Non di Solo Pane n°746 - 6 Marzo 2016

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Non di solo

PANE Sussidio di preghiera per la famiglia

Domenica 06 Marzo 2016 IV Settimana di Quaresima

Settimanale di preghiera

Anno XV - n째

746


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Marzo 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Marzo Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre

Cuore divino di Gesù,

Perché le famiglie in difficoltà ricevano i necessari sostegni e i bambini possano crescere in ambienti sani e sereni.

io ti offro per mezzo

Intenzione missionaria

del Cuore Immacolato di Maria,

Perché i cristiani discriminati o perseguitati a motivo della loro fede rimangano forti e fedeli al Vangelo, grazie all’incessante preghiera di tutta la Chiesa.

Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni,

Intenzione dei vescovi

di questo giorno,

Perché i Missionari della Misericordia siano accolti da tutti come segno della sollecitudine materna della Chiesa.

in riparazione dei peccati,

Intenzione del Vescovo di Brescia

per la salvezza di tutti gli uomini,

Mons. Luciano Monari

nella grazia dello Spirito Santo,

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia

le gioie e le sofferenze

a gloria del divin Padre.

nella costruzione della civiltà dell'amore. Non di solo pane - Numero 746 - Tempo di Quaresima - pagina 2


IV Domenica di Quaresima Gesù rivela la natura di Dio come quella di un Padre che non si dà mai per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto.

IV Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Marciano di Tortona Marciano (o Marziano) è indicato dalla tradizione come protovescovo di Tortona (Alessandria), diocesi di cui è patrono. Di famiglia pagana, sarebbe stato convertito da san Barnaba, compagno di san Paolo e con-

Agisci Forse anche io sto percorrendo la strada dell'egoismo, dei giudizio... Oggi desidero ritornare al centro del mio cuore dove Dio mi aspetta per perdonarmi.

Domenica 6 Marzo

fermato poi nella fede da san Siro, vescovo di Pavia. Per 45 anni pastore di Tortona, sarebbe morto martire sotto l'imperatore Adriano tra il 117 e il 138. Da alcuni documenti del secolo VIII che ne parlano, non risulta vescovo. E' Valafrido Strabone che, in occasione della costruzione di una chiesa in onore del santo, lo indica come pri-

mo vescovo della comunità derthonese e martire. Le reliquie, ritrovate sulla riva sinistra della Scrivia dal vescovo sant'Innocenzo (suo successore del IV secolo), sono nella cattedrale di Tortona. L'osso di un indice è conservato dalla fine del XVII secolo a Genola (Cuneo), di cui è anche patrono.

Brano Evangelico: Lc 15, 1-3.11-32 In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.

Contemplo: Magnificate con me il

Signore (Sal 33,4) Il figlio perduto è stato ritrovato, era morto ed è tornato in vi­ ta. Questa è la storia dell'umanità che vaga in cerca di una fragi-

le felicità, sciupa ogni suo bene e, nel bisogno, torna al Padre. Scopre che lo stava aspettando ed è accolto dal suo abbraccio. Innalza allora il suo canto di riconoscenza: «Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome».

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P a g i n e

Ma lo sguardo si imprime nel cuore, lo puoi sempre incrociare

Sotto lo sguardo di Dio Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Ho ancora ben impresso nella mente l’enorme cartellone che la mia suora srotolava davanti ai nostri occhi quando ci spiegava le parabole. Immagini chiare, con dei paesaggi orientali stupendi. Quello della parabola del Padre Buono aveva in primo piano il figlio minore nell’atto di andarsene e sullo sfondo, tra le palme, la casa paterna; una struttura ad un solo piano con un’enorme terrazza al posto del tetto. Su di essa la figura del Padre che guarda lontano con una mano sopra la fronte. Suor Ermanna ci spiegò che il Padre non stava guardando il figlio mentre si allontanava, bensì scrutava l’orizzonte in attesa di vederlo ritornare. Questa sottolineatura della mia suora è molto importante perché ci ricorda che

Dio è sempre in attesa del ritorno dei figli che hanno lasciato la casa paterna. Anche quando ci allontaniamo Dio non ci segue con sguardo altero, ma con degli occhi pieni di pietà che attendono comparire sulla polverosa strada i tratti macilenti di un mendicante che ha impressa l’effige paterna. Non c’è lontananza che possa separarci da questo sguardo, da questa presenza impercettibile e discreta. Il figlio minore lapida le proprie sostanze, il patrimonio che aveva tra le mani, infanga la propria dignità lontano dalla presenza tangibile del padre ma sotto il suo sguardo, sotto il velo pietoso, come il cielo plumbeo d’autunno, del suo pianto. Quando un figlio diventa servo, anzi guardiano di porci, gli occhi

b i b li c h e

di Dio si riempiono di pietà e le sue lacrime penetrano tra le fenditure dei cuori più duri. E il figlio minore si ricorda della sua casa, degli occhi del padre, dello scricchiolare di un uscio che rivela una presenza, i solleciti passi di una vicinanza che rompe il dramma della solitudine. “Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza …” Un ragionamento logico ma non scontato; un ricordo vivo ma annebbiato dai vapori malsani di un letamaio. Ma lo sguardo si imprime nel cuore, lo puoi sempre incrociare, ti appare, come meteora, anche nelle notti più oscure. Nell’angolo tetro e buio del porcile il figlio è illuminato dallo sguardo del padre, prende coraggio, si decide: “Mi alzerò e andrò da mio padre …” Nell’epilogo della parabola lo sguardo del Padre diventa un abbraccio, un vestito nuovo, un anello al dito. Ha inizio la grande festa che Dio prepara per ogni figliol prodigo che ritorna alla casa paterna. Sarò sempre riconoscente alla mia suora che mi ha insegnato a vivere non “guardato da Dio”, ma nel suo sguardo misericordioso che ci avvolge anche quando siamo lontani.

