Non di Solo Pane n°761 - 19 Giugno 2016

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Non di solo

PANE

Domenica 19 Giugno 2016

XII Settimana del Tempo Ordinario

Anno XV - n°

“Se qualcuno vuole venire Il Calice dietro a me, rinneghidiseGesù stesso…” di don Luciano Vitton Mea

Settimanale di preghiera

761


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Giugno 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Giugno Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre

Cuore divino di Gesù,

Perché gli anziani, gli emarginati e le persone sole trovino, anche nelle grandi città, opportunità di incontro e di solidarietà.

io ti offro per mezzo

Intenzione missionaria

del Cuore Immacolato di Maria,

Perché i seminaristi, i novizi e le novizie incontrino formatori che vivano la gioia del Vangelo e li preparino con saggezza alla loro missione.

Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni,

Intenzione dei vescovi

di questo giorno,

Perché ci impegniamo a riportare la fraternità al centro della nostra società, troppo condizionata dalla cultura dello scarto.

in riparazione dei peccati,

Intenzione del Vescovo di Brescia

per la salvezza di tutti gli uomini,

Mons. Luciano Monari

nella grazia dello Spirito Santo,

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia

le gioie e le sofferenze

a gloria del divin Padre.

nella costruzione della civiltà dell'amore. Non di solo pane - Numero 761 - Tempo Ordinario - pagina 2


XII Domenica del Tempo Ordinario La famiglia che vive la gioia, la gioia della vita, la gioia della fede, la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società. Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Romualdo Abate Nobile, divenne eremita e dopo l'esperienza in Spagna, nei pressi di monastero sotto l'influenza di Cluny, iniziò una serie di peregrinazioni lungo l' Appennino con lo scopo di riformare monasteri ed eremi sul modello degli

antichi cenobi dell'Oriente. La sua fama e il suo carisma lo misero più volte in contatto con i potenti, principi e prelati. Convertì Ottone III che lo nominò abate di S. Apollinare in Classe, carica che Romualdo rifiutò clamorosamente dopo un anno rifugiandosi a Montecassino dove portò il

Domenica 19 Giugno IV Settimana del Salterio

suo rigore ascetico. Riprese le sue peregrinazioni fondando numerosi eremi, l'ultimo dei quali fu Camaldoli. Questo nome deriva dal campo che un tale Maldolo aveva donato a Romualdo, in cerca di solitudine.

Brano Evangelico: Lc 9, 18-24

Agisci Signore Gesù, apri i miei occhi, perché possa riconoscere nella via stretta che tu mi indichi, la porta di accesso alla vita piena. Invocherò il dono dello Spirito perché io abbia la forza di percorrerla tutta, giorno per giorno.

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».

Contemplo: Voi chi dite che

io sia? (Lc 9,20) In unione con Pietro, la Chiesa professa la fede in Cristo Gesù. La Chiesa sorge e vive per dare una risposta alla domanda im­ pegnativa di Gesù: «Ma voi chi dite che io sia?». Gesù il Cristo,

Figlio di Dio, è riconosciuto da chi mangia il Pane con lui e si lascia interrogare da lui. Noi cristiani, figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, siamo diventati eredi secondo la promessa e siamo impegnati a confermarlo con la nostra vita.

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Lettura spirituale

In ascolto

Meditiamo la Parola

Ogni giorno

L’ascolto è finestra aperta sul Cielo e sulle speranze sepolte nell'uomo. Chiedo la presenza dello Spirito Santo perché aiuti me a smembrare, a snocciolare, a spezzare, a guardare dentro alla Parola con la luce dello Spirito. Metterci in ascolto della parola di Dio, è come porsi davanti ad un tavolo... molti cibi, alimenti con varietà diverse e ognuno prende ciò che piace di più, ciò che nutre di più... la parola di Dio ha questa caratteristica, che è infinita di fronte al nostro finito. Per cui ha questa capacità di andare a toccare, a nutrire, a scambiare, a spezzare, a rimuovere, a confrontare alcuni aspetti della nostra vita. Non è sufficiente non peccare, bisogna costruire il regno; un regno che è Dio che viene dentro di noi, che ci vuole plasmare. Dio Padre e Madre desidera che noi viviamo questa atmosfera, desidera che noi ci impadroniamo di una mentalità nuova, il senso del nuovo, perché il Vangelo vuol dire "buona nuova" ed è effettivamente per chi lo sa cogliere, qualcosa di nuovo, di continuamente nuovo perché la parola di Dio non è quella stampata, ma è quella che permette all’uomo di ritornare giovane e perciò aperto e disponibile a compiere la sua santa volontà.

Meditazione di Fiorella Elmetti Piccola figlia della croce - Lumezzane

Forse, già lo sapete, ma fa bene ricordare che quando Gesù ha cominciato a dire che Egli “doveva soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, essere messo a morte e risorgere” tra i suoi discepoli c’è chi si è scandalizzato, a partire dal buon Pietro, scelto da Gesù come capo degli apostoli. Infatti, secondo la logica umana fa scandalo che il Messia debba soffrire o, meglio, che voglia soffrire per amore nostro. Quell’espressione “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto” contiene un comando (deve soffrire) che non viene dall’esterno ma parte dall’interno del cuore di Gesù, indicandoci che Egli “sceglie” di amarci attraverso la sofferenza. Ma non

Francesco Zambotti

credo che Egli intendesse dare priorità alla sofferenza fisica (quella può essere una variabile), quanto alla fatica tipica di chi

Preghiera

vuole amare e dare senso alla propria vita. In questa

Per tutti gli incontri imprevisti, per ogni parola scambiata, per i pesi portati insieme al fratello e per l'amico che ci ha sorretto nel cammino, per il mondo che ciascuno porta nel cuore e per questa vita che è tua - unica e tanto amata - preziosa non perché protetta, ma perché donata, ti chiediamo il lume santo dello stupore profondo e della rinnovata riconoscenza.

prospettiva,

tutti

possiamo

“respirare” e tornare a comprendere quanto sia importante che ogni giorno, (nel segno dell’oggi) facciamo nostra la scelta di Gesù. Ne guadagna la qualità della nostra vita, perché “lasciarsi vivere, significa vedersi morire” (V. Ghika).

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XII Settimana del Tempo Ordinario Se tu vuoi trovare Dio, cercalo nell’umiltà, cercalo nella povertà, cercalo dove Lui è nascosto: nei bisognosi, nei più bisognosi, nei malati, gli affamati, nei carcerati. Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Giovanni da Matera Nacque nel 1070 a Matera da una famiglia di nobili. Da giovane si trasferì a Taranto dove chiese ospitalità e lavoro ai monaci basiliani dell'Isola di San Pietro. Ispirato da una visione si recò in Calabria e poi in Sicilia continuando a condurre un'esistenza nel segno della penitenza e della rinuncia. Ri-

Lunedì 20 Giugno IV Settimana del Salterio

tornato in Puglia, a Ginosa, si fece conoscere come predicatore nella zona e attirando l'ammirazione di molti. Imprigionato a causa di false calunnie fu liberato miracolosamente. Allontanatosi dalla terra natia, vi fece ritorno in seguito a una visione. Dopo un incontro e un periodo di permanenza con l'eremita san Guglielmo da Vercelli decise di andare in Palestina. Tuttavia passando per Bari com-

prese che la sua missione doveva svolgersi in quella città. Dopo un periodo di predicazione si fermò vicino a Pulsano, dove fondò una comunità che in sei mesi vide l'adesione di 50 monaci. La Congregazione monastica fu detta degli «Scalzi». Morì nel monastero di Foggia nel 1139.

Brano Evangelico: Mt 7, 1-5

Agisci Signore, libera il mio cuore dalle spine e dai rovi che impediscono alla tua Parola di portare in me il suo frutto, e il mio cuore non venga turbato dalle voci dei falsi profeti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Contemplo: Non giudicate (Mt 7,1) Nel linguaggio biblico «giudicare» equivale spesso alla condanna o all'assoluzione ultima e definitiva. Nel Vangelo di Luca si spiega: «Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condanna-

ti, perdonate e vi sarà perdonato, date e vi sarà dato» (Lc 6,37-38). E san Paolo dice: «Mentre giudichi gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi fai le medesime cose» (Rm 2,1) e anche: «Perché giudichi? Perché disprezzi? Tutti ci presenteremo al tribunale di Dio» (Rm 4,10).

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Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

L’amore che Dio ci dona

Un cenno di assoluzione Meditazione di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

L’ Eucaristia è il focolare sempre acceso della conoscenza di Dio perché nel Sacrificio Gesù, rendendo grazie al Padre, offre e immola se stes­ so interamente per la gloria del Padre e per salvarci dai nostri peccati. Se non lo «conosciamo» nel suo sacrificio, come è possibile che questo abbia per noi tutto il suo valore? La gratitudine e l'ipocrisia non possono coesistere: sono assolutamente incompatibili. Ma la gratitudine è più che un esercizio mentale o un giuoco di parole. Essere grati vuoi dire riconoscere l'amore di Dio in tutto quello che egli ci ha dato, ed egli ci ha dato tutto. Ogni nostro respiro è un dono dell'amore suo, ogni attimo della nostra esistenza è una grazia, perché porta con sé grazie immense che ci vengono da lui. Thomas Merton

Il giudizio: non quello degli uomini, ma quello di Dio. La nostra breve vita che scorre davanti,

nel

bagliore

di

un

istante,

all’infinto, una briciola di tempo davanti all’eternità. Di fronte al trono dell’altissimo svaniscono le nostre certezza, crollano le presunzioni, scivolano via i velluti dell’ ipocrisia. E la nostra vita si svela alla luce di quell’unica e radiosa verità. I polsi tremano, la nausea del nostro vuoto ci riempie la gola. Poi l’eco di una parola lontana: “Non giudicate, per non essere giudicati”. E’ Gesù stesso che ci ricorda il criterio del Giudizio, il peso e la misura che verranno adottati. Non giudicare: più di un atto di clemenza nei confronti dei fratelli, un gesto di bontà, un abbozzo di benevolenza. Il volgere lo sguardo verso noi stessi, il porre attenzione alla nostra trave e il coprire le altrui miserie sotto la coltre della misericordia diventa un atto di legittima difesa, il garantirci un cenno di assoluzione da parte di Dio nei confronti della nostra vita nell’ultimo giorno, il giorno

Preghiera

del Giudizio.

Ci perdiamo spesso in piccolezze e misuriamo il filo di paglia che offusca la vista del fratello. Signore, sfuggiamo così al lavoro evidente e impegnativo che ciascuno di noi deve svolgere: la trave del giudizio, della scarsa libertà interiore, ci impedisce di vedere e di ascoltare. Consapevoli del nostro grande limite, ti rendiamo grazie per ogni fratello che ci corregge nel tuo nome e ti chiediamo un metro buono e solidale, per misurare quanto ci sono vicini i fratelli!

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Don Luciano


XII Settimana del Tempo Ordinario Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia. Papa Francesco

Il Santo del giorno: San Luigi Gonzaga Figlio del marchese Ferrante Gonzaga, nato il 19 marzo del 1568, fin dall'infanzia il padre lo educò alle armi, tanto che a 5 anni già indossava una mini corazza ed un elmo e rischiò di rimanere schiacciato sparando un colpo con un cannone. Ma a 10 anni Luigi aveva deciso che la sua strada

era un'altra: quella che attraverso l'umiltà, il voto di castità e una vita dedicata al prossimo l'avrebbe condotto a Dio. A 12 anni ricevette la prima comunione da san Carlo Borromeo, venuto in visita a Brescia. Decise poi di entrare nella compagnia di Gesù e per riuscirci dovette sostenere due anni di lotte contro il padre. Libero ormai di seguire Cristo, rinunciò al

Martedì 21 Giugno IV Settimana del Salterio

titolo e all'eredità ed entrò nel Collegio romano dei gesuiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati, distinguendosi soprattutto durante l'epidemia di peste che colpì Roma nel 1590. In quell'occasione, trasportando sulle spalle un moribondo, rimase contagiato e morì. Era il 1591, aveva solo 23 anni.

Brano Evangelico: Mt 7,6. 12-14

Agisci Farò una visita a Gesù Sacramentato ringraziandolo per il dono e beneficio del Battesimo, rinnovando le promesse battesimali.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Contemplo: Angusta è la via (cf Mt 7,14)

Queste parole mettono paura agli inesperti. Eppure anche i più pigri sanno che bisogna bussare alla porta giusta e non sbagliare la via. La porta non è stretta, ma è unica; la

via non è angusta, ma è una sola. Gesù ha detto «Io sono la porta», «Io sono la via», perché è Lui l'unica porta e l'unica via che conduce alla vita.

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Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

Il silenzio avvicina l’uomo a Dio

Cingerci i panni del fratello Meditazione di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Nello svolgimento del loro compito presso gli uomini gli angeli non sono distratti dalla contemplazione di Dio. AI contrario il loro sguardo è sempre rivolto al Padre. Questo loro atteggiamento costituisce per gli stessi uomini una forza di attrazione verso le realtà celesti, uno stimolo alla preghiera e all'adorazione. L'angelo “custode” è quindi in modo speciale considerato I' “angelo della preghiera” , colui che guida l'anima al dialogo con Dio, che prega con essa, che ne presenta le suppliche al cospetto di Dio. Egli costituisce per il cristiano, oltre che una protezione e una guida, anche un modello da imitare. La santità degli uomini, infatti, tende a conformarsi a quella angelica per il fatto che gli angeli sono, a loro volta, un riflesso purissimo della bellezza e santità di Dio. Serafino di Sarov il grande mistico di quella che fu la santa Russia - diceva: “Il silenzio avvicina l'uomo a Dio e lo rende sulla terra simile agli angeli. Sii vigilante e perseverante nel silenzio; ricerca con tutte le tue forze l'unione con il Signore; allora il Signore farà di te, che sei un uomo, un angelo sulla terra” Anna Maria Cànopi

La Legge e i profeti: il tutto, la pienezza. Più che un elenco di doveri, una raccolta di divieti o prescrizioni, il tutto si riduce a poche parole, a uno stile di vita, a un porsi di fronte allo scorre quotidiano della vita: fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi. Strada stretta, via che ci conduce oltre la superficie per cogliere il senso, il dramma, le situazioni dell’esistenza altrui. Anticamera angusta dove vengono deposte le proprie vesti per cingerci i panni del fratello, gli stracci di chi ci sta accanto. Gesto rivelatore perché subito ci accorgiamo che quei panni logori, quei brandelli di cui ci siamo ricoperti hanno la nostra stessa misura, la taglia e il marchio dell’umana fragilità. In quest’ottica, dopo lo stupore di questa scoperta, ci viene quasi facile porre mano all’ago e ricucire i cenci altrui, lavare quella tunica che non ci appartiene ma che ci è tanto famigliare. La Legge e i profeti: il tutto, la pienezza. Siamo alle solite:

Preghiera

Signore, come non ammetterlo? I pensieri a volte ci schiacciano e minano nel profondo la nostra fiducia in te, la insidiano e la corrodono. Ci sia d'aiuto la preghiera, nuda, autentica, porta stretta ma certa grazie alla quale procediamo senza cercare appigli e certezze facili, se non il confidare in te, che a tutti doni fiducia, ascolto, misericordia. Sia lode a te, Signore Gesù!

qualcosa che dobbiamo a noi stessi più che un azione per sentirci più buoni.

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(Don Luciano)


XII Settimana del Tempo Ordinario Il Signore con la sua tenerezza ci apre il suo cuore, ci apre il suo amore. Il Signore è allergico alle rigidità.

IV Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il Santo del giorno: San Tommaso Moro Tommaso Moro è il nome italiano con cui è ricordato Thomas More (7 febbraio 1478 - 6 luglio 1535), avvocato, scrittore e uomo politico inglese. More ha coniato il termine «utopia», indicando un'immaginaria isola dotata di una società ideale, di cui descrisse

Mercoledì 22 Giugno

il sistema politico nella sua opera più famosa, «L'Utopia», del 1516. È ricordato soprattutto per il suo rifiuto alla rivendicazione di Enrico VIII di farsi capo supremo della Chiesa d'Inghilterra, una decisione che mise fine alla sua carriera politica conducendolo alla pena capitale con l'accusa di tradimento. Nel 1935, è proclamato santo da

Papa Pio XI; dal 1980 è commemorato anche nel calendario dei santi della chiesa anglicana (il 6 luglio), assieme all'amico John Fisher, vescovo di Rochester, decapitato quindici giorni prima di Moro. Nel 2000 San Tommaso Moro venne dichiarato patrono degli statisti e dei politici da Papa Giovanni Paolo II.

Brano Evangelico: Mc 7, 15-20

Agisci Ringrazierò il Signore che nella sua misericordia mi concede ancora la grazia di poterlo amare e servire in questo nuovo giorno; di poter accrescere i meriti per il Paradiso ed essere disposto a ricevere ogni cosa che mi possa accadere dalla sua mano. (cfr. beata Giuseppina I Bonino)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Contemplo: Guardatevi dai

falsi profeti (Mt 7,15) Come è impegnativo individuare la porta stretta e la via angusta che conduce alla vita, altrettanto lo è riconoscere i falsi profeti dai quali stare alla larga: la ric-

chezza senza lavoro, il piacere senza coscienza, la scienza senza umanità, la politica senza princìpi, la religione senza responsabilità. Ci sono più falsi profeti nel nostro cuore che alla televisione o sui giornali. L'unico buon «profeta» è Gesù, la Parola di Dio che ci salva.

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Lettura spirituale

Gesù ha un disegno per me

Meditiamo la Parola

Non sono lontani da me Meditazione di don Luciano Vitton Mea parroco di Bovegno

I nostri gesti sono cristiani - qualunque essi siano - quando sono accoglienza del Signore in modo personale, originale. Quando sono un «sì » al disegno di Gesù su di me, un accoglierlo con tutto il cuore, e non soltanto esteriormente. E questa accoglienza che dà valore a ogni gesto dell'uomo, per piccolo e insignificante che sia. Accoglienza personale, fatta da noi con ciò che siamo, e originale, per una certa sua imprevedibilità. È qui che cogliamo la spiritualità del gesto: è imprevedibile così come lo Spirito che soffia dove vuole e non sai da dove venga e dove vada. II cristiano che risponde alle richieste di Gesù nella sua esistenza storica, personalmente e originalmente, dimostra di compiere un cammino spirituale, di essere mosso dallo Spirito. Carlo Maria Martini

Falsi profeti: chi e dove sono, come riconoscerli? Chi sono questi lupi rapaci di qui ci parla Gesù nel brano evangelico di S. Matteo. Io non ho bisogno di fare tanta strade per trovarli: basta volgere lo sguardo al mio povero cuore e li ritrovo nascosti nelle pieghe dei miei sentimenti, nelle cicatrici dei miei peccati. Ce una parte dentro di me, apparentemente impeccabile, un presunto profeta, un predicatore, nel sui modi accomodanti e benevoli, quello che può essere definito un bravo cristiano. Poi guardandola bene rivela i sui lati oscuri, le ombre che le fanno assumere il volto del lupo: spietata nei giudizi, vendicativa, bramosa di soddisfare le proprie voglie. Parla di poveri ma poi non vuole sporcarsi le mani con loro, lancia invettive contro le ingiustizie ma poi si compromette con tutto e con tutti, predica contro i potenti ma poi esercita il suo servizio, la sua elemosina con ostentata autorità, come

Preghiera

gesto sottile di forza e di facoltà. Smascherare

Stiamo dando buoni frutti? Signore, che cosa scorgi accanto al nostro albero? Noi non sappiamo trovare una risposta convincente, che ci rassicuri, ma tu, Signore, che conosci la nostra storia, che vedi nel segreto, cerca e trova in noi un frutto buono, uno, almeno, che sia succo e polpa dolcissima per ristorarci e proseguire il nostro imperfetto cammino! Per questo ti preghiamo e ti ringraziamo!

questa parte di noi stessi, questo falso profeta che abita in noi, diventa il primo passo per combatterla e metterla alla periferia della nostra vita spirituale.

