nuova unità 2/2020

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nuova unità

Periodico comunista di politica e cultura n. 2/2020 - anno XXIX

fondata nel 1964

“L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari” Antonio Gramsci

Covid-19. Chi pagherà i costi di questa “crisi”?

Dopo anni di mancato rinnovo dei contratti degli operatori sanitari, il Governo si è accorto che sono la “colonna portante” Nel momento in cui scriviamo l’Italia è deserta e isolata, vige il coprifuoco con tanto di arresto da 3 mesi a 3 anni per chi trasgredisce alle norme imposte. Più della Covid 19 ne uccide il panico e la paura. Scuole, università, tribunali, musei, cinema, teatri chiusi, bar e ristoranti chiusi dalle 18, voli sospesi, trasporto diradato (che sarà più affollato). Si consiglia agli anziani di restare in casa senza pensare che spesso sono soli o privi di un supporto familiare efficace, per cui restano in balia delle reti televisive che per tutto il giorno non fanno altro che parlare del virus e in preda alla depressione. Niente panico, niente allarmismo ci dice il Governo, ma Mattarella che si presenta in tv: “Il momento che attraversiamo richiede coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti nell’impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società, nei mezzi di informazione”, anziché rassicurare alimenta la preoccupazione e la popolazione assalta i supermercati. Dai vari esperti giungono dichiarazioni contrastanti e altalenanti tra è poco più di un’influenza ad una pandemia mortale. Eppure da nessuna parte si sente parlare dei numeri di morti che si registrano ogni anno. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente l’Italia è il primo paese per morti premature da biossido di azoto: 14.600; da ozono sono 3000; per particolato fine: 58.600. In Italia muoiono in un anno per Hiv/Aids oltre 700 persone (in media 2 al giorno), su un totale mondiale di circa 770.000. Completamente ignorati i morti sul lavoro che sono oltre 1300 all’anno e da amianto che superano i 5000 all’anno. E per complicanze in seguito all’influenza stagionale e nonostante le vaccinazioni? Secondo l’Istituto superiore di sanità sono in media circa 220 decessi il giorno. Ci sono ipotesi che non escludono che il virus sia stato “creato in laboratorio”. È noto che nel segreto più assoluto Stati Uniti, Russia, Cina e altre potenze abbiano laboratori dove si conducono ricerche su virus finalizzati all’uso di agenti in una guerra biologica anche su settori mirati di popolazione, magari per testarne la reazione. Fatto è che le misure prese per arginare questo virus hanno un impatto distruttivo sull’economia (borse affondate, crollo del petrolio, aumento dello spread), sulla produzione e sul turismo, non solo cinesi, creano una reazione a catena che colpisce l’Italia e il resto d’Europa, l’Asia e la Russia, a tutto vantaggio degli Stati Uniti che, per ora, sembrano indenni economicamente. Ma lo stato di emergenza è arrivato anche qui, nonostante le rassicurazioni inziali di Trump in campagna elettorale. Quanto sia massiccio il contagio difficile capirlo. Negli Usa la sanità è privata e in mano alle assicurazioni che probabilmente non coprono questo genere di malattia e non avendo tutti diritto all’assistenza, molti vi rinunciano anche perché fare un tampone costa da 1000 a 3mila dollari. A proposito di sanità stiamo verificando il risultato delle scelte e delle carenze che abbiamo sempre denunciato e che va avanti da anni: i tagli dei posti letto, la scarsità degli operatori sanitari, i medici costretti alle dimissioni precoci, la chiusura dei piccoli ospedali e dei presidi territoriali, i laboratori analisi accorpati, mense e pulizie esternalizzate, in nome di una gestione aziendalistica orientata alla privatizzazione che stringe il personale sanitario fra le decisioni dei vertici aziendali e i bisogni dell’utenza, ha portato al collasso e, di fronte all’emergenza, ha dimostrato tutta la sua debolezza. È sempre più chiaro l’impatto negativo dell’autonomia regio-

