Non di Solo Pane n°750

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Non di solo

PANE Sussidio di preghiera per la famiglia

Domenica 3 Aprile 2016 II Settimana di Pasqua

Otto giorni dopo ‌.. Settimanale di preghiera

Anno XV - n°

750


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Aprile 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Aprile Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre Perché i piccoli agricoltori ricevano il giusto compenso per il loro prezioso lavoro.

Cuore divino di Gesù,

Intenzione missionaria

io ti offro per mezzo

Perché i cristiani dell’Africa diano testimonianza di amore e di fede in Gesù Cristo in mezzo ai conflitti politico-religiosi.

del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze

Intenzione dei vescovi Per le coppie di giovani che desiderano formare una famiglia e devono fare i conti con la precarietà del lavoro e la disoccupazione.

di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia nella costruzione della civiltà dell'amore.

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Domenica della Divina Misericordia La Madre della Divina Misericordia apra i nostri occhi, perché comprendiamo l’impegno a cui siamo chiamati.

II Settimana del Salterio

Papa Francesco Il santo del giorno:

San Riccardo Vescovo Vive nel secolo XIII e diviene prima cancel­ liere dell'università di Oxford e poi vescovo della città di Chiche­ ster. Vescovo santo, si distingue per l'amore alla chiesa e soprattutto per l'amore ai poveri. Porta innanzi la rifor­

Domenica 3 Aprile

ma della chiesa; per questo è malvisto dai signori e dal re del suo tempo; amato però dal popolo, che segue la sua santità. Esigente con il clero, che invita all'osservanza del celi­ bato, ma ancora più severo con se stesso. Proclamato santo dal papa Urbano IV il 22 gennaio 1262; le sue reliquie vengono però

disperse per ordine del famoso Enrico VIII, il re inglese che dà origi­ ne allo scisma d'Inghil­ terra. San Riccardo è molto venerato nel medioevo non solo in Inghilterra ma in tutta l'Europa. La sua figura ci invita a seguire Cristo sofferen­ te e risorto.

Agisci

Brano Evangelico: Gv 20,19­31

Non capita spesso di vedere manifestazioni pubbliche di fede come quelle descritte nella prima lettura. Oggi voglio essere segno autentico di fede.

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signo­ re. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i pecca­ ti, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chio­ di e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Contemplo: Pace a voi! (cv 20,19.26)

Signore Gesù, l'evidenza dei fatti non sempre ci convince. No­ nostante che gli Apostoli ci dicano: «Abbiamo visto il Signore!», rimaniamo indecisi e, «andando

come a tentoni» (At 17,27), continuiamo a cercare la pace che solo tu ci puoi dare. Solo tu sei «la nostra pace» (Ef 2,14) e solo nella tua Chiesa potremo trovare «giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo», in modo da proclamare con Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».

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P a g i n e

b i b li c h e

gridare: «Signore mio e

Una porta chiusa

Dio mio», ha voluto essere sicuro della piccola

Meditazione di don Primo Mazzolari

garanzia che offrono i sensi, ma, adesso, il Signore sa che può contare su di lui più che sugli altri, che quel grido è un credo che verrà continuato

anche

davanti

al

martirio. Tipi come Tomcarità. Egli cammina o si

maso ci mettono un po' ad inginocchiarsi, ma,

ferma, opera o riposa,

quando si inginocchiano,

parla o tace, senza ba-

si

dare ai nostri timori. Il

mente, quando amano,

Signore mostra di non

amano veramente.

offendersi

dell'incredu-

Quando Tommaso si of-

lità di Tommaso, ma ne

fre, è un uomo che si

fa anzi un argomento

offre. E se offre a Cristo

per la nostra fede. Non

il proprio cuore, è un

è vero che al Signore di-

cuore d'uomo che si of-

spiacciono

resi-

fre. E se china la sua te-

stenze. Quando sono re-

sta davanti a lui, è una

Nel vangelo d'oggi c'è

sistenze

ragionevoli,

testa d'uomo che si chi-

un cenacolo e una porta

quando è l'uomo leale,

na. Così comincia l'ado-

chiusa. Una porta chiusa

l'uomo onesto, che, pri-

razione «in spirito e ve-

per timore di qualcuno è

ma di affidarsi a un al-

rità».

storia di tutti i giorni,

tro, prova se può fare

anticipata nel servo del-

da sé, il Signore non

la parabola che sotterra

può essere malcontento.

il talento per paura di

Basta

perderlo.

po' l'episodio di Tomma-

Non ho saputo resistere alla ten­ tazione di presentarvi una delle più belle pagine scritte da don Primo Mazzolari. Un’omelia proprio sulla figura di Tomma­ so che, con pochi tratti, mette il luce la bellezza di questo apo­ stolo che fa fatica a credere ma che ci è tanto vicino nella sua umanità.

Per

fortuna

certe

approfondire

inginocchiano

(P. MAZZOLARI, La parola che non passa, Vicenza 1984, 138s., passim).

un

che al Signore non im-

so.

porta nulla dei nostri ca-

E vero che egli si è mo-

tenacci, ed esce ed entra come vuole la sua

strato contegnoso e renitente, e che prima di

vera-

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P a g i n e

b i b li c h e

L’angolo della misericordia Più forte del dubbio Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.

Giovanni Maria Vianney Nato alla fine del XVIII secolo e vissuto fino al 1859, quello che per tutti fu "il Curato d'Ars" è figura decisiva per l'immagine del sacer­ dote del suo tempo: rigoroso verso di sé, appassionato pastore della sua comunità, tenero e innamorato mistico di fronte a Dio. Di questo innamoramento, che traspariva fino alle lacrime versate davanti alla sua gente durante le omelie domenicali, sono testimonianza i testi che ci rimangono quale sua eredità, dai quali citiamo la seguente preghiera.

Il mio unico desiderio Ti amo, mio Dio, e il mio unico desiderio è di amarTi fino all'ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio, infinitamente amabile, e preferisco morire amandoli, piuttosto che vivere un solo istante senza amarTi. Ti amo, Signore, e l'unica grazia che Ti chiedo, è di amarTi eternamente. Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo, soltanto per avere la felicità di amarTi perfettamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dire a ogni istante: Ti amo, voglio che il mio cuore Te lo ripeta ogni volta che respiro. Ti amo, o divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoTi e sapendo che Ti amo. Mio Dio, a misura che mi avvicino alla mia fine, fammi la grazia di aumentare il mio amore e di perfezionarlo. Amen.

di don Luciano

Più forte del dubbio è il desiderio. In questo binomio si articola l’episodio dell’incontro tra Tommaso, detto Didimo, e il Risorto. Il desiderio va oltre il dubbio perché nasce da un sentimento, da una nostalgia, dal crepuscolo interiore quando scende la sera. Il dubbio subentra con la ragione, segue il filo rigoroso tracciato dalla logica. E’ bene che il dubbio visiti e vagli il cuore dell’uomo ma è altrettanto importante che le ragioni del cuore, purificate dal dubbio, abbiano il soppravvento. Sottolinea San Gregorio Magno: “Di carattere esigente e diffidente, Tommaso avanza la sua incredulità, sperando così di godere di una visione. «Se egli mi appare», dice, «eliminerà la mia incredulità. Metterò il mio dito nelle cicatrici dei chiodi e abbraccerò il Signore che tanto amo. Rimproveri pure la mia incredulità, ma mi ricolmi con la sua visione”. Il Signore riappare e placa il tormento ed elimina il dubbio del suo discepolo. Più che il dubbio, soddisfa il suo desiderio.

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II Settimana di Pasqua Annunciazione del Signore Cristo e la sua Madre sono inseparabili: tra loro esiste un rapporto strettissimo, come tra ogni figlio e la sua madre. Papa Francesco

Il santo del giorno: Sant’Isidoro

Uno dei più grandi ve­ scovi di Spagna. Fa parte di una famiglia di santi: santi sono i fra­ telli Leandro e Fulgen­ zio, e la sorella Fioren­ tina. Insieme a san Gre­ gorio Magno, Cassio­ doro e Severino Boe­ zio, Isidoro è uno dei grandi maestri di teolo­ gia del medioevo fino a

Agisci Oggi ringrazio il Signore per il mistero della sua incarnazione e mi impegno a riflettere sul fatto che Dio è con me in ogni momento, soprattutto nelle difficoltà.

dopo l'anno mille. Vive a cavallo tra il VI e VII secolo e dà un forte impulso al rito mozara­ bico, una liturgia anco­ ra oggi praticata in molte parti della Spa­ gna. Ha lasciato molte opere teologiche, attua­ li e vive; ma fu un au­ tore molto letto già nel medioevo, soprattutto per le sue Etimologie, un'utile «somma» della

Lunedì 4 Aprile II Settimana del Salterio

scienza antica. Ci dona un pensiero salutare: «Dobbiamo seguire Cristo sempre, sul Cal­ vario e sul Tabor, per essere degni di seguirlo anche nella sua risurre­ zione».

Brano Evangelico: Lc 1,26­38 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chia­ mata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di no­ me Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, per­ ché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poi­ ché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vec­ chiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Contemplo: Può un uomo

nascere di nuovo? (cf cv 3,4) La Chiesa ci propone il colloquio notturno tra Gesù e il saggio fariseo Nicodemo. In questo colloquio sincero si parla di rinascita e di risurrezione. Spiega san Pao-

lo: «Se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne» (2Cor 4,16-18).

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Dalla Prima Lettura

Sede della Sapienza

Medita La Parola Dio ha bisogno di noi

Is 7,10­14; 8,10 Ecco, la vergine concepirà.

Meditazione a cura di Fiorella Elmetti

Al re infedele che cerca conferme da alleanze umane e non volute da Dio, il profeta promet­ te un segno, che dovrà fugare ogni dubbio. Il parto della vergine è dunque carico d'implica­ zioni future, soprattutto per il suo significato simbolico. Il concepimento verginale di Gesù nel grembo purissimo di Maria è un evento talmente grande che persino per lei, la sede della sapienza, è difficile comprenderne tutta la portata. La Vergine Madre dà il suo assenso con tutta la fede e la gioia di cui il suo giova­ ne cuore è capace, ma senza capire fino in fondo quanto Dio le sta chiedendo. Spesso nella tua vita Dio ti propone di fare delle scel­ te le cui conseguenze si rivelano in tutta la loro importanza solo molto tempo dopo. In quel caso, la fiducia in Dio e nella sua parola è l'unica strada per aprirsi a tale mistero e vi­ vere con fecondità le sue promesse.

Preghiera

O Gesù, credo fermamente in ciò che professor ogni domenica: «Per noi uomi­ ni e per la nostra salvezza discese dal cielo; per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo». Fa' che la con­ templazione del tuo amore infinito mi spinga ad amarti con un amore simile al tuo.

Oggi rileggiamo l'incontro di un misterioso e garbato angelo che parla alla pari con una ragazzina di Nazareth e scopriamo la grandezza del pensiero di Dio. Perché in quella minuscola casa di questo minuscolo paese accade Dio.

Dio sceglie di farsi uomo, parole, lacrime, sorriso, tono di voce, sudore e necessita di un corpo, abbisogna di una madre. Dio non vuole la moglie dell'imperatore, o un premio Nobel per la medicina, non una donna manager dinamica dei nostri giorni, la piccola adolescente Maryam, Dio sceglie e a lei chiede di diventare la porta d'ingresso per Dio nel mondo, tutto lì. Dio sceglie Nazareth e, a Nazareth, sceglie Maria. E a Nazareth, per trent'anni, Dio si nasconde nella quotidianità più semplice: bambino, adolescente, giovane falegname, come suo padre. Quanto parla questo assordante silenzio! Quanto dice di Dio questa sua scelta! A noi, che sempre cerchiamo il plauso e la visibilità, l'efficienza e la produttività, Dio dice che la sua logica è diversa. Dio non ha bisogno di grandi mezzi per salvare il mondo, non cerca grandi protagonisti della Storia, egli vuole noi. Animo, fratelli! Quando pensiamo di avere sbagliato la vita, di non avere avuto sufficienti opportunità, quando non siamo soddisfatti dei nostri risultati o siamo travolti dall'assordante incitamento di chi ci grida: "devi riuscire", pensiamo a Nazareth, a questo modo di operare che ci sbalordisce e ci incanta. Dio ha bisogno di noi, oggi, della nostra piccola vita per essere presente in questo mondo che langue.

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II Settimana di Pasqua La Chiesa sentiva la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre. Papa Francesco

Martedì 5 Aprile II Settimana del Salterio

Brano Evangelico: Gv 3,7­15

San Vincenzo Ferreri

Medita

Agisci Anche io ho bisogno di «rinascere

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dove­ te nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».Gli replicò Nico­ dèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non acco­ gliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

dall'alto».

Cosa significa questo per me? Oggi invoco lo Spirito Santo affinché mi guidi nella comprensione, per intercessione della sua sposa Maria.

E’ incredibile constatare quanto anche oggi sia vera l'osservazione che Gesù fa a Nicodèmo: ci sono tante persone che hanno un livello culturale anche molto alto e che hanno passato la loro vita a studiare, eppure sono incapaci di com­ prendere le parole di Gesù. Questo ti fa capire una grande verità: per vivere il Vangelo, non è necessario sapere molte cose o avere una cultura universitaria (anche se questa può essere di grande aiuto!); quello che è invece assolutamen­ te importante è avere un cuore aperto al dono della vera sapienza, che Dio do­ na anche ai semplici. Potresti conoscere tutte le culture del mondo e parlare tutte le lingue, ma se non sai cosa significa rinascere dall'alto, hai solo sprecato tempo. Tutto deve acquisire la vera scienza dello Spirito, altrimenti sarai sol­ tanto uno che sa delle cose, ma che non conosce la strada per giungere alla vita.

Contemplo: E’ salito al cielo (cf Gv 3,13)

Signore Gesù, tu sei il Figlio dell'uomo elevato sulla croce e glorificato alla destra del Padre. Insegnami a confessare con la bocca che tu sei il Signore e

a credere con tutto il cuore che sei risuscitato dai morti (cf Rm 10,9), perché solo in questa speranza noi siamo stati salvati (cf Rm 8,24).

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spiritualità

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Via Lucis GESÙ IN CAMMINO CON I DISCEPOLI DI EMMAUS