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don Luciano


XII Settimana del Tempo Ordinario L’amore di Dio previene, anticipa e salva. L’inizio della storia di peccato nel giardino dell’Eden si risolve nel progetto di un amore che salva. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Beato Pietro Giacomo da Pesaro Dobbiamo alla sua attività di calligrafo le prime due date certe della sua vita. L'8 agosto del 1472 lo troviamo infatti a Farneto di Montelabbàte (Pesaro) e il 3 novembre maestro degli studenti a Perugia, dove, l'anno seguente otterrà il grado di

Giovedì 23 Giugno IV Settimana del Salterio

Lettore. Nel 1479 fu promosso maestro in Sacra Teologia. Insegnò negli Studi generali di Firenze e di Bologna. Dalle notizie che conosciamo per certe e da altre che si desumono indirettamente, il Beato emerge per alcune caratteristiche inconfondibili: la santità di vita, l'amore per lo studio, l'impegno nell'evangelizzazione e nella formazio-

ne spirituale e culturale dei giovani agostiniani, la preghiera e la penitenza. Predicò con grande zelo la parola di Dio in molte città d’Italia e amò intensamente la vita contemplativa. Morì nel 1496 a Valmanente (PU), dove le sue reliquie si venerano nella chiesa agostiniana.Pio IX ne approvò il culto nel 1848.

Brano Evangelico: Mt 7, 21-29

Agisci Farò mia la preghiera del centurione e int erced erò p er qualcuno malato nel corpo e nello spirito.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Contemplo: Salvaci, Signore (Salmo responsoriale) La Chiesa oggi ci invita a invocare il Signore perché venga in nostro soccorso. Abbiamo bisogno del suo aiuto, perché senza di lui rischiamo di costruire la nostra casa non sulla salda roccia del suo amore, ma sulla

sabbia delle nostre fragilità. Gesù vuole che ascoltiamo le sue parole e che le mettiamo in pratica, perché la casa della nostra vita sia fondata su di lui. Se sentiamo venire meno il coraggio, invochiamolo con fiducia: «Salvaci, Signore», ed egli non mancherà di venire in nostro aiuto.

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Lettura spirituale

Poveri davanti a Dio

Meditiamo la Parola Come entrare nel regno dei cieli Meditazione a cura di don Carlo Moro

Dobbiamo amare la nostra povertà come la ama Gesù. Essa ha tanto valore agli occhi suoi, che è morto sulla Croce per presentare la nostra povertà al Padre suo e arricchirci dei tesori della sua misericordia infinita. Dobbiamo amare la povertà degli altri come la ama Gesù. Dobbiamo vederli con gli occhi della sua compassione. Ma non possiamo avere una vera compas­sione degli altri se non siamo disposti a essere oggetto di pietà e a ricevere perdono per i nostri peccati. Non sappiamo realmente perdonare se non conosciamo che cosa sia essere perdonati. Dovremmo dunque essere contenti che i nostri fratelli ci possano perdonare. È il perdono scambievole che rende manifesto nella nostra vita l'amore che Gesù ha per noi, perché nel perdonarci a vicenda ci comportiamo nei confronti degli altri così come Gesù fa con noi. Thomas Merton

Preghiera

Signore Gesù, sospesi tra silenzio e parola, comunque abitati da te, ascoltiamo con reverenza le voci che hanno riconosciuto e preparato la tua venuta. Ti chiediamo, come il saggio Zaccaria, di credere sempre nella luce che dall'alto ci visita e dissipa ogni morte e, come Giovanni, di essere voce, solo voce, che fedelmente e fortemente annuncia credibilmente, e con la vita, la tua discreta e amabile presenza al cuore della nostra umanità.

Parroco di Gargnano

La realtà del cielo o dell'inferno, quale destino eterno dell'uomo, è affermata da Gesù in più occasioni nel Vangelo, e questa di oggi rimane una delle più esplicite. Conviene domandarsi cosa significherebbe altrimenti l'espressione "entrare nel regno dei cieli", o quella perentoria dichiarazione di Gesù “allontanatevi da me, voi operatori di iniquità”, se non, appunto, meritare il cielo o l'inferno alla fine della nostra esistenza terrena. Una volta di più, emerge qui la trascendenza degli atti umani e non serve, dunque, sottrarsi di fronte ad un messaggio tanto chiaro. È più saggio sforzarsi di mettere in pratica gli insegnamenti del Signore negli anni - pochi o molti - che ci concederà di vivere, per costruire sulla solida roccia della sua Parola, dato che costruire significa mettere in pratica la volontà di Dio, manifestata nei comandamenti, nel Vangelo, nella carità e nel compimento dei doveri che derivano dal nostro stato di vita. Questo è l'atteggiamento dell'uomo che costruisce la sua casa sulla solida roccia, e si prepara a resistere agli assalti dei marosi del mondo e del peccato. I santi ne sono il miglior esempio.

Non di solo pane - Numero 761 - Tempo Ordinario - pagina 12


XII Settimana del Tempo Ordinario La fede si predica prima con la testimonianza e poi con la parola. Lentamente. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Natività di San Giovanni Battista Giovanni Battista è l'unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si celebra con la nascita al cielo anche la nascita secondo la carne. Fu il più grande fra i profeti perché poté additare l'Agnello di Dio che

Venerdì 24 Giugno IV Settimana del Salterio

toglie il peccato del mondo. La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita di Gesù. Giovanni è il Precursore del Cristo con la parole con la vita. Il battesimo di penitenza che accom-

pagna l'annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito. La data della festa, tre mesi dopo l'annunciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Luca.

Brano Evangelico: Lc 1, 57-66.80

Agisci: San Giovanni Battista chiedi per me e con me il dono della conversione quotidiana a Cristo e al suo Vangelo.

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Contemplo: Che sarà mai

questo bambino? (Lc 1,66) «E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade» (Lc 1,76). Ogni giorno la Chiesa ripete queste parole nel Benedictus, l'Inno di Zaccaria, e predi-

ca Gesù, «il sole che sorge, venuto a visitarci dall'Alto, per dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,78-79). Giovanni Battista, l'ultimo dei grandi profeti che hanno preceduto Gesù, dà ad ogni cristiano l'impegno di indicare a tutti chi è «l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29).

Non di solo pane - Numero 761 - pagina 13


Lettura Spirituale

La cura del povero

Meditiamo la Parola Il nome del figlio “dono di Dio” Meditazione di Fiorella Elmetti

Se venisse vicino a noi un povero, che a stento è in grado di spiccicar parola per la fame, ecco che noi cerchiamo di evitare chi è partecipe della nostra natura, ne proviamo disgusto, ce ne allontaniamo in fretta, come temessimo che ci si attaccasse anche la sua stessa disgrazia se indugiamo a camminargli a fianco. E se stesse con il capo chino a terra, vergognandosi della sua sventura, noi diremmo che recita una parte; se invece ci guardasse arditamente per via del pesante stimolo della fame, noi lo chiameremmo uno sfrontato e un violento. E se per caso fosse rivestito di abiti decorosi perché qualcuno glieli ha dati, lo cacceremmo via come un incontentabile, e giureremmo che simula povertà; se invece fosse ricoperto di stracci tarmati, ecco che ancora una volta lo cacceremmo via come uno che puzza; e nemmeno se mescolasse alle sue suppliche il nome del Creatore e facesse voti continuamente che non cadessimo anche noi in tali condizioni di sofferenza potrebbe modificare la scelta della mancata compassione nei suoi confronti. Basilio di Cesarea

Preghiera

Scendiamo dalle alture che ci evitano di coinvolgerci e di sporcarci le mani, scendiamo e inventiamo un modo, perché le beatitudini diventino carne e vita, a tua immagine, Gesù. Scendiamo con passi malsicuri, certi però che in mezzo alla gente ci sei sempre tu, Signore, c'è la tua volontà di salvezza per tutti, di pienezza, di vero incontro tra fratelli. Seguiamo i tuoi passi e ti ringraziamo, Signore!

Piccola figlia della croce - Lumezzane

La nascita di un bambino è quasi sempre motivo di stupore, di meraviglia, di speranza in un futuro più bello e più giusto proprio a causa (non solo, ma anche...) di quella nuova creatura. Quando ad Elisabetta e Zaccaria nasce il figlio desiderato, è facile immaginarlo, le rughe scompaiono dal volto e i loro volti tornano freschi, come quando agli occhi di tutti costituivano una giovane coppia di sposi. Ma nella loro vita insieme il tempo non è trascorso invano, entrambi hanno imparato a riconoscere i segni di Dio, come scrive Padre Ermes Ronchi: "Nel loro vecchio cuore i genitori sentono che il piccolo appartiene ad una storia più grande, che i figli non sono nostri: appartengono a Dio, a se stessi, alla loro vocazione, al mondo. Il genitore è solo l'arco che scocca la freccia, per farla volare lontano. Il passaggio tra i due testamenti è un tempo di silenzio: la parola, tolta al tempio e al sacerdozio, si sta intessendo nel ventre di due madri. Dio traccia la sua storia sul calendario della vita, e non nel confine stretto delle istituzioni... Zaccaria incide il nome del figlio: «Dono-di­Dio», e subito riprende a fiorire la parola e be­nediceva Dio. Benedire subito, dire bene come il Creatore all'origine (crescete e moltiplicatevi): la benedizione è una energia di vita, una forza di crescita e di nascita che scende dall'alto, ci raggiunge, ci avvolge, e ci fa vivere la vita come un debito d'amore che si estingue solo ritornando vita. Che sarà mai questo bambino? Grande domanda da ripetere, con venerazione, davanti al mistero di ogni culla. Cosa sarà, oltre che essere dono che viene dall'alto? Cosa porterà nel mondo? Un dono unico e irriducibile: lo spazio della sua gioia; e la profezia di una parola unica che Dio ha pronunciato e che non ripeterà mai più (Vannucci)".

Non di solo pane - Numero 761 - Tempo Ordinario - pagina 14


XII Settimana del Tempo Ordinario Davanti ad una esperienza negativa c’è Sempre la possibilità di aprire un orizzonte, di aprirlo con la forza di Gesù. Papa Francesco

Sabato 25 Giugno IV Settimana del Salterio

traspare d a l l e non confidare in su«Omelie» e dai perstizioni come l'in«Sermoni» che ci vocazione della luna: sono pervenuti, pro- «Veramente presso Massimo guidò la poseMeditiamo ai sui fedeli un di voi la luna è in la Parola diocesi di Torino, di esempio di fermezza. travaglio - scriveva Unailbarca, il ingiusto suo posto cui è considerato «È figlio ed con ironia -, quando fondatore, nel travaempio - così li sproMeditazione di don Luciano Vitton Meauna copiosa cena vi gliato periodo delle nava a non lasciare la distende il ventre e il invasioni barbariche. città - colui che ab- capo vi ciondola per Nato verso la metà bandona la madre in troppe libagioni». La del IV secolo, fu di- pericolo. Dolce ma- data della sua morte scepolo di sant'Am- dre è in qualche mo- non è certa: avvenne brogio e di sant'Eu- do la patria». Li e- tra il 408 e il 423. sebio di Vercelli. sortava a anche a Nonostante il suo mantenersi irreprencarattere mite, che sibili nei costumi e a

Il santo del giorno:

San Massimo Torino Vescovo

di

Brano Evangelico: Mt 8, 5-17

Agisci Nella giornata reciterò la seguente giaculatoria per la conversione dei peccatori: "Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento con il tuo sangue prezioso".

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:“Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.

Contemplo : Signore, non

sono degno (Mt 8,8) Non sono degno, Signore, che tu entri nella mia povera casa. Risveglia in me la fede nella tua Parola per accogliere il tesoro delle tue promesse. La tua Parola è vita per

quanti l'accolgono con fiducia. La tua misericordia si stende di generazione in generazione, perché tu hai guardato l'umiltà della tua serva, Maria: diventando uomo l'hai scelta come tua Madre e nostra Madre, e hai fatto grandi cose con la tua onnipotenza. Amen.

Non di solo pane - Numero 761 - pagina 15


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 761 Domenica 19 Giugno 2016 Chiuso il 10/06/2016 Numero copie 1350

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

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Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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www.nondisolopane.it


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