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P a g i n e

L’angolo della misericordia

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Storia dei Giubilei

Inter Sollicitudines Clemente VII

Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.

Vincenzo de' Paoli Vincent de Paul (1581-1660), italianizzato in Vincenzo de' Paoli, fu una delle figure capaci di trasformare l'immagine stessa della carità cristiana fattiva, cui dedicò tutta la sua esistenza. Per lui il povero era realmente e non solo simbolicamente "volto" di Cristo: il povero era "il padrone" e non il servo di chi a lui si dedicava. Nella seguente preghiera si coglie quanto egli concepisse in maniera profonda il tema dell'amore e della misericordia espresso attraverso le opere: non per caso l'avevano soprannominato Vincent des Pauvres, Vincenzo dei Poveri.

Più di quanto io ami me stesso … O Signore, Dio del mio cuore, infinita è la tua bontà per me. Tu, Signore, mi ami infinitamente più di quanto io possa amare me stesso. Tu vuoi il mio bene e puoi realizzarlo più di quanto possa fare io, o Signore. Ciò che deciderai a mio riguardo, io lo adoro, o Dio della mia vita. Aiutami a rispondere al tuo amore amandoTi con il più grande amore. Signore, dammi la forza per dire "no" a tutto ciò che può separarmi da Te. Io non ho nulla e nulla spero se non da Te, o mio unico bene. II mio cuore e la mia libertà sono solo per Te, o mio Signore.

Clemente VII, al secolo Giulio de Medici, uomo colto, chiamò alla sua corte uomini di lettere, tra cui Francesco Guicciardini e Niccolò Machiavelli, e artisti come il Cellini, Raffaello e Michelangelo. Fu proprio Clemente VII a commissionare a quest’ultimo l’imponente Giudizio Universale della Cappella Sistina. Il 17 Dicembre 1524 con la bolla Inter Sollicitudines indisse un giubileo universale per l’anno 1525. Nella bolla di indizione il papa sospende qualsiasi altra indulgenza legata a chiese o a luoghi affinché i fedeli possano lucrare i favori della grazia divina durante l’anno giubilare e il pellegrinaggio da compiersi nelle basiliche romane. Sottolineando l’importanza della Porta Santa, Clemente VII dispone che oltre alla basilica di San Pietro, vengano aperte anche le porte delle basiliche di San Paolo, di quella Lateranense e di Santa Maria Maggiore in Roma. Ancora una volta l’immagine dei pellegrini che passano sotto l’unica porta che è Cristo Signore sottolinea l’unicità e l’importanza che hanno i giubilei nella vita spirituale dei fedeli. Papa Francesco ha disposto che ogni cattedrale diocesana abbia la propria porta santa per poter lucrare il perdono dei peccati e la salvezze delle anime. Attraversando la Porta Santa aperta dal nostro vescovo Luciano ci mettiamo nella lunga scia di quei milioni di pellegrini che durante i secoli hanno attraversato la porta che rappresenta Gesù, unico pastore delle nostre anime. Papa Clemente VII Al secolo: Giulio de Medici. Arcivescovo di Firenze Elezione: 19 Novembre 1523 Fine pontificato: 25 Settembre 1934 Morte: 25 Settembre 1934

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IV Settimana di Quaresima Per giustizia si intende anche che a ciascuno deve essere dato ciò che gli è dovuto. Papa Francesco

Il santo del giorno:

Sante Perpetua e Felicita Chiusa in carcere aspettando la morte, una giovane tiene una sorta di diario dei suoi ultimi giorni, descrivendo la prigione affollata, il tormento della calura; annota nomi di visitatori, racconta sogni e visioni degli ultimi giorni. Siamo a CarAgisci Come sono la mia fede e quella dei miei cari? Che testimonianza e quale contributo do in famiglia affinché essa possa crescere nella fede?

Lunedì 07 Marzo IV Settimana del Salterio

tagine, Africa del Nord, anno 203: chi scrive è la colta gentildonna Tibia Perpetua, 22 anni, sposata e madre di un bambino. Nella folla carcerata sono accanto a lei anche la più giovane Felicita, figlia di suoi servi, e in gravidanza avanzata; e tre uomini di nome Saturnino, Revocato e Secondulo. Tutti

condannati a morte perché vogliono farsi cristiani e stanno terminando il periodo di formazione; la loro «professione di fede» sarà il martirio nel nome di Cristo. Le annotazioni di Perpetua verranno poi raccolte nella «Passione di Perpetua e Felicita», opera forse di Tertulliano, testimone a Cartagine.

Brano Evangelico: Gv 4, 43-54 In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Contemplo: Va', tuo figlio vive (Gv 4,50)

«Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette. Trovò il bambino guarito. Questo è uno di quei miracoli che Giovanni chia-

ma "segni", poiché ci indicano la vera natura del Verbo di Dio e ci raccontano ciò che egli compie per noi. Il Signore è venuto a darci la vita. Crediamo in lui e affidiamoci alla sua parola.

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Dalla Prima Lettura

Preziosi ai suoi occhi

Medita La Parola

Una buona notizia Meditazione di Fiorella Elmetti

Is 65,17-21 Non si udranno più voci di pianto e grida di angoscia.

Con la stessa forza con cui Dio redarguisce il popolo infedele, allo stesso modo egli usa parole di tenerezza e di incoraggiamento, quando vede che esso è ormai allo stremo delle forze ed ha perduto ogni speranza. Le promesse che egli compie sono accompagnate da segni cosmici: la creazione di cieli e terre nuove sono il segno di una storia nuova, di un nuovo cammino e di nuove prospettive di fedeltà e di amore tra lui ed il popolo eletto. Dio fa le stesse promesse anche a te, proprio quando ti sembra di essere in situazioni senza via di uscita: è lui che apre nuove strade, e poi ti prende per mano e le percorre assieme a te. Tu, al pari della città di Gerusalemme, sei prezioso ai suoi occhi, ed anche se dovrai vivere momenti di buio e di dolore, essi sono solo momenti di nuova nascita alla vita della grazia.

Preghiera

Signore Gesù, donaci la forza di acconsentire alla vita come a un flusso di grazia che ha i suoi tempi e i suoi modi. Infondi nel nostro cuore la solenne calino delle grandi attese e il passo deciso, ma non affrettato, delle speranze più difficili e più vere. Donaci di credere sempre che non mancherà mai uno spazio per un «secondo segno» e che ci possiamo fidare. Kyrie eleison!

Io faccio fatica a parlare di guarigioni miracolose, perché credo che Dio parli anche attraverso il dolore e la malattia, e il miracolo a mio avviso sta nel vivere con fede la sofferenza. Tuttavia, di fronte al vangelo di oggi, ho riflettuto su quanto ho trovato scritto. E per “par condicio” lo condivido con voi. Dopotutto, Dio è più grande di noi. Infatti, dicono che un maestro di fede come don Divo Barsotti diceva: “Noi offendiamo Dio quando non chiediamo i miracoli! Noi non ci crediamo! Per questo non chiediamo. Parlo schiettamente. Guardate i santi: insistevano. Pensate a quello che diceva san Filippo Neri: ‘Noi dobbiamo costringere Dio a venire a compiere questo miracolo’. Aveva una forza che non si lasciava vincere dal fatto del silenzio di Dio, dal fatto che sembrava che Dio non ascoltasse la preghiera; insistevano fintanto che Dio non doveva piegarsi alla volontà dell’uomo”. Poi don Divo spiegava: “No, non è che Dio si pieghi alla volontà dell’uomo, ma Dio risponde alla preghiera dell’uomo. Noi manchiamo contro il Signore quando non chiediamo i miracoli. Dobbiamo chiedere a Dio e non dobbiamo vergognarci di chiedergli tanto… Facciamo poche storie: non crediamo, non crediamo. Bene, non devo turbarmi, perché anche se anche avessi ammazzato, perché se anche avessi commesso un adulterio… se veramente io fossi il peggiore dei peccatori, posso io pensare che il mio peccato sia un limite alla Onnipotenza e alla Misericordia Divina?”.Infine don Barsotti aggiungeva: “Perché si stanca la pazienza di Dio? Perché non gli si chiede quello che noi possiamo desiderare. Se tu chiedi meno della creazione, tu vai all’Inferno, perché non chiedi quello che Lui ti dona. Lui ti dona Se Stesso”. Questa è una Buona Notizia.

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IV Settimana di Quaresima Ognuno di noi ha ricevuto il dono dello Spirito Santo per il perdono dei peccati, di questo siamo responsabili. Papa Francesco

Martedì 8 Marzo IV Settimana del Salterio

Brano Evangelico: Gv 5, 1-16

San Giovanni di Dio

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Agisci Oggi prendo con­ sapevolezza che, se soffro o se sono malato, non devo disperarmi, ma continuare ad affidarmi al Signore. Mi impegno anche ad aiutare gli ammalati che aspettano da tanto un aiuto.

Medita Seduto ai bordi della speranza, impotente a immergersi nella vita, deluso dagli altri e spesso anche dalla religione: questo è l'uomo di oggi, di sempre, che Cristo viene a cercare lì dove si trova, paralizzato dalla sofferenza, dal peccato o dalle circostanze. Gesù semplicemente chiede: «Vuoi guarire?». Domanda ovvia, forse, ma tale da esigere una risposta personale che rinnova interiormente e fa sentire la grande dignità dell'uomo: la sua libertà e responsabilità. Poi, ancora semplicemente, dice: «Sei guarito: va'...». Non per vane ritualità o per mezzo di una qualsiasi acqua terapeutica, ma per la potenza della parola di Dio, che ricrea, spezza i legami che imprigionano. È nulla, infatti, la paralisi del corpo: vi sono i legami ben peggiori che avvincono il cuore nel peccato. Per questo Cristo ha lasciato alla Chiesa l'efficacia della sua Parola e della grazia che sgorga come fiume dal suo costato aperto: acqua viva del lavacro battesimale, che rigenera e fa nuovo l'uomo peccatore; acqua viva delle lacrime di pentimento, che lo Spirito suscita per sciogliere da ogni vincolo di colpa l'uomo penitente; sangue sparso da Colui che fu perseguitato a morte per aver portato al mondo la salvezza di Dio.

Contemplo: Alzati e cammina (cf Gv 5,7)

Un uomo malato era disteso ai bordi di una piscina che guariva tutti, ma non lui, perché nessuno lo aiutava a discendere in essa. Gesù gli chiese solo se voleva guarire. Dal momento che egli lo

desiderava, gli ordinò di alzarsi e di camminare. Anche se non possiamo rialzarci da soli, dobbiamo almeno averne il vivo desiderio. Il Signore allora ci farà alzare, ci farà camminare alla luce della sua grazia.

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spiritualità

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Preghiamo la Via Crucis con le opere di misericordia V Stazione: Gesù è aiutato dal cireneo

 Dal vangelo secondo Marco I soldati condussero fuori Gesù per crocifiggerlo. E costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene, il quale veniva dalla campagna, a portare la croce.

Preghiamo: Signore Gesù, a volte il nostro sguardo si volge cercando aiuto e solidarietà in chi ci sta accanto; ci basta un po’ di compagnia, un gesto di tenerezza, una parola di coraggio. Se questo non ci fosse dato, concedici di ricordare che Tu sei fedele, che non ci abbandoni mai e che inviti così a offrire per primi quello che vorremmo ricevere.

Opera di misericordia corporale:

Dare ospitalità ai forestieri

Spesso i forestieri non sono solo coloro che hanno bisogno di un alloggio. Anche quelli, ma anche coloro che nessuno ama, che nessuno desidera come amico. Forestiero deve essere, per ciascuno di noi, ogni persona che non fa parte del nostro cerchio di amore: ospitarlo vuol dire rivestirlo della nostra carità e della nostra accoglienza. Ascoltiamo questa bella testimonianza tratta dalla vita di don Luca Passi. Era una sera d'inverno e, tornando a casa, trovò all'angolo della strada una povera bambina piangente e tremante dal freddo e dalla fame. Don Luca le si avvicinò e ascoltò la sua dolorosa storia: la mamma era fuggita, il babbo al manicomio, e l'uscio di casa era chiuso. La piccola non sapeva dove passare la notte. Aveva sette anni! "Vieni con me, le disse don Luca, ti porto al Conventino, là troverai chi ti fa da mamma e da babbo". E la presentò alle sue Suore con aria di trionfo, dicendo: "Ecco che cosa vi regala Gesù Benedetto questa sera!” (Biografia Dentella)

Rifletti: Come guardi alle persone "forestiere" del mondo che ti circonda: ai poveri, agli emarginati, ai profughi, ai senza tetto, ai disperati? Li guardi con fastidio, volgendo la testa dall'altra parte? Li guardi con disprezzo? Oppure sai guardarli con amore, con il desiderio concreto di consolarli, confortarli, di condividere? Ognuno di noi al giorno d'oggi, si trova esposto ad un numero sufficiente di occasioni per difendere la causa degli stranieri, rispettandone la dignità e tutelandola quando questa non è garantita dagli altri.

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IV Settimana di Quaresima Dio non si stanca di tendere la mano. È sempre disposto ad ascoltare. Papa Francesco

Il Santo del giorno: Santa Francesca Romana

Nacque a Roma nel 1384. Cresciuta negli agi di una nobile e ricca famiglia, coltivò nel suo animo l'ideale della vita monastica, ma non poté sottrarsi alla scelta che per lei avevano fatto i suoi genitori. La giovanissima sposa, appena tredicenne, prese dimora

Mercoledì 9 Marzo IV Settimana del Salterio

con lo sposo Lorenzo de' Ponziani altrettanto ricco e nobile, nella sua casa nobiliare a Trastevere. Con semplicità accettò i grandi doni della vita, l'amore dello sposo, i suoi titoli nobiliari, le sue ricchezze, i tre figli nati dalla loro unione, due dei quali le morirono. Da sempre generosa con tutti, specie i bisognosi, per poter allargare il raggio della sua

azione caritativa, nel 1425 fondò la congregazione delle Oblate Olivetane di Santa Maria Nuova, dette anche Oblate di Tor de' Specchi. Tre anni dopo la morte del marito, emise ella stessa i voti nella congregazione da lei fondata, assumendo il secondo nome di Romana. Morì il 9 marzo 1440.

Agisci Brano Evangelico: Gv 5, 17-30

Gesù e il Padre agiscono sempre per il bene mio e degli altri. Oggi, contemplo l'opera di Dio nella storia, nella mia vita e in quella dei fratelli e lodo il Signore per questo.

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora - ed è questa - in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. [...]

Contemplo: Chi crede ha la vita eterna (cf cv 5,24) Come il Padre, anche il Figlio ha la vita e la dona. Dio, uno e trino, è vita eterna, dona se stesso a noi perché ci ama e ci ha scelti

dall'eternità. Chi ascolta la parola di Gesù e crede nel Padre che lo ha mandato, ha la vita eterna, passa dalla morte alla vita, poiché ascolta e mette in pratica la parola d'amore di Dio per l'umanità.

Non di solo pane - Numero 746 - pagina 10


Dalla Prima Lettura

Medita La Parola

Dio, unica consolazione

Di fronte alle prove della vita Meditazione di Fiorella Elmetti

Is 49,8-15 Ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra.

Dio sa quando è il momento di redarguire il suo popolo, ma sa anche quando è il momento di incoraggiarlo e infondergli nuovo vigore spirituale e morale. La Quaresima, oltre ad essere un tempo in cui risuona la voce vigorosa di Dio che ci chiama a conversione, è anche un periodo nel quale egli vuole farci capire che è lui la nostra unica consolazione. Per questo, oggi il profeta ti invita a gioire ed a giubilare, poiché il Signore, nei tuoi con­fronti, usa misericordia e ti invita ad aprirti alla gra­zia di una vita cristiana nuova e più bella. E tu, da parte tua, cosa devi fare? Approfitta di questo tempo forte per gettare via tutto ciò che sa di vecchio e di marcio nella tua vita. È questo il modo migliore per sperimentare la gioia e la novità della Pasqua.

