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Barletta, faro di atterraggio di Fabio Dal Cin

Barletta, faro di atterraggio

di Fabio Dal Cin

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Nella terza puntata della rubrica “Il Notiziario del Segnalamento”, scopriamo il faro di Barletta, cittadina pugliese della provincia di Barletta-Andria-Trani

La storia del nostro segnalamento, induce, secondo quanto riportato nel “Notiziario del Segnalamento” a porsi due domande: come mai a Barletta è stato costruito un nuovo faro in posizione più avanzata e a cosa ci si riferisce quando si cita il “vecchio” faro? Siamo a Barletta, città pugliese di oltre 94.000 abitanti che sorge in riva al mare Adriatico, all'imboccatura SudOvest del golfo di Manfredonia, di fronte al promontorio del Gargano. Il faro di atterraggio, posizionato sul molo di Tramontana a circa 40 metri dall’estremità, è ad ottica fissa ed è dotato di una sorgente luminosa principale alogena da 1000 W e di un apparato di riserva di tipo LABI da 100 W. Il segnalamento marittimo è tele-monitorato. Prima quindi di dare risposta alle due domande poste all’inizio, manteniamo la promessa fatta nel secondo numero della nostra rubrica fornendo qualche ragguaglio tecnico e spiegando il significato del “tele-monitoraggio”. Esso nasce dalla necessità per il Servizio Fari di gestire i segnalamenti marittimi non presidiati ed a volte ubicati in zone difficilmente raggiungibili controllando costantemente i sistemi e i sottosistemi che li costituiscono. Ciò è possibile grazie all’applicazione e allo sviluppo di tecnologie quali la miniaturizzazione dei componenti elettronici e la trasmissione dei dati a distanza tramite le reti di telefonia mobile. Il sistema si sviluppa attraverso l’impiego di una rete informatica – rete pubblica internet – e la realizzazione di una maglia di comunicazioni sicure con VPN (Virtual Private Network) e utilizza un centro operativo collocato presso l’Ufficio Tecnico dei Fari (UTF), presso il quale sono collocate le risorse informatiche principali di gestione del sistema di tele-monitoraggio e telecontrollo dei segnalamenti marittimi (server). Al nodo centrale della rete

Barletta, faro di atterraggio

Caratteristiche generali

Lat.: 41° 19’.8 Nord Long.: 016° 17’.4 Est Comando Zona Fari: Taranto Funzione del segnalamento: Faro di

atterraggio

Altezza del piano focale sul livello medio mare: 36 m Portata nominale sorgente principale:

17 mg

Portata nominale sorgente di riserva:

12 mg

Caratteristica: Luce bianca (gruppi

di due lampi)

Anno di costruzione: 1959 Tipologia costruttiva: Torre ottagonale

in pietra naturale (marmo di Trani).

Il nuovo faro di Barletta inaugurato nel dicembre del 1959.

giungono, dalle varie reggenze collocate lungo il territorio nazionale, le informazioni sullo stato di funzionamento dei segnalamenti monitorati, che vengono successivamente inserite in un archivio informatico, strutturato in un database, che si trova presso il medesimo centro. Per accedere al sistema, sono sufficienti un personal computer e una connessione internet. Il sistema è molto flessibile, semplice da gestire e configurabile velocemente a seconda delle necessità. Il monitoraggio e il controllo avvengono tramite quadri posizionati all’interno del segnalamento detti SACF (Sistema Auto-matico Controllo Fari) e SCF (Sistema Controllo Fanali) che dispongono al loro interno di un modem GSM/GPRS abilitato alla trasmissione dei dati sul funzionamento del sistema, che ne consentono il monitoraggio a distanza. I comandi Zona Fari e le reggenze, in possesso di specifiche autorizzazioni, possono visionare costantemente lo stato dei segnalamenti di loro interesse attraverso una pagina web, disponendo in tempo reale di un quadro preciso del loro stato di efficienza. In caso di malfunzionamento o guasto, il quadro di controllo invia una e-mail con un codice di avaria che allerta sia il personale incaricato del segnalamento, sia il comando Zona in modo da consentirne il tempestivo ripristino. Ma ritorniamo adesso alla storia del faro di Barletta, cercando di rispondere alle due domande. Il 1° dicembre 1937, un dispaccio della Capitaneria di porto del Compartimento Marittimo di Bari riporta che “per l’imbarco sui piroscafi salinieri provenienti dalla R. Salina di Margherita di Savoia, l’Amministrazione dei Monopoli di Stato ha chiesto di occupare un’area del Demanio Pubblico Marittimo”. Bisognerà attendere il novembre 1953 per apprendere, da una raccomandata dell’allora comando Zona Fari dello Ionio e del basso Adriatico, che “sull’ultimo braccio del molo di tramontana è stata costruita la stazione di arrivo della teleferica e circa i ¾ dell’alta linea pensile di

In basso: il giorno dell’ inaugurazione del nuovo faro di Barletta. scarico dei vagoncini. Le predette costruzioni occultano il fabbricato del faro e la sorgente luminosa per un settore di circa 32° tra i rilevamenti 210 e 242 presi dal largo”. Il porto di Barletta è da sempre stato un nodo principale per l’esportazione del sale prodotto nelle saline della vicina Margherita di Savoia. All’epoca, le esigenze derivanti da una maggiore richiesta di sale determinarono l’ampliamento delle saline e il perfezionamento delle tecniche di produzione giovarono ad un deciso miglioramento della qualità del prodotto. Inoltre, allo scopo di ridurre le ingenti spese di trasporto, la Direzione Generale dei Monopoli di Stato decise la costruzione di una teleferica che collegasse direttamente le saline con il porto di Barletta. La teleferica, dismessa nel 1981, era lunga 13 chilometri (1,5 dei quali in mare). Queste testimonianze in parte ci aiutano a comprendere il perché della costruzione di un nuovo faro. Tuttavia, completando la lettura della citata raccomandata, riusciamo a fugare ogni dubbio: “Il vecchio faro costruito nel 1807 presenta lesioni e rigonfiamenti

“Nel 1958 è stato costruito dal Genio Civile il nuovo faro in posizione più avanzata rispetto al vecchio e nel dicembre 1959 entra in funzione. L’altezza della nuova torre è tale da superare la incastellatura della teleferica delle saline per rendere il faro visibile per 360°. La torre del faro è ottagonale in pietra naturale. L’edificio alloggi è in pietra a due piani e situato accanto alla torre del vecchio faro ”

In alto la copertina del Notiziario del Segnalamento; in basso il particolare del campanile dell’antico faro Napoleonico, edificato da Giuseppe Napoleone nel 1807, tipica struttura ottocentesca ancora visibile all’interno del porto di Barletta.

tali che a breve scadenza sarebbe stato necessario costruire un nuovo faro per l’importante porto di Barletta. Poiché detto faro resta nascosto dalle nuove costruzioni come innanzi detto, si ritiene conveniente far costruire il nuovo faro sulla testata dell’ultimo braccio del Molo di Tramontana, in sostituzione dell’attuale fanale intermittente verde”. Tuttavia, Il vecchio faro, con la sua tipica struttura ottocentesca è ancora presente e visibile all’interno del porto di Barletta. Esso fu edificato per volere di Giuseppe Napoleone I nel 1807 per dare sicurezza ai naviganti e potenziare quello che all’inizio del XIX secolo era considerato uno degli scali più importanti del Mediterraneo, Barletta. Una lapide, tutt’ora leggibile, apposta alla base dello stesso recita: “Al comodo e sicurezza de’ naviganti regnando Giuseppe Napoleone I dalle reddite addette al porto e coll’ispezione del capo de’ Movimenti di Marina Saverio Pappalettere nell’anno MDCCCVII questa lanterna fu costrutta”. In sua vece, il nuovo faro, inaugurato nel dicembre 1959, continua oggi, come il suo predecessore a svolgere il fondamentale ruolo di ausilio per la sicurezza della comunità dei naviganti, affidato alla Marina militare sin dal lontano 1911.

Lux Nautis Securitas!

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