Due discepoli stavano andando verso Emmaus, un villaggio lontano circa undici chilometri da Gerusalemme. Lungo la via parlavano tra loro di quello che era accaduto in Gerusa­ lemme in quei giorni. Mentre parlavano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro. Essi però non lo riconobbero, perché i loro occhi erano come accecati. Gesù domandò loro: «Di che cosa state discutendo tra voi mentre camminate?». Essi allora si fermarono, tristi. Uno di loro, un certo Cleopa, disse a Gesù: «Sei tu l’unico a Gerusalemme a non sapere quello che è successo in questi ultimi giorni?». Gesù domandò: «Che cosa è successo?». Quelli risposero: «Il caso di Gesù, il Nazareno! Era un profeta potente davanti a Dio e agli uomini... Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele. Ma siamo già al terzo giorno da quando sono acca­ duti questi fatti. Una cosa però ci ha sconvolto: alcune donne del nostro gruppo sono andate di buon mattino al sepolcro di Gesù ma non hanno trovato il suo corpo. Allora sono tornate indietro e ci hanno detto di aver avuto una visione: alcuni angeli le hanno assicurate che Gesù è vivo. Poi sono andati al sepolcro altri del nostro gruppo e hanno trovato tutto co­ me avevano detto le donne, ma lui, Gesù, non l’hanno vi­ sto». Ad ogni angolo di strada, noi possiamo incontrare il Signore e camminare con lui per i giusti sentieri. Possiamo invece ignorare la sua presenza e percorrere le strade delle nostre false sicurezze. È molto im­ portante scegliere bene. I due discepoli si lasciano alle spalle Gerusalemme, le loro delusioni, un passato che desiderano archiviare. Le loro speranze si sono infrante sul ripido sentiero del Golgota, tutto si è compiuto fuori dalle mura della città santa, ai piedi del ruvido legno di una croce. “Speravamo noi che fosse lui a liberare Israele”. I due discepoli avevano proiettato su Gesù le loro aspettative, i loro desideri; avevano ingabbiato Dio e le sue promesse nel gretto bozzolo di una liberazione meramente politica, aspettative, in pratica, solo terrene, legate alla polvere di quaggiù. Erano ben lontani da un Dio che riscatta l’umanità, non una singola nazione, che libera l’uomo dal male e dal peccato più che da un impero costruito da mani d’uomo, impastato di sangue e di vane illusioni. Se ne tornano alle loro case, ma discutono, cercano di capire e di dare un senso a ciò che è accaduto, alla radice velenosa della loro delusione. Questo permette a Gesù, il Risorto, di diventare il loro compagno di viaggio, di fare un tratto di strada con la loro delusione. Sempre quando l’uomo cerca un significato, una spiegazione, un senso incontra sul ciglio della propria esistenza un Dio sotto le sembianze di un pellegrino che diventa compagno, che spiega, che lo aiuta ad aprire gli occhi dalla cecità della delusione e della disperazione.

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II Settimana di Pasqua Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Beata Pierina Morosini Oggi ricordiamo una giovane donna che ha meritato gli onori degli altari per il grande co­ raggio con cui ha saputo difendere la propria di­ gnità di donna. Pierina Morosini nasce nel 1931 in Val Seriana, nel Bergamasco, primoge­ nita di nove figli. La sua è una vita semplice, normale ­ casa, lavoro,

Mercoledì 6 Aprile II Settimana del Salterio

impegno nell'Azione cattolica e in attività parrocchiali ­ illuminata però dalla fede che tro­ va il suo alimento nella comunione quotidiana e nella recita del rosario. Unico diversivo, nel 1947, un pellegrinaggio a Roma per assistere alla beatificazione di Maria Goretti. Un pre­ sagio? Dieci anni dopo, il 4 aprile 1957, mentre rincasava dal lavoro per un sentiero solitario,

con la corona in mano, venne avvicinata da un giovane con intenzioni malsane: dinanzi al de­ ciso diniego di lei, la aggredì brutalmente. Ritrovata in coma, fu trasportata all'ospedale di Bergamo, ove morì due giorni dopo. La sua tomba è stata subito meta di pellegrinaggi. Trent'anni dopo viene beatificata da Giovanni Paolo II.

Brano Evangelico: Gv 3,16­21

Agisci La gelosia spesso ci fa commettere ingiustizie. Oggi chiedo al Signore di guarire il mio cuore col suo amore.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada per­ duto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomi­ ni hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fat­ te in Dio».

Contemplo: La luce è venuta nel mondo (Gv 3,19) «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché il mondo si salvi per mezzo di lui». Signore Gesù, tu sei la luce, e sei venuto nel mondo: «Non vi sarà più not-

te!» (Ap 22,5). Guida me e il mondo a non preferire le tenebre, sostieni me e il mondo ad operare sempre la verità, perché appaia chiaramente nelle nostre opere la potenza del tuo amore.

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ pagina 10


Dalla Prima Lettura

Medita La Parola

La forza della parola di Dio Credere nel Figlio di Dio At 5,17­26 Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a inse­ gnare al popolo.

Nulla può opporsi a Dio nel far giungere gli uomini alla salvezza per mezzo di suo Figlio Gesù. Di certo una prigione scru­ polosamente sbarrata non può fermare la forza dirompente della parola del Vange­ lo che si propaga attraverso gli apostoli! Gli appartenenti al sinedrio si rendono conto che, nella parola degli apostoli, vi è una potenza inaudita. Per questo essi sono circospetti e cercano di non creare confu­ sione nel popolo. La forza della parola di Dio non dipende né da chi la trasmette, né tantomeno da chi la riceve o da chi cerca di ostacolarla. L'unico ostacolo, semmai. è nel cuore di chi la riceve: è la nostra libertà, che può accettare o meno la pro­ posta di gioia e di salvezza di Dio.

Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

Gesù dice a Nicodèmo che la salvezza non è racchiusa nelle pratiche della legge mosaica, ormai ridotta a semplici precetti umani che con l'idea originaria di Dio non aveva più nulla a che fare: l'unica vera opera che si deve fare, che merita la vita eterna, è credere nel Figlio di Dio. Questo, per una certa mentalità è difficile da accettare, perché anche noi siamo convinti che la salvezza sia qualcosa che bisogna guadagnarsi con le nostre opere buone. Eppure quante persone compiono buone opere, ma non credono nel Figlio di Dio? Gesù, a tal proposito, è molto chiaro: chi non crede è già giudicato poiché si è fidato delle sue opere, più che della grazia donataci gratuitamente dal Figlio di Dio. Chi non crede in Lui, sceglie di vivere nelle tenebre, cioè nella lontananza da Dio. Credi dunque con tutto il cuore nel Figlio di Dio che ti ama

Preghiera

e che ti salva per sua grazia.

Ti ringrazio, Dio della pace e della luce, per l'amo­re sconvolgente con cui mi hai salvato e guarito. Dammi la forza e il coraggio degli apostoli per non lasciar­ mi irretire dal mondo e per costruire, pazientemente ma con decisione, la civil­ tà dell'amore, della giustizia e della vita.

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 11


Pagine bibliche

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Via Lucis

Gesù si manifesta nello spezzare il pane ... Arrivarono al villaggio dove erano diretti, e Gesù fece finta di voler continuare il viaggio. Ma quei due discepoli lo trattennero dicendo: «Resta con noi, perché il sole ormai tramonta». Perciò Gesù entrò nel villaggio per rimanere con loro. Poi si mise a tavola con loro, prese il pane, pronunziò la preghiera di benedizione, lo spezzò e cominciò a distribuirlo. In quel momento gli occhi dei due discepoli si aprirono e riconobbero Gesù, ma lui sparì dalla loro vista. Si dissero l’un l’altro: «Noi sentivamo come un fuoco nel cuore, quando egli lungo la via ci parlava e ci spiegava la Bibbia!». Quindi si alzarono e ritornarono subito a Gerusalemme. Là, trovarono gli undici discepoli riuniti con i loro compagni. Questi dicevano: «Il Signore è risuscitato veramente ed è apparso a Simone!». A loro volta i due discepoli raccontarono quello che era loro accaduto lungo il cammino, e dicevano che lo avevano riconosciuto mentre spezzava il pane (Lc 24,29-35). La domenica, i fratelli si danno appuntamento e si ritrovano insieme a «spezzare il pane». Pane di vita, che Gesù ha promesso di dare a tutti i credenti. Dovremmo attenderlo con ansia ogni settimana e conside­ rarlo come un vero appuntamento di Gesù con i suoi amici. Gesù entra con i discepoli «per rimanere con loro» (Lc 24,29). Secondo Luca, è questo il senso della risurrezione: ovunque noi camminiamo, Gesù cammina con noi e, ovunque noi sostiamo, egli pranza con noi. E per Luca è proprio l'eucaristia il luogo nel quale noi incontriamo il Risorto. Lo descrive con grande effetto: «Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista» (Lc 24,30s.). Gesù è invitato dai discepoli, ma qui agisce come fosse il padrone di casa, prendendo il pane, benedicendo la mensa, spezzando il pane e distribuendolo. Da come Gesù fa tutto questo i discepoli riconoscono evidentemente il Risorto. E da allora in poi il quotidiano spezzare il pane è il luogo nel quale sanno che il Risorto è in mezzo a loro. Ogni volta che si spezza il pane, in ogni eucaristia è Gesù stesso risorto a spezzare il pane ai discepoli e a mostrare loro il proprio amore.

Prega: Signore nostro Gesù Cristo, solamente in te è la sorgente della vita. Concedi a noi un grande a­ more per il tuo Pane eucaristico e rendici degni di nutrirci sempre del tuo grande Dono. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

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II Settimana di Pasqua La misericordia di Dio si è riversata in noi rendendoci giusti, donandoci la pace. Papa Francesco

Giovedì 7 Aprile II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno:

San Giovanni Battista de La Salle Uno dei più grandi san­ ti educatori di tutti i tempi. Fondatore dei Fratelli delle scuole cristiane, vive in Fran­ cia nella seconda metà del secolo XVIII e muore il 7 aprile 1719 all'età di 68 anni, dopo che papa Be­nedetto XIII ha approvato il suo pregevole Ordine.

San Giovanni Battista de La Salle inizia il suo apostolato istituendo le prime scuole parroc­ chiali in Francia, dedi­ candosi alle ragazze povere e aprendo le prime scuola di carità per i ragazzi abbando­ nati. Passa poi a Parigi, ove istituisce scuole cattoliche e dà inizio a una famiglia religiosa di professori e maestri laici, non sa­cerdoti, che si dedicano esclusi­

vamente alla scuola. Accusato dal governo e impedito nello sviluppo delle scuole cattoliche, tira dritto per la sua strada, arriva a Roma, e apre scuole in altre par­ ti d'Europa. I Fratelli delle scuole cristiane hanno quasi mille scuo­ le, sparse nei cinque continenti, con oltre seimila Fratelli.

Brano Evangelico: Gv 3,31­36

Agisci Quante volte siamo disposti a obbedire a Dio invece che agli uomini? Spesso ci preoccupiamo più di non fare "brutta figura", e questo è umano ma, oggi e sempre, desidero essere davvero libero e sincero nel vivere la mia fede, sull'esempio di Maria.

Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appar­ tiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Contemplo: Senza misura e-

gli dà lo Spirito (Cv 3,34) Dopo il colloquio con Nicodemo e la professione di fede di Giovanni Battista, il quarto Vangelo ci presenta un monologo, ispirato dallo Spirito Santo, per illuminarci sulla storia del mondo:

tutti i profeti dell'Antico Testamento sono mossi dallo Spirito di Dio, ma la piena rivelazione dell'amore del Padre si compie solo in Cristo Gesù: «Il Padre ama il figlio e gli ha dato in mano ogni cosa» (Gv 3,35).

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 13


Dalla Prima Lettura

È difficile tacere At 5,27­33 Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.

Medita la Parola

Aprirsi alla fede Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

Giovanni non ci dice quale fu la reazione di NiÈ difficile tacere se si è stati testimoni di un evento importante. Pietro e Gio­ vanni, di fronte alle minacce e ai rim­ proveri del sinedrio, osservano che non possono tacere quello che hanno vissuto con Gesù e che, anzi, devono condivide­ re la parola ascoltata e testimoniare il mistero pasquale di passione, morte e risurrezione di Cristo. Sperimentano che la paura, le minacce e gli ordini intimati dagli uomini divengono molto relativi: avvertono una forza e una certezza che niente e nessuno può scalfire. Cosa c'è nel nostro cuore quando dobbiamo testi­ moniare la nostra fede con le opere? Se vi è ancora paure: o timore, forse do­ vremmo chiederci come rafforza la no­ stra adesione al Signore Gesù.

codèmo di fronte a Gesù, ma noi possiamo facilmente immaginarla: egli rimase certamente molto stupito dalle parole di questo rabbì che, praticamente, si faceva uguale a Dio. Egli, infatti, aveva affermato che Dio stesso aveva posto tutto il potere nelle sue mani, cioè egli stava affermando di essere anche lui Dio. Il problema più grosso per i Giudei del tempo di Gesù era proprio questo: per loro, il Signore era un bestemmiatore che andava lapidato per le eresie che diceva. Invece, il Vangelo non ci riporta nessuna obiezione da parte di Nicodèmo, segno che egli ascoltava le parole del Maestro con attenzione ed interesse. Troveremo ancora Nicodèmo sotto la croce; le parole del Signore in lui ebbero l'effetto di aprirlo alla fede nel Figlio di Dio. Apriti anche tu alla fede in queste parole, e conoscerai la salvezza.

Preghiera

Vieni, Spirito d'amore, ad insegnar le cose di Dio. Vieni, Spirito di pace, a suggerir le cose che Gesù ha detto a noi. Noi ti invo­ chiamo, Spirito di Cristo, vieni tu dentro di noi. Cambia i nostri occhi, fa' che noi ve­ diamo la bontà di Dio per noi. Insegnaci a sperare, insegnaci ad amare, insegnaci a lodare Iddio. Insegnaci a pregare, insegna­ ci la via, insegnaci tu l'unità.

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 14


Venerdì 8 Aprile

II Settimana di Pasqua Rimanere in Gesù significa fare quello che ha fatto Gesù, avere lo stesso atteggiamento di Gesù. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Sant’Agabo Si tratta di uno dei per­ sonaggi citati dagli Atti degli Apostoli. Vissuto a Gerusalemme nel I secolo. Negli Atti com­ pare la prima volta al capitolo 11, collocato in una più ampia categoria di "profeti" giudeo­ cristiani, come erano note alcune figure cari­ smatiche. Questo il rac­

II Settimana del Salterio

conto: «Alzatosi in pie­ di, egli annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l'im­ pero di Clau­ dio» (11,28). L'annun­ cio di Agabo aveva una finalità di solidarietà: la più ricca comunità cri­ stiana di Antiochia, in­ fatti, si autotassò per sostenere i fratelli della

Giudea (11,29). Agabo riappare poi a Cesarea: «Presa la cintura di Pao­ lo, si legò i piedi e le mani e disse: Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura sarà lega­ to così dai Giudei a Ge­ rusalemme e verrà con­ segnato quindi nelle mani dei pagani». (At 21,11­13).

Brano Evangelico: Gv 6,1­15

Agisci: Oggi, con la premura di Maria, avrò particolare attenzione e rispetto per il creato, e in modo particolare mi impegno a non sprecare il cibo. Inoltre oggi pregherò per chi sta sprecando la propria vita e i doni ricevuti dal Signore.

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo segui­ va una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Contemplo: Sapeva ciò che

stava per compiere (Gv 6,6) Gesù ci ha resi figli di Dio. Ha dato se stesso per noi, ci ha resi suoi fratelli e così siamo chiamati anche noi figli di Dio. La vita in Cristo possiede, come sua grande novità, una così inti­ma parteci-

pazione dell'uomo alla divinità, da creare una fusione senza confusione. Scrive san Tommaso d'Aquino: «L'effetto proprio dell'Eucaristia - sacrificio di Cristo e ringraziamento al Padre - è la trasformazione dell'uomo in Dio».

