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Comsubin: la scuola subacquei in attività addestrativa in ambienti atipici di Fabrizio Buonaccorsi
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tutte le procedure in vigore a livello Nato e affiatare la collaborazione con gli altri specialisti imbarcati sui cacciamine. Al comandante del cacciamine Viareggio e al sottufficiale responsabile del “sistema Pluto” abbiamo rivolto alcune domande:
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Comandante Catania (tenente di vascello Simone Catania – n.d.a.), lei è al suo primo Comando navale, che emozioni prova a rappresentare l’Italia in un contesto di cooperazione internazionale?
Dal 24 ottobre 2020 sono il comandante del cacciamine Viareggio, nave militare dalle soluzioni ingegneristiche all’avanguardia e dalla elevata professionalità del personale. Qui ho potuto compiere la mia prima esperienza di comandante in un contesto internazionale quale culmine di un intenso percorso di addestramento avanzato. Ogni giorno sento la responsabilità di portare il “tricolore” in giro per i mari e vederlo sventolare sull’albero vicino alla bandiera della NATO mi riempie il cuore di orgoglio e gratitudine per la Forza Armata che mi ha consentito di vivere questa esperienza, accordandomi la fiducia di comandare questa unità.
Capo De Fanis (C°1ª cl SSC/RD Daniele De Fanis – n.d.a.), lei a bordo è il pilota del sistema Pluto, ci spieghi cosa è e quali sono le sue mansioni a bordo durante la ricerca di mine, nel cosiddetto “ruolo cacciamine”?
Il “ruolo cacciamine” rappresenta l’atto conclusivo di tutte le attività operative. Durante questo ruolo ho il compito di assistere l’ufficiale in Comando di Guardia (specialista in contromisure mine) nella ricerca e classificazione dei contatti subacquei, gestendo le attività degli operatori al sonar e, durante la fase di identificazione, conduco il veicolo filoguidato.
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Il cacciamine Viareggio è dotato del sistema di ispezioni subacquee Pluto, composto da due veicoli filoguidati (ROV - Remotely Operated Vehicle): il Pluto Gigas e Pluto Plus. I veicoli sono utilizzati per l’identificazione ottica di contatti subacquei individuati tramite il sonar di bordo, mediante l’impiego della telecamera di cui sono dotati, che consente l’acquisizione di immagini in tempo reale fino ad una profondità di 600 metri. Anche la successiva fase di neutralizzazione può essere condotta mediante l’impiego dei veicoli filoguidati, rappresentando così un’alternativa all’impiego dei palombari presenti a bordo, consentendo al contempo di mantenere il personale in sicurezza, quanto più lontano possibile dalla minaccia. Per acquisire le capacità necessarie a condurre le operazioni con i ROV è fondamentale l’attività condotta dal Centro Addestramento Guerra di Mine di La Spezia (MARICENDRAG). Il modulo di formazione teorico, i continui tirocini addestrativi ai quali siamo sottoposti, insieme a un periodo di “training on the job” mi hanno consentito di ottenere il giusto livello di conoscenza del sistema. Durante le fasi iniziali delle operazioni, insieme all’ufficiale capo Reparto Operazioni acquisisco le informazioni necessarie: dai fattori ambientali alle minacce presenti. Queste operazioni consentono una corretta pianificazione delle attività, nelle quali l’impiego dei veicoli filoguidati è solo l’ultima fase della lotta alle mine subacquee.
In alto da sinistra, operatore al radar, messa a mare del ROV (Remotely Operated Vehicle) Pluto; navigazione con il cacciamine turco Edincik. In basso, passaggio dello stretto dei Dardanelli, attività addestrativa con i palombari in camera di decompressione; foto ricordo durante la sosta nel porto di Batumi (Georgia).
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