Concedi la grazia di capire che a ogni istante, mentre noi viviamo una vita troppo felice, protetta da Te, ci sono milioni di esseri umani, che sono pure tuoi figli e nostri fratelli, che muoiono di fame senza aver meritato di morire di fame, che muoiono di freddo senza aver meritato di morire di freddo. Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo. E non permettere più, o Signore, che noi viviamo felici da soli. Facci sentire l'angoscia della miseria universale, e liberaci dal nostro egoismo. Papa Niccolò V Al secolo: Tommaso Parentu­ celli Elezione: 6 marzo 1447 Fine pontificato: 24 marzo 1455 Morte: 24 marzo 1455 Anno Santo: 1450

Il 6 marzo 1447 fu eletto papa il Cardinal Tommaso Parentu­ celli che prese il nome di Nic­ colò V. Dottissimo umanista, favorì le lettere e le arti, fece tradurre in latino le maggiori opere greche e raccolse numerosissimi mano­ scritti che costituirono il primo nucleo della grande biblioteca vaticana. Fece ricostruire chiese, palazzi e ponti e si avvalse dell’opera di eminenti artisti, quali il Beato Angelico e Benozzo Gozzoli. Il 19 gennaio 1449 con la bolla “Immensa et Innumerabilia” indisse per l’anno 1450 un Santo Giubileo. Nella bolla leggiamo: “immensi e innumerevoli, più facili da stima­ re che da computare, i favori della misericor­ dia divina che l’ineffabile clemenza di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo ha operato e sempre continua ad operare per la salvezza del genere umano […]. Inoltre crediamo che tra i doni celesti sia an­ che da annoverare il fatto che alcuni romani pontefici abbiano scelto, in qualità di ministri di Cristo e dispensatori degli aiuti divini, al­ cuni periodi nei quali i fiumi della Divina Misericordia potessero sgorgare con più ab­ bondanza per i fedeli, dal momento che lo stesso Dio Onnipotente ha rinnovato in alcuni periodi di tempo l’uomo vecchio decaduto, ora con il diluvio, ora con la circoncisione, ora con la legge, ora in tanti e tanti modi, e da ultimo, in maniera del tutto nuova, tramite il ministero del Verbo incarnato.” Papa Niccolò V sottolinea quindi che il Giu­ bileo Veterotestamentario ha assunto, dopo la venuta di Gesù, un valore del tutto spirituale, e diventa quindi uno strumento particolarissi­ mo attraverso il quale si possa sperimentare nel ministero dell’anno del Giubileo una par­ ticolare vicinanza di Dio misericordioso a tutti coloro che appartengono alla chiesa di Cristo.

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Don Luciano


I Settimana di Quaresima Vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale.

I Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Sigfrido di Vaxjo Era un vescovo mis­ sionario originario dell'Inghilterra da cui si spostò intorno al 995 prima in Norvegia e poi in Svezia. Vi sarebbe giunto attra­ verso la Danimarca fermandosi a Värend, dove avrebbe costruito una chiesa. Secondo quanto riferito da anti­

Agisci Quanto è difficile riconoscere la presenza di Gesù in coloro che sono in difficoltà! Pregherò la Madre perché mi renda capace di vedere il Figlio nei sofferenti che incontrerò in questa giornata.

Lunedì 15 Febbraio

che tradizioni locali avrebbe affidato la gestione della sua pic­ cola comunità a tre compagni missionari per recarsi presso la fonte di Husaby dove avrebbe battezzato il re Olav Skötkonung. Al suo ritorno a Vä­ rend trovò che i suoi compagni erano stati decapitati. Sigfrido sarebbe stato il primo vescovo di Skara, nel­ le regione del Gotland

e per la sua attività missionaria nel Paese scandinavo è sopran­ nominato «apostolo della Svezia». Morì a Växjo intorno al 1030. Il suo culto è partico­ larmente diffuso in Svezia, Norvegia, Fin­ landia e Danimarca fin dal XIII secolo. Sue reliquie si trovano a Copenaghen e Roskil­ de.

Brano Evangelico: Mc 25, 31­46 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbia­ mo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da be­ re? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. […]

Contemplo: Convertici a te, o Padre (Colletta) Convertici a te, o Padre, nostra felicità e nostra salvezza, perché, formati alla scuola del tuo Figlio Gesù, tua sapienza perfetta ed eterna, possiamo vivere con te per

sempre. Donaci di vedere il tuo Figlio Gesù in quanti hanno bisogno, perché possano ricevere da noi il tuo stesso aiuto. Fa' che nel rendere loro il nostro servizio, possiamo restare a te uniti e manifestarti la nostra gratitudine per tutti i tuoi benefici.

