Non di solo
PANE Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 13 Marzo 2016 V Settimana di Quaresima
Settimanale di preghiera
Anno XV - n째
747
Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”
Sussidio di preghiera per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Marzo 2016
Offerta quotidiana
Intenzioni mese di Marzo Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese
Intenzione del Santo Padre
Cuore divino di Gesù,
Perché le famiglie in difficoltà ricevano i necessari sostegni e i bambini possano crescere in ambienti sani e sereni.
io ti offro per mezzo
Intenzione missionaria
del Cuore Immacolato di Maria,
Perché i cristiani discriminati o perseguitati a motivo della loro fede rimangano forti e fedeli al Vangelo, grazie all’incessante preghiera di tutta la Chiesa.
Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni,
Intenzione dei vescovi
di questo giorno,
Perché i Missionari della Misericordia siano accolti da tutti come segno della sollecitudine materna della Chiesa.
in riparazione dei peccati,
Intenzione del Vescovo di Brescia
per la salvezza di tutti gli uomini,
Mons. Luciano Monari
nella grazia dello Spirito Santo,
Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia
le gioie e le sofferenze
a gloria del divin Padre.
nella costruzione della civiltà dell'amore. Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 2
V Domenica di Quaresima Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo. Papa Francesco
Il santo del giorno:
San Rodrigo di Cordova Fu prete a Cordova, nell'Andalusia, un ter ritorio allora sotto il dominio arabo. Uno dei suoi fratelli era rimasto cristiano e l'al tro invece si era fatto musulmano. Rodrigo viene ucciso da musul mani, ma non si tratta
Domenica 13 Marzo I Settimana del Salterio
in questo caso di per secuzione. È vittima, infatti, di risse familia ri, fraterne. Tenta di mettere pace tra i due fratelli di fede diversa, ma senza riuscirvi. Un giorno per separarli Rodrigo viene picchia to, rimanendo privo di sensi. A quel punto il fratello musulmano lo porta via e, all'insapu ta di Rodrigo, dice alla
gente che, gravemente malato, si è fatto an che lui musulmano. Rodrigo, però, si ripre senta vestito da prete: è lo stesso fratello a portarlo davanti a un giudice musulmano, accusarlo di apostasia e farlo condannare a morte.
Agisci
Brano Evangelico: Gv 8, 111
Oggi depongo nel cuore misericordioso di Dio tutto il mio passato, tutto ciò che mi rattrista e vado avanti con lo sguardo luminoso e fiducioso di Maria.
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sor presa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapida re donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha con dannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Contemplo: D'ora in poi non
peccare più (cv 8,11) Nessuno sa con certezza che cosa scrivesse Gesù sulla terra, di fronte agli accusatori della donna sorpresa in flagrante adulte rio. Forse l'inconsistenza dei nostri giudizi? L'ipocrisia delle no-
stre condanne? Sappiamo, però, che nessuno osò tirare la prima pietra e, a cominciare dai più anziani, tutti andarono via. Gesù non è venuto a condannare, ma a salvare, affinché tutti abbiano la vita.
Non di solo pane Numero 747 pagina 3
P a g i n e
La sofferenza del peccatore
La “misera” e la Misericordia Meditazione di don Luciano Vitton Mea
b i b li c h e
sto il motivo della sua venuta tra di noi? " Il peccato genera sofferenza, è un cancro che divora il tessuto spirituale di una persona, è uno stato di profonda prostrazione che genera una sorta di depressione esistenziale. La misericordia di Dio sa cogliere, oltre la superficie, questo lamento, questa supplica, questo grido soffocato dalla vergogna e da tanta mestizia. La dove gli uomini trovano un pretesto per lanciare delle pietre Dio scorge della polvere dove scrivere una nuova storia: il dolce poe m a
Un quadro stupendo. Un capolavoro di rara bellezza l’episodio del Vangelo che ci viene raccontato da Giovanni. Sulla tela sono raffigurati, citando San Agostino, la “misera” e la “misericordia”, la donna e Gesù. Ma perché Gesù rivela se stesso, il suo volto, il suo cuore a dei miseri, a dei peccatori? Quello che mi sorprende è l’assoluta gratuità del Signore; Gesù non chiede alla peccatrice, alla samaritana, all’adultera o al ladrone una confessione, un atto di penitenza. Per-
ché allora è così dolce verso di loro, perché il suo sguardo penetra la loro esistenza ridando dignità e decoro a tanta bassezza? Una risposta a tale domanda l'ho trovata leggendo l'u-
de l
pe r don o.
«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore».
E
Gesù
le
disse:
«Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più».
topia di Betania di M. Cinquin dove l'autore si chiede: "Ma allora, in fondo, che cos'è il peccato? Che cos'è il male? Laddove vediamo un torto, un peccato, forse Dio scorge solo una sofferenza, un grido di aiuto al quale non si sa sottrarre. È questa la misericordia? È que-
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P a g i n e
b i b li c h e
L’angolo della misericordia Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana. L’ora del mattino
Perdere se stessi
Romano Guardini I veri teologi sono anche profondi uomini spirituali. Ne è testi monianza Romano Guardini (18851968), che approfondì le scienze della riflessione filosofica e dogmatica senza dimenti care che nessuna conoscenza teorica di Dio è possibile senza che vi sia partecipazione alla sua misericordia.
DAMMI LA TUA MISERICORDIA Signore Gesù, fammi conoscere chi sei. Fa' sentire al mio cuore la santità che è in Te. Fa' che io veda la gloria del tuo volto. Dal tuo essere e dalla tua parola, dal tuo agire e dal tuo disegno, fammi derivare la certezza che la verità e l'amore sono a mia portata per salvarmi. Tu sei la via, la verità e la vita. Tu sei il principio della nuova creazione. Dammi il coraggio di osare. Fammi consapevole del mio bisogno di conversazione, e permetti che con serietà lo compia, nella realtà della vita quotidiana. E se mi riconosco indegno e peccatore, dammi la tua misericordia. Donami la fedeltà che persevera e la fiducia che ricomincia sempre, ogni volta che tutto sembra fallire.
Quelli che pensano di possedere qualche cosa quaggiù, più che possederla, ne sono posseduti; e quelli che si lasciano guidare dall’amor proprio sono prigionieri di se stessi (Imitazione di Cristo). Possedere non è vivere, ma lasciarsi vivere da altri. Vivere vuol dire essere consapevoli, scegliere, ma anche perdere se stessi. Tutti i giorni. Silenziosamente. Forse non ce ne accorgiamo ma la sera, quando ci corichiamo a letto, non siamo più gli stessi del mattino, almeno moralmente e spiritualmente. Non è solo questione di “perdere tempo”, ma di non ritrovarsi e di smarrire le tracce che ti hanno condotto fino lì. In merito, lo scrittore Giovanni Papini ci narra la sua esperienza, nata casualmente, “una sera mentre usciva di casa si accorse di una rondine che cercava ansiosamente il nido senza trovarlo. Fatti alcuni passi, s’incontra con un bimbo che strillava perché aveva perduto la ruota del suo carrettino; più in là una ragazza in lacrime dice d’aver smarrito la più bella pecora del gregge. “Strano, commenta lo scrittore, oggi tutti hanno smarrito qualcosa”. Ma non è finita: s’imbatte in una mamma che si dispera perché il suo bambino si è perso nel bosco, poi c’è un carrettiere cui è fuggito il bel ciuco, c’è un contadino che attende la luna per poter ritrovare, al luccichio, la propria falce smarrita nel pomeriggio. Infine vede persino un vecchio che a carponi cerca la chiave per ritornar in casa... L’aiuta come può e, quando il vecchio se n’è andato, egli si siede a guardar la luna che ora s’è alzata. E pensa: “Oggi fortunatamente io non ho perso nulla: tutto a posto, tutto in casa...”. Ma a questo punto, ecco si accorge che lui pure ha perso qualcosa, anzi fin dall’infanzia qualcosa ha perso ogni giorno: il meglio di se stesso, la gioia dell’avventura, la fiducia nell’amore, speranza di ogni genere, occasioni di far bene. E conclude: Tutto è perduto quando si fa sera”.
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 5
V Settimana di Quaresima Ogni confessore dovrà accogliere i fedeli come il padre nella parabola del figliol prodigo. Papa Francesco
Il santo del giorno:
Santa Matilde di Germania Da lei e da suo marito Enrico I (duca di Sas sonia e più tardi re di Germania) discende la casata che conterà quattro imperatori: la famosa dinastia sasso ne. Educata nel mona stero di Herford, in Westfalia, dove sua nonna era badessa, Matilde sa leggere e
Agisci Quali sono le acque tranquille a cui il Signore mi sta conducendo? Oggi, anche se sto affrontando un periodo difficile, mi abbandono a Dio con la fiducia che il Signore mi condurrà ad acque tranquille.
Lunedì 14 Marzo I Settimana del Salterio
scrivere, un fatto non frequentissimo nelle grandi casate del tem po, e non si mantiene estranea alle vicende della politica. Quando nel 936 muore suo marito Enrico, lei non è molto favorevole al primogenito Ottone come successore e ten ta di far proclamare re il più giovane Enrico. Si arriva a un conflitto tra i due fratelli. Dopo l'incoronazione impe
riale di Ottone a Roma (962) la famiglia è riconciliata. Matilde si ritira nel monastero di Nordhausen, dove, dopo essersi spesa per i poveri e i malati, si ammala, e più tardi si trasferisce in un altro monastero: a Quedlim burgo, in Sassonia do ve morirà.
Brano Evangelico: Gv 8, 1220
In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunziò queste pa role nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
Contemplo: Chi segue me avrà la luce (Alla comunione) «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). Il Signore Gesù,
il Figlio di Dio che ha preso dimora, con il suo Spirito, nei no stri cuori, è la luce del mondo. Seguire lui significa camminare nella luce, nella coscienza di essere amati dal Padre, poiché la luce che illumina i nostri cuori è l'amore di Dio che ci guida e ci protegge.
Non di solo pane Numero 747 pagina 6
Dalla Prima Lettura
La preghiera innocente Dn 13,19.1517.1930.3362
Io muoio innocente.
Susanna fa parte di quell'im menso popolo di coloro che vengono ac cusati ingiustamente, e che pagano il fio dell'ipocrisia e della colpevolezza altrui. Il brano in questione presenta un lieto fine: l'innocenza di Susanna viene dimo strata non senza l'intervento di Dio, e i malvagi vengono puniti. Purtroppo però, le cose non sempre vanno in questa ma niera: quante ingiustizie e soprusi la sto ria conosce e gli innocenti vengono rico nosciuti come tali quando è ormai troppo tardi? Nemmeno la storia di Gesù non si discosta da questo epilogo. Eppure, la sua morte per mano di empi fa parte di un piano di amore e di salvezza molto più grande: per questo, non temere e non scandalizzarti di fronte alle ingiustizie, perché Dio ricaverà del bene anche da esse.
Preghiera
Signore Gesù anche noi seguiamo i molti cortei che rischiano di mortificare fino ad uccidere degli innocenti. Donaci lo spirito dei profeti e lascia che il nostro cuore non si lasci ingannare né dalle apparenze né dal comodo. Non basta mai la testimonianza che stronca la vita, fa' che troviamo sempre il modo per difendere ogni vita soprattutto quando è minacciata dal più forte. Kyrie eleison!
Medita La Parola La fragilità Meditazione di Fiorella Elmetti
Il confronto tra Gesù e i farisei sembra un vero e proprio braccio di ferro, dove i contendenti misurano la propria forza. Ma se per i farisei è una sfida a chi sa di più, per Gesù è la rivelazione di “fare la volontà di Dio”. È certamente una rinuncia, in quanto ci mostra un disegno superiore, ma così, egli “pur essendo di natura divina” si mostra umile e fragile, perché sa bene che ogni giudizio è nelle mani di Dio Padre. E ciò lo fa “crescere” sia umanamente che spiritualmente. Infatti, non è detto che il sapere in sè faccia l’uomo, è vero invece che lo è l’essere certi che Dio abita nella nostra vita. Gesù impara ad amare Dio e gli uomini da ciò che patisce. È come se dicesse continuamente: “Vi è stato detto…ma io vi dico”…e dietro di Lui il Padre sorride, compiacendosi nel Figlio Amato, come ben illustrato nelle scene evangeliche del suo battesimo al Giordano e della Trasfigurazione. Sì, contrariamente a quanti intendono la fragilità essere soltanto una sconfitta, Gesù (e chi si impegna a vivere la vita cristiana) ci mostra il contrario. Scrive Vittorino Andreoli: “La fragilità è un valore umano. Non sono affatto le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre mille fragilità: tracce sincere della nostra umanità, che di volta in volta ci aiutano nell’affrontare le difficoltà, nel rispondere alle esigenze degli altri con partecipazione. La fragilità è come uno scudo che ci difende dalle calamità, quello che di solito consideriamo un difetto è invece la virtuosa attitudine che ci consente di stabilire un rapporto di empatia con chi ci è vicino. Il fragile è l’uomo per eccellenza, perché considera gli altri suoi pari e non potenziali vittime, perché laddove la forza impone, respinge e reprime, la fragilità accoglie, incoraggia e comprende”.
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 7
V Settimana di Quaresima Per superare la prospettiva legalista, bisognerebbe ricordare che la giustizia è come un abbandonarsi fiducioso alla volontà di Dio. Papa Francesco
Martedì 15 Marzo I Settimana del Salterio
Brano Evangelico: Gv 8, 2130
Beato Arnaldo
Agisci Oggi domando nel mio cuore al Signore: «Tu chi sei? Chi sei per me? Chi sei per la mia vita?». Faccio silenzio per meditare su queste domande e mettermi in ascolto del Signore, con il raccoglimento di Maria.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri pecca ti». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Fi glio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Medita Ci sono delle risposte che non ci piace avere, per cui anche se ripetiamo la domanda all'infinito, non ascoltiamo mai la risposta. Lo stesso vale per i Giudei, i quali pongono a Gesù la domanda riguardo la sua identità. Il problema è che Gesù sta tentando in tutti modi già da lungo tempo di far capire loro chi egli sia: essi, però, non vogliono ascol tare e credere nella sua persona. Questo ci insegna a fare meno domande a Dio e ad ascoltare meglio la sua Parola. Infatti, quante domande gli poniamo, e poi non ascoltiamo la risposta che egli - a tempo debito e in modo opportuno - ci dà? Tutti i grandi uomini e donne della Bibbia hanno parlato pochissimo, ma hanno ascoltato con tutti loro stessi la Parola che Dio rivolgeva loro, facendone grande tesoro.
Contemplo: Tieni saldo il
tuo cuore (Antifona d'ingresso) «Sta' in attesa del Signore, prendi forza e coraggio; tieni saldo il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 26). Il Signore Gesù ci indica, in questo versetto, la via della fiducia,
dell'attesa confidente, della speranza in lui. Quando ci sentiamo stretti da difficoltà e fatiche, rivolgiamo il cuore a lui in una preghiera silenziosa e costante, certi che non ci abbandonerà e che ci mostrerà la via della vita.
Non di solo pane Numero 747 pagina 8
spiritualità
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Preghiamo la Via Crucis con le opere di misericordia Gesù incontra le pie donne
Dal vangelo secondo Luca "Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne, le quali si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. " Preghiamo Signore Gesù, Tu ci inviti a prendere coscienza delle nostre azioni, dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti e a valutare serenamente se siamo conformi alla tua volontà di bene o piuttosto se sono lontani da essa. Per tutti i nostri peccati donaci il tuo perdono. Segue: Un Pater -10 Ave Maria - 1 Gloria
Opera di misericordia corporale:
Ammonire i peccatori
Spesso crediamo che ammonire i peccatori sia un ruolo dei sacerdoti e dei frati; anzi, al di fuori della confessione ci paiono spesso fuori luogo anche le loro osservazioni. E’ invece un’opera di misericordia, un gesto di carità nei confronti degli altri. E’ difficile da applicare: richiede onestà, umiltà e tanta delicatezza per non cadere nel peccato al quale ci mette in guardia lo stesso Gesù: “Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello”
Volentieri dobbiamo perdonare a chi pecca contro di noi e non dare peso a ciò che contro di noi è stato commesso. Se uno invece estende il suo peccato contro Dio, allora dobbiamo chiedergliene conto. Eppure, io non so come avvenga, noi ci comportiamo sempre al contrario. Non siamo affatto solleciti a vendicare i peccati commessi contro Dio; ma se qualcuno commette contro di noi anche la colpa più piccola, con grande severità subito l’esaminiamo e giudichiamo. Non riflettiamo che con ciò eccitiamo maggiormente contro di noi l’ira del misericordioso Signore, proprio perché Dio suol perdonare ciò che è stato commesso contro di lui e vendicare invece i peccati commessi contro il prossimo. (S. Giovanni Crisostomo, Omelie sul Genesi, 26)
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 9
V Settimana di Quaresima Non mi stancherò mai di insistere perché i confessori siano un vero segno della misericordia del Padre. Papa Francesco Il Santo del giorno: Sant’Ilario e Taziano
Il nome di Ilario (Ilaro o Ellaro), associato a Taziano nel Martiro logio geronimiano, coincide con quello del secondo vescovo dei catologhi aquileie si. Un'antichissima tradizione vuole che il vescovo Ilario e il dia cono Taziano abbiano
subito il martirio sotto Numeriano il 16 mar zo 284. In Aquileia era dedicato a Ilario un martyrium ottago nale, sorto probabil mente già nel IV seco lo. Alla fine del VI secolo, per timore dei Longobardi, il patriar ca Paolo si rifugiò a Grado, portandovi i corpi dei santi martiri, fra cui quello di Ilario e Taziano. A Gorizia era loro dedicata una
Mercoledì 16 Marzo I Settimana del Salterio
chiesa già all'inizio del XIII secolo, che divenne chiesa parroc chiale della città verso il 1460, e, alla sop pressione del patriar cato di Aquileia, fu eretta cattedrale della nuova arcidiocesi nel 1751. Gli stessi marti ri sono venerati Patro ni principali della città di Gorizia.
Agisci Brano Evangelico: Gv 8, 3142
Oggi domando allo Spirito Santo il dono della perseveranza e, sull'esempio di Maria che perseverò sino alla fine, cerco di vivere questa virtù nella mia vita.
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà libe ri». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cer cate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal pa dre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostitu zione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
Contemplo: La verità vi farà liberi (Gv 8,32) Per essere davvero discepoli di Gesù occorre rimanere nella sua parola, nel suo vangelo. Conosceremo così la verità dell'amore di Dio per noi e diventeremo liberi. Non è la libertà
di fare quello che ci sembra meglio, ma è la possibilità di aprire gli orizzonti dell'anima e ci permette di fissare lo sguardo del cuore sulle cose eterne, sulla vita e sulla grazia che il Signore ha infuso nel nostro animo.
Non di solo pane Numero 747 pagina 10
Dalla Prima Lettura
Credere sempre in Dio
Medita La Parola
Davvero sappiamo amare? Meditazione a cura di don Carlo Moro
Dn 3,14-20.46-50.91-92.95
Parroco di Gargnano
Dio ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi.
Essere discepolo di Cristo vuole dire restare Dio può fare quello che vuole, e non pos siamo piegare la sua volontà. È questo il discorso pieno di fede dei tre fanciulli, prima di essere gettati nella fornace. Bi sogna sempre sperare in Dio e nella sua salvezza, ma poi bisogna lasciarlo libero di manifestare la sua potenza come e quando a lui piace. I martiri della primiti va chiesa, nel momento supremo della loro testimonianza avevano capito che la loro morte avrebbe avuto un significato più grande: dunque, Dio non si dimentica di nessuno, soprattutto nel momento su premo. Ma la morte di alcuni è utile allo stesso modo della liberazione di altri: il sangue dei martiri diviene seme per la nascita di altri cristiani. Credi sempre nell'assistenza provvidente di Dio, qua lunque cosa succeda nella tua vita.
fedeli alla sua parola. Senza rendercene conto, possiamo diventare schiavi dei nostri peccati e, tuttavia, riuscire a dire: "Sono un buon cristiano, non bestemmio, non rubo, non ammazzo, e... ogni tanto vado anche in Chiesa". Essere fedeli alla parola di Gesù Nostro Signore non consiste nel dire "no", ma al contrario nel dire "sì", come Cristo alla volontà del Padre. Significa andare oltre il proprio egoismo; vuol dire accettare e portare a compimento il più grande insegnamento che Cristo ci ha lasciato: l'amore. Davvero sappiamo amare? Dei primi cristiani si diceva: "guardate come si amano". La gente, vedendomi, può scoprire in me quello stesso amore che caratterizzava l'atteggiamento dei primi cristiani? Solo così saremo veri cristiani, veri figli di Abramo: se adempiamo ai comanda-
Preghiera
Signore Gesù, la tua vita e la tua morte sono la risposta a tutte quelle domande che, in realtà, rischiano di essere semplicemente una finzione. Sono tanti i poteri che cercano di abusare della nostra libertà, dandoci l'illusione di assicurare una libertà che può venire solo dalla verità di una vita che non teme la morte. Kyrie eleison!
menti del Signore, se siamo fedeli all'impegno che Cristo ci ha chiesto di accettare prima di morire: l'amore.
