Non di Solo Pane n°759 - 5 Giugno 2016

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Non di solo

PANE

Domenica 5 Giugno 2016

X Settimana del Tempo Ordinario

Il Calice di Gesù

Anno XV - n°

“Ragazzo, dico te,Meaalzati!”. di don Lucianoa Vitton Settimanale di preghiera

759


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Giugno 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Giugno Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre

Cuore divino di Gesù,

Perché gli anziani, gli emarginati e le persone sole trovino, anche nelle grandi città, opportunità di incontro e di solidarietà.

io ti offro per mezzo

Intenzione missionaria

del Cuore Immacolato di Maria,

Perché i seminaristi, i novizi e le novizie incontrino formatori che vivano la gioia del Vangelo e li preparino con saggezza alla loro missione.

Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni,

Intenzione dei vescovi

di questo giorno,

Perché ci impegniamo a riportare la fraternità al centro della nostra società, troppo condizionata dalla cultura dello scarto.

in riparazione dei peccati,

Intenzione del Vescovo di Brescia

per la salvezza di tutti gli uomini,

Mons. Luciano Monari

nella grazia dello Spirito Santo,

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia

le gioie e le sofferenze

a gloria del divin Padre.

nella costruzione della civiltà dell'amore. Non di solo pane ­ Numero 759 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 2


X Domenica del Tempo Ordinario Gesù ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male.

II Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Bonifacio Al centro di grandi eventi della chiesa, san Bonifacio vive tra il VII e I'VIII secolo. È abate e vescovo, ma soprattutto santo e martire, anche se non mancano storici che mettono in dubbio il suo martirio. Se, co­ munque, non muore martire, certamente

Domenica 5 Giugno

soffre molto per le vicende politiche del suo tempo, perché difende i diritti della sede apostolica di Ro­ ma e cerca, al tempo dei re Carolingi, di mantenere viva la fe­ deltà di molti cristiani ­ operanti in tante re­ gioni d'Europa ­ al vangelo di Cristo. Il papa lo manda in molte nazioni europee a organizzare le dio­

cesi e vigilare sull'or­ todossia dei vescovi. Compito non facile, che gli procura, ov­ viamente, non poche sofferenze. Si deve a san Bonifacio l'evan­ gelizzazione di molti popoli e molte regioni d'Europa. Per questo è chiamato ancora oggi l'«Apostolo della Germania».

Brano Evangelico: Lc 7, 11­17

Agisci “Pensa chi hai in te e che egli è venuto per la tua felicità; accoglilo meglio che puoi e comportati in modo tale che si veda da tutte le tue azioni che Dio è con te" (san Francesco di Sales). Gesù, voglio più degli altri giorni riceverti con maggior desiderio e gioia nel cuore.

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ec­ co, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta ve­ dova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua ma­ dre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Contemplo: Dio ha visitato il

suo popolo (Lc 7,16) Gesù interviene per risuscitare. Soffre con noi e dice: «Non piangere!». È un gesto di benevolenza gratuita e di amore. La gente buona lo riconosce: «Dio ha visi-

tato il suo popolo». Visitare, vedere, per il Signore significa guardare con vigilanza e preoccupazione. La presenza salvifica e gratuita di Gesù è la figura visibile dell'avvicinarsi invisibile di Dio, una presenza di trasfigurazione e risurrezione.

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Lettura spirituale

Custodire Dio in noi stessi

Meditiamo la Parola Facciamo fatica a comprendere Meditazione di don Luciano Vitton Mea

L’ unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l'unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali. lo non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi ad ogni battito del mio cuore cresce la certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all'ultimo la tua casa in noi. Esistono persone che all'ultimo momento si preoccupano di mettere in salvo aspirapolvere, forchette e cucchiai d'argento, invece di salvare te, mio Dio. E altre che sono ridotte a ricettacoli di innumerevoli paure e amarezza, vogliono a tutti i costi salvare il proprio corpo. Dicono: me non mi prenderanno. Dimenticano che non si può essere nelle grinfie di nessuno se si è nelle tue braccia. Etty Hillsum

Preghiera

Signore Gesù, liberaci dalle parole vane, dalla ricerca di conferme inutili, di rinforzi esterni che sostengano e convalidino la nostra immagine. Disponibili a perdere, a lasciarci ridurre all'essenziale, donaci, Signore, un cuore semplice e solidale, che risponda alla tua chiamata e che onori il tuo nome con la vita vissuta! Per questo ti preghiamo e ti rendiamo grazie!

Parroco di Bovegno

I passi del Vangelo dove Gesù compie dei miracoli o, come in questo brano, ridona la vita a un morto sono quelli che ci colpiscono di più, suscitano un provvisorio stupore ma poi, paradossalmente, diventano i più lontani, quelli che releghia­ mo in un passato che non ci appartiene, che liquidiamo con un semplice “beati loro”. Facciamo fatica a comprendere che Gesù oggi, come allora, cammina in mezzo a noi, per le nostre vie, fa sua la nostra storia, attraversa l’esistenza di ogni uomo che giace “quasi morto” o piagato ai bordi della strada o ai crocicchi delle strade. L’onnipotenza di Dio la colleghiamo sempre ai grandi eventi, a segni prodigiosi o ad apparizioni straordinarie che evocano arcani miracoli. E’ più difficile scorgere lo straordinario nell’ordinario, il miracolo nella quotidianità di alcuni eventi. Leggendo l’episodio che ci viene narrato da Luca noi crediamo fermamente che Gesù ha effettivamente risuscitato da morte il ragazzo della vedova di Nain, ma nello stesso tempo crediamo che ogni giorno, mosso a compassione, nostro Signore fa risuscitare in noi l’uomo nuovo, il meglio che siamo riusciti a conservare della nostra figliolanza, dell’antica effige fatta a somiglianza della Santissima Trinità. L’uomo, corrotto e sedotto dal male, per­ de la propria giovinezza, giace, come morto, sul lettuccio dei propri peccati, viene condotto dai demoni della cattiveria in una sorte di tomba dove l’oscurità ottenebra il cuore e la mente. Il giovane che Gesù incontra nella città di Nain sono io, se tu quando, lontani da Dio e coperti dalle piaghe del peccato, siamo portati verso l’abisso del nulla e della vanità; la Vergine Santa, Madre di misericordia e rifugio dei pecca­ tori, piange per la nostra sorte, non si arrende all’idea che le nostre anime diventino come “una nube che svanisce e se ne va”. E si rinnova nel “nostro oggi”, nella mia e nella tua vita. il miracolo di Nain: “Vedendola, il Signore fu preso da gran­ de compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvi­ cinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi dis­ se: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre”. La vita ricomincia a scorrere, il mesto corteo che ci accompagnava ad una tomba diventa un inno alla divina misericordia; in compagnia di Maria nostra Madre ricomincia il pellegrinag­ gio terreste che dalla città di Nain porta alla Gerusalemme Celeste.

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X Settimana del Tempo Ordinario La misericordia può guarire le ferite e può cambiare la storia. Apri il tuo cuore alla misericordia! La misericordia divina è più forte del peccato degli uomini. Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Norberto Monaco San Norberto nasce all'inizio del secondo millennio tra il Reno e la Mosa e si avvia subi­ to verso il sacerdozio, avendo avuto anche l'onore di accompagna­ re Enrico V nel suo viaggio verso Roma. Si dedica con tutte le for­ ze alla riforma del mo­

nachesimo benedettino, che in quei tempi si era molto rilassato. Per questo, fonda cenobi e monasteri e riporta la vita religiosa alla pri­ mitiva osservanza, fatta di lavoro, preghiera e carità. Non ha vita faci­ le, perché entra in con­ trasto con altri riforma­ tori, tra cui san Bernar­ do di Chiaravalle, ma tiene duro. Quando muore il 7 giugno del

Lunedì 6 Giugno II Settimana del Salterio

1133 tutti credono che se ne sia andato un grande riforma­tore, e soprattutto un vero san­ to. San Norberto cura molto la formazione del clero e del popolo e, pur essendo un pa­ store attivissimo, sa trovare nella giornata molti spazi di contem­ plazione e di preghiera.

Brano Evangelico: Mt 5, 1 –12

Agisci Sono chiamato ad essere operatore di pace in famiglia, al lavoro, con gli amici. Per questo mi impegnerò ad evitare la mormorazione.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

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Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

Amare i nemici

Su questo sentiero Meditazione di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

L’ amore ama quelli che sono vicini, ama quelli che sono lontani. L'amore non può detestare neppure colui che lo detesta. L'amore tiene sempre lo sguardo fisso sul Signore, che ha sopportato la croce per noi. Tu che vai in collera, vieni, fa' la pace con colui che detesti. Se la collera resta in te, corrompe il cuore. Per questo tu dici: “ La vostra collera non deve durare dopo il tramonto del sole“. Finché sei sveglio, allontana i sentimenti malvagi, metti amore nel tuo cuore e l'amore produrrà i sogni di Dio. Fin dalla sera, rappacifica il tuo spirito e dormirai bene tutta la notte. Quando il sole tramonta, l'amore si levi nel tuo cuore. La luce dell'amore è più forte della notte e tu non sarai nell'oscurità. Se il tuo nemico ti fa del male, che cosa devi fare? Ecco: amalo, sii nell'amore più forte di lui, perché se tu detesti il nemico, è lui che sarà più forte di te. Giacomo di Srug

Preghiera

Un sentiero di montagna, con tanti sassi e una sottile patina di polvere che si alza invisibile nel lento procedere dei passi. I raggi del sole sembrano sciogliere le pietre che spuntano dal nodoso pendio del monte e la scarsa vegetazione lotta per trovare nella profondità del terreno una goccia d’acqua così necessaria per continuare a sopravvivere. E su questo sentiero che incontri il banco delle imposte di Matteo il pubblicano, il volto sconvolto dell’ emorroissa, il procedere claudicante dello storpio, gli occhi spenti del cieco nato. Dove conduce questo sentiero così ripido e inospitale, privo di una fonte, di un poco d’ombra? Al monte delle Beatitudini. E su questo sentiero che Dio bacia l’uomo trasformando il suo peccato in momento di Grazia, il male incurabile in gocce di speranza, il passo incerto in ritmi di danza, il buio in radiosa luce. E su quel monte che incontri gli umili, i miti, i buoni, gli uomini dalle candide vesti. E’ sui dirupi di tante esistenze che Dio trasforma, raffina, purifica le umane miserie. E’ sul sentiero che porta al monte delle Beatitudini che il debito viene trasformato in ricompensa dalla misericordia divina.

Afflizioni, ingiustizie, persecuzioni, povertà... corvi che volteggiano sul nostro capone nel nostro mondo e che tu Signore sai trasformare in modo mirabile e ribaltare, con un'infinita sovrabbondanza di vita. «Beati.., beati... beati...». Otto volte beati. E i corvi si trasformano in colombe, mentre le tue parole ci nutrono, ci rialzano, ci rimettono in cammino. Beati, perché amati da te! Grazie, Signore Gesù!

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X Settimana del Tempo Ordinario Preferisco una famiglia con la faccia stanca per i sacrifici a una famiglia con le facce imbellettate che non sanno di tenerezza e compassione.

II Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il Santo del giorno:

San Venanzio Martire

Tra i molti santi di no­ me Venanzio (assai noto il poeta Venanzio Fortunato) scegliamo per oggi un martire dei tempi antichi, probabil­ mente ucciso a Rimini per dare testimonianza al vangelo. Mancano fonti storiche sicure per

Martedì 7 Giugno

il nostro santo, ma sono molte le testimonianze che lo danno vescovo di Rimini, ove è vene­ rato sin dall'antichità. Troviamo, infatti, di­ verse testimonianze sul martire Venanzio, co­ me pure non mancano documenti che lo cele­ brano come un martire assai venerato che compie molti miracoli. Il primo documento

che ne parla è un'opera poetica, scritta da Ra­ bano Mauro nell'anno 836, ove viene descritto come insigne presule che offre la testimo­ nianza di vita per la chiesa. Le sue reliquie sono conservate ancora oggi a Fulda in Germania, ma il suo culto è molto diffuso in diverse na­ zioni d'Europa.

Brano Evangelico: Mt 5, 13­16

Agisci Non solo mi sforzerò di non offendere il Signore con il peccato, ma di operare tutto ciò ch'è gradito al suo divin Cuore.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così ri­ splenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Contemplo: Risplenda la vo-

stra luce (Mt 5,16) San Paolo e san Pietro ripetono gli insegnamenti di Gesù: «Siate irreprensibili e semplici, figli di Dio... Dovete risplendere come astri nel mondo» (Fil 2,15). «Se un

tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore, comportatevi come figli della luce» (Ef 5,8), «Pronti sempre a rispondere con dolcezza e rispetto - a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (cf 1Pt 3,15).

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Lettura spirituale

L’amore che trasforma

Meditiamo la Parola

Una nuova dignità Meditazione di don Luciano Vitton Mea

L’ amore è dispensatore di profezia, l'amore è operatore di miracoli; l'amore è abisso di illuminazione, l'amore è fonte di fuoco; quanto zampilla tanto infiamma colui che ha sete; l'amore è condizione degli angeli, l'amore è un progresso che continua per l'eternità. “Di' a noi, o bella fra le virtù, dove pascoli le tue pecore, dove ti riposi a mezzogiorno” (Ct 1,7). Illuminaci, dissetaci, guidaci, prendici per mano, poiché noi vogliamo salire da te: tu infatti domini su tutto. Ora hai ferito la mia anima e non riesco a contenere la tua fiamma, perciò continuo a cantare la tua lode: “Tu domini la violenza del mare, calmi l'agitazione dei suoi flutti e la fai morire. Tu umili il superbo come un ferito; con il braccio della tua potenza hai disperso i tuoi nemici “(Sal 88,10-11), e liberi i tuoi amanti dalla guerra. Giovanni Climaco

Parroco di Bovegno

Calpestato dagli uomini: questo è il destino del sale che perde il sapore. Lo stesso discorso vale per me, per te, tutte le volte che, in nome di un facile guadagno, di un piccolo tornaconto, di un pizzico di prestigio vendiamo la nostra dignità, barattiamo i valori profondi che danno sapore, senso alla nostra vita. I soldi svaniscono, la carriera viene meno e coloro a cui avevamo venduto la nostra dignità ci calpestano, ci gettano nel tetro angolo del dimenticatoio. Diventiamo nulla, polvere. Gesù non ci offre una manciata di soldi; un conto in banca, una carriera folgorante; la sottile suggestione di un subdolo potere che ci fa sprofondare nel baratro della “propria ragione” da imporre ad ogni costo. Egli ci riveste di una nuova dignità, ci dona gli abiti splendenti di una vita semplice ma che irradia una tenue luce, un delicato sapore. Siamo chiamati ad essere luce e sale, uomini che vivono nella liber-

Preghiera

Sale e luce, ma non per noi, non per noi soltanto. Possiamo, dobbiamo essere sale e luce per tutti, nella logica segreta e mirabile delle beatitudini! Una pioggia di bene, saporito e gustoso, un chiarore soffuso e diffuso: questo possiamo essere, un canale della tua grazia che attraverso di noi viene da te, Signore, da te soltanto non solo per noi, ma attraverso di noi.

tà dei figli e non nella sudditanza dei servi. Se vendiamo, come Esaù, questa dignità per un piatto di lenticchie perderemo luce, sapore e saremo calpestati dagli uomini. In questa ottica diventa ancora più affascinante e dolce l’insegnamento di Gesù: “Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei Cieli”. Non può rimanere nascosta la dignità di figli, la sorprendente novità di una nuova fratellanza.

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X Settimana del Tempo Ordinario Solo una Chiesa capace di proteggere il volto degli uomini che vanno a bussare alla sua porta è capace di parlare loro di Dio.

II Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il Santo del giorno: San Medardo

Suo padre è uno dei Franchi conquistatori della Gallia. Sua madre è di famiglia gallo­ romana: appartiene ai nobili del p opolo "conquistato". Medardo, fa parte della prima ge­ nerazione "francese", nata dalla fusione delle due stirpi. Dopo gli studi a Viro ma nd ensi u m (attuale Saint­Quentin)

Mercoledì 8 Giugno

viene ordinato sacerdo­ te, e diventa famoso per alcuni miracoli attribui­ tigli. Intorno al 545 è vescovo dell'attuale Saint­Quentin, nel terri­ torio sul quale regna Clotario I, uno dei quat­ tro figli di Clodoveo, che alla morte del padre si sono spartiti il regno. E un giorno arriva nell'e­ piscopio di Medardo Radegonda, figlia del re di Turingia, arrivata alla corte di Clotario I come

"bottino di guerra", e infine sua moglie ma continuamente tradita e offesa da Clotario. Me­ dardo l'accoglie, la con­ sacra diaconessa: Rade­ gonda fonderà poi un monastero e un ospedale a Poitiers. Quando muo­ re Medardo, nel 560, il re Clotario I ordina che il corpo venga portato a Soissons. Qui sopra la sua tomba si costruirà poi la chiesa dell'abbazia di San Medardo.

Brano Evangelico: Mc 5, 17­19

Agisci "Non date ascolto ai dubbi che il maligno spirito va insinuando nell'anima vostra" (san Pio). Ripeterò spesso una giaculatoria, per alimentare l'amore verso Dio.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Contemplo: Passerà un so-

lo iota (Mt 5,18) La legge cristiana ingloba la legge naturale e quella antica; conferma e perfeziona, dando profondità ai dieci valori vitali dell'Antico Testamento e la-

sciando cadere solo le prescrizioni puramente legali e rituali. Il discorso della montagna è la legge nuova, un insegnamento che scende nel dettaglio, dice come si entra nel Regno e chi vi entra.

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Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

Non provocare divisioni

Un lucignolo fumigante Meditazione di

Figlio mio, di colui che ti annuncia la parola di Dio ti ricorderai notte e giorno, lo onorerai come il Signore. infatti, là ove è proclamata la sua signoria, ivi è presente il Signore. Cerche­rai ogni giorno la presenza dei santi, per trovare conforto nelle loro parole. Non provocherai divisioni, anzi metterai pa­ce tra i contendenti. Giudicherai con giustizia e non farai distinzione di persona nel riprendere le mancanze... Non essere pronto a stendere la mano per ricevere e a chiuderla nel dare... Darai senza esitazione e, una volta dato, non mugugnerai. Saprai, infatti, chi è colui che corrisponde una buona ricompensa. Non respingerai chi è nel bisogno, avrai ogni cosa in comune con tuo fratello e non dirai che è tua. Se infatti siete accomunati in ciò che è immortale, quanto più non dovete esserlo per le cose che periscono? Didachè

Preghiera

Signore Gesù, accogliamo con realismo la nostra vulnerabilità e la nostra impotenza come luoghi nei quali si manifesta il fuoco del tuo amore. Il nostro limite può diventare la condizione profetica che «autentica» la nostra vita e la nostra morte, sigillo santo di un percorso che solo tu porterai a compimento. Sei tu, Signore, a dare inizio al nostro cammino di fedeltà e per questo ti preghiamo e ti ringraziamo!

don Luciano Vitton Mea parroco di Bovegno

Un lucignolo fumigante: il minimo che caratterizza spesso la nostra vita. La precarietà che tesse, giorno dopo giorno lo scorrere della nostra esistenza, i limiti e le fragilità che non permettono all’olio di giungere con abbondanza nella lampada, il peccato che si abbatte, come vento impetuoso, sulla fiamma fumigante di una fede troppo fragile e debole, ci riducono al “minimo”, a opaca immagine del compimento. Ma nel labile sottilissimo passaggio dalla tenue luce all’acre fumigare della stoppa, ecco che la lampada riprende misteriosamente ad ardere. Nella fatica del credere l’esodo dal buio del dubbio all’alba di una fede purificata dalle incrostazioni dell’abitudine; dall’aridità del deserto del “non senso”, all’oasi che ci fa andare oltre la superficie per immergerci nelle fresche acque del “significato; dal minimo di una pigrizia che a stento strappa croste cadute da un lontano banchetto, al compimento, al massimo di un pane fragrante spezzato e condiviso nell’amore verso Dio e i fratelli. Una forza misteriosa continua a far ardere la nostra lampada. La grazia di Dio che trae il massimo dal minimo del nostro niente.