nale rivendicata in particolare da Lombardia e Veneto (salvo appellarsi allo Stato nel momento del bisogno!) che si sono sempre vantati di avere una sanità di eccellenza e che, al contrario, dimostra di essere fonte di inefficienze e disuguaglianze. Ad esempio in Lombardia già due anni fa - di fronte al picco di influenza che si era verificato nella stagione invernale - era emersa l’insufficienza degli 850 posti disponibili in terapia intensiva, ma nulla è stato fatto. Mancano gli specialisti, in particolare gli pneumologi, si devono montare ospedali da campo, si richiamano i medici in pensione, si reclutano i neolaureati (sempre meno a causa del numero chiuso delle facoltà di medicina), con meno diritti, più ricattabili, magari retribuendoli a partita IVA e rimandandoli a casa passata l’emergenza. Chissà se richiamano anche i medici dell’intramoenia che continuano ad usare le strutture pubbliche a fini privati. Un problema reale è quello delle prestazioni chirurgiche e i trattamenti oncologici in corso di riduzione negli ospedali prevalentemente dedicati al CoVid-19. Per usufruire le strutture private, nell’economia capitalista, bisogna negoziare e, sicuramente, a caro prezzo. Il privato può accogliere un certo numero di prestazioni chirurgiche, il rischio è che la programmazione si basi sulla selezione dei pazienti con patologie più convenienti dal punto di vista dei piani tariffari. È una situazione che dovrebbe chiarirci l’importanza di salvaguardare la sanità pubblica, impedire con la lotta e l’organizzazione la sua distruzione e pretendere il giusto e sufficiente servizio che, peraltro, paghiamo con le tasse. Su tutto pesa il vincolo di bilancio che l’Unione europea che raccomanda di non comprare e neppure affittare strutture, macchinari, medicinali ecc. perché costerebbero troppo. E di Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea che, con la sua frase “Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire quelle questioni” ha messo in chiaro gli interessi del FMI. Ricordiamo che a fronte dei tagli sulla salute continuano ad

aumentare le spese militari e di appartenenza alla NATO. Recentemente Salvini ha dichiarato: “Quanto al disarmo, non è utile, sarebbe un suicidio economico, e poi il settore difesa è strategico per i prossimi cinquant’anni”, in buona compagnia con il ministro PD Guerini di avviare la fase 2 difendono l’acquisto dei 131 F35 per oltre 14miliardi e le spese per i programmi militari. Con il costo di un solo cacciabombardiere si coprirebbero 5mila impianti di ventilazione assistita o un ospedale da mille posti. E con il coronavirus ci sarebbe stato posto per tutti: malati e personale medico-infermieristico. Come è bello stare tutti a casa! Più siamo isolati, meglio è per la politica. Per inculcarcelo scomodano noti personaggi e ci martellano con spot e canzoncine. Stare a casa con il relativo disagio dei bambini che non vanno a scuola, ma... tranquilli arriva la baby sitter del governo! Lo Stato riscrive le regole per il futuro con il consenso di tutti i partiti sensibili al richiamo di unità nazionale e a pagare sono i lavoratori costretti a stare in casa in cassa integrazione al 60%, a prendere ferie obbligate bruciandosi quelle estive, ad attrezzarsi per il telelavoro, mentre i precari e i dipendenti delle cooperative degli appalti rimangono senza stipendio. La sicurezza dei lavoratori non è per tutti. Tra gli infermieri lasciati per anni senza contratto e oggi diventati “la colonna portante” - già il 12% è infetto). Operai, netturbini, commesse, postini, riders, non sono stati dotati subito di adeguate protezioni. Ci sono volute le proteste e scioperi in fabbrica per far emergere la loro condizione.

segue a pagina 5

Il 25 Aprile ha il colore rosso dei comunisti

pagina 2

Viva il primo maggio rosso!

pagina 3

Amianto alla Scala fino agli anni Novanta, dossier shock dei familiari delle vittime

Antisionismo e antisemitismo: la differenza c’è

Dalle donne siriane

pagina 4

pagina 6

pagina 7


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