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 11
Pagine bibliche
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Anno della Misericordia 2015/16 Catechesi sulla parabola Del Padre Buono/7
Il Padre 2 di don Luciano Vitton Mea
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Uno sguardo sempre rivolto all’orizzonte, due braccia eternamente aperte all’incontro. L’attesa di un ritorno. È il perenne atteggiamento di Dio: che i suoi figli ritornino a casa. Gli occhi del padre che scrutano l’orizzonte sono alla ricerca di ciò che era perduto; lo sguardo è vigile, attento, interessato. Se da un lato Dio accetta il rischio della libertà umana, dall’altro non si arrende, non accetta di rimanere “impoverito” dalla presenza di uno solo dei suoi figlioli. Il volto paterno è perennemente rivolto verso la valle, quel crocicchio, quella piccola radura. Rivolto verso il basso, dal cielo verso la terra, verso il paese lontano. L’intensità dello sguardo è tale da vanificare le distanze, colmare le valli, livellare i monti, raggiungere il paese lontano. Lo vede, lo raggiunge. Va incontro al figlio imboccando la strada polverosa della debolezza. In Gesù il divino incontra l’umano, l’eternità i giorni che passano, l’onnipotenza la debolezza, la misericordia la miseria. Si getta al collo del figlio facendosi Figlio, bacia la fronte lambendo con le lacrime della redenzione ciò che era perduto, lasciandosi inchiodare sul legno usato per gli schiavi, i malfattori, i reietti. Il Dio che veglia, che attende, che scruta il punto dove il cielo bacia la terra, si fa figlio
dell’uomo per incontrare nelle vene della storia, nei bassifondi dell’indigenza, nello squallore della solitudine il figlio perduto, il misero prodigo che alberga nel mio cuore, in ogni cuore umano. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa.
Il padre non parla, non rimprovera, non rinfaccia. Le parole possono spesso forviare, essere fraintese, ferire. Usa la liturgia dei gesti. Un vestito, l’anello, dei sandali. La dignità perduta viene ridata, il servo, il guardiano di porci, riacquista le sembianze del figlio. Se ne era andato, aveva sperperato, aveva provato la crosta dura del pane d’altri, era rientrato in se stesso, ha ripreso la strada del ritorno. Un abbraccio, un bacio, un vestito. Capisce che il padre lo aveva atteso, lo aveva seguito, lo amava. Il mistero dell’eterno bene che avvinghia nei meandri del cuore, nelle sinuosità dell’essere i pochi brandelli di dignità rimasta portandoli alla luce, rivestendoli con gli abiti della giovinezza. Il peccato invecchia, la lontananza rinsecchisce, i soldi, le cose, la sensualità conducono nel grigiore della decadenza. Solo l’abito riporta il calore, l’anello lo splendore, i sandali la sinfonia del ritmo, della dan-
za, del cammino. E sorge un nuovo sole, nuovi orizzonti, l’alba di una esistenza rinnovata. La profondità di un abbraccio, esperienza arcana che si rinnova nella luce tenue di un confessionale. Lavatoio delle miserie umane, inginocchiatoio dove vengono inchiodati i miei peccati, richiamo di un altro legno dove pende un uomo, un Dio che si annienta per ridarmi la dignità perduta. Tutte le volte che mi accosto al sacramento del perdono si rinnova l’antico prodigio, il calore di un bacio. Il mio egoismo può spingermi ogni giorno lontano dalla casa del Padre, le mie mani possono contare ogni istante i quattro spiccioli del tradimento, ma se ho il coraggio di aggrapparmi al confessionale, al sacramento della Riconciliazione, al legno della croce la Parola che nessun peccato può soffocare si fa per me carne: “Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa.” Ecco perché ogni giorno, nonostante sia ricoperto dalle croste del peccato, prima di celebrare la Santa Messa, le mie labbra possono sussurrare: “Introibo ad altare Dei. Ad Deum qui laetificat iuventutem meam. Salirò all’altare di Dio. A Dio che allieta la mia giovinezza”. Col tuo abbraccio, Padre buono, giorno dopo giorno, anno dopo anno esperimenterò per sempre l’eterna giovinezza.
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 12
V Settimana di Quaresima La predicazione di Gesù si rende di nuovo visibile nelle risposte di fede che la testimonianza dei cristiani è chiamata ad offrire. Papa Francesco
Il Santo del giorno:
Santa Gertrude di Nivelles Figlia di Pipino di Lan den, signore nel Bra bante e antenato di Car lo Magno, alla morte del padre (639) si fa monaca con la madre Itta e la sorella Begga. La madre fonda un mo nastero "doppio", di uomini e donne, gover nati tutti dalla badessa. E badessa è Itta, fino
Giovedì 17 Marzo I Settimana del Salterio
alla morte (652). Le succede Gertrude, che accetta il titolo, ma la scia a un frate il potere effettivo e riserva a sé il compito di istruire monaci e monache. Chiama dall'Irlanda monaci dotti nelle Scritture e manda gente a Roma per rifornire la comunità di libri litur gici. Fu presto circon data dall'aureola di san ta. Ma il suo vero pro digio fu la pace portata
tra le famiglie signorili locali, divise da eterni scontri che per la gente portavano solo sac cheggi, razzie di ostag gi e anni di miseria. Quando muore, a 33 anni nel 659, la venera zione è immediata. Il suo corpo viene depo sto in una cappella che poi ingrandita, abbattu ta e ricostruita divente rà basilica.
Brano Evangelico: Gv 8, 5159
Agisci Oggi ascolto Signore che dice anche a me: «La mia alleanza con te». Sto vivendo questa alleanza col Signore?
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Ge sù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Pa dre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osser vo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Contemplo: Non indurite il
cuore (Al Vangelo) Indurire il cuore significa non voler credere alla parola di Dio, che ci esorta ad accogliere il Figlio suo, significa chiudersi al vangelo della pace che il Padre
vuole donarci. Gesù ci apre il cuore e la mente all'amore di Dio che, dopo averci creato, ci vuole suoi figli in lui, ci insegna ad abbracciare il bene e a fuggire il male, ad amare la verità e a fuggire la menzogna.
Non di solo pane Numero 747 pagina 13
Dalla Prima Lettura
Fiducia in Dio
Medita la Parola
Pietra d’incanto Gen 17,39 Diventerai padre di una moltitudi ne di nazioni.
Dio parla ad Abramo di un'alleanza che lui e i suoi figli dovranno rispettare. Quest'alleanza non è come quelle che vengono stipulate tra gli uomini; Dio s'impegna con il suo amico per assister lo e benedirlo lungo il suo viaggio. L'al leanza con Abramo, dunque, si fonda sulla sua fiducia in Dio; ma essa è anche fondata sulla fiducia che Dio ripone nell'anziano vegliardo, perché egli porti a compimento il compito che gli affida. Quindi, entrare nell'alleanza non è tanto un fatto di appartenenza a un popolo, ma è un fatto di fede. I Giudei non era no più in grado di comprenderlo. È que sto il motivo per cui essi non riuscivano a capire le parole del Signore. Quando anche noi siamo convinti che per essere discepoli di Cristo basti appartenere alla Chiesa, senza però vivere la fiducia in lui, siamo fuori strada.
Preghiera
Signore Gesù, ai piedi della croce noi ti riconosciamo e ti professiamo veramente Figlio di Dio. Prostrati come il nostro padre Abramo davanti al tuo mistero pasquale, vogliamo imparare, ai tuoi piedi, a chiamare Dio con il nome di Padre nostro per saperci riconoscere e accogliere come veri fratelli e sorelle. Kyrie eleison!
Meditazione di Don Luciano Vitton Mea
Dal lungo dialogo tra Gesù e gli uomini religiosi del suo tempo emerge con evidenza che il mondo giudaico rifiuta di riconoscere in Gesù il Figlio di Dio, il rapporto di intima unione che lega Gesù al Padre che è nei cieli. «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». È il mistero dell’Incarnazione la pietra d’inciampo, l’evento inaccettabile e incomprensibile in un contesto religioso dove l’onnipotenza di Dio non poteva sfiorare la debolezza umana. Gesù Cristo ha scandalizzato gli uomini del suo tempo, ed essi hanno cercato e voluto dimostrare che aveva torto, che non era vero che era Dio, che era semplicemente un uomo come noi. Per questo tentano di lapidarlo, da qui nasce la decisione di farlo morire; tutti sanno che il processo di Gesù non fu una cosa ben fatta. Infatti i suoi giudici avevano sentenziato prima di sedere in tribunale: «Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». L’Incarnazione è stata pietra di inciampo per gli uomini del suo tempo e lo è, suo malgrado, per l’uomo moderno; non mancano infatti coloro che tentano di annoverare Gesù tra i grandi della storia negando di conseguenza la sua natura divina. Ma la grandezza di Dio consiste nell’essersi fatto piccolo, la sua onnipotenza nell’essersi incarnato, la sua eternità nell’essersi fatto tempo. Per riconoscere, nel figlio del falegname di Nazareth, quel “Io Sono” accorre andare oltre certi luoghi comuni, demolire ogni forma di pregiudizio, aprire il cuore e la mente alle novità di un Dio che superano gli angusti orizzonti umani. E’ stato detto che non c’è nulla di più difficile da convertire che una “persona devota” perché alla fine crede solo in se stessa. Il mondo giudaico era “chiuso in se stesso”, non ha riconosciuto la presenza di Dio, ha condannato a morte un innocente. È accaduto agli uomini di allora, può succedere all’uomo d’oggi.
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 14
V Settimana di Quaresima Nessuno di noi è padrone del Sacramento, ma un fedele servitore del perdono di Dio. Papa Francesco
Il Santo del giorno: San Salvatore da Horta Nacque nel dicembre 1520 a Santa Coloma de Farnés, in Catalogna (Spagna). Rimasto orfano molto presto, dopo un periodo di prova nell'ab bazia benedettina di Montserrat, scelse defini tivamente la via della povertà entrando nel con
Venerdì 18 Marzo I Settimana del Salterio
vento francescano di Bar cellona, dove fece la pro fessione religiosa nel 1542. Trasferito a Torto sa cominciò a essere co nosciuto per i suoi poteri di taumaturgo. Malgrado l'umiltà con cui lo viveva, questo dono gli causò incomprensione da parte dei confratelli. Per anni peregrinò da un convento all'altro e ovunque si ri peteva lo stesso copione:
prodigi e nuove inimici zie. Fu persino denuncia to all'Inquisizione che non trovò nulla contro di lui. Conobbe un po' di pace nel convento di San ta Maria di Gesù a Ca gliari dove giunse nel 1565. Morì il 18 marzo 1567. Pio XII l'ha cano nizzato il 17 aprile 1938.
Brano Evangelico: Gv 10, 3142
Agisci: Oggi prendo coscienza che il Signore è al mio fianco e combatte con me. Riprendo quindi coraggio e non temo.
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, per ché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non cre detemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sap piate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Contemplo: II Padre è in me (cv 10,38)
Gesù ci esorta a credere in lui in forza delle opere che compie per noi. La sua opera fondamentale è di unirci al suo mistero di morte e risurrezione, di trasferirci ogni giorno nel suo regno di pace
intima. Quando dice che il Padre è in lui ed egli è nel Padre, ci mostra che accogliendolo nel nostro cuore in realtà accogliamo Dio Trinità, Dio amore, Dio beatitudine eterna.