Non di solo pane ­ Numero 759 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 10


X Settimana del Tempo Ordinario Il perdono è un seme, è una carezza di Dio. Abbiate fiducia nel perdono di Dio.

Giovedì 9 Giugno

Papa Francesco II Settimana del Salterio

Il Santo del giorno:

Sant’Efrem Non è né vescovo, né sacerdote, ma un sem­ plice diacono. Eppure entra nella storia come uno dei grandi santi, uno dei più illuminati dottori della chiesa. Vive nel secolo IV. Non si sa esattamente quando nasce, ma con certezza si sa che muore il 9 giugno a

Agisci Quanti uomini muoiono per mancanza di acqua! Nel mio piccolo voglio essere solidale con loro. Durante la giornata rinuncerò a soddisfare subito il bisogno di bere, pen­ sando soprattutto ai bimbi.

Edessa, dove giunge all'indomani della morte di Giu­liano l'Apostata. Sant'Efrem ha scritto tante opere. Soprattutto ha tradotto in poesia i grandi temi della fede, lasciandoci una serie di inni sacri di altissima fattura. Commenti alla Bibbia e inni costituiscono infatti la sua eredità, ma è l'amore stermina­

to verso Dio che lo ha reso santo e ha fatto di lui un cantore di Cri­ sto. È un maestro di santità per una nume­ rosa schiera di disce­ poli che da lui impara­ no la verità e la vita. Anche noi oggi pos­ siamo essere imitatori di sant'Efrem.

Brano Evangelico: Mt 5, 20­26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fra­ tello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratel­ lo ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Contemplo: A te la lode, o

Dio (Salmo responsoriale) Ti lodiamo, o Dio, per la tua legge d'amore che ci hai consegnato, perché attraverso di essa «arriviamo all'unità della fede e della conoscenza del

Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13). Solo amando te e il prossimo, infatti, viviamo già ora quella beatitudine che ci hai promesso per la vita eterna.

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Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

Fino a quando sono pellegrino

Una parola esigente Meditazione di Fiorella Elmetti

«Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia» (1 Cor 13, 12),

Piccola figlia della croce - Lumezzane

L'amore, per sua natura, è esigente e chiede

e perciò, fino a quando sono pellegrino

sempre il massimo. Non ci si può accontentare

lontano da te, sono più vicino a me stesso

del minimo previsto dalla legge, se si vuole dav-

che a te, e tuttavia so che tu sei inviolabi-

vero vivere nella novità della Buona Novella an­

le in modo assoluto. Ma io non so a quali

nunciata da Cristo. Se le parole di Gesù ti sem-

tentazioni possa resistere e a quali no. Io

brano troppo esigenti, ricordati questo: la fede

ho speranza, perché tu sei fedele e non

in che professiamo non ci dice di credere in un

permetti che siamo tentati oltre le nostre forze, ma con la tentazione tu ci darai anche la via d'uscita e la forza per sopportarla (cfr. 1 Cor 10, 13). Confesserò,

libro o in una serie di regole, quanto in una persona, Gesù, che per primo ha vissuto quanto ha insegnato. Egli per primo, ha vissuto il perdono

dunque, quello che so e quello che non so

ed il rispetto degli altri, anche quando questo ha

di me; perché anche quanto so di me, lo

significato pagare con la vita la coerenza a que-

conosco per tua illuminazione; e quanto

sto messaggio. Per questo, la nostra giustizia de-

non so di me, lo ignorerò fino a quando

ve superare quella degli scribi e dei farisei: se

la mia tenebra non diventerà come il me-

non comprendi il senso profondo delle parole di

riggio alla luce del tuo volto (cfr. Is 58, 10).

Gesù, sarai sempre un esecutore pedissequo di ordini, e mai una persona libera e felice nella

San Agostino

legge del Vangelo.

Preghiera

Amati prima, cercati, raggiunti, trovati e abbracciati prima da te, Signore, lasciamo che il cuore ce lo ricordi continuamente, tendiamo le mani e ridoniamo quanto abbiamo ricevuto! Esageriamo per amore, poiché per amore e con divina sollecitudine tutto abbiamo ricevuto dalla tua infinita misericordia. Come dimenticare, Signore Gesù?

Non di solo pane ­ Numero 759 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12


X Settimana del Tempo Ordinario La preghiera è una vera e propria missione, che porta il fuoco dell’amore all’intera umanità.

II Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il Santo del giorno: Beato Enrico da Bolzano

Nasce a Bolzano ver­ so il 1250 e si trasferi­ sce a Treviso con la moglie e il figlio. È un povero operaio, ma nelle sue due città fu ammirato come assi­ duo frequentatore di chiese (a Treviso ogni

Venerdì 10 Giugno

giorno visitava tutte le chiese) e ascoltatore di messe. Molto am­ mirata è la sua vita di penitente: dorme su un duro giaciglio, por­ ta un ruvido saio, pra­ tica lunghe veglie in preghiera. Quando si spense, il popolo disse che era morto un san­ to. I funerali richia­ marono tantissima

gente e furono accom­ pagnati da prodigi (un suo biografo ne enu­ mera ben 346). Per lungo tempo ci furono pellegrinaggi dalle città vicine all'arca del poverello, collocata nel duomo di Treviso.

Brano Evangelico: Mt 5, 27­32

Agisci: Voglio rallegrarmi con Gesù per tutte le anime che, oggi, torneranno alla casa del Padre. Per questa intenzione, farò celebrare una santa Messa di ringraziamento.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per deside­ rarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio de­ stro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geèn­ na. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudia­ ta, commette adulterio».

Contemplo: Tenete salda la

parola di vita (Canto al Vangelo) «Risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita» (Fil 2,15-16). La parola di vita è il Signore Gesù che abita nei nostri cuori con il suo Spirito di verità. Con que-

sta parola di vita possiamo risplendere nell'amore e nella fedeltà, le nostre relazioni umane e familiari saranno vissute secondo i disegni di Dio. Solo così potremo camminare nella via retta dei comandamenti del Signore.

Non di solo pane ­ Numero 759 ­ pagina 13


Lettura Spirituale

Ora sono sulla strada

Meditiamo la Parola

La trascendenza degli atti umani Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea

Signore sono sulla polverosa strada di un’esistenza toccata dall’esperienza della disillusione: ho speso tanti soldi cercando conforto e salvezza nelle cose di questo mondo, affidandomi al potere degli uomini che ti fanno sperperare il patrimonio della figliolanza divina. Ora sono sulla strada, piegato dal peso del mio peccato, all’ombra di un male ben più tremendo dell’emorragia della donna del Vangelo, un male che pietrifica il cuore, che non ti permette di amare; sono all’ombra del mio egoismo. Ti sto aspettando; so che passerai anche sul mio polveroso sentiero. Non so quando, ma sono certo che tu passerai. Non pretendo che tu ti fermi da me: mi basta toccare il lembo del tuo mantello, della tua misericordia. E allora nel mio cuore risuonerà la parola che tanto attendo, quella che mi salva: «Figlio, la tua fede ti ha salvato. Và in pace e sii guarito dal tuo male». don Luciano Vitton Mea

Preghiera

Signore Gesù, siamo tra le novantanove pecore che non osano la fuga e siamo, al contempo, l'unica perduta, da sempre smarriti e in fuga da te. Cercati, trovati, incontrati, portati da te sulle spalle, ci riconosciamo peccatori e bisognosi di te. Non ci resta che accostare al tuo il nostro cuore, per trovare una pace salda e incrollabile. Grazie, Signore Gesù!

Parroco di Bovegno

Le immagini che Gesù usa in questa occasione, rivolgendosi ai discepoli e agli altri presenti, come "cavarsi l'occhio" o "tagliarsi la mano destra e gettarla via", erano certo più consuete per la mentalità dei suoi ascoltatori, abituati a capire attraverso immagini, più che agli uomini di oggi. La forza dell'immagine usata da Gesù mostra, da una parte, la grandezza del bene che viene messo in gioco e, dall'altra, la serietà del precetto morale che deve informare e dirigere il cuore di ogni credente. Non basta, pertanto, osservare esteriormente i comandamenti del Signore, dato che l'osservanza formale dipende, di fatto, dall'adesione interiore alla volontà di Dio, cioè dallo spirito con cui si vive. Perché è proprio dal cuore umano che scaturiscono i desideri, le intenzioni, i pensieri che poi si trasformano in atti buoni o cattivi. Questo vale tanto per la vita coniugale quanto per il rispetto che ogni prossimo merita. La posta in gioco non è poca cosa, quando per scelta o negligenza omettiamo di osservare l'insegnamento del Maestro, perché Egli parla chiaramente di salvezza o di condanna dell'anima. Gesù pone così in evidenza la trascendenza di alcuni atti umani. Nessuno, infatti, può esser certo di avere il tempo di rimediare, se nel momento finale manca la conversione sincera del cuore e non si è chiesto perdono a Dio per le proprie mancanze.

Non di solo pane ­ Numero 759 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14


X Settimana del Tempo Ordinario L’amore è il servizio concreto che rendiamo gli uni agli altri. L’amore non sono parole, sono opere e servizio; un servizio umile, fatto nel silenzio e nel nascondimento. Papa Francesco

Sabato 11 Giugno II Settimana del Salterio

Il santo del giorno:

vangelo ai pagani; vanni Marco. difatti si dirige verso Resta, comunque, di l'isola di Cipro, a lui san Barnaba, il ricor­ San Barnaba è un giu­ cara, e di lì prosegue, do di un uomo gene­ Meditiamo Parolaroso che, pur nella a Paolo, la il suo deo della tribù di Levi insieme differenza con Paolo, viaggio verso l'Asia che nasce nell'isola di Una barca, il suo posto Cipro, riceve educa­ Minore. Troviamo è appassionato del Meditazione di don Luciano Vitton Mea zione greca e viene a ancora Barnaba a Ge­ vangelo. Non si cono­ Gerusalemme, ove fa rusalemme insieme a sce il luogo del marti­ parte della prima co­ Paolo nella verifica rio. Forse viene lapi­ munità cristiana, radu­ del cammino del van­ dato ­ come il proto­ nata attorno a Pietro e gelo. Poi i due si divi­ martire Stefano ­, a poi a Paolo. Insieme a dono: Paolo se ne va Salamina, e il corpo san Paolo, Barnaba insieme a Sila; Barna­ bruciato dai giudei. riceve dallo Spirito il ba prende strade di­ compito di portare il verse insieme a Gio­

San Barnaba

Agisci Vigilerò sul mio cuore perché non ceda all'ira, ma si apra all'altro con mitezza e, se necessario, con disponibilità alla riconciliazione.

Brano Evangelico: Mt 10, 7­13

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né dena­ ro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualun­ que città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

Contemplo : Si è ricordato

del suo amore (Sal 97,3) Gli apostoli, inviati da Gesù a predicare il regno e a guarire i malati, hanno fedelmente messo in pratica il mandato del Si­ gnore. Hanno percorso la stessa via faticosa di Gesù e ci hanno

consegnato il vangelo, affinché noi potessimo testimoniare, ciascuno secondo le proprie possibilità, che il Signore «si è ri­ cordato del suo amore» (Sal 97,3) donandoci in Gesù Cristo la grazia della salvezza.

Non di solo pane ­ Numero 759 ­ pagina 15


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 759 Domenica 5 Giugno 2016 Chiuso il 31/05/2016 Numero copie 1350

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

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Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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