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Operazione Atalanta: il Carabiniere rientra in Italia

Era il 19 gennaio del 2020 quando a Berlino si riuniva la Conferenza sulla Libia tra i Paesi membri dell’Unione europea. In quell’ambito i partecipanti decisero che era tempo di agire, impegnandosi a rispettare e mettere in atto l’embargo sulle armi, già deciso dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2011. Il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, proprio a margine di quella conferenza dichiarava: “È incoraggiante vedere i partner regionali e internazionali più influenti riunirsi a sostegno degli sforzi guidati dalle Nazioni Unite per trovare una soluzione politica alla crisi libica. Come l'UE ha costantemente affermato, l'unica soluzione sostenibile è attraverso gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite che mettano in primo piano i bisogni di tutto il popolo libico. Desidero riaffermare oggi l'impegno dell'Unione europea per l'immediata cessazione delle ostilità in Libia nell'interesse della stabilità nelle sue immediate vicinanze. Sosteniamo l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale della Libia, e questo nell'interesse della stabilità e della prosperità regionali: è vitale per l'Europa […]. Stiamo riflettendo sul modo migliore per contribuire al monitoraggio del cessate il fuoco e al rispetto dell'embargo sulle armi. Sull'embargo dalle armi, l'UE è stata l'unica organizzazione regionale ad applicarlo dopo il 2016. Intendiamo continuare questo sforzo, lavorando con i nostri partner attorno a questo tavolo, per coprire tutti i corridoi attraverso i quali l'embargo viene violato”. A seguito della Conferenza di Berlino il Consiglio dell’Unione europea ha varato l’operazione militare EUNAVFOR MED IRINI, il 31 marzo del 2020, con il compito principale di attuare l’embargo imposto dall’ONU, ma anche prevenire l’esportazione illecita del petrolio dal Paese, contribuire allo smantellamento della rete per il traffico di esseri umani e per concorrere al potenziamento delle capacità e alla formazione della Guardia Costiera e della Marina Militare libica. Josep Borrell, Alto Rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e Vicepresidente della Commissione Europea ha dichiarato: “Solo le soluzioni politiche e il pieno rispetto dell'embargo sulle armi imposto dall'ONU risolveranno la crisi libica. Ma la diplomazia non può avere successo se non è sostenuta da azioni. Tale operazione sarà essenziale e darà un chiaro contributo alla promozione della pace nel nostro immediato vicinato mediante un cessate il fuoco permanente”. A più di un anno dalla sua nascita, l’operazione Irini, che in greco significa pace, si è rivelata uno strumento efficace. Dal suo lancio le donne e gli uomini impegnati nell’operazione hanno abbordato e ispezionato 18 navi sospette. Tra queste, una di esse è stata dirottata in un porto di

Operazione Irini, l’Unione europea a tutela del popolo libico

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Varata dal consiglio di sicurezza dell’Unione Europea, l’operazione Irini ha incessantemente contribuito alla stabilità della Libia e all’area del Mediterraneo

di Emanuele Scigliuzzo

uno Stato membro dell'UE dove il suo carico è stato sequestrato. In sei occasioni, uno Stato di bandiera non UE ha negato il consenso a salire a bordo delle proprie navi per condurre l’ispezione. Sono state interrogate circa 3.800 navi mercantili attraverso la richiesta di informazioni tramite chiamata radio, mentre 174 navi sono state visitate con il consenso dei loro comandanti (i cosiddetti approcci amichevoli oFriendly approaches). L’operazione Irini, la cui guida è affidata all’ammiraglio di divisione Fabio Agostini, ha il Comando operativo a Roma. Le attività in mare sono iniziate il 4 maggio dello scorso anno. Attualmente il Force Commander è l’ammiraglio Stefano Frumento che opera a bordo della nave anfibia San Giusto, nuova flagship dell’operazione, che ha sostituito nave San Giorgio dopo più di quattro mesi di attività.

Nave San Giusto, flagship dell’operazione IRINI, in navigazione. L’Unità ha sostituito nave San Giorgio dopo più di quattro mesi di attività.

Incontriamo l’ammiraglio Stefano Frumento, savonese, con ampia esperienza in campo internazionale, dal 1 aprile Force Commander di Irini:

Ammiraglio, il suo mandato sta per terminare. Come sempre in prossimità di un traguardo si fanno i bilanci di quanto è stato appena fatto, qual è il suo ad oggi?