Non di solo pane Numero 747 pagina 15
Dalla Prima Lettura
I misteri di Dio
Medita la Parola
Opere credibili Ger 20,1013 Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso. Sentivo la calunnia di molti: «Terrore all’intorno! Denunciàtelo! Sì, lo denunceremo».
È davvero drammatico sapere che c'è qualcuno che aspetta che tu metta un piede in fallo per cadere, per fallire, per poterti distruggere. In quel caso, non vale la pena pensare alla vendetta o alla rivincita: l'unica cosa è fare come il pro feta, che rimette la sua situazione nelle mani previdenti di Dio, il quale a suo tempo interverrà a proteggere il suo pro feta. Sicuramente ti sarai trovato anche tu in situazioni simili: che fare, allora? Non devi stancarti di pregare e di porre la tua fiducia nelle mani premurose di colui che si preoccupa di te: tale fiducia non è sprecata o mal riposta, e prima o poi vedrai i frutti di questa fiducia. Dun que, abbandona ogni desiderio di ven detta o di giustizia fatta da sé, e affida a Dio la tua causa: egli interverrà e ti libe rerà.
Preghiera
Signore Gesù, il mistero della tua croce e il silenzio del Padre davanti alla tua morte ingiusta ci straziano il cuore e ci fanno dubitare dell'onnipotenza dell'Altissimo. Eppure la tua croce non è il trionfo della sofferenza, ma rappresenta la vittoria dell'amore che, per sua natura, è capace di integrare il dolore per un amore sempre più grande, sempre più vero, sempre più divino. Kyrie eleison!
Meditazione a cura di Don Carlo Moro Parroco di Gargnano
A quei "giudei che cercano sempre i miracoli", Gesù ricorda "i segni" che egli ha fatto per loro, come la recente guarigione del cieco nato. Purtroppo, i risultati di fede che ne ha ottenuto sono stati effimeri o nulli. Quelle volte, poi, che Gesù si è permesso di guarire un paralitico o un cieco in giorno di sabato, il risultato è stato completamente negativo, ne è scaturito per lui odio e persecuzione. Ai farisei, schiavi dei loro pregiudizi, si possono applicare le parole dette da Abramo al ricco epulone: «Neanche se uno risuscitasse dai morti, riuscirebbe a persuaderli» (Lc 16,31). Quando, infatti, l'evento della risurrezione di Gesù si verificò e il sepolcro vuoto rimase lì a provarlo, essi si affrettarono a negare anche l'evidenza. Ma veniamo a noi. Il fondamento della nostra fede non sono i miracoli, neanche quelli di Lourdes di cui la Chiesa si fa ga rante; noi dobbiamo basare la nostra fede su Gesù crocifisso e risorto. Questo deve bastarci. Grazie e miracoli possiamo ottenerli da Dio, ma solo per rafforzare la nostra fede, non per fondarla. Colleghiamo questo concetto all'impegno missionario derivante dal battesimo. Ogni discepolo di Cristo dovrebbe poter dire come Gesù: "Credete al Padre, perché compio le sue opere". E qual è l'opera che Dio compie continuamente e che tutti possono fare? Non i miracoli, ma l'amore. Per questo Gesù nel Cenacolo ci chiede di amarci gli uni gli altri. È da ciò che i non credenti ci riconosceranno come suoi discepoli. Prendiamo esempio dalla Beata Teresa di Calcutta, la quale durante la sua vita non ha fatto miracoli, eppure l'opera che lei compiva era un continuo miracolo di carità verso tutti, senza esclusioni di sorta. Ed è un'opera che il Signore chiede anche a noi, in modo che il mondo creda in Gesù Cristo.
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 16
spiritualità
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Preghiamo la Via Crucis con le opere di misericordia Gesù spogliato delle sue vesti
Dal vangelo secondo Giovanni “I soldati presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascuno. Ma la tunica era tutta d'un pezzo. Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca.” ”
Preghiamo: O Gesù, nato povero e vissuto povero tra i poveri, ora ti sono strappate crudelmente anche le tue vesti e la tua tunica viene tirata a sorte. Signore misericordioso, tu ci hai dato tutto il tuo amore divino fino ad essere spogliato di ogni cosa! Segue: Un Pater -10 Ave Maria - 1 Gloria
Opera di misericordia corporale: Vestire gli ignudi La persona nuda è sia quella che non ha vestiti per il corpo, ma anche quella che non ha più dignità o non conta nulla. Solo noi umani usiamo i vestiti: è un elemento che ci distingue senza dubbio dagli animali e che spesso ci classifica socialmente. Vestire gli ignudi, quindi, significa anche dare ad ognuno (bambini appena nati, anziani, emarginati) la dignità di uomo e di Figlio di Dio. Chi sono i Santi? Sono coloro che passano la loro vita nel silenzio, nelle pene, nel nascondersi nel lavoro quotidiano e nel sacrificio, offerti a Cristo Gesù Crocifisso, in un letto di dolore, in una strada solitaria, in una tristezza sconfinata, in un chiostro, in una cella. Santi sono i bambini che non sono mai nati, o che sono nati e immediatamente hanno dovuto subire la prepotenza del mondo, magari proprio di chi li aveva generati; sono i bambini che senza colpe, patiscono più degli adulti per tutto quello che gli adulti vogliono, contro la volontà dei bambini. Santi sono i vecchi che dopo una vita di durezze, sacrifici, tribolazioni, vivono gli ultimi tempi della loro esistenza da soli, dimenticati anche dal proprio sangue. Nessuno di loro sarà dimenticato, come non sarà dimenticato neppure chi con indifferenza, ha voltato le spalle alle mani tese ed agli occhi in lacrime.
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 17
V Settimana di Quaresima Il discepolo di Gesù va in chiesa per incontrare il Signore e trovare nella sua grazia, operante nei Sacramenti, la forza di pensare e agire secondo il Vangelo.
I Settimana del Salterio
Papa Francesco
Il santo del giorno:
San Giuseppe Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l'ultimo patriarca che riceve le comunica zioni del Signore at traverso l'umile via dei sogni. Come l'an tico Giuseppe, è l'uo mo giusto e fedele (Mt 1,19) che Dio ha
Sabato 19 Marzo
posto a custode della sua casa. Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putati vo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall'Egit to, rifacendo il cam mino dell'Esodo. Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovan
ni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano. Patronato: Padri, Carpentieri, Lavorato ri, Moribondi, Econo mi, Procuratori Lega li. Etimologia: Giuseppe = aggiunto (in fami glia), dall'ebraico.
Brano Evangelico: Mt 1, 16.1821.24
Agisci Oggi medito sulla figura di Giuseppe e sulle sue virtù, sulla sua fiducia e capacità di abbandonare i suoi progetti... Dio lo ha scelto come padre e custode di suo Figlio e di Maria su questa terra.
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Ge sù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamen te, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
Contemplo : Ecco il servo
fedele (Antifona d'ingresso) Giuseppe è veramente il servo fedele e saggio che ascolta la Parola e la mette in pratica. Accoglie il mistero che si compie nella sua sposa, Maria, e le resta fedele. Accoglie anche il
figlio che nasce da lei; protegge e assiste entrambi nelle difficoltà di un viaggio pieno di incognite. Giuseppe, servo buono e fedele, ci insegna la via dell'umile compimento della volontà di Dio.
Non di solo pane Numero 747 pagina 18
Dalla Prima Lettura
L’immagine della paternità 2Sam 7,45.1214.16 Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre.
Davide, in un momento di relativa tran quillità sociale, vuole costruire una casa a Dio, ma Dio stesso gli promette qual cosa di molto più importante: il prose guimento del suo casato attraverso un figlio che darà continuità alla sua stirpe. Il Signore non trova maniera migliore per far comprendere al suo eletto la sua benevolenza se non usando l'immagine della paternità: essa è l'immagine più adeguata per far capire il modo in cui egli si prende cura di noi: del resto, egli stesso ha voluto sperimentare, attraver so il giusto Giuseppe, cosa significhi essere figlio. L’invito che il Signore og gi ti fa è quello di eleggere san Giusep pe come tuo padre: egli si prenderà cura di te proprio come si prese cura di un figlio così speciale come Gesù.
Preghiera
Signore Gesù, siamo ancora una volta alla vigilia di questi giorni santi. Ancora una volta siamo invitati a stringerci a te e a stendere il mantello delle nostre vite perché tu possa fare il tuo regale ingresso nelle nostre esistenze, e queste siano illuminate e trasformate dalla celebrazione della tua Pasqua, così che sia superata ogni divisione interiore ed esteriore. Kyrie eleison!
Medita La Parola
Il silenzio discreto di Giuseppe Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Un detto dei padri del deserto dice che il silenzio è un pellegrinaggio. Il cammino verso la verità è un cammino silenzioso, perché nella ricerca di Dio esso esprime il sacro, rivela il mistero profondo con cui si è a contatto. Un tale detto si può benis simo applicare a san Giuseppe, sposo di Maria e padre terreno di Gesù, di cui oggi celebriamo la festa. Il Vangelo registra due volte la ricerca di Giuseppe: quando ha smarrito il volto della sposa e fu nel dubbio e quando smarrì il bambino nel famoso viaggio a Gerusalemme; ma di lui non si registra una sola parola, neppure un “Eccomi” in risposta alla chiamata da parte dell’angelo a pren dersi cura di Maria, incinta per opera dello Spirito Santo. Ma il silenzio di Giuseppe non è vuoto, è pieno della presenza di Dio. A ben pensarci, anche Giuseppe ha avuto la sua annunciazione come Maria ma questo annuncio è sempre rimasto av volto nel sogno; in Giuseppe le parole cedono il passo ai gesti di protezione, di sostegno, di affetto. Non fanno così i papà che amano i loro figli, che sono impegnati nel lavoro che talvolta li porta lon tano dalla famiglia? Il silenzio di Giuseppe, custo de premuroso del mistero di Cristo, è fecondo nel la fede, la quale nasce dal profondo rapporto col mistero di Cristo nel silenzio interiore. Occorre far silenzio per avere qualcosa da dire, perché la pa rola procede dall'ascolto silenzioso; anzi è il silen zio che genera la parola. Dice Merton: “Un'intera vita di silenzio è ordinata ad una dichiarazione definitiva. Vita e morte, parola e silenzio, ci sono dati a causa di Cristo. In Cristo moriamo nella car ne e viviamo allo Spirito. In Lui moriamo all' illu sione e viviamo alla verità. Parliamo per confessa re Lui e restiamo in silenzio per meditare su di Lui ed entrare più profondamente nel suo silenzio, che è in pari tempo il silenzio della morte e della vita eterna”.
Non di solo pane Numero 747 Tempo di Quaresima pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Anno XV- n. 747 Domenica 13 Marzo 2016 Chiuso il 8/03/2016 Numero copie 1400
333/3390059 don Luciano
Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità
Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
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