4 minute read

Le Giornate del Mare, II edizione: “Medioceano la terra vista dal Mare” di Giancarlo Capozzoli

Le Giornate del Mare, II edizione: “Medioceano la terra vista dal Mare”

Il mare è la partita fondamentale da un punto di vista geopolitico e strategico. Il nostro è il mar Mediterraneo, Medioceano come definito dagli organizzatori delle due Giornate del Mare a Trieste, (18 e 19 settembre). È il concetto chiave. Alle conferenze organizzate dalla rivista Limes hanno partecipato il Direttore Caracciolo, il professor Nicola Pedde, il dottor Dario Fabbri, alcuni massimi esponenti dell’industria italiana, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Il mare diventa punto di partenza per una riflessione strategica, vista la posizione dell’Italia al centro del Mar Mediterraneo. “In questa partita si gioca il destino dei rapporti di forze del mondo” ha affermato Caracciolo. La necessità è di far aumentare consapevolezza a livello di discussione pubblica su tali questioni, sulla dimensione europea, di difesa internazionale e su una dimensione politica comune, a partire da una analisi condivisa di una minaccia, e allo stesso tempo di costruzioni di basi tecnologiche industriali. “Lo strumento militare”, ha detto il Ministro Guerini, “è un mezzo che il Paese deve e può usare per il rafforzamento della sicurezza e della difesa degli interessi nazionali in ambito internazionale, anche, pur se al servizio delle scelte politiche del Paese”. Al centro di questo quadrante si colloca appunto il Mar Mediterraneo, verso i Balcani da un lato e l’Africa e il Medio Oriente dall’altro. ”È necessario rafforzare la modalità degli interventi a livello europeo. Il Mediterraneo è la frontiera sud dell’Europa. Il ministro Guerini ha sostenuto che bisogna “rafforzare un investimento nella base industriale italiana, per rafforzare un pezzo di sovranità e partecipare a un pezzo del vantaggio tecnologico dell'occidente". Le principali aree in cui si concentra la nostra forza marittima sono le operazioni di antipirateria, con le quali "proteggiamo

Advertisement

di Giancarlo Capozzoli *

La Marina Militare al 92% made in Italy, permette anche da un punto di vista economico, di sostenere l’interesse nazionale. ”

Il capo di Stato Maggiore della Marina Militare ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone

i nostri interessi nazionali, gli interessi dei nostri armatori a navigare e tracciare rotte commerciali in sicurezza". Dentro il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza [ndr]) ci sono risorse per investimenti importanti per questo tipo di infrastrutture. Il Mediterraneo ha un ruolo centrale per mettere in connessione l'area dell'Oceano Atlantico con l'area del Pacifico: l'Italia in questa connessione ha un ruolo fondamentale”. Il mare come sviluppo economico industriale e di interesse nazionale e punto di partenza per la difesa e la sicurezza: l’importanza dello sviluppo e del sostegno alla Marina Militare risulta determinante. “Che cosa vuol dire oggi fare il marinaio?”, ha chiesto Caracciolo al capo di Stato Maggiore della Marina. Le parole si sono poste come un esempio, concreto e recente: “Abbiamo della gente che quando è scoppiata la pandemia è rimasta al loro posto, con tutti gli impegni presi, e senza flessioni, partita in totale clausura. Questo è ciò che più mi ha reso orgoglioso della mia divisa. Ma il nostro personale sta diminuendo. Tutte le nazioni hanno numeri superiori ai nostri. E su questo bisogna riflettere. Dobbiamo invertire questa tendenza”. La discussione approfondita ha riguardato aspetti tecnici e militari e di sviluppo dello strumento militare marittimo. “La capacità di proiettarsi ed essere presenti è caratteristica di tutti. L’influenza e la deterrenza sono due strumenti della Marina Militare”, eppure “ha sostenuto l’Ammiraglio, “bisogna lavorare ad una maggiore tutela dei nostri comandanti in mare. Le direttive e le regole di ingaggio devono essere chiare. Noi non dobbiamo fare la geopolitica, noi siamo il mezzo che mette in atto tramite direttive ricevute. Direttive chiare”. La Marina Militare al 92% made in Italy, permette anche da un punto di vista economico, di sostenere l’interesse nazionale. In conclusione, il direttore di Limes, “Si sta ragionando sui mezzi in funzione di una strategia ben delineata. A differenza di quanto accaduto finora. C’è, voglio dire, una consapevolezza della nostra penisola, degli interessi che ci riguardano. Forse anche per l’avvento di interessi stranieri. Inoltre la Zona Economica Esclusiva, permette di determinare eventuali strumenti e mezzi per proteggerla. Noi italiani abbiamo parlato fino ad oggi di Mar Mediterraneo libero mentre altri Paesi, lo territorializzavano, con pretese azzardate come l’Algeria, o quella inglese e turca che sono oltre ogni limite. Pertanto ora la Zona Economica Esclusiva, dovrebbe liberare un po’ di spazio, per così dire. È stato infine molto importante il ruolo e la revisione complessiva dell’impiego delle nostre Forze Armate per la salvaguardia del Sistema Paese.”

Decollo di un AV-8B plus dal ponte di volo della portaerei Cavour. In alto a destra, intervento del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Cavo Dragone. * Giornalista.

This article is from: