Non di Solo Pane n°762 - 26 Giugno 2016

Page 1

Non di solo

PANE Anno XV - n°

Domenica 26 Giugno 2016 XIII Settimana del Tempo Ordinario

«Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Il Calice di Gesù di don Luciano Vitton Mea

Settimanale di preghiera

762


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Giugno – Luglio 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Giugno Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre

Cuore divino di Gesù,

Perché gli anziani, gli emarginati e le persone sole trovino, anche nelle grandi città, opportunità di incontro e di solidarietà.

io ti offro per mezzo

Intenzione missionaria

del Cuore Immacolato di Maria,

Perché i seminaristi, i novizi e le novizie incontrino formatori che vivano la gioia del Vangelo e li preparino con saggezza alla loro missione.

Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni,

Intenzione dei vescovi

di questo giorno,

Perché ci impegniamo a riportare la fraternità al centro della nostra società, troppo condizionata dalla cultura dello scarto.

in riparazione dei peccati,

Intenzione del Vescovo di Brescia

per la salvezza di tutti gli uomini,

Mons. Luciano Monari

nella grazia dello Spirito Santo,

Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia

le gioie e le sofferenze

a gloria del divin Padre.

nella costruzione della civiltà dell'amore. Non di solo pane ­ Numero 762 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 2


XIII Domenica del Tempo Ordinario Il Signore con la sua tenerezza ci apre il suo cuore, ci apre il suo amore. Il Signore è allergico alle rigidità.

I Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Costantino Imperatore Dei santi che portano questo nome ce ne sono almeno una quindicina. C'è un san Costantino abate, un Costantino re e diversi martiri della fede. Il più importante naturalmente, sotto l'a­ spetto storico, è Co­ stantino, l'imperatore che segna la svolta dell'Impero verso la

Domenica 26 Giugno

nuova religione e, se­ condo molti documenti antichi, è venerato co­ me santo. Certamente egli ha molta parte nel­ la storia del cristianesi­ mo. Alla madre, la fa­ mosa sant'Elena, si de­ ve il ritrovamento della vera croce su cui fu appeso il Signore. Il culto di san Costantino si sviluppa subito nella città di Costantinopoli, ove c'è un'importante

chiesa, dedicata ai santi apostoli, nella quale viene sepolto. Il ruolo di Costantino è deter­ minante per il cambia­ mento di visione del cristianesimo: a giusta ragione è denominato primo imperatore cri­ stiano. Il suo sepolcro è molto onorato nell'anti­ chità, la fama di santo lo accompagna sin dai primi decenni del IV secolo.

Brano Evangelico: Lc 9, 51­62

Agisci Quando parli di Dio, fai scendere il miele delizioso delle cose divine e pregherai Dio nell'intimo della tua anima che voglia far scendere quella santa rugiada fino al cuore di quelli (san che ascoltano" Francesco di Sales). Pregherò il santo rosario, perché Maria mi insegni ad annunciare Dio.

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i disce­ poli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammi­ no verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli dis­ se: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posa­ re il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permetti­ mi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Contemplo: Siete chiamati a

libertà (cf Gai 5,13) Siamo chiamati alla libertà dei figli di Dio, purché - scrive l'apostolo Paolo - «questa libertà non divenga un pretesto» (Gal 5,13) per vivere secondo i propri ca-

pricci. Vivere in Cristo ci porta a essere a «servizio gli uni degli altri», in una libertà più alta e più vera, quella di vivere pienamente secondo la volontà di Dio e il suo amore per tutta l'umanità.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ pagina 3


Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

L’anima amica di Gesù

L’amore non appartiene al passato Meditazione di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Pur avendo sentito tanto parlare di misericor­ dia non è facile capire che cosa esperimenta un cuore misericordioso. Credo che sia mise­ ricordia la compassione che si prova quando si vede soffrire un altro oppresso dal peso di una disgrazia. Credo che saremo misericor­ diosi se le pene degli altri ci faranno soffrire, se il loro dolore ci farà piangere. La persona che davvero ama Gesù versa molte lacrime perché vede che tanti suoi fratelli non Lo a­ mano, Lo offendono e raramente accettano la Sua volontà; e questa è la maggiore disgrazia che possa capitare a una persona. L'anima ami­ca di Gesù, che veramente lo ama, è deli­ cata, cerca di non ferire il prossimo ed evita tutto ciò che può fargli dispiacere. Prova una grande pena quando si accorge di aver com­ messo un'imprudenza e dimentica facilmente tutto quello che gli altri le hanno fatto, o, se lo ricorda, è solo per presentarlo a Gesù e chiedergli di aiutare i suoi fratelli perché sia­ no come Egli li vuole. Signore, donaci amo­ re, donaci carità, concedici di amare il prossi­ mo; soltanto così ameremo Gesù, amando i nostri fratelli. lo voglio amarli tutti, buoni e cattivi. Il peccato no, Gesù mio, ma il pecca­ tore sì perché si converta e ti ami. Madre Speranza

Preghiera

Un centurione e il suo servo: senza nome e senza volto questi due uomini vivono la sollecitudine fraterna, che va oltre la condizione sociale, la storia personale, ogni possibile barriera umana. Ed è afferrare una mano, intercedere per l'altro, incontrare e compatire, rivelando così un frammento del tuo volto, o Signore. Per i miracoli inaspettati dell'amore, ti rendiamo grazie, Signore!

«Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio» Le vie di Dio sono senza ritorno. Ci si può fermare, alle volte si cade, il passo può diventare pesante, in alcuni momenti si zoppica, ma non si può tornare indietro. Una volta imboccata la strada di Dio e del prossimo non c’è spazio per i rimpianti, per uno sguardo che, furtivo, volge al borgo dove vivono i ricordi e gli affetti di un tempo. Tra i sassi e la polvere del sentiero che conduce a quel piccolo dosso, dove si erge una croce, trovi te stesso, la tua storia, dei volti d’amare. Trovi l’uomo, il meglio dell’uomo. Trovi Cristo avvolto nelle vesti del povero, ricoperto di solitudine, con gli occhi velati di pianto. Trovi l’amore, l’eterna giovinezza che mai ti verrà tolta. “Chi ama profondamente non invecchia mai neanche quando ha cent'anni. Potrà morire di vecchiaia ma morirà giovane. L'amore è l'ala che solleva l'anima verso l'infinito. L'amore è il principio di tutte le cose. Quando si ama non si ha più paura di niente perchè siamo vicini a Dio” (Romano Battaglia). «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Non volgere lo sguardo al passato. Dio ti precede, ti cammina innanzi, ti prepara la strada. L’amore non appartiene al passato, ha i colori dell’alba, del giorno che nasce.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 4


XIII Settimana del Tempo Ordinario Dio è Giustizia! Ecco perché noi, cristiani, siamo chiamati ad essere nel mondo gli artigiani di una pace fondata sulla giustizia.

I Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il santo del giorno:

San Cirillo d’Alessandria Cirillo d'Alessandria, detto anche Alessandri­ no, è l'ultimo rappresen­ tante della Scuola ales­ sandrina ed è uno dei grandi dottori della chie­ sa. Nato nell'anno 378, muore nel 444 senza vedere la tanto invocata pace nella chiesa, soprat­ tutto la sconfitta delle molte eresie contro cui combatte e scrive per

Lunedì 27 Giugno

tutta la vita. San Cirillo è un grande santo che ca­ pisce il ruolo della chie­ sa nel mondo e si spende continuamente per com­ battere le false dottrine su Cristo e sulla Madre di Dio, chiamata dai greci Theotòkos. Egli fu l'intrepido difensore del­ la divina maternità di Maria, il trionfatore del concilio di Efeso che sanzionò tale verità. San Cirillo lavora molto per­ ché i vescovi del suo tempo arrivino all'auten­

tica verità e siano buoni pastori del loro popolo. Soffre molto e viene incarcerato. Dal carcere scrive alcune tra le sue più belle opere teologi­ che e morali. Molte sono le opere di questo santo dottore. Di san Cirillo ci piace ricordare gli scritti sulla santissima Trinità e sull'incarnazione del Verbo, che ancora oggi si studiano nelle scuole e si citano nei testi sacri.

Agisci

Brano Evangelico: Mt 8, 18­22

Ringrazierò il Signore che nella sua misericordia mi concede ancora la grazia di poterlo amare e servire in questo nuova giorno: di poter accrescere i meriti per il Paradiso ed essere disposto a ricevere ogni cosa che mi possa accadere dalla sua mano (cfr. beata

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti se­ guirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove po­ sare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permetti­ mi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Giuseppina G Bonino).

Contemplo: Non ha dove

posare il capo (Mt 8,20) L'esistenza del Figlio dell'uomo - e del suo discepolo -, che non ha dove posare il capo, dice l'insicurezza e la precarietà, ma dice al tempo

stesso l'incondizionata fiducia nel Padre che veste i fiori e nutre i passeri (Mt 6,25-34). Ad una sicurezza affannosamente cercata nel possesso, l'uomo del Vangelo so­stituisce una migliore sicurezza cercata nella fede.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ pagina 5


Lettura spirituale

Stanchezza della compassione

Meditiamo la Parola Seguire prontamente Gesù Meditazione di Fiorella Elmetti Piccola figlia della croce - Lumezzane

Ci sono rifugiati in tutte le parti del mon­ do. Quando ero nel campo profughi di Maela, in Thailandia, ho conosciuto per­ sone che si dedicano ogni giorno nell'in­ gegnarsi per rendere la vita dei detenuti la meno difficoltosa possibile. Hanno parla­ to della loro preoccupazione per il « logo­ rio del donatore» che potrebbe anche tra­ dursi come « stanchezza della compassio­ ne ». La stanchezza dei donatori si espri­ me proprio nella riduzione dei finanzia­ menti. La stanchezza della compassione si esprime in modo meno evidente nella riduzione delle premure. Uno è la conse­ guenza dell'altro. Possiamo permetterci di indulgere in «compassion fatigue »? È il costo di soddisfare le esigenze dei rifu­ giati superiore al costo conseguente a chiudere un indifferente, se non cieco, occhio sulla loro sofferenza? Mi appello ai donatori di tutto il mondo per soddisfa­ re le esigenze di queste persone che sono alla ricerca, spesso deve sembrare loro una vana ricerca, di rifugio. Aung San Suu Kyi

Abramo è modello dell'uomo giusto, timoroso di Dio che si propone quale mediatore per intercedere per la sorte dei peccatori di Sodoma e Gomorra. In realtà, il venerato patriarca è anche figura di Cristo, il Mediatore per eccellenza, che è venuto al mondo per intercedere per tutti, e per riscattarci dal peccato. L'esempio di Abramo ci insegna che la nostra preghiera e la supplica fiduciosa a Dio per i mali e i peccati del mondo, finita a quella di Cristo Nostro Signore, risulta efficace perché Dio l'ascolta. Non dobbiamo mancare di pregare, anche se a volte non ne vediamo subito i frutti; sappiamo che Dio può trarre il bene, a nostro favore, perfino dal male. Oltre a pregare e a decidere risolutamente di allontanarci dal peccato, possiamo mettere in pratica gli insegnamenti del vangelo, come, ad esempio, il distacco dalle cose terrene, che conduce alla libertà di spirito. E occorre anche quella prontezza e decisione nel seguirlo senza perder tempo, dedi-

Preghiera

Signore Gesù, quanta vita contempliamo in questo tuo camminare consapevolmente verso la morte! Signore della libertà, Signore della vera forza, Signore della mitezza e della decisione incrollabile, Signore che non cerchi riparo, noi siamo a volte timorosi! Donaci di riposare in te, per attingere la certezza che ciò che ci attende è solo, soltanto amore! Te ne rendiamo grazie, Signore Gesù!

cando i migliori anni e tutta l'energia della nostra vita per la causa del suo Regno e della predicazione del Vangelo. Si può così comprendere il senso dell'altra dichiarazione di Gesù: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti». La causa del Regno non aspetta.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 6


XIII Settimana del Tempo Ordinario Davanti ad una esperienza negativa c’è sempre la possibilità di aprire un orizzonte, di aprirlo con la forza di Gesù.

I Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il Santo del giorno: Sant’Ireneo di Lione

Sant'Ireneo è vescovo di Lione nella seconda metà del II secolo. Uo­ mo di tradizione, fede­ lissimo al vangelo, Ire­ neo è una delle voci limpide, dopo gli apo­ stoli. Tenace e forte combatte contro le pri­ me eresie e difende

Martedì 28 Giugno

con tutte le forze la verità del vangelo. Di questo santo è famosa l'espressione: «L'uomo vivente è la gloria di Dio!». L'uomo, cioè, non è solo un dono dell'Altissimo, ma è anche un dono a tutti noi, come dono è la vita, dono è la grazia. L'idea centrale dell'in­ segnamento di sant'Ire­

neo è il primato di Cri­ sto, il Figlio di Dio che ci ha salvato e ci salva continuamente dal pec­ cato e dall'inferno eter­ no. L'opera maggiore del santo è il famoso Trattato contro le eresie, noto sin dall'anti­ chità, che costituisce oggi una delle opere più significative, dopo la Bibbia.

Brano Evangelico: Mt 8, 23­27

Agisci Come il lebbroso, voglio prostrarmi ai piedi di Gesù Eucaristico chiedendogli la guarigione interiore. Ma per chiederla, devo innanzitutto riconoscermi malato, bisognoso. Maria, insegnami ad essere umile di cuore!

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Contemplo: Perché avete pau-

ra? (Mt 8,26) Signore Gesù, abbiamo paura quando vediamo venire contro di noi i venti contrari, le difficoltà e le incomprensioni. Abbia­mo paura quando ci sentiamo soli e abbandonati.

Abbi pietà di noi, sostienici e perdona la nostra poca fede. Con il tuo aiuto la nostra barca giungerà al porto sospirato. Se tu ci fai sentire la tua presenza, non avremo più paura, poiché solo in te confidiamo.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ pagina 7


Lettura spirituale

La Misericordia supera la giustizia

Meditiamo la Parola Sulla barca di Pietro Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

La misericordia non è contraria alla giusti­ zia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un'ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere. L'esperienza del profeta Osea ci viene in aiuto per mostrarci il superamento della giustizia nella direzione della miseri­ cordia. L'epoca di questo profeta è tra le più drammatiche della storia del popolo ebraico. Il Regno è vicino alla distruzione; il popolo non è rimasto fedele all'alleanza, si è allontanato da Dio e ha perso la fede dei Padri. Secondo una logica umana, è giusto che Dio pensi di rifiutare il popolo infedele: non ha osservato il patto stipulato e quindi merita la dovuta pena, cioè l'esi­ lio. Le parole del profeta lo attestano: « Non ritornerà al paese d'Egitto, ma Assur sarà il suo re, perché non hanno voluto convertirsi» (Os 11,5). Eppure, dopo questa reazione che si richiama alla giustizia, il profeta modifica radicalmente il suo lin­ guaggio e rivela il vero volto di Dio: «Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione» (11,8­9). Francesco

Preghiera

Signore, tu non ti compiaci di slanci generosi, ma vani… di propositi buoni, ma ingenui. Tu ci chiedi un sano realismo, la verità del cuore e una vita abbracciata giorno per giorno e portata con austerità, ma anche con leggerezza. Signore della vita, tu desideri che la nostra esistenza non affondi sotto pesi insopportabili, ma si proietti in avanti e cresca e si ampli e si approfondisca come un albero, esile o maestoso.

Con brevi cenni, il Vangelo di Matteo presenta in quest'occasione un quadro abbastanza verosimile di quel che accade oggi alla Chiesa, la barca di Pietro che naviga lottando contro le onde increspate e contro il vento avverso del mondo. La Chiesa sembra un'imbarcazione fragile, scossa ai fianchi dai suoi molti nemici, sul mare burrascoso dell'esistenza terrena. Un po' come la contemplò Don Bosco, in uno dei suoi sogni più famosi: la grande nave della Chiesa, guidata dal Papa, si vede attaccata da innumerevoli vascelli che la circondano, tra i flutti agitati e le grida di odio dei nemici, ma l'imbarcazione avanza fino a situarsi in mezzo a due grandi colonne sul mare, che rappresentano l'Eucaristia e la Vergine Immacolata. Sotto questa divina protezione, gli assalti del nemico sono inefficaci. Non dobbiamo mai trascurare che Cristo stesso si trova a bordo della barca della sua Chiesa e che ci chiede solo di aver fede e di collaborare con cuore sincero. Quali figli fedeli della Chiesa, abbiamo la certezza di giungere salvi al porto, anche tra le tempeste e gli arrembaggi che da ogni lato la investono. Gesù, d'altro canto, permette che constatiamo la nostra debolezza di fronte alle forze ostili, affinché ricorriamo alla sua grazia ed al suo aiuto divino, cercandolo nella preghiera e nei sacramenti.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 8


XIII Settimana del Tempo Ordinario Il bene che i preti possono fare nasce soprattutto dalla loro vicinanza e da un tenero amore per le persone. Non sono filantropi o funzionari, i preti sono padri e fratelli […]. Papa Francesco

Il Santo del giorno: Santi Pietro e Paolo Non sono fratelli e non sono neppure eguali, anzi tra Pietro e Paolo c'è un'immensa diffe­ renza. Simon Pietro è un pescatore di Galilea che Gesù chiama insie­ me al fratello Andrea per farli pescatori di uomini. Paolo, invece, è un ebreo convertito mentre sulla via di Da­

masco porta lettere di persecuzione contro i primi cristiani. Caratteri forti, talora anche in contrasto tra di loro; sul cammino apostolico, però, si trovano più volte insieme, come a Gerusalemme, per veri­ ficare la loro predica­ zione. Pur predicando per lidi diversi e con diverse strategie apo­ stoliche, approdano entrambi a Roma al tempo di Nerone e

Mercoledì 29 Giugno I Settimana del Salterio

muoiono martiri: Pietro è crocifisso sul colle Vaticano, Paolo è deca­ pitato sulla via Ostien­ se. Diventano così fra­ telli nella predicazione e nel martirio. Sono i pilastri della chiesa di Roma e della chiesa universale: l'Apostolo delle genti e il primo vescovo di Roma sono i corifei della fede. Sono per noi una luce che ancora oggi ci guida e ci illumina.

