8 minute read

Operazione Sea Guardian: la fregata Margottini al comando del task group 440.03 di Lorenzo Remiddi

In occasione della Giornata della Marina incontriamo il Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone

Ammiraglio, dire Marina vuol dire unione mare – uomo. Quanto è importante questo connubio nel panorama nazionale ed internazionale?

Advertisement

Non voglio fare riferimento ad un concetto corporativo di marittimità, centrato soltanto sulla Marina Militare. Penso a qualcosa di molto più ampio e coinvolgente, che dovrebbe mobilitare tutti gli italiani, a partire dalla scuola. Io stesso ho maturato il vero valore del mare con il tempo. Avere interlocutori attenti e sensibili, come nel caso del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, è un sostegno che ha condotto alla maturazione di una linea di indirizzo politico molto chiara, che prevede lo sviluppo di una strategia marittima nazionale per l’area del Mediterraneo allargato, indentificato, sia da una prospettiva economica che da quella più puramente securitaria, come uno spazio geopolitico di prioritario interesse nazionale. Uno spazio immerso “in quadro di sicurezza in costante peggioramento, che evolve verso una situazione di progressiva instabilità” e che richiede una specifica strategia da sviluppare di concerto con tutti i Ministeri interessati, in modo da poter declinare l’uso complementare dei mezzi a disposizione del Paese per mantenere aperte e sicure le nostre linee di comunicazione marittima. Una strategia che dovrà tradursi in una presenza più intensa e credibile, orientata, assieme a quella dei nostri Alleati, alla difesa di spazi aperti di libertà e cooperazione nel Mediterraneo.

Celebrare la Giornata della Marina, vuol dire celebrare tutti coloro che ne fanno parte e che indistintamente sono garanzia di sicurezza per il Paese. Qual è la caratteristica imprescindibile, umana e professionale, che gli uomini e le donne della Forza Armata devono avere?

Nonostante la pandemia, la Marina ha continuato a perseguire con ogni energia il mantenimento della pace e della stabilità del nostro mare. Ma il merito dei risultati conseguiti non è ascrivibile solo all’impegno dei nostri militari, ma anche e soprattutto alla forza d’animo e alla capacità di sacrificio delle nostre famiglie. Queste ultime, mentre i familiari servivano il Paese in mare, a migliaia di miglia dai confini nazionali, sono rimaste in Patria, affrontando coraggiosamente da sole i disagi e i rischi connessi con la pandemia. Un coraggio che in Marina conosciamo bene. Si tratta dello stesso coraggio che ha animato gli equipaggi dei MAS 15 e 21 il 10 giugno del 1918 nell’impresa di Premuda, consentendogli di rientrare ad Ancona “scarichi di siluri, ma carichi di onore e di gloria”. Evento che, simbolicamente, rappresenta da sempre i valori che animano i cuori dei marinai italiani e quelli delle loro famiglie.

Ammiraglio, con l’azione di Premuda del 10 giugno 1918 è stata segnata la storia della Marina Militare Italiana, tanto da celebrare, dal 1964 in poi, la Giornata della Marina esattamente il 10 giugno. Quali altri importanti avvenimenti hanno segnato la storia della Forza Armata?

Molteplici, ultimo il Covid – 19. Essendo stati tra i primi ad essere colpiti dalla pandemia, abbiamo dovuto apprendere, giorno per giorno, come trattare e contenere il virus, gestendo contemporaneamente l’esigenza di salvaguardare il personale con quella, molto pressante, di mantenere attive tutte le funzioni necessarie per l’operatività dello strumento aeronavale. Una fase che ci ha visti protagonisti, sia nello sviluppo delle procedure di contenimento e prevenzione del contagio sulle navi, sia nella condivisione delle nostre scoperte e conoscenze con le altre Marine, attività, quest’ultima, che ci è valsa testimonianze di grande stima e gratitudine dai colleghi dei Paesi Alleati. Abbiamo profuso ogni sforzo per apprendere e gestire la nuova condizione con la massima rapidità, in modo da continuare ad onorare i nostri impegni istituzionali senza alcuna interruzione. In questo sforzo, cui ha preso parte tutta la Marina, senza alcuna riserva, hanno svolto un ruolo determinante le tre principali articolazioni della Forza Armata: il Comando Scuole, che ha individuato le migliori modalità per assicurare, nella massima sicurezza, la prosecuzione di tutte le attività formative e concorsuali; il Comando Logistico, regista e protagonista delle iniziative di supporto alla popolazione civile per il contenimento ed il contrasto della diffusione del virus, quali il posto medico avanzato, i drive through per la somministrazione dei tamponi e i punti di vaccinazione Difesa; infine e soprattutto il Comando in Capo della Squadra Navale.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella

Sua lettera in occasione della Giornata della Marina appena trascorsa, ha scritto “la garanzia della libertà di navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza delle coste, costituiscono una cornice essenziale allo sviluppo delle relazioni internazionali e sono condizioni per il mantenimento della pace tra i popoli”. La pace tra i popoli è una responsabilità imponderabile. In che modo la Marina ne è garante con le proprie capacità operative?

La Marina Militare ha assicurato la prosecuzione di tutte le attività operative in un contesto molto difficile, non solo a causa della diffusione dell’infezione, ma anche per l’espansione e la considerevole intensificazione delle attività operative della Forza Armata, da cui sono scaturiti l’impegno in Golfo di Guinea, l’intendimento di partecipare, presumibilmente già da quest’anno, alla Forza marittima di UNIFIL in Mediterraneo Orientale, nonché le valutazioni relative ad un impegno misurato e bilanciato in Oceano Indiano, nel quadro dell’iniziativa multinazionale di sicurezza marittima, nota come EMASOH (European Maritime Awareness Strait Of Hormuz). A questo proposito e in riferimento all’intensificazione delle attività operative nella dimensione marittima, occorre banalmente evidenziare che l’emergenza pandemica non attenua le condizioni di tensione internazionale, non rimuove le situazioni di crisi e gli elementi di minaccia che gravano sul panorama geo-strategico, ma anzi ne amplifica la portata e ne approfondisce gli effetti, anche a causa della spregiudicatezza di alcuni individui che intravedono nel clima di difficoltà generale l’opportunità per promuovere con mezzi illegittimi e spesso sfacciati i propri interessi. Mi riferisco a fenomeni che interessano e attraversano il Mediterraneo e che non possiamo tollerare se abbiamo a cuore il mantenimento delle condizioni di stabilità e sicurezza a cui sono indissolubilmente connessi i nostri obiettivi di sviluppo e di progresso. A proposito di progresso, ci riempie di soddisfazione il processo di profonda trasformazione tecnologica che attraversa tutta la Marina. Un percorso straordinariamente impegnativo, che ha imposto e tutt’ora impone uno sforzo enorme al nostro personale e che si fonda in modo assolutamente preponderante su eccellenze industriali e tecnologiche nazionali, la cui valorizzazione, in Italia e all’estero, ha sempre rappresentato un preciso impegno istituzionale per la nostra Forza Armata.

Ammiraglio, per poter spiegare la Marina Militare servirebbe un tempo indefinito data la struttura logistica ed operativa. Concludendo, con quali parole si può provare a riassumere la storia della Marina dal 1918 ad oggi?

Il Paese conta da sempre e sempre potrà farlo, sulle migliori energie e sull’incondizionato impegno dei suoi marinai. La Forza Armata si è dimostrata compatta ed efficace, assicurando la prosecuzione, senza alcuna soluzione di continuità, di tutte le attività previste dalla propria missione istituzionale. Ciò è stato possibile solo attraverso il responsabile e quotidiano impegno degli uomini e delle donne, militari e civili appartenenti alla Forza Armata che, come un grande equipaggio, hanno affrontato le difficoltà del momento, con coesione e spirito di servizio, guardando sempre oltre l’orizzonte, come solo i marinai sanno fare.

La FREMM Margottini dislocata per la prima volta nell’Operazione Sea Guardian nel Mar Mediterraneo centrale ed orientale

L’obiettivo dell’Operazione Sea Guardian è garantire la sicurezza marittima attraverso il conseguimento della maritime situation awareness (MSA), il contrasto al terrorismo marittimo e lo sviluppo delle capacità marittime dei partner regionali dell’Alleanza

Operazione Sea Guardian:

La fregata Margottini al comando del task group 440.03

di Lorenzo Remiddi

Aseguito del summit di Varsavia del 8 settembre 2016, l’Operazione Sea Guardian viene attivata in sostituzione dell’Operazione Active Endeavour: posta sotto il controllo operativo del Comando Marittimo della NATO (MARCOM) di Northwood (UK), essa è caratterizzata da un’elevata flessibilità in grado di adempiere differenti compiti riguardanti la sicurezza marittima dell’area del Mar Mediterraneo. Si tratta di una Operazione che rientra nel novero delle attività definita non article 5 ovvero svolte non in reazione ad una minaccia all’Alleanza. L’obiettivo dell’Operazione Sea Guardian è garantire la sicurezza marittima attraverso il conseguimento della maritime situation awareness (MSA), il contrasto al terrorismo marittimo e lo sviluppo delle capacità marittime dei partner regionali dell’Alleanza. A questi, si aggiungono ulteriori compiti tra i quali la promozione della libertà della navigazione, lo svolgimento di attività di interdizione marittima, il contrasto alla proliferazione di armi di distruzione di massa e la protezione di infrastrutture d’importanza cruciale. Le unità navali inserite nel dispositivo dell’Operazione Sea Guardian prendono parte a periodi di dislocamento denominati Focused Operations, FOCOPs, ovvero attività di pattugliamento e sorveglianza marittima che consentono di raccogliere informazioni, mantenere e sviluppare una situazione aggiornata in specifiche aree del Mar Mediterraneo. Nella cornice degli impegni istituzionali assolti dalla Marina Militare, lo scorso 05 maggio la Fregata Europea Multi Missione (FREMM) Carlo Margottini è così giunta nel porto di Aksaz, Turchia, iniziando il proprio dislocamento operativo sotto la bandiera dell’Operazione Sea Guardian ed assumendo il comando del Task Group 440.03 composto dalla fregata della Marina Militare e del Pattugliatore HMS Trent della Royal Navy. Il comandante di Nave Margottini, capitano di fregata Alessandro Ballestra, ha dunque ricevuto le consegne dal Comandante dell’Unità turca Oruçreis, precedentemente a comando del Task Group: per Nave Margottini si è trattato del primo impiego nel dispositivo Sea Guardian. Nave Margottini e il pattugliatore HMS Trent hanno svolto un’intensa attività

Suggestiva immagine di nave Margottini in navigazione.

This article is from: