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Notizie Pro Vita & Famiglia
Nessuno si senta al sicuro
Tommaso Scandroglio
Come mai gli stessi che predicano l’aborto eugenetico dei bambini con sindrome di Down, poi si fanno promotori della lotta alle discriminazioni nei confronti degli stessi portatori di trisomia 21, se adulti? L’anticultura pro-choice o libertaria predica un’apparente doppia contraddizione in merito alla condizione delle persone con sdD. La prima: è moralmente lecito, se la madre lo vuole, sopprimere il nascituro con trisomia 21, tuttavia non è moralmente lecito non solo sopprimere ma neppure discriminare il bambino, ragazzo, adulto con la medesima sindrome. La volontà di tutelare le persone disabili, tra cui anche le persone Down, ha portato a voler includere nel famigerato testo unico dell’on. Alessandro Zan sulla cosiddetta omofobia anche il contrasto all’“abilismo”, neologismo che vorrebbe indicare qualsiasi discriminazione a danno delle persone disabili. In realtà l’“abilismo” è una copertura a favore delle rivendicazioni Lgbt, perché inserire anche le persone disabili nel ddl Zan ha permesso al fronte arcobaleno di tracciare la seguente equazione: se sei contro il disegno di legge Zan, vuol dire che sei contro le persone disabili. Insomma, uno scudo che protegge le istanze Lgbt.
L’eugenetica porta a morte certa anche i suoi stessi sostenitori, infatti nessuno di noi è perfettamente sano. Qualsiasi soglia di perfezione stabilita a tavolino è destinata a saltare perché arbitraria, e quindi rivedibile
Logo della Seconda conferenza internazionale di eugenetica svoltasi a New York nel 1921 (Fonte: Wikipedia).