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Nastro Rosa tour di Mariarosa Lumiero
A scuola di vela a La Maddalena
L’arte marinaresca protagonista nella formazione dei futuri sottufficiali, che hanno partecipato presso la scuola sottufficiali di La Maddalena, a un intensivo corso di vela di tre settimane
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di Marcello Losito
Tra le attività più belle favorite dall’estate, di sicuro c’è l’andar per mare in barca a vela sospinti dalla forza del vento. Avere l’opportunità di frequentare il corso per allievi marescialli nel golfo di La Maddalena, è un’esperienza unica. Ad agosto si è svolto il corso di vela per gli allievi del 22° Corso Normale Marescialli di Mariscuola Taranto. Nelle tre settimane di corso, gli allievi sono stati impegnati con gli istruttori della Marina Militare in aula e in barca, tra i banchi di Mariscuola La Maddalena che li ha ospitati e il vento dell’arcipelago gallurese che li ha messi alla prova. Sono stati giorni intensi, ma anche divertenti, sotto la guida di due istruttori esperti, i primi marescialli Eliano Celestini e Davide Grill. All’inizio del corso, durante la fase teorica, gli allievi marescialli hanno potuto fare un ripasso di quanto già appreso nell’istituto di formazione tarantino e rinfrescare i tanti termini marinareschi appresi: primo vero "scoglio" degli aspiranti “velisti”. Vocaboli tecnici spesso derisi, (memorabile la scena entrata a far parte dell’immaginario collettivo italiano in un film della saga fantozziana: “Fantozzi cazzi quella gomena”), ma che sono necessari per comprendersi in breve tempo e per essere con facilità e rapidità compresi. Durante le manovre, a volte concitate, è infatti necessario dire e fare azioni in maniera decisa, al fine di sfruttare al meglio la “propulsione” del vento e non perdere velocità. Così, anziché “girare”, ci si trova a “virare”. Se pronunciamo la parola “tira”, essa può essere confusa con “fila” che significa l’esatto opposto; se il timoniere ha necessità che un compagno dell’equipaggio tiri una cima, dirà “cazza la cima”. Le titubanze iniziali degli allievi, hanno lasciato subito posto alla sicurezza e alla padronanza delle imbarcazioni, quei Micropomo (tipo d’imbarcazioni costruite a partire dagli anni ‘70) che, seppur dallo scafo tozzo e poco veloce, si dimostrano sempre barche scuola stabili, spaziose e perfette per lo scopo. Dopo molti anni, dall’ultima volta, la piccola flotta di dieci Micropomo, ha circumnavigato l’isola di Santo Stefano e dato fondo all’ancora con una coreografica "fonda di squadriglia" che ha permesso
agli allievi di consumare il pasto per poi proseguire l’attività. Il tutto sotto l’occhio accorto degli istruttori, imbarcati su due gommoni che hanno sempre "scortato" le barche a vela per intervenire a tutela della sicurezza della navigazione e del personale qualora si fosse reso necessario. Uno degli ultimi giorni c’è stata anche l’opportunità di raggiungere il vicino Centro Velico Caprera ed incrociare le rotte delle imbarcazioni "caprerine", a confermare l’ottimo rapporto e la fedeltà d’intenti tra i due istituti. Dulcis in fundo, la classica regata non competitiva di fine corso, durante la quale gli allievi hanno dato prova di sportività, agonismo e spirito di equipaggio, oltre che mettere in pratica tutte le nozioni apprese e concludere con il sorriso un periodo di formazione importante per la loro crescita professionale. Lo spirito velico, formativo, ma anche goliardico, è racchiuso nelle parole del 1° Maresciallo istruttore Davide Grill: “a similitudine della Barcolana di un tempo, ad ogni fine giornata abbiamo istituito un premio per chi ha commesso più errori. Ho portato a Maddalena un po’ di quello spirito triestino che mi contraddistingue.” Mentre l’allieva di 2ª cl. SSP/tm Roberta Cavalieri ha così riassunto la sua esperienza: “noi allievi marescialli abbiamo imparato nuovi termini marinareschi che hanno permesso di capire in modo rapido, le tattiche di regata, i vari fattori che possono condizionarla e i regolamenti. Tutti aspetti fondamentali per chi decide di intraprendere questo che non è solo uno sport, ma una vera e propria passione per il mare. Non mi dispiacerebbe poter ripetere esperienze simili e magari regatare insieme a colleghi esperti della Marina, come i nostri istruttori che ci hanno trasmesso tutta la loro esperienza, passione e professionalità nel formare le nuove leve di marinai del domani”. Acque antistanti la Scuola Sottufficiali della Marina Militare di La Maddalena. Gli allievi del 22° Corso Normale Marescialli, a bordo delle imbarcazioni, durante il corso di vela.
Si è svolta a Genova, il 26 agosto, la cerimonia inaugurale del Marina Militare Nastro Rosa Tour, il giro d’Italia in barca a vela, che vede regatare team internazionali lungo le coste tirreniche ed adriatiche. Otto tappe (Genova, Civitavecchia, Gaeta, Napoli, Brindisi, Bari, Marina di Ravenna e Venezia). Main partner la Marina Militare, in collaborazione con Difesa Servizi s.p.a. e la SSI sport&events, ha schierato due equipaggi: sul trimarano DIAM24 e sull’ imbarcazione offshore (Beneteau Figaro3). Le discipline veliche in cui si vedranno gli equipaggi gareggiare sono: double mix offshore, in shore e board. Nello specifico, regata lontano dalla costa con team misto, regate in prossimità della costa e disciplina su tavola in stile kite foiling. Sul trimarano saliranno Ignazio Bonanno, Mario Prodigo e Cecilia Zorzi, mentre per l’offshore Giovanna Valsecchi ed Andrea Pendibene. Tredici le sezioni veliche della Marina Militare, 218 le imbarcazioni (32 d’altura, 41 costiere e 145 derive). Villaggi itineranti, premiazioni e cocktail istituzionali, animano le tappe del Marina Militare Nastro Rosa Tour. A Civitavecchia, a far da padrona, la Regina dei Mari, la Nave Scuola Amerigo Vespucci che il 30 agosto ha ormeggiato nel porto della città. Una presenza che sottolinea il legame imprescindibile tra il mare e la vela. Il Marina Militare Nastro Rosa Tour nasce dall’intento di valorizzare il paese Italia, la vela, la salvaguardia dell’ambiente ed il rapporto tra l’uomo ed il mare. Il suo nome ha origine dal Nastro Azzurro, il riconoscimento dato alle navi passeggeri che attraversavano nel minor tempo l’Atlantico. Tramutato