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Dal Libro del Levitico Non saranno le Messe ... Lv 19,1­2.11­18 Giudica il tuo prossimo con giusti­ zia. '

C è una cosa che colpisce nel libro del Levitico e che deve farci riflettere atten­ tamente: Dio vuole che il suo popolo sia un popolo di santi, ma per arrivare a que­ sto non chiede di pregare, di fare digiuni, esercizi spirituali o chissà quali pratiche ascetiche. Dio chiede di amare il prossi­ mo attraverso gesti molto concreti: non c'è altra via per realizzare la nostra santi­ tà. Non saranno le Messe a cui avrò par­ tecipato o le ore di adorazione che posso aver fatto nella mia vita, che mi salveran­ no, ma saranno i concreti atti d'amore che avrò vissuto. La preghiera e i sacramenti sono in funzione di questo e per questo è importante viverli: lì incontro l'Amore che, trasformandomi. mi rende capace di amare con la sua stessa totalità e intensi­ tà. Guai a confondere i mezzi con il fine!

Preghiera

Signore Gesù, rinfresca ogni giorno la nostra memoria e non lasciare che dimentichiamo i piccoli, e, al contempo, fa' che ci ricordiamo in ogni momento di quanto siamo piccoli. Infondi nei nostri cuori il tuo Spirito che santifica. Lascia che ci abbandoniamo all'amore ricevuto e donato senza troppo pénsare. Kyrie eleison!

Medita La Parola

Dio è nello sbilanciarsi Meditazione di Fiorella Elmetti

Un’affermazione di Albert Einstein dice: “Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto”. Questi uomini, “vivi o morti”, sono ritratti nei giusti del vangelo con il loro stupore. C’è stupore, infatti, quando i giusti si sentono dire: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. C’è stupore anche nella loro domanda: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. I giusti hanno gli occhi aperti sul mondo, attenti come tanti padri e madri dalle mani callose e dal cuore generoso, aperto a tutti, senza distinzione tra chi è di casa e chi viene da un paese lontano. Sono così allenati a fare il bene che non fanno distinzione tra Gesù, il re, e i poveri che incontrano ad ogni angolo del mondo. E fanno del loro amore un segno di festa. Angelo Casati in merito scrive: "Dio è nel segno della festa, la festa di tutti, quando ci si abbandona, ci si lascia andare, quando si è sbilanciati, come in una danza...Dio non è nella rigidità, Dio non è nel trattenersi, Dio non è nel chiudersi. È nello sbilanciarsi, che è lo sbilanciarsi dell’amore. Se non ti sbilanci, non è amore". Verissimo.

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I Settimana di Quaresima Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere meditate nelle settimane della Quaresima per riscoprire il volto misericordioso del Padre! Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Santa Giuliana di Nicomedia Nacque intorno al 285 a Nicomedia, oggi I­ zmit, in Turchia. Nella sua famiglia d'origine era l'unica cristiana. Suo padre in particola­ re era un seguace ze­ lante delle divinità pa­ gane. All'età di nove anni, sarebbe stata pro­ messa in sposa al pre­

Agisci Gesù ce lo dice chiaramente: se non siamo capaci di perdonare gli altri, non saremo perdonati da Dio! Oggi perdonerò di cuore qualcuno che mi ha ferito.

fetto della città, un pa­ gano di nome Eleusio. Secondo gli accordi raggiunti dalle due fa­ miglie, le nozze si sa­ rebbero celebrate quan­ do Giuliana avesse compiuto 18 anni. Ma quel giorno la giovane disse che avrebbe ac­ cettato solo se Eleusio si fosse fatto battezza­ re. Venne quindi de­ nunciata dallo stesso fidanzato come cristia­ na praticante. Imprigio­

Martedì 16 Febbraio I Settimana del Salterio

nata, non tornò sulla sua decisione neppure dopo la condanna a morte. Venne quindi decapitata verso il 305, al tempo di Massimia­ no. L'iconografia la rappresenta spesso in­ sieme ad un diavolo che la tormenta, ma non mancano le raffi­ gurazioni delle torture da lei subite in vita, come l'essere appesa per i capelli o tormen­ tata con il fuoco.

Brano Evangelico: Mc 6,7­15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiedia­ te. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdo­ nerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdo­ nerà le vostre colpe».

Contemplo: Sia fatta la tua

volontà

(Mt 6,10)

Nel "Padre nostro" chiediamo a Dio che sia fatta la sua volontà. Ciò significa che, da una parte, dobbiamo accettare le vicende

liete e tristi così come avvengono e, dall'altra, impegnarci nel mettere in pratica ciò che sappiamo essere la sua volontà: amarlo con tutto il cuore e amare il prossimo come noi stessi.

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Dal Libro del Profeta Isaia

Come la pioggia Is 55,10­11 La mia parola opera ciò che de­ sidero. Come la piaggia e la ne­ ve ...