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 15


Dalla Prima Lettura

Cogliere i segni di Dio

Medita la Parola

Un “pane” molto importante

At 5,34­42 Gli apostoli se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudi­ cati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

A Gesù non interessa affatto il plauso della Quando si è in una situazione emotiva­ mente critica, può capitare di prendere decisioni sbagliate. Il saggio Gamalièle suggerisce un ottimo metodo per discer­ nere quando ci si trova di fronte a un'o­ pera di Dio. Per cogliere i segni di Dio ci vuole tempo, pazienza e un cuore li­ bero da ogni attaccamento. Questo me­ todo, così semplice eppure così efficace, è in grado di dirci davvero dove stiamo an­dando e cosa stiamo costruendo per il Signore. Il cristiano dovrebbe allearsi con il tempo, perché attraverso esso può scrutare la realtà e capire, in mezzo al rumore e alla confusione, gli impulsi di bene e di novità prodotti dallo Spirito di Dio.

folla, o che essi gli attribuiscano un titolo che non è assolutamente il suo. Questo è il motivo per cui egli fugge di fronte alla gente che vorrebbe farlo re, soltanto perché ha dato loro da mangiare ed ha risolto un problema contingente. In realtà, egli insisterà molto sul fatto che quella moltiplicazione dei pani, come del resto tutti gli altri miracoli, è un segno che rimanda ad una verità molto più profonda. Allo stesso modo in cui egli ha moltiplicato quel pane, moltiplicherà un pane molto più importante e necessario, che è il suo Corpo ed il suo Sangue. Quando Dio ti concede delle grazie, non fermarti al significato materiale di esse, ma vai oltre: forse egli vuole farti capire che da te si aspetta qualcosa di più proprio perché sei stato oggetto della benevolenza dell'Altissimo.

Preghiera

Signore, Padre buono, che ci hai dona­ to la Chiesa come casa e famiglia nella nostra vita, aiutaci ad amarla, con un amore che veglia, che lotta, perdona, coglie i palpiti di sua Madre, la medita nella fede, l'accoglie nella docilità, la diffon­de nell'apostolato e la santifica nella vita.

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 16


spiritualità

Gli approfondimenti di Non di Solo Pane

Via Lucis

Gesù si mostra vivo ai discepoli La fatica di credere Gli undici apostoli e i loro compagni stavano parlando di queste cose. Gesù apparve in mezzo a loro e disse: «La pa­ ce sia con voi!». Sconvolti e pieni di paura, essi pensavano di vedere un fantasma. Ma Gesù disse loro: «Perché avete tanti dubbi dentro di voi? Guardate le mie mani e i miei piedi! Sono proprio io! Toccatemi e verificate: un fantasma non ha carne e ossa come me». Essi però, pieni di stupore e di gioia, non riuscivano a crederci: era troppo grande la loro gioia! Allora Gesù disse: «Avete qualcosa da mangia­ re?». Essi gli diedero un po’ di pesce arrostito. Gesù lo pre­ se e lo mangiò davanti a tutti. Poi disse loro: «Era questo il senso dei discorsi che vi facevo quando ero ancora con voi! Vi dissi chiaramente che doveva accadere tutto quello che di me era stato scritto nella legge di Mosè, negli scritti dei profeti e nei salmi!».

Rifletti La fede, per essere vere ed autentica, ha bisogno di crescere, di passare nel crogiuolo del dubbio. Anche i discepoli hanno dubitato, hanno avuto bisogno di crescere nella fede nel Risorto. Da Pasqua alla Pentecoste Gesù appare più volte e in vari modi per confermare e rassicurare gli apostoli e i discepoli. Tanti dubbi, che come ombre accompagnano il nostro cammino di fede, hanno segnato anche l’esperienza di coloro che avevano seguito il Signore dalla Galilea a Gerusalemme. Nel brano che vi abbiamo proposto in questa tappa della via Lucis, Gesù cerca di dissipare i dubbi dei suoi discepoli in tre momenti. Innanzitutto gli parla. E’ importante la parola quando evoca alcuni momenti significativi e indelebili della vita. Tramite la parole la persona comunica se stessa, i suoi sentimenti, le sue confidenze. In un secondo momento Gesù si fa toccare, fa mettere le dita degli amici nelle sue ferite, il prezzo della fedeltà e dell’amore. Infatti “non c’è amore più grande di chi da la vita per i suoi amici”, di chi si sacrifica ed è disposto a pagare per coloro che ama. Le ferite, ogni ferita, sono i segni dell’amore. Infine mangia con loro, diventa, seppur in modo diverso, uno di loro. Un fantasma non può mangiare. Il Risorto è un uomo in carne e sangue: può mangiare e può parlare. La stessa cosa accade anche a noi quando ascoltiamo la Parola di Dio, contempliamo il Crocefisso e ci accostiamo all’Eucarestia.

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 17


II Settimana di Pasqua L’aiuto di Dio consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza.

