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nuova unità
Periodico comunista di politica e cultura n. 4/2020 - anno XXIX
fondata nel 1964
Meno cicaleccio politico. Meno ragionamenti intellettualistici. Essere più vicini alla vita. Osservare più attentamente come la massa di operai e contadini costruisce di fatto qualcosa di nuovo nel lavoro quotidiano. Controllare più da vicino fino a che punto questo nuovo abbia un carattere comunista.
Lenin
Fermiamo i progetti della borghesia
Se il movimento operaio - sotto continuo attacco - non si organizza per rovesciare e cambiare il sistema nell’interesse della maggioranza della popolazione, rimarrà schiavo, più o meno moderno, ma sempre schiavo. Farida, un’infermiera francese di 50 anni (asmatica e post Covid19), tra gli eroi in corsia, viene massacrata dalla polizia - scaraventata a terra e trascinata per i capelli - e arrestata perché protesta, a Parigi, durante una manifestazione del personale ospedaliero. Migliaia di infermieri, operatori della sanità e impiegati sono scesi in piazza il 17 giugno per la valorizzazione del loro stipendio e per il riconoscimento del lavoro. Scene che rimandano alla morte dell’afroamericano George Floyd per mano della polizia a Minneapolis. Anche lei, sanguinante per i lacrimogeni ha chiesto il Ventolin perché asmatica e come risposta le hanno tirato i capelli e spinta in una macchina delle forze di polizia in assetto antisommossa che dimostrano non l’abuso della forza, ma la loro fedeltà agli interessi del potere borghese. Giuste proteste e richieste - quelle degli ospedalieri in lotta con scioperi e rivendicazioni contro i tagli nella sanità pubblica - applauditi da finestre e balconi che per tre mesi hanno lavorato dalle 12 alle 14 ore al giorno. Eroi in corsia che ora rischiano di essere dimenticati, e umiliati. Una lotta nel momento giusto - che i sanitari in Italia non sanno cogliere - che pone al centro dell’attenzione la validità del settore sanitario, la difesa di una sanità pubblica ed efficiente, la rivalutazione del salario e il riconoscimento del lavoro degli operatori che non siano solo lodi. In una Francia infiammata da tempo, dopo 8 anni di indagine, arriva il processo a Ikea per aver costituito un sistema di spionaggio illegale: avrebbe organizzato un sistema di spionaggio generalizzato di sindacalisti, salariati, aspiranti impiegati, clienti lamentosi e, sottoposti a particolare sorveglianza (inutile dirlo) erano chi scioperava per ottenere condizioni di salario e di lavoro migliori. Nella maggior parte dei casi le informazioni erano fornite da poliziotti pagati sotto banco, spesso in cambio di mobili o buoni spesa. Le violenze contro i lavoratori non sono solo prerogativa di Francia, Stati Uniti ecc. Basta guardare in casa nostra. Nella notte del 10 giugno cariche violente hanno colpito gli operai in presidio ai cancelli della TNT-FEDEX di Peschiera Borromeo per protestare contro il licenziamento di 66 compagni di lavoro. E dove non arrivano i manganelli arrivano i licenziamenti per infedeltà all’azienda e gli accordi. RSU e vertici sindacali (Fiom, Fim, Uilm) hanno sottoscritto l’ennesimo accordo con Confindustria e la multinazionale Marcegaglia di Ravenna per prolungare la cassintegrazione Covid19 i cui 180 dipendenti sono già in Cig dal 26 di marzo. Nessun riferimento alle varie cooperative in appalto: su 500 solo 50 sono in cig e i loro capi li fanno lavorare a rotazione privi di controllo e sicurezza anche di fronte all’epidemia. Violenza è anche la vicenda Thyssen. Non solo sono morti 7 operai in una fabbrica priva di misure di sicurezza per la voracità dei padroni, ma ai manager condannati per il rogo del 2007 che non sono mai entrati in carcere è stata concessa la semilibertà, cioè il rientro serale ma i week end in famiglia. Ci piacerebbe vedere in quale cella passano la notte! Lo temevano i familiari già nel mese di dicembre quando hanno partecipato all’assemblea organizzata dal CLA (coordinamento lavoratori autonomi per l’unità della classe) a Torino ed ora, giustamente sono sempre più agguerriti, soprattutto le mamme che hanno perso figli in giovane età a causa dello sfruttamento sul lavoro. La strage silenziosa dei morti da e di lavoro continua ma non fa particolarmente notizia, soprattutto se si tratta di stranieri. Una malattia che miete più vittime del coronavirus. Ultimi in ordine di data, il 17 giugno, un operaio romeno di 64 anni, ha perso la vita in un incidente avvenuto in un cantiere stradale
per il rifacimento dell’asfalto a San Felice sul Panaro (MO). Alle 2 di notte del 18 giugno, a Verona, un operaio Rfi di 60 anni che stava lavorando sui cavi della linea ferroviaria che attraversa la zona, muore schiacciato sotto ad una motrice ferroviaria treno. Solo a gennaio ben 52 persone hanno perso la vita in incidenti sul lavoro, dal 5 maggio al 15 maggio i morti passano da 2,21 al giorno a ben 3,82 al giorno con un aumento del 42 per cento. Un dato molto probabilmente influenzato dalle riaperture decise non in sicurezza proprio dopo il 4 maggio. L’offensiva padronale, con la compiacenza dei vertici sindacali concertativi, darà il colpo di grazia agli ultimi rimasti. Dopo la cig si conteranno licenziamenti a catena, lo ha già preannunciato Confindustria, però avanza l’idea della cancellazione delle ferie come se i lavoratori fossero la causa Covid 19, come se la segregazione obbligatoria (spesso in alloggi piccoli e insalubri) fosse la stessa cosa che stare in vacanza, come se non ci avessero rimesso economicamente. “È un obbligo morale non fermare la produzione”, sostiene Enrico Carraro della Confindustria veneta, ipotesi che sta prendendo piede tra le imprese nel Nord, il peggio è che la cancellazione delle ferie per il recupero della produttività - proposta lanciata dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi - non sia respinta dal segretario generale Cgil, Maurizio Landini. In realtà al Nord la produzione non si è mai fermata, proprio per le enormi pressioni di Confindustria, nonostante già a febbraio fosse chiaro il pericolo di contagio di massa, e - se pure tutti i soloni della scienza non lo dicano - le zone a maggior contagio sono state quelle dove la produzione industriale ha continuato. Molti si chiedono cosa succederà in autunno quando cadrà il divieto di licenziamento, anche se nel frattempo è stato più che violato. Quando i fondi UE non arriveranno o saranno spesi male e, dopo la buffonata degli “Stati generali”, rimpinguando le casse delle industrie, come FCA che per battere cassa ridiventa italiana.
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