Preghiera

Signore Gesù, ti contempliamo nel mistero della tua croce come nostra vera madre. Vorremmo accompagnarti nel travaglio del parto, che durerà fino al tuo ritorno nella gloria per mettere al mondo fratelli e sorelle uniti da un vincolo ancora più forte di quello della carne e del sangue. Kyrie eleison!

Quando ci nasce un figlio siamo straripanti di gioia. L’attesa di nove mesi viene ricompensata dalla nascita di un bimbo di cui prenderci con tutte le forze da quel giorno in poi. E, in qualche modo, diventiamo potenti. Scopriamo in noi fonti d’amore prima sconosciute e ci accorgiamo che possiamo accogliere, pazientare, correggere, proporre in modo nuovo. Le forze d’amare, tuttavia, di fronte alla malattia del figlio arrivano a far male, non rispondono come dovrebbero e, così, rischiamo di perdere ogni speranza, di morire noi stessi dentro. Per questo, è particolarmente significativo quanto Gesù dice: “Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco… Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati”. Di fronte alle prove della vita, ci si deve rigenerare, recuperare in Dio il nostro centro altrimenti ci si incattivisce. Di fronte alla sofferenza in particolare tutto si ridimensiona, le parole non sono più semplici parole. Non so bene chi l’abbia scritto, ma “l'Amore è trascendenza, il ricentrarsi della consapevolezza attraverso l'atto dell'attenzione paziente all'altro. Lo fanno i genitori, lo fanno gli amanti e i religiosi lo devono fare, se vogliono essere persone autentiche. Il modo in cui pregate è il modo in cui vivete. Noi viviamo nella potenza della trascendenza attraverso la preghiera profonda. Non solo "salat" e "liturgia", ma contemplazione. L'intero scopo di questa vita, disse Sant'Agostino, è aprire l'occhio del cuore con cui noi vediamo Dio… I mezzi sono quelli che la religione ci insegna, se non si autoinganna considerandosi il fine: attesa, pazienza, calma e, particolarmente importante in un'epoca di comunicazione immediata, silenzio…”.

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Pagine bibliche

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Anno della Misericordia 2015/16 Catechesi sulla parabola Del Padre Buono/6

Il Padre 1 di don Luciano Vitton Mea

Il rischio educativo di Dio cettare, ti devono piacere. Edu-

E il padre divise tra loro le sostanze …. Dio rispetta le decisioni dei suoi figli, sempre. Dove c’è costrizione, coercizione, pressione non c’è amore. Dio non si impone, si propone. Di fronte alle richieste del figlio minore vi è solo un atteggiamento di profondo rispetto nei confronti di una decisione nata nel cuore confuso di una creatura che vuole provare a “fare da sola…”. Dio ci vuole liberi: di rimanere o di andarcene. La fede è vera e autentica solo quando è pura adesione ad un progetto, ad un amore, ad una Persona. Dio è amore e nessuno può costringere ad amare, neppure l’Onnipotente. L’unico sentimento esente da una qualsiasi forma di coazione è proprio un atto d’amore. Non lo puoi comperare, pretendere, vendere. Le tinte del bene sono calde, composte dalla delicatezza della condivisione, dall’armonia di intenti, dalla comunione di cuori. Le devi ac-

candoci all’amore, Dio ci educa alla libertà, la quale comporta il rischio di un rifiuto, di una rinuncia, di una scelta. Il Padre ci vuole figli, non servi. L’unica cosa che Dio fa nei confronti dei suoi figli, il dono prezioso che deposita nel profondo del cuore e della coscienza degli uomini, è il dare a ciascuno la propria parte, una briciola della sua sostanza, un’ immagine da portare impressa per sempre, per l’eternità. All’interno di questa tela, questo “nostro”, questo retaggio siamo chiamati a compiere l’opera , il capo lavoro dell’esistenza. Un quadro da comporre da protagonisti, nell’unicità del proprio essere. Qualcuno lo compone fuori dalle logiche della divina provvidenza, seguendo le mode correnti, la guisa di comodo che reca un futile e passeggero successo, le suggestioni di un paese lontano che lasciano l’ effimero, un labile e caduco senso vitale che termina la sua breve corsa nel vuoto di un letamaio. Altri seguono la staticità e l’ossequio a canoni che ti

mettono al sicuro, fuori da qualsiasi rischio; tinte scontate, paesaggi privi di una ben minima parvenza creativa. Composizioni degne di essere appese nelle case dei servi. Infine vi sono composizioni ricche di colori, vive, che parlano ed esprimono il dramma dei figli. Ci sono pennellate di fragilità, ombre buie illuminate qua e là dai tiepidi colori della pietà, che una mano invisibile ha tratteggiato con velata discrezione, paesaggi baciati dal sole, nubi che si addensano all’orizzonte e poi ancora l’azzurro… Strade che si incrociano, mani che si stringono, lacrime che formano piccoli rigagnoli sulle scoscese colline lontane. La mano del figlio, che nei passaggi più delicati dell’opera viene guidata dal tocco divino, compie la sua opera. Tele che finiscono nella pinacoteca paterna. Amore che libera e tesse la sua melodia sui righi della responsabilità. Questo il rischio educativo di Dio: amare i propri figli lasciandoli liberi, dandogli la dote necessaria per tessere la tela della propria esistenza.

Non di solo pane - Numero 746 - Tempo di Quaresima - pagina 12


IV Settimana di Quaresima I “missionari della Misericordia” saranno, soprattutto, segno vivo di come il Padre accoglie quanti sono ancora in ricerca del suo perdono. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Simplicio Papa (Papa dal 03/03/468 al 10/03/483)

Nato a Tivoli, fu papa in un periodo tormentato della storia dell’Occidente che vide la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, quando il barbaro Odoacre nel 476 depose l’ultimo imperatore Romolo Augustolo.

Giovedì 10 Marzo IV Settimana del Salterio

Contemporaneamente la Chiesa d’Oriente era travagliata dalle conseguenze dell’eresia monofisita, la quale sosteneva che in Cristo ci fosse unicamente la natura divina. Si hanno poche informazioni su Simplicio: prese netta posizione contro l’eresia anche nei confronti dell’imperatore d’Oriente Zenone, sta-

bilì turni di presbiteri nelle principali basiliche cimiteriali e non soltanto restaurò e dedicò chiese a Roma ma, rispettoso della vera arte, salvò dalla distruzione i mosaici pagani della Chiesa di S. Andrea.

Brano Evangelico: Gv 5, 31-47

Agisci Oggi ringrazio il Signore per il dono della Sacra Scrittura; rifletto su questo grande dono e mi chiedo quale posto occupi nella mia giornata. Mi domando come sarebbe diversa la mia vita se non avessi la parola di Dio che mi guida. mi incoraggia, mi indica la strada...

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. ».

Contemplo: Cercate il volto del Signore (Canto d'ingresso)

Cerchiamo il volto del Signore nelle Scritture, ma sappiamo che egli ci ha donato il suo Spirito e lo possiamo contemplare anche nel nostro intimo. Dobbiamo abbandonare le idee sbagliate che ci siamo fatti

di lui, dobbiamo spogliarci della nostra presunzione, allora potremo cogliere il volto del Signore e ascoltare la sua voce nelle Scritture come in ogni circostanza della vita.

Non di solo pane - Numero 746 - pagina 13


Dalla Prima Lettura

Dio si commuove

Medita la Parola

Testimonianza Es 32,7-14 Desisti dall’ardore della tua ira

Meditazione di Fiorella Elmetti

La Non sappiamo se Dio disse tali parole a Mosè per metterlo alla prova: certamente, se egli avesse accettato avrebbe avuto meno problemi, e probabilmente sarebbe anche riuscito ad entrare nella terra promessa. Ma Mosè ha un cuore misericordioso per cui, nonostante l'evidente infedeltà del popolo, cerca di coprire e di giustificare persino il loro operato. Il senso di paternità di quest'uomo è talmente grande che Dio si commuove, ed il testo ci dice che egli riuscì a convincere Dio a non fare il male promesso. Sai che quando preghi di cuore per coloro che ti hanno fatto del male, Dio inonda di be­ nedizioni sia loro che te? Dunque, conviene davvero pregare per coloro che sono lontani da Dio: la sua misericordia compie davvero miracoli.

parola

chiave

per capire il Vangelo

di

oggi

è

“testimonianza”. Il suo significato corrisponde

ad

“Affermazione del vero”. Gesù indica il Padre come Suo testimone supremo, con le parole e le opere da Lui compiute. Egli non accentra su di sé il successo o la sconfitta della sua missione salvifica: “Il Padre lo ha mandato”. Molti credettero in lui, ma gli eruditi e gli anziani lo rifiutarono. E noi, che testimonianza diamo al Vangelo? Crediamo veramente alla testimonianza di Dio Padre in Gesù di Nazaret? Crediamo che egli è il Verbo di Dio, il Messia atteso? Non abbiamo mai visto Dio, ma abbiamo le parole di Gesù Cristo. Esiste il Verbo di Dio in noi? E noi, esistiamo in Gesù Cri-

Preghiera

sto? Gesù non ci propone teorie bizzarre. Gesù

Signore Gesù, liberaci da ogni cecità e da ogni ripiegamento su noi stessi, perché non cadiamo nella trappola di quella sottile perversione che ci rende idoli di noi stessi. Signore crocifisso, aiutaci a inchiodare sulla tua croce tutte le nostre passioni egoistiche, e donaci di imparare da te a chiamare Dio con il dolce e impegnativo nome di Padre. Kyrie eleison!

ci chiede di credere. Questa è l’unica e vera testimonianza che possiamo compiere e non solo per il bene di noi stessi.

Non di solo pane - Numero 746 - Tempo di Quaresima - pagina 14


IV Settimana di Quaresima Poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Costantino Re Vissuto nel VI secolo, fu re dell’attuale Cornovaglia. Il primo periodo della sua vita fu a quanto si racconta “scellerato”. Sacrilego e pluriassassino, si sarebbe separato dalla moglie, figlia del re di Bretagna Armoricana, per essere più libero.

Venerdì 11 Marzo IV Settimana del Salterio

Convertitosi al cristianesimo, cambiò radicalmente vita, abbandonò il trono e si ritirò in un monastero irlandese. Dopo sette di vita vissuta in austerità e penitenza, studiando le scritture, fu consacrato sacerdote e invitato in Scozia sotto la direzione di San Columba, per evangelizzare le popolazioni indigene. Lì fu

martirizzato da fanatici pagani. La sua vita ci testimonia quale sia la potenza del Vangelo di Cristo che può portare cambiamenti radicali nella vita dell’uomo. Etimologia: Costantino = che ha fermezza, tenace, dal latino.

Brano Evangelico: Gv 7, 1-2.10.25-30

Agisci: A volte anche noi pensiamo di sapere e capire tutto. Oggi, con l'umiltà di Maria, faccio silenzio e prego lo Spirito Santo che renda il mio cuore docile e umile.

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Contemplo: Padre mi ha

mandato

(cf Gv 7,29)

«A coloro che si rivolgono con fede a Gesù, egli concede ciò che domandano. Allora i miracoli rendono più salda la fede in colui che compie le opere del Padre suo: testimoniano

che egli è il Figlio di Dio. Ma possono anche essere motivo di scandalo. Non mirano a soddisfare la curiosità e i desideri di qualcosa di magico. Nonostante i suoi miracoli tanto evidenti, Gesù è rifiutato da alcuni».

Non di solo pane - Numero 746 - pagina 15


Dalla Prima Lettura

I misteri di Dio

Medita la Parola

Non sempre è brutto perdere Sap 2,1.12-22 Condanniamolo a una morte infame.

Dal punto di vista umano, il destino del giusto è un fallimento. Egli soccombe sotto i colpi della perfidia e del sopruso dei malvagi e di coloro che si sentono provocati dal suo comportamento. Invece, dal punto di vista di Dio e secondo la sua logica, il sacrificio del giusto ha un significato completamente diverso. Per capire questo, è necessario entrare nei misteriosi segreti di Dio che grazie al sacrificio del giusto, dona salvezza a tutti gli uomini. Quanti giusti, oggi, soffrono per i soprusi e le ingiustizie di tanti malvagi senza scrupoli! Eppure, la loro generosità e le loro rinunce alla vendetta portano una corrente di grazia e di purificazione per tutti gli uomini. Anche noi dovremmo fare qualcosa affinché i più deboli possano essere tutelati dalle ingiustizie della nostra società.

Preghiera

Signore Gesù, come non confessare la nostra delusione e la nostra amarezza! Anche noi spesso abbiamo pensato che esserti vicino e far parte dei tuoi discepoli ci avrebbe risparmiato il dolore e la sventura. Tu, invece, non ci risparmi, ma ci associ al tuo mistero d'amore e di dono in una unitezza che è sempre tutta da imparare. Kyrie eleison!

Meditazione di Elmetti Fiorella

Ezio Bosso, il musicista malato di SLA che io stessa ho conosciuto soltanto poche settimane fa grazie al festival di Sanremo, prima della sua esibizione al pianoforte ha catturato il pubblico con la sua umanità, con la sua tenacia, con la sua simpatia e con la sua intelligenza. Tra le tante cose che ha detto e in cui mi sono ritrovata d’accordo una frase mi ha colpito: “Non sempre è brutto perdere: ad esempio è bellissimo perdere i pregiudizi”. Ed è vero. Perdendo i pregiudizi si fa spazio a nuovi pensieri, a nuove emozioni, a nuovi sentimenti, a nuove relazioni. Non si resta imbrigliati dal sentire comune, dalle cose già dette da altri, che più o meno dicono tutti. Gli abitanti di Gerusalemme lo dicono apertamente: “il Cristo quando verrà, nessuno saprà di dove sia”. E prima di loro, gli abitanti di Nazareth avevano detto: “Costui non è il falegname, il figlio di Maria?”. Gli abitanti di Gerusalemme, come gli abitanti di Nazareth, hanno pensieri preconfezionati, manca loro “l’inquietudine divina delle anime inappagate. Vedete, la differenza sta tutta qui: che ci possa essere nella nostra vita un’inquietudine divina - non è che uno è divino! -, un’inquietudine messa da chi ti ha fatto, da Dio. Inquietudine significa un permanente ricercare un significato della vita, che non è tuo, un permanente interesse, che si può impiantare solo su anime inappagate. Questo è il punto! Le anime inappagate che noi siamo, per cui Cristo ha terreno su cui attecchire. (E. Mounier)”. Lasciamo, perciò, che l‘inquietudine divina ci spinga a cercare in noi altri spazi, in cui poter accogliere il nostro prossimo, chiunque esso sia, accogliendolo per ciò che è, perché, come Ezio Bosso ha fatto notare: “La musica, come la vita, si può fare solo in un modo: insieme”.

Non di solo pane - Numero 746 - Tempo di Quaresima - pagina 16


spiritualità

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Preghiamo la Via Crucis con le opere di misericordia VI Stazione: La Veronica asciuga il volto di Gesù

 Dal libro del profeta Isaia "Il giusto non ha sottratto la faccia agli sputi e agli insulti. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi. Disprezzato e reietto dagli uomini, è uomo dei dolori che ben conosce il patire; è uno davanti al quale ci si copre la faccia." Preghiamo: O Gesù, una semplice donna di grande coraggio rompe la tua solitudine e il tuo abbandono. Trepidante d'affetto e compassione, si fa avanti e asciuga il tuo volto coperto di sangue e di sudore. Fa che su tutti gli uomini risplenda sempre la luce del tuo Volto, che è volto di misericordia e di salvezza.

Segue: Un Pater -10 Ave Maria - 1 Gloria Opera di misericordia corporale: Consolare gli afflitti Il perché della sofferenza è un mistero imperscrutabile: nessuno può sfuggire al dolore. Gesù, però, ha detto tante parole di conforto e di speranza; soprattutto ci ha parlato del Paradiso, vero conforto e base della nostra speranza. Filippo Neri, amava la gioia. Ragione per cui non approvava i penitenti scrupolosi. C’era in un monastero una monaca così scrupolosa e tentata che, ritenendo di potersi dannare, piangeva e si disperava. Padre Filippo va a trovarla e già dal parlatorio comincia a gridare: “Suor Scolastica, il Paradiso è vostro!”. La religiosa accorre piangendo a dirotto, né mostra di volersi consolare. Allora Filippo, recisamente: “Ditemi un po’, per chi è morto Nostro Signore?”, chiede. La suora risponde: “Per i peccatori”. “E voi siete una peccatrice?”. “Oh, sì, Padre, la più grande peccatrice!”. E giù lacrime. Ma Padre Filippo le dice: “Allora è il momento che smettiate di piangere perché il Paradiso è vostro, dato che Gesù Cristo morì proprio per voi, per salvarvi”. Fu così che lo scanzonato prete riuscì a convincere anche quest’anima buona e a guarirla dall’angoscia, che è già in se stessa un male del corpo e anche dell’anima.