Brano Evangelico: Mc 16, 13­19

Agisci "La tristezza impe­ disce lo sbocciare della gratitudine, perché rende l'anima quasi paralizzata e impotente in tutte le sue facoltà" (san Francesco di Sales). Combatterò con forza la tentazione della malinconia, della tristezza.

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edifi­ cherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Contemplo: Tu sei Pietro (Mt 16,18)

Padre santo, per la fede di Pietro e della Chiesa, «colonna e sostegno della verità» (1Tm 3,15), «edificata sopra il fondamento degli Apostoli» (Ef

2,20), apri gli occhi della nostra mente, perché possiamo chiederci chi sia Gesù per ciascuno di noi e, animati dal tuo Spirito d'amore, possiamo riconoscerlo come il Cristo, il nostro Redentore. Amen.

Non di solo pane ­ Numero 762­ pagina 9


Lettura spirituale

Dio di tenerezza e di grazia

Meditiamo la Parola Solida pietra, Meditazione di don Luciano Vitton Mea parroco di Bovegno

Il Signore osservò la miseria del suo popolo ridotto in schiavitù, udì il suo grido, conob­ be le sue angosce e decise di liberarlo (cfr. Es 3,7­8). In questo atto di salvezza com­ piuto dal Signore il profeta seppe individua­ re il suo amore e la sua compassione (cfr. Is 63,9). E proprio qui che si radica la sicurez­ za di tutto il popolo e di ciascuno dei suoi membri nella misericordia divina, che si può invocare in ogni circostanza drammati­ ca. A ciò si aggiunge il fatto che la miseria dell'uo­mo è anche il suo peccato. Il popolo dell'antica alleanza conobbe questa miseria fin dai tempi dell'esodo, allorché innalzò il vitello d'oro. Su tale gesto di rottura dell'al­ leanza il Signore stesso trionfò, quando si dichiarò solennemente a Mosè come « Dio di tenerezza e di grazia, lento all'ira e ricco di misericordia e di fedeltà» (cfr. Es 34,6). E in questa rivelazione centrale che il popo­ lo eletto e ciascuno dei suoi componenti troveranno, dopo ogni colpa, la forza e la ragione per rivolgersi al Signore, per ricor­ dargli ciò che egli aveva esattamente rivela­ to di se stesso e per implorarne il perdono.

La chiesa celebra attraverso questi due apo-

Giovanni Paolo II

Afferrato dall'amore del Signore, Cristo diven-

stoli il suo fondamento apostolico, per mezzo del quale essa poggia direttamente sulla pietra angolare che è Cristo, Pietro e Paolo sono i 'fondatori' della nostra fede; da loro il dialogo tra istituzione e carisma s'intreccia per far progredire il cammino della vita cristiana. Il pescatore di Galilea cominciò la sua straordinaria avventura seguendo il Maestro di Nazareth prima in Giudea e poi, dopo la sua morte, fino a Roma. E qui è rimasto non solo con la sua tomba, ma con il suo mandato, cioè in coloro che sono saliti sulla 'cattedra di Pietro. Nei vescovi di Roma Pietro continua a essere la 'roccia' e il centro di unità su cui Cristo edifica la sua chiesa. Paolo di Tarso, l'Apostolo delle genti, da persecutore di Cristo diventa zelante missionario del suo vangelo. ta per lui la sua più grande passione, al punto di dire: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» Il suo martirio rivelerà la sostanza

Preghiera

della sua fede. L'evangelizzazione di queste due colonne della chiesa poggia non su un

Signore, grande è il dono dei santi Pietro e Paolo, di cui oggi facciamo memoria. Dalla loro umanità ricca, forte ma intrisa di contraddizioni, tu hai saputo trarre l'armonia impareggiabile, il tesoro prezioso per la Chiesa di ogni tempo e luogo. Per questi due apostoli coraggiosi, forgiati e resi degni dal crogiuolo della sofferenza per la fede, del servizio ai fratelli, della testimonianza sino al martirio, ti rendiamo grazie, Signore Gesù!

messaggio intellettuale, ma su quello di una prassi profonda, sofferta e testimoniata con la parola di Gesù.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 10

don Luciano


XIII Settimana del Tempo Ordinario Il rispetto per il valore della vita, e, ancora di più, l’amore per essa, trova un’attuazione insostituibile nel farsi prossimo, avvicinarsi, prendersi cura di chi soffre nel corpo e nello spirito. Papa Francesco

Il Santo del giorno:

Protomartiri di Roma Nel calendario d'oggi non c'e un santo o un nome unico, ma vi sono i primi martiri di Roma, venerati all'indomani della festa dei santi apo­ stoli Pietro e Paolo. Do­ po aver onorato i due grandi apostoli, la chie­ sa ricorda anche i primi martiri di Roma, perse­ guitati da Nerone e dai

suoi rappresentanti im­ periali, i cui nomi sono registrati nella storia. Nel luglio dell'anno 64, infatti, si diffonde un grande incendio che distrugge molte parti della città di Roma. Per placare il furore popola­ re, l'imperatore fa impri­ gionare un gruppo di cristiani e, come dice lo storico romano Tacito, si ha la prima persecu­ zione, nel corso della quale muoiono migliaia

Giovedì 30 Giugno I Settimana del Salterio

di cristiani. Il ricordo dei primi martiri di Ro­ ma è quanto mai saluta­ re per i cristiani d'oggi, chiamati a vivere in un tempo carico di tensioni, ma anche di aspre e sot­ tili persecuzioni contro la chiesa e contro i valo­ ri del van­gelo. Il san­ gue dei martiri ­ insegna Tertulliano ­ è seme di cristiani. Ed è proprio vero. Ieri come oggi.

Brano Evangelico: Mt 9, 1­8

Agisci Sento nel mio cuore questo richiamo, ma non ho la forza di rispondergli; ho paura! Vorrei essere generoso come Maria. Sosterò dinanzi a Gesù Eucaristico, meditando il Vangelo odierno.

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestem­ mia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sap­ piate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i pec­ cati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Contemplo: Gesù può ri-

mettere i peccati (cf Mt 9,6) Il perdono dei peccati è un'esperienza di salvezza e di risurre­ zione che ci è data di fare in questo mondo. Gesù quando perdona compie il miracolo più grande. Lazzaro, risuscitato, morirà anco-

ra, ma la sua risurrezione dimostra «il potere» di Gesù. Perdonare è far nascere a vita immortale, la stessa vita di Dio, che è amore accordato e ricevuto senza condizioni. Il perdono è l'esperienza di un amore più grande di ogni male: Dio ama senza misura l'uomo, suo figlio, che è sempre e comunque amato.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ pagina 11


Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

Con le braccia aperte

La fresca rugiada che rigenera Meditazione di don Luciano Vitton Mea parroco di Bovegno

Madre mia, Voi che state continuamente con le braccia aperte implorando dal Vostro Di­ vin Figlio la Sua misericordia e compassione per ogni bisognoso, ottenetemi da Lui la gra­ zia che trionfi nel mondo intero il Suo amore e la Sua misericordia invece dei castighi di cui tanto e dovunque si parla. Fate che tutti riceviamo la grazia di conoscere il Vostro Divin Figlio non come giudice che attende di darci il castigo, ma come padre pieno di amore e di misericordia verso tutti noi; chie­ detegli che mi dia il Suo santo amore, il san­ to timore e la Sua santa grazia, e che giam­ mai commetta il peccato mortale. Chiedete­ gli che mi tolga la vita prima che arrivi a offenderlo. Ottenetemi la grande grazia di avere verso il buon Gesù l'amore e la fiducia che hanno avuto le anime sante, e che au­ menti in me !a fede, la speranza e la carità. Benedite i poveri agonizzanti e chiedete al Vostro Divin Figlio che li perdoni, e li liberi dal tormento dell'inferno. Intercedete presso il Vostro Divin Figlio perché liberi il mondo intero dal grande castigo che tutti abbiamo meritato. Madre Speranza

Il peccato paralizza l’uomo, lo rende schiavo, pallida controfigura di quell’originaria somiglianza stabilita da Dio nell’atto creativo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. In Gesù il Creatore si piega sulla creatura, la ricopre con la fresca rugiada che la rigenera, infonde il coraggio che nasce da una carezza, dal cenno della mano che comunica il calore della misericordia. Parole sussurrate nella tenue luce di un confessionale, intima unione con un Dio che assolve, guarisce, giustifica, ama, perdona. In Gesù l’uomo paralizzato dal fango della fragilità, claudicante per la paura dei suoi errori, coperto dalle piaghe del peccato, si rialza, riprende il cammino, riprende il ritmo di una musica da tempo dimenticata. Non disperare, uomo che giaci ansimante ai bordi della strada, ricoperto di stracci,

pallidi riflessi

dell’abito nuziale, il tuo Dio passa vicino alle tue miserie e ti dice: «Coraggio, figliolo, ti Preghiera

sono rimessi i tuoi peccati».

Signore Gesù, alla tua misericordia donata in pienezza e per sempre, affidiamo la furia di questo mondo e i demoni che ci lusingano e ci circondano. Ti chiediamo di imparare da te l'arte di un discernimento senza «se» e senza «ma», che salva, guarisce e che accetta persino, con libertà, di essere allontanato, non avendo fatto che bene. Per il perenne esempio della tua vita, che diviene linfa della nostra, ti ringraziamo, Signore!

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12


XIII Settimana del Tempo Ordinario Una fede che pensa a sé stessa e sta chiusa in casa non è fedele all’invito del Signore, che chiama i suoi a prendere l’iniziativa e a coinvolgersi, senza paura.

I Settimana del Salterio

Papa Francesco

Il Santo del giorno: Sant’Aronne Era il fratello maggiore di Mosè e con lui colla­ borò per ricondurre il popolo eletto nella Terra promessa. Durante la marcia nel deserto con­ divise con Mosè diffi­ coltà e responsabilità. Fu a capo del popolo per tutto il tempo in cui il fratello rimase sul Sinai, ma ebbe la debolezza di

Venerdì 1 Luglio

accondiscendere al desi­ derio del popolo di farsi un'immagine di Dio. Rimproverato aspramen­ te, fu risparmiato dalla tremenda ira divina per intercessione di Mosè. Dopo la solenne consa­ crazione sacerdotale, Dio stesso ne difese la legittimità contro la in­ subordinazione di alcuni oppositori con il miraco­ lo della verga. Ma aven­ do Aronne dubitato ­

come Mosè ­ della pos­ sibilità di un intervento divino per far scaturire l'acqua dalla roccia, fu punito da Dio allo stesso modo del fratello: en­ trambi non avrebbero messo piede nella Terra di Canaan. Morì infatti nei pressi di Cades, dopo che Mosè lo ebbe spo­ gliato delle insegne sa­ cerdotali. Il popolo lo pianse, giudicandolo grande e simile a Mosè.

Brano Evangelico: Mt 9, 9­13

Agisci: Nel corso di questa giornata, rivolgerò al Signore preghiere di lode, di benedizione, di ringraziamento in riparazione di tutte le bestemmie.

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono ve­ nuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Contemplo: Misericordia io

voglio (Mt 9,13) Matteo fa dire a Gesù ben due volte questa frase del profeta Osea: «Voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti» (Os 6,6). Ma ognuno dei quattro Vangeli può

essere chiamato il Vangelo - la bella notizia - della miseri­cordia di Dio. Nessuno è escluso dalla misericordia. Il segno più trasparente della misericordia di Dio è la croce di Gesù. Per il discepolo di Gesù non ci può essere ritualità senza misericordia, come non ci può essere misericordia senza adorazione.

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ pagina 13


Lettura Spirituale

Meditiamo la Parola

Eucaristia sacramento di comunione

Ogni mattina ti dico:oggi comincio. Meditazione di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Se in tutti i sacramenti, Gesù, medico di­ vino, guarisce le nostre infermità spiritua­ li, le guarisce tanto più nel sacramento dell'Eucaristia, che contiene la sua divini­ tà e la sua umanità, sorgente di ogni gra­ zia. Questo è il sacramento che crea l'unione e l'amore, poiché è segno del massimo a­ more dare se stesso in cibo. Ci trasforma nel corpo di Cristo, in modo che siamo ossa delle sue ossa, carne della sua carne, membra delle sue membra. L'Eucaristia ci fa fare la comunione di tutti i beni materiali e spirituali. Per il fatto stesso che Cristo unisce tutti a sé, li unisce vicendevolmente. Alberto Magno

Preghiera

Signore Gesù, aiutaci ogni giorno a spogliarci di noi stessi per rivestirci del tuo stesso desiderio, imparando a fare della nostra vita una sequela e non un investimento. Quando ci fa paura la nostra nudità e quella che ci chiede l'essere tuoi discepoli, illumina il nostro cuore per ritrovare l'innocenza dell'amore che tutto crede e tutto può.

Matteo accoglie l’invito del Signore e lo segue. Subito. Senza proferir parola, senza esitare. Nel volgere di pochi istanti la vita di Matteo, il pubblicano, cambia, si apre alla luce di una Parola che rende nuove tutte le cose. Ogni chiamata ai i suoi tempi, segue i ritmi del respiro di Dio. Per qualcuno tutto avviene nel volgere di pochi istanti, per altri non basta una vita. Io sono recidivo, o­ stinato. Sono sempre terribilmente uguale. Non cambio, forse non voglio cambiare. Una cosa mi consola: anche Dio non cambia, si ostina, continua a chiamarmi. Ho bisogno di tempo. E a Dio, essendo eterno, il tempo non manca. A. Louf, in “Sotto la guida dello Spirito”, ha delle espressioni tanto belle al riguardo. Ve le propongo. “È sempre illusorio credersi convertiti una volta per tut­ te. No, non siamo mai dei semplici peccatori, ma dei peccatori perdonati, dei peccatori­in­perdono, dei pecca­ tori­in­conversione. Non è data un'altra santità quaggiù [.. .]. Convertirsi significa ricominciare sempre questo rivolgimento interiore, per mezzo del quale la nostra povertà umana si volta verso la grazia di Dio. La con­ versione, infatti, è sempre una questione di tempo: l'uo­ mo ha bisogno di tempo e anche Dio vuole avere biso­ gno di tempo con noi. Ci faremmo un'immagine dell'uo­ mo assolutamente errata se pensassimo che le cose im­ portanti nella vita di un uomo possano realizzarsi imme­ diatamente e una volta per tutte. L'uomo è fatto in modo tale che ha bisogno di tempo per crescere, maturare e sviluppare tutte le proprie capacità. Dio lo sa meglio di noi e per questo aspetta, non desiste, è indulgente, lon­ ganime: «La bontà di Dio ti spinge alla conversione» (Rm 2,4). Nel Prologo della sua Regola, Benedetto ne fa un commento pregnante: Dio è ogni giorno alla ricerca del suo operaio e il tempo che ci dà è una dila­ zione, un dono, un tempo di grazia che ci viene accorda­ to gratuitamente. È un tempo che possiamo utilizzare per incontrare Dio ancora una volta, per incontrarlo sempre meglio nella sua stupenda misericordia”. C’è Speranza nel mio cuore. Sono sicuro che tu mi attendi, ogni giorno, al sorgere del sole. Così anch’io “ogni mat­ tina mi dico: oggi comincio”. (San Antonio Abate).

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14


XIII Settimana del Tempo Ordinario Dio e l’uomo non sono i due estremi di una opposizione: essi si cercano da sempre, perché Dio riconosce nell’uomo la propria immagine e l’uomo si riconosce solo guardando Dio. Papa Francesco

Sabato 2 Luglio I Settimana del Salterio

essere il protettore del­ ci». A un certo punto, la città. Lui, che tanto però, la sua carriera San Bernardino aveva fatto del bene a s'interrompe. Bernardi­ Realino Lecce, acconsente. no Realino frequenta i NatoMeditiamo in una famiglia la ParolaGesuiti ed entra nella Diventa patrono di una illustre di Carpi, che Compagnia. Nel 1567 il suo città mentre eraUna ancorabarca, per i suoi primi posto studi è ordinato sacerdote e in vita. Lecce, estate Meditazione di don Luciano gli faceva venire Vitton i ma­ Meadiventa il maestro dei del 1616: il padre ge­ estri a casa, fu poi novizi gesuiti. Sette suita Bernardino Reali­ mandato all'Accademia anni dopo, a Lecce, no sta morendo, 42 modenese. A 26 anni, crea un collegio al qua­ anni dopo esservi arri­ si laurea in diritto civi­ le si dedicherà fino alla vato. I reggitori del le e canonico. Sotto la morte. Papa Pio XII lo Municipio lo vanno protezione di Cristofo­ proclamerà santo nel allora a visitare in for­ ro Madruzzo, Bernar­ 1947 . ma ufficiale. E gli fan­ dino si avvia sulla stra­ no richiesta di voler da dei «pubblici uffi­ Il santo del giorno:

Brano Evangelico: Mt 9, 14­17

Agisci Raccolgo il richiamo di Gesù per una ripresa spirituale più decisa e costante, fissando lo sguardo su Maria che non cessò di crescere in fede e virtù. Per questo mi accosterò al sacramento della confessione.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invi­ tati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattop­ po porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuo­ vi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Contemplo : Vino nuovo in

otri nuovi (Mt 9,17) Gesù è con noi per farci «camminare in una vita nuova» (Rm 6,4), farci cambiare strada e vestiti vecchi, farci bere il vino novello della gioventù

spirituale. Luca, con lo sguardo all'An­tica Scrittura, con ironia ci ricorda «il vino vecchio è gradevole» (Lc 5,39). Sant'Agostino ammoniva: «Si rinnova come aquila la nostra giovinezza soltanto quando sfracelliamo il nostro vecchiume contro la pietra che è Cristo».

Non di solo pane ­ Numero 762 ­ pagina 15


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 762 Domenica 26 Giugno 2016 Chiuso il 16/06/2016 Numero copie 1350

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

Per la tua vita spirituale visita

Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

Ti aspetto ogni giorno su:

www.nondisolopane.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.