Sabato 9 Aprile

Papa Francesco II Settimana del Salterio

Il santo del giorno: San Massimo di Alessandria Un santo martire molto celebrato non solo in Egitto, ma in tutto l'Oriente cristia­ no. Sperimenta, insie­ me al vescovo Dioni­ gi, l'asprezza della persecuzione di Vale­ riano. Questo impera­ tore romano nei primi anni del suo impero lascia in pace i cri­ stiani, poi scatena contro di essi una

persecuzione resa più aspra dal prefetto dell'Egitto. Compaio­ no molti cristiani, tra cui anche san Massi­ mo, che accetta con fede il martirio; con lui muoiono anche diversi preti e diaconi e molti cristiani. Tutti offrono la vita per testimoniare la fede. Nel 264, morto il ve­ scovo Dionigi, san Massimo è eletto ve­ scovo di Alessandria

d'Egitto, resta in ser­ vizio per diciotto anni fino al suo martirio. Non può partecipare al concilio di Antio­ chia, ma riceve dai padri conciliari una lettera di conforto. Molte fonti antiche e molti storici parlano della vita e della san­ tità di san Massimo.

Brano Evangelico: Gv 6,16­21

Agisci Oggi ringrazio il Signore per il dono dei diaconi e cerco di sostenere il loro servizio con le preghiere e, se necessario, con aiuti pratici, come farebbe Maria.

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agi­ tato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Contemplo : Sono io, non ab-

biate paura! (cv 6,20) Il «segno» di Gesù che moltiplica i pani e il «segno» di Gesù che cammina sulle acque non sono altro che una preparazione agli insegnamenti e alle opere del Maestro dei maestri e del Signore

dei signori. Gesù, uomo e Dio, creatore della natura e delle sue leggi, non vuole impaurirci con la sua potenza, ma incoraggiarci con il suo amore. Il mare della nostra vita è sempre agitato e solo Gesù, vivo in mezzo a noi, lo può calmare. Maria, Stella del mare e Madre della Chiesa, intercedi per noi.

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ pagina 18


Dalla Prima Lettura

La Chiesa non è fatta di santi At 6,1­7 Scelsero sette uomini pieni di Spiri­ to Santo.

Anche nella prima comunità cristiana c'era­ no contrasti. La Chiesa non è fatta di santi, che vanno sempre d'accordo: sarebbe dav­ vero illusorio pensare che ciò possa avveni­ re. La comunità cristiana è fatta di uomini concreti, con i loro caratteri e le loro sensi­ bilità diverse: eppure, è proprio questo il punto. Lo Spirito Santo suscita, in mezzo a diversità e opinioni diverse, l'ispirazione comune che guida i credenti a fare l'espe­ rienza più bella e più importante: quella della comunione dei cuori. La diversità, quindi, non solo non è un limite, ma è addi­ rittura una risorsa, nel momento in cui essa viene vissuta i come modalità per cercare con più passione la volontà di Dio. La solu­ zione al problema, nella lettura, viene data attraverso la nomina dei primi diaconi: Dio suscita sempre soluzioni per il bene e attra­ verso le persone.

Preghiera

«Maria, donaci Gesù! Fa' che lo se­ guiamo e lo amiamo! Lui è la speranza della Chiesa, dell'Europa e dell'umani­ tà. Lui vive con noi, in mezzo a noi, nel­ la sua Chiesa. Con te diciamo: "Vieni, Signore Gesù" (Ap 22,20): la speranza della gloria infusa da Lui nei nostri cuori porti frutti di giustizia e di pa­ ce!» (Giovanni Paolo II, Ecclesia in Europa).

Medita La Parola

Imbarcare il Signore Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

A volte le difficoltà o i problemi ci tolgono la giusta visuale delle cose: ci sembra di essere sbattuti dalle onde e di non riuscire a vedere al di là dei nostri problemi. Chi vive sul lago conosce bene cosa significhi navigare in acque agitate. In queste situazioni, abbiamo persino difficoltà a conoscere la presenza di Gesù, proprio come gli apostoli. Ma solo se abbiamo il coraggio di farlo salire nella nostra barca, miracolosamente, tocchiamo la riva del porto sospirato. Egli, ancora una volta, ci invita a non avere paura; egli non ci promette che non avremo problemi o che non dovremo affrontare difficoltà. Ci invita invece alla fiducia in lui e nella sua potenza. Allora, guardando alle nostre croci da questo punto di vista, tutto diventa più chiaro e più accettabile. Per questo, confidiamo sempre in lui e, qualsiasi cosa ci accada, restiamo sempre abbracciato a lui: presto lo vedremo camminare verso di noi, mentre ci porge la mano e ci guida nelle difficoltà. “Se imbarchiamo con noi il Signore Gesù, sapremo gestire il nostro cuore «agitato» (Gv 6,18) e affrontare serenamente le esigenze di quella « assistenza quotidiana » (At 6,1) della compassione, da cui nessuno deve essere escluso. L'amore, infatti, non solo moltiplica il pane della benevolenza e della condivisione, ma allarga « grandemente» (At 6,7) la complicità nell'amore”.

Non di solo pane ­ Numero 750 ­ Tempo di Pasqua ­ pagina 19


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 750 Domenica 03 Aprile 2016 Chiuso il 29/03/2016 Numero copie 1400

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

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Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

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