Non di solo pane - Numero 746 - Tempo di Quaresima - pagina 17


IV Settimana di Quaresima Come una madre, la Chiesa custodisce Gesù con tenerezza e lo dona a tutti con gioia e serenità. Papa Francesco

Il santo del giorno: San Simeone il nuovo Teologo Simeone fu educato alla corte di Costantino Porfirogeneto. Nel 977 entrò nel monastero studita per mettersi sotto la guida di Simeone Eulabis, il Pio. Un anno dopo entrò nel monastero di San Mamos, sotto la disciplina dell’Igumenos Antonio cui successe nella carica di superiore.

Sabato 12 Marzo IV Settimana del Salterio

Non ebbe facile vita nel monastero, la sua fedeltà intransigente, la sua dottrina coerente e coraggiosa lo posero in contrasto con le autorità ecclesiastiche, nel 1009 fu condannato dal Santo Sinodo all’esilio. Egli sosteneva che il cristiano non sviluppa pienamente la grazia del Battesimo fintanto che non arrivi alla coscienza della presenza dello Spirito Santo e non veda

la luce gloriosa di Dio. Senza questa maturazione interiore è temerario fondare la propria azione cristiana nel Battesimo ed esercitare, qualora uno sia prete o vescovo, il potere di sciogliere e legare. Sbarcato a Crysopoli, restaurò un antico romitaggio dedicato a Santa Marina, fu raggiunto da un piccolo numero di discepoli.

Brano Evangelico: Gv 7, 40-53

Agisci Oggi voglio Cu­ stodire nel mio cuore una parola del Vangelo: ne scelgo una e la medito durante questa giornata.

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

Contemplo : Mai

un uomo

ha parlato così Le guardie inviate dai capi dei sacerdoti non poterono arrestare Gesù. Quando gliene chiesero il motivo, risposero: «Mai un uomo ha parlato così!». Erano rimasti col-

piti e affascinati. I dotti, invece, consideravano Gesù un bugiardo, uno incapace di conoscere la legge, e non compresero la novità profonda e vivificante del vangelo.

Non di solo pane - Numero 746 - pagina 18


Dalla Prima Lettura

Per la salvezza di tutti

Medita La Parola

Al di là della Legge Ger 11,18-20 Come agnello mansueto che viene portato al macello.

Quello che ci colpisce, in queste pa­ role del profeta, è il senso di impotenza che egli sperimenta: egli vede attorno a sé che i suoi nemici stanno tramando contro di lui, e si rende conto che ormai i giochi sono fatti e la sua condanna certa è stata decretata. Ciò che ci lascia pensare è che è Dio stesso a rivelargli tutto ciò: tutto ciò serve al profeta per comprendere il suo ruolo, che è quello dell'agnello sacrificale: egli deve donare la sua vita proprio per coloro che lo condannano. Le parole di Geremia trovano il loro compimento nella vicenda di Gesù, il quale conosceva perfettamente il suo destino di morte, per la salvezza di tutti gli uomini: egli, pur conoscendo il cuore malvagio e gretto di coloro che lo mandavano a morte, si offrì per loro come agnello mansueto.

Preghiera

Signore Gesù, le tue parole ci toccano il cuore e i tuoi gesti ci confortano e ci illuminano. Eppure, anche a noi capita di avere paura della tua libertà, della tua profondità, della tua sapienza che smaschera tutte le nostre chiusure. Donaci di saperci fare discepoli di coloro che, benché più lontani o meno attrezzati, riescono a capirti di più. Kyrie eleison!

Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Nel corso dei secoli sono stati versati fiumi di inchiostro e riempite intere biblioteche di libri sulla figura di Gesù di Nazaret, il vangelo di quest’oggi ci conferma che anche ai tempi di Gesù si dicevano molte cose su di Lui: per qualcuno è più che un profeta, per altri è uno dal quale non si può attendere nulla, vista la sua provenienza. Qualcun altro fa leva sull’autorità della legge mosaica per mostrare che Egli non è il Messia, ma senza molto successo. Stando al brano evangelico alla fine, ognuno torna a casa sua, con le idee più confuse di prima. Però, qualcuno sembra aver fatto tesoro dell’incontro con Gesù: Nicodemo. Eppure, proprio lui era andato nottetempo da Gesù per farsi spiegare i punti fondamentali della sua dottrina: a lui il Cristo aveva parlato della necessità di nascere dall’alto. In questo brano Nicodemo dimostra che questa nascita presto verrà nuovamente in lui grazie alla fede in Cristo. Chiediamo al Signore di donarci quella sete di verità che ha permesso a Nicodemo di riconoscere nel figlio del falegname la presenza di Dio fatto uomo per la nostra salvezza.

Non di solo pane - Numero 746 - Tempo di Quaresima - pagina 19


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 746 Domenica 6 Marzo 2016 Chiuso il 1/03/2016 Numero copie 1400

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

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Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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