IRINI è un’operazione molto importante e complessa, con un ritmo operativo costante ed elevato. Non può essere altrimenti, dal momento che il compito principale della Task Force 464 – il dispositivo aeronavale di cui ho il comando tattico – è quello di controllare il trasferimento di merci da e per la Libia, al fine di scongiurare il traffico d’armi. Gli assetti navali ed aerei offerti dai Paesi membri dell’Unione europea (UE), in supporto diretto o associato, sono numerosi e di vario tipo; il mio staff, in coordinamento con l’Operational Headquarters di Roma, lavora incessantemente per ottimizzarne l’impiego. Ritengo che la nostra azione sul mare sia stata e sia efficace: ogni giorno ci sono almeno una nave militare ed un velivolo da pattugliamento con la bandiera dell’UE che sono presenti in area di operazioni e che svolgono attività di controllo e reperimento informazioni, con le unità navali pronte ad intervenire qualora ci sia il ragionevole sospetto che un mercantile stia violando l’embargo al traffico d’armi disposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Le attività sono molte e diversificate, con compiti secondari della missione altrettanto impegnativi e importanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi che l’UE si prefigge. Nel lavoro quotidiano di tutti non è mai venuta a mancare la serietà, la professionalità, l’imparzialità e la volontà di essere parte del contributo offerto dall’Europa agli sforzi della Comunità Internazionale per la sicurezza e la pace in Libia. Il bilancio è, dunque, molto positivo. Ritengo che la nostra costante presenza ed attività costituisca un efficace deterrente al traffico d’armi. In parallelo, la comunità marittima, con cui teniamo frequenti scambi tramite le visite consensuali – o Friendly Approaches – percepisce chiaramente l’importanza dell’operazione ai fini della sicurezza marittima, fattore estremamente vitale per il Mediterraneo, in cui viaggia gran parte delle merci da e per l’Europa.

In questi mesi di attività operativa, c’è stato un episodio particolarmente impegnativo?

Tra le varie attività che la TF 464 conduce, quelle più delicate sono le ispezioni a bordo dei mercantili, al fine di verificare la legittimità del loro carico in accordo alle vigenti Risoluzioni delle Nazioni Unite. Tali azioni si sviluppano a valle di un processo di accurata analisi e valorizzazione delle informazioni, che avviene presso l’Operations Headquartes ed a cui il Force Headquarters contribuisce sostanzialmente con le informazioni acquisite sul campo dagli assetti marittimi ed aerei. Ogni ispezione è impegnativa. Esse vengono condotte da personale specificamente addestrato (il così detto Boarding Team), presente a bordo di ogni nave di Irini. Dopo una dettagliata pianificazione, il team si trasferisce a bordo del mercantile mediante imbarcazione veloce o elicottero. Le operazioni si svolgono in alto mare e, pertanto, nel caso di condizioni meteorologiche marginali, l’azione aumenta il suo grado di difficoltà. Talvolta, come accaduto, la necessità di condurre l’ispezione in arco notturno o l’atteggiamento non cooperativo del mercantile, rendono ancora più delicata l’operazione. Tuttavia, le unità navali di Irini di ogni bandiera (compresi i Boarding Teams e gli equipaggi di volo) si sono sempre dimostrate all’altezza della situazione e pronte a gestire ogni contingenza con professionalità ed elevata preparazione.

Quanto l’operazione Irini è rilevante per la sicurezza del nostro Paese?

La rilevanza dell’operazione per il nostro Paese si evince osservando l’area in cui gli assetti di Irini svolgono la loro attività di presenza, sorveglianza e controllo, ovvero il Mediterraneo centrale. L’Italia è uno dei Paesi europei più prossimi alla Libia e con essa tutt’oggi mantiene rapporti economici rilevanti, in particolare nel settore energetico. E’, pertanto, altamente probabile che situazioni di instabilità nell’area abbiano effetti anche nel nostro Paese e, più in generale, in Europa. strumento (fra altri) dell’UE per contribuire al processo di pace in Libia, Irini, conseguentemente, favorisce l’incremento della stabilità nella regione e della sicurezza generale dell’area. L’Italia beneficia, dunque, dei risultati che Irini si prefigge di raggiungere nel suo compito principale ma anche in quelli secondari, contribuendo alla prevenzione dell’esportazione illegale di idrocarburi nonché allo smantellamento del traffico di esseri umani, ed essendo pronta ad assistere la Marina e la Guardia Costiera libica nello sviluppo delle proprie capacità.

La stabilità della Libia è importante anche per gli altri paesi dell’Unione europea. In questo momento all’Italia è affidata la guida di questa Operazione e il delicato ruolo di

Force Commander, impegnato a bordo dell’unità da sbarco italiana, nave San Giusto. Gli altri paesi membri dell’Unione europea come sono impegnati nell’operazione Irini?

L’operazione IRINI ha una forte connotazione internazionale, a riprova tangibile dell’impegno coeso e imparziale dell’UE nel supporto alla stabilità in Libia e nel portare pace alla sua popolazione. Basti pensare che alla costituzione del Force Headquarters imbarcato su nave San Giusto, che conta attualmente 27 elementi, partecipano ben 9 Paesi europei, così come varia e diversificata è la nazionalità degli assetti navali ed aerei, assegnati a vario titolo alla TF 464 (in supporto diretto o associato). In questo momento il dispositivo può contare su tre navi – la Flagship italiana e una fregata greca direttamente assegnate al dispositivo, ed un pattugliatore della nostra Marina Militare che collabora con il dispositivo compatibilmente con la sua missione nazionale – e da velivoli da pattugliamento marittimo e UAV di Lussemburgo, Polonia, Italia, Grecia, Germania e Francia. Un esempio particolare dell’internazionalità e volontà di contribuire allo sforzo collettivo a tutto tondo è stata, nel recente passato, la partecipazione alla missione della rifornitrice tedesca FGS BERLIN il cui Boarding Team organico era offerto dalla Lituania. L’Operazione, inoltre, prevede un’efficace attività di coordinamento tra le istituzioni e gli organi dell'UE, gli Stati membri e le altre organizzazioni internazionali operanti per la soluzione della questione libica. Ciò consente la piena complementarità e sinergia tra l'Operazione IRINI e le altre iniziative condotte in Libia e nel Mediterraneo dall'UE, mediante il cosiddetto approccio integrato.

Ammiraglio, gli impegni in attività operativa portano il personale, Force Commander incluso, a lunghi periodi di assenza da casa. Nella sua azione di leadership è importante riuscire a trasmettere le giuste motivazioni ai propri collaboratori anche nei momenti di nostalgia dei propri affetti personali. Come?

La motivazione e il coinvolgimento nel lavoro quotidiano da parte di tutti i membri dello Staff è ad alti livelli: c’è piena consapevolezza dell’importanza della missione e ognuno di noi si sente ambasciatore del proprio Paese nel contribuire alla volontà di supporto dell’Europa. Il mio lavoro nel motivare il personale è, dunque, facilitato. Tuttavia, la particolare situazione emergenziale che stiamo vivendo mette, in generale, doppiamente alla prova il personale impegnato per lungo tempo in mare. Oltre alla lontananza dai propri affetti, che da marinai si cerca costantemente (direi per tutta una carriera) di gestire al meglio, dall’inizio della pandemia c’è anche la preoccupazione per i rischi a cui sono potenzialmente esposti i nostri cari mentre si è lontani. Pertanto, si cerca di non far mancare la vicinanza ai familiari in ogni momento disponibile, in navigazione e in porto, lavorando nel contempo per mantenere un ambiente collaborativo e professionale. Il coinvolgimento rafforza il senso di appartenenza all’organizzazione: le persone che si sentono parte di un gruppo affiatato danno il meglio di sé per sostenerlo e trovano nel gruppo supporto in momenti di stanchezza. Conoscere i miei collaboratori per notare eventuali variazioni di umore o indicatori di stress è un importante elemento della mia azione, così come la ricerca di brevi occasioni di “decompressione” in navigazione, quando possibile, e durante le soste in porto, sempre nel mantenimento delle previste cautele sanitarie. Breve curriculum vitae del contrammiraglio (f.) Stefano Frumento Il contrammiraglio (f.) Stefano FRUMENTO ha frequentato l'Accademia Navale dal 1991 al 1995 e nel 1996 è stato impiegato presso il Navy Special Forces Group (GOI) dal febbraio 1998 al luglio 2004. L’ammiraglio Frumento è stato comandante del pattugliatore Spica e successivamente direttore della Scuola di Qualificazione Forze Speciali della Marina presso COM.SUB.IN. Nel 2018 è stato il comandante di nave Garibaldi. Prima di assumere il ruolo di Force Commandere dell’operazione Irini era il capo del secondo Ufficio di Upicom (Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione) – presso lo Stato Maggiore Marina. Dal 1 aprile è il Force Commander dell’operazione Irini.

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