È un'immagine semplice, ma molto bel­ la e interessante quella che usa il profeta Isaia per farcì capire l'efficacia e la po­ tenza della parola di Dio: è come la pioggia e la neve che permettono alla terra di dare frutto. II seme che farà frut­ tificare a terra irrigata non viene dalla pioggia, ma è già nella terra, dormiente. La pioggia lo risveglia, gli dona forza vitale ed energia perché diventi frutto. Così accade in noi quando ascoltiamo la parola di Dio: scende dall'alto sulla no­ stra vita e la bagna, permettendo al bene che c'è in noi di risvegliarsi. di crescere, fino ad arrivare al frutto della fede e delle buone opere. Ecco perché abbiamo bisogno di ascoltare la Parola ogni gior­ no, con cuore attento e disponibile.

Preghiera

Signore Gesù, te lo chiediamo ancora, te lo chiediamo sempre: insegnaci a pregare! Maestro dei nostri cammini interiori, ti supplichiamo ancora: insegnaci a pagare il prezzo della conoscenza di Dio come Padre nostro, con la memoria operosa e fattiva dei fratelli e delle sorelle che sono altrettanto nostri. Kyrie eleison!

Medita la Parola

Abbà, Padre mio! Meditazione di don Carlo Moro parroco di Gargnabo

Con il "Padre nostro" Gesù ci fa comprendere, anzitutto, che la preghiera, prima ancora di essere un'orazione, vocale o mentale, è un atteggiamento: sentirci figli di Dio, gustare questa nostra condizione, che ci fa sentire amati, protetti e benedetti dal Padre. La condizione di figli ci impegna a vivere da fratelli e, in questo modo, la preghiera ci educa a combattere il nostro egoismo e ad incrementare la nostra bontà. Possiamo pregare in modi assai diversi, insegnati dalle diverse scuole di spiritualità e più adatti al nostro tem­peramento, al tempo a disposizione, alle situazioni di vita in cui ci troviamo. Però, affinché la nostra preghiera sia autentica, essa deve essere innalzata sulla "base" indicata dal "Padre nostro": l'umiltà di una creatura che riconosce di essere sempre bisognosa della grazia; la ricerca dei beni dello spirito, "il regno"; il desiderio di praticare la volontà del Padre; l'affidamento alla Provvidenza di Dio che sa prendersi cura anche dei nostri bisogni materiali, la doman­ da del perdono perché ci riconosciamo peccatori, la pro­messa della misericordia verso gli altri, l'implorazione dell'aiuto divino contro le tentazioni che vengono dal nostro cuore. Ci accorgiamo che nel "Padre nostro" tutti i gran­ di valori del Vangelo sono mirabilmente riassunti. Essa è la "preghiera perfettissima", secondo san Tommaso d'Aquino: Gesù, Maestro della nostra preghiera, conosce nel suo cuore di uomo i bisogni dei suoi fratelli e delle sue sorelle di umanità e ce li manifesta.

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Pagine bibliche

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Anno della Misericordia 2015/16 Catechesi sulla parabola del Padre Buono/3

Il Figlio minore/3 Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.

Non ci resta che una nostalgia. La nostalgia della casa paterna, del bene, del bello. L’odore del pane, il profumo di un giardino, dei mandorli in fiore. Del calore di un fuoco, del sorriso di un volto … Nostalgia arcaica e sempre nuova. Rumore di vento tra le fronde di un bosco, canto di un ruscello che corre tra i dirupi … Sussurri di parole vere, labbra fresche da ba­ ciare, bambini da abbracciare. Nidi da raccogliere e da posare con delicatezza tra i rami dell’albero, tramonti da contem­ plare, cieli stellati in cui spaziare.

Nostalgia di cose semplici e quoti­ diane ma che riempiono il cuore di gioia e gli occhi di lacrime. Nostalgia dei miei monti, di prati ricamati di fiori, dell’odore del fieno, di corse senza fine. Nostal­ gia di preghiera, di una Corona che scorre tra le dita mentre il fre­ sco soffio del vento crepuscolare sussurra parole dolci e piene di amore. Ti lascio paese lontano. Ti lascio la mia sete di potere, le parate do­ ve primeggiare, le danze in ma­ schera dove si celebra il culto dell’apparire, i soldi da contare, le bellezze artificiali delle tue donne. Torno a casa, alla mia casa. Torno dal Padre, al suo servizio, sotto il suo sguardo pieno di compassione e di amore. Torno al giardino, alle

cose vere, ad un uscio che da sem­ pre mi attende. Beata nostalgia, torno a casa. Preambolo al commento sul figlio maggiore.

I sentieri del cuore Quando intraprendi il sentiero più difficile, il sentiero del cuore, su­ bito provi un senso di smarrimen­ to che presto cede il posto alla paura. Ti accorgi che le realtà più bieche, le meschinità che tanto hai combattuto sono dentro di te, sono la palude maleodorante che tante volte hai voluto bonificare negli altri e nelle realtà quotidiane che ti circondano. Nel sentiero del tuo cuore trovi le cattive inclinazioni, i pensieri perversi, gli urli e le grida di istinti repressi e mai del tutto sopiti. Ascolta, non fuggire. Non permettere che la paura para­ lizzi il tuo affannoso cammino tra i dirupi di quello che sei. Abbi il coraggio di percorrerlo fino in fondo. E’ il tuo volto piagato quello che intravedi nel profondo del tuo io interiore. Non temere la verità, riconosci quel fratello minore che null’altro ti chiede che uno sguardo di pietà, un atto di benevolenza che tante volte hai concesso agli altri. Non assecon­ darlo, ma ascoltalo. Dai sentieri del cuore si ritorna nudi, umiliati, con i bubboni scoperti ma veri ed autentici. Solo così cresce in noi l’uomo nuovo, l’uomo rappacifi­ cato. Con se stesso, prima che con gli altri.

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I Settimana di Quaresima Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere meditate nelle settimane della Quaresima per riscoprire il volto misericordioso del Padre!

Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Costabile Nacque verso il 1070 a Tresino in Lucania dalla nobile famiglia Gentilcore. A sette anni Costabile fu affi­ dato all'abate di Cava dei Tirreni, Leone I, divenendo poi monaco nella stessa Abbazia. Dimostrò un impegno encomiabile nella Re­ gola benedettina nella

Mercoledì 17 Febbraio I Settimana del Salterio

vita monastica, tale che fu incaricato dall'abate di importan­ ti trattative di affari. Il 10 gennaio 1118, con il pieno consenso dei monaci, fu elevato dall'abate a suo coa­ diutore, succedendogli poi nella carica alla sua morte, il 4 marzo 1122. Morì il 17 feb­ braio 1124 a soli 53 anni. Dopo la morte apparve varie volte agli abati suoi succes­

sori, venendo in loro aiuto nelle contingen­ ze. Si ricordano i suoi interventi prodigiosi per la salvezza delle navi, che in seguito appartennero all'Abba­ zia, al punto che per tutto il Medioevo fu ritenuto protettore dei marinai dell'Abbazia stessa.

Agisci Per un sincero percorso di conversione c'è bisogno di umiltà. Finché restiamo seduti sul nostro trono, sentendoci re e padroni assoluti della nostra vita, non c'è possibilità di vero pentimento. Chiederò a Maria, modello di umiltà, che mi aiuti a rinunciare alle mie false sicurezze per affidarmi a Dio.

Brano Evangelico: Lc 11, 29­32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Contemplo: Lavami, o Dio, dalla mia colpa (Sal 50,4) «Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro» (Sal 50,4). La nostra esperienza quotidiana ci insegna che siamo poveri peccatori, fragili

e incostanti nel bene, nella fiducia in Dio. Riconoscere davanti a Dio il nostro peccato e chiedergli perdono è il primo passo verso la pace interiore. Saremo così capaci di comprendere e perdonare il nostro prossimo.

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Dal Libro del Profeta Giona

Appello alla conversione

Medita La Parola

… ma qui nel mondo Gionata 3,1-10 I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.

L'appello alla conversione è rivolto a tut­ ti, anche a chi non appartiene al popolo d' Israele. come ali abitanti di Nìnive. Que­ sto invito alla conversione raggiunge i niniviti attraverso la voce del profeta Gio­ na, che accetta di mettersi a servizio di Dio per il bene degli altri, anche se non sono suoi fratelli e non appartengono al suo popolo. Hai mai pensato che Dio può chiedere anche la tua collaborazione per chiamare alla conversione i lontani che incontri nella vita di ogni giorno e che forse non avranno altre occasioni di arri­ vare alla fede se non attraverso di te? È proprio così: Dio ti chiede, oggi, di accet­ tare di attraversare la Nìnive in cui vivi, annunciando a tutti il suo amore.

Preghiera

Signore Gesù, infondi nel nostro cuore l'umiltà di chi crede nell'altro prima di credere troppo in se stesso. Dona alla nostra mente la santa curiosità di chi sa sperare come i bambini, i quali si aspettano sempre qualcosa di nuovo e di bello. Ricordaci ogni giorno che il inondo degli altri viene da te e che tu te ne prendi cura chiedendoci di fare altrettanto. Kyrie eleison!

Meditazione di Fiorella Elmetti

"Voglio stare nel mondo, dare un senso alla mia vita, e riempirla di sorrisi nuovi e veri", diceva una canzone di Pierangelo Bertoli. In questi brevi versi si rileva la volontà di condividere la vita, anche se difficile, cercando di migliorarla e di renderla più vivibile. Ben diverso è stato il comportamento di Giona che per paura fugge prima la vocazione che Dio gli assegna, poi la accetta anche se a malincuore, predicando la necessità della conversione dai peccati. Eppure, Dio non lo mette in castigo come un profeta fallito, ma fa di lui “un segno per quelli di Ninive”. Con Gesù la nostra vita acquista profondità: “qui vi è uno più grande di Giona”. Etty Hillesum ce lo conferma a modo suo: "E' vero, ci portiamo dentro proprio tutto, Dio e il cielo e l'inferno e la terra e la vita e la morte e i secoli, tanti secoli. Uno scenario, una rappresentazione mutevole delle circostanze esteriori. Ma abbiamo tutto in noi stessi e queste circostanze non possono essere mai così determinanti, perché esisteranno sempre delle circostanze - buone e cattive - che dovranno essere accettate, il che non impedisce poi che uno si dedichi a migliorare quelle cattive. Però si deve sapere per quali motivi si lotta, e si deve cominciare da noi stessi, ogni giorno da capo". Di certo, non possiamo contare sulle nostre forze umane. Di certo, dobbiamo tenere gli occhi aperti e il cuore in ginocchio per non lasciarci assorbire dalla routine, dal “tanto…cosa posso fare io?”. Don Aldo Vignola affermava che occorre “una vita di preghiera, ma qui nel mondo: dove si vive, si condividono e si devono santificare con Cristo i valori e le tensioni del proprio tempo, le fatiche e le gioie, le aspirazioni e le pene degli uomini, per cercare insieme in Cristo la risposta ai loro problemi…”.

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I Settimana di Quaresima

Giovedì 18 Febbraio

Riscopriamo le opere di misericordia corporale! Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Beato Giovanni da Fiesole

Il beato domenicano Giovanni di Fiesole è meglio conosciuto come Beato Angeli­ co. Esercitò l'arte predicatoria con il pennello, dipingendo moltissimi capolavo­ ri tra i quali la cele­

I Settimana del Salterio

berrima Annuncia­ zione. Nato alla fine del Trecento ­ con il nome di Guido ­ a Vicchio di Mugello, entrò con il fratello Benedetto nel con­ vento di Fiesole. O­ però a Firenze, in tutta la Toscana, a San Pietro e nei pa­ lazzi vaticani, su in­ vito di Eugenio IV.

Morì a Roma nel 1455 nel convento di Santa Maria sopra Minerva, dove tutto­ ra sono conservate le sue spoglie. Giovan­ ni Paolo II l'ha pro­ clamato nel 1984 pa­ trono universale de­ gli artisti.

Agisci

Brano Evangelico: Mt 7,7­12

Ci sono dei momenti nella vita in cui ci sembra di essere completamente soli, abbandonati da tutti. In chi cerchiamo aiuto? Con l'intercessione di Maria, aiuto dei cristiani, oggi mi rifugio presso il Signore.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede ri­ ceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

Contemplo: Chiedete e vi

sarà dato (Mt 7,7) Ispiraci, o Padre, pensieri e propositi santi, in modo da chiedere ciò che realmente ci aiuta nella fedeltà ai tuoi comandamenti. Tu vuoi infondere

in noi il tuo Spirito, affinché siamo realmente tuoi figli, e ci hai donato il tuo Figlio diletto, per mostrarci in lui tutto ciò che dobbiamo fare e come dobbiamo camminare dinanzi a te in purezza di cuore.

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 13


Dalla Prima Lettura

Dal Libro di Ester

Medita la Parola

Ester 4,17 Non ho altro soccorso fuori di te, o Signore.

Meditazione di Fiorella Elmetti

Nel segreto

Spesso la nostra preghiera diventa vera solo quando siamo alle strette e ci ve­ diamo senza più nessun appiglio. Proba­ bilmente la ragione è da ricercare nel fatto che, quando siamo nella sof­ ferenza, diventiamo più veri e realisti nei confronti di noi stessi e di Dio. Ab­ biamo bisogno di aiuto e sappiamo che solo lui può darcelo davvero. La regina Ester, di fronte alla minaccia che in­ combe sul suo popolo, si rivolge all'uni­ co in grado di mostrare una via, una so­ luzione per una situazione altrimenti senza uscita. In questa Quaresima prova a esercitarti in una preghiera più essen­ ziale e semplice, ma anche più vera e autentica: quella che nasce dal cuore. nella fiducia e nella certezza che lui ti ascolta sempre, anche quando ti sembra che non sia così.

Preghiera

Signore Gesù, anche noi talora siamo davanti a te come orfani alla ricerca di un riparo, di un conforto, di un'ispirazione capace di rimettere in moto la vita e di rinnovare la speranza. La preghiera che ti rivolgiamo sia per noi un intimo laboratorio attraverso cui il nostro cuore divenga sempre di più conte il tuo. Kyrie eleison!

«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto».

Gesù si rende presente attraverso la bontà dei suoi figli, attraverso tanti gesti di generosità che vengono compiuti nel segreto, senza fatti eclatanti, nel silenzio che avvolge la semplicità di piccole azioni quotidiani. Il miglior commento al Vangelo di oggi è questo episodio accaduto a Madre Teresa di Calcutta. Un giorno, a Calcutta, venne un uomo con una ricetta e disse: «Il mio unico figlio sta morendo e questa medicina la si può trovare soltanto fuori dall'India». Proprio in quel momento, mentre stavamo ancora parlando, venne un uomo con un cesto pieno di medicine e, proprio sopra a tutte, c'era il farmaco che ci occorreva. Se fosse stato sotto le altre non l'avrei scorto. Se fosse venuto prima o subito dopo, non l'avrei potuto vedere. Ma in quel preciso momento, tra milioni e milioni di bambini nel mondo, Dio, nella sua tenerezza, si era preoccupato di quel piccino che stava negli slums di Calcutta fino a mandare, nel momento esatto, quel cesto di medicine per salvarlo. Sia lode alla tenerezza dell'amore. di Dio, poiché ogni piccolo, sia che appartenga a una famiglia ricca o a una povera, è figlio di Dio, creato dal Creatore di tutte le cose.

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 14


I Settimana di Quaresima Essere confessori significa partecipare della stessa missione di Gesù ed essere segno concreto della continuità di un amore divino che perdona e che salva. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Beato Corrado Confalonieri Nato a Piacenza nel 1290, era di nobili origini. Un giorno accusò un uomo innocente di un incendio appiccato da lui stesso durante una battuta di caccia. Di fronte alla con­ danna a morte per l'uomo accusato ingiustamente Corrado si mosse e pietà e ammise la sua respon­

sabilità. Dopo aver paga­ to i danni causati si ritro­ vò in povertà. Assieme alla moglie vendette gli averi e ne diede il ricava­ to ai poveri. Abbracciate la regola di Francesco e Chiara decisero di diven­ tare religiosi. Corrado quindi divenuto terziario francescano si ritirò in eremitaggio. Dopo aver vagabondato in solitudine approdò all'isola di Mal­ ta. Da qui riprese il mare e giunse al porto di Palaz­

Venerdì 19 Febbraio I Settimana del Salterio

zolo e da qui a Noto An­ tica. Giunto nella Val di Noto vi passò trent'anni, tra la preghiera, il servi­ zio e il romitaggio. Gli si attribuiscono molti mira­ coli. Morì mentre era in preghiera, il 19 febbraio 1351. Gli e' comunemen­ te attribuito il titolo di santo. Cosi' fa pure la Bibliotheca Sanctorum. Il Martyrologium Roma­ num, invece, lo qualifica come "beato".

Brano Evangelico: Mt 5,20­26

Agisci: È questo il punto centrale di un cammino di conversione: formare un cuore nuovo, un nuovo modo di pensare, sentire, agire. Oggi chiederò a Dio questa grazia, perché anche io possa essere, come Maria, una "dimora tutta consacrata a Dio".

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga getta­ to in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!»

Contemplo: Riconciliati con il

fratello (cf Mt 5,24) I doni che offriamo in chiesa sono importanti, ma più importante è avere il cuore libero da risentimenti. Facciamo in modo che nel nostro intimo non riman-

gano contese e gelosie, disponiamoci al perdono, alla riconciliazione, affidando a Dio le nostre fatiche e le nostre sofferenze. Allora potremo offrire a Dio un dono a lui gradito.

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 15


Dal Libro del profeta Ezechiele

La correzione fraterna Ez 18,21­28 Forse che io ho piacere della morte del malvagio, o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?

Ciascuno di noi ha per la salvezza o la perdizione degli altri, un ruolo impor­ tante. Chissà quante volte avresti potuto avvisare coloro che il Signore ti ha mes­ so accanto per riportarli a lui e al suo amore e, per tanti motivi, non lo hai fat­ to. Dunque la responsabilità è grande: a volte, con tatto e rispetto, puoi dire sem­ plici parole o fare piccoli gesti che pos­ sono tirare fuori dal buio coloro che, forse, hanno bisogno anche solo di un incoraggiamento. Del resto, anche tu lo avrai sperimentato: quante volte Dio ti ha mandato la persona giusta al momen­ to opportuno perché tu potessi incon­ trarlo o vederlo più chiaramente? Que­ sto è un vero ministero nella Chiesa, che si manifesta nella semplicità ma ha in sé un valore infinito.

Preghiera

Grazie, Signore Gesù! Riceviamo da te, ogni giorno, il dono inestimabile della tua misericordia, che ci rende creature nuove: più profondo lo sguardo, più accogliente il cuore, più sicuro il passo. Come possiamo, salvati dalla forza del tuo amore, negare ai fratelli «lo spicciolo» della nostra fiducia, del perdono, di una mano tesa, di una parola di speranza? Kyrie eleison!

Medita la Parola

Guardare il bene e non uccidere con le chiacchiere Meditazione di Eletti Fiorella

La giustizia cristiana deve essere superiore a “quella degli scribi e dei farisei”, perché si fa davvero presto ad “uccidere”, sia col pensiero che con la lingua. Così è per l’invidia, sottolinea Papa Francesco, “uccide e non tollera che un altro abbia qualcosa che io non ho. E sempre soffre, perché il cuore dell’invidioso o del geloso soffre. E’ un cuore sofferente!... Ma quante volte nelle nostre comunità per gelosia si uccide con la lingua. Uno ha invidia di questo, di quell’altro e incominciano le chiacchiere: e le chiacchiere uccidono! E io, pensando e riflettendo su questo passo della Scrittura, invito me stesso e tutti a cercare se nel mio cuore c’è qualcosa di gelosia, c’è qualcosa di invidia, che sempre porta alla morte e non mi fa felice; perché sempre questa malattia di porta a guardare quello che di buono ha l’altro come se fosse contro di te. E questo è un peccato brutto! E’ l’inizio di tante, tante criminalità. Chiediamo al Signore che ci dia la grazia di non aprire il cuore alle gelosie, di non aprire il cuore alle invidie, perché sempre queste cose portano alla morte. Pilato era intelligente e Marco nel Vangelo dice che Pilato se ne era accorto che i capi degli scribi gli avevano consegnato Gesù per invidia. L’invidia, secondo l’interpretazione di Pilato, che era molto intelligente ma codardo!, è quella che ha portato alla morte Gesù. Lo strumento, l’ultimo strumento. Glielo avevano consegnato per invidia. Anche chiedere al Signore la grazia di non consegnare mai, per invidia, alla morte un fratello, una sorella della parrocchia, della comunità, neanche un vicino del quartiere: ognuno ha i suoi peccati, ognuno ha le sue virtù. Sono proprie di ognuno. Guardare il bene e non uccidere con le chiacchiere per invidia o per gelosia”.

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 16


spiritualità

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

provare rabbia e odio. Non Anno della Misericordia 2015/16

avrebbe fatto male a Pino-

Le opere di Misericordia

chet, ma a me». Il risenti-

Perdonare le offese

mento è preludio di danna-

Meditazione di don Luciano Vitton Mea

zione, o meglio, è un piccolo inferno sulla terra; ogni anelito al compimento, il desiderio di pace, il soffio vitale della beatitudine si infrangono sugli scogli gelidi e ruvidi del livore. Il perdono delle offese implica un “lasciar andare”, uno spezzare non certo il ricordo, ma il debito contratto da chi ha commesso il male. L’atto del perdono si mo-

Perdonare le offese ricevu-

l'uomo cattivo, fa emergere

stra così capace di guarire

te non è solo un' opera di

dagli abissi interiori il peg-

non solo l’offensore, ma

misericordia spirituale, l'a-

gio di noi. Le offese devono

anche l’offeso: “il perdono

pice e la perfezione dell'a-

rimanere sole; guai se tro-

è l’unica reazione che non

more, ma è una necessità,

vano delle resistenze, cioè

si limita a reagire, ma che

una sorta di pulizia psichica

dei rancori, s'infiammeran-

agisce nuovamente e ina-

e interiore. Perdonare è un

no sempre più, distruggen-

spettatamente, non condi-

bene che facciamo a noi

do chi le ha subite.

La

zionato da un atto che l’ha

stessi prima che all'altro, è

scrittrice

Allende,

provocato, e che quindi li-

un atto dovuto alla nostra

nipote del presidente Allen-

bera dalle sue conseguenze

esistenza più che un' opera

de, morto durante il golpe

sia colui che perdona sia

virtuosa. E' necessario per-

del

colui

donare, fa bene perdonare.

"benedettissimo" Arturo Pi-

Il rancore è una sorta di

nochet, confessa: «Ho per-

morbo maligno, inquina le

donato Pinochet perché non

sorgenti del cuore, rende

potevo più sopportare di

Isabel

"funeralissimo"

e

che

è

to” (Hannah Arendt).

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 17

perdona-


I Settimana di Quaresima "Un anno di misericordia" è questo quanto viene annunciato dal Signore e che noi desideriamo vivere. Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Leone di Catania Vescovo Leone, nacque a Ra­ venna, nel 720 d.C.. Ancora giovane entrò nell'ordine dei monaci benedettini e si trasferì a Reggio Calabria. Qui rimase fin quando fu eletto vescovo di Cata­ nia. Si narra che i cata­ nesi, dovendo eleggere un nuovo vescovo, a­

Sabato 20 Febbraio I Settimana del Salterio

vessero avuto in sogno da un angelo che a Reggio Calabria vives­ se Leone che sarebbe stato la persona giusta. Inizialmente Leone, non ritenendosi degno, rifiutò, ma dopo molte insistenze, accettò. In quegli anni, in tutto l'Impero bizantino era in atto la distruzione delle immagini sacre «iconoclastia». Coloro che non ubbidivano all'editto che metteva al

bando le icone veniva­ no incarcerati. Leone si oppose a questa legge. Per tale ragione il go­ vernatore della Sicilia ne ordinò l'arresto e Leone fu costretto a rifugiarsi sulle monta­ gne. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e dove morì il 20 febbraio 789.

Brano Evangelico: Mt 5, 43­48

Agisci Non sono le cose che diciamo che contano, ma quelle che facciamo. La parola di Dio ci viene data per essere messa in pratica. Oggi farò particolare attenzione affinché alle mie parole seguano coerentemente i fatti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vo­ stri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vo­ stro celeste».

Contemplo : Siate perfetti co-

me il Padre (Mt 5,43) «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,43). Signore Gesù, tu ci chiedi qualcosa di veramente difficile per le nostre povere forze, ma apri i nostri

cuori alla tua grazia, e sostienici con il tuo amore, allora potremo davvero amare e perdonare il nostro prossimo, accogliendolo come tu ci hai insegnato a fare.

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ pagina 18


Dal Libro del Deuteronomio

Diritti e doveri Dt 26,16­19 Sarai un popolo consacrato al Signore tuo Dio.

Dio si impegna con Israele in un'alle­ anza. Ma un'alleanza, per essere valida, deve avere dei diritti e dei doveri da parte di entrambe le parti: ciò significa che Dio sarà fedele alle sue promesse a patto che il popolo eletto si impegni a osservare la sua legge. II premio per questa promessa adempiuta è che Israe­ le sarà un popolo particolare, cioè avrà con l'Altissimo una confidenza che nes­ suno ha mai avuto. Dio ha stipulato que­ sta alleanza d'amore anche con te, ma ricorda che anche tu hai dei doveri. Ge­ sù, che ha pagato questa alleanza d'amo­ re tra te e il Padre. ti chiede di fare la stessa cosa che lui ha fatto. Dunque, non si tratta tanto di offrire a Dio dei sacrifici o di osservare letteralmente delle regole, quanto piuttosto di donar­ gli tutto te stesso, così come lui ha fatto con te.

Preghiera

Signore Gesù, noi non sappiamo se siamo giusti o ingiusti... non lo sappiamo di noi stessi e come potremmo mai saperlo degli altri? Aiutaci ogni giorno a rifuggire dalla ricerca dello straordinario e insegnaci le vie ordinarie di un amore che è sempre unico. Kyrie eleison!

Medita La Parola

La bellezza dell’amore Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Perché devo amare sempre e comunque? Perché questo bene deve andare oltre gli umani limiti, fino ad accettare quelli che mi hanno fatto del male, coloro che il Vangelo di oggi chiama “nemici”? Non ho mai capito fino in fondo questo “estremo”, questa legge evangelica che mi rende debole e “stupido” agli occhi degli uomini. Alcuni giorni fa ho trovato alcuni appunti relativi ad un corso di esercizi che risalgono agli anni di teologia. Avevo appuntato una citazione tratta da “le Meditationes” di Guigo I, priore certosino (1083 circa - 1137): «l'essere privato di una bellezza o di una perfezione naturale non è ugualmente dannoso ad ogni cosa. Infatti se la rosa cessasse di avere il suo colore naturale o il giglio di profumare, il danno sarebbe piccolo per me, che pur amo queste sensazioni; ma per essi, ossia per la rosa e per il giglio, sarebbe molto più terribile, perché privati della loro propria e naturale bellezza». L’amore, come la bellezza, non può perdere il proprio colore, la fragranza del suo profumo, la freschezza di una giovinezza che va oltre i limiti del tempo e delle stagioni. Se un fiore si altera e appassisce perde tutte le sue prerogative; così l’amore: se non abbraccia tutti gli uomini, anche coloro che ci hanno offeso o fatto del male, perde il suo pregio, la propria virtù. E l’amore, quando perde di qualità, si altera, subisce una metamorfosi e si trasforma nella propria antitesi: cattiveria, rancore, odio. La perfezione di cui parla Gesù nel Vangelo non può essere corrosa dai torti subiti, da quelle naturali antipatie che avvertiamo nei confronti “di chi non la pensa come noi”, dalle invidie o dai rancori che si accavallano, come onde spinte dal turbine, dentro di noi. “Beati i miti perché erediteranno la terra... ; beato l’uomo che «fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti».

Non di solo pane ­ Numero 743 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 19


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 743 Domenica 14 Febbraio 2016 Chiuso il 09/02/2016 Numero copie 1